ha disposto (con l'art. 2, comma 4) l'introduzione del comma 1-bis all'art. 1. per il TPV per il pedagogista prevede 30 CFU, che corrispondono a 750 ore della laurea triennale e i due anni della magistrale.
Queste 750 ore di tirocinio sono cosi ripartite:
300 ore di tirocinio tpv durante il terzo anno di laurea triennale in educatore professionale socio-pedagogico che corrispondono a 12 cfu.
E 450 ore di tirocini tpv di laurea magistrale in pedagogista che corrispondono a 18 CFU così ripartite:
primo anno di magistrale 9 cfu = 225 ore;
secondo anno di laurea magistrale 9 cfu =225 ore.
Per il pedagogista laurea magistrale il tpv:
Le 225 ore del primo anno di magistrale e le 225 del secondo anno di magistrale sono organizzate in modo uguale e prevedono attività di tirocinio diretto, dove sei a contatto con il mondo del lavoro, e indiretto, con ore dedicate alla riflessione sull'esperienza e alla rielaborazione di materiali
Le ore di riflessione sono parte integrante sia del tirocinio diretto che indiretto, ma non è prevista una suddivisione rigida. Si tratta di momenti di confronto con i tutor e di rielaborazione personale dell'esperienza, che possono variare in base alle attività svolte.
Il codice deontologico è una parte fondamentale della formazione e viene studiato in modo approfondito durante l'intero percorso di studi, sia al primo che al secondo anno di magistrale.
il codice deontologico è fondamentale per la professione. Al primo anno di magistrale, mi concentrerò sui principi etici generali e sulle responsabilità verso gli utenti. Al secondo anno, invece, approfondirò gli aspetti più specifici legati ai diversi contesti professionali.
Il codice deontologico non ha un numero specifico di CFU, ma è parte integrante di diversi insegnamenti e attività, per un totale di circa 12 CFU tra il primo e il secondo anno.
La prova pratica valutativa della laurea magistrale per il pedagogista consiste in un esame orale e scritto, dove dovrai dimostrare di aver acquisito le competenze necessarie per esercitare la professione di pedagogista.
La Prova Pratico-Valutativa del Pedagogista: Un Esame Cruciale
La prova pratico-valutativa è una componente fondamentale dell'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di pedagogista in Italia. Il suo scopo principale è accertare che il candidato non solo possieda le conoscenze teoriche necessarie, ma sia anche in grado di applicarle concretamente in situazioni professionali reali. In altre parole, serve a valutare le competenze operative del futuro pedagogista.
A Cosa Serve Specificamente?
Questa prova mira a verificare diverse capacità e competenze essenziali per la professione:
* Capacità di analisi e diagnosi: Il candidato deve dimostrare di saper analizzare una situazione complessa (ad esempio, un caso studio di disagio educativo, una necessità formativa in un contesto aziendale, una richiesta di supporto in una famiglia), identificando le problematiche principali e i bisogni specifici degli individui o dei gruppi coinvolti.
* Progettazione di interventi: Sulla base dell'analisi effettuata, il pedagogista deve essere in grado di ideare e strutturare un progetto pedagogico coerente ed efficace. Questo include la definizione degli obiettivi, la scelta delle metodologie e degli strumenti, l'organizzazione delle attività e la previsione delle risorse necessarie.
* Competenza nella gestione e monitoraggio: La prova può richiedere al candidato di illustrare come intende gestire l'intervento proposto, monitorarne l'andamento e apportare eventuali aggiustamenti in corso d'opera.
* Valutazione dei risultati: È fondamentale saper valutare l'efficacia dell'intervento realizzato, misurando il raggiungimento degli obiettivi e l'impatto sul contesto o sugli individui.
* Capacità di argomentazione e motivazione: Il pedagogista deve essere in grado di giustificare le proprie scelte progettuali e metodologiche, dimostrando una solida base teorica e una chiara visione d'insieme.
* Competenze relazionali e comunicative: Anche se la prova è spesso individuale, la capacità di approcciarsi al "caso" con sensibilità e di comunicare in modo chiaro e professionale (anche per iscritto) è indirettamente valutata attraverso la chiarezza e la coerenza dell'elaborato.
* Problem solving: La prova simula spesso situazioni complesse o problematiche, richiedendo al candidato di elaborare soluzioni creative e funzionali.
In Sintesi
La prova pratico-valutativa non è una semplice verifica delle conoscenze mnemonico-nozionistiche, ma un test approfondito delle abilità professionali che distinguono un pedagogista competente. Serve a garantire che il professionista sia pronto ad affrontare le sfide del mondo reale, applicando la teoria alla pratica e contribuendo al benessere e allo sviluppo degli individui e delle comunità attraverso interventi educativi e formativi mirati.
Le materie oggetto d'esame sono principalmente pedagogia generale e sociale, metodologie e tecniche del lavoro educativo e formativo, e discipline giuridiche e sociologiche. Qualche esempio di domanda In pedagogia generale e sociale, potrei chiederti di descrivere i principali modelli di apprendimento e come si applicano in contesti educativi formali e informali. Oppure, potrei chiederti di descrivere un caso di consulenza pedagogica in ambito familiare e di analizzare le strategie utilizzate dal pedagogista per supportare la famiglia.
In metodologie e tecniche del lavoro educativo e formativo, invece, potrei chiederti di illustrare le diverse fasi della progettazione educativa e come si valuta l'efficacia di un intervento. Infine, nelle discipline giuridiche e sociologiche, potrei chiederti di analizzare il ruolo delle istituzioni educative nella società contemporanea e le principali normative che regolano il settore.
Il codice deontologico è parte integrante della prova e potrei chiederti di analizzare un caso pratico, identificando i principi etici coinvolti e le possibili soluzioni, oppure di descrivere le responsabilità del pedagogista nei confronti dei suoi utenti.
Con le nuove normative sulle lauree abilitanti, la prova pratico-valutativa per il pedagogista si svolge prima della discussione della tesi di laurea, nell'ambito dell'esame finale per il conseguimento del titolo di studio.
In pratica, non è più un esame di stato separato e post-laurea, ma una parte integrante del percorso universitario che porta al conseguimento della laurea abilitante.
Per quanto riguarda l'educatore il tirocinio pratico valutativo di 300 ore da svolgere al terzo anno corrispondono a 12 cfu
Il ppv della laurea triennale in educatore professionale socio-pedagogico consiste in una prova orale e nella discussione di un elaborato scritto. In questa prova, dovrai dimostrare di aver acquisito le competenze necessarie per esercitare la professione di educatore professionale socio-pedagogico.Per gli studenti di Educatore Professionale Socio-Pedagogico al terzo anno, il tirocinio pratico valutativo si articola principalmente in una modalità diretta, affiancata da momenti di tirocinio indiretto.
Ecco le differenze e come si svolgono:
Tirocinio Diretto
Il tirocinio diretto è la componente più significativa e prevede l'esperienza sul campo, a contatto diretto con il mondo lavorativo. In pratica, lo studente viene inserito in strutture convenzionate con l'università, come:
* Servizi socio-educativi (es. comunità per minori, centri diurni per disabili, servizi per anziani, ecc.).
* Scuole (di diverso ordine e grado, ma non per la prima infanzia).
* Istituzioni ed enti educativi e formativi.
* Aziende pubbliche e private.
* Strutture della pubblica amministrazione.
Durante il tirocinio diretto, l'obiettivo è applicare le conoscenze teoriche alla pratica professionale, osservare l'organizzazione del servizio, affiancare operatori qualificati (guide di tirocinio o tutor aziendali), e sperimentare direttamente le attività e le competenze dell'educatore professionale socio-pedagogico. Questo include spesso l'osservazione delle attività, l'analisi dei documenti, e la partecipazione alla progettazione educativa individualizzata o di comunità.
Tirocinio Indiretto
Il tirocinio indiretto si svolge generalmente presso la sede universitaria o attraverso attività seminariali e di gruppo. Non implica un contatto diretto con l'utenza o i servizi, ma è fondamentale per:
* Rielaborare l'esperienza maturata nel tirocinio diretto.
* Approfondire le metodologie didattiche e riflettere sulle competenze acquisite.
* Partecipare a momenti di autoformazione in cui si analizza e si documenta l'esperienza pratica.
* Sviluppare competenze riflessive e metacognitive essenziali per la professione.
* Preparare e sostenere l'elaborato finale di tirocinio.
Il tirocinio indiretto, quindi, funge da cerniera tra teoria e pratica, offrendo uno spazio per la riflessione critica sull'esperienza e per l'acquisizione di ulteriori strumenti professionali attraverso discussioni, analisi di casi e lavori di gruppo supervisionati da un tutor universitario.
In sintesi per il terzo anno
Al terzo anno, il tirocinio si concentra sull'approfondimento delle competenze educative, in particolare quelle legate alla progettazione e valutazione all'interno delle sedi di tirocinio. L'attività diretta è preponderante e finalizzata a consolidare le competenze di base dell'educatore professionale, puntando al miglioramento delle stesse.
È importante consultare il regolamento specifico del proprio corso di laurea, poiché le ore e le modalità precise di svolgimento possono variare leggermente tra le diverse università. Le materie di esame per la PPV dell'educatore professionale socio-pedagogico sono principalmente: pedagogia speciale, sociologia dell'educazione, psicologia dello sviluppo e dell'educazione e didattica e tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento. Qualche esempio di domanda:
In pedagogia speciale, potrei chiederti di descrivere i principali modelli di intervento per persone con disabilità e come si applicano in contesti educativi formali e informali. In sociologia dell'educazione, invece, potrei chiederti di analizzare il ruolo delle istituzioni educative nella società contemporanea e le principali sfide che devono affrontare. Infine, in psicologia dello sviluppo e dell'educazione, potrei chiederti di illustrare le diverse fasi dello sviluppo cognitivo e sociale e come si influenzano a vicenda. La prova pratico valutativa per l'abilitazione all'esercizio della professione di educatore professionale socio-pedagogico si svolge prima della discussione della tesi di laurea, nell'ambito dell'esame finale per il conseguimento del titolo di studio.
Questa prova serve ad accertare le competenze professionali acquisite durante il corso di studi, inclusi i tirocini. In caso di valutazione insufficiente, il candidato non può procedere con la discussione della tesi e deve ripetere la prova.
Le modalità e le tempistiche specifiche possono variare leggermente a seconda dell'università, ma il principio generale stabilito dalla normativa è che la prova pratica è propedeutica alla discussione della tesi.
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