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Pedagogista e Pedagogista Giuridico ( CTU e CTP)

lunedì 26 ottobre 2015

genitorialità


genitorialità


Se una coppia ha intenzione di concepire un bimbo un nuovo strumento che risulterà utile è  il test di fertilità, un termometro che indica i giorni di fertilità "stik Persona"  che permette di stabilire con un buon grado di efficacia i giorni più utili per avere rapporti finalizzati alla procreazione esso individua i giorni fertili per avere maggiori probabilità di rimanere incinta in breve tempo.  lo stick è formato da una parte che visualizza il risultato e una parte con un tampone coperta da un tappo. Sul tampone si versano alcune goccie di urina poi si tappa e lo stik rileva nelle urine le variazioni dei livelli di due importanti ormoni di fertilità. La linea destra l'ormone luteinizzante LH ( l’ormone luteinizzante che fa scoppiare il follicolo e induce l'ovulazione), maggiore è la concentrazione di LH più evidente sarà la linea. La linea sinistra legge l'intensità di un metabolita dell'estradiolo (E3G): più questo ormone è concentrato nelle urine minore sarà la visibilità della linea sinistra; il test deve essere usato tra l'11 e il 17 giorno se il ciclo è regolare tra il 13 e il 16 giorno, si conta a partire dal 1 giorno di mesturazione, tra il 13 e il 16 la donna dovrebbe risultare feconda di solito il 14 giorno è più feconda, verrà visualizzato il risultato finale per 3 minuti.

Il test di gravidanza digitale "Clearblue", con indicatore di concepimento, è capace di dire anche quando è avvenuto esattamente il concepimento sin da 4 giorni prima delle mancate mestruazioni, essi si basano su due ormoni: Il corpo femminile produce l'ormone HCG sin dall'inizio della gravidanza. iI test di gravidanza Clearblue è rigorosamente testato utilizzando campioni di urina ottenuti nelle primissime fasi della gravidanza da donne per le quali il giorno di picco dell'ormone luteinizzante (LH) è noto e per le quali è possibile stimare in maniera affidabile la data di inizio delle mestruazioni.  Utilizzando tali campioni è possibile definire se la donna è incinta e da quando tempo.  Si posiziona la punta assorbente rivolta verso il basso esponendola al flusso di urina per soli 5 secondi, dopoichè, bisogna riposizionare il cappuccio e appoggiare la punta assorbente rivolta verso il basso  per soli 20 secondi, verrà visualizzato il risultato finale per 24 ore.




Come interpretare i risultati
Risultati
Tempo dal concepimento
Come il tuo medico calcolerà la data di inizio della gravidanza (in base a un ciclo di 28 giorni)
Il risultato è Non incinta
-
Il risultato è incinta
e il concepimento è avvenuto circa 1-2 settimane fa.
3-4 settimane
Il risultato è Incinta
e il concepimento è avvenuto circa 2-3 settimane fa.
4-5 settimane
Il risultato è Incinta
e il concepimento è avvenuto più di 3 settimane fa.
5+ settimane




Altri Test:

- Test di gravidanza sierologico o del sangue  ha lo scopo di individuare la presenza, nel sangue o nelle urine, dell’ormone gonadotropina corionica o beta hcg  ormone della gravidanza tra l’8°-10° giorno di gestazione, esso si effettua  in casi di  precedenti aborti o fecondazione assistita.


- test di gravidanza urinario ha lo scopo di individuare la presenza, nel sangue o nelle urine, dell’ormone gonadotropina corionica o beta hcg ormone della gravidanza tra il 5-7 giorno di gestazione.

come si conta la gravidanza. La gravidanza è un periodo che va dal 1° giorno dell’ultima mestruazione alla nascita del bambinocosi la calcola il ginecologo, definita età gestazionale dura 280 giorni , o meglio 40 settimane che per comodità si dividono in tre trimestri: 1° trimestre dalla 1° alla 14° settimana, 2 trimestre dalla 14° alla 28° settimana, 3 trimestre dalla 28° alla 40° settimana, (a volte può arrivare anche alla 42° settimana) risulta essere cosi che la 20° settimana è metà gravidanza,   oppure si conta 9 mesi.
In realtà dura 266 giorni o 38 settimane quindi si calcola  un mese ogni 4 settimane,cosi che dalla 1° alla 12° settimane il primo trimestre, dalla 12° alla 24° settimana il secondo trimestre, e il terzo trimestre dalla 24° alla 36° settimana più i 14 g del mezzo mese oppure si conta 8 mesi e mezzo, cosi le calcola  l'ostetrica, con il regolo ostetrico, definita età concezionale, perché si conta dal concepimento ( vale a dire, il momento in cui la cellula uovo viene fecondata da parte di uno spermatozoo), che dovrebbe avvenire a metà ciclo.
Dal 1° al 7° mese o dalla 1° settimana alla 28° settimana di gestazione si chiama periodo prenatale perché il feto è in formazione, mentre dal 7° al 9° mese o dalla 29° settimana di gravidanza a + 28 giorni post parto  si chiama periodo perinatale perché il bambino è già formato e cresce sono in statura.


Il Bambino si considera prematuro quando nasce prima della 37° settimana di gestazione, oggi, la medicina, permette la sopravvivenza in buone condizioni anche, di bambini di 26/28 settimane gestazionali ovvero 6 mesi e mezzo 7 mesi, che possono avere un peso compreso tra i 700 e gli 800 gr.                                                                                                                      

accettazione e percezione della donna nel periodo prenatale
Già nel 1961 la Bibring parlava dell’adattamento della donna a due stadi della gravidanza: accettazione dell’embrione-feto come parte di sé e
percezione dei movimenti fetali, riconoscimento dell’esistenza di un bambino dentro di sé che diventerà un essere autonomo. 
 Per S. Freud la vita comincia nel grembo materno: “già nel ventre materno, il bambino avverte se è voluto o meno e se è amato”. Fedor Freybergh dice che, se saremo in grado di garantire che ogni bambino è sia amato che desiderato fin dall’inizio, che sia trattato con rispetto e che il rispetto per la vita sia al grado più alto nella scala dei valori umani; dunque, se potremo ottimizzare gli stadi della vita senza frustrazione dei bisogni di base, senza influenze aggressive e psicologicamente nocive, il risultato potrebbe essere quello di una società non violenta. “Il modo in cui trattiamo nostro figlio è lo stesso con cui nostro figlio tratterà il mondo.
Più recentemente, nel 1990, M. Ammaniti ed i suoi collaboratori hanno elaboratol’IRMAG: un questionario che consente di studiare le rappresentazioni materne nel periodo gestazionale.
 I vissuti della donna rispetto alla gravidanza e alla maternità, differiscono a seconda delle fasi e ad esse sono associati pensieri, paure e dubbi di diversa natura.

Le preoccupazioni della donna:
prima del concepimento spesso riguardano: la capacità di rimanere incinta, la fantasia soggiacente è di avere qualche difetto nell’apparato riproduttivo. 

In tal periodo si effettuano queste analisi:

La villocentesi si esegue tra le 10 e le 12 settimane di gravidanza. L’ esame viene eseguito in regime ambulatoriale (non è richiesto il ricovero) e non è particolarmente doloroso, comportando solo il dolore legato alla puntura con l’ ago. Viene dapprima eseguita un’ ecografia per valutare la vitalità fetale, la corretta epoca di gravidanza e la sede di inserzione della placenta. Successivamente con un ago sottile si punge la parete addominale e quindi la parete uterina (sempre seguendo con l’ ecografia il decorso dell’ ago), giungendo fino nel contesto del tessuto placentare, da cui si aspirano alcuni frustoli di tessuto che vengono quindi inviati al laboratorio di citogenetica per essere esaminati. L’ esito dell’ esame è disponibile in 8-10 giorni. Esso serve ad accertare la normalità cromosomica fetale o, al contrario, identificare una eventuale patologia cromosomica. Oltre a questo (che è l’ indicazione più comune), la villocentesi può essere utilizzata per lo studio del DNA nella diagnosi di malattie ereditarie legate ad un difetto di un gene: queste analisi vengono effettuate solo nel caso in cui esista un rischio specifico per una determinata malattia genetica.

La prima ecografia si esegue all' 11° settimana ( e comunque entro la 13°) essapermette di capire: 1) se la gravidanza è iniziata davvero bene ed escludere l’eventualità extrauterina; 2) lo stato di salute dell’embrione; 3) la presenza di più embrioni; 4) la data presunta del parto.

L’ amniocentessi esegue tra le 15 e le 18 settimane: l' esame viene eseguito in regime ambulatoriale (non è richiesto il ricovero) e non è particolarmente doloroso, comportando solo il dolore legato alla puntura con l’ ago. Viene dapprima eseguita un’ ecografia per valutare la vitalità fetale, la corretta epoca di gravidanza e la sede di inserzione della placenta. Successivamente, sotto guida ecografica, si punge l’ utero e si aspirano circa 15-17 ml. di liquido amniotico, che si invia in laboratorio per essere esaminato. Il risultato dell’ esame è disponibile dopo circa due settimane.
L’amniocentesi consiste in un prelievo di circa 16-20 cc di liquido amniotico dall’ utero: le cellule di origine fetale presenti nel liquido, una volta poste in coltura, vengono esaminate dal punto di vista del loro corredo cromosomico. Serve a valutare il cariotipo, cioè l’ assetto cromosomico fetale. Si può così accertare la normalità o al contrario la presenza di anomalie cromosomiche fetali presenza nel feto di handicap.
Inoltre si effettua il dosaggio dell’alfa-fetoproteina, la quale può risultare alterata in presenza di alcune malformazioni fetali quali, ad es., i difetti aperti del tubo neurale. In caso di aumentati livelli di alfa-fetoproteina è necessario un accurato esame ecografico per l' identificazione di tali malformazioni.

Durante la gravidanzanei primi 3/4 mesi: il timore di aver concepito un bambino portatore di una malformazione fisica, difatti, la vita onirica è spesso ricca di immagini mostruose, di personaggi o insetti che invadono oppure di perdere il bambino. 

L’ esame che viene effettuato ora è la morfologica a 21 settimane di gestazione ovvero 5 mesi e 1 settimana essa permette di conoscere il sesso del nascituro.

Durante la gravidanza, tra il 6/9 mese: durante tale periodo la presenza del feto diventa “ingombrante”, i pensieri consci riguardano la paura del parto e la minaccia dell’incolumità fisica e soprattutto nel avere rapporti con il proprio partner, perché i genitori temono di far del male al piccolo, su questo argomento, è consigliabile consigliarsi con il ginecologo perchè ogni gravidanza è diversa.

la visita che farete verso il 6/7 mese con il vostro ginecologo serve anche per concordare una cosa importante che si fa al momento della nascita del bambino (anche se è a pagamento quindi non tutti possono farla) è la conservazione della placenta, del cordone ombelicale e del sangue cordonale, difatti, questi contengono le cellule staminali per combattere diverse malattie del bambino tra le quali il tumore anche a molti anni di distanza dalla nascita; La conservazione è autologa, ovvero, compatibile solo con la persona in questione quindi può servire solo alla persona in questione e non può essere donata. Inoltre alla 30ª settimana il bambino fa la capriola e si mette in posizione cefalica, se il bambino non è ancora girato non bisogna disperare. Esistono probabilità che il neonato si giri più avanti senza necessariamente arrivare a un parto podalico. Per favorire la capriola, esistono vari metodi per indurre il neonato a cerca la posizione cefalica: il metodo più usato è la manovra effettuata da ginecologi esperti.

Si consiglia il corso pre-parto tra il 6/7 mese di gestazione tenuto dalle ostetriche: il corso prevede due momenti: 1. momento teorico dove le ostetriche danno lezioni su come educare il bambino durante la gravidanza e i primi mesi del parto e tentano di rispondere a tutte le domande delle future mamme e dei futuri papà; 2. momento pratico dove cercano di tranquillizzare la futura mamma durante il travaglio e il parto insegnando loro la respirazione da tenere.

Altro importante appuntamento tra il 6/8 mese è con l'anestesista che si effettua una sola volta: egli vi farà fare degli esami per capire primo il gruppo sanguingno e  l'RH e per capire il dosaggio di anestesia che verrà effettuato nel caso di parto naturale l'epidurale e nel caso di parto cesareo o podalico la spinale. Anche se non sarà lo stesso anestesista che troverete in sala parto non importa in quanto questi dati verranno trasferiti nella vostra cartella clinica.



Il congedo maternità Decreto Legislativo n. 151 del 26.3.2001   (e Congedo paternità art. 28 ) sono previste due possibilità: 1. inizia nella 32° settimana di gestazione e finisce nella 52° settimana di puerperio ovvero 2 mesi prima e 3 dopo art 16 ; 2.  inizia la 36° settimana di gestazione e finisce nella 56° settimana di puerperio ovvero 1 mese prima e 4 dopo art. 20 al comma 1; Congedo parentale art. 32 prescrive che “Per ogni bambino, nei primi suoi otto anni di vita, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro 6 mesi a ciascun genitore.

la relazione simbiotica nel periodo prenatale e perinatale
Gli psicanalisti definiscono simbiotica la relazione  madre–bambino in gravidanza, in quanto vivono in un continuo interscambio, uno stato di dualità, essi sono con-fusi cioè fusi l’uno nell’altro. Ella porta con sé il proprio bambino e si delinea come periodo molto particolare sia da un punto di vista biologico, psicoanalitico, psicologico e pedagogico. Tra le teorie di Bowlby, troviamo il bonding prenatale: esso è il processo di formazione del legame tra i genitori e il loro bambino. Esso inizia a formarsi già prima della nascita, quando la mamma percepisce il bambino nel ventre, e viceversa, il bambino percepisce la sua mamma e il suo papà, sente le loro voci e il contatto delle loro mani sulla pancia.
scambi ormonali 
Un cambiamento della personalità avviene anche nel papà, che influenza i neurotrasmettitori e inibisce l’attività di secrezione delle gonadotropine. Aumentano, poi, i livelli di endorfine che esprimono il piacere dell’appagamento.  L'ossitocina aumenta e il testosterone diminuisce, rendendo il futuro padre più sensibile, più amorevole, aumenta la prolattina che induce istinti di nidificazione, comportamenti materni legati all'accudimento. L'uomo sente meno la libido difatti, in gravidanza spesso si riduce l’attività sessuale e si concentra maggiormente sull'affettività nella coppia (proprio ciò di cui ha bisogno la sua compagna). L'estradiolo aumenta provocando una forma di regressione intrauterina ricreando lo stesso clima ormonale che ha vissuto nel grembo materno e favorendo la sua comunicazione col bimbo prenatale. Un cocktail ormonale che fa sì, in pratica, che quest'uomo diventi padre conducendolo alla creazione del nido e alla protezione della sua discendenza; mettendolo in condizione di utilizzare veramente l'ascolto attivo del proprio bambino proprio perché si sono create in lui condizioni molto vicine alla sua stessa vita prenatale. Comunque, il “gioco” degli ormoni predispone mamme e papà all’accoglienzaa creare un ambiente sereno. Il più adatto possibile al nascituro».
Gli studi sul Bonding ci permettono di sapere che: gli scambi ormonali fra bambino e madre sono molto intensi e che il bambino contribuirà alla propria nascita sviluppando sostanze che produrranno la dilatazione dell’utero materno. Lo studio ecografico del feto in utero, ci permette di sapere che già a 14 settimane o 3 mesi e mezzo, il bambino, si muove nel ventre materno mostrando un repertorio, simile, a quello che userà dopo la nascita. La psicoanalisi, ha posto l’accento, su come nel periodo della gravidanza, emergono molti dei vissuti inconsci, relativi all’infanzia della madre stessa e “decantano”, problemi, rimasti per lungo tempo sotto la cenere. La gravidanza, infatti produce nel corpo ed evoca in fantasia la storia individuale di fusione e separazione, (M. Mahler), base precoce della prima acquisizione dell’identità personale. Essa si configura quindi, come una possibilità propria della donna di rifare con la gestazione, nel corpo e con il corpo, la fusione originaria da cui la sua stessa vita ha preso le mosse di ripetere cioè la propria relazione primaria con la madre (Ferraro, Nunziante-Cesaro 1985). Se la gestazione è un periodo determinante per la madre, lo è anche per il piccolo, i nove mesi di vita intrauterina, sono un importante premessa a quella che inizierà dopo la nascita. Il bambino in utero fa le sue proposte e la donna deve cercare di codificarle. Molte forme elementari d’apprendimento sono già evidenti durante questo periodo. Prima della nascita il bambino sente la voce e il battito cardiaco della madre, la voce del padre, la musica proveniente dall’esterno, percepisce la luce. Egli reagisce ad ogni input proveniente dal mondo esterno, un bimbo se si ascolta della musica di suo gradimento, si tranquillizza; se percepisce una luce troppo forte, porta le mani agli occhi e cambia posizione, se la mamma ingerisce sostanze dolci, il bambino deglutisce una quantità maggiore di liquido amniotico perché più gradevole, viceversa se ingerisce sostanze amare. Il rapporto sessuale della coppia, durante la gravidanza, viene percepito dai futuri genitori come pericoloso, nulla di più sbagliato, in quanto una vita sessuale gratificante, si ripercuote positivamente sul rapporto di coppia e aiuta la donna a vivere serenamente la gravidanza. Quanto al bambino, non corre alcun rischio protetto com'è dal sacco pieno di liquido amniotico.

IL TRAVAGLIO
Il travaglio: dopo aver rotto le acque, la donna ha le doglie (contrazioni), quindi è trasferita in ospedale reparto di ostetricia prima in sala travaglio, dove si ha la dilatazione della vagina che avverrà in due tempi una prima tra i 4-5- cm nelle prime ore a distanza di mezz'ora poi 20 min poi 15 poi 10 min, la seconda parte più veloce 5 min fin a 20 sec. con una dilatazione dai 6 ai 10 cm  quindi trasferita in sala parto.
In sala travaglio, il corpo passa da contrazioni non dolorose alle prime contrazioni valide. E’ importante che, prima e durante il travaglio, la donna abbia costruito un rapporto di fiducia con il personale ospedaliero e fondamentale, anche che il padre, rassicuri la madre, perché il travaglio, non né risenta negativamente: difatti, è importante che la madre riceva messaggi positivi, che senta di trovarsi nel posto adatto per mettere alla luce il proprio bambino, che si sente ascoltata, protetta e rassicurata, e che se ha paura del dolore venga informata dei metodi naturali ( riflessologia, fiori di bach, ecc.) effetto placebo, spesso basta sapere di avere una scappatoia, o una possibilità di scelta, perchè la percezione del dolore scemi naturalmente. La madre deve sapere che, in caso di dolore forte,  può ricorrere ad una terapia farmacologica  difatti, può anche in caso di parto naturale scegliere analgesia l'epidurale o peridurale (forma di anestesia) in posizione seduta o supina con schiena incurvata l'anestesista inserisce un piccolo cateterino che si mette con un ago a con punta arrotondata che poi si si disinserisce, nella zona epidurale ovvero tra la 3° e la 4° vertebra compresa tra legamento giallo e dura madre, tale cateterino permette all'anestesista di aumentare le dosi dal cateterino, in caso di dolore. In caso di parto cesareo la madre può fare l'anestesia spinale un ago lungo tra la 1° e la 2° vertebra oppure tra la 3° e la 4° vertebra del midollo spinale sempre o seduta o supina con schiena incurvata, essa viene inserita più in profondità ma l'anestesia e più leggera. Oggi si tende a fare entrambe le anestesie spinale ed epidurale contemporaneamente nell'area chiamata zona intratecale, tra la 1° e la 4° vertebra del midollo spinale zona bassa della schiena,   per l'eliminazione completa del dolore.   
Se lo desidera, può chiedere che il proprio partner o un altro congiunto (madre, zia, sorella, amica) assista al parto. Molte pazienti, oggi, richiedono, la presenza in sala parto, del proprio compagno, l’esser-ci, infonde nella donna fiducia e tranquillità. 
Il b. per Hartmann nel suo habitat naturale dell’Io ha 3 capacità di adattamento all’ambiente: 1. autoplastica (cambiamento dell’individuo); 2. alloplastica (cambiamento dell’ambiente);  3. ricerca di un ambiente più favorevole.

IL PARTO In sala parto  la donna partorisce il proprio bambino ed ha l'espulsione della placenta o secondamento che effettueranno le ostetriche, inoltre, in casi di parto naturale, per favorire la fuoriuscita del bimbo le ostetriche, effettueranno l'episiotomia consiste nell' incisione chirurgica del perineo  lateralmente alla vagina, per allargare il canale del parto (la vagina), e che viene attuata a volte per la sua presunta capacità di ridurre le lacerazioni e la possibile incontinenza fecale e urinaria dovute al parto. L'incisione può essere effettuata lungo la linea mediana, ovvero dalla estremità inferiore della vulva verso l'ano, oppure con un certo angolo rispetto ad essa. Viene praticata sotto anestesia locale e suturata ben stretta dopo il parto. Anche essendo un intervento di routine nella pratica ostetrica presenta diverse problematiche. Infatti l'intervento può riservare sgradevoli effetti collaterali sia immediatamente dopo il parto (disagi posturali), che a lungo termine per effetto della cicatrizzazione del taglio (dolori durante il rapporto sessuale). Per questo oggi viene sempre meno praticata, mentre il ginecologo metterà i punti.  La sala parto assomiglia ad una sala operatoria: è noto che il lettino da parto, su cui la donna viene distesa con le gambe sollevate e divaricate, è quanto di più irrazionale e disfunzionale ci sia per la partoriente, mentre permette alle ostetriche e al ginecologo di lavorare comodamente.
Sono due le violenze fatte alle donne: 1. la non libertà di scegliere come partorire (posizione della partoriente); 2. la separazione della partoriente dal suo bambino.

Per quanto concerne la prima "violenza", esso comporta tre soluzioni:
il parto naturale, che permette di assumere la posizione a lei più comoda con la possibilità di vedere il bimbo nascere, dallo specchio posto di fronte a lei, e toccargli la manina appena nato, il contatto fisico e visivo è importante; 
 il parto in acqua, in una vasca apposita, aiutata dalle ostetriche dove il bambino esce da un ambiente liquido in un altro ambiente liquido che non crea traumi; 
 il parto alla leboyer, in una sala con luci soffuse e musica della natura (il vento, la pioggia, etc).
Purtroppo in alcune maternità  adottano vecchi metodi praticando ancora solo due tipi di parti: 1. naturale; 2. cesareo/podalico.
Parto naturale: (sul lettino con gambe sollevate e divaricate, senza specchio) se il bambino “è in posizione”, in altre parole testa in giù e podice (parte finale. piedini, culetto o spalla) in su, si effettua il parto dalla vagina.
 Parto cesareo o podalico: se, il bambino è in posizione “podalica” cioè con il podice, ovvero i piedini, il culetto o la spalla, in giù e la testa in alto, con taglio orizzontale sull’addome. In tal caso, dall’anestesista viene effettuata la peridurale e/o la spinale, permettendo, così, alla madre di rimanere sveglia e veder nascere il proprio bambino.

Per quanto riguarda la seconda “violenza”, occorre fare una premessa: Il bambino, alla nascita, dovrebbe essere portato al seno alla madre, e aspettare che il cordone ombelicale smetta di pulsare prima di tagliarlo, è importante che, fin dai primi minuti di vita, madre e figlio rimangano insieme il più possibile, facendo in modo che si instauri il cosiddetto contatto “pelle-a-pelle”: il corpo della madre aiuta il bambino a mantenere una temperatura adeguata. Purtroppo ciò non accade, sempre, perché il “cucciolo” viene fatto vedere alla madre per un istante dall’ostetrica, viene poi lavato e poi portato ai genitori solo per alcuni minuti per poi portarlo al nido, mentre la mamma è in reparto di ostetricia. Appena nato il bimbo, piange (primo vagito), ( i ginecologi non danno più lo schiaffo sul culetto del b. perché è considerato un trauma per il b.) esso è dovuto al fatto che egli o ella respira non più in un ambiente liquido ma gassoso e per la prima volta con i suoi polmoni.
Inoltre la puerpera ha una remissione della neo-corteccia e un lasciar emergere le funzioni sottocorticali del cervello limbico e rettilico ciò vuol dire che prendono ilsopravvento le emozioni e l’istinto che permettono alla mamma di sintonizzarsi sul bambino.
La mamma può essere primipara o nullipara quando è al primo parto,
pluripara quando ha già fatto altri parti, in tal caso i parti successivi sono più semplici perchè come si suol dire "la via è fatta".
Alla nascita il bambino in situazioni normali pesa tra i 3,2 ai 3,4 kg,  e la lunghezza media di un neonato è pari a 50,5 centimetri, se maschio, ed a 49,5 centimetri se femmina
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nascita prematura e baby blues
Il Bambino si considera prematuro quando nasce prima della 37° settimana di gestazione, oggi, la medicina, permette la sopravvivenza in buone condizioni anche, di bambini di 26/28 settimane gestazionali ovvero 6 mesi e mezzo 7 mesi, che possono avere un peso compreso tra i 700 e gli 800 gr.  Harlow e Timbergen nelle teorie dell’attaccamento ipotizzano l’esistenza di un periodo critico, "baby blues" come lo chiamò Winnicott esso si manifesta ( non sempre) entro pochi giorni dalla nascita con una remissione dopo due settimane dal parto.
 Esso coincide con il periodo sensibile ovvero una registrazione visiva tra madre e bambino che dovrebbe avvenire entro le prime due ore per sentire il legame d'attaccamento tra madre e bambino.
Nei casi di parto cesareo o parto prematuro, i tempi di avvicinamento della madre – bambino sono più lunghi in tal caso il “periodo sensibile"  si protrae fino a 36 ore o di più, e più si allungano i tempi più si è a rischio di patologie post partum, come: il baby blues dalla 1 settimana dopo il parto e si protrae per 10/15 giorni; la psicosi puerperale insorgenza tra i primi giorni e le prime tre settimane dopo il parto; la nevrosi traumatica del post partum chiamato anche disturbo post traumatico da stress post partum dai primi giorni ad un anno;  la depressione post partum 4/6 settimane oppure 6/8 mesi dopo il parto  
La sicurezza, la fiducia, la soddisfazione e la felicità che riesce a crearsi nelle prime ore dopo la nascita, quando i genitori fanno conoscenza col loro bambino reale, dimenticando quello immaginato e forse anche temuto, diventano la base per il rapporto tra i genitori e il bambino,   per gli anni a venire, quella manciata di ore contiene un grande valore e gli errori che possiamo fare in quelle ore potrebbero richiedere anni per essere corretti.
 Quando tale periodo viene rimandato lasciando i neo-genitori emotivamente sospesi, rischiando di produrre in loro insicurezze e paure inconsce, è utile il massaggio infantile, e se esso viene intensificato, garantisce un buon sviluppo per il futuro.
Se la madre è incapace di avvicinarsi al piccolo perché non si può muovere o perché si rifiuta vivendolo come un baby blues, quindi la vive, anche, come un lutto, le si chiede di aspirare regolarmente il latte dalla mammella facendole capire che il piccolo ha fame, facendole vedere delle foto del piccolo per farle capire che lui è suo figlio, parlandole e facendole capire con dolcezza che il piccolo/a ha bisogno di lei. Questo allattamento a distanza diviene come un secondo cordone ombelicale che ricostruisce il legame precedentemente interrotto.
Il bonding, permette anche alla neo-mamma, di sentire un senso di competenza e adeguatezza ad es. di sentire le mammelle turgide un attimo prima che il bimbo le reclami, che con il passare del tempo si trasforma in un legame di attaccamento in cui i ritmi interni ed esterni della madre e del piccolo, devono trovare una sincronia ottimale. In queste situazioni gioca un ruolo fondamentale la figura del padre, il suo compito, sta nel rassicurare la neo-mamma e contenere le sue paure, fungere da ponte fra lei e il piccolo, espletare le funzioni che sarebbero state proprie della madre. 

Parto Post termine:
Il parto indotto è una tecnica ostetrica di immenso valore perchè consente di far nascere il bambino senza indugi quando si verifica la necessità, quando il travaglio non è efficace e senza ricorrere al cesareo Il parto può essere indotto prima del termine in caso di cattivo funzionamento della placenta che causa un arresto della crescita del bambino o in caso di patologie che affliggono la partoriente come la pre-eclampsia o i sintomi principali ad essa imputati. Oppure nei casi in cui si superi di 14 giorni la data presunta del parto (42 settimane) parto post termine.
Sostanzialmente le tecniche utilizzate per l'induzione sono riconducibili a quattro:
- DISTACCO DELLE MEMBRANE che consiste nell'allontanare manualmente le membrane dalla cervice lasciandole intatte.
- ROTTURA ARTIFICIALE DELLE MEMBRANE ovvero le ostetriche procedono con la rottura artificiale delle acque che si esegue tramite una sorta di uncino di plastica che rompe il sacco amniotico. Questa pratica è indolore e solitamente vi si ricorre quando la cervice ha già cominciato il suo processo di dilatazione si usa soprattutto se la placenta è vecchia.
- GEL DI PROSTAGLANDINE che consiste nell'introduzione di candelette vaginali all'interno dell'utero; nonostante a volte questa pratica non scateni l'inizio del travaglio consente l'ammorbidimento di una cervice ancora ben chiusa agevolando la dilatazione con l'impiego dell'ossitocina
- L'ultima tecnica è per l'appunto quella che prevede l'utilizzo di una fleboclisi di OSSITOCINA. Spesso prima di procedere con tale flebo che consiste nell'inserimento di una canula in un braccio o in una mano si immette nel sangue una soluzione di glucosio. L'ossitocina agisce stimolando le contrazioni e rendendole più efficaci nel processo di dilatazione.


esistono vari tipi di genitorialità:

In differita
Nella genitorialità in differita l’elemento discriminante è l’età; nella donna, sui 30 anni, la preoccupazione maggiore è di non poter concepire un figlio, in quanto l’orologio biologico è prossimo ad indicare la menopausa. Oggi, in realtà, grazie alle nuove tecnologie mediche, la fase della menopausa non è più una causa di stress e le coppie possono procrastinare il momento di concepire un figlio.
Alcune delle cause che determinano questo “spostamento temporale”[23], secondo Baldoni sono: riparare precedenti ferite narcisistiche, sterilità di coppia, malattie, figli malati o morti, precedenti esperienze genitoriali fallite, difficoltà di coppia, conflitti con la famiglia di origine. Come possiamo notare le motivazioni del ritardo sono basate più sui bisogni della coppia che su quelli del figlio. La coppia acquisisce la consapevolezza di responsabilità genitoriale più tardi rispetto al passato.
Oggi, l’incertezza economica, la precarietà del lavoro, l’enorme impegno richiesto per affermarsi professionalmente sono tutti fattori che non agevolano l’attività genitoriale, anzi, la scoraggiano perchè non si è sicuri di poter offrire al bambino la disponibilità temporale e le cure opportune e delegare la responsabilità genitoriale ai nonni sarebbe sbagliato.
Lo spostamento temporale può essere causato anche dalla scelta “sbagliata” del partner - ad esempio una convivenza con un partner, con un matrimonio fallito alle spalle, che non ha alcuna voglia di assumere la responsabilità genitoriale, o dall’infertilità diffusa.
Tutte queste cause collimano dunque con il desiderio forte di avere un figlio. Questo forte desiderio (piacere) porta la donna ad intraprendere una delle due strade possibili: quella della fecondazione eterologa, in cui non necessita la presenza di un partner, oppure, quella della fecondazione omologa, specialmente nei casi di infertilità femminile – dovuta all’età matura o al danneggiamento delle tube di falloppio -  e di infertilità maschile - scarsa produzione di pochi spermatozoi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che circa l’8-10% delle coppie in età fertile soffra di problemi di infertilità e l'infertilità dell'uomo rappresenta la prima causa del ricorso alla procreazione assistita. “A fronte di un crescente ricorso alle tecniche di procreazione assistita, l'infertilità di tipo maschile interessa circa una coppia ogni due”, spiega Cesare Taccani[24].
I dati contenuti nella relazione sulla procreazione medico assistita, che il Ministro della Salute ha presentato in Parlamento, lo confermano: il fattore di infertilità di tipo maschile costituisce la prima causa di infertilità tra le coppie di pazienti con il 32,7 per cento. Se a questo si aggiungono le coppie che soffrono di            un’ infertilità mista, sia di tipo maschile che femminile, la relazione arriva ad affermare che “le coppie in cui è presente una patologia maschile ammontano al 50,7 per cento del totale”. Quindi, tra quanti si rivolgono ai centri di medicina della riproduzione, in una coppia su due il "problema" è rappresentato dall'uomo.
La fertilità maschile, pur essendo più longeva rispetto a quella femminile, è però influenzata negativamente da fattori endogeni ed esogeni. “Infezioni trascurate, iperestrogenismo alimentare e ambientale e stress sono tra le principali cause che provocano infertilità nell'uomo - ricorda Taccani -. Occorre però tenere presente anche il fattore tempo: la fertilità di un venticinquenne, infatti, non è uguale a quella di un uomo di 50 anni. L'età media del partner maschile che si rivolge al nostro centro è ormai superiore ai 40 anni: anche gli uomini tendono a posticipare sempre più la decisione di diventare padri”[25].  Continua Taccani: “Nella maggior parte dei casi parliamo di situazioni di infertilità dettate da un basso numero di spermatozoi sani o da problemi con la funzionalità spermatica tali da rendere difficile la fertilizzazione dell'ovocita in condizioni normali, in molti casi i problemi di infertilità possono essere curati o comunque superati”, precisa lo specialista. “Solamente nel 3% delle coppie infertili vi è una condizione di azoospermia, per cui è necessario ricorrere alla fecondazione eterologa mediante donazione di spermatozoi”.
Tra le cause di infertilità femminili troviamo, invece, l’infertilità endocrina-ovulatoria (nel 16 per cento dei casi), l’endometriosi (4,5%) e i fattori tubarici parziali, ovvero funzionalità delle tube alterata (3,5%).


interrotta
Con la legge 194/78 sull’aborto o interruzione volontaria di gravidanza (IVG)[26], ogni donna in Italia può richiedere l’IVG  entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali, familiari etc., o dopo i 90 per gravi motivi: malformazione del feto, pericolo di vita della donna, etc. la si effettua presso le strutture del SSN in modo totalmente gratuito. L’art. 12 della legge 194, permette anche al minorenne di esercitare l’IVG con l’assenso di chi esercita la potestà o la tutela e in mancanza di questi dal giudice tutelare. La donna ha diritto anche di lasciare il bambino in affido in ospedale per una successiva adozione e di rimanere nell’anonimato. Prima di effettuare l’IVG viene chiesto alla donna di firmare il diritto alla privacy 196/03. Il ginecologo - in base all’art.9, comma 5 della legge 194/78 può astenersi dall’IVG per obiezione di coscienza. In tal caso si demanda ad un collega.
Le forme di aborto sono diverse, esiste la pillola del giorno dopo: Levonelle o Norlevo una da 1,5 mg o due da 750 mg. Da assumere entro 72 ore dal rapporto.
L’aborto di tipo naturale, tubarico, pre-termine o tardivo, nei casi in cui il feto è morto o ha qualche malformazione. Due sono i metodi usati: il metodo chirurgico (per aspirazione) effettuato sia in day surgery sia con ricovero e la pillola abortiva.
l'intervento operatorio
L’intervento operatorio avviene sotto narcosi (anestesia generale). Il collo dell'utero viene dilatato cautamente con dilatatori metallici fino ad un diametro da 6 a 12 mm. Viene in seguito inserita una canula fine per l'aspirazione che rimuove i tessuti embrionali dalla cavità uterina. L'operazione dura circa 20 minuti. Generalmente, una visita di controllo   viene effettuata nelle due settimane seguenti l'intervento. Nella cartella   clinica si trova un consenso informato che spiega come avviene l’intervento chirurgico.

La pillola abortiva RU 486
Da qualche tempo in Italia è arrivata la pillola abortiva: Mifegyne con prostaglandina RU 486. Questa pillola puo' essere prescritta entro la 7ª settimana, o 49 giorni a partire dal primo giorno dell'ultima mestruazione. L'interruzione della gravidanza viene effettuata in clinica con due farmaci: la Mifegyne (RU 486) e la prostaglandina. La Mifegyne blocca gli effetti dell'ormone progesterone interrompendo lo sviluppo della gravidanza; mentre, la prostaglandina induce contrazioni   uterine e provoca l'espulsione dei tessuti embrionali. In presenza di personale medico, la donna assume tre compresse di Mifegyne e, due giorni dopo, due compresse di prostaglandina. Dopo l’assunzione dei farmaci, la donna rimane in osservazione per alcune ore, durante le quali avviene l’espulsione dei tessuti embrionali. Circa due settimane dopo tale operazione, la donna deve sottoporsi ad una visita di controllo.

Dal punto di vista psicologico la genitorialità interrotta, rappresenta, al contrario della fecondazione assistita, secondo Scabini il tentativo di controllare la procreazione seguendo il desiderio della coppia di non avere figli. Dal punto di vista delle relazioni familiari è possibile osservare che “il ricorso all’aborto identifica una sorta di famiglia interrotta, in cui il mandato generazionale perde temporaneamente o definitivamente la sua forza e la relazione di coppia appare estremamente debole e problematica”[27].
Avere un figlio è una scelta in cui, paradossalmente, all’interno dello stesso approccio culturale possono convivere due posizioni opposte; se la prima può motivare coppie sterili ad avere un figlio “a tutti i costi”, al contrario, la seconda può giustificare un’altra coppia a non avere figli, a farsi sterile per scelta. Entrambi i casi trovano la loro collocazione nell’attuale modello che vede nei figli stessi una forma di realizzazione personale: nel primo caso non averne è vissuto come una forma di repressione della propria espressione, nel secondo, invece, avere dei figli è percepito come un limite alla propria libertà. La donna si trova in questi casi tra due posizioni opposte: la realizzazione della propria identità femminile e la limitazione della propria libertà. Per la maggior parte delle donne l’aborto legale, come soluzione ad una gravidanza non desiderata, è seguito da una miscela di emozioni tra cui prevalgono sentimenti positivi di sollievo. Il tema della scelta abortiva, per quanto riconosciuta come dolorosa, è comunque considerata espressione di autodeterminazione, dunque catalogata fra i gesti positivi dell’autonomia della persona.
Molte volte sono le minorenni, non per scelta personale bensì dei propri genitori, a dover rinunciare ad avere un figlio, in tal caso il supporto psicologico nella fase decisionale della donna si attua quando le conflittualità psicologiche ostacolano la donna rispetto alla responsabilità ed autonomia nel suo processo decisionale.
Altre volte alcune donne fanno ricorso all’aborto, mostrando una coazione a ripetere, scegliendo l’IVG come mezzo contraccettivo.
La letteratura psicologica evidenzia che i sentimenti negativi dopo l’interruzione di gravidanza sono frequenti, ma del tutto transitori. Si stima che la percentuale di donne che sperimenta una depressione post aborto vada dal 6 al 20 %, mentre il 17% delle donne sperimenterebbe uno stato mentale caratterizzato da senso di colpa, disistima, dispiacere, rabbia e sentimenti di perdita. Non dimentichiamo invece che alcune donne che rifiutano l'idea di avere un figlio si fanno chiudere le tube di falloppio non permettendo cosi agli spermatozoi di raggiungere l'ovulo, anche gli uomini possono rifiutare l'idea di avere un figlio in tal caso fanno una vasectomia ovvero trasformano il liquido seminale in modo tale da rendere deboli gli spermatozoi non permettendo cosi di procreare.

 Adottiva

La Legge n. 184/83 (sulle adozioni), che ha disciplinato la materia per un arco di vent’anni, ha visto di recente un ampliamento normativo con l’emanazione di due nuove Leggi:
- la Legge n. 476/98, “Ratifica ed esecuzione della Convenzione   per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, fatta a L’Aja il 29 maggio 1993 e modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in tema di adozione di minori stranieri.”;
- la Legge n. 149/2001, “Modifiche alla Legge  n. 184/83, recante “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”, nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile.”, che hanno portato alcune significative modifiche.

La genitorialità adottiva[28] comincia a farsi luce nella coppia, spesso, in armonia con le prime difficoltà incontrate a fronte del desiderio mancato di concepire un proprio figlio. In tal caso il danno biologico della coppia è vissuto con colpa e vergogna nonché rabbia e delusione. Tali vissuti portano all’intenzione di presa in carico di un bambino.
Il progetto adottivo, rispetto alle altre scelte genitoriali, ha una maggiore forza di coinvolgimento della comunità sociale. Infatti, richiede di essere accolto non solo dalla coppia, ma anche dalla famiglia allargata, dal vicinato, dalla scuola ecc.
I rischi sottesi a questa forma di genitorialità, oltre a quelli relativi al faticoso iter che la coppia deve affrontare per raggiungere l’idoneità all’adozione, sono legati allo sviluppo di un senso di appartenenza comune tra il bambino e la nuova famiglia e, quindi, alle capacità di confrontare culture e storie diverse. Problemi possono riguardare anche le famiglie di origine. Un evento così complesso come quello dell’adozione può scoraggiare, per esempio, i nonni portandoli a tirarsi fuori dal progetto e ad accusare i figli di aver fatto una scelta difficile e a essersi imbarcati in un’esperienza troppo audace.



Omogenitorialità
L’omogenitorialità non è egualmente accettata dai paesi della Comunità Europea, ogni Paese, con la propria cultura, ha il suo modo di rispondere.
·  L’Olanda dal 1° aprile 2001 riconosce il matrimonio omosessuale e per queste coppie anche l’adozione di un bambino. Ciononostante, per le coppie italiane è inutile pensare di andare in Olanda per un matrimonio in stile Las Vegas. Il diritto al matrimonio e all’adozione è riconosciuto alle coppie omosessuali di nazionalità olandese o ai residenti.  
·  In Belgio il matrimonio omosessuale è legale, ma non l’omogenitorialità. Ciononostante, i single che desiderino adottare possono farlo.
·  La Spagna ha raggiunto da due anni il circolo chiuso dei Paesi che non oppongono resistenza al matrimonio né all’adozione in seno alla comunità omosessuale sul suo territorio.
·  La Danimarca autorizza l’unione delle coppie dello stesso sesso, ma queste ultime non hanno né il diritto di adottare dei figli, né quello alla procreazione assistita. Ciononostante, la legge danese autorizza gli omosessuali ad adottare i figli del proprio compagno.
·  Ahimè in Italia, invece, la legge rifiuta agli omosessuali il matrimonio, il diritto di adottare un bambino e la procreazione medicalmente assistita ( fecondazione eterologa), ma non la convivenza.
La materia delle convivenze omosessuali presenta, generalmente, una notevole varietà nelle forme di protezione giuridica ad esse accordate, e ciò di Stato in Stato; in alcuni casi, infatti, si è preferito scegliere la strada dell’equiparazione delle coppie di persone dello stesso sesso alle convivenze more uxorio (Italia, Francia, Belgio), mentre in altri, invece, si è sancita la piena equiparazione alle coppie unite in matrimonio (i casi della Spagna, Norvegia, Svezia, Islanda, Olanda, Germania). Il presupposto della tutela giuridica delle relazioni di convivenza instaurate tra persone dello stesso sesso è duplice: da un lato, si sottolinea, infatti, la possibilità che in una coppia omosessuale possa sorgere quella comunione di vita basata sull’esistenza di un rapporto affettivo, di assistenza e solidarietà, identico a quello fra persone di sesso opposto e, quindi, suscettibile di porre problemi analoghi a quelli che comunemente affrontano i conviventi eterosessuali; d’altro canto, è da evidenziare che la mancata tutela di una simile situazione sarebbe suscettibile di tradursi in una illegittima discriminazione fondata sull’orientamento sessuale, oggi vietata all’articolo 21 della vigente e vincolante Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. La coppia omosessuale con figli si fonda, infatti, su un legame spontaneo, nato in conformità a un desiderio che tutti hanno — quello di diventare genitori — e che, per quanto la riguarda, si realizza attraverso un percorso nel quale i figli sono desiderati, cercati e voluti.  Nei Paesi dove è pienamente accettata la coppia omosessuale (gay o lesbiche) la giurisdizione è di gran lunga migliore di quella delle [29]coppie italiane: esse sono espressamente riconosciute dalla legge, hanno dei diritti e doveri reciproci sui quali possono contare e, soprattutto, i loro figli sono considerati a tutti gli effetti figli dell’unione e non solamente del genitore che ha contribuito (biologicamente o geneticamente) a metterli al mondo, ma anche dal compagno/a. Questo tutela il minore e influisce positivamente sulla qualità dell’unione, sulla solidità della famiglia e sulla capacità di ciascuno di essere un buon genitore. L’esistenza delle famiglie omosessuali dimostra esattamente che la filiazione, prima che dato biologico, è un atto di assunzione di responsabilità.  Le famiglie omogenitoriali italiane che, recatesi all’estero per accedere a procedimenti di procreazione assistita illegali in Italia, rientrano nel nostro Paese perché è qui che vogliono continuare a vivere. Appena varcano il confine, il nostro diritto smette di riconoscere il legame del bambino col genitore non biologico. Così, se al bambino capitasse malauguratamente di ammalarsi, quest’ultimo genitore non avrebbe la possibilità di assisterlo; inoltre, se il genitore biologico venisse a mancare, il bambino diverrebbe automaticamente orfano. Il modo più corretto di guardare all’omogenitorialità, pertanto, dovrebbe essere scevro da pregiudizi. Soprattutto, dovrebbe pensare a tale realtà come una vera e propria famiglia, perché tipici di queste, come di altre famiglie, sono l’amore e l’impegno che esse danno ai loro figli, in linea con quanto rilevato dalla Corte europea.  Molti pensano, al riguardo, che l’omogenitorialità sia qualcosa di sbagliato per due ragioni. La prima riguarda la natura stessa delle famiglie omogenitoriali ed evidenzia nelle stesse l’assenza di un genitore di sesso opposto. La seconda, più perniciosa, ritiene che il bambino subirebbe discriminazioni in una società che non è pronta ad accogliere gli omosessuali, figuriamoci i loro figli. Nessuna di queste obiezioni è convincente. La prima trascura ricerche condotte in campo psichiatrico che, nell’arco di vent’anni, hanno dimostrato che i bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali hanno esattamente le stesse capacità affettive e la medesima condizione psichica di quelli cresciuti in famiglie eterosessuali. La seconda è invece insostenibile in quanto puramente ideologica, e anziché rimuovere le discriminazioni, le legittima. Lo Stato così va contro la forma di genitorialità che protegge i bambini.

Biologica
Eccoci dunque al modello di genitorialità tipico, la genitorialità biologica.
una coppia di persone che concepisce un figlio naturale. Esso riguarda la coppia fidanzata, sposata, convivente, separata o divorziata, con famiglia ricostituita o ricomposta o che ha concepito un figlio durante una relazione occasionale e al quale viene riconosciuta la paternità (anche tramite test del DNA) e quindi la patria potestà[30];

Genetica
Essa è di due tipi ( la fecondazione omologa ed eterologa è anche detta genitorialità genetica):
1.     la fecondazione omologa (detta anche genetica). E’ un tipo di fecondazione medicalmente assistita che si attua con il seme e l'ovulo di una coppia di genitori biologici del nascituro, il quale presenterà quindi un patrimonio genetico ereditato dai genitori naturali. Tale tipo di genitorialità, detta anche genitorialità genetica, a molti punti in comune con altri tipi di genitorialità presentati prima, ad es. la genitorialità in differita. Questa tecnica, finalizzata ad ottenere una gravidanza, comporta specifiche problematiche psicologiche in relazione alla peculiarità del trattamento, al tipo di procedure da utilizzare, ai tempi del trattamento e al coinvolgimento di terze persone, i medici, in una sfera tanto intima. Come è stato sottolineato da Link[31], l'infertilità va a toccare l'essenza della femminilità e della mascolinità e l'intrusività fisica e psicologica, che accompagna il trattamento, che può mettere in discussione l'immagine di sé e dar luogo a squilibri emozionali e psicosessuali, alle probabilità di successo, che a volte sono esigue e quindi alla prospettiva di un eventuale fallimento. Quindi questa tecnica poco conosciuta può produrre stress, ansia dell’attesa[32], paura dell’esito negativo e il timore dei pregiudizi sull’infertilità. Questo tipo di PMA però è tutelato sia dalla Legge che dalla Chiesa Cattolica, nella funzione genitoriale. Ovvero, i figli nati dalla fecondazione omologa sono considerati come i figli legittimi e naturali perché provenienti da una coppia di genitori biologici;
3.     la fecondazione eterologa (detta genitorialità genetica). Essa si verifica quando il seme oppure l'ovulo (ovodonazione) provengono da un soggetto esterno alla coppia. Ci troviamo di fronte ad un caso ampiamente discusso: perché una donna/uomo sceglie di avere “un figlio a tutti i costi?” E, soprattutto, l’assunzione di genitorialità come si profila da un punto di vista psicologico? Riuscirà un padre sociale ad essere un buon padre? Riuscirà una madre sola ad essere una buona madre? Queste domande saranno trattate nel paragrafo successivo, interamente dedicato alla fecondazione eterologa.  La medicina ha fatto passi da gigante ed ha permesso di realizzare il sogno naturale di tutti gli esseri umani, concepire un figlio, da soli o in coppia anche in tarda età e anche in casi di infertilità[33]. L’uomo è felice di lasciare qualcosa di sé pur disinteressandosi della paternità, può, quindi decidere di ricorrere alla crioconservazione[34]. Difatti, si recano alle varie banche del seme presenti in Europa per donare il proprio seme, il loro frutto biologico. La donna, invece, che tiene alla maternità ricorre alle suddette banche e sarà, quindi, futura madre biologica.
La costituzione di nuclei familiari (anche monogenitoriali) attraverso l’utilizzo di tecnologie riproduttive può porre dei quesiti in questo senso, nella misura in cui i rapporti tra fecondità e concepimento vengono ad assumere caratteristiche diverse rispetto a quelle naturali. Il ricorso alle tecnologie, infatti, prevede che altri e nuovi elementi entrino in gioco nel processo di procreazione e che questo evento non sia più un fatto di esclusiva “proprietà riservata”. La genitorialità rimanda ad una serie di temi complessi che vanno dalla rappresentazione di sé in relazione con le immagini interne di padre e di madre, alla costruzione della rappresentazione del proprio figlio e della relazione con lui. Essa può essere considerata come la realizzazione della propria identità di genere come l’opportunità per una sorta di rinascita indiretta attraverso il figlio, come una seconda chance nella vita, come occasione per capovolgere, sfidare, modificare ruoli sperimentati con i propri genitori.  La psicologia è d’accordo che: non è solo la madre biologica o il padre biologico a potersi prendere cura del bambino ma anche un genitore di qualunque sesso “acquisito o sociale”. Nella fecondazione eterologa, la donna è possibile che abbia già un compagno o è possibile che lo abbia in seguito. Viene a costituirsi, dunque, il padre sociale ovvero non biologico, tale padre deve fare i conti con i modi con cui il bambino è venuto al mondo e la provenienza (il padre biologico), con le questioni di etica morale, religiosa o politica, che potrebbero essere motivo di pregiudizio. Il più delle volte è il padre sociale che decide di adottare il bambino oppure fargli da padre senza alcun diritto; il gesto più nobile di un uomo che offre la sua “base sicura” in quanto gli viene naturale amare la propria donna e il figlio di questa, come se fosse suo.

Sociale
Abbiamo detto che la funzione genitoriale può esplicarla qualunque adulto. Il compagno della madre e/o la compagna del padre in una famiglia ricomposta o ricostituita dopo un divorzio è detto genitore sociale. Tali genitori sociali non sono tutelati dalla Legge Italiana mentre, la psicologia si chiede se il padre/madre sociale possono essere una risorsa per i figli della compagna.  Chantal Van Cutsem[35] dà uno schema esauriente sulle funzioni e il ruolo di genitorialità sociale, per lei si devono realizzare diverse condizioni affinchè egli possa assumere una “funzione paterna parziale”:
- la nuova figura maschile deve accettare di adempiere a questa funzione, con la consapevolezza che con essa introdurrà un insieme di regole, di leggi che necessiteranno della ristrutturazione dell’intera famiglia. Dovrà, quindi, anche lui essere disposto ad investire in una relazione duratura;
- la durata dell’investimento, in questa funzione quasi genitoriale, dipende anche dalla qualità della relazione tra i partner. Infatti, l’investimento nella coppia coniugale sarà tanto più solido quanto più la funzione genitoriale sarà assunta in maniera soddisfacente e, contemporaneamente, la madre che ha fiducia nella durata del legame coniugale, tenderà molto più facilmente a incoraggiare e a sostenere il partner nel compito di assolvere a questa carica genitoriale;
- il padre dei figli deve accettare di condividere la responsabilità paterna con un altro uomo, il quale, a sua volta, deve riconoscere che il primo mantiene nei confronti dei bambini un ruolo unico. Perché si realizzi questo riconoscimento reciproco c’è bisogno che i diversi sistemi familiari stabiliscano delle relazioni centrate sull’interesse dei figli, mettendo in secondo piano i conflitti e i rancori presenti tra i membri della prima coppia;
- i figli, inoltre, devono poter investire in una relazione, con il compagno della madre come con la compagna del padre, che non sia competitiva o soggetta a incessanti paragoni. Gli adulti sono chiamati a raggiungere almeno un accordo minimo, sufficiente a consentire la condivisione delle funzioni genitoriali;
- per ultimo, è necessario che anche le famiglie allargate, la rete sociale e le amicizie si adattino alla definizione che le nuove famiglie danno di sé.

Quindi si può dire che la condivisione della funzione paterna è un processo che non riguarda solo i singoli individui, ma richiede la collaborazione dell’insieme del sistema ricomposto. Il ruolo di madre sociale invece non è facile, anche se molte donne si trovano a doverlo assumere. Nelle famiglie ricomposte, spesso la madre acquisita si troverà in competizione con quella biologica in quanto la ripartizione della funzione materna è molto difficile, soprattutto se i figli sono molto piccoli. Ripartirsi le responsabilità tra due donne che si occupano di un bambino è più difficile che suddividersi la funzione genitoriale tra due uomini. Un compito della partner del padre è quello di facilitare la relazione con i figli. E’ bene, dunque, che la coppia chiarisca in anticipo i ruoli e le incombenze che la “vicemadre” deve svolgere nei primi tempi, che sono i più delicati. Secondo Anna Oliverio Ferraris[36], varie possono essere le reazioni dei figli all’inserimento nel nucleo familiare della nuova partner del padre: alcuni si adattano facilmente senza mostrare grossi segni di disagio o sofferenza; altri, invece, vedono in essa un’intrusa che ha portato alla dissoluzione della propria famiglia, una rivale della mamma o una diretta antagonista in quanto concentra su di se tutte le attenzioni del padre. In quest’ultimo caso i figli, come risposta a questi sentimenti ostili, possono ignorare completamente la madre sociale facendola sentire superflua, o inesistente, o negandole qualsiasi tipo di autorità e di diritto.  In definitiva, se i quattro genitori riescono per il bene dei propri figli ad avere dei rapporti adulti e maturi, a non prevaricare l’altro/a, ad essere d’accordo e ad istaurare un buon rapporto di stima e rispetto reciproco, i figli cresceranno in armonia tra loro.


  La fecondazione eterologa
Si parla di fecondazione eterologa quando uno dei due gameti che vanno a formare l’embrione proviene da un donatore esterno alla coppia. Può trattarsi di ovocita femminile o di seme maschile.
Esistono varie tecniche[20]:
  • la crioconservazione: attraverso l’ibernazione in azoto liquido: essa è utilizzata per la conservazione  in Banche di spermatozoi, ovociti ed embrioni umani;
  • la diagnosi pre–impianto: consiste nell’effettuare su una cellula dell’embrione (mentre si trova nello stadio di 6 – 8 cellule) un test genetico per verificare la presenza di malattie ereditarie in caso di coppie a rischio; attualmente sono 90 le malattie individuabili tramite diagnosi pre–impianto. Essa viene utilizzata anche per la selezione eugenetica, attraverso la quale vengono scelti i gameti o gli embrioni in base a caratteristiche fisiche e psicologiche  richieste: sesso, colore degli occhi e dei capelli, etc;
  • IAD (inseminazione artificiale con donatore): si effettua in caso di sterilità dell’uomo. La tecnica consiste nell’introdurre lo sperma di un donatore, mediante tecniche di micromanipolazione, nella cervice uterina durante il periodo dell’ovulazione, ottenendo così una fecondazione intracorporea nel grembo della madre;
  • ZIFT (Zigote Intra-Falloppian Transfer): la fusione tra spermatozoo e ovulo avviene in provetta e  l’embrione ai primissimi stadi di sviluppo viene trasferito nelle tube.
  • IPS (Intra Peritoneal Fertilisation): gli spermatozoi vengono introdotti nella cavità peritoneale nel giorno successivo all’inizio dell’ovulazione. 
  • trasferimento della cellula uovo: si effettua in caso di sterilità della donna, la tecnica consiste nel prelevare gli ovociti da una donatrice stimolata con ormoni di cui non si conosce l’identità, si fecondano con lo sperma dell’uomo tramite fecondazione extracorporea (FIVET(Gamete Intrafalloppian Transfer):(Fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione): la fecondazione avviene in provetta, dove gli spermatozoi vengono a contatto con l’ovocita. L’embrione così ottenuto viene trasferito nell’utero. E’ stata la prima tecnica di fecondazione artificiale ad essere stata messa a punto ed è attualmente la più diffusa./ICSI(Intracytoplasmatic sperm injection): iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo. Consiste nell’introdurre lo spermatozoo direttamente all’interno dell’ovocita. Nel 1995 in Francia è nato il primo bebé concepito con una variante di questa tecnica: anziché utilizzare uno spermatozoo maturo è stata utilizzata una cellula germinale immatura, uno spermatide. ) in vitro e si introduce l’ovocita fecondato nella donna ricevente (madre),  che porterà a termine la gravidanza;
  • trasferimento dell’embrione: si effettua in caso di sterilità di entrambi i membri della coppia. La tecnica: si effettua con gli ovuli di una donatrice e lo spermadi un donatore. Mediante tecniche di micromanipolazione, si inserisce l’embrione nella cervice uterina della donatrice durante il periodo dell’ovulazione, ottenendo così una fecondazione intracorporea. Si estrae in vitro - metodo FIVET/ICSI (iniezione intracistoplasmatica di spermatozoi in vitro con trasferimento in utero) - e una volta fecondato, si trapianta nelle prime fasi dello sviluppo dell’embrione nell’utero della ricevente (madre), che porterà a termine la gravidanza;
  • maternità surrogata si effettua in caso di grave alterazione dell’utero della donna. Ci sono 2 tipi di maternità surrogata:
  •  
    1. maternità surrogata tradizionale: nella quale una donna dona il suo ovocita, l’ovocita fecondato è surrogato attraverso la fecondazione extracorporea (in vitro FIVET) con lo sperma del padre o di un donatore di sperma, l’embrione viene reintrodotto nel grembo della donna donatrice che porterà a termine la gravidanza. Tale tipo di maternità è ormai in disuso in quanto essendo la donatrice sia madre biologica sia colei che porta avanti la gravidanza potrebbe avanzare tutti i diritti di madre sul bambino/a;
2.    maternità surrogata gestazionale: oggi la maternità surrogata tradizionale è stata sostituita dalla maternità surrogata gestazionale. Tale tecnica consiste nell’utilizzare ovociti e spermatozoi, solitamente della coppia, e la fecondazione intracoroprea avviene nel corpo della madre; tramite il Vitro (FIVET) avviene il trasferimento nel corpo della "donna portatrice", che fungerà solo da madre di sostituzione, portando a termine la gravidanza senza poter avanzare alcun diritto.

3. autofecondazione: ultimamente è stata fatta una scoperta dagli scienziati inglesi dell'Università di Newcastle, “la donna potrà, in futuro, fare ameno degli uomini anche per fare i figli, parliamo di autofecondazione”: dalle cellule staminali del midollo osseo femminile, si è riuscito a produrre gli spermatozoi. La scoperta è pubblicata sul "New Scientist": il dottor Karim Nayernia, è certo che entro tre anni di esperimenti, avremo lo sperma maturo, capace di fertilizzare gli ovuli: i ricercatori hanno lavorato sui topi di laboratorio, bombardando le staminali del midollo osseo di vitamina A e composti chimici, arrivando così ad un primo stadio immaturo di spermatozoi. Secondo gli studiosi, questo rappresenta un grande passo nella lotta contro l'infertilità, c'è solo un particolare da sottolineare, ovvero che i nuovi nati sarebbero solo di sesso femminile, in quanto nella riproduzione rientrerebbe solo il cromosoma X (quindi XX) femminile e non il cromosoma Y(XY maschile), prettamente maschile. Questa cosa potrebbe essere molto importante per le coppie omosessuali femminili, in quanto potrebbero avere figli con il corredo cromosomico di entrambe. Ciò potrebbe portare a sconvolgere le intere teorie psicoanalitiche psicologiche pedagogiche etc.

Dopo la proibizione della legge 40/2004, sono circa 4000 le coppie italiane che nel 2011 si sono spostate verso altri centri europei ed extraeuropei per cercare di dare una risposta al desiderio di avere un bambino, dando vita al turismo procreativo. Più di 2000 coppie sono migrate all’estero per la fecondazione eterologa, di cui almeno 32 per la maternità surrogata, nei paesi in cui è permessa.

Tabella 1: numero di trattamenti per paese
PAESE
ETEROLOGHE
Spagna
950
Svizzera
630
Belgio
110
Grecia
60
Austria
12
Gran Bretagna
11
Tot.
1773

(Dati della quarta indagine dell’Osservatorio sul Turismo Procreativo 2011).

Purtroppo, una cattiva informazione della Legge 40/2004, e delle  successive modifiche della Coorte Costituzionale, ha indotto le persone ha effettuare anche tecniche di fecondazione omologa all’estero. Il turismo procreativo generatosi verso altri Paesi ha aggravato il quadro economico del Paese complice, anche, il fattore “pregiudizio”, che ha costretto molti italiani a scegliere di  rimanere nel Paese dove ha condotto la fecondazione eterologa. Inoltre, la possibile esposizione a condanne in patria per gli italiani che abbiano fatto ricorso a questa pratica induce molte cliniche/agenzie a non rivelare i dati sul numero dei pazienti italiani, ma a rispondere affermativamente in maniera generica: “abbiamo pazienti italiani”. Oppure, come ha risposto una clinica statunitense: “Non possiamo dichiarare il numero esatto di coppie italiane che abbiamo seguito, ma abbiamo notato un aumento del 100% di coppie e single provenienti dall’Italia per fecondazioni omologhe ed eterologhe”.

Esiste una mappa di cosa è possibile fare in altri Paesi[21]:
Spagna: fecondazione eterologa, donazione di gameti, embrioni e ovociti. Sia le coppie, sia i single che le lesbiche.
Svizzera. Possono avvalersi di un donatore solo le coppie sposate, e solo per il seme.
Repubblica Ceca. La legge consente la donazione di gameti sia maschili che femminili, e anche quella di embrioni.
Belgio. La legge consente di donare gameti maschili e femminili ed embrioni. Per pazienti infertili e donne single.
Grecia. La legge consente a persone sposate, o anche solo conviventi, di accedere a donazione di seme, di ovociti e all’embriodonazione. In realtà anche a single separati, ma con l’autorizzazione del marito.
Austria. E’ possibile ricorrere alla donazione di gameti maschili, ma non di quelli femminili.
Gran Bretagna. La fecondazione eterologa è consentita anche alle single e alle lesbiche.
Danimarca. Si possono ricevere dal donatore sia il seme sia gli ovociti, ma non gli embrioni. Possono accedere a questi trattamenti: le coppie sposate, i conviventi, le single, anche lesbiche.
Ungheria. La donazione di gameti è consentita, ma soggetta a notevoli restrizioni.
Russia. E’ consentita la fecondazione eterologa.
Olanda, Svezia e Finlandia. La fecondazione eterologa è possibile anche per le single e le lesbiche.
Dalla cronaca rosa italiana di questi giorni è giunta notizia che Francesca Vecchioni, figlia del famoso cantante Roberto Vecchioni, ha sposato a Milano con rito civile Alessandra Brogno il 18/09/2012; Francesca e Alessandra hanno 2 bambine nate dalla fecondazione eterologa praticata in Olanda e ora sono tra le prime 4 coppie gay unite civilmente.

4.2.3. La legge in Italia e l’Europa
I paesi dell’Unione Europea, secondo la Corte Europea, decidono autonomamente riguardo alla fecondazione eterologa. I Paesi dell’UE, a tal proposito, si sono dimostrati molto tolleranti e aperti al rispetto della vita e della scienza, senza alcuna forma discriminatoria di genere, seguendo il desiderio della singola persona, incrementando le nascite. Con regole molto più restrittive risulta essere solo l’Italia. In Italia, prima della rigida legge 40/2004, si effettuavano fecondazioni eterologhe sin dagli anni ’50, aiutando persone sterili o single che avevano il desiderio di avere un figlio, di realizzare il proprio sogno. A seguito del rapporto della Commissione, Santosuosso, Ministro della Sanità, nell’84, vietò l’eterologa nella strutture pubbliche, aprendo la strada, di fatto, a quelle private. Una scelta che ha avuto conseguenze discriminatorie, in quanto, la fecondazione eterologa è divenuta accessibile solo a coloro che possono sostenere i costi praticati nelle cliniche private. Nonostante ciò, si calcola che in Italia siano circa 35.000 i bambini nati dalla donazione di gameti. Quanto ai rischi di Far West, di cui i difensori dei divieti sembravano tanto preoccupati, è evidente che la decisione della circolare Degan, non ne teneva un gran conto, affidando le coppie unicamente alle strutture private, disinteressandosi dell’etica deontologica. La circolare Degan del 15 giugno 1988, anche se si era un po’ aperta, non aveva raggiunto appieno l’apertura globale degli altri paesi dell’UE. Ad es. permetteva alle donne di fare l’inseminazione artificiale nei casi di vedove con spermatozoi di mariti post mortem e riconosceva l’infertilità come malattia.
In seguito, la legge del 19 febbraio 2004, n°40[22], quando alla  Presidenza del Consiglio c’era il cavaliere Silvio Berlusconi (XIV magistratura - 2001-2006), fece passi indietro vietando la fecondazione eterologa.
Si riportano alcuni articoli della legge:
art. 1. Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dall’infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito.
Art. 2. Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è consentito qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità.
art. 4. co. 3. È vietata la fecondazione eterologa cioè con donazione di materiale genetico da parte di una persona estranea alla coppia.
art 5. L’accesso all’omologa è consentito solo alle coppie coniugate o conviventi, non ai gay, ai single, alle “mamme-nonne” e alla fecondazione post mortem.
Art 8, co. 1. I bambini nati da PMA sono a tutti gli effetti figli legittimi.
Art 9. Vieta il disconoscimento paterno e l’anonimato della madre. (co. 1) Il padre non può disconoscere il bambino se prima l’ha riconosciuto come figlio nella fecondazione eterologa. (co. 2) la madre non può mantenere l’anonimato. (co. 3) nel caso di fecondazione eterologa il donatore di gameti non può far valere alcun vincolo di parentela con il bambino.
Art 12, co. 6. Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni, o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.
Art.13. È vietata qualsiasi sperimentazione sull’embrione sia a livello di: ricerca, eugenetica, clonazione e produzione di ibridi e chimere.
Art.14, co. 1. No al congelamento di embrioni.
art.14, co. 2. È possibile produrre non più di 3 embrioni per volta.[23]
art 14, co. 3. Qualora il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per grave e documentata causa di forza maggiore, relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della fecondazione, è consentita la crioconservazione degli embrioni stessi, fino alla data del trasferimento, da realizzare non appena possibile.
art. 16. È consentita l’obiezione di coscienza al personale sanitario e esercente le attività sanitarie.
In Italia, ci furono i referendum abrogativi del 2005, distinti in quattro quesiti, sullalegge 19 febbraio 2004, n. 40, "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita". Essi si tennero il 12 e 13 giugno 2005 e non raggiunsero il quorum. Le proposte erano:
  • garantire la fecondazione assistita non solo alle coppie sterili ma anche a quelle affette da patologie geneticamente trasmissibili tramite la fecondazione eterologa;
  • eliminare il limite di poter ricorrere alla tecnica solo quando non vi sono altri metodi terapeutici sostitutivi;
  • garantire la scelta delle opzioni terapeutiche più idonee ad ogni individuo;
  • dare la possibilità di rivedere il proprio consenso all'atto medico in ogni momento;
  • ristabilire il numero di embrioni da impiantare.
Il 2 aprile 2009 la Corte Costituzionale cancellò alcune parti fondamentali della legge 40/2004[24], senza modificarla nella sostanza:
Art 14, co. 1, cancella il divieto di crioconservazione.
Art. 14, co. 2, cancella l’obbligo d’impianto e il limite di 3 embrioni, ma quanti sono necessari.
Nel lungo dibattito della bioetica, intervengono due correnti di pensiero: quella laica e quella cattolica[25].


Bioetica laica
Difende il principio di “disponibilità” della vita. Sostiene che non è importante la vita “in quanto tale”, ma la sua qualità; e che l’unico soggetto e giudice della propria vita è l’uomo stesso.
Accettano totalmente l’aborto e la fecondazione di tipo eterologa.
Sono aperti alle varie tecnologie connesse alla sfera riproduttiva.


Bioetica cattolica
Difende il principio di sacralità della vita.
Sostiene che l’uomo non è autore dell’origine della propria vita e quindi non ne è l’assoluto proprietario.
Proibiscono l’aborto e l’eterologa in tutte le sue forme.
Non permettono di manipolare l’embrione per fini sperimentali o riproduttivi.

La legge italiana è sempre stata un po’ controversa, l’art. 9 ad es.  sancisce: “Qualora si ricorra a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo in violazione del… il coniuge o il convivente… non può esercitare l’azione di disconoscimento della paternità”. Chi fa le leggi sa già che possono essere aggirate, in quanto, all’estero per fare l’eterologa continueranno ad andare coppie e single con o senza il permesso.  Sul piano discriminatorio, l’art 5, dice che l’accesso all’omologa è consentito solo alle coppie coniugate o conviventi; no ai gay, ai single, alle “mamme-nonne” e alla fecondazione post mortem. Ora, la legge commette il più grande atto discriminatorio impedendo a qualunque persona di fare una scelta sessuale libera, individuale o la possibilità di avere un figlio anche in tarda età, magari quando una persona si è realizzata personalmente e professionalmente. Inoltre, il fatto che vieti alla scienza di sperimentare sugli embrioni, che a mio avviso non possono avere già uno statuto di persona, lo Stato Italiano, pregiudica la salute di molti cittadini, perché per via di embrioni e tessuti embrionali stanno cercando di scoprire la cura di molte malattie. Prendiamo in considerazione le uniche argomentazioni emerse nel dibattito parlamentare. La prima riguarda il diritto del figlio a conoscere il proprio patrimonio genetico, che verrebbe negato dall’anonimato dei donatori o comunque per una questione di principio, collegata all’identità dell’individuo, perché nel mondo l’individuo potrebbe innamorarsi di fratelli e sorelle che non sa di avere. Alcune legislazioni europee si pongono questo problema, che ha anche una sua valenza pratica, ad esempio in casi in cui sia necessario individuare il corredo genetico a fini terapeutici. L’accesso al minore di conoscere l’identità del padre biologico è consentito: all’età di 14 anni in Svezia, Spagna, Gran Bretagna, Austria e Germania e anche in Francia, vi si può accedere per ragioni esclusivamente sanitarie; In Olanda all’età di 16 anni e in Finlandia all’età di 18 anni. La religione Cattolica non concepisce l’eterologa e questo è motivo di freno per tanti italiani che preferiscono il tradizionale adulterio che non l’adulterio attraverso l’eterologa. Il Papa Karol Józef Wojtyła[26], che è stato pontefice durante il governo Berlusconi, al momento della promulgazione della legge 40/04, si espresse così nei confronti della fecondazione eterologa, sottolineando come: “la Chiesa non può soffermarsi ad una lettura in chiave esclusivamente giuridica o logico-razionale di alcuni problemi della nostra società, ma deve tener sempre presenti e tutelare i principi dell'ordine etico e religioso, o della sessualità omosessuale”, ch'egli considera "oggettivamente disordinata”. Mentre, Papa Ratzinger si esprime cosi: La Chiesa presta molta attenzione alla sofferenza delle coppie con infertilità, ha cura di esse e, proprio per questo, incoraggia la ricerca medica. La scienza, tuttavia, non sempre è in grado di rispondere ai desideri di tante coppie. Dove, dunque - aggiunge -, la scienza non trova una risposta, la risposta che dona luce viene da Cristo”. Secondo Papa Ratzinger [27]: “Il matrimonio è l'unico luogo degno per generare figli”.Conseguentemente, la fecondazione eterologa e l’inseminazione artificiale – secondo Ratzinger – sarebbero metodiche da non considerare ai fini della procreazione. Se ne deduce, pertanto, che i figli nati in tal modo sarebbero figli “indegni”. Fin dal vecchio Testamento, la moglie di Abramo, Sara, che non riusciva ad avere figli, scelse la schiava Agar come sostituta e la mise lei stessa nel letto del marito. Così, nacque Ismaele, capostipite degli islamici, figlio di Abramo e di una “madre surrogata”. Ecco l’involuzione italiana e della Chiesa Cattolica.


 Sterilità aspetti psicologici
Le coppie che non riescono ad avere figli, il più delle volte, si recano all’estero per praticare le tecniche di PMA. Tali difficoltà possono essere associate a cause mediche e, soprattutto psicologiche. In tali centri, solitamente, è di prassi fare colloqui psicologici.
Gli psicologi sostengono che esistono due tipi di sterilità[28]:
1.    quella psicogena, è la sterilità alla cui origine si possono porre disturbi emozionali cronici e problemi psicosociali;
2.    quella idiopatica, è la sterilità dovuta a cause non conosciute.
Un errore che si potrebbe commettere, riguardo alla sterilità psicogena, è di confondere le cause con gli effetti. Se molti autori ritengono che la componente psicoemozionale possa incidere sulla fertilità attraverso il sistema neurovegetativo e neuroendocrino, è anche vero che le presunte cause di infertilità possono esserne in realtà gli effetti: frustrazione, senso di inadeguatezza e di perdita, depressione; inoltre, sono frequenti i conflitti interni, correlati al desiderio di avere un figlio. Da un punto di vista psicologico la sterilità è una condizione umana, un sintomo, un messaggio che il corpo invia;  Può accadere che la donna sterile possa soffrire non per la propria sterilità, ma per la pressione sociale che essa comporta, quindi perdere di vista sé stessa, ciò la porta ad affidarsi alle tecniche di PMA.  Per ogni persona concepire un figlio è più di un puro istinto, è legato al desiderio, al significato dato alla coppia e alla famiglia, ai propri vissuti rispetto al ruolo di padre e madre. La coppia non sempre accetta di buon grado l’infertilità. Inizialmente essa può attivare: sorpresa, negazione, rabbia, che può portare all’isolamento, suscitare vergogna, colpa, dolore fino a diventare depressione ed, infine, rassegnazione. Tale crisi si ripercuote a livello individuale, di coppia e nelle famiglie di origine. La crisi che ne deriva potrebbe minare il rapporto di coppia che non riesce a diventare famiglia.  Nella donna, in particolare, la sterilità è legata a paure inconscie a sensi di colpa o ad ansia eccessiva. La donna attraverso la procreazione dà a se stessa la conferma della propria identità femminile, sentendosi completa e confermata nei confronti delle altre madri, come se entrasse in un mondo diverso, quello genitoriale. Quando, invece, vive l’infertilità[29] il frutto del retaggio culturale, ovvero, l’ autostima, il rispetto, la vergogna, il senso di colpa, l’incompletezza, la disconferma possono divenire un serio problema che potrebbe portarla o a concentrarsi ad avere un figlio a tutti i costi - in modo più sofferto, in quanto non vivrebbe più la quotidianità -, oppure a chiudersi in se stessa per vivere il suo lutto.  Nell’uomo la sterilità è legata essenzialmente allo stress quotidiano e colpisce gli individui con personalità più attive ed estroverse che passive ed introverse. Questo, proprio perché la persona attiva ed estroversa ha maggiori possibilità di stressarsi, ad es: è coinvolto professionalmente, nella famiglia e con la propria donna; è sempre di corsa e non ha un momento per se stesso. Anche nell’uomo il retaggio culturale può essere un problema: l’uomo, difatti, cresce con l’idea di procreare e di potenza sessuale. Già da piccolo, i genitori lo hanno sempre incentivato ai rapporti sessuali e le gare con gli amici da adolescente lo portano a pensare alla sua potenza sessuale; pertanto, la difficoltà generativa potrebbe originare un senso di inadeguatezza e menomazione.
A livello di coppia l’infertilità sbilancia gli equilibri costruiti fino a quel momento, modificando le dinamiche esistenti in due modi: o sostenendosi reciprocamente, o facendo riemergere vecchi conflitti. La sterilità potrà essere vissuta come un tradimento del patto coniugale, generando forti sensi di colpa da parte di chi si sente responsabile o scaricando le proprie colpe sul compagno/a perché non le accetta su di sé, ad es. “è colpa tua se non riesco, tu mi stressi”. Questo genera: a breve termine atteggiamenti protettivi nell’altro/a per paura di ferirlo e di farlo sentire a disagio davanti ad altri, a lungo termine veri e propri sensi di colpa nel compagno/a fertile. Un’area che potrebbe risultare compromessa nella relazione di coppia è quella sessuale: in alcune coppie si manifesta un calo del desiderio sessuale, oppure si presentano altri disturbi correlati quali, ad esempio: l’anorgasmia nelle donne e difficoltà erettive nell’uomo. Questo può provocare reazioni tipo: trovare “altri partner amanti”, oppure la coppia dovrà riscoprire la sessualità come atto spontaneo, come un’occasione di reciproco scambio affettivo e di piacere - altrimenti il letto diventerà un luogo da evitare in quanto evocatore di conflitti, rabbie e frustrazioni. La mancata generatività della coppia, pertanto, può creare una delusione a livello intergenerazionale, minacciando la nascita di quei ruoli che un figlio avrebbe permesso (nonni, zii, cugini).Il nipote mancato per i nonni può anche riattivare vecchi conflitti, e suscitare disinteresse o risentimento, e ingenerare delle differenze tra fratelli e sorelle. Se la coppia, invece, riesce a costruire e mantenere con le famiglie di origine buoni rapporti, potrà parlare apertamente delle proprie difficoltà, e potrà ricevere affetto, comprensione e sostegno. Le coppie che non riescono ad avere figli a questo punto cercano altre strade come la fecondazione omologa o eterologa.  In questi casi è utile fare un percorso psicologico o pedagogico per essere sostenuti durante il percorso di sterilità e successiva gravidanza. E’ importante capire che la sterilità non è una malattia, ma un sintomo, e che esistono altri percorsi che una donna può seguire (affidamento, adozione oppure la PMA). La coppia deve necessariamente capire e cambiare i suoi sentimenti, pensieri e comportamenti per poter vivere serenamente sia il rapporto, sia un eventuale genitorialità.


“Sono una single e voglio un figlio a tutti i costi” aspetti psicologici e sociali
Da qualche anno nei paesi dell’UE sta dilagando la moda della madre single per scelta, ovvero senza una relazione sentimentale fissa e stabile. Anche in Italia si sta diffondendo tale fenomeno, a darci dati certi è la clinica Manciagalli di Milano, che nel 2011 ha registrato tra le partorienti l’11 % dei casi in cui al momento del parto le donne hanno dato al bambino il proprio cognome. Stiamo parlando di donne sole che nei paesi dell’UE si affidano alle tecniche di fecondazione eterologa per poi tornare in Italia per il parto. Tali donne sono, spesso, come è facile intuire: benestanti, in carriera, indipendenti libere e autonome. Abbiamo detto che molte donne quando scatta l’ora biologica, scatta in loro la voglia del bambino: per sentirsi vive, complete, desiderate e accettate. Tali tipi di donne sradicano completamente l’idea di famiglia come nucleo centrale. Il cognome che da secoli è stato sempre il fulcro d’identità di appartenenza di un figlio, oggi, quasi come una rivalsa, le donne si rendono conto che un figlio appartiene anche a loro e possono fare a meno degli uomini, spesso assenti. Le donne di oggi sono emancipate, non stanno più dietro i fornelli; i figli non vengono a caso, ma sono desiderati perché rappresenta il loro progetto di vita[30] e, comunque, sono certe che saranno amati al punto giusto, non viziati solo perché manca un padre, perché esse sono impegnate con la carriera professionale e con la cura di sé. Sono stimolate nell’amare e farsi amare. Difatti, molte dopo aver avuto un figlio trovano un compagno perché si sentono serene, complete. Tale compagno diviene il padre sociale di questi bambini che, magari, dopo qualche anno vengono da questi adottati.  Nel caso in questione, minore è il rischio di abbandono dei figli da parte delle madri. La libertà e l’indipendenza di cui godono le single le porta ad essere superiori ad eventuali pregiudizi all’interno della società. L’indipendenza però deve essere intesa come dipendenza matura (così definita da Erich Fromm, psicoanalista e sociologo tedesco). Il connubio tra l’autonomia e una sana dipendenza matura con l’altro sesso.

il caso dei genitori separati: Il terzo/quarto genitore sociale e il rapporto con lui/lei
In seguito alla separazione o al divorzio, il figlio può trovarsi a vivere in una famiglia ricomposta da uno dei genitori o da entrambi. In questi casi il “terzo e/o il quarto genitore” deve/ono trovare il modo di consacrare un rapporto di parentela che va oltre il legame di sangue, per vivere un quotidiano sereno. Questo per il bambino non deve essere una forzatura, né deve essere motivo di timore di offendere o deludere l’altro genitore biologico, per far ciò, infatti, i genitori biologici con quelli sociali devono, per il bene dei figli, mettere da parte asti, rancori, paure e cercare di avere un rapporto maturo fatto di stima e rispetto reciproco, cercare di imparare a condividere funzioni e responsabilità, e cercare di mantenere tale equilibrio per lo sviluppo armonico di questi. In effetti, abbiamo visto come la genitorialità non è data dal fattore genetico, o di sangue, ma è data da eredità trasmessa nella quotidianità attraverso le parole, i gesti, gli oggetti, i suoni, i sapori, le immagini e che trova nella memoria e nei sentimenti il suo punto di riferimento. Per questo, non vi è bisogno di norme giuridiche o di legami di sangue per instaurare un legame di genitorialità, esso, infatti, si basa esclusivamente sull’affettività e sulla qualità umana dell’adulto che si prende cura del bambino e che sarà determinante per la sua evoluzione. I bambini, di fronte alla presentazione della compagna o del compagno dei genitori, inizialmente come amici, hanno subito la percezione di un legame più forte, le femminucce, in particolar modo, diventano sospettose e attente. L’accettazione di questi “amici” è ben vista se uno dei genitori biologici è poco presente, li fanno entrare nel loro mondo affettivo, li definiscono “l’altro genitore” ma non bisogna mai tradire la loro fiducia. Dire al figlio/a la verità, e far entrare il compagno/a in “punta di piedi”, è il modo migliore per affrontare il cambiamento e per far capire che questa persona è aggiunta alla diade ma il rapporto genitore biologico –figlio sarà sempre esclusivo. Il fatto che il genitore sociale non possa esercitare nessuna autorità legale rende il rapporto molto difficoltoso, chi dovrebbe, invece, facilitarlo sono i genitori biologici.  Secondo Fracescato[1]: i rapporti tra genitori sociali e figli sociali, sono positivi se c’è accordo nella nuova coppia, se c’è poca rivalità con il genitore naturale e se il genitore sociale non tenta di prendere il suo posto. Questo nuovo genitore deve, infatti, giocare un ruolo basato sul lento instaurarsi della fiducia, della stima e dell’affetto.  Per Irène Théry e Meulders-Klein, quattro sono i principali fattori che influenzano la formazione di questo nuovo legame genitoriale: 1) l’età del bambino, se esso ha meno di cinque anni è possibile che nasca una relazione filiale; 2) la frequenza degli incontri con il genitore non affidatario; 3) la qualità della relazione tra il genitore sociale e il genitore biologico convivente; e, infine, 4) le caratteristiche personali di ciascun figlio. Il ruolo del genitore sociale è un ruolo tutto da inventare, esso altera il confine tra due tipi di socievolezza fondamentali che sono la genitorialità e l’amicizia. Siméon afferma che: “il legame che esiste tra il genitore sociale e i figli sociali, non si fonda su un rapporto di filiazione, ma di affiliazione, esso viene legittimato solo al termine del processo di socializzazione compatibile con la funzione educativa”. Questo legame si colloca ai limiti del rapporto genitore-figlio, molto più vicino ad un rapporto di amicizia in cui all’adulto viene riconosciuta una funzione di consigliere. I tratti principali che caratterizzano questo tipo di rapporto sono[2]:
1)      la scelta: non si nasce genitori sociali ma lo si diventa - come non si nasce figli sociali ma lo si diventa - tale status sociale avviene dopo un lungo periodo di scelta e riconoscimento reciproco.  Tale processo non interessa solamente la diade genitore sociale-figlio sociale, bensì l’insieme della costellazione familiare che successivamente al divorzio si deve modificare per integrare il nuovo venuto e la sua parentela;
2)      la libertà: il fatto che tale tipo di rapporto non è riconosciuto dalla legge non è negativo, in quanto, l’eventuale rottura della coppia porrebbe dei limiti alla diade figlio sociale - genitore sociale perché aggiungerebbe l’incertezza all’incertezza al figlio, invece, bisogna giungere alla sola constatazione che si sta bene insieme;
 3)     il riconoscimento reciproco:  ovvero la possibilità di stabilire tra genitore sociale – figlio sociale una relazione di confidenza e di complicità. Tale rapporto nasce solo se il nuovo adulto e i figli si riconoscono vicendevolmente e se entrambi credono nell’importanza della relazione.
Théry Irène e Davernas Marie-Josèphe[3] affermano che due sono le principali circostanze che possono portare alla ricomposizione familiare e, in ognuna di esse, il posto occupato dal nuovo partner assume significati differenti.
Se la ricomposizione avviene in seguito alla morte di uno dei coniugi, o, ad una fecondazione eterologa, ci si aspetta che il nuovo partner assuma il ruolo di “genitore sostitutivo”. In tal caso i figli vedono di buon occhio il posto vacante occupato dalla nuova figura genitoriale, vista anche come educativa. Al contrario, nel caso in cui la ricomposizione è a seguito di una separazione, divorzio o convivenza, il nuovo coniuge o partner del genitore divorziato non dovrà occupare nessun posto vacante, né assumerne le veci, bensì dovrà ritagliarsi uno spazio e un ruolo del tutto nuovo: il genitore- amico, in un’entità famigliare dissociata nella quale il padre e la madre biologici continuano ad esistere.  Nella conquista di questo particolare ruolo di “genitore-amico” e nel processo di formazione di un legame con i figli sociali, il compagno della madre e la compagna del padre devono far fronte a difficoltà differenti. Il ruolo che deve assumere il padre sociale è più simile alla funzione paterna, che alla funzione di madre sociale al ruolo materno. Il padre sociale assume nei confronti del bambino una funzione di mediatore tra lui e la madre, questo non deve creare competizione affettiva nel padre biologico, in quanto il padre biologico sà di avere autorità legale e questo gli garantisce la tranquillità. Al contrario, la madre sociale deve contemporaneamente comportarsi come una madre e non dimenticare mai che non è la vera madre. Ella prende in carico l’organizzazione della casa e, in questa situazione, il rispetto della preminenza del ruolo della madre biologica non è facile da conciliare con la pratica concreta, soprattutto quando c’è disaccordo sulle cure e sull’educazione da dare ai bambini. In sintesi, possiamo affermare che il problema degli uomini è di dover esercitare la loro autorità senza sconfinare in quella paterna; quella delle donne, è di stabilire dei rapporti affettivi che non siano percepiti come un’esclusione o usurpazione del ruolo materno[4]. Il fatto di dover assumere e svolgere sin da subito, contemporaneamente, due ruoli, quello di partner di una coppia e quello di terzo genitore, crea molti problemi. C’è da tenere presente che se il terzo genitore ha delle aspettative nei confronti dei figli sociali, anche questi hanno un loro punto di vista su quello che deve essere il ruolo del partner del genitore in famiglia. Diversi sono i ruoli che il nuovo adulto può ricoprire una volta entrato a far parte del nucleo A. Oliverio Ferraris[5], ne ha individuati quattro:
L’amico: il padre/la madre sociale che riesce a diventare amico/a dei figli del partner, in genere, è il più soddisfatto. Infatti, è più facile che i ragazzi accettino che il nuovo adulto svolga un ruolo di amico, capace di fornire protezione e interessamento aggiuntivi. Tale amicizia, non implica l’andare d’accordo su tutto, ma un rapporto tra persone di età diversa, dove il più grande diventa man mano un punto di riferimento, egli è capace a livello empatico di percepire i sentimenti complessi dei figli sociali. Costruendo il proprio ruolo sull’amicizia, il genitore sociale dà ai figli del partner il tempo di conoscerlo e rispettarlo; inoltre, l’offerta dell’amicizia è da questi ultimi vissuta come meno minacciosa rispetto all’assunzione di un ruolo di guida o di autorità;
Il confidente: Questo ruolo risulta importante con i figli sociali adolescenti, difatti, essi, sentendosi lontani dai genitori biologici, percepiscono il ruolo confidenziale e di complicità resi dal genitore sociale, tale da poter costruire un rapporto di fiducia e stima;
L’altro genitore: tale ruolo viene riconosciuto dai più piccoli quando il genitore biologico è deceduto oppure assente. In tal caso egli diviene il mentore che trasmette abilità, informazioni e saggezza. Oppure, quando nella relazione che dura da anni i figli sociali riconoscono l’altro genitore. Nell’ultimo caso il genitore sociale non deve sostituire quello biologico, ma affiancarlo e, al contempo, deve trattare i figli tutti nello stesso modo e definire il posto e il ruolo, es.: lui è il primo figlio, lui il secondo, lei la terza,  etc., che si tratti di figli solo di lui, solo di lei o di entrambi.
Il modello: I ragazzi hanno bisogno di modelli da imitare. I ragazzi provenienti da diversi modelli culturali e familiari hanno un’ottica diversa da quelli provenienti da famiglie tradizionali, sono più aperti ad affrontare le difficoltà della vita, ciò facilita lo sviluppo della maturità e dell’identità sessuale.
L’autrice A. Oliverio Ferraris[6], indica anche i tratti positivi che dovrebbe presentare il “terzo genitore”. Questo dovrebbe essere empatico, non stare sulle difensive o non reagire in maniera difensiva quando i figli sociali lo mettono alla prova, paragonandolo al genitore biologico, criticandolo o incolpandolo. Dovrebbe evitare di giudicare, essere ben disposto e flessibile, aperto al cambiamento, avere un’identità salda e non assumersi responsabilità che non gli competono.


nascita
Tuo figlio è nato chi si occupa del bambino nei giorni di permanenza della maternità è il neonatologo e le puericultrici, mentre il ginecologo le ostetriche e le infermiere della madre, i tempi di permanenza e successiva dimissione dalla maternità sono, in situazioni normali, 72 ore ovvero 3 giorni, sia per la mamma che per il bambino, di solito il padre del bambino o un altro parente prende la mamma con il suo bambino e la si porta a casa.

In maternità e successivamente a casa, verranno parenti ed amici a trovarvi a tutte le ore, tradizione è portare un pensierino alla madre o al piccolo prese da una precedente lista di nascita fatta dai genitori in un negozio di solito tale lista poi continua per il battesimo del piccolo. Intanto i genitori hanno già preparato in maternità e a casa una confettata da dare ai parenti e amici azzurri per il maschietto e rosa per le femminucce.

Hai avuto nove mesi di tempo per decidere che nome dare al bambino, la legge prevede fino ad un max di tre nomi (ricorda che al momento della formalizzazione la virgola elimina dal secondo nome in poi sui documenti). Su internet potete vedere una rosa di nomi per maschietti e femminucce ed anche il loro significato e il loro Santo e conseguente onomastico. Inoltre per curiosità potete vedere su internet le caratteristiche del vostro cucciolo informandovi sul suo segno zodiacale sulle caratteristiche sapendo il giorno settimanale di nascita e l'ascendete con l'ora di nascita. Adesso è arrivato il momento di formalizzare la scelta e di sbrigare un po’ di pratiche per garantire al piccolo i suoi diritti di nuovo cittadino.

Il cognome: da poco si è aperta un’altra strada: gli italiani, come già i cugini spagnoli facevano da tempo, potranno dare ai loro figli sia il cognome della madre che quello del padre. La Camera, infatti, ha approvato il testo unico sul doppio cognome, con 239 favorevoli, 92 contrari e 69 astenuti. Il testo approvato si è adeguato a quanto già previsto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che aveva condannato il nostro paese per violazione dei diritti umani, lo scorso 7 gennaio 2014. Dare ai piccoli arrivati in famiglia il cognome non solo del padre, ma anche della madre, è un diritto che non può più essere trascurato.
Il testo unico per il doppio cognome non era un nuovo arrivato tra i banchi dell’Aula della Camera: già a luglio 2013 era stato rinviato a giudizio, latitante tra le scaramucce tra le varie fazioni politiche. Per fortuna, ora le controversie sembrano essersi appianate, a giudicare dalla netta superiorità di voti con cui il testo è passato in Aula.
Cosa prevede ora la legge, quindi, in materia di cognomi? Fondamentalmente la piena libertà di scelta. Alla nascita, potrà essere indicato il cognome della madre soltanto, del padre soltanto, o del padre e della madre assieme. Il tutto deve essere deciso concordemente da entrambi i genitori, anche per quanto riguarda l’ordine: prima il cognome della madre o del padre? Si può decidere di comune accordo, oppure attribuirgli entrambi i cognomi in ordine alfabetico, come la legge prevede in mancanza di accordo tra i genitori. Questa legge vale anche per i figli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti dopo la nascita dai due genitori: questo, però, solo per il riconoscimento a poca distanza temporale dalla nascita. Per il riconoscimento tardivo, infatti, il secondo cognome potrà essere aggiunto al primo solo nel caso in cui ci sia il consenso sia dell’altro genitore che del figlio, quest’ultimo solo se abbia già compiuto i 14 anni di età. Altra storia per i figli adottati: loro mantengono il cognome originario, ma potrà essere aggiunto anche il cognome di uno dei due genitori adottivi – uno soltanto – da anteporre o far seguire a quello originario. In mancanza d’accordo, vale sempre la regola dell’ordine alfabetico. I genitori con due cognomi, invece, potranno decidere quale dei due passare al proprio figlio. Il ragazzo maggiorenne che voglia aggiungere il cognome materno a quello del padre, infine, potrà farlo semplicemente con un atto registrato all’anagrafe, da subito.
Inoltre la scelta dei due cognomi va fatta solo col primo figlio, se dopo vengono altri figli, difatti, devono avere lo stesso cognome/i e lo stesso ordine.

I documenti sono tre: 1. L'atto di nascita, 2. denuncia o dichiarazione di nascita; 3. L’iscrizione all’anagrafe tributaria
1. L’atto di nascita: è il documento rilasciato dal personale medico, che indica il luogo, l’anno, il mese, il giorno e l’ora della nascita, il sesso del bambino e il/i nome/i e il/i cognome/i che gli viene dato; sono inoltre indicate le generalità, la cittadinanza, la residenza dei genitori.

2. La denuncia o dichiarazione di nascita
È la comunicazione ufficiale che il piccolo è venuto al mondo, il primo atto formale della sua vita.
DOVE E QUANDO
Può essere effettuata entro tre giorni dal parto presso la Direzione Sanitaria dell’ospedale o della clinica dove il bimbo è nato, che provvederà a comunicarla all’Ufficiale di Stato Civile del Comune indicato dai genitori.
In alternativa, la registrazione può avvenire entro dieci giorni dal giorno successivo al parto:
- presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune di nascita del piccolo;
- presso quello di residenza dei genitori se è diverso rispetto a quello di nascita;
- presso quello di residenza della mamma, se è diverso da quello del papà.
Infine, la dichiarazione può essere fatta anche presso il Comune di residenza del papà, se diverso da quello della mamma, ma il neonato viene comunque iscritto d’ufficio all’anagrafe del Comune di residenza della madre.
CHI
La denuncia può essere effettuata da uno dei due genitori indifferentemente, se sono sposati e riconoscono entrambi il piccolo.
Se invece non sono sposati, ma riconoscono il figlio, alla denuncia devono essere presenti tutti e due.
Se è la sola mamma a riconoscere il bambino, deve essere lei a denunciarne la nascita. Il padre naturale non può riconoscerlo da solo.
Infine, nel caso in cui la mamma non abbia intenzione di riconoscere il bambino, sarà il Direttore Sanitario dell’ospedale a dichiarare la nascita del piccolo e alla mamma sarà garantito l’anonimato.
In ogni caso, la denuncia di nascita può essere effettuata da un incaricato della madre o dei genitori, munito di documento di identità e delega scritta.
QUALI DOCUMENTI SERVONO
La carta di identità del dichiarante. Se la denuncia viene effettuata presso l’Ufficio di Stato Civile, occorre il certificato di assistenza al parto rilasciato dal medico o dall’ostetrica.
LA SCELTA DEL NOME
In questa occasione i genitori comunicano come si chiamerà il bimbo. I nomi non possono essere più di tre.
In tal caso l'ufficiale di stato civile al comune rilascia questi tre certificati che hanno una validità illimitata:
1. il certificato di nascita, ove sono indicate le generalità dell’interessato;
2. l’estratto per riassunto è un atto che si differenzia dal certificato per una maggiore completezza in quanto è completo delle annotazioni. Tutte le modifiche o le integrazioni avvenute a seguito delle annotazioni dovranno essere riportate nell’estratto per riassunto (apertura di tutela, nomina di tutore o curatore, matrimonio, divorzio, cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario, interdizione, acquisto o perdita della cittadinanza italiana, morte presunta, morte). Inoltre possono essere indicate la paternità e la maternità, su richiesta dell’interessato ed al fine di esercitare diritti o doveri derivanti dallo stato di legittimità o di filiazione. 
3. l’estratto per copia integrale consiste nella vera e propria riproduzione per intero dell’atto originale. L’estratto per copia integrale deve contenere l’attestazione, da parte di chi lo rilascia, che la copia è conforme all’originale.
3. L’iscrizione all’anagrafe tributaria
Permette di ottenere il rilascio del codice fiscale del neonato che, a sua volta, è indispensabile per iscrivere il bambino al Servizio Sanitario e scegliere il pediatra.
DOVE E QUANDO
Può essere effettuata in qualsiasi momento dopo la denuncia di nascita, presso l’Ufficio Entrate di zona o presso gli uffici del Comune dove è stato registrato il bambino. Il rilascio del codice fiscale è immediato. In alcuni comuni, l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria avviene automaticamente con la dichiarazione di nascita: l’Ufficiale di Stato Civile comunica i dati del bambino all’Anagrafe Tributaria, che spedisce il codice fiscale a casa del piccolo entro pochi giorni. Da gennaio del 2004 al bambino viene inviata una tessera plastificata che riporta il codice fiscale e funge anche da tessera sanitaria nazionale e tessera sanitaria europea: dà accesso gratuito alle prestazioni necessarie sul territorio nazionale italiano e su quello dei Paesi dell’UE. Non sostituisce, però, l’iscrizione al Servizio Sanitario, da effettuare presso la ASL di residenza, e il libretto sanitario.
CHI
Dove l’iscrizione non è automatica, può effettuarla uno dei genitori o un loro incaricato.
QUALI DOCUMENTI SERVONO
Il certificato di nascita del bebè, rilasciato dall’Ufficiale di Stato Civile al momento della dichiarazione di nascita, o un’autocertificazione della nascita firmata da un genitore.
Iscrizione al servizio sanitario e scelta del pediatra
Serve a ottenere il rilascio del libretto sanitario del bambino e gli dà diritto all’assistenza del pediatra.
DOVE E QUANDO
Può essere effettuata in qualunque momento dopo l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria, presso gli uffici della ASL di residenza del bambino.
CHI
Da uno dei genitori o da un loro incaricato.
QUALI DOCUMENTI SERVONO
Il certificato di nascita o l’autocertificazione firmata da uno dei genitori e il codice fiscale del bambino.
LA SCELTA DEL PEDIATRA
In questa occasione, i genitori scelgono il pediatra che seguirà il loro bambino, I pediatri sono infatti impegnati nella prevenzione, cura e riabilitazione dei bambini e dei ragazzi tra 0 e 14 anni.
Il pediatra è obbligatorio per i bambini fino ai 6 anni; per i bambini tra i 6 e 14 anni la scelta può essere tra pediatra e medico di famiglia. Al compimento dei 14 anni, la revoca è automatica. Il rapporto tra il Pediatra e il Ssn è regolato da Accordi nazionali e regionali.
Si può richiedere il mantenimento della scelta fino a 16 anni di età, soltanto per documentate patologie croniche o situazioni di handicap.
Poi il bambino passa automaticamente al medico dell' adulto altrimenti detto medico di famiglia.
inoltre avranno La Tessera Sanitaria Nazionale e la Carta Regionale dei Servizi

Dal gennaio 2004, tutti i nuovi nati italiani o residenti in Italia ricevono, entro 12 giorni dall’iscrizione all’Anagrafe Tributaria, un tesserino plastificato con i dati anagrafici e il codice fiscale. È la tessera sanitaria nazionale, che garantisce al bimbo il diritto di accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario e a eventuali cure mediche necessarie se viaggia in un Paese dell’Unione Europea (sostituisce il vecchio modulo E111).
Muniti della tessera sanitaria nazionale, i genitori devono poi iscrivere il piccolo al Servizio Sanitario Regionale, rivolgendosi alla ASL di zona, scegliendo un pediatra tra quelli disponibili negli elenchi e ritirando il libretto sanitario, che dovrà essere esibito ogni volta che vengono prenotati esami o prestazioni mediche.
Negli ultimi anni, in alcune Regioni come la Lombardia sono state attivate le carte regionali dei servizi, tessere plastificate con un microchip, che coprono la funzione sia di tessera sanitaria nazionale, sia di libretto sanitario e offrono numerosi altri servizi: permettono al medico o al pediatra di famiglia e ai sanitari del pronto soccorso di accedere immediatamente alla cartella clinica del paziente; consentono al cittadino di cambiare medico o pediatra e prenotare esami e prestazioni direttamente dal computer di casa, se attrezzato con un opportuno lettore, oppure da una farmacia convenzionata con il sistema informatico. Le modalità per ottenere queste carte cambiano da Regione a Regione, disponibili nel registro della loro ASL di residenza.

Il  battesimo di solito si fa nei primi due mesi dalla nascita in tale occasione si sceglie una madrina o un padrino indifferentemente dal sesso del piccolo battezzando, e con questi  e il parroco si fa un corso di preparazione al battesimo 2/3 lezioni. In tale occasione si fa la lista di battesimo per i regali in un negozio a scelta dei genitori ed i confetti azzurri per i maschietti e rosa per le femminucce.


I buchi alle orecchie specialmente se è femmina: queste tradizioni medievali solo per togliere lo sfizio alle mamme di vederle graziose con gli orecchini sono ormai obsolete. I bimbi piccoli si fanno male e può anche darsi che non li voglia affatto. Consiglio lasciamo che crescono e scelgano loro quando fare i fatidici fori ai lobi delle orecchie.

Il bagnetto Per le prime due settimane di vita è consigliabile evitare il bagnetto al neonato.  In queste fasi è preferibile lavarlo accuratamente, ma senza bagnare il moncone del cordone ombelicale da cui si originerà l’ombelico. Bisogna, infatti, attenderne la caduta, che avviene in genere intorno ai 10-15 giorni di vita. Il bagnetto al neonato è controindicato perché l’acqua ostacola la cicatrizzazione dei tessuti e potrebbe così ritardarne la caduta o favorire la comparsa di un’infezione. Si può allora lavarlo sotto l’acqua corrente sfruttando direttamente il getto del rubinetto (sulle varie parti del corpo, come sederino, piedini e gambe) con acqua tiepida. In attesa che arrivi il momento di fare il bagnetto al neonato, può essere utile usare un detergente oleoso specifico per neonati da applicare con un batuffolo di cotone da buttare dopo l’uso. Per il neonato, è soprattutto un momento ludico. Per il bebè sono da preferire le apposite vaschette di materiale plastico, non solo più comode per mamma e piccolo ma anche più facilmente lavabili e disinfettabili, allo scopo di garantire igiene e sicurezza. La temperatura dell’acqua deve essere intorno ai 37° C, come quella del corpo, da misurare con gli appositi termometri da bagno, mentre quella della stanza non dovrebbe mai scendere al di sotto dei 20° C. Nell’acqua va disciolto un detergente oleoso o cremoso anallergico e specifico per bimbi piccoli La pelle del neonato è molto fragile: le fibre di collagene ed elastina, che danno sostegno e forza alla cute, sono poco sviluppate e manca del tutto il film idrolipidico, quello strato di grasso che difende dalle aggressioni esterne. Molto sottile e poco protetta, tende a inaridirsi e a irritarsi con facilità. Per questo vanno usati i detergenti specifici dalle formule super-delicate. Non esiste un’ora specifica e valida per tutti per il bagnetto: in genere, è preferibile la sera, prima dell’ultima poppata, perché il bimbo si rilassa e si addormenta con maggior facilità. Fare il bagnetto è un’esperienza in genere molto gradita al piccolo ma deve durare lo stretto necessario, non più di dieci minuti, allo scopo di limitare eventuali possibili desquamazioni della pelle. Quando si immerge il bebè nell’acqua occorre sempre sostenere con una mano il collo e la testa del piccolo, poiché non è ancora in grado di farlo da solo. Con l’altra mano si può lavare il pancino, i piedini e le gambine. Con una spugna imbevuta di acqua e detergente, è bene massaggiare con delicatezza la testa, facendo attenzione a non far colare l’acqua negli occhi. Per ultimo, è bene girare il piccolo, facendogli appoggiare il pancino sul proprio avambraccio e con l’altra mano lavargli la schiena.

come cambiare il pannolino al neonato: maglietta intima o body, calzini), un telo pulito e asciutto, crema protettiva, acqua, detergente e dischetti di cotone (o salviettine inumidite, se l’acqua non è disponibile).
2- Lavarsi bene le mani prima di iniziare il cambio del pannolino.
3- Stendere l’asciugamano sul fasciatoio e adagiare il bambino disteso a pancia in su.
4- Svestire il bambino, sfilando la tutina dalle gambe; sollevarla e ripiegarla all’indietro. Slacciare il pannolino sporco, senza toglierlo, se il bambino si è scaricato, usare lo stesso pannolino per rimuovere la parte più consistente delle feci, ripiegare il pannolino sotto il sederino e sfilarlo.
5- Pulire accuratamente la zona genitale con i dischetti di cotone imbevuti di acqua tiepida o sotto l’acqua corrente, con sapone neutro, lungo le pieghe inguinali.
6- Nelle femmine, procedere con movimenti dall’avanti all’indietro (per non contaminare l’area con i germi intestinali presenti nelle feci), ricordandosi di detergere anche la zona vulvare, tra le grandi e piccole labbra.
7- Nei maschi che presentano ancora la parte terminale del pene coperta da una sottile pellicina (prepuzio), lavare solo la zona esterna. Nei bimbi più grandicelli, abbassare delicatamente il prepuzio e lavare anche la punta del pene, per rimuovere eventuali depositi di smegma (una sostanza secreta dai genitali, mischiata a cellule cutanee, sebo e materiali umidi provenienti dalle urine).
8- Asciugare con cura tutta l’area, facendo attenzione alle pieghe, perché l’umidità può causare macerazione e quindi irritazioni cutanee.
9- Applicare un velo di pasta protettiva per evitare gli arrossamenti e la comparsa di eritema da pannolino, dovuto al contatto con feci e urine.
10- Procedere al cambio del pannolino: aprirlo, infilarlo sotto il sederino, far passare la parte anteriore tra le cosce e allacciarlo sul davanti, senza stringere troppo. 

disinfettare e favorire la caduta del moncone Per favorire la caduta del moncone ombelicale ed evitare la comparsa di infezioni è necessario medicarlo almeno due volte al giorno con garze sterili imbevute di alcool denaturato o di mercuro-cromo. L'obiettivo è quello di favorire la disidratazione e di conseguenza la mummificazione (cioè il processo di essiccamento) del cordone per accelerarne la caduta. Per la disinfezione del funicolo si procede nel modo seguente: prendere con delicatezza l'estremità libera del moncone aiutandosi con una garza sterile asciutta; detergere l'attaccatura del cordone con una garza imbevuta di alcool o di mercuro-cromo; dopo aver tamponato l'inserzione del funicolo, avvolgere il moncone in una garza sterile imbevuta di alcool, facendo diversi giri. Non abbiate paura di causare bruciori al bebè poiché il moncone non è innervato e di conseguenza è privo di sensibilità. Può capitare che il neonato pianga durante la medicazione non per effetto del disinfettante o del dolore, ma solo perché infastidito dal contatto con l'alcool, che è freddo; fissare la fasciatura con una retina elastica tubolare (in vendita in farmacia o nei supermercati), che si infila con facilità dalle gambe attorno all'addome del piccolo. Non usare cerotti che possono irritare la pelle delicata del neonato. È necessario ripetere la medicazione ogni qualvolta si cambia il pannolino, se la garza si bagna di pipì. Una volta caduto(solitamente dopo una - due settimane dal parto) il moncone (che al momento della separazione è costituito da un moncherino nero, di consistenza duro-lignea), occorre continuare le medicazioni ancora per alcuni giorni applicando una garza sterile imbevuta di alcool o di mercuro-cromo sull'ombelico, fissandola successivamente con una garza elastica. Non è infrequente osservare sulla ferita ombelicale la presenza di scarse tracce siero-ematiche o di crosticine che vanno allontanate con l'impiego di un disinfettante locale. Una volta che l'ombelico si è ben chiuso e cicatrizzato, la crosta si stacca spontaneamente: è possibile allora sospendere le medicazioni, ma è meglio aspettare ancora 2-3 giorni prima di fare il primo bagnetto.

LA FONTANELLA: La testa del neonato è senz'altro una delle parti del suo corpo più delicate: alla nascita, le ossa del cranio del neonato non sono ancora saldate e risultano più morbide e flessibili rispetto a quelle degli adulti. Lo sviluppo della scatola cranica infatti si completa solo dopo la nascita, durante il primo anno di vita del bambino. Nel cranio, le ossa sono separate da una linea chiamata sutura; nel punto in cui si incontrano due o più suture si crea uno spazio, chiamato fontanella, costituito da una membrana fibrosa flessibile e resistente. Le fontanelle sono importantissime perchè danno alla testa del bambino la necessaria elesticità per attraversare il canale del parto e, nel corso del primo anno di vita del bambino, la loro flessibilità permette al cervello di avere tutto lo spazio necessario per svilupparsi. Il numero delle fontanelle può variare da sei a otto, ma quelle più importanti per grandezza sono due, entrambe poste lungo la linea mediana del cranio:
* la fontanella anteriore: ha una forma romboidale di circa 5 centimetri di larghezza ed è facile da individuare al tatto. Si trova alla sommità della testa in corrispondenza della giunzione delle suture sagittale e coronale; si chiude generalmente intorno al 18° mese di vita del bambino.
*la fontanella posteriore: ha una forma triangolare ed è più piccola rispetto alla fontanella anteriore (1,5 centimetri), perciò un po' più difficile da individuare. Si trova nella parte posteriore della testa, tra le ossa occipitali e parietali e si chiude intorno alla 6°-8° settimana di vita.
Fino a quando le fontanelle non si saldano completamente, è necessario trattare con cautela ed attenzione la testa del bambino. Tuttavia c'è da dire che, come tessuti flessibili e resistenti, le fontanelle rendono il cranio di un bambino capace di attutire meglio gli eventuali colpi alla testa rispetto al cranio di un adulto. Per questo motivo non bisogna avere troppa paura di toccare la testa del piccolo, o di lavarlo e pettinarlo nei momenti dedicati alle cure quotidiane. 
Nei bambini con pochi capelli si può notare che la fontanella anteriore pulsa sporadicamente e ciò è del tutto normale. Le fontanelle vanno tenute sotto controllo perchè il loro stato e le dimensioni, in particolare di quella anteriore, possono essere indicative dello stato di salute del bambino. Per questo motivo le fontanelle vengono controllate periodicamente dal pediatra fino alla loro completa chiusura. 
Se la fontanella anteriore appare abbassata quando il bambino ha la febbre o fa molto caldo c'è il rischio che il piccolo sia disidratato e abbia quindi bisogno di bere più liquidi. 
Nel caso in cui la fontanella apparisse tesa e dura è necessario rivolgersi immediatamente al pediatra perchè questo potrebbe essere il segnale di una patologia cranica anche molto seria. Talvolta la chiusura precoce o tardiva della fontanella anteriore può segnalare un problema di salute del bambino. 
A questo proposito c'è da dire che se la circonferenza del capo del piccolo cresce entro i limiti normali e se il suo sviluppo psicomotorio procede correttamente una chiusura che non avviene entro i tempi medi non deve preoccupare eccessivamente, anche se è sempre bene rivolgersi al pediatra. In alcuni casi, la chiusura troppo precoce della fontanella anteriore può compromettere il normale accrescimento del cranio provocando una patologia che prende il nome di craniostenosi, per la quale in genere risulta necessario intervenire chirurgicamente. Una chiusura eccessivamente tardiva potrebbe invece essere il segnale di carenze particolari, come ad esempio di vitamina D) o di patologie anche molto gravi come
* l'idrocefalia, ossia un aumento del liquido e quindi della pressione endocranica, che causa un aumento abnorme delle dimensioni del cranio,
* il rachitismo, cioè una insufficiente calcificazione delle ossa che può provocare cedevolezza o deformità delle ossa stesse, da verificare mediante esami del sangue;
* la disostosi cleido-cranica una malattia congenita rara, in cui la malformazione riguarda anche la clavicola.

la visita endocrinologica pediatrica l'endocrinologo si occupa degli ormoni egli monitora il bambino nella crescita staturale e nel peso.

i vaccini
Ecco il calendario delle vaccinazioni offerte attivamente e gratuitamente a tutta la popolazione.
Vaccino
Nascita
3° mese
5° mese
6° mese
11° mese
13° mese
15° mese
5-6 anni
11-18 anni
> 65 anni
Ogni 10 anni
Difterite-Tetano-Pertosse

DTPa
DTPa
DTPa

DTPa1
dTpa

dT2
Poliomielite

IPV
IPV
IPV

IPV



Epatite B
HBV3
HBV
HBV
HBV





Haemophilus
Influenzae b

Hib
Hib
Hib





Morbillo-Parotite-Rosolia





MPR
MPR
MPR4


Pneumococco

PCV
PCV
PCV





Meningococco C





Men C5

Men C5


Infezione papillomavirus umano








HPV6 (2 o 3 dosi)


Influenza









Influenza

Varicella








Var7 (2 dosi)


Meningite B

Men B

Men B

Men B
Men B




·         Meningite C





Men C
Men C

Dai 12 anni in poi 1 dose


·         Epatite A






Hpv A

Hpv A
Dai 50 in poi Hpv A

·         Erpes Zoster









Dai 64 in poi

·         rortariovirus

Dai 3 ai 7 mesi








         
·         3° mese si intende dal 61° giorno di vita
·         5-6 anni si intende dal 5° compleanno (5 anni e 1 giorno) ai 6 anni e 364 giorni(7° compleanno)
·         12° anno si intende da 11 anni e 1 giorno (11° compleanno) fino a 11 anni e 364 giorni (12° compleanno)
·         11-18 anni si intende da 11 anni e un giorno (11° compleanno) fino ai 17 anni e 364 giorni (18° compleanno)
 Note 
1.    Dopo il compimento dei 7 anni è necessario utilizzare la formulazione con vaccino antidifto-tetanico-pertossico acellulare di tipo adolescenziale-adulto (dTpa).
2.    Gli adulti con anamnesi incerta per il ciclo primario di vaccinazione con dT devono iniziare o completare la vaccinazione primaria. Un ciclo primario per adulti è composto da 2 dosi di vaccino contenente tetano e difterite (dT) e una terza dose con vaccino dTpa. Le prime 2 dosi devono essere somministrate a distanza di almeno 4 settimane l’una dall’altra e la terza dose 6-12 mesi dopo la seconda. I successivi richiami devono essere effettuati ogni 10 anni (a partire dal completamento della serie primaria) e almeno una delle dosi booster di vaccino dT dovrebbe essere rimpiazzata da 1 dose di vaccino dTpa.
3.    Per i bambini nati da madri positive per HBsAg: somministrare entro le prime 12-24 ore di vita, contemporaneamente alle immunoglobuline specifiche antiepatite B, la prima dose di vaccino anti-HBV; il ciclo andrà completato con una seconda dose a distanza di 4 settimane dalla prima, con una terza dose dopo il compimento della ottava settimana e con la quarta dose in un periodo compreso tra l'undicesimo e il dodicesimo mese di vita, anche in concomitanza con le altre vaccinazioni.
4.    In riferimento ai focolai epidemici in corso, si ritiene opportuno, oltre al recupero dei soggetti suscettibili in questa fascia d’età (catch up) anche una ricerca attiva ed immunizzazione dei soggetti conviventi/contatto, non vaccinati (mop up).
5.    Dose singola. La somministrazione a 11-18 anni va considerata nei soggetti non vaccinati nell’infanzia.
6.    Per entrambi i vaccini il numero di dosi dipende dall’età del soggetto. Per il sesso femminile, nel corso del 12° anno di vita, si segue lo schema a 2 dosi: vaccino bivalente (contro i genotipi 16 e 18 di HPV) e vaccino quadrivalente (contro i genotipi 6, 11, 16 e 18 di HPV): 0 e 6 mesi. Il vaccino quadrivalente può essere somministrato anche secondo una schedula a 3 dosi (0, 2, 6 mesi: la seconda dose ad almeno 1 mese dalla prima dose e la terza dose almeno 3 mesi dopo la seconda dose; le 3 dosi devono essere somministrate entro un periodo di 1 anno.

7.    Nei soggetti anamnesticamente negativi e non precedentemente vaccinati è prevista la somministrazione di due dosi a distanza di un mese l’una dall’altra.

Le risorse endogene che attiva il cucciolo e la madre alla nascita sono:
L’imprinting, Konrad Lorenz (gli studi etologici di Lorenz che dimostravano come i piccoli di anatroccolo, privati della figura materna naturale, seguivano un essere umano o qualsiasi altro oggetto, nei confronti del quale sviluppavano un forte legame che andava oltre la semplice richiesta di nutrizione, dato che questo tipo di animale si nutre autonomamente di insetti): essa è una particolare modalità di apprendimento che può avvenire solo nelle prime ore (entro le 36 ore circa) dopo la nascita. Si tratta di una registrazione cerebrale della prima immagine vista dal bambino alla nascita e delle percezioni sensoriali; 
 Il bonding di Bowlby: fu Harlow che fece delle ricerche con due modelli artificiali di mamma di scimpanzè, precisamente con i macachi Rhesus, per la salute emotiva e la sopravvivenza fisica fornendo a Bowlby il fondamento scientifico che egli riteneva necessario per aggiornare la teoria psicoanalitica. I piccoli di scimmia venivano messi a confronto con una “madre fantoccio” fatta di freddo metallo alla quale era attaccato un biberon e con un’altra “madre fantoccio” senza biberon, ma coperta di una stoffa morbida, spugnosa e pelosa. Le piccole scimmie mostrarono una chiara preferenza per la madre “pelosa” passando fino a diciotto ore al giorno attaccate ad essa (come avrebbero fatto con le loro madri reali anche se erano nutrite esclusivamente dalla madre fantoccio “allattante”. La scimmiotta andava dalla madre con il poppatoio solo per nutrirsi, mentre mostrava un atteggiamento di attaccamento nei confronti dell’ altra madre pelosa e morbida, figura in grado di dare calore e morbidezza. Inoltre, quando veniva introdotto un oggetto minaccioso nella gabbia, la scimmia cercava protezione e sicurezza dalla madre di pezza. I coniugi Kennel e Klaus fecero ricerche sui bambini: essi definiscono il "bonding" come “la relazione unica tra due individui, specifica e perseverante nel tempo”, l'abbraccio, il bacio e lo sguardo, quali indici di attaccamento in via di evoluzione, quindi:
·         nella madre e nel padre si sviluppa attraverso: le tenerezze: il vezzeggiare, baciare, coccolare, guardare.
·          
i             I  cinque sensi:
n       nel bambino si sviluppa attraverso i 5 sensi di cui alla nascita è già dotato: la vista, l'udito, l'odorato, tatto e gusto: 
·         bambino vede nel primo mese, “Il primo sguardo non si scorda mai”, il primo sguardo della madre e del padre col bambino dovrebbe avvenire entro le prime due ore in modo tale che la madre si sentirebbe rassicurata e non rischierebbe un baby blues e il bambino non si sentirebbe spaesato rischiando di divenire un piagnucolone, tale periodo è definito"periodo sensibile", gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm, che è esattamente la distanza che c’è tra il viso della mamma e del bambino tenuto in braccio; inoltre è attratto dai contrasti e mette a fuoco cose rotonde e scure, (come il capezzolo della mamma e gli occhi). Invece, dai quattro ai sei mesi, il bambino sviluppa completamente la vista ed è capace di seguire il moto degli oggetti in qualsiasi direzione. 
·          Già da prima della nascita ha uno spiccato udito, Il bambino riconosce la voce della mamma, la mamma riconosce il pianto del suo bambino. Il bambino è attratto da suoni ritmici come quelli dei carillon ed è infastidito da rumori particolarmente forti e acuti; nello stesso tempo, la mancanza di rumori può renderlo nervoso e piangere;
·         la mamma e il bambino si riconoscono dall’odore; 
·         Anche il tatto è estremamente sviluppato sin dalla nascita, il neonato non è in grado di auto-termoregolarsi, quindi la temperatura corporea della mamma è la temperatura ideale per mantenere quella del piccolo, il bambino si sente al sicuro tra le braccia della madre. 
·         Il riflesso di suzione che consente al neonato di attaccarsi alla tettarella del biberon o al seno della madre e di nutrirsi del latte materno”. Egli è capace di distinguere benissimo i quattro sapori base: amaro, dolce, salato e acido. Ciò conferma la sua predisposizione ad un’alimentazione a base di latte e la nostra tendenza da adulti a "coccolarci" con qualcosa di dolce quando siamo tristi o in preda dello sconforto, il sapore dolce nutre e rassicura.


Diventar neo papà: Sempre più spesso si parla di invidia del padre, i padri oggi cercano di vivere il più possibile l’esperienza vicino alla propria compagna perché invidiano l’esperienza della gravidanza della moglie. In proposito ci sono tesi diverse da come è considerato il padre: la Klein sostenne che: il diventar padre riattiverebbe nell’uomo le dinamiche edipiche, ovvero la trasformazione della propria moglie in madre, porta alla fantasia di aver dato, alla propria madre, un figlio. Spitz: considera il padre, il primo estraneo. Mahler: ne rileva gli aspetti positivi, il padre è colui che aiuta il bambino nel processo di individuazione e separazione dalla madre. M. Renna sostiene che: i padri, oggi sono perfetti sostituti materni.

Diventar neo mamma o puerpera: Il puerperio è il periodo della madre compreso fra il parto e la ripresa della normale attività ovarica ed ha una durata approssimativa di sei settimane o 1 mese e mezzo. Dopo due settimane dal parto compaiono delle perdite molto simili ad una mestruazione; in realtà queste perdite sono i lochi, frammenti di rivestimento uterino e sangue che vengono espulse dall’utero.
I lochi non vanno confusi con l’inizio delle mestruazioni: le perdite genitali o ematiche possono durare più del normale (8-10 giorni) ed essere particolarmente abbondanti
e cambiano colore e consistenza nel tempo, dal rosso vivo al biancastro.
La prima vera mestruazione dopo la gravidanza, detta capoparto, compare dopo circa quaranta giorni dalla nascita del bimbo.
 Da un punto di vista pedagogico essere neomamma o puerpera può temporaneamente mettere in ombra la parte più sensuale di una donna, raffreddando in parte o completamente la sfera intima della coppia. A ciò si aggiungono le modificazioni fisiche che inevitabilmente fanno si che la neomamma si percepisca come meno attraente, oltre che meno interessata alla sessualità. A volte, invece, capita che il suo desiderio di fisicità, ora espresso in modo più tenero, sia sufficientemente appagato dall’accudimento del bambino. Si viene a creare così un rapporto d’ipercuria nella diade tra madre e bambino, dove il padre potrebbe esserne escluso e sentirsi inadeguato. Il nervosismo che caratterizza le prime settimane dopo il parto, dovuto alla necessità di ritrovare nuovi ritmi in funzione del neonato (es. sonno, pappe, nuovi impegni, timori di inadeguatezza, ecc), può ripercuotersi sul rapporto di coppia. Il partner deve essere paziente e assecondare la volontà e il desiderio sessuale della compagna. Non deve procurarle ansie, nel caso in cui i primi rapporti dovessero provocare "fastidio". Gli organi genitali devono riprendersi dallo stress del parto, cosa che avviene in tempi brevi ma variabili da donna a donna. Entrambi devono impegnarsi a cercare la complicità, devono aiutarsi e condividere gioie e fatiche di questo primo periodo. Sdrammatizzare, ogni tanto, prendendosi un po’ in giro è più efficace del crearsi falsi problemi, lasciando che il tempo gradualmente riporti tutto ad una nuova normalità.




Il periodo dell'infanzia dura all'incirca dagli 0 ai 10 anni,  
Solitamente viene fatta anche una distinzione tra vari periodi dell'infanzia:
neonato: dalla nascita 0 giorni ai 3 mesi;
Prima infanzia: dai 3 mesi ai 3 anni;
Seconda infanzia: dai 3 ai 6 anni; 
Terza infanzia: dai 6 ai 10 anni. 


 Quando il bambino viene al mondo, la mente, è quasi totalmente priva di influenze e condizionamenti, difatti, reagisce secondo schemi precostituiti. Durante la crescita la mente passa attraverso tre fasi:

 1. Fase sensoriale: il bambino non è in grado di distinguere il negativo dal positivo;si avverte la gioia e il piacere ma no si riesce a definirli

 2. Fase percettiva: è in grado di riconoscere il significato del piacere e della sofferenza ma non di identificarne la fonte;

 3. fase riflessiva: è in grado di identificare la fonte buona o cattiva ovvero il genitore buono o cattivo.

La nostra mente può essere paragonata a un dischetto vergine, che, vien scritto, man mano che i genitori, i docenti, il gruppo dei pari, la società, il mondo intero, ci forniscono informazioni.E' curioso sapere che se mentre la mamma dà la pappina al poppante facendo una smorfia di disgusto il bambino recepisce questa smorfia cnv e da grande associerà inconsciamente a quella smorfia quel dato cibo che non gli piacerà.

 Il neonato: è il bambino dalla nascita (0 giorni) fino ai tre mesi, S. Freud: riteneva che il legame tra madre e bambino fosse di tipo secondario, ovvero il b. aveva bisogno prima di soddisfare la fame e poi il legame affettivo con la madre. Secondo la teoria pulsionale”il b. come l’uomo è guidato da due istinti:
1 dall’istinto di vita o sopravvivenza/procreazione sessuale Eros che è scaricata dall’energia della libido.
2 l’istinto di morte aggressivo Thanatos che è scaricata dall’energia destrudo (o destrado). Ambedue hanno un origine uno scopo e un oggetto:
 origine: sta nelle motivazioni alla ricerca sessuale esso si trova nelle gonadi (ovaie nell’addome per le donne e testicoli nello scroto negli uomini). Questi meccanismi attivano una pulsione creando una situazione spiacevole.
scopo:di ogni pulsione è quello di ridurre la tensione. 
oggetto: grazie al quale possono ridurre lo stato di bisogno e di tensione altrimenti essi diventano tesi, infelici e ansiosi.
Ad es. origine la fame aumenta, scopo trovare il cibo: il bimbo piange vuole mangiare, l’oggetto il cibo per il b. il latte. Soddisfazione avvenuta, il bimbo si addormenta.
L’uomo è un essere sociale e non può scaricare le sue pulsioni attraverso le energie in ogni momento allora impara a sublimare ovvero trova un oggetto sostitutivo per soddisfare la sua pulsione che deve essere socialmente accettabile: ad es. istinto il b. si succhia il pollice se il capezzolo della madre non è disponibile,  l’adulto da un calcio ad un oggetto se è arrabbiato con una persona perché non può ucciderlo, Bowlby, invece, riteneva che l’affetto tra madre e bambino fosse di tipo primario, derivante dal concetto di responsivita'(stimolo-risposta) bisogno di contatto e di conforto.  Winnicott sottolineò dei punti: alla nascita esiste una diade madre bambino, il ruolo dell’ambiente sullo sviluppo del bambino, l'’holding o contenimento  (tenere in braccio) e  l'’handling: il manipolare durante le cure quotidiane.
 Madre buona/madre cattiva; seno buono/seno cattivo, il presentare gli oggetti transizionali, produce il senso della realtà condivisa.
Il quadro ci permette di raffigurare questo rapporto madre bambino, e l’adattamento della madre a questo nuovo ambiente. Una madre sufficientemente buona è la madre le cui cure sono in grado di proteggere l’immaturità del bambino e di non farlo cadere preda di angosce insostenibili, attraverso un continuo contenimento della sua fragilità e della sua non integrazione iniziale, facilitando così il suo sviluppo e facendogli sentire continuità nella propria esperienza esistenziale. Se viceversa la madre non è sufficientemente buona diviene un problema serio per il b. perché non gli fornisce quell’ambiente holding del quale il b. piccolo ha bisogno Se il b. avverte un bisogno e non è soddisfatto, il b si sente rifiutato, avverte delle pressioni e scivola nel going on being (continuare ad essere) ovvero la madre insegna al b. a scendere a patti con il mondo e non da la possibilità al b. di estendere il suo sé distruggendo la sua creatività, è in questo modo che si forma il falso Sé.  Il falso sé è un Sé privo di energia soggettiva, fatto di accondiscendenze, non creativo, senza spinta. Il Falso Sé viene quindi a configurarsi come una patologia legata ad un deficit presente nell'ambiente del bambino, ad una carenza nelle cure materne.  Al contrario, il Vero Sé è quello nato dal normale superamento dell'onnipotenza soggettiva, la quale rimane come base del vero nucleo della personalità.
La klein(0-4 mesi) sostiene che l’oggetto parziale fase schizoparanoide, nei primi giorni di vita il bambino vive in simbiosi con la madre e non distingue il proprio corpo dal suo. Le relazioni oggettuali a questo livello sono esclusivamente intrapsichiche. Il bambino, percepisce il seno materno come parziale a sé, cioè come prolungamento di sé stesso, e come "parziale" rispetto alla madre, un oggetto cioè dotato di caratteristiche proprie ed onnipotenti. Per il lattante, l'oggetto è rappresentato dal Seno/Madre: quando il Seno/Madre è presente, nutre e protegge il bambino, questo ultimo lo vive come oggetto " Buono "quando il Seno/Madre è assente e il bambino soffre per la fame e la sete, lo vive come oggetto " Cattivo " che lo fa star male. Secondo la Klein, il bambino non si rende conto che si tratta dello stesso oggetto, cioè di una sola persona o madre, bensì di due oggetti completamente diversi:  1. Al seno O. Buono,nel quale il bambino vive pienamente, ed è compenetrato in modo intenso, dalla Pulsione di Vita . 2. Al seno oggetto cattivo si associa la Pulsione di Morte che aggredisce il bambino dall'interno: Il bambino ha fantasie aggressive e distruttive nel suoi riguardi, e ciò senza alcuna remora o freno inibitorio, dato che si sente ingiustamente e pericolosamente minacciato nella sua stessa essenza vitale, tali fantasie sono permeate, meglio dire " infarcite ", da sentimenti di rabbia, rancore, odio e vendetta. La relazione oggettuale, quindi, è l’interazione tra le pulsioni e gli oggetti parziali e totali. Avviene principalmente a livello fantasmatico e anche nella vita adulta la relazione con gli oggetti totali verrà sempre condizionata dalla modalità con la quale si è vissuta la relazione con gli oggetti parziali.
2. Fra i 6 e i 9 mesi la Klein individua la posizione depressiva: il b. si comincia a vedere separato dalla madre e vede l’oggetto totale il seno (buono cattivo) in un'unica persona è depresso, perché voleva distruggere ciò, che invece gli da vita. Ciò gli porta ad avere consapevolezza di sé e dell’altro, quindi la “madre diversa da me”. 



l' oggetto transizionale  di Winnicott rappresenta la realtà che non è ne esterna ne interna ma si trova nel mezzo, Winnicott usa molti termini per riferirsi a questa dimensione : terza area, area intermedia, spazio potenziale, luogo di riposo e sede dell’esperienza culturale. Il bambino usa l’oggetto transizionale (tra gli 8 12 mesi quando si affaccia alla posizione depressiva e inizia a vedersi separato dalla madre), quando comincia a differenziare tra Me e Non-me, passando dalla dipendenza assoluta allo stadio della dipendenza relativa. Questo necessario percorso evolutivo conduce all’uso dell’illusione, all’uso del simbolo e all’uso dell’oggetto. Molte altre cose importanti includono : la natura dell’oggetto, la capacità del bambino di riconoscere un oggetto come Non-me, il posto dell’oggetto-all’interno, all’esterno, al limite, la capacità del bambino di creare,pensare,inventare, dare origine e produrre un oggetto, l’avvio di un rapporto ad oggetto di tipo affettuoso. L’oggetto esterno che il bambino adotta è il suo primo possesso. Esso è un simbolo del percorso che il bambino sta facendo a partire dall’esperienza dell’adattamento delle madre dei suoi bisogni nel periodo della dipendenza assoluta al periodo della dipendenza relativa quando comincia a prendere in considerazione sua madre non come se stesso e si rende conto che, per così dire, deve cominciare a “camminare da solo”. Così, l’oggetto esterno significa che il bambino è in grado di creare ciò di cui ha bisogno ; ecco perché l’oggetto transizionale è il primo possesso del bambino : l’oggetto veramente gli appartiene,perché il bambino lo ha creato. Ciascun bambino trova il suo modo particolare per creare il suo primo possesso. L’oggetto transizionale deve essere un oggetto reale; un pupazzo o un gioco di solito i maschietti preferiscono qualcosa di duro mentre le femminucce qualcosa di morbido  anche le stagioni sono importanti di solito i bambini nati nei mesi freddi preferiscono un oggetto freddo mentre quelli nati nei mesi estivi quelli caldi ,l'importante è che siano odorosi impregnati dell' odore della madre e del bambino stesso, guai a lavarli perderebbero d'importanza, essi acquisiscono un importanza vitale in quanto vengono a fungere da difesa nei momenti di sconforto in assenza della madre ed è una difesa contro la loro angoscia. I genitori capiscono per intuito l’importanza vitale di questi oggetti per il bambino; si rendono conto del suo valore e se lo portano dietro in viaggio. Sembra che i genitori sappiano che per il bambino l’oggetto transizionale è assolutamente parte di lui come la bocca ed il seno : i genitori verso questo oggetto hanno un rispetto persino maggiore nei confronti degli orsacchiotti, delle bambole e di giochi che presto seguiranno. Il suo destino è di essere gradatamente disinvestito, così che, nel corso degli anni non viene dimenticato e non viene rimpianto. Perde di significato, e ciò avviene perché il bambino ha imparato a distinguere tra me e non me e si affaccia ad altri fenomeni transizionali che si diffondono, si allargano all’intera area intermedia tra “realtà psichica interna” e “mondo esterno nel senso di ciò che viene condiviso da due persone”, cioè all’intero campo culturale. Oltre all' Oggetto abbiamo il fenomeno Transizionale esso può essere un gesto ripetuto un suono una parola che tranquillizza il bambino e si verifica come una routine quotidiana come una parola magica una particolare canzoncina preferita, una fiaba preferita che allevia l'angoscia del piccolo.


il legame d'attaccamento di Bowlby:
Da 0 a 2 mesi: si presentano comportamenti di segnalazione e di avvicinamento. Verso un mese. evocando negli altri un sorriso di rispecchiamento, per cui quanto più la madre risponde con un sorriso tanto più il bambino continuerà a sorridere. Stern (1985), considera lo sguardo reciproco tra madre e bambino come l’elemento chiave nello sviluppo del mondo interno del bambino. Bowlby fa un esplicito riferimento al concetto di holding elaborato da Winnicott (1971) il quale intendeva connotare con questo, non solo il sostegno fisico, ma anche l’intero sistema psicofisiologico di protezione, sostegno, cura e contenimento che circonda il bambino e senza il quale egli non sopravviverebbe né fisicamente, né emotivamente. Dal 3/6 mesi: diventa evidente come abbia inizio una relazione di attaccamento: il bambino discrimina di più mentre guarda, ascolta e reagisce differentemente alla voce di sua madre, piange in modo diverso se lei se ne va o se si allontanano altre persone, la saluta differentemente e comincia ad alzare le braccia verso di lei per essere preso in braccio. La madre ovviamente risponde a questi segnali e si stabilisce così un sistema reciproco di feedback e di emostasi, che porta ad una reciproca conoscenza, elemento centrale per una relazione di tipo sicuro.Tra i 6 e i 9 mesi il bambino è nella fase dell’iniziativa, il bambino dimostra col suo comportamento di aver interiorizzato la relazione con la figura di attaccamento e manifesta la paura dell’estraneo. Tra i 9 e i 12 mesi compaiono quelli che vengono definiti Modelli Rappresentativi Interni cioè strutture rappresentative di Sé e della relazione. In questa fase è possibile iniziare a osservare i pattern di attaccamento. Questi modelli operativi delle figure di attaccamento e di sé nella relazione riflettono la storia delle risposte genitoriali in termini di disponibilità, accessibilità e prontezza verso le richieste di sicurezza del bambino.

Attaccamento e dipendenza rimangono attivi lungo tutto il ciclo di vita, sebbene nella vita adulta non siano evidenti allo stesso modo che nei bambini piccoli. Bowlby vedeva nel matrimonio la manifestazione adulta dell’attaccamento. Egli evidenzia infatti come il rapporto tra coniugi costituisca una base sicura cui entrambi possono attingere nei momenti di difficoltà, e che consente ad entrambi di realizzarsi, anche promuovendo e lasciando spazio all’esplorazione, individuale e comune. 

Jean Piaget (1896 /1980) fondatore dell'epistemologia genetica, ovvero dello studio sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo. La teoria di Piaget sullo sviluppo cognitivo  dimostrò innanzitutto l'esistenza di una differenza qualitativa, tra le modalità di pensiero del bambino e quelle dell'adulto e, successivamente, che il concetto di capacità cognitiva, e quindi di intelligenza, è strettamente legato alla capacità di adattamento all'ambiente sociale e fisico. Ciò che spinge la persona a formare strutture mentali sempre più complesse e organizzate lungo lo sviluppo cognitivo è il fattore d'equilibrio, «una proprietà intrinseca e costitutiva della vita organica e mentale». Lo sviluppo ha quindi una origine individuale, e fattori esterni come l'ambiente e le interazioni sociali possono favorire o no lo sviluppo, ma non ne sono la causa Assimilazione e accomodamento Secondo Piaget, i due processi che caratterizzano l'adattamento sono l'assimilazione e l'accomodamento, che si avvicendano durante l'intero sviluppo cognitivo della persona, flessibile e plastico in gioventù, più rigido con l'avanzare dell'età.1. Assimilazione: consiste nell'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema comportamentale o cognitivo già acquisito. In pratica il bambino utilizza un oggetto per effettuare un'attività che fa già parte del suo repertorio motorio o decodifica un evento in base a elementi che gli sono già noti (per esempio il riflesso di prensione palmare porta il neonato a stringere nella mano oggetti nuovi).
2. Accomodamento: consiste nella modifica della struttura cognitiva o dello schema comportamentale per accogliere nuovi oggetti o eventi che fino a quel momento erano ignoti (nel caso del bambino precedente, se l'oggetto è difficile da afferrare dovrà per esempio modificare la modalità di presa).
I due processi si alternano alla costante ricerca di un equilibrio fluttuante (omeostasi) ovvero di una forma di controllo del mondo esterno. Quando una nuova informazione non risulta immediatamente interpretabile in base agli schemi esistenti il soggetto entra in uno stato di disequilibrio e cerca di trovare un nuovo equilibrio modificando i suoi schemi cognitivi incorporandovi le nuove conoscenze acquisite. La forma più evoluta di equilibrio cognitivo è quella che usa i sistemi logico-matematici. stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget distinzione degli stadi dello sviluppo cognitivo individuando 4 periodi fondamentali dello stesso, comuni a tutti gli individui e che si susseguono sempre nello stesso ordine.1. Stadio senso-motorio: Dalla nascita ai 2 anni circa. Come suggerisce il nome, il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e relazionarsi con ciò che lo circonda, evolvendo gradualmente dal sottostadio dei meri riflessi e dell'egocentrismo radicale (l'ambiente esterno e il proprio corpo non sono compresi come entità diverse) a quello dell'inizio della rappresentazione dell'oggetto e della simbolizzazione, passando attraverso periodi intermedi di utilizzazione di schemi di azione via via più complessi.. L'intenzionalità: per Piaget si ha intenzionalità quando il lattante comincia a differenziare il proprio corpo dagli oggetti esterni e agisce sulla realtà esterna in vista di uno scopo. Dagli 0 ai 2 anni il bambino acquisisce il senso della permanenza dell'Oggetto. Reazioni riflesse (primo mese)il bambino agisce attraverso schemi senso-motori rigidi innati.  Reazioni circolari primarie (o stadio dei primi adattamenti acquisiti): tra il secondo e il quarto mese di vita il bambino sviluppa le reazioni circolari primarie ovvero la ripetizione di un'azione casuale per ritrovarne gli effetti gradevoli. Il centro d'interesse per le azioni è il proprio corpo. L'esempio è la suzione del dito, trovandola piacevole il bambino la ripete per lunghi periodi. Reazioni circolari secondarie (o stadio del comportamento intenzionale): tra il quarto mese e l'ottavo mese il bambino orienta i suoi comportamenti verso l'ambiente esterno cercando di afferrare e muovere gli oggetti e osserva i risultati delle sue azioni (schemi di azione secondari). Agitando un sonaglio provoca dei rumori piacevoli e cerca di ripetere l'azione per riprodurre il suono, prolungando il piacere ricevutone. Anche in questo caso le azioni vengono scoperte casualmente. Una conquista importante di questo sottostadio è la coordinazione della visione con la prensione. Reazioni circolari differite (o stadio dell'attiva ricerca dell'oggetto): tra gli 8 e i 12 mesi si forma nella memoria l'esperienza senso-motoria, il bambino impara dalle sue azioni e quindi è in grado di anticiparne il risultato. Per esempio riprende un'azione su un oggetto dopo averla interrotta. È ancora presente l'errore A non B. In questo stadio il bambino inizia a comprendere la permanenza degli oggetti: negli stadi precedenti, se l'oggetto scompare dalla vista questo "non esiste", mentre adesso il bambino ricerca l'oggetto, sebbene non riesca ancora a ricostruire uno spostamento reso invisibile. In questo stadio compare l'intelligenza senso motorio. con la differenziazione tra mezzi e fini: uno schema motorio già acquisito (es. prendere un oggetto) può essere usato come mezzo per raggiungere un fine (es. spostare l'oggetto preso per raggiungere un altro oggetto che si trovava dietro di esso). 


Il colostro ha un odore simile al liquido amniotico. Il colostro (primo latte) è un liquido giallo sieroso, molto ricco d'iimmunoglobuline di classe A e cellule immunitarie (come i linfociti) , secreto dalle ghiandole mammarie durante la gravidanza ed i primi giorni dopo il parto (tra i 1/3 e i 5 giorni), composto principalmente da acqua, leucociti, proteine (fra le quali anche agenti immunologici), grassi e carboidrati. Con il colostro la madretrasmette le proprie difese immunitarie al figlio le quali lo proteggeranno nei primi mesi di vita. In medicina umana può essere somministrato colostro conservato di donatrici, oppure il colostro può essere sostituito da immunoglobuline purificate esso ha un odore simile al liquido amniotico.

La montata lattea è un latte misto tra colostro e latte, esso avviene tra il 5° e il 10° giorno per abituare il bambino al latte maturo vero.

Allattamento Kaye, 1982; Schaffer, 1996, definirono“turn-taking”, dal 10° giorno in poi la mamma avrà il latte maturo,  i turni che si danno madre e figlio durante le pause di allattamento, essi costituiscono il primo pattern di interazione del dialogo umano: la prima forma di socializzazione che influenzerà successivamente i ritmi del dialogo verbale e dell’interazione sociale. Inoltre è consigliabile dare sempre una volta il seno dx e una il seno sin. in modo che il b. possa arricchire l'ampia veduta delle cose. Klein sostiene che: il bambino, introietta con il latte il calore materno, quindi impara la gioia del ricevere e sperimenta il sentimento di gratitudine se, l’esperienza sarà positiva si svilupperà un certo ottimismo verso la realtà e sarà possibile superare i successivi stati depressivi, se, viceversa, l’esperienza sarà negativa prevarrà un sentimento di sfiducia e di inadeguatezza. Bowlby, nella sua teoria dell’attaccamento, sostiene che: lo sviluppo armonioso della personalità di un individuo, dipenda principalmente, da un adeguato attaccamento alla figura materna o un suo sostituto, e che il legame, che unisce il bambino alla madre, non è una conseguenza del soddisfacimento del bisogno di nutrizione, bensì è un bisogno primario, geneticamente determinato, la cui funzione è garantire la crescita e la sopravvivenza biologica e psicologica del bambino.

Lo svezzamento 
inizia all'incirca ai tre mesi e mezzo e avviene pian piano durante l’arco del primo anno di vita. Lo svezzamento, si attua con l'uso del cucchiaino e la prima cosa che viene data è la frutta. Esso si rappresenta come un momento delicato per entrambi i partner, quindi, per la madre e il bambino si tratta di affrontare un lutto da elaborare: il lutto per la madre della perdita della speranza inconscia di poter riparare la propria deprivazione infantile attraverso il perdurare di una fusione vissuta come perfetta con il piccolo;  il lutto per il bambino di dover rinunciare, prima della stabilizzazione di un oggetto interno buono, ad una sorta di piattaforma di sicurezza, che permetta di affrontare l’esperienza nuova. il bambino attribuisce l'allontanamento dal corpo materno ad una (perdita d’affetto a causa di una intrusione) ad es. le pappine che potrebbero non piacere al b. come il latte.
Il vissuto del passaggio dal latte al cibo solido (svezzamento), può provocare nell’adulto appagamento o frustrazione.
Se si esce frustrati, si hanno comportamenti altalenanti, opposti: voracità psicologica/inappetenza, verbosità/mutismo, esaltazione/depressione, amori viscerali/vendette e ripicche, avversione agli stimoli/forme di tossicomania ( alcool, droghe, tabagismo), impulsività, impazienza, “Primedonne e Narcisi" (tutto, subito!), arrivisti, manipolatori, parlano a voce alta, bulimia e anoressia, bevono e fumano molto, si mordono le unghie e mordicchiano matite, penne, etc.
nello specifico:
Svezzamento anticipato comporta, da adulto : il complesso di caino ovvero protesta contro ladri di attenzioni (nuovi fratelli, compagni d'infanzia), ostilità verso nuove conoscenze (ladri di amori, di amicizie, di esperienze professionali,).
Svezzamento tardivo comporta: da adulto: passività, dipendenza, continue richieste d’aiuto.

Il"narcisismo"dal racconto di Ovidio nelle Metamorfosi, proviene dal mito greco di Narciso, figlio del fiume Cefiso e della ninfa Liriope, Secondo il mito Narciso era un bel giovane che rifiutò l'amore della ninfa Eco che, disperata per il rifiuto, perse la propria corporeità divenendo unicamente voce riflessa (personificazione dell'omonimo fenomeno acustico).   Eco fu punito dalla dea Nemesi che lo destinò ad innamorarsi della sua stessa immagine riflessa nell'acqua. Incapace di consumare il suo amore, Narciso "rivolge lo sguardo rapito nello specchio d'acqua, ora dopo ora" e infine viene mutato in un fiore che porta il suo nome, il narciso.
Esso divenne interessante per i psicanalisti per primo Freud che divise tra Narcisismo primario e Narcisismo secondario:
Narcisismo primario: è inizialmente, per Freud lo stadio intermedio tra l'autoerotismo ovvero la ricerca del soddisfacimento sessuale (la libido) verso se stessi e successivamente verso l'alloerotismo (o fase dell'amore oggettuale)   la ricerca e la predisposizione dell'erotismo verso le altre persone che si divide in omoerotismo verso le persone dello stesso sesso ed eteroerotismo verso le persone di sesso opposto. La Klein sostiene che, anche il neonato è capace di sperimentare relazioni oggettuali d'amore e di odio e denota la condizione di non differenziazione fra il soggetto ed il mondo esterno.
Il narcisismo secondario: si verifica invece nell'età adulta, e si riferisce come termine al ripiegamento sull'Io della libido, sottratta alle relazioni oggettuali. ad es. dopo essere stato ferito nel proprio io la persona comincia ad avere sentimenti egocentrico verso se stesso abbandonando la società, gli altri. Sempre per Freud, l'Io è una forte carica di libido o energia psichica che può essere emanata verso gli oggetti esterni o rivolta verso se stessi, creando in quest'ultimo caso tali disturbi psicotici di tipo narcisistico. La carica narcisistica: sono le rassicurazioni sul proprio valore e potenzialità che ogni bambino attende dai genitori ed ogni adulto dalla società. La ferita narcisistica: è invece un'offesa all'autostima e all'amor proprio di una persona.


Il pianto: ciò che maggiormente allarma una madre, nel primo mese di vita del bambino, procurando ansia e tensione, sono le grida di pianto che avvolgeranno la casa nel momento in cui il bebè avrà la necessità di comunicare un suo bisogno o una sua sensazione interna che lo spaventa, essendo, specialmente all'inizio, tutto nuovo e sconosciuto per lui. E' importante mantenere la calma affinché la madre possa rapidamente individuare la causa del pianto, che può essere:  1. fisica, come la fame, il freddo o un dolore,  2. emotiva come a risposta di un evento esterno inatteso che lo ha turbato o ad un improvviso senso di abbandono e solitudine. Sullivan nella sua teoria delle relazioni interpersonali diceva che: lo sviluppo della personalità e dei disturbi psichici (ansia) è marcato dalle relazioni (esperienze) immaginarie o reali con gli altri e non da fattori intrinseci dell’individuo. Esso è stato creato per pz. psicotici soprattutto per i schizofrenici ed è curabile.. Per gli altri teorici la causa è un disturbo organico del cervello o del metabolismo, in presenza di una famiglia difficile, dal vedere le persone diverse da quelle che sono e da un abbassamento dell’autostima. L’ansia da forma al sé e regola l’interazione con gli altri. S. prendeva spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali di M. Klein diceva che: la presenza del bisogno del bambino determina una relazione di qualità particolare tra lui e la madre; il tono emotivo di tenerezza materna (presenza/assenza di angoscia, collera, gentilezza …), piuttosto che il soddisfacimento del bisogno, contribuisce in modo decisivo alla formazione della personalità del bambino. I bisogni di gratificazioni/frustrazione sorgono spontaneamente nel bambino, ma l’ansia è qualcosa che lo coglie dall’esterno.
Sullivan distingue tra paura e ansia:
1. La paura: il bambino si spaventa se ha fame e non viene soddisfatto o con un rumore forte etc essa agisce come tendenza all’integrazione poiché viene espressa attraverso il pianto che attira l’adulto che si prenderà cura di lui e affronterà il problema.
2. L’ansia: per contro non ha un oggetto specifico e non sorge dall’aumento di tensione del bambino.
Sullivan definiva legame empatico la tendenza alla fusione contagiosa degli umori, dall’adulto al bambino. Se l’adulto è rilassato e a suo agio il il bambino oscilla tra stati di benessere euforico a stati di tensione; Se l’adulto invece è in stato d’ansia il bambino percepisce quest’ansia e piange cosi si creerà uno stato d’ansia maggiore perché l’adulto non sa come calmarlo, il b. definisce la madre buona (non ansiosa) e madre cattiva (ansiosa). Tutti gli adulti che si prendono cura di lui nello stato ansioso per il bambino vengono definiti (madre cattiva). La differenza per il bambino e che in questi due stati diversi, la stessa persona per lui sono due persone diverse. Poco a poco il b. acquista un controllo sempre maggiore sul suo destino. Prende coscienza della madre buona o cattiva da segnali verbali paraverbali e non verbali. Il secondo passaggio cruciale per il bambino si ha quando il bambino, si accorge che il fatto che si avvicini la madre buona o cattiva dipenda da lui. Ovvero si rende conto dell’effetto ansioso o calmante che provoca con i suoi gesti nell’adulto di consapevolezza approvazione/disapprovazione buon-me o me/ cattivo me o non-me, ad es il b. si tocca i genitali e produce ansia nell’adulto. Il b. dorme produce calma nell’adulto, Il b. capisce questa queste due forme e le attua.  Il bambino associa al dormire approvazione adulto- il buon me. Il bambino associa toccarsi i genitali disapprovazione adulto – il cattivo me.

1. Lo stadio di indifferenziazione (detto anche fase preoggettuale):dalla nascita fino alle 5 settimane. il bambino ha un sistema sensoriale totale ovvero il bambino è un cieco che ha bisogno di un io ausiliario mediatore, la madre, e si insatura con lei un rapporto di fusione psicologica, ad es: la madre è l’unica a capire il pianto del bambino cosa vuole dire. La madre è il suo ambiente, il dialogo nella diade azione-reazione-azione, permette al piccolo, di capire gli stimoli che deve dare per ricevere: ad es. posizione, movimento, postura, ritmo, etc. diviene la loro comunicazione. In tale stadio il piccolo è capace di sorridere per piacere e di piangere per disgusto indifferentemente dalle emozione che può avere l'adulto.

2. Spitz lo stadio dell’oggetto precursore ovvero il sorriso sociale non selettivo (5-8 settimane fino ai 8 mesi), si suddivide in 3 parti:
·         5-8 settimane fino ai 3 mesi inizia con la comparsa del sorriso al volto umano  prima risposta intenzionale ed a carattere sociale. Le osservazioni di Spitz hanno tuttavia dimostrato che il bambino non percepisce ancora, in questo stadio, un oggetto specifico e non distingue gli individui tra di loro (per es. il volto della madre da quello degli estranei). Lo dimostra il fatto che il lattante risponde col sorriso non solo a qualsiasi volto umano in movimento, posto di fronte a lui, bensì anche ad una maschera di cartone. Cessa inoltre di sorridere se il volto gli viene presentato di profilo. Il segnale che scatena la risposta del sorriso è quindi formato da una (forma) detta “privilegiata”, costituita dall’insieme fronte-occhi- naso visti di prospetto, preferibilmente in movimento.
·         3-4 mesi il sorriso solo di fronte ai volti familiari, ovvero sorriso sociale selettivo.
·         4-5 mesi il b. Shaffer alla presenza della madre e di un estraneo sposta rapidamente lo sguardo dall’uno all’altra ed infine piange spaventato. Se la madre si allontana dal campo visivo il b. smette di piangere e sorride. Quindi in assenza dell’oggetto privilegiato si riattiva il sorriso sociale esteso a tutti i volti umani. E’ una strategia che adottano i bambini per simpatizzare con l’estraneo nel momento che manca la base sicura: la madre.

3. Tra i 6 e i 10 mesi Spitz (terzo stadio) individua ciò che ha nominato poi come angoscia dell’8 mese o angoscia dell’estraneo o sorriso selettivo ovvero il modo di sorridere solo alla presenza della madre.





Sonno veglia Per quanto riguarda il sonno, potrà spiazzare il constatare che il neonato, al di là di ogni credenza, non dorme molto, anzi, sembra quasi soffrire d'insonnia. Il bebè, cioè, ha dei disturbi del sonno, che spesso generano altrettanti disturbi del sonno di mamme e papà. Certamente il numero delle ore di sonno del bebè può dare una prima idea della sua indole: il bimbo insonne dorme profondamente dopo la poppata di latte e si risveglia poco dopo chiedendo attenzioni e compagnia.  Il dormiglione, invece, sembra immune dalla morsa della fame ed accade spesso che lasci il seno o la tettarella per addormentarsi.  I ritmi del sonno nella diade madre-bambino una veglia reciproca: se la madre è il bambino sono in due stanze diverse, quando la madre è in fase REM (notoriamente il "tempo" del sogno è la fase del dormi-veglia perché ricordiamo tutto ciò che sogniamo), il bambino è in fase NON REM (di “sonno profondo” non ricordiamo ciò che sogniamo) e viceversa, il che fa pensare ad una specie di veglia reciproca. L’adulto comunque deve imparare a rispettare i ritmi del bambino e sincronizzarli con i suoi, con ciò non voglio dire che bisogna permettere al b. di scambiare la notte per il giorno, bensi, fare in modo di stimolarlo i primi giorni a stare sveglio per abituarlo a dormire di notte ma nello stesso tempo abituarsi al fatto che di giorno magari dorme poco e bene e di notte dorme come dorme la madre. Secondo la Mahler la nascita psicologica e quella biologica non coincidono, ma il primo è un processo le cui tappe fondamentali si svolgono nelle prime fasi di vita, ma poi prosegue: prima fase detta autismo normale.  Nelle prime quattro-cinque settimane il bambino si caratterizza per la mancanza relativa di investimento di stimoli esterni. In questo periodo il bambino ha lunghi periodi di sonno, sonnolenza, semiveglia maggiori rispetto alla veglia attiva. Il bambino non ha consapevolezza dell'agente di cure, ma ciò che regola il suo ritmo sonno/veglia sono lo stimolo della fame e l'alternanza bisogno-soddisfazione. L'esistenza di questa fase è stata criticata da molti studiosi contemporanei e successivi.

Il gioco per i bambini l’attività ludica è importante. Gli etologi ci insegnano che il gioco per i bambini ha importanti funzioni adattive: di puro esercizio di attività riflesse; di scoperta e di esplorazione del proprio corpo e del corpo altrui, di esplorazione del mondo degli oggetti (suoni, colori, qualità delle superfici, etc.), di scambio comunicativo, di socializzazione, di apprendimento.
In un bambino: 1. appena nato molte situazioni della vita quotidiana diventano gioco: cantargli le canzoncine, fargli ascoltare musica, presentargli oggetti colorati o sonori, fargli esplorare l’ambiente tenendolo in braccio, il bagnetto, il pasto etc, 2. più tardi, permettergli di sporcarsi con la pappa o strappare carta colorata, ecc., 3. ancora più tardi, i momenti di interazione con i genitori, l’esplorazione a carponi e il gioco del nascondarello.


la comunicazione è la trasmissione di informazioni che riguarda gli uomini gli animali e le macchine
la parola è  prerogativa solo dell'uomo 
il linguaggio: linguaggio animale semplice, linguaggio umano  elaborato, tecnologico artistico, musicale etc.
Il linguaggio verbale umano è la comunicazione attraverso le parole, ed è uno strumento di adattamento all' ambiente.
le lingue sono 5000 nel mondo e sono italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, greco moderno, arabo, etc.
le lingue si dividono in antiche come il greco antico e il latino e moderne come il greco moderno e l'italiano e  lingue globali come: inglese spagnolo arabo

le varianti linguistiche sono il dialetto in una zona geografica limitata, il linguaggio professionale, il gergo ad es. giovanile, varianti sociali legata alle classi sociali.
monogenesi linguistica sostiene che tutte le lingue sono provenienti da una stessa lingua l'africano
poligenesi linguistica sostiene che le lingue sono provenienti da più lingue nell' ambente di nascita in diverse aree globali, esse enfatizzano le differenze rispetto alle somiglianze.
idioma: lingua materna, Italiano.
frase idiomatica: espressione figurata di un concetto compreso da tutti
fonema:unità minime del parlato ne sono circa 30 in italiano Il fonema rappresenta la più piccola parte SONORA, in una successione di parole data, priva di significato, che combinandosi con altri fonemi realizzano le parole. Sostituito all'interno di una parola può mutare il significato della stessa. Nella lingua orale il fonema è costituito dalle onde sonore emesse da chi parla in vista del messaggio. Nella lingua scritta talvolta può non corrispondere ad una singola lettera (es. /c/ duro in italiano seguito dalla vocale e, che si scrive che), tetto e detto è il risultato dello scambio tra il fonema /t/ e il fonema /d/. 
I morfemi sono sequenze di uno o più fonemi che costituiscono la più piccola unità linguistica dotata di significato. ad es. noi, lui, gru.
 parole insiemi di morfemi dotati di significato che permettono di dare un nome alle cose, ci guidano nella vita quotidiana.
frasi unità linguistiche significative che descrivono la realtà
più frasi costituiscono un discorso lingua parlata o un testo lingua scritta.
le differenze tra un testo scritto una lingua parlata  che danno maggior o minor enfasi e chiarezza ad un discorso si chiama contesto extralinguistico.
ABILITA' FONOLOGICA - uso dei suoni, vocali e consonanti, della nostra lingua.
• ABILITA' GRAMMATICALE-SINTATTICA - utilizzo delle regole che permettono la costruzione della frase. • ABILITA' SEMANTICA - conoscenza del significato delle parole e delle frasi.
ABILITA' PRAGMATICA - utilizzo del linguaggio a fini relazionali.
 • FONOLOGIA - Sezione della linguistica riguarda le regole di combinazione dei fonemi della lingua. Il sistema fonologico italiano comprende le vocali e le consonanti.
 • FONETICA - Scienza che studia i tratti distintivi dei suoni che svolgono attività fonemica (in quanto mezzo fisico di comunicazione).
              
MORFOLOGIA - Sezione della linguistica studio le diverse modalità con cui si realizzano, anche in vista della loro funzionalità, le parole di una lingua. I fonemi che da soli non hanno significato, tranne nei suoni vocalici (monosillabi a, e, i, o), combinandosi in sequenza formano morfemi, che rappresentano le più piccole unità linguistiche capaci di comunicare significati.
SINTASSI - Si occupa delle regole di relazione tra le parole in vista della formazione di frasi, utilizzando sia l'ordine particolare delle parole che elementi particolari chiamati morfemi. Questi possono essere combinati (dando luogo alle desinenze) oppure isolati (congiunzioni, preposizioni, particelle con funzioni diverse).
SEMANTICA -Ramo della linguistica che studia il significato dei simboli e dei loro raggruppamenti. Riguardo le lingue, studia il significato delle parole, delle frasi e dei singoli enunciati.
VOCALE - Suono prodotto dall'emissione d'aria che non incontra occlusioni, ostacoli o restringimenti nel canale e nella cavità orale. Si realizzano vocali brevi, lunghe, vocali aperte, chiuse, vocali toniche, atone. Nella lingua italiana le vocali sono sette (e / o, possono avere un suono aperto o chiuso) ma i segni che le rappresentano sono cinque.
• CONSONANTE - La consonante (dal latino con-sonare) offre il suo suono ad un altro suono. Da un punto di vista fonetico è un suono (aperiodico, a differenza del suono periodico rappresentato dalla vocale) articolato dalla lingua che viene pronunziato col canale orale chiuso o semichiuso e che non può formare sillaba da solo (si contrappone alla vocale, che è sonorizzata con il canale orale aperto e può far sillaba da sola).
• EGOCENTRISMO - Nell'epistemologia genetica di J. Piaget è la caratteristica iniziale del pensiero infantile secondo cui il bambino non considera la possibilità di punti di vista diversi dal proprio.
SINCRETISMO - SINCRETICO - Tendenza del pensiero infantile a percepire secondo una modalità globale dove il "tutto è legato al tutto" (Piaget).
• REALISMO - Caratteristica del pensiero infantile, nella visione piagetiana, di riconoscere come reale solamente ciò che è percepibile (presente ai sensi) e oggettivo.

parlando si compiono le azioni Austin elaborò la teoria degli atti linguistici:

1.   Atto locutorio: l'atto di costruire un enunciato attraverso il lessico e le regole grammaticali di una determinata lingua per veicolare un dato significato (non è, si badi, un mero atto fonetico, ma possiede una componente anche fàtica e retica; una scimmia che emetta il verso "àigo" ha compiuto un atto solamente fonetico, ben diverso da chi razionalmente afferma "I go").
2.   Atto illocutorio: l'intenzione che viene perseguita "nel dire", cioè con il fatto stesso di pronunciare l'enunciato. Entra qui in gioco la nozione di forza illocutoria, che non è un'intensità di azione, bensì l'intenzione linguistica che sta nell'enunciato, la direzione verso la quale l'enunciato tende, il modo in cui l'enunciato va interpretato. La forza illocutoria ha un carattere convenzionale: i metodi attraverso la quale viene espressa saranno infatti oggetto dello studio di filosofi successivi. Un atto illocutorio può essere diretto, se formulabile attraverso un verbo performativo, come ad esempio "Battezzo questa nave Queen Elizabeth", oppure indiretto, se realizzato attraverso la "forma" di un atto locutorio che mira in realtà a realizzarne un altro. Si pensi al caso di chi dice "Freschino qui dentro!" (una constatazione) con l'intenzione di far chiudere la finestra senza chiederlo esplicitamente.
3.      Atto perlocutorio: il fine che si raggiunge con il dire, l'effetto dell'atto illocutorio. Si parla     di obiettivo perlocutorio quando l'effetto ottenuto dall'atto perlocutorio coincide con l'intenzione di chi ha emesso l'atto illocutorio, e di seguito perlocutorio quando l'atto illocutorio ottiene un effetto diverso da quello desiderato (la sequela perlocutoria è una sequenza di seguiti perlocutori).
Un esempio può essere quello del genitore apprensivo che intima al figlio adulto in procinto di mettersi in viaggio in automobile "Mi raccomando: non correre!". L'atto illocutorio del genitore è una raccomandazione, che potrebbe rientrare fra gli atti esercitivi, volto a indurre il figlio alla prudenza: l'obiettivo potrebbe però scostarsi dall'effettivo seguito se il figlio si dovesse irritare.

funzione della comunicazione
 l'uomo ha una laringe più bassa degli altri animali ciò gli consente di pronunciare e moduare suoni fonemi, ma non può come gli animali bere e respirare contemporaneamente come invece può il  neonato fino ai 7 mesi che riesce a respirare e poppare contemporaneamente perchè ha la laringe più alta che man mano si abbassa permettendo a lui di pronunciare anche suoni e fonemi.

 Due  sono le funzioni del cervello responsabili del pensiero e del linguaggio entrambi nell'emisfero sinistro: l'area di wernike controlla la comprensione di significati, l'area di broka la produzione del linguaggio e l'elaborazione della sintassi.


La lallazione (o bubbling): è una fase dello sviluppo del linguaggio infantile. Essa consiste nell’emissione di suoni sotto forma di singole sillabe articolate, che in seguito vengono ordinate in un lungo “monologo” o “balbattamento”.  

periodo prelinguistico  (da 0 a 1 anno) In questo primo periodo la produzione dei suoni è correlata allo sviluppo anatomicofisiologico del tratto vocale:     
1.nascita: suoni vegetativi (starnuti colpi di tosse etc) suoni vocali ( gridi e gemiti); tale periodo, detto fonazione, (va dalla nascita al 1° mese di vita), i prodotti vocali sono denominati nuclei quasi risonanti  verso la cavità nasale e il neonato sembra vocalizzare a bocca chiusa o semichiusa, perché sono prodotti dalla vibrazione laringea, difatti, i neonati hanno la laringe più alta fino ai 7 mesi, rispetto all' uomo maturo che è più bassa ciò gli consente di poppare e respirare contemporaneamente e di vocalizzare ovvero di avere la padronanza della capacità respiratoria e di produrre il movimento delle corde vocali necessarie al linguaggio,

2. a 2 mesi fase di cooing sound (verso del tubare)  prime consonanti ad es. g, t, d.

3. tra i i 2 e 3 mesi si manifesta un primo controllo grossolano della lingua detta fase dei suoni gutturali ad es daba, tada.

4. A 3 mesi inizia la fase del balbettio, costituita da vocali semplici o unite a consonanti (ma-na-da-go). In questo periodo le vocalizzazioni diventano protoconversazioni: il bambino sembra rispondere all’adulto che gli parla, rispettando veri e propri “turni di conversazione”.

5.A 4 mesi compare lo “stadio dell’espansione” nel quale il bambino, in relazione alle modificazioni anatomiche, produce un ampio repertorio di suoni (pernacchie, gridolini, strilli e borbottii)  

6. a 5 mesi interazione aritmica di sillabe  la sillaba dunque è l'indicazione grafica di una vocale o di un gruppo di vocali o di un gruppo di lettere contenente almeno una vocale che

si pronunzia con una sola emissione di fiato es. a-e-i-o-uai -au-ei-eu-iu-oi-du-tada-dau


6. (intorno ai 6 mesi) le lallazioni marginali o bubbing marginale che alternano consonanti a nuclei risonantici. I suoni sono associati a movimenti articolatori. La lallazione è un’attività molto importante ai fini dell’interazione comunicativa tra il bambino e i suoi genitori perché, sebbene i suoni emessi non abbiano un significato linguistico, attraverso di essi (con delle variazioni del ritmo e del tono di voce con il quale vengono emessi) il bambino impara a comunicare vari stati d’animo: gioia, dolore, rabbia. Per il bambino la lallazione è fine a se stessa, come un gioco, è autoimitazione. Nei suoni prodotti, infatti, non vi è ancora un vero significato linguistico; si tratta piuttosto di un allenamento motorio dei muscoli fonatori che danno al bimbo piacere nell’ascoltarsi.

7. Intorno ai 6-7 mesi compare la lallazione canonica o bubbling canonico il bambino è in grado di produrre sequenze consonante-vocale con le stesse caratteristiche delle sillabe (ad es. “da”, “ma”) oppure anche in modalità reduplicata (per es. “ma-ma-ma”, “pa-pa-pa”, “ta-ta-ta”, “da-da-da”), dando l’impressione agli adulti che produca delle vere e proprie parole quali “mamma” o “papà”. Secondo alcune interpretazioni scientifiche, d’altronde, è possibile che, attorno al periodo di inizio della lallazione, il neonato cominci anche a distinguere il sé dagli altri, avvertendo il bisogno di comunicare verso l’esterno: la genesi della parola “mamma” sarebbe, quindi, da ricercarsi nel tentativo del bambino, pronunciando “ma…ma…ma…”, di rinforzare l’attenzione sul proprio sé in formazione ed in contemporanea interazione con l’ambiente.

8. Lallazione modulata dai 7 ai 9 mesi, l'articolazione dei suoni diviene più chiara in entrata, particolarmente con la madre, ma anche in uscita.
E' da precisare che il cervello del bambino è in grado di rappresentare ed evocare oggetti e/o situazioni molto prima di essere in grado di pronunciare una parola.
In tale periodo il bambino, con la comparsa della rappresentazione mentale giunge alla comprensione delle prime parole. Espande il suo patrimonio comunicativo con atti illocutori: offre, porge, indica, prende, ecc. Realizza scambi verbali di tipo ludico sia in sequenza che simultaneamente (all'unisono), rafforzando il sentimento di fiducia nell'altro.

9. Dai  9 - 11 mesi inizia la Lallazione comunicativa ovvero la fase iniziale dell'imitazione. Il bambino inizia ad associare la parola al linguaggio non verbale.

10. Verso i 10- 12 mesi compare la lallazione variata o bubbling variato nella quale la produzione di suoni consonantici si espande notevolemente. Solitamente i suoni tipici di questa fase sono /m/ /p/ /b/ /t/ /d/ la maggior parte dei bambini produce strutture sillabiche complesse e lunghe che caratterizzano (per es. “da-du”). Sempre a questa età compaiono i primi suoni simili a parole o “proto-parole” che, pur avendo una forma fonetica identica, assumono un significato specifico quando vengono utilizzate in determinati contesti (ad es “cocò” riferito solamente al proprio peluche a forma di gallina). Anche se è possibile identificare un corso di sviluppo normale nell'acquisizione della lallazione che è il risultato della facilità di articolazione e della salienza percettiva dei suoni, singoli bambini possono divergere da questo corso per cause legate sia alla particolare lingua che ascoltano, sia alla propria maturità fisica e funzionale. I bambini differiscono tra loro non soltanto nei suoni che preferiscono produrre, ma anche nella stabilità di queste preferenze.  I bambini hanno una memoria plastica capacità di recepire più informazioni possibili,  è quindi consigliabile che gli adulti parlino con loro, non ripetendo le loro lallazioni bensi insegnando loro le parole esatte. Inoltre il bambino ha capacità di comprendere più lingue e se c'è la possibilità di conoscere più lingue insegnarle al bambino sin da subito ha un effetto positivo.
Col passare del tempo, il bimbo comprende che questi suoni emessi da lui, generano una reazione negli altri, incrementando il piacere della comunicazione e il desiderio di sviluppare questa capacità ulteriormente. La lallazione è anche un’attività fondamentale per lo sviluppo senso-motorio e per la coordinazione dei movimenti articolari. Si tratta, infatti, di una fase nella quale si forma un’attività ritmica associata ad emissione di suoni: per es., è tipico il battere le mani e gli oggetti che vengono tenuti in mano. Gradualmente, in essa il bambino intuisce l’importanza della relazione con gli adulti e, in qualche modo, prova piacere a stimolare le reazioni ambientali, soprattutto quando si generano artificialmente comportamenti di approvazione e divieto. 

9. periodo di transizione: (compreso fra i 12 e i 18 mesi) olofrasi prime parole ovvero con una parola il bambino può intendere ciò che vuole pappa, mamma, palla, etc.Comincia con la comparsa delle prime parole e continua fino ad un vocabolario di 50 parole. La lallazione in questa fase può permanere nel gioco, ma per comunicare il bambino inizia ad utilizzare le parole, suoni onomatopeici, esclamazioni spesso accompagnate da gesti che fanno capire meglio ciò che vuole dire. Iniziano anche le associazioni di 2 parole, le gratificazioni che gli giungeranno lo aiuteranno a migliorare ed arricchire il suo vocabolario. 

10. periodo dello sviluppo fonemico (dai 18 mesi ai 4 anni). Aumenta la lunghezza delle parole e compaiono parole plurisillabiche; intorno ai 2 anni si conoscono circa 100 parole; 
 tra i 4 e i 6 anni un migliaio di parole e regole grammaticali il vocabolario continua ad incrementare
nel tentativo di produrre parole più complesse, compaiono gli errori di semplificazione.
iper regolarizzazione applicare le regole imparate erroneamente anche quando non vi è bisogno 
10.1. tra i 18-24 mesi frasi binarie due parole soltanto 

10.2.. tra i 24-30 mesi frasi telegrafiche 

i 3 livelli dello sviluppo linguistico:
fonetico che si conclude vs i 6 anni quando il b. è capace di produrre tutti i suon della lingua
morfologico apprendimento delle strutture specifiche (grammaticali e sintattiche) della lingua materna, assai più lungo e complesso
semantico apprendimento di vocaboli e loro significato.


11. periodo della stabilizzazione (tra i 4 e gli 8 anni) si divide in:  
11.1Dai 4 ai 6 anni i bambini stabilizzano la pronuncia dei fonemi che si presentavano instabili e completano l’inventario fonetico. 
 11.2. Intorno ai 6 anni sviluppano la conoscenza esplicita della natura fonemica del sistema sonoro: apprendono che le parole possono essere segmentate in unità discrete e che i suoni che apprendono possono essere rappresentati da simboli grafici. 
11.3. Tra i 5 e gli 8 anni si colloca la fase più significativa della conoscenza metalinguistica (metalinguistica= capacità di usare il linguaggio per analizzare, studiare, conoscere il linguaggio stesso, scomponendo il linguaggio stesso ad ogni livello… fonologico, grammaticale, semantico, pragmatico) Per esempio la competenza metafonologica (capacità di segmentazione delle parole in sillabe e fonemi) si sviluppa gradualmente e si esercita poi in rapporto con l’alfabetizzazione).

12. Quando, però, questo processo inizia tardivamente, si presentano quadri di sviluppo diversi. I bambini sordi, ad esempio, generalmente hanno grosse difficoltà ad apprendere il linguaggio orale, hanno ritardi nell’inizio del babbling, che può iniziare anche dopo i 10 mesi d’età. Nei bambini con Sindrome di Down, invece, le capacità prelinguistiche non sono molto diverse da quelle dei soggetti con sviluppo normale, anche se presentano:
·          Ritardo lieve nell’inizio del bubbling canonico.
·          Frequenza bassa di produzione di sillabe a 16 mesi.
·          Grave ritardo nello sviluppo di comportamenti motori.
·          Ritardo lessicale.

La maggiore differenza starebbe, invece, nella comparsa delle prime parole e nello sviluppo linguistico successivi, tanto che l’ampliamento del vocabolario risulta lento, così come l’uso delle parole.


i disturbi del linguaggio sono di 3 categorie:
disturbi centrali causati da un danno celebrale, produzione e comprensione detti afasie  se il danno è di broca sono compromesse le capacità sintattiche, se di wernike incapace di comprendere significati parla senza sapere  il significato privo, disturbi per isolamento emarginazione disagio sociale carenze di cure parenterali sono mancati elementi essenziali di sviluppo linguistico. come nel caso di bambini selvaggi.
disturbi di produzione linguistica è la balbuzie
disturbi di comprensione di significati sono le agnosie uditive incapacità di riconoscere i suoni

caso particolare sono le deprivazioni linguistiche  incapacità di produrre suoni e di comprendere i significati.

Teorie dell' apprendimento del linguaggio

Skinner: apprendimento avviene nell' ambiente in cui si cresce ed è un  aspetto della socializzazione e culturale teoria comportamentista;

teoria generativista e innatista Chomosky LAD apprendimento innato  di un programma per l'acquisizione del linguaggio ovvero un softweare che da input e autput.. egli critica skinner  che trascura l'apprendimento di regole grammaticali, velocità con cui si arriva a padroneggiare una lingua etc.
BASIL BERNSTEIN elabora la teoria della DEPRIVAZIONE VERBALE secondo la quale le differenze socioeconomiche influiscono in modo determinante sul linguaggio e quindi sul rendimento scolastico. La famiglia operaia e contadina possiede un CODICE RISTRETTO, la famiglia della classe media un CODICE ELABORATO
WILLLIAM LABOV riprende la distinzione proposta da Bernstein, ma sostiene che non è tanto la classe sociale di appartenenza a determinare il codice, ma il CONTESTO in cui avviene la comunicazione. Pertanto il codice elaborato si identifica con lo stile formale e il codice ristretto con quello casuale del linguaggio ordinario.



I dentini: Ci sono 20 denti da latte o primari, molto più piccoli dei 32 denti permanenti degli adulti o permanenti. Il gruppo dei ""denti primari"" è costituito da quattro incisivi, due canini e quattro molari per ogni mandibola.
I denti da latte iniziano a formarsi nell'utero e possono spuntare tra i cinque e gli otto mesi,sebbene la loro comparsa possa variare, e nei maschietti si presentino più tardi che nelle bambine. L'ultimo di questi denti primari spunta di solito quando il bambino ha tra i due e i tre anni.
Schema eruzione denti da latte 
4-6 mesi: incisivi centrali inferiori;
7-8 mesi: incisivi centrali superiori
12-18 mesi: incisivi laterali, prima inferiori poi superiori, seguiti a breve distanza dai primi molari; 
18-24 mesi: canini inferiori e superiori; 
24-30 mesi: secondi molari.
come pulirli
Una volta che il primo dentino da latte è spuntato, deve essere pulito con acqua e una garzina due volte al giorno. Quando iniziano ad erompere più denti, si potrà utilizzare uno spazzolino dalle setole morbide e dalla testa molto piccola e solo con acqua, con un movimento rotatorio. Per pulire meglio i dentini può essere utile tenere il bambino appoggiato sul proprio petto oppure sdraiarlo sul letto. Solo dopo i 16/18 mesi si possono ‘sporcare’ le setole con una minima quantità di dentifricio. La prevenzione della carie deve essere personalizzata per fasce d’età grazie alla scelta di spazzolini adatti alle esigenze del piccolo durante le diverse fasi della crescita. Fino ai 2 anni è meglio preferire quelli con manico allungato per facilitare l’impugnatura da parte della mamma, che aiuta il bambino a lavarsi correttamente i primi dentini, mentre dai 3 anni in avanti esistono spazzolini con testina piccola e setole morbide completi di impugnatura ergonomica che guida la mano del bambino a posizionare lo spazzolino al corretto angolo di 45.
Se ha compiuto almeno tre anni ed ha imparato a stare da solo, potresti portare con te tuo figlio alle visite di controllo da un dentista pediatrico, in modo che inizi ad abituarsi all'idea. Fai attenzione agli atteggiamenti che assumi rispetto alle visite dal dentista. Molti genitori hanno brutti ricordi di passate esperienze dal dentista e potrebbero così trasmettere messaggi negativi in merito alla poltrona del dentista, senza neanche accorgersene. Il genitore che ha un atteggiamento positivo sulle visite dal dentista dovrebbe essere quello che accompagna il figlio dal dentista.

I denti da latte iniziano a cadere intorno ai sei anni e in media fino ai 12. In ciascuna mandibola, i quattro incisivi primari sono sostituiti dai quattro incisivi permanenti, i due canini primari da due canini permanenti, e i quattro molari primari da quattro premolari permanenti.

denti permanenti: Intorno ai sei anni, spuntano i primi quattro molari permanenti in fondo alla bocca. Essi non presentano un loro equivalente nei denti da latte.
Intorno ai 13 anni, un bambino non ha di norma più denti da latte, e presenta 28 dei 32 denti permanenti in bocca. Gli ultimi denti permanenti a spuntare sono di solito i terzi molari o denti del giudizio sono 4 che possono comparire in qualsiasi momento durante gli ultimi anni dell'adolescenza o anche a   vent'anni, o non comparire affatto, questi non servono a nulla quindi quando spuntano il consiglio è di farli togliere dal dentista.


La famiglia è un sistema aperto e dinamico a livello psicologico per la regola della circolarità delle comunicazioni. Un evento negativo o positivo di un membro o di tutto il nucleo si ripercuoterà all’interno di tutta la famiglia, scatenando reazioni a catena. Rapporti familiari preparare all’arrivo del fratellino o sorellina è importante e fondamentale per rendere meno difficoltoso per il figlio maggiore l’accettare quello che lui, soprattutto se ancora piccolo, considererà un”intruso”,. complesso di caino A ogni nuova nascita, dovrà rinunciare un po' di piú all'integralità del suo territorio e soprattutto all'esclusività dell'amore materno. La gelosia per i fratelli minori, cosí spesso osservata, è una reazione di aggressività alla frustrazione affettiva, vissuta o reale, come lo è la regressione a uno stadio infantile primario, orale o anale, mediante l'identificazione con il neonato: ad es può richiedere alla madre il latte dal seno. In questa fase, il comportamento del papà, le sue azioni, parole, pensieri, emozioni e sentimenti sono fondamentali, in quanto diviene il ponte, l’elemento di collegamento e di comprensione fra lui e la madre. “Importante è rendere il bambino partecipe e integrarlo nei loro rapporti, non farlo sentire come se fosse d'impaccio o di disturbo. Di là da tutte le buone intenzioni, è naturale e molto facile che il figlio maggiore si trovi comunque a provare della gelosia, soprattutto se è un bambino d’età compresa tra i 2 ed i 5 anni. Infatti, i ragazzi più grandi, hanno meno difficoltà ad accettare l'arrivo di un fratellino, tanto che divengono protettivi e dispensatori di attenzioni e cure.  Di buono vi è che i bambini con fratellini sperimentano la condivisione al gioco e sono meno soli di fronte agli adulti. La coppia resta comunque il fulcro principale sul quale deve ruotare l'intero assetto familiare: occorre quindi collaborazione e disponibilità al dialogo affinché il papà e la mamma si alternino in modo dinamico e fluido in modo da sostenersi l'un l'altra e, nel contempo, da lasciarsi conoscere e conoscersi entrambi. Se nascono dei gemelli, è utile allattare i gemelli contemporaneamente, porgendo un seno ciascuno ed alternando la loro posizione ad ogni pasto. I figli unici essi si sentono il principe o la principessa della casa e perdere questa priorità spaventa il piccolo quando è in arrivo il fratellino o sorellina. Per finire, se il bimbo rimane figlio unico tenderà ad avere un rapporto molto stretto con i propri amici oppure chiederà un animale domestico che andrà a sostituire il fratellino o si creerà l’amico immaginario. Oggi il ruolo materno o paterno, può essere sostituito da altre figure, come ad es. le figure della compagna del padre (madre sociale) o del compagno della madre(padre sociale). Nel nuovo modello di famiglia allargata è importante, per il benessere dei figli, che si instaurino dei buoni rapporti tra gli “ex”, tra i nuovi compagni degli “ex” e tra i fratellastri e sorellastre (fratelli germani o di padre e fratelli uterini o di madre o fratelli sociali figli di un genitore sociale). Dalle loro figure di attaccamento John Bowlby nei suoi studi sull'attaccamento e la perdita, spiegava come, il bambino fin da molto piccolo possa sviluppare anche nei confronti di "figure secondarie"un legame d’attaccamento con il padre, i fratelli, parenti e gli amici che frequentano la casa o la baby-sitter cosicchè egli possa restare da solo con loro quando la madre si assenta.I nonni: il legame tra nonni e nipoti è basato su quello che Ada Fonzi definisce “un amore senza Edipo” ovvero un amore libero dalle conflittualità generazionali e più sereno nei confronti educativi. I nipoti per i nonni rappresentano la continuità biologica e attivano nei nonni una sorta di rivitalizzazione e di proiezione verso il futuro. Il compito dei nonni verso i nipoti è prendersi cura di loro, di coccolarli senza eccessi. Esistono fondamentali differenze fra il nonno e la nonna: la nonna accudisce e si prende cura della casa, il nonno è il compagno di giochi e di passeggiate. Esiste, secondo Ferenzi, il complesso del nonno: il nonno, essendo il padre del padre, ha potere sul figlio e riduce l’immagine onnipotente che il bambino ha di suo padre. Queste dinamiche si verificano nelle famiglie patriarcali e autoritarie. Nella società attuale si è sostituita alla famiglia patriarcale quella nucleare, ma in essa vige la matrilinearità, che porta le giovani madri, ad appoggiarsi prevalentemente alle proprie madri è più in generale alla loro famiglia d’origine. In tal modo i nonni più coinvolti sono i nonni materni. Esistono delle situazioni in cui la presenza dei nonni è patogena: il caso più frequente è quello dei nonni che si sostituiscono ai genitori che, in tal modo, assumono un ruolo fraterno nei confronti dei propri figli e delegano le funzioni genitoriali ai nonni. Il messaggio, implicito, che i bambini, percepiscono è: i genitori sono immaturi e incapaci di svolgere il loro ruolo e che i nonni sono intrusivi e sono stati poco capaci di rendere i figli autonomi. Talvolta sono le circostanze economiche e lavorative che costringono i neogenitori a far assumere la responsabilità educativa ai nonni. Anche in questo caso i nonni diventano iperprotettivi e producono nei nipoti diverse forme di disadattamento, patologia chiamata “sindrome di re Salomone”. K. Lorenz.
Oltre a questi abbiamo i nonni abusanti che in alta percentuale sono stati anche padri abusanti ribadendo la continuità generazionale succede sia nelle famiglie patriarcali che in quelle con divorzi e successivi matrimoni, le violenze sono più frequenti con i nonni acquisiti in quanto non vi sono vincoli di consanguineità.
Nel caso di genitori separati può accadere che si creano problemi di rapporto e frequentazione, in particolare tra il bambino ed i nonni da parte del genitore non affidatario o comunque non convivente. La casistica in giurisprudenza è rilevante: se si pensa a quante separazioni vengono attribuite (a ragione o meno) all’influenza nella coppia dei genitori dell’uno o dell’altro, si capisce quanto sia frequente che il genitore con cui i bambini convivono e che abbia accusato problemi con i suoceri, tenda ad evitare e, addirittura, ad ostacolare la frequentazione dei figli con i nonni ex suoceri. La riforma del codice civile attuata con la legge n. 54/2006 ha riformulato l’art. 155 c.c. introducendo il principio secondo cui: “anche in caso di separazione dei genitori, il figlio minore ha il diritto [omissis] di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.” Il principio essenziale a cui si ispira tutta questa riforma è la tutela dell’equilibrio e della qualità della vita dei figli minori in caso di separazione o divorzio, ed il diritto a mantenere e coltivare i rapporti con i nonni e tutti i parenti ne è considerato un aspetto essenziale. 

le istituzioni educative
Nel caso in cui la scelta cade su di una baby sitter di fiducia o puericultrice (per bambini dai 0 giorni ai 3 mesi), prendere informazioni sulle sue credenziali oppure, informatevi presso le scuole di puericultura o le agenzie che offrono a tal proposito figure specializzate. Comunque sia, una volta che abbiamo di fronte la baby sitter, parliamo con lei, poniamole delle domande anche di semplice conoscenza, invitiamola a passare con noi ed il bambino alcune ore; in questi momenti, oltre a valutare la sua predisposizione, la sua dolcezza e senso di responsabilità nei confronti del piccolo, ascoltiamo anche cosa profondamente ci muove, in modo da utilizzare due filtri di valutazione: uno più concettuale ed uno più empatico e sottile, in modo da sentirci tranquilli e sereni nel momento della decisione
Gli asili nidi (per bambini dai 3 mesi ai 3 anni) e le sezioni primavera (per bambini dai 2 anni ai 3 anni) nel caso di una mamma lavoratrice, che non può accudire il figlio durante le ore di lavoro, la scelta migliore rimane l’asilo nido e la sezione primavera, organizzati per garantire il massimo della sicurezza e dell’igiene e ad accogliere, pertanto, in modo adeguato il vostro bambino. Meglio rivolgersi prima alla struttura più vicina alla propria abitazione, chiedere informazioni, osservare il comportamento della pedagogista per dirigere coordinare progettare e per consulenze e delle educatrici e dei bambini, le attività e i giochi che vengono proposti, e valutare se la soluzione proposta si adatta alle proprie esigenze.
 Per bambini dai 3 anni ai 5 anni invece bisogna scegliere la scuola d'infanzia ove avrà la pedagogista per consulenze e progettazione e le insegnanti.
Per i bambini dai 6 ai 10 anni invece bisogna scegliere la scuola primaria ove avrà la pedagogista per consulenze e progettazione  e le insegnanti.


Età di cambiamenti, il primo anno di vita corrisponde alla FASE ORALE che a sua volta si divide in due fasi:
Fase orale (primi anno di vita) la bocca rappresenta il piacere, non solo l’alimentazione essa  prevede due fasi:
 PASSIVA (succhiare, da 0 a 6 mesi)
 ATTIVA (mordere, da 6 a 12 mesi).

Nello sviluppo sensomotorio di Erikson sono distinguibili 6 sottostadi qui elencherò i primi 4:

0-1 mese schema riflessi:  si tratta di reazioni innate che il neonato applica a diverse situazioni (es. succhia tutto); questo sottostadio è caratterizzato da un’egocentrismo radicale: il neonato non ha consapevolezza né di sé né del mondo esterno.

1-4 mesi Reazioni circolari primarie: quando, durante l’attività sensomotoria, il bambino ottiene casualmente un risultato interessante, egli cerca di conservarlo attraverso la ripetizione. Piaget chiama questo fenomeno reazione circolare primaria; essa porta alla formazione di nuovi schemi, ma non si può ancora parlare di intelligenza perché la scoperta avviene per caso.

4-8 mesi Reazioni circolari secondarie: la novità di questo stadio è l’interesse per la realtà esterna: il bambino cerca di conservare, ripetendole, anche le azioni che hanno prodotto uno spettacolo interessante nell’ambiente. Non si può ancora parlare di intelligenza perché la scoperta avviene per caso.

8-12 mesi Coordinazione degli schemi secondari: e loro applicazione a situazioni nuove: compare una differenziazione tra mezzi e fini e il bambino inizia a usare schemi già posseduti per applicarli a situazioni nuove. Il bambino attua delle condotte esplorative in cui, per conoscere un oggetto, vi applica tutti gli schemi d’azione conosciuti (es: battere, succhiare, strofinare…).


1. Winnicott:  dagli 8 mesi fino a quando il b. si sente sicuro e lascerà spontaneamente l’oggetto o il fenomeno. il bambino si affezionerà ad un oggetto (es un orsetto di pezza o una coperta), chiamato oggetto transizionale, esso sostituisce la mamma, quando questa è assente. Questo oggetto, per essere tale, deve essere: insostituibile, in genere sporco e maleodorante, caldo (se il b. è nato d’inverno) e freddo (se il b. è nato d’estate), guai a lavare o pulire quel oggetto che, proprio per quell’odore lo rende rassicurante. Il fenomeno transizionale consiste in un comportamento ripetitivo da parte del bambino come: toccare il lobo dell’orecchio dell’adulto, girare la ciocca dei capelli, o la punta di una federa o della coperta fra le dita. Questi oggetti e fenomeni, permetteranno al bambino di raggiungere quell’autonomia, che gli permetteranno di sentirsi “anche da solo senza angoscia” e di conquistarsi così uno spazio mentale in cui sviluppare il pensiero.

2. E. Erikson  fase orale-sensoriale ( dalla nascita ad 1 anno)pone in risalto la fiducia di base, atteggiamento positivo verso la realtà ma questa deve essere controbilanciata da una certa dose di sfiducia di base (da 1 a 2 anni) difatti il b. deve imparare a riconoscere le situazioni pericolose.

3. Winnicott (dalla fase orale 0 giorni fino ai 15 mesi) quando il b. si riconosce nello specchio, la madre assume la funzione di specchio dal quale il b apprenderà “come è” cioè svilupperà una propria identità più o meno positiva a seconda del riflesso che gli rimanda l’ambiente.

4. Tra i 6 mesi e  1 anno inizia la fase “autonoma“che si divide in due fasi.  La prima fase:tra i 6 mesi e i 9 mesi il bambino inizia a gattonare; la seconda fase: tra i 9 mesi e 1 anno il bambino inizia a camminare, scopre gli oggetti e li esamina. Importante per lui sarà sempre la figura che gli parlerà e gli lancerà messaggi.


5. verso i 7/8 mesi il bambino comincia a mostrare “l’ansia per l’estraneo” (Spitz, 1958), il bambino ha la capacità di discriminare i volti ed è in grado di riconoscere la persona che gli ha dato sostegno e cure e risponde in presenza di un estraneo facendosi silenzioso e aggrappandosi alla madre. Se viene lasciato solo prova ansia. 

La fase orale non risolta, porterà da adulti a essere: volubili, irrequieti, curiosi, insoddisfatti, dipendenti dagli altri, cioè l'esigenza continua di aiuto e un bisogno di essere incoraggiati e lodati. Essi sono destinati a rimanere isolati dagli altri, perché hanno poca capacità di dare, proprio a motivo della loro "aridità" emotiva e hanno invece, molto bisogno di ricevere per la loro insicurezza e dipendenza. Inoltre tenderanno a sentirsi rifiutati e traditi dagli altri, verso i quali manifesteranno il loro sadismo e la loro voglia di vendicarsi. 


LA FASE ANALE

Bowlby descrive l’attaccamento di questo periodo, tra gli (1-2 anni)come basato su set-goal. Il set goal per il bambino è mantenersi abbastanza vicino alla madre: usarla come base sicura per le esplorazioni dell’ambiente, quando la minaccia ambientale è al minimo, (questo è il periodo in cui inizia la locomozione) ed esibire proteste per la separazione e segnali di pericolo quando la minaccia è grande. In questo periodo si crea il legame d’ attaccamento vero e proprio. I MOI Il sistema è ovviamente a feedback, il comportamento di attaccamento è una relazione reciproca, crea modelli operativi interni che rappresentano la memoria del comportamento della madre ovvero fa deduzioni di come lei si comporterà secondo le sue azioni.  
Freud la fase "Anale" 18 mesi o 1 anno e mezzo-3 anni: se prima il bimbo teneva il pannolino(spannolinamento) ora impara l'uso del vasino oppure il wc con il riduttore per bimbi  riconosce lo stimolo: la gratificazione è quella di saper controllare i propri sfinteri espulsivi /ritentivi. dopo il piacere della libera espulsione segue l’imposizione del controllo, della regolarità, di ordine e pulizia. Il bambino imita gli adulti nel controllo e nella pulizia e considera gli oggetti di sua proprietà quindi il pannolino va tolto non subito ma facendolo abituare all' idea ad es. si può regalare al bambino il vasino dicendogli che è suo e lasciare che prenda confidenza con questo per una settimana poi giocare col bambino vestiti sedendosi sopra il vasino e mostrandogli come si usa senza insistere poi facendo vedere al proprio b. come il cuginetto o l'amichetto usa il suo vasino. L'idea di imitare porterà il b. al corretto uso del vasino.

1. Per Spitz corrisponde all’età dei NO: il b. si identifica con l’aggressore e ha una maggiore consapevolezza di sé. Impara le regole del sociale e si realizza il super-io.
 2. Erikson individua l’autonomia e la vergogna: se i genitori permetteranno di sperimentare le funzioni sfinteriche senza intervenire, otterranno che: il b. sarà più autonomo e saprà contenere le sue paure. Il b. in caso contrario si sentirà umiliato e diverrà incapace di scelte personali e di esprimere giudizi.
3. La fase anale prepara il bambino alla fase preedipica ” (il b. pensa di avere il fallo più piccolo e la bambina pensa di avere il fallo ancora più piccolo ovvero la clitoride ambedue sono legati alla madre,). Dopo essere riuscito a controllare i propri sfinteri, scopre i propri organi sessuali. 

Inoltre il bimbo verso i 32 mesi  adora imitare i genitori,  potete provare a comprare il riduttore del wc con apposito rialzino per raggiungerlo. Molte mamme affermano che in questa maniera i bimbi hanno imparato velocemente a utilizzarlo nella maniera corretta semplicemente imitando gli adulti. Più in là toglierete anche il riduttore facendolo sedere direttamente sul wc.

inoltre ci sono le due fasi senso motorie dai 12 mesi ai 2 anni

12-18 mesi Reazioni circolari terziarie e scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva: quando il bambino trova un risultato interessante non si limita più a ripeterlo, ma lo varia e lo modifica per vedere il risultato. Si tratta di esperienze motivate dalla curiosità.

18-24 la rappresentazione Invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale: quando si trova in una situazione nuova, ora il bambino non procede più casualmente o per tentativi ed errori, ma compie un’operazione mentale: si rappresenta mentalmente l’azione e ne anticipa gli effetti. Compaiono le rappresentazioni mentali, che consentono la costruzione della nozione di oggetto permanente, secondo la quale gli oggetti sono dotati di un’esistenza propria, indipendente dagli schemi del soggetto (all’inizio il bambino non riusciva a capire che un oggetto continuasse ad esistere dopo che era stato nascosto).



Le idee dei bambini: Piaget ha tratto delle conclusioni a proposito di ciò che pensano i bambini. A 2 anni compare il desiderio



Stadio pre-operatorio dai 2 ai 6-7 anni: In questo stadio il bambino è in grado di usare i simboli. Un simbolo è un'entità che ne rappresenta un'altra. Un esempio è il gioco creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola per rappresentare un tavolo, dei pezzetti di carta per rappresentare i piatti ecc. Il gioco in questo stadio è appunto caratterizzato dalla decontestualizzazione (il coinvolgimento di altre persone o simulacri), dalla sostituzione di oggetti per rappresentarne altri e dalla crescente integrazione simbolica. Anche l'imitazione differita rivela la capacità di usare i simboli, come pure il linguaggio verbale usato per riferirsi a esperienze passate, anticipazioni sul futuro o persone e oggetti non presenti sul momento. Superato l'egocentrismo radicale del periodo sensomotorio, in questo stadio permane però un egocentrismo intellettuale, ovvero il punto di vista delle altre persone non è differenziato dal proprio, il bambino cioè si rappresenta le cose solo dal proprio punto di vista. Per cui ad esempio spiegherà che "l'erba cresce così, quando io cado, non mi faccio male". Crede che tutti la pensino come lui e che capiscano i suoi pensieri; tipicamente se racconta una storia lo farà in modo che un ascoltatore che non conosce la storia non capirà nulla. Un famoso esperimento per verificare l'egocentrismo intellettuale è l'«esperimento delle tre montagne», in cui si presenta al bambino un modellino con tre montagne e gli si chiede come queste montagne vengano viste dalla bambola posta in un punto di osservazione diverso dal suo; tipicamente il bambino dirà che la scena vista dalla bambola è uguale a come la vede lui. Il ragionamento in questo stadio non è né deduttivo né induttivo, ma trasduttivo o precausale, dal particolare al particolare, cioè due eventi sono considerati legati da un rapporto di causa-effetto se avvengono nello stesso tempo. Ciò si traduce in una modalità di comunicazione piena di "libere associazioni", senza alcuna connessione logica, in cui il ragionamento si sposta da un'idea all'altra rendendo pressoché impossibile una ricostruzione attendibile di eventi.
Fra 2 e 5 anni il bambino non classifica gli oggetti secondo una proprietà ma li distribuisce a seconda della vicinanza spaziale.

La fase sfinterica irrisolta genera: a)Ribellione: opposizione costante, disordine, abbigliamento contro-tendenza, non puntualità, sarcasmo, spirito polemico, esagerata prodigalità, (sublimazione: comportamenti ribelli socialmente accettabili), clamorose difese dei piu’deboli, regole del gioco piu’giuste. b) Conservatorismo: tendenza ad accumulare denaro e oggetti, gelosia irragionevole, disappunto nel separarsi dagli oggetti e dalle persone, morboso interesse per ogni forma di collezionismo e di conservazione. c) Sadismo/Masochismo: soprattutto in casi di rigidissima educazione infantile ciò porta da adulto ad atteggiamenti di prepotenza. In amore e nel lavoro: controllo quasi sadico dei subordinati, punizioni del disordine, sciatteria, sprechi, sospettosità, mania di persecuzione, complesso dell’ossequio: yes man: servilismo, esasperata disciplina, pignoleria, cerimoniosità, rossori, obbedienza (mostrata, spesso non reale. d) Dubbio: indecisione, perplessità, incertezze, eccessiva scrupolosità, perfezionismo, ossessioni e comportamenti rituali.



La FASE EDIPICA

Dai 3 anni in poi  il legame d'attaccamento secondo Bowlby si delinea la formazione di una relazione reciproca. Con l’avvento del linguaggio sorge un pattern molto più complesso che non può essere descritto in termini di semplice comportamento. Il bambino può, ora, cominciare a pensare ai genitori come a persone separate con propri scopi e progetti, ed escogitare modi per influenzarli.

A 4 anni essi cominciano a porsi domande sull'origine delle cose. Il bambino è un costruttore di teorie dell’errore, fa delle generalizzazioni ed applica dei copioni e ama fare narrazioni, a 4 la credenza, la capacità di elaborare spiegazioni complesse dei comportamenti degli altri. A anni i bambini non sono in grado di dire bugie complesse ed intenzionali, a 5 sì. Una delle grandi critiche volte a Piaget è stata quella di pensare che ci fosse una correlazione tra ciò che raccontavano i bambini e le loro strutture cognitive.

1.  Durante la fase edipica 3-5 anni si assiste all’uso della fantasia che A. Freud (Anna Freud i bambini in età troppo precoce, non potevano essere analizzati per via della supposta mancanza di un transfert perché le relazioni con i genitori per il bambino sono storia attuale. per M. Klein la tecnica del gioco era in grado di sostituire le libere associazioni e di svelare il mondo fantasmatico infantile. Le due metodologie di analisi e le teorie sottostanti erano palesemente conflittuali. Da qui si ha una scissione: i Freudiani che seguirono A. Freud psicologia dell’io; i kleiniani seguirono M. Klein prendendo spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali anche Sullivan con la sua teoria delle relazioni interpersonali prendeva spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali della Klein e gli indipendenti formati da Faibairn e Winnicott anche loro in verità prendevano spunto da M. Klein. Tutti prendevano comunque spunto dalla teoria pulsionale di S. Freud.) sottolinea come difese dell’angoscia della realtà, una gratificazione fittizia e una fuga dalla realtà troppo ansiogena e frustrante. Tuttavia la fantasia è qualcosa di positivo e non è necessariamente mancanza di riconoscimento della realtà. Essa vuol dir che i corpi nell’immaginario del b. divengono realtà. Freud Fase Fallica(da 3 a 6 anni) (Il più famoso complesso edipico è il “Piccolo Hans (S. Freud attraverso la relazione di Max Graf padre di Hans, scopre nevrosi infantile (che si manifesta con la fobia di Hans per i cavalli) e delle tappe che portano alla guarigione. Esso permette di cogliere la complessità dei processi psichici infantili in questa difficile fase dello sviluppo sessuale, dominata dal conflitto edipico. Anche nel caso del bambino, come nell’adulto, la terapia consiste nel permettere l’accesso alla coscienza dei sentimenti, dei desideri istintuali che erano stati rimossi perché ritenuti inaccettabili).”scoperta dei propri organi genitali e rivalutazione alle figure dei genitori. I bambini si innamorano del genitore di sesso opposto e provano ostilità per quello dello stesso sesso. Complesso edipico (tragedia Sofocle 430-420 a.C. circa Tebe Grecia. Edipo Re uccise, ignaro, il padre e sposò la madre) i maschietti tra i tre e i cinque anni nel loro sviluppo affettivo nel bambino provano una naturale inclinazione per la madre, sentimenti di rivalità/gelosia verso il padre (visto buono e protettivo quanto nemico e malvagio. I risvolti da adulti: 1. Un padre buono e protettivo origina comportamenti democratici; 2. Padri autoritari (nemico e malvagio) possono generare sentimenti di inferiorità: compensazione con ostentazione di superiorità, dongiovannismo, competizione esasperata, assunzione di rischi temerari, interesse per macchine veloci e guida spericolata, culto del potere, ambizione sfrenata, decisionismo. In concomitanza e stretta correlazione con il complesso di edipo, esiste un altro processo, la cosiddetta angoscia (o paura o complesso) di castrazione: il bambino teme di essere punito con la castrazione per la sua rivalità verso il padre. Ciò lo porta ad abbandonare una situazione pericolosa identificandosi con lui. Complesso edipico negativo maschile: Questo processo potrebbe portare, da adolescenti, a scelte come l’omosessualità;
le femminucce complesso di elettra (o complesso edipico femminile) Jung (tragedia di Sofocle 409 a.C. Micene Grecia,Elettra, addolorata per la perdita dell'adorato padre Agamennone assassinato dalla madre Clitemnestra e dall’amante Egisto, divenne istigatrice del fratello Oreste nell'uccisione della madre).(amore per il padre). In particolare attaccamento al padre (o, in sua assenza, verso fratelli o zii), disistima verso la madre (avversione e gelosia). La bambina, invece, prova un senso d’inferiorità, in stretta concomitanza con il complesso di elettra l’ invidia del pene, sentendosi castrata, volge il suo affetto dalla madre che vede come rivale, al padre figura dominante e prestigiosa. Questa fase si risolve spontaneamente, con un'identificazione progressiva con il genitore del proprio sesso.
 Complesso edipico negativo femminile: per le bambine,” l’ identificazione con la madre; potrebbe non avvenire in quanto l’evirazione per la femmina rappresenta un fatto compiuto, questa rappresenta per lei una ferita narcisistica. La sua ferita narcisistica viene risolta nel tentativo di sostituire il pene perduto con un bambino avuto da lui. Al legame libidico con la madre, si sostituirà un’identificazione, in questo modo il narcisismo della bambina sarebbe risarcito, giacché, il mettere al mondo un bambino è possibile solo alle donne e non agli uomini. Sono contemporaneamente abbandonati la masturbazione clitoridea ed il carattere attivo e conquistatorio della meta libidica. Tuttavia il complesso edipico negativo della donna potrebbe essere ancora più grave: la bambina può restare legata alla madre, non accettare la castrazione e negarla. Rivoltasi al padre ed essendone delusa, può nuovamente regredire alla situazione precedente ed al suo atteggiamento maschile. In casi estremi ciò la condurrà alla frigidità o ad un’omosessualità sublimata nella scelta emancipazionista.
Nelle donne adulte il complesso di Elettra-non-risolto genera nel lavoro: eccessiva competizione con le colleghe, rimproveri per insufficienze o debolezze, stroncati tentativi di scavalcamento e avances nei confronti dei maschi del gruppo, soprattutto del capo.


LA FASE DI LATENZA


 La fase di latenza detta anche terza infanzia o età scolare tra i 6 e gli 11 alla pubertà è una fase ove si perde l’interesse per gli organi sessuali e ci si concentra sulla scuola e sui rapporti sociali. L'individuo sublima le proprie pulsioni in energia positiva e conserva, delle pulsioni precedenti,: l'ottimismo, l'energia appetitive, la tenacia, il controllo dell'equilibrio, le tendenze collaborative sanamente competitive. Un imperfetto superamento della Fase di Latenza (anche per fattori esterni, sociali, culturali, occasionali) può procurare:
Il Complesso di Crono (Figura mitologica che detronizzo’ il padre Urano dal dominio cosmico, provando analoghi sentimenti di odio nei confronti dei propri figli, che divorò appena nati) nel lavoro: giovani collaboratori (figuratamene dei figli) visti come sottrattori di energie vitali.
 Il Complesso di Narciso (Personaggio mitologico che si innamorò della propria immagine riflessa dall'acqua) (narcisismo secondario): affettività rivolta verso il genitore di sesso opposto, rapporto non gratificante con un partner, regressione, ripiegamento in se stessi, relazioni con il prossimo generalmente disturbate. I Comportamenti tipici dei narcisisti sono: specchiarsi ad ogni occasione, autocompiacimento per la propria favella, culto dell'apparire, mania di protagonismo, esibizionismo, ricerca del prestigio e del successo, incapacità di sopportare gli insuccessi e le critiche, agghindarsi in modo raffinato, ipocondria
Il Complesso di Diana (la pudica vergine Diana, regina dei boschi, trasformò Atteone in un cervo solo perché aveva osato guardarla mentre si lavava discinta): proteste virili derivanti dal complesso di Elettra: ostentazioni di superiorità, dominio sugli uomini, dongiovannismo al femminile, disturbi psico-fisici nel periodo mestruale, frigidità, Rifiuto della gravidanza.

 A 7 anni in II°  primaria il bambino è chiamato oltre alla scuola a frequentare ilcatechismo in Chiesa un corso di preparazione della durata di 2 anni cosi all' età di 9 anni in 4° primaria. La prima confessione (3 anno scuola primaria), la prima comunione eucarestia (4 anno scuola primaria) i confetti sia per la I° confessione che per la I° comunione sono bianchi.

Dall' età di 8 anni il bambino con problemi di vista può usare in alternativa agli occhiali le lenti a contatto oppure semplicemente perchè vuole gli occhi di un colore diverso può usare le lenti a contatto colorate.

cosa pensano i bambini :A 5/6 anni vi è una tendenza all'animismo, a 8 pensano che siano stati degli esseri antropomorfi a creare il mondo (artificialismo). 

3. Stadio delle operazioni concrete Piaget : dai 6/7 agli 11 anni. Il termine operazioni si riferisce a operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino in questo stadio non solo utilizza i simboli ma è in grado di manipolarli in modo logico. Un'importante conquista di questo periodo è l'acquisizione del concetto di reversibilità, cioè che gli effetti di un'operazione possono essere annullati da un'operazione inversa. Prima del salto operatorio il bambino non è in grado di distribuire in serie più di 2 oggetti, ma questa non è un'incapacità come sostiene Piaget, quanto piuttosto un limite della memoria a breve termine. 
A 5-6 anni inizia a raggrupparli secondo una caratteristica. 7 anni il bambino acquisisce la capacità di conservazione delle quantità numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi. Per conservazione si intende la capacità di comprendere che la quantità rimane tale anche a fronte di variazioni di forma. Il bambino nella stadio pre-operatorio, per esempio, è convinto che la quantità di liquido contenuto in un contenitore alto e stretto è maggiore di quella contenuta in un contenitore basso e largo (ma dotato dello stesso volume) e a nulla varranno dimostrazioni e travasi. Un bambino nello stadio delle operazioni concrete è invece in grado di coordinare la percezione del cambio di forma con il giudizio ragionato che la quantità di liquido spostato è la stessa, di "conservare" quindi il volume liquido. Intorno ai 7/8 anni il bambino sviluppa la capacità di conservare i materiali. Prendendo una palla di creta e manipolandola per trasformarla in tante palline il bambino è conscio del fatto che riunendo le palline la quantità sarà invariata. Questa capacità prende il nome di reversibilità. Intorno ai 9/10 anni è raggiunto anche l'ultimo passo della conservazione, la conservazione della superficie. Messo di fronte a dei quadrati di cartoncino si rende conto che  occupano la stessa superficie sia che siano messi tutti vicini sia che siano sparsi. 

A 11-12 anni i bambini pensano e definiscono esseri viventi solo piante ed animali. 


il cervello
prima di passare alla fase della pubertà vediamo come è diviso e funziona il nostro cervello e tutte le emozioni
Il cervello umano o encefalo, e il suo funzionamento

Secondo Maclean dice (M.G. Contini in per una pedagogia delle emozioni) il cervello dell’uomo/donna (più correttamente encefalo “) è costituito da tre cervelli che comunicano tra loro. Questa distinzione dei tre cervelli è funzionale e non anatomica:

• il paleoencefalo o cervello rettiliano: presiede forme ripetitive di comportamento.

• il cervello paleomammifero o sistema limbico: ove si elaborano le emozioni in particolare quelle che presiedono all’autoconservazione e alla conservazione della specie. Esso funziona come selettore di valori, regola la nostra identità personale. Qui è situata, secondo Laborit sia la memoria remota sia quella affettiva.
La memoria remota è strettamente legata all’ambito esperienziale, secondo meccanismi che implicano contatti fra i neuroni (le sinapsi). L’esperienza di una situazione positiva o negativa per il soggetto, suscita in lui un vissuto di piacevolezza o di dispiacere che si ripresenterà in seguito, ogni volta che verrà riconosciuto lo stesso tipo di situazione, una sorta di “coazione a ripetere”.
 La 
memoria affettiva permette all'individuo di provare emozioni dai quali scaturiscono bisogni acquisiti, e non istintivi. Tali bisogni sono radicati nella storia personale di ciascuno e possono entrare in collisione con quelli degli altri (norme sociali o contesto in cui si vive). Questo provoca conflittualità, spesso inconscia, che Laborit definisce “patologia dell’inibizione comportamentale”.

• Il cervello neo-mammifero o neocorteccia: dove hanno sede le funzioni dell’intelligenza e del linguaggio. Alla neocorteccia corrispondono, secondo Morrini due emisferi del cervello, messi in comunicazione dal corpo calloso, che svolgono dei compiti unici. Il loro funzionamento è incrociato: l’emisfero sinistro a controllare la parte destra del corpo e viceversa.

 • L'emisfero sinistro, essendo quello razionale, è sede del conscio ed elabora quindi le informazioni vitali a breve termine Esso presiede a specifiche attività quali: pensiero analitico, astratto, spiegazione, focalizzazione su oggetti, linearità, sequenzialità, serialità, razionalità/calcolo, controllo/dominanza sociale, maschile, tecnico, cultura/educazione occidentale.

• L'emisfero destro, invece, è quello irrazionale-emotivo ed è sede dell'inconscio(per definirlo come diceva Freud “è quella parte di cervello che fa cose di cui non mi accorgo”). Esso elabora informazioni a medio e lungo termine e presiede alle attività di: pensiero intuitivo, concreto, comprensione, focalizzazione su persone, simultaneità, sintesi, globalità, estetica/arte, comunicazione psicoaffettiva, femminile, artista, cultura/educazione orientale.

Tutti noi, usiamo entrambi gli emisferi, ma alcuni di noi sono razionali e altri più emotivi. Di solito noi usiamo di più l'emisfero sinistro che, a incrocio ci fa usare più la parte destra del nostro corpo pensiamo ad es. a quanto scriviamo, esso è più razionale, articola la parola, la matematica ed è sequenziale. L'emisfero destro invece è irrazionale dove è posizionato l'inconscio, il sogno, la creatività, l'irrazionalità, il nostro programma mentale. Nel grembo materno, le emozioni della mamma influiscono sullo stato emozionale. Quando il bambino viene al mondo, la mente, è quasi totalmente priva di influenze e condizionamenti, difatti, reagisce secondo schemi precostituiti. Durante la crescita la mente passa attraverso tre fasi:

 1. Fase sensoriale: il bambino non è in grado di distinguere il negativo dal positivo;

 2. Fase percettiva: è in grado di riconoscere il significato del piacere e della sofferenza ma non di identificarne la fonte;

 3. fase riflessiva: è in grado di identificare la fonte buona o cattiva ovvero il genitore buono o cattivo.

La nostra mente può essere paragonata a un dischetto vergine, che, vien scritto, man mano che i genitori, i docenti, il gruppo dei pari, la società, il mondo intero, ci forniscono informazioni. Il potere dell'inconscio: è ad es. se mia madre, mi ha sempre detto, che sono un imbecille questo concetto si imprimerà nell'inconscio, in modo da farmi comportare da imbecille, e porterà nella mia vita disgrazie a cui io stesso darò un’altra giustificazione ad es. distrazione etc.... Il messaggio inoltre va sempre dato in positivo per la legge dell'attrazione (F. Marchesi) in Fisica Quantistica, infatti, ciò che ci succede di negativo si attua in quanto, le energie si spostano sui pensieri negativi, ovvero, siamo noi con i nostri pensieri negativi che smuoviamo delle energie, che si materializzano, ad es. se un padre non vuole che il proprio figlio prenda l’aereo, darà la spiegazione, della sua paura, che l’aereo possa cadere, tale pensiero negativo si potrebbe materializzare, difatti, non bisognerebbe mai pensare in negativo e comunque formulare il proprio pensiero in positivo . La parte irrazionale ovvero l'inconscio ha il potere sulla nostra vita che arriva ad occupare il 90% rispetto al 10% della parte razionale.


Il secondo cervello l’intestino I due cervelli, il cranico e l'enterico, sono connessi dal nervo vago. Anche l'intestino si emoziona, soffre, gioisce. E' la scoperta di Mintsai Liu e Michael Gershon della Columbia University di New York. Ciò che la scienza ha battezzato come «secondo cervello» vive sì nel ventre di ciascuno di noi ma è una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione. La natura ha previsto di investirlo di proprietà legate alle funzioni derivanti dalle emozioni, dai sentimenti ed all'inconscio del soggetto. Il cervello enterico, dunque, può pensare, prendere decisioni e provare sensazioni autonomamente da quello cranico, come insegna la neuro-gastroenterologia (vedi la colite, l'ulcera, i bruciori di stomaco, ecc., malattie causate dallo stress).


LA FASE PUBERALE


Abbiamo il 4° stadio piagetiano dello sviluppo senso motorio
4. Stadio delle operazioni formali dai 12 anni in poi. Il bambino che si trova nello stadio delle operazioni concrete ha delle difficoltà ad applicare le sue competenze a situazioni astratte. Se un adulto gli dice: "Non prendere in giro X perché è grasso, cosa diresti se lo facessero a te?" la sua risposta sarebbe "Io non sono grasso e nessuno mi può prendere in giro". Calarsi in una realtà diversa dalla sua è un'operazione troppo astratta. A partire dai 12 anni il bambino riesce a formulare pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può ragionare in termini ipotetici.

A 11 anni in 1° secondaria di I° grado il bambino è di nuovo alle prese con il catechismo un percorso di 3 anni che alla fine del  (3 anno scuola secondaria I° grado) 13/14 anni lo porterà ad avere la Cresima o Conferma anche qui il bambino/a sceglierà il proprio padrino/madrina di cresima indifferentemente dal sesso del cresimando. I confetti per le cresime sono bianchi. Al compimento dei 14 anni, il bambino passa dalle cure del pediatra a quelle del medico dell' adulto altrimenti chiamato medico di famiglia la revoca  è automatica. In casi di patologie o handicap il passaggio avviene a 16 anni.

Dopo gli 11 fino ai 16 anni si ha la “fase e prepuberale e puberale”: tutto ciò che era in latenza riaffiora di nuovo. E’ una fase di ricerca della propria identità, eterosessuale, omosessuale o bisessuale, ci si rivolge all'altro sesso, si avverte che si cresce e ci si sente abbattuti e incerti, non ci si riconosce neanche fisicamente. la pubertà si accompagna a profondi cambiamenti morfologici, funzionali e psichici. L'adolescenza è un'età in cui spesso il corpo - soprattutto nei maschi - non è armonioso: infatti alcune parti del corpo non hanno ancora assunto le proporzioni dell'adulto ma hanno perduto quelle infantili. Ad esempio, i maschi possono preoccuparsi per l'incertezza di una voce ancora bitonale (grave ma in cui ancora sono presenti degli acuti), per una barba che non cresce o per l'imbarazzo che è legato alle prime erezioni, per un passeggero turgore dei capezzoli che però dura un breve numero di mesi e poi scompare, per i muscoli che non vogliono crescere, per l'acne giovanile, ecc. In altre parole, durante la pubertà i ragazzi sono per lo più insoddisfatti della propria immagine. Capita che siano scontenti del proprio aspetto e che si sentano goffi, timidi e insicuri. Durante la pubertà è probabile che l'atteggiamento dei ragazzi verso i genitori cambi. Spesso i ragazzi pensano che i genitori siano insopportabili, noiosi e antiquati. Viceversa, i genitori trovano i loro "bambini" insolenti e scontrosi; è un periodo di potenziali conflitti. Difatti prerogativa degli adolescenti è di dire e fare tutto ciò che i genitori proibiscono per affermare la loro indipendenza e ritrovare la loro libertà. Le prima di queste richieste sono: il motorino e le chiavi di casa. L'adolescente acquisisce una sua indipendenza, magari non economica, non abitativa, ma di capacità di valutazione: ha sue opinioni, sue idee, che possono concordare o no con quelle dei genitori, ma che sente comunque come "sue". È perfettamente naturale e inevitabile, quindi, che nascano tensioni e controversie tra genitori e figli adolescenti. In effetti, è l'assenza di conflitti che dovrebbe preoccupare maggiormente i genitori, in quanto potrebbe significare che il ragazzo stia nascondendo i suoi problemi. Il passaggio dalla fanciullezza alla maturazione psico-fisica è, quindi, un momento davvero critico. Le modificazioni comportamentali che caratterizzano questo periodo ed il clima in cui lo si vive possono influire, anche notevolmente, sul futuro equilibrio e sulle capacità relazionali della persona. Quindi l'adolescente diventa più consapevole di se stesso e manifesta, talora in maniera ancora ambigua, le proprie pulsioni sessuali; abbandona gli atteggiamenti infantili di dipendenza e tende ad affermarsi come protagonista autonomo.
Il processo di affrancamento non è indolore ed è frequentemente contradditorio; determina conflittualità interiore e verso l'ambiente esterno, particolarmente verso i genitori e, più in generale, verso l'autorità. Le incertezze generate da tali conflittualità spingono gli adolescenti a ritrovare sicurezza aggregandosi in gruppo.

 Il periodo della pubertà tra i 14/16 è spesso accompagnata dalla prima visita endocrinologica sia nei maschi che nelle femmine che consente di verificare la presenza o meno di patologie provocate da disfunzioni e malattie legate al cattivo funzionamento delle ghiandole endocrine, quelle che producono gli ormoni e li riversano direttamente nel sangue.

Gli ormoni sono le sostanze che regolano il metabolismo e l’attività di organi e tessuti del nostro organismo.
La loro imperfetta produzione è provocata da patologie come quelle, ad esempio, che riguardano la tiroide, l'ipofisi  le gonadi (testicolo nell'uomo e ovaio nella donna), i surreni, il pancreas. Può inoltre contribuire a generare malattie come l’osteoporosi, la disfunzione erettile, l’infertilità maschile e femminile, le complicanze della menopausa e il diabete mellito.
 Le prime modificazioni corporee della pubertà (fase prepuberale) avvengono sotto lo stimolo di un'aumentata produzione degli ormoni sessuali maschili, gli androgeni, da parte delle ghiandole surrenali responsabili della comparsa dei primi peli e dell'inizio della crescita di statura e della maturazione scheletrica. La maturazione delle ovaie femminili che determinano un ulteriore crescita dei peli alle ascelle e al pube, la stimolazione dello sviluppo mammario e la comparsa delle mestruazioni. A questo punto, con gli estrogeni prodotti dalle ovaie, si completa la maturazione dei genitali, il modellamento delle forme corporee e il raggiungimento del picco massimo di crescita di statura. La maturazione delle ovaie è conseguenza della maturazione di una parte essenziale del cervello, l'asse ipotalamo-ipofisario che è sotto il controllo del sistema nervoso centrale. Al momento della pubertà, che inizia a circa 10-12 anni, le cellule dell'ipofisi liberano due ormoni: le gonadotropine e l'ormone luteinizzante, destinati ad agire sulle ovaie. Per entrambi  i sessi si assiste al telarca una fase dell’età evolutiva che precede e si fonde con la pubertà vera e propria. È caratterizzata dalla comparsa dei peli pubici e ascellari sotto lo stimolo degli ormoni androgenici corticosurrenalici. e quindi alla comparsa di peli ascellari e anali, allo sviluppo delle ghiandole sudoripare e degli organi sessuali, all'aumento di lunghezza delle corde vocali e al cambiamento della voce; il tutto accompagnato da un rapido incremento staturale. 


andiamo a vederli nello specifico:
L'ipotalamo, una ghiandola situata nella parte più alta del nostro cervello, produce un ormone chiamato GnRH che stimola l'ipofisi anteriore (altra ghiandola situata nel nostro cervello, sotto l'ipotalamo) a sintetizzare e rilasciare l'ormone luteinico (LH). Inoltre  il GnRH provoca anche la sintesi ed il rilascio dell'ormone follicolo stimolante (FSH). A loro volta, LH e FSH stimolano le gonadi (ovaie nelle donne), a rilasciare gli ormoni sterioidei: più estrogeni, progesterone e sintetizzare  meno androgeni, mentre negli uomini gli ormoni sterioidei  più androgeni e meno estrogeni (nei testicoli ), in entrambi (uomini e donne) anche dalle ghiandole surrenali, che determinano la differenziazione dei tessuti in femminile e maschile. Gli ormoni LH ed FSH regolano anche la produzione di spermatozoi dal testicolo e di ovociti dall'ovaio. L'ipofisi produce inoltre un ormone chiamato prolattina, ormone importante per l'allattamento.
Nelle donne:
Il progesterone e i progestinici che in associazione con gli estrogeni determinano la normale differenziazione e il normale funzionamento dell'organismo femminile durante la 2° fase, ovvero, l'ovulazione detta fase luteinica o progestinica, permette la procreazione e la nidificazione  e la modificazione e la struttura  delle tube e della mammella ;
gli androgeni che rappresentano il substrato chimico per la sintesi degli estrogeni  sono i responsabili dell'accrescimento pilifero e importanti anche per la libido.
Gli estrogeni di cui più conosciuto ed importante è l'estradiolo esso viene elaborato dalle ovaie a partire dal testosterone durante l'età feconda della donna;
Gli estrogeni sia naturali che sintetici svolgono importantissime funzioni fisiologiche durante l'età puberale: regolano e mantengono la maturazione sessuale intervenendo nello sviluppo dell'apparato genitale e sulle caratteristiche femminili secondarie (crescita delle mammelle, distribuzione dei peli, voce, statura, ossatura, distribuzione del grasso).Permettono la fecondazione e la gravidanza, intervenendo nella regolazione del ciclo mestruale. Regolano la distribuzione del grasso corporeo, favorendone il deposito nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell'addome al di sotto dell'ombelico e migliorano la prestazione degli sport. Regolano molte funzioni cerebrali fra cui l'attenzione e la memoria. Essi si trovano In alcuni alimenti naturali, come la soia sono contenute sostanze che mimano gli effetti degli estrogeni. Altri estrogeni importanti sono: in gravidanza l' estriolo, prodotto in quantità elevata dalla placenta; in menopausa prevale l'estrone, che deriva della trasformazione dell'androstenedione a livello del tessuto adiposo.

 Nell' Uomo gli androgeni, di cui il più importante è il testosterone, alla pubertà regolano: lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari; aumento masse muscolari; raggiungimento del picco di massa ossea; modificazioni psichiche (aggressività); sviluppo apparato pilifero, libido e funzione spermatica.


cosa cambia nell' uomo?

Nello specifico:
Nel maschio, tra gli 11 e i 16 anni i segnali chimici provenienti dall’ipofisi, determinano la maturazione dei testicoli, i quali cominciano a produrre sia il testosterone (l’ormone sessuale maschile), sia gli spermatozoi (spermatogenesi). Il testosterone è il responsabile dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari,  definita fase del pubarca, quali: la crescita della barba, dei peli sul torace e sull’addome e dei peli pubici,e anali, la maturazione delle vescicole seminali e della prostata, l’accrescimento scheletrico e lo sviluppo muscolare, la modificazione del timbro della voce (dovuta a un ingrossamento della laringe, il “pomo d’Adamo”, e all’allungamento e ispessimento delle corde vocali),massa muscolare e crescita staturale.
In molti ragazzi, a causa dell'aumento di alcuni ormoni, le mammelle possono ingrossarsi lievemente (ginecomastia: mammelle simili a quelle femminili) per poi riassumere le caratteristiche maschili. Contemporaneamente si ha la crescita del pene e la spermatogenesi o spermarca tra i 13 e i 14 anni prima produzione di spermatozoi, la quale tuttavia inizialmente produce un liquido seminale ( sperma
) povero di spermatozoi e quindi poco adatto alla riproduzione. Questo liquido è espulso ( eiaculazione ) attraverso il pene anche involontariamente nel sonno, durante le cosiddette polluzioni notturne, o mediante l’autostimolazione dei genitali (masturbazione). La normospermia viene invece raggiunta a circa 17 anni e termina con l’andropausa 68-70 anni.
Tra i 14/16 è necessaria una prima visita andrologica focalizza interessi e attenzione sulle problematiche legate all'apparato genitale maschile con tutte le sue implicazioni a livello di disfunzioni, malformazioni, sviluppo, caratteristiche embriologiche, ove l'andrologo escluda eventuali malattie come impotenza, anorgasmia, infertilità, etc.
Una visita urologica fra i 16/20 ove, il l'urologo ovvero dal medico specialista nello studio e nella cura delle malattie dell'apparato urinariom effettuerà una visita per verificare se uno ha il frenulo corto, pene deviato sul suo asse principale (griposi) e per anomalie genitali maschili; . procederà a un'attenta valutazione del basso addome e della zona genitale esterna. Nel corso di questa visita può anche essere effettuato ilcontrollo della prostata mediante palpazione dal canale rettale per verificare lo stato di salute di questa ghiandola. In base alle rilevazioni effettuate nel corso della visita, lo specialista potrà richiedere l'esecuzione da parte del paziente di alcuni esami - come esami delle urine, uroflussimetria, ecografie dell'apparato urinario/genitale - per ulteriori accertamenti.
E' naturale che anche i ragazzi a questa età facciano dei confronti e dei discorsi centrati sul sesso e sul loro fisico ed è comprensibile che alcuni si preoccupino per quei cambiamenti che non hanno ancora avuto luogo.
I ragazzini, al giorno d'oggi, soffrono di disturbi alimentari (anoressia e bulimia) o seguono diete eccessive fin dalla più tenera età, nella delicata fase pre-puberale.Mangiano poco e mangiano male, con conseguenze negative per l'organismo in crescita. Mangiare poco significa far scendere il grasso corporeo sotto una quantità tale da impedire la regolare crescita in statura e muscolatura Mangiare male significa non consumare alimenti preziosi per l'organismo, come l'olio d'oliva, uno dei precursore degli ormoni vitali. Inoltre si consiglia a quest'età di frequentare una buona palestra oltre quella scolastica.
Nel corso dell'adolescenza cresce la quantità di ormoni circolanti nel corpo, le ghiandole sebacee aumentano di volume e, di conseguenza, incrementano la loro produttività. Infatti,nei ragazzi l'acne, ei grandi problemi, le cause potrebbero essere:
quando la produzione di testosterone, uno degli ormoni maschili, è piuttosto elevata.
·         la permanenza di grasso sulla pelle può determinare la comparsa di brufoli e punti neri,
·         alcuni farmaci, per esempio i cortisonici, sono accusati di causare o aggravare l'acne; 
·         stress può agevolare l'acne: non è un caso che i brufoli vengano fuori, per esempio, nei giorni che precedono un esame.
·          cibo un'alimentazione ricca di grassi: la cioccolata, gli insaccati, i fritti, i formaggi e le bibite zuccherate e gassate

 I foruncoli se schiacciati ne producono altri, un consiglio è usare un buon latte detergente e batufoli di cotone per pulire il visoo saponi neutri  e risciacquare con acqua tiepida, esporre all'aria e al sole per far seccare l'acne e tenere i capelli legati o corti  perchè producono sudore.


cosa cambia nella donna?

Analogamente, nella donna intorno ai 10 anni e per 4 anni successivi si verifica  l'età puberale, essa inizia con l’ingrossamento dei capezzoli, a dimostrazione dell’inizio della funzione estrogenica dell’ovaio. Successivamente si sviluppano, in toto, le mammelle ove ha inizio il periodo definito del telarca essi sono gli ormoni estrogeni prodotti dalle gonadi femminili (ovaia) che raggiungono progressivamente forma e volume diversi in conseguenza di vari fattori: razza, familiarità, caratteristiche costituzionali, tipo di alimentazione, attività sportiva.
Il pelo puberale o pubarca compare in genere qualche mese dopo l’inizio dello sviluppo mammario; il pelo ascellare e anale si manifesta più tardi (1-2 anni dopo) e raggiunge lo stadio adulto nel periodo di 2-3 anni. Gli androgeni in genere provocano anche un forte scatto nella crescita in altezza Al termine della pubertà saranno cambiate anche le differenze nelle proporzioni tra massa ossea e tessuto adiposo si verifica all’incirca due anni dopo l’inizio dello sviluppo dei seni. : circa 7 cm il primo anno, la crescita termina dopo circa quattro anni dall’inizio della pubertà. Le modificazioni della vulva cominciano con una trasformazione della mucosa che diviene più rosea e più umida; in seguito si verifica un ingrandimento delle grandi labbra mentre le piccole labbra divengono sporgenti e più colorite. In questo periodo sono frequenti delle modeste perdite bianche dalla vagina, da considerare del tutto normali. La comparsa del menarca che compare appunto verso l'undicesimo anno di età    per indicare l'età di insorgenza della prima mestruazione, si verifica all’incirca due anni dopo l’inizio dello sviluppo dei seni, seguita poi da mestruazioni più o meno regolari (durata di 28 giorni con fecondità tra il 13 e il 16 giorno i 14 ° giorno è quello più fecondo) che segna il momento conclusivo, di una serie di modificazioni indotte sulla superficie esterna dell'utero (l'endometrio) da parte degli ormoni ovarici, che hanno preparato l'utero ad accogliere l'uovo fecondato; Spieghiamo meglio questo momento che per le ragazze è più complicato: il menarca è un importante indicatore sullo stato di salute della donna durante l'età della crescita, oltre che indicare il buon funzionamento dell'apparato riproduttore ( difatti se si dovessero avere problemi da adulte circa qualche tumore è importante per il ginecologo sapere il primo giorno di menarca) . A provocare lo sfaldamento dell'endometrio, quindi il menarca, è la notevole quantità di androgeni liberati dall'ovaio, a sua volta stimolato sempre per via ormonale dalla ghiandola ipofisi. “Il ciclo mestruale” sono quel processo fisiologico di tutto il periodo fertile che, a partire dalla prima mestruazione (menarca) dalla pubertà 11-12 anni, accompagna la donna fino alla menopausa che avviene tra i 40/50 anni, e che corrisponde alla cessazione delle mestruazioni (menopausa corrispettivo per l’uomo è l’andropausa 68-70 anni). Il ciclo mestruale, è quel periodo che dura tra i 3 e i 7 giorni ovvero dal primo giorno di mestruazione fino all’ultimo e si verificano ogni mese. Il mese ciclico ha una durata variabile tra i 21 e i 35 giorni, mediamente è di 28 giorni, nell'adolescente può essere spesso irregolare. Ad ogni ciclo mestruale matura un ovulo in una delle due ovaie della donna (ovulazione) un mese a destra e uno a sinistra. Durante la prima parte del ciclo mestruale (13 g), l'endometrio si inspessisce per prepararsi ad accogliere l’ovulo fecondato e dare l'avvio a un'eventuale gravidanza In assenza di fecondazione, l'endometrio inizia a regredire, si stacca e viene espulso attraverso la vagina dopo 28 g. Questo processo produce il sanguinamento che caratterizza la mestruazione. Se l’ovulo viene fecondato dal seme maschile inizia una gravidanza e cessano le mestruazioni per riprendere dopo la gravidanza. La dismenorrea non è una malattia ma sta ad indicare le mestruazioni molto dolorose. L’ amenorrea è l’assenza di mestruazioni. “l’ovulazione” È l’espulsione dell’ovulo (cellula riproduttiva femminile) prodotta dall’ovaio. Questo fenomeno avviene all’incirca a metà mese. Una donna può accorgersi dell’approssimarsi dell’ovulazione osservando i cambiamenti del muco cervicale. Queste perdite di muco scompaiono dopo l’ovulazione e a differenza di altre, non sono sintomo di infezione. “Da cosa dipende il ritardo delle mestruazioni?”Possono dipendere da situazioni stressanti, cambiamenti climatici, cambiamenti di vita, cambiamenti di regime alimentare,  disfunzioni ormonali, se si sono avuti rapporti senza precauzioni, potrebbe essere una gravidanza, pertanto dopo alcuni giorni di ritardo mestruale e opportuno fare un test di gravidanza. Per la ragazza inoltre in tale periodo occorre istruirla sull' igiene intima in  genere e sugli indumenti intimi da adulta. “La ragazza può usare assorbenti sia esterni sia interni (Tampax) già dalla 2° mestruazione,” La ragazza può scegliere di usare tranquillamente assorbenti esterni oppure interni. L’assorbente interno, o tampone, non comporta alcun rischio per la verginità, difatti l’imene è abbastanza interno e permettere alla ragazza di poter inserire il tampone tranquillamente senza creare problemi. La ragazza può andare in bagno, praticare attività sportive e andare in piscina o al mare può tranquillamente farsi la doccia, può usarlo di notte e di giorno, il tampone deve essere cambiato ogni 4-8 ore al massimo. Si consiglia di usare la misura piccola o media per evitare di contrarre la TSS (la Sindrome da Shock Tossico), malattia rara che può essere fatale. Questa sindrome è causata dalle tossine prodotte dal batterio Staphylococcus aureus che si trova comunemente nel naso e nella vagina. I sintomi tipici della TSS, anche se potrebbero non manifestarsi tutti contemporaneamente, sono: -febbre alta improvvisa (oltre 39°C), vomito, diarrea, eruzioni cutanee simili all'eritema, vertigini, dolori muscolari, svenimenti. In stadi successivi della malattia si può assistere anche alla desquamazione della pelle. “I salvaslip normali, per perizoma, mini, bianchi o neri” “No, noi lo sconsigliamo. I rischi provocati dall’uso sono: prurito intimo, bruciore vaginale, perdite giallo-verdastre, irritazione vaginale. Il continuo uso di salvaslip può provocare bruciori che possono diventare acuti. Il salvaslip crea un ambiente caldo umido che favorisce lo sviluppo di infiammazioni, invece, noi raccomandiamo di usare indumenti intimi di cotone bianco e non colorati e di evitare l'uso di ammorbidenti durante i lavaggio.” “il perizoma.” “Noi sconsigliamo l’uso di: perizoma , tanga , brasiliana, bikini o monokini. Alcuni studi clinici effettuati su donne che indossano regolarmente questi indumenti intimi hanno evidenziato, una maggior incidenza di patologie infiammatorie, e, in qualche caso, di infezioni in zona anale, perianale e pubica rispetto a chi indossa regolarmente uno slip. Ciò è dovuto in particolare all'attrito che la striscia di tessuto posteriore genera continuamente contro la pelle della zona anale e genitale. Evitare anche di indossare biancheria intima che non sia perfettamente asciutta. Negativi anche calze autoreggenti perché il silicone potrebbe portare a foruncoli o formazione di peli incarniti nella zona inguinale. Naturalmente questo non significa che non ci si possa concedere un completino colorato, ricamato e magari sintetico, a patto poi di riservare maggior attenzione all’igiene intima. Dopo il lavaggio, gli indumenti intimi vanno risciacquati a lungo, con molta acqua, per eliminare ogni residuo di sapone. “Che detergente intimo usare???” utilizzare il detergente intimo 1 o 2 volte la giorno; con un grado di ’acidità pH 4 o 5.” Lavarsi troppo frequentemente, così come utilizzare saponi alcalini, è controproducente. Va bene il borotalco, anzi, questo messo anche sotto al seno evita il sudore, irritazione e cattivi odori, negativi anche i reggiseni push up. Per asciugarti usa i rotoli di carta asciuga o un ospite personale. Usa le salviettine solo in viaggio. L’utilizzo di lavande vaginali, sia interne che esterne, non deve essere abituale ma subordinato al consiglio del ginecologo. In caso di terapia antibiotica prolungataassumi fermenti lattici per ricostituire la normale flora batterica. Evitare di cambiare partner troppo spesso o usare il preservativo. Informati sulle abitudini igieniche del tuo partner. Inoltre, è importante che per la depilazione usi la ceretta “ a freddo”ed eviti quella “a caldo”, rasoi, saponi e creme depilatorie per evitare punti neri, peli incarniti e brufoli. Una buona dieta fatta dal dietologo o nutrizionista che vede anche eventuali intolleranze o dalla dietista e non “fai da te” e una buona attività sportiva, in palestra oltre a quella scolastica, va bene. La SPA e le lampade e le piscine vanno fatte dopo una visita medica e dermatologica che assicuri che la pressione arteriosa sia buona e elimini la possibilità di malattie dermatologiche
Troppe ragazzine, al giorno d'oggi, soffrono di disturbi alimentari (anoressia e bulimia) o seguono diete eccessive fin dalla più tenera età, nella delicata fase pre-puberale. Mangiano poco e mangiano male, con conseguenze negative per l'organismo in crescita. Mangiare poco significa far scendere il grasso corporeo sotto una quantità tale da impedire il regolare instaurarsi del ciclo mestruale. Mangiare male significa non consumare alimenti preziosi per l'organismo, come l'olio d'oliva, uno dei precursore degli ormoni vitali. Inoltre si consiglia a quest'età di frequentare una buona palestra oltre quella scolastica.
Nel corso dell'adolescenza cresce la quantità di ormoni circolanti nel corpo, le ghiandole sebacee aumentano di volume e, di conseguenza, incrementano la loro produttività. Infatti,nelle ragazze l'acne è uno dei problemi fondamentali,  le cause potrebbero essere:
·         nella seconda metà del ciclo, pochi giorni prima della comparsa delle mestruazioni,
quando la produzione di progesterone, uno degli ormoni femminili, è piuttosto elevata.
·         la permanenza di grasso sulla pelle può determinare la comparsa di brufoli e punti neri,
·         alcuni farmaci, per esempio i cortisonici, sono accusati di causare o aggravare l'acne; 
·         stress può agevolare l'acne: non è un caso che i brufoli vengano fuori, per esempio, nei giorni che precedono un esame.
·          cibo un'alimentazione ricca di grassi: la cioccolata, gli insaccati, i fritti, i formaggi e le bibite zuccherate e gassate

 I foruncoli se schiacciati ne producono altri, un consiglio è usare un buon latte detergente e batufoli di cotone per pulire il viso e risciacquare con acqua tiepida, esporre all'aria e al sole per far seccare l'acne e tenere i capelli legati o corti  perchè producono sudore.
E’ facile comprendere quanto tutte queste modificazioni fisiche che non combaciano con quelle psichiche che accompagnano la trasformazione della bambina in donna nel periodo relativamente breve di 3-4 anni, finiscano per riflettersi sull’equilibrio psichico della ragazza. A questo punto sarà necessaria una presenza affettuosa e rassicurante da parte dell’ambiente familiare, al fine di impedire che l’inevitabile crisi di insicurezza e di preoccupazione, che caratterizza la fase puberale, si possa trasformare in una vera e propria “crisi d’identità”, con gravi conseguenze sull’equilibrio psico-fisico della ragazza.


La ragazza a 12 anni si trucca e mette il gel sulle unghie a 15 anni mette i tacchi e si tingono i capelli.
La legge italiana (Legislatura 14º – Disegno di legge N. 308 “Disciplina dell’ attività di tatuaggio e di piercing) prevede che i piercing possano essere fatti dall’età di 14 anni, fatta eccezione per quelli ai lobi delle orecchie. Non solo, fino alla maggiore età è inoltre prevista un’ulteriore restrizione, ovvero i minorenni devono avere l’autorizzazione dei genitori. I tatoo all' età di 18  se minorenne con il consenso dei genitori.
A 14 anni i ragazzi/e hanno il loro primo rapporto sessuale consigliare loro di in modo responsabile e sereno. A questa età è consigliabile la prima visita ginecologica con il ginecologo e senologica con il senologo, invece dopo un parto per escludere eventuali incontinenze urinarie femminili precoci è consigliabile per la donna una visita urologica. Formare soprattutto le ragazze in modo tale che non apprendano informazioni sbagliate da amichette inesperte che fingono un esperienza ventennale, dunque cominciamo: Cos’è l’imene??? È una membranella mucosa posta circa a metà della vagina, che si lacera con il primo rapporto e può sanguinare leggermente. Per tale motivo è sempre stata considerata il segno caratteristico della verginità fisica. In alcuni casi, però, può essere talmente elastico da non lacerarsi al momento della penetrazione, rimanendo integro. In questi casi quindi non si avverte dolore né perdita di sangue. La verginità cos’è??? Sia per la donna sia per l’uomo si può parlare di verginità, quando non si hanno avuto mai avuto rapporti sessuali completi. La verginità nella donna ha un correlato fisico nell’integrità dell’imene. La scelta di rimanere vergini varia di fatto da individuo a individuo, in base a ragioni interiori, personali, ma anche sociali e culturali, dalla religione di appartenenza; da una scelta morale, per chi la considera un valore interiore, da salvaguardare o da offrire al partner che si è scelto. Ora, l’importante è che tu ti senta pronta a farlo, con la consapevolezza che questa persona, non sia, per forza, per tutta la vita, ma importante per te in questo momento. Nel “qui ed ora” è: con chi vuoi e se lo vuoi condividere.
 “la prima volta”? La “prima volta” marca l’inizio della vita sessuale relazionale. La prima volta è un evento significativo che crea emozione, inquietudine, apprensione. I ragazzi scontano di massima la paura di non essere all’altezza della situazione (ansia da prestazione). Per le ragazze, la “prima volta” è spesso accompagnata dal timore del dolore fisico, oltre che dalla consapevolezza o dalla paura di perdere definitivamente la verginità.
Tanto la prima volta non si può rimanere incinta…” Nulla di più sbagliato! La possibilità di una gravidanza è implicita nel fare l’amore, salvo che non ci si protegga con contraccettivi. La scelta contraccettiva è molto importante perché da questa dipendono la tua serenità e la salute riproduttiva.Se decido di farlo….Sarò capace?” Il timore di non essere all’altezza è molto diffuso, soprattutto con un partner ha già avuto altre esperienze. La strategia migliore è non “mitizzare” troppo questo momento, parlare apertamente con il partner della propria inesperienza e, insieme, con complicità e fiducia, vivere questa esperienza. Non insistere se non và. La cosa più sbagliata è invece fingere una competenza inesistente… finiresti con l’essere immediatamente smascherata. “Se poi non mi vuole più?” Beh, tutto sommato non sarebbe una grave perdita, una persona che ragiona secondo criteri ormai obsoleti non merita la tua fiducia e il tuo amore. Ehi, non ci pensare nemmeno! Tu vali perché sei una persona speciale, hai scelto di condividere questo momento con la persona di cui sei attratta e innamorata, che ti rispetta e prova per te affetto e stima. Se non è così, non è la persona giusta! “Ho sentito parlare di autoerotismo e masturbazione”. E’ un modo naturale per sperimentare il piacere , ed è un'esperienza legata alle prime sensazioni di piacere. Costituisce una tappa, oggi considerata dagli esperti come fondamentale, nello sviluppo sano e naturale della propria sessualità. Come avviene la scoperta nei maschi?” Nei ragazzi è frequente sia l'erezione, in certe circostanze come un'immagine femminile, che l'emissione di liquido seminale durante il sonno, definito polluzione notturna. “E nelle ragazze?” Con la stimolazione involontaria della zona genitale, con un oggetto, un cuscino oppure lavandosi, fino a provare sensazioni piacevoli, accarezzandosi in vari modi, senza necessariamente stimolare solo il clitoride. Una mia amica è omosessuale, come faccio a capire??” L’adolescenza è il momento in cui si costruisce un’identità fisica, psichica, sentimentale e sessuale. È il periodo della sperimentazione, della ricerca di nuove strade non battute, della costruzione di nuovi modi di voler bene e amare, di stringere amicizie, relazioni, passioni. Alla fine di questo lungo percorso, la cui durata è soggettiva, ci si ritrova, tra le altre cose eterosessuali, omosessuali o bisessuali, etc.

genere sessuale verso cui si prova attrazione:
• ‪#‎Asessualità‬ scarsa o nulla attrazione verso persone del sesso opposto o dello stesso sesso; o ancora, semplice mancanza di orientamento sessuale
• ‪#‎Bisessualità‬ di entrambi i sessi in tempi diversi
• ‪#‎Eterosessualità‬ attrazione verso persone del sesso opposto e
• ‪#‎Omosessualità‬, dello stesso sesso gay o lesbica
una divisione basata sull'identità di genere è più complessa di una basata semplicemente sui comportamenti sessuali in quanto l'identità dell'individuo è più difficile da definire ed ogni essere umano ha una concezione diversa della propria identità sessuale e del ruolo di genere che può derivarne.
Si possono distinguere:
‪#‎transessuale‬ è la condizione di una persona la cui identità sessuale fisica non è corrispondente alla condizione psicologica dell'identità di genere maschile o femminile e che, sovente, persegue l'obiettivo di un cambiamento del proprio corpo, attraverso interventi medico-chirurgici volti a riattribuire l'identità fisico-psicologica.
‪#‎transgender‬ (persone nate biologicamente con caratteristiche sessuali maschili o femminili ma che hanno compiuto un percorso di transizione verso l'identità di genere del sesso opposto) La sua origine è da identificarsi all'interno del movimento LGBT lesbiche gay bisex trans
Da questo punto di vista sotto il termine "ombrello" di "transgender" possono identificarsi:
‪#‎transessualeoperata‬ (che ha raggiunto a tutti gli effetti e in tutto e per tutto il genere sentito proprio). MtF o M2F (sigla dell'inglese Male to Female) indica una persona che effettua una transizione con il suo corpo da maschio a femmina. FtM o F2M (Female to Male) è una sigla inglese indicante una persona che opta per una transizione del proprio corpo da femmina a maschio
‪#‎transessualenonoperataoparzialmenteoperata‬ (che ha lasciato integri i genitali di origine ma ha effettuato altri interventi di modifica fisica o estetica).
‪#‎genderqueer‬ (femmina genetica o maschio genetico di qualsiasi orientamento sessuale) che non si riconosce nel binarismo/dicotomia uomo/donna, rifiutando così lo stereotipo di genere che la società e la cultura locale impone ai due sessi. In questo senso e in questa accezione del termine, che però è la meno conosciuta in Italia, alcuni ritengono che transgender e "queer" siano due termini-ombrello fra loro sovrapponibili.
‪#‎crossdresser‬, termine che tende a sostituirsi sempre più alla dicitura "travestito" perché associato, quest'ultimo, alla parafilia. In questo senso il crossdresser è una persona che si traveste, in privato e/o pubblicamente, senza implicazioni di eccitazione sessuale, per esprimere la propria identità di genere e/o il proprio ruolo di genere interiore; il crossdressing può essere praticato sia da una donna che da un uomo, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
‪#‎cisessualitàocisgender‬ è la condizione di concordanza coinvolge il piano biologico (i caratteri sessuali), l'identità personale (come la persona si sente) e il ruolo sociale (come gli altri la considerano). La definizione di cisessuale è quindi applicabile alla maggioranza degli individu
‪#‎pansessuale‬ (pan vuol dire tutto) il bambino nasce polimorfo perverso poi secondo la cultura e l'educazione gli viene inculcata si definisce la propria sessualità i pansessuali rifiutano questa appartenenza di genere sessuale/culturale difatti egli/ella è colui/lei che si definisce in grado di provare attrazione fisica , romantica ,sentimentale verso tutte le sessualità omosessuale bisessuale transessuale transgender, siano in egual misura esistenti o alcune di esse permanentemente od occasionalmente prevalenti nella persona.
‪#‎polisessuale‬ (poli vuol dire molti) è colui/lei che è in grado di provare attrazione fisica , romantica , sentimentale verso sia uomini che donne che transessuali, allo stesso tempo, inoltre se una pesoa ha gli attributi maschili non deve sentirti necessariamente maschio idem se ha gli attributi femminili non deve sentirti necessariamente femmina.
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‪#‎demisessualita‬ indica le persone che non provano attrazione sessuale, almeno finche’ non stabiliscono un rapporto emotivo forte.
‪#‎queerQ‬ che non si identificano con uno stereotipo di genere rifiutano di definirsi sia rispetto alla propria identità di genere (non si riconoscono quindi come uomini o donne) sia rispetto al proprio orientamento sessuale, e sono spesso attive nel contrastare l’eteronormatività sociale in quanto individuano in essa la causa della discriminazione delle persone non eterosessuali.
‪#‎intersessuali‬ sono persone con caratteristiche biologiche ibride che nascono con un'aspetto androgino e spesso hanno gonadi non ben definite ( o magari presentano sia gonadi maschili che femminili) si chiamano intersessuali proprio perchè nel loro cariotipo non c'è normalmente xx o xy ma cambia il dna.

‪#‎ermafroditismo‬ o monoicismo è un fenomeno col quale un individuo di una determinata specie può produrre, contemporaneamente o successivamente, sia i gameti maschili sia quelli femminili. L'ermafroditismo vero e proprio, nell'essere umano, è descritto come una rara disgenesia gonadica.] Più frequenti sono gli pseudoermafroditismi (maschile e femminile) nonché le alterazioni collegate al sistema endocrino, che possono essere virilizzanti (come nel caso della sindrome adreno-genitale) o, al contrario, dar luogo ad una insensibilità agli ormoni maschili (come nella sindrome di Morris) e inibire così lo sviluppo di caratteri sessuali maschili. L'ermafroditismo vero e proprio e gli pseudoermafroditismi rientrano nelle anomalie della differenziazione sessuale.

Se si propongono? Non bisogna aver paura di loro, perché come gli etero, possono scegliere di amare una sola persona. Non bisogna discriminare, loro sono come noi, hanno emozioni e sentimenti. Puoi dire di no, se non lo vuoi.
La sessualità o ‪#‎identitàsessuale‬, si articola, quindi, attraverso quattro fattori principali, detti psicosessuali, allo stesso tempo collegati e distinti tra loro (Giberti, Rossi, Manuale di Psichiatria, 2004):
• sesso biologico
• identità di genere e ruolo di genere
• orientamento sessuale
• comportamento sessuale
‪#‎sessobiologico‬: descrive dal punto di vista meramente genetico e fisiologico il maschio, la femmina, le persone intersessuali (persone che, per nascita, presentano caratteristiche di entrambi i sessi) e le persone transessuali (persone, che con un percorso, anche medico, cambiano il proprio sesso biologico). La qualificazione di un individuo come “maschio” o “femmina” a partire dalle sue caratteristiche sessuali biologiche, elencate di seguito:
• i cromosomi sessuali, XX per le femmine, XY per i maschi, la cui espressione genica durante lo sviluppo fetale consente di distinguere il sesso del nascituro al momento del parto. Se, infatti, tutti i feti hanno precursori di entrambi gli organi sessuali, a sei settimane l’espressione del cromosoma Y permette di produrre proteine specifiche per lo sviluppo dei testicoli che a tre mesi di gestazione secerneranno testosterone
• i genitali esterni
• le gonadi
• il quadro ormonale. Bisogna sottolineare che androgeni e estrogeni sono prodotti da entrambi i sessi, anche se in quantità diverse: “maschio” e “femmina” non sono categorie discrete, complementari e mutualmente escludentesi (Pinel, Psicobiologia, 1990)
i caratteri sessuali secondari, che si sviluppano durante la pubertà
‪#‎Identitàdigenere‬:
Ma è anche il modo in cui ciascuno vive il proprio sesso, così come declinato dalla cultura di appartenenza, aderendo alle aspettative, rifiutandole o mediando; l’identità di genere si acquisisce dalla nascita a 3 anni circa e identifica così gli uomini (i maschi che si riconoscono nel ruolo di genere maschile), le donne (le femmine che si riconoscono nel ruolo di genere femminile), le persone transgender (quelle che si riconoscono nel ruolo di genere diverso dal proprio sesso biologico, anche se non necessariamente si sottopongono al transito) e intergender (persone che non si riconoscono nella divisione binaria uomo/donna). Identità di genere ed orientamento sessuale sono due fattori autonomi nella costruzione dell’identità delle persone e non sempre il transgenderismo (o la transessualità) si accompagnano all’omosessualità, o ne sono il risultato.
‪#‎genereoruolodigenere‬: si acquisisce a 2 anni di età esso è l’insieme di rappresentazioni culturali, definizioni e aspettative sociali che ogni cultura attribuisce al sesso biologico. Esso specifica cosa una determinata cultura si attende, in termini di comportamento, apparenza e stile di vita, da chi è maschio e da chi è femmina. Questo influenza l’espressione di genere, cioè il modo in cui una persona viene percepita dagli altri: se aderente o meno al modello culturale proposto.
‪#‎Orientamentosessuale‬: è l’attrazione emozionale, affettiva e/o sessuale verso una persona del proprio sesso (orientamento omosessuale), di sesso opposto (orientamento eterosessuale) o di entrambi i sessi (orientamento bisessuale). Recentemente è stato aggiunto anche l’orientamento asessuale, che identifica le persone che non provano attrazione emozionale, affettiva e/o sessuale. L’orientamento sessuale identifica quindi le persone come eterosessuali, bisessuali o omosessuali (gay e lesbiche).
‪#‎comportamentosessuali‬
comportamento sessuale, che descrive pratiche e atti sessuali quale risultato ultimo degli atteggiamenti verso la sessualità e il proprio partner
Masturbazione
Penetrazione
Sesso orale
Sesso anale
Feticismo uso di altre parti del corpo come i piedi
BDSM:
B bondage è un insieme di pratiche sessuali e/o voyeuristiche basate su
costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli, o più in generale sull'impedimento consenziente della libertà fisica del movimento, di vedere, di parlare, di sentire.
D Dominazione -Sottomissione: questi ruoli sono sempre ruoli relazionali: si è Dominanti di qualcuno e sottomessi di qualcuno, non si tratta di caratteristiche identitarie alla persona. Non si è Dominanti di tutti o sottomessi a tutti, ma a chi si sceglie e con chi ci si riconosce come tali.
S sadismo piacere nel far del male al partner
M masochismo piacere nel ricevere male dal partner con oggetti.

disforia di genere chiamata cosi nel DSM 5 o disturbo d'identità di genere( chiamata cosi nel DSM 3 fino al IV TR)  il soggetto transessuale non si riconosce in quanto vive nel corpo di una donna o un uomo ma psicologicamente la vive come il sesso opposto può esperire una grande sofferenza e un disagio, al punto da desiderare di modificare il proprio corpo per rientrare nel genere desiderato. la disforia alleggerisce tale disturbo in quanto lo considera un fattore culturale di adattamento all' ambiente  e non più una malattia.

maschi e femmine alfa beta gamma e omega

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 Nel mondo degli esseri umani, i soggetti dominanti, i leader naturali, possono essere indifferentemente maschi o femmine, e in questo secondo caso parliamo di donne Alfa.
Le caratteristiche di queste personalità femminili sono facilmente individuabili, si tratta di donne che senza apparente sforzo assurgono a ruoli dirigenziali, persone dotate di naturale autorevolezza, che non seguono la "massa" ma la influenzano, che istintivamente siamo portati a seguire, da cui accettiamo di buon grado di essere "comandate" o "ispirate" (a meno che no siamo anche noi femmine Alfa, naturalmente!).
Secondo le stime circa il 15-20% del totale della popolazione femminile ha una personalità Alfa e in effetti si tratta di donne professionalmente realizzate, spesso con lauti stipendi e grandi responsabilità, donne che ricoprono ruoli un tempo ad esclusivo appannaggio maschile.
Questo, per lo meno, nella porzione di mondo che glielo permette. Non dobbiamo commettere l'errore di pensare che la femmina Alfa sia "figlia" del femminismo, che venga al mondo solo nel mondo occidentale e diventi tale perché ha la possibilità di studiare e fare carriera. Moltissime "donne non Alfa ma beta" hanno queste stesse caratteristiche.
Quello che è importante capire è che le "persone Alfa" esistono da sempre, e i loro tratti distintivi, il loro "marchio" di leader naturali nasce con loro, ma nelle società maschiliste di ogni tempo le Alfa femmine non hanno avuto la possibilità di esprimere il loro potenziale e spesso hanno fatto quella che si può definire come "brutta fine".
Perché la donna Alfa è individualista, è anticonformista, è nata per fungere da guida, per radunare intorno a sé, per dirigere e comandare, oppure per rompere gli schemi, per innovare. Pertanto in un mondo maschilista è una donna pericolosa, da condannare. In passato, quando si affermava che "dietro i grandi uomini c'è sempre una grande donna", talvolta era una donna Alfa, che comandava vicariamente attraverso un uomo "non Alfa ma beta", un uomo nato per essere gregario.
Le donne dominanti non sono necessariamente "maschilizzate", anzi spesso appaiono molto femminili, usano la loro bellezza e il sex appeal per imporre uno stile (pensiamo ad una fenomenale donna Alfa come Madonna), oppure non danno molta importanza all'aspetto fisico (un esempio in Italia è un' Alfa di tutt'altro tipo:la leader della Ggil Susanna Camusso).
Molte donne Alfa neppure si notano, non hanno qualità fisiche particolari e talvolta neppure un look originale, non di rado adottano uno stile classico, si confondono tra la folla, ma la loro "aura" si manifesta in qualunque situazione in cui possano esprimere la loro vocazione al comando, ovvero a scuola, nel lavoro, nella vita familiare, nelle amicizie.
Le Alfa, da donne assertive e indipendenti quali sono, si curano della propria salute, sono "sanamente egoiste", invecchiano meglio, mangiano solo i cibi più sani, sono consapevoli del loro valore. Come si diventa donna Alfa? Non si diventa, ci si nasce, è un tratto della personalità che ben si evidenzia fin dai primi anni di vita.
Un consiglio, se pensate di essere delle Alfa, non fate l'errore di innamorarvi di un uomo Alfa, sarebbero dolori, piatti rotti e discussioni infinite. Sceglietevi, piuttosto, un dolce e sensibile uomo Beta, che non si senta minacciato dalla vostra personalità carismatica, dal vostro successo professionale. Ne gioveranno anche i futuri figli che cresceranno in un nucleo familiare più equilibrato. 
ma il mondo come sappiamo è variegato di sfumature di colori allora oltre alle donne alfa e alle donne beta troviamo le sfumature omega e gamma che hanno tratti sia di uno che dell' altro.
Allo stesso modo gli uomini
Se osserviamo bene gli uomini che - generalmente - le donne ritengono attraenti, noteremo che presentano una serie di caratteristiche:
  • Sicurezza di sè
  • Disinvoltura
  • Autoaffermazione
  • Indifferenza alle opinioni altrui
  • Attitudine al rischio
  • Impulsività
  • Tendenza aggressiva
  • Sessualmente disinibito e promiscuo
  • Certe caratteristiche fisiche fortemente mascoline (muscolatura, spalle larghe, torace "a V", mascella squadrata, voce profonda, ecc.)

Sono tutti tratti da maschio Alfa, dominante, e sono questi che istintivamente attraggono le femmine, che spesso non sanno nemmeno loro spiegare il motivo. In realtà il motivo è inconscio ed origina dalla parte più antica del cervello, quella presente anche negli animali, il "cervello rettile".
Da notare che queste caratteristiche appartengono anche ai capi, ai leader, agli imprenditori di successo e, in generale, ai "vincenti". Tra gli esseri umani come in natura, quel tipo di individuo tende ad affermarsi e ad arrivare "in cima" (non c'è da stupirsi che risulti affascinante).

Una volta capito questo, diventa evidente che, se in aggiunta alla lista di caratteristiche sopra elencate, un uomo è anche bastardo o meno, non cambia nulla... non è quello il punto. Un uomo come George Clooney ha molti di quegli elementi, non si comporta da bastardo, e piace alla grande.
Il punto non è nemmeno essere dolce o gentile. Un uomo che ha tutti gli elementi da Alfa, ed è pure gentile, attrae allo stesso modo (magari anche di più).

Se alle donne il maschio Alfa piace così tanto, ci si potrebbe chiedere, come mai poi le donne si lamentano spesso di questi uomini? (perché sono egoisti, inaffidabili, poco disponibili, promiscui, ecc.) Il fatto è che 
l'attrazione non ha nulla a che fare con l'intesa o la compatibilità tra le personalità; la sua funzione è puramente evolutiva. 

La polarità attraente/non attraente non si gioca sull'asse bastardo/gentile, ma sull'essere un maschio Alfa o Beta. 

Il "Beta" è tipicamente una persona remissiva, passiva, insicura, timida, timorosa, sessualmente inibita, ecc.: sono tutti tratti non attraenti per le donne. In altre parole, il tipo Beta è assai poco mascolino, mentre il tipo Alfa è molto mascolino e virile; e le donne sono generalmente attratte dalla mascolinità.
Inoltre, spesso il Beta esprime bisogno e disperazione verso le donne, le osserva con sguardo impaurito e impacciato, affamato e dipendente: questo non è per nulla attraente, perché comunica scarso valore (se so di valere, sono sicuro di me; se penso di non valere, ho sempre paura). 
Tipicamente i Beta fanno i "bravi ragazzi", dolci e gentili, e pensano che sia quello a renderli non attraenti. Ma in realtà sono i tratti da Beta (e l'assenza di quelli Alfa) che contano.

Generalmente, e specialmente in gioventù, questo tipo di uomini si sente dire spesso la fatidica frase: "Ti apprezzo perché sei un buon amico" (oppure "Per me sei solo un amico"). Magari detto dalla donna di cui sono innamorati. Non di rado, la stessa donna confida a quell'amico le sue "pene d'amore" con un maschio Alfa, con cui fa sesso ma che non ricambia l'interesse di lei.
Sono quelle classiche situazioni in cui c'è Alberto che ama Barbara, ma Barbara vuole invece Carlo, che però non è interessato a lei (magari perché ne ha a disposizione altre dodici). In situazioni come queste, è facile ingannarsi e credere che a vincere sia il maschio più spietato, oppure che "In amore vince chi fugge": ma queste non sono le vere ragioni, sono solo ciò che appare in superficie.

L'attrazione, l'innamoramento e l'amore sono dinamiche complesse, che hanno basi in gran parte inconsce; solo scoprendo i "meccanismi nascosti" 
dell'attrazione e di come scegliamo i partner, possiamo capire davvero le ragioni del nostro (e altrui) comportamento.

Il mondo cambia, le persone cambiano e non si accontentano più...donne adulte e mature cercano freschezza e piacere sessuale nel pischellino e uomini che guardano e cercano il piacere sessuale nelle piccole ragazzine che si atteggiano a gran donne ma molto più rosee fresche e pimpanti delle loro coetanee ....tali comportamenti nascono dall' insoddisfazione e paura maschile di non riuscire a dominare le donne e dalla rivendicazione femminile delle donne che non sono più guardate dagli uomini.....l'età (dicono) non conta più, conta il fatto di rimanere sempre eterni ‪#‎peterpan eterni bambini senza responsabilità, con ‪#‎anuptafobia ( paura di rimanere single), #androfobia paura di abbandonare ed essere abbandonati. Ne sono affette prevalentemente le donne  gay che hanno paura di rivolgersi al proprio sesso..,  ‪#‎gamofobia paura del matrimonio, ‪#‎philofobia (paura d'amare ed essere amati),  #omofobia  paura e avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di persone omosessuali,bisessuali e transessuali basata sul pregiudizio#‎ginefobia paura delle donne da parte degli uomini, e ‪#‎caliginefobia paura delle belle donne da parte di uomini....

‪#‎TOYBOY‬ ragazzi piccoli che soddisfano
sessualmente le donne adulte.
‪#‎TOYGIRL‬ ragazze piccole che soddisfano sessualmente gli uomini adulti.
‪#‎COUGAR‬ donne adulte che si soddisfano sessualmente con i toy boy.
‪#‎FILF‬ uomini adulti che si soddisfano sessualmente con le toy girl.
‪#‎MILF‬ donne (età di mamme) con figli che si soddisfano sessualmente con i toy boy.
‪#‎DILF‬ uomini (età di papa) con figli che si soddisfano sessualmente con le toy girl.
‪#‎GILF‬ donne (età di nonne) con nipoti che si soddisfano sessualmente con i toy boy.
‪#‎SUGARDADDY‬ uomini (età di nonni) con nipoti che si soddisfano sessualmente con le toy girl.


l'amante e il trombamico le differenze



#rapportidiversilamanteeiltrombamico

la relazione duale di coppia si è andata sfaldando, considerata oggi obsoleta,  si è alla ricerca di un amante , le cause sono: l'indipendenza, l'autonomia, la libertà, la cultura, innalzamento dell'età da matrimonio, la percezione dei propri spazi, i social network, l'insoddisfazione, stanchezza, abitudine, perdita di attrazione, forte conflittualità o tendenza a darsi per scontati, l'autostima e la distimia fanno percepire la relazione di (sola) coppia un modo ristretto di vivere, in questi casi appare il/la terzo/a in più modi ma qui ne prenderemo in considerazione 2:


1. l'amante (m o f)

2. il trombamico (m o f)

1. #lamante, figura sociale del tradimento tipico delle persone sposate/conviventi/fidanzate/single o mista..come anche l'altro amante è una persona che può essere congiunta o single o mista egli/ella e' una persona che ama ed è amato/a dal/la fedifrago/a ma a differenza del/lla congiunto/a  l'amante rappresenta l'idea di libertà, di gioco, di relazione stabile, di vivere quella favola con cui distrarsi, di empatia, di conoscenza reciproca, di forte attrazione fisica e forte carica emotiva (demisessuale), di vivere la situazione parallelamente come chiusa in una bolla di sapone dove esistono solo i due individui e la loro reciproca relazione, di uscire fuori dagli schemi, del brivido della conquista e della paura/piacere di essere scoperti.

CI sono differenze sostanziali però  tra amante uomo ed amante donna:
per l'amante donna: Iniziare una relazione  con un uomo già impegnato può essere vista come vittima o come carnefice,
 l’amante vista dalla società e dalla tradita è carnefice ovvero colei che ruba ad un'altra donna l’amore e le attenzioni di un uomo, spesso quello che non si comprende però  è che il ruolo dell’amante non è di terzo incomodo, ma di terzo comodo, perché in un certo senso salva la coppia dando a lui ciò che gli manca, completando perfettamente il suo rapporto di coppia, in tal senso sfoga il suo malessere e torna sereno... le classiche bugie dette alla congiunta quando è consapevole del tradimento: "è lei che mi fa stalking", "non la cerco", "amo solo te", "non ti farei mai una cosa del genere", "sto sempre con te"....."guarda il mio cellulare (dopo aver cancellato sms, wa, e tel il più delle volte anonime per non lasciare tracce sull' altro tel)",  la tradita invece "non vuole vedere" e spesso dà all' amante la colpa credendo alle bugie del congiunto.  Molte volte oppure al contempo della precedente succede che è l'uomo  traditore che crea false aspettative all' amante raccontando bugie, le classiche frasi: “mia moglie è fredda o frigida”, “con lei sono infelice”, “stiamo insieme per i figli” , "siamo separati in casa" ," con te ho un'affinità sessuale che con lei non ho". A volte invece  succede che queste precedentemente dette  all' amante sono verità,  in entrambi i casi, l’amante si accontenta temporaneamente sperando e attendendo un futuro migliore, alimentata dalle promesse che prima o poi la situazione cambierà..l'amante definita carnefice dalla tradita in realtà può essere vittima in quanto non lo fa per trasgredire, ma spesso ci mette cuore e affettività credendo alle bugie del traditore. Può succedere che la tradita con bassa autostima accetti e sia consapevole dei continui tradimenti del congiunto solo perchè vuole far apparire il quadretto della famiglia felice o perchè ama ciecamente quell'uomo o per la famiglia (per i figli) o perchè le da' serenità economica...in altri casi la congiunta tradita ha desideri di vendetta e crea la stessa situazione del congiunto traditore.

Se l'amante è uomo la situazione non cambia molto perchè lei la traditrice fedifraga non si sente in colpa di avere due uomini li ama entrambi ma ha affinità sessuale solo con uno e cerca nell' altro uomo ciò che quello ufficiale non le dà invece per l'uomo, da sempre avere due donne soddisfa la virilità maschile, banalmente, gli uomini fanno difficilmente scelte coraggiose, e sono incapaci di separarsi sia dalla moglie che dall’amante. L'istinto di possesso verso le due donne nella migliore delle ipotesi non lascia spazio alle due e le manovra come burattine nella peggiore delle ipotesi non lascia respirare l'amante.


È importante anche distinguere tra chi si scopre amante per caso e chi, invece, ha una specie di coazione a ripetere, ed inconsciamente o consciamente cerca sempre uomini impegnati o donne impegnate. In questo caso è bene interrogarsi sul perché si entra sempre in questo ruolo. Per esempio ci sono uomini e donne che amano molto la loro libertà e non vogliono rinunciarvi, e le storie con uomini o donne impegnati /e sono per loro la situazione migliore. Prendono il meglio dalle storie, senza il peso della vita domestica. Ma la ragione potrebbe essere ben diversa per donne beta forse perchè non hanno concluso bene il complesso edipico o di elettra ciò vale sia per l'amante che per il fedifrago/a il genitore al quale ci attacchiamo non è necessariamente il genitore di sesso opposto. Il genitore può essere quello dello stesso sesso. I sentimenti edipici non sono, dopotutto, "sessuali" in un senso adulto, ma hanno più a che fare con la fusione emotiva. Così anche, in effetti, sono molte delle nostre sensazioni apparentemente e puramente sessuali nell’età adulta; La sessualità comprende molti livelli emotivi che non sono sempre consci. Una sconfitta o una vittoria edipica che coinvolge il genitore dello stesso sesso può avere delle ripercussioni ugualmente dolorose, e condurre allo stesso modo più tardi ai triangoli relazionali. Ci si può sentire dislocati dalla propria sessualità, perché il genitore amato è un modello per quel tipo di sessualità ed il legame è troppo debole o negativo per permettere al modello di essere interiorizzato in forma positiva. Un uomo potrebbe eternamente tentare di ottenere l’amore di suo padre dando continuamente prove di quanto maschile egli sia. Potrebbe dunque inconsciamente formare triangoli che non riguardano veramente le donne con le quali è coinvolto, ma sono mirati ad impressionare altri uomini – o a punirli per il rifiuto del padre. Parallelamente una donna potrebbe tentare di guadagnarsi l’amore e l’ammirazione di sua madre nello stesso modo, o punire altre donne del mancato amore di sua madre. Il/la rivale in un triangolo adulto potrebbe essere segretamente molto più importante per l’individuo dell’apparente oggetto di desiderio. Dobbiamo soltanto ascoltare l’ossessiva preoccupazione che il Tradito e l’Amante hanno uno dell’altro per riconoscere che la situazione potrebbe essere psicologicamente molto più complessa di ciò che sembra. Può succedere invece che non abbia superato bene la fase successiva ovvero quella narcisistica il narciso è una persona fondamentalmente che pensa a se stesso e vuole tutto e subito ma quando lo ha si stanca e passa ad altro/a. Può succedere che abbia una vita sessuale intensa con un’amante, però a patto che mantenga come base sicura la moglie a casa, un sostituto di figura materna che lo sostiene nell’esplorazione, essendo di base un fobico. L’attivazione del narcisista aumenta all’aumentare dell’impossibilità di legame, una sorta di gioco relazionale che si può chiamare “legami non legandomi“. Altro complesso non risolto può essere per le donne il complesso di diana  che è un dongiovannismo maschile essa è associata al precedente complesso di elettra ed ha la continua voglia di conquistare un uomo per soddisfare il suo narcsismo.


 2. #trombamici o scopoamici e' una figura sociale, entrambi possono essere congiunti o single o misti, essi sono solo amici con benefici ovvero amici di letto ciò vuol dire che non hanno alcuna relazione sentimentale ne amicale ma sfogano i propri istinti sessuali a letto perchè c'è un trasporto fisico/ormonale e nient'altro, il bacio alla francese si può dare ma solo a letto. Le vite di questi due sono solitamente separate e si vedono solo quando hanno voglia di sesso, ma non bisogna mai andare oltre le 4 volte in quanto possono esserci coinvolgimenti emotivi, anche in questo caso può esserci un unione tra single o fedifraghi. E' bandita la gelosia, e non ci sisente usati in quanto è una libera volontà di entrambi. 

Qual è la maggiore età sessuale???” La maggiore età in Italia, dal punto di vista sessuale, si ha a partire dai 14 anni.

“Come si fa a riconoscere l’amore vero? Come capire la differenza tra una cotta passeggera e una storia importante, che ti porterà al vero grande amore?” Per alcuni innamorarsi è questione di un momento, per altri invece è un processo più lento, graduale. Spesso capacità di intrattenere un' amicizia per mesi, se non addirittura anni e poi un bel giorno ci si rende conto all'improvviso di essere innamorati di una persona, che vediamo con occhi diversi, che è diventata speciale.
Distinguiamo prima l'affettività le emozioni e i sentimenti:
l’affettività riguarda la sfera dei sentimenti e delle emozioni ed è strettamente legata con il corpo e con la mente.
L’emozione sorge improvvisamente come reazione a stimoli diversi, essa ha breve durata ed è più visibile dall’esterno: piacere, riso, eccitazione, gioia, ira, paura, rammarico, pianto, sdegno, dolore, vergogna, turbamento.
I sentimenti invece riguardano l’interiorità della persona essendo legati a credenze e valori sono più duraturi e meno visibili dall’esterno: amore, amicizia, tenerezza, fraternità, solidarietà, odio, gelosia,pudore, invidia, orgoglio, avversione, indifferenza. 
come ci si innammora?: L'innamoramento è accompagnato da tutta una serie di intense e travolgenti sensazioni ed emozioni, particolarmente all'inizio di un rapporto amoroso. In genere si attraversano tre fasi: -
l'attrazione fisica iniziale, sia per uomini che per donne, all'inizio i sintomi sono gli stessi, si passano ore aspettando che squilli il telefono, si vola al sospirato appuntamento con le gote in fiamme, le farfalle nello stomaco e il cuore palpitante, ti sembra che debba scoppiare da un minuto all'altro dall'emozione. Gli studi condotti hanno documentato che quando sperimentiamo un’emozione di questo genere, l'amigdala, una parte del cervello costituita da due piccole sezioni a forma di noce, stimola una secrezione ormonale. Tale esperienza viene poi memorizzata nella neocorteccia, una parte del cervello che funge da superarchivio, associando l’emozione alla secrezione ormonale correlata. E’ possibile che ogni volta che riscontriamo qualcosa di familiare in qualcuno, riemergano le stesse emozioni e risposte ormonali che ci riportano alle prime esperienze avvenute prevalentemente in ambito familiare. sono tutte causate dalla molecola di feniletilamina (PEA), neurotrasmettitore che aumenta le prestazioni chimico-fisiche. questo periodo magico non è infinito, non può infatti durare oltre i sei anni, e a poco a poco l’organismo si abitua alla PEA. i sono tracce della PEA nel cacao e nell’acqua di rose; Stimola anche la produzione del testosterone, l’omone dell’eccitamento sessuale, e di un altro neurotrasmettitore, la dopamina, che agisce su numerosi processi fisici e psicologici. Essendo legata al sistema limbico, zona del cervello che è sede di emozioni e funzioni vitali, permette di rinforzare comportamenti che apportano piacere e soddisfazione. Quando siamo felici la dopamina emette un segnale che stimola euforia, tanto da portarci a ripetere l’esperienza. È grazie alla cara e vecchia dopamina che ci si telefona cento volte al giorno e si vuole passare costantemente il tempo con il proprio partner.
 l'infatuazione, se poi la storia, continua sempre più bella, ancora più forte dei primi giorni, quello che state vivendo è vero amore. Rappresenta la seconda fase dell’amore e si manifesta con lo slancio emotivo, passionale, favorito dagli ormoni che inondano il corpo (ferormoni, adrenalina e dopamina, feniletilamina, ossitocina e altri). La coppia ricerca l’intimità. Oltre a dare origine a un legame corporeo, un'attività sessuale appagante favorisce l’intimità e il legame affettivo. L'intimità può darsi anche nell’amicizia, tuttavia quella che si crea tra due innamorati tende a essere molto più profonda. L'intimità implica la capacità di “mettersi nei panni di” dell’altro, senza smarrire il senso della propria identità, mantenendo quindi un forte senso della propria individualità. E’ un elemento molto importante dell’innamoramento, quello che nel rapporto a lungo termine, quando forse l'attrazione sessuale non è più così intensa, ci ricorda i primi giorni, la condivisione di momenti insieme, e favorisce il rinsaldarsi del legame affettivo. L’ormone implicato nella costruzione dei legami di coppia è l’ossitocina. Laddove non è prodotta o è presente in piccole quantità, l’individuo trova difficoltà a creare relazioni durature. L’ossitocina è un ormone generato dall’ipofisi posteriore e svolge la funzione di neurotrasmettitore. Studi scientifici dimostrano che sia proprio la mancanza di ossitocina a spingere la donna (per l’uomo l’ormone è la vasopressina, che ha lo stesso funzionamento) al tradimento. La produzione di questa sostanza è la conseguenza di stimoli tra cui il contatto pelle a pelle e la stimolazione durante il rapporto sessuale. Baci carezze e coccole aumentano il livello di ossitocina.
 il legame affettivo, il cervello inizia a produrre altri ormoni rispetto alle prime  quali le endorfine. Questo gruppo di sostanze sono prodotte dal cervello nel lobo anteriore dell’ipofisi e sono dotate di proprietà analgesiche simili a quelle della morfina e dell’oppio, ma con una portata più ampia. La situazione di benessere che procurano si traduce in una relazione affettiva molto forte che non si vuole più interrompere, ed è la costante presenza del partner che stimola la produzione di questo neurotrasmettitore. a poco a poco si comincia ad amare la presenza dell’altro. Lui diventa sempre più importante, finché ci si rende conto che non si riesce a vivere senza. E’ la terza fase dell’amore e nasce progressivamente con il declino dell’infatuazione. Idealmente, una volta esauriti o ridotti gli effetti di passione euforica iniziale, dovrebbe essersi formato un forte legame affettivo della coppia. L’affetto sostituisce progressivamente lo slancio passionale delle fasi iniziali del rapporto. Non è prepotente come la passione iniziale, ma è una fiamma inesauribile che lega due persone in un impegno costante e gratificante che può durare anche tutta la vita. Dopo la tempesta iniziale, si assaporano nuovi piaceri e nuove emozioni, altrettanto intense, legate alla progettualità, alla serenità, al senso di sicurezza e di appartenenza reciproca, alla consapevolezza di poter contare sulla presenza, la disponibilità e il sostegno del partner, di fronte a qualsiasi difficoltà. C’è la sensazione profonda di essere completati dall’altro, sia a livello fisico sia a livello psicologico.
 A volte puo succedere con:
il colpo di fulmine scatenato dai ferormoni arriva in modo improvviso: lo guardi per la prima volta ed è come se vi conosceste da sempre, ma è raro. Secondo Stephanie Cacioppo ricercatrice dell'Università di Chicago, a causare il classico amore a prima vista nel giro di mezzo secondo è lo sguardo, poiché tutto parte dagli occhi. In particolare, Stephanie ha scoperto che negli occhi di chi guarda il potenziale partner si nasconde il segreto dell'amore romantico o dell'attrazione sessuale. Essi sono sono molecole invisibili e volatili prodotte dalle ghiandole apocrine, posizionate sotto le ascelle, attorno ai capezzoli e vicino all’inguine, siano in grado di attrarre due persone in modo inconsapevole realizzando ciò che è l’attrazione sessuale che solitamente comprende anche un coinvolgimento psicologico irresistibile. Essendo inodori non sono captati dalle mucose olfattive, ma da un secondo sistema dell’odorato detto organo vomeronasale. L’uomo produce l’androstenolo, presente nel sudore ‘’fresco’’ mentre la donna la copulina, feromone presente nelle secrezioni vaginali. I feromoni sono noti messaggeri chimici che hanno lo scopo di trasmettere informazioni tra individui della stessa specie. Sono proprio loro a definire se una persona ci attrae o meno. Se l’odore di una persona ci piace, proviamo sensazioni di sicurezza e attrazione, diversamente proviamo sensazioni negative che portano all’ allontanamento. Insomma, se ci innamoriamo di una persona ci deve piacere il suo odore.

Quando ci si innamora si attiva anche un’autentica tempesta di ormoni, neurotrasmettitori e sostanze chimiche proprie che ci permettono di percepire intense sensazioni fisiche:


Ferormoni scatenano l'attrazione fisica, la donna durante l'ovulazione, diventa più attraente agli occhi dell' uomo in questo periodo;
Feniletilamina, la vera responsabile dello stato euforico, stimola la libido soprattutto all' inizio dell' innamoramento;
Dopamina, stimolata dalla feniletilamina è la responsabile dello stato di benessere che soddisfano la fame, la sete, il desiderio sessuale e ci induce a stare sempre in movimento; Induce il soggetto alla ripetizione di comportamenti che hanno procurato piacere ed è per questo che si ha sempre voglia di rivedere la persona che ci attrae.

feniletamina correllata alla dopamina e alla  norepinefrina che crea stress e nei più deboli fa tremare le gambe (associate ad una bassa attività di serotonina nel cervello le aree della neocorteccia celebrale collegata alle emozioni  La serotonina crea un atteggiamento tranquillo, fedele, e rende una personalità “costruttiva”. 

Noradrenalina  è prodotta dalle ghiandole Surrenali essa è una molecola diffusa nel sistema nervoso parasmpatico, soprattutto nell'ipotalamo e nel sistema limbico, essa produce bocca secca e la sudorazione delle mani, provoca eccitazione, euforia ed entusiasmo; Fa passare l'appetito perché mangiare sottrarrebbe tempo prezioso da dedicare alla persona amata. Infine, favorisce la contrazione dei vasi venosi degli organi sessuali e trattiene il sangue mantenendo a lungo l'erezione.

Adrenalina un neurormone che viene prodotto dalle ghiandole surrenali che segnala interesse e attrazione. Grazie a lei Il cuore accelera, le pupille si dilatano, le gambe tremano, lo stomaco rifiuta il cibo aumenta la respirazione e la pressione sanguigna, da cui ha origine il rossore del volto;

Testosterone, la dopamina favorisce, la sintesi del testosterone,  l'ormone del desiderio sessuale Stimola la libido sia nell' uomo che nella donna. Viene rilasciato dai testicoli e dalle ovaie, sotto stimolo dell'ipofisi. I suoi livelli variano molto da individuo a individuo; Notoriamente testosterone ed estrogeni influiscono consistentemente nel modo di approcciare all’altro e di impostare una relazione;

Ossitocina è prodotta durante l'orgasmo, la stimolazione dei genitali e durante l'allattamento per la stimolazione dei capezzoli. Viene chiamato ormone dell'amore perché si ritiene che generi sensazioni affettive, protettive e di benessere. Nell'uomo è anche responsabile del periodo refrattario che segue l'eiaculazione; permettere la durata della coppia: viene infatti secreta ogni volta che si ha un contatto fisico con la persona amata liberandosi nel cervello e negli organi riproduttivi.
Endorfine hanno un'azione rilassante, calmante, analgesica ed entrano in gioco quando una relazione diventa meno passionale e più affettiva.


Secondo la teoria dell'apprendimento, l'esperienza positiva vissuta si imprime nel sistema nervoso come un ricordo piacevole da riprovare. Nel caso degli innamorati è proprio l'associazione tra “incontro” e “piacere” che spinge i due interessati a ripetere l'esperienza. 

Quali sono le zone erogene???” Sono le parti del corpo che producono sensazioni particolarmente sensuali ed eccitanti. Sono diverse, per uomo e donna e per ciascuno di noi. Includono i genitali ma anche i capezzoli, l’ombelico, il collo, le orecchie, ecc. Molte sono legate all’esperienza ed alle preferenze individuali: più aumenta la confidenza e la complicità reciproca più si riesce a comprendere come dare piacere al proprio partner (da William Masters e Virginia Johnson padri della sessuologia moderna) . Ogni persona ha una diversa risposta sessuale. Ricorda che ciò che piace a te non necessariamente vale per gli altri. È importante riuscire a parlare e ad esprimere i propri bisogni, saper dire no e non provare vergogna o imbarazzo nel dichiarare apertamente al nostro partner se un suo comportamento ci va oppure o no.
Come si raggiunge L'orgasmo??? È vero che ne abbiamo uno clitorideo e uno vaginale???Si. L'orgasmo è una reazione del corpo durante l'atto sessuale, conseguenza di un'intensa eccitazione delle zone erogene e degli organi sessuali., sia uomini che donne possono avere l'orgasmo. Negli uomini si presenta come un picco rapido di eccitazione seguito dall'eiaculazione, mentre nelle donne può consistere in un periodo più esteso di sensazioni di piacere con alcuni picchi di estremo piacere... Nelle donne, l'orgasmo può essere vaginale, clitorideo o di entrambi i tipi contemporaneamente.
L'orgasmo clitorideo, la clitoride è sensibilissima alle stimolazioni. Può essere stimolata in vari modi: attraverso uno sfregamento e pressione con il corpo del partner, o con stimoli manualiL'orgasmo vaginale, invece, si raggiunge con la penetrazione: la donna prova piacere attraverso lo scorrimento del pene dentro e fuori forse, ma senza dati certi, toccando il punto G (Masters e Johnson).
 Entrambi gli orgasmi: una donna sperimenta un orgasmo completo quando tanto l'utero che la vagina, compresi i muscoli pelvici e quello anale, vengono sottoposti a contrazioni ritmiche. Alcune donne riescono ad avere orgasmi multipli. quasi in successione.
Le donne possono espellere del fluido durante l'orgasmo, la cosiddetta eiaculazione femminile .


Nell' uomo la secrezione pre-eiaculatoria, o liquido di Cowper (altri nomi sono: secretio ex libidine, liquido preorgasmico, liquido prostatico, liquido prespermatico, liquido preseminale, LPS) è il liquido trasparente, incolore o biancastro e viscoso espulso dall'uretra del pene dell'uomo in situazione di eccitazione sessuale.
Viene prodotto dalle ghiandole di Cowper (o ghiandole bulbouretrali) durante la masturbazione, i preliminari e le fasi iniziali di un rapporto sessuale, ma anche durante la penetrazione precedentemente all'orgasmo e all'eiaculazione dello sperma.
La quantità emessa dipende dall'individuo (da quantità modeste a emissioni copiose).
La sua funzione è quella di neutralizzare l'acidità dell'urina e quindi di preparare un ambiente idoneo al passaggio del liquido seminale vero e proprio, lubrificando il lume uretrale (condotto dell'uretra peniena). A tale scopo, questo fluido può essere secreto prima dell'eiaculazione.
Non sono noti studi su larga scala riguardo alla presenza di sperma nel liquido di Cowper. Indagini su campioni ridotti di popolazione rilevano l'assenza di tracce di spermatozoi[. Tuttavia la presenza di spermatozoi può essere causata dallo stesso liquido che lubrificando l'uretra trasporta con sé eventuali residui di sperma presenti da un rapporto precedentemente avuto, ed è quindi consigliabile orinare tra la consumazione di un rapporto e l'altro.  Questi solitamente sono in numero insufficiente a causare una gravidanza, ma possono verificarsi casi inattesi, che rendono rischioso il metodo anticoncezionale del coito interrotto.Gli stessi studi hanno messo in luce la possibilità per il fluido di veicolare il virus dell'HIV, causante l'AIDS.
In alcuni casi si possono verificare alcuni incidenti di percorso: il sesso provoca ansia e delusione :ad es se le prestazioni si rivelano insoddisfacenti o impossibili. Talvolta questi problemi sono determinati da malattie, uso di alcuni farmaci, abuso di alcool, e uso di droga. Altre volte sono provocati da emozioni spiacevoli come paura, sensi di colpa, ansia da prestazione, eccessive aspettative nei confronti del sesso, ecc… Le difficoltà più comuni che si possono verificare: Nell’uomo sono quelle legate all’erezione (disturbi dell’erezione). Altre difficoltà si possono avere nella gestione dei tempi del rapporto sessuale (eiaculazione precoce e/o ritardata).Nelle donne queste difficoltà si manifestano come: frigidità, incapacità totale o parziale di provare piacere; dispareunia, rapporti sessuali dolorosi vaginismo, contrattura dei muscoli della vagina che impedisce la penetrazione.




Le infezioni IST O MST L’espressione infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) raggruppa le malattie trasmesse durante l’atto e il contatto sessuale e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è preferibile a quella usata in precedenza malattie sessualmente trasmissibili(MST) in quanto sottolinea il frequente decorso sintomatico di queste infezioni che, altrimenti, nei casi conclamati si manifestano con sintomi acuti o come forme croniche. Fra le infezioni sessualmente trasmissibili più importanti si ricordano: 1. Batteri: gonorrea, infezioni uro-genitali, anorettali, sifilide; 2. Virus : Hiv/Aids, herpes genitale, Hpv , condiloma,epatite B e C; 3. Parassiti : Candida, Condilomi.

Metodi contraccettivi???” Esistono tantissimi metodi contraccettivi appartenenti a quattro gruppi: 1. Metodi ormonali: la pillola per donna, il cerotto a rilascio transdermico, l’anello vaginale, la spirale. Tra questi, secondo me, data la tua giovane età, puoi scegliere la pillola o il cerotto, sicure al 99,9%; 2. Metodi di barriera: il profilattico o preservativo per l’uomo, il diaframma. Tra questi, ti consiglio di far usare a lui il preservativo, il metodo più sicuro sia per preservarsi dalle IST che da gravidanze indesiderate; 3. Metodi chimici: Spermicidi. Questi tipi sono usati insieme ad altri tipi di contraccettivi, io li sconsiglio! 4. Metodi naturali: il coito interrotto, il metodo Billings, il metodo Ogino Knauss, il metodo sinto termico, la temperatura basale . I metodi naturali se non usati bene possono essere ad alto rischio di gravidanze indesiderate.
Se hai sbagliato a prendere la pillola o a rilevare i metodi naturali e hai paura di essere incinta, puoi sempre chiedere al ginecologo di prescriverti la pillola del giorno dopo: la Levonelle oppure la Norlevo, una da 1,5 mg o due da 750 mg. Da assumere entro 72 ore dal rapporto a rischio”.

IVG Interruzione Volontaria di Gravidanza comunemente chiamato aborto la Legge 194 del 22/05/78 Oggi in Italia qualsiasi donna può richiedere l'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg)entro i primi 90 giorni ( 3 mesi) di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. L'intervento può essere effettuato presso le strutture pubbliche del S.S.N.in reparti di ginecologia in modo totalmente gratuito. L'Ivg può essere praticata dopo i primi 90 giorni quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna, oppure quando siano state accertate gravi anomalie del feto Nel caso delle minorenni, secondo la Legge 194 art. 12, è necessario l'assenso da parte di chi esercita la potestà o la tutela. Tuttavia se, entro i primi 90 giorni, chi esercita la potestà o la tutela è difficilmente consultabile o si rifiuta di dare l'assenso, è possibile ricorrere al giudice tutelare. In base’Art. 9 comma 5, il ginecologo può astenersi dal fare un IVG per obiezione di coscienza, in tal caso può farlo un altro ginecologo. Prima di effettuare l’IVG viene chiesto alla donna di firmare un documento sul diritto alla privacy 196/03. Le forme di aborto sono di vario tipo, oltre all’ivg volontaria provocata, abbiamo: l’aborto naturale (o aborto interno), l’aborto tubarico e l’aborto pre-termine o tardiva nei casi in cui il feto è morto o ha qualche malformazione. Esistono due metodi abortivi: per aspirazione e tramite la pillola abortiva. Un aborto non compromette la possibilità di avere future gravidanze normali. In caso di aborti ripetuti si rendono necessarie indagini specifiche. IVG Metodo chirurgico (per aspirazione) L'aspirazione puo' generalmente essere effettuata entro le 14 settimane a partire dal primo giorno dell'ultima mestruazione. L'intervento viene eseguito in ospedale, sia in day-surgery sia con ricovero. L'intervento operatorio avviene sotto narcosi (anestesia generale). Il collo dell'utero viene dilatato cautamente con dilatatori metallici fino ad un diametro da 6 a 12 mm. Viene in seguito inserita una canula fine per l'aspirazione che rimuove i tessuti embrionali dalla cavità uterina. L'operazione dura circa 20 minuti. Generalmente, una visita di controllo viene effettuata nelle due settimane seguenti l'intervento. Nella cartella clinica si trova un consenso informato dove spiega come avviene l’intervento chirurgico.
La pillola abortiva da qualche tempo in Italia è arrivata la pillola abortiva: Mifegyne con prostaglandina RU 486. Questa pillola puo' essere prescritto entro la 7ª settimana o 49 giorni a partire dal primo giorno dell'ultima mestruazione. L'interruzione della gravidanza viene effettuata in clinica con due farmaci: la Mifegyne (RU 486) e la prostaglandina. La Mifegyne, blocca gli effetti dell'ormone progesterone, interrompendo lo sviluppo della gravidanza; mentre, la prostaglandina, induce contrazioni uterine e provoca l'espulsione dei tessuti embrionali. In presenza di personale medico, la donna assume tre compresse di Mifegyne e, due giorni dopo, due compresse di prostaglandina. Dopo l’assunzione dei farmaci, la donna rimane in osservazione per alcune ore, durante le quali avviene l’espulsione dei tessuti embrionali. Circa due settimane dopo tale operazione, la donna deve sottoporsi ad una visita di controllo. IVG, aspetti Psico-socio-pedagogici Come più volte evidenziato da diverse ricerche sull’aborto provocato (IVG), durante il tirocinio, ho potuto constatare che la maggior parte delle donne che fa ricorso all’aborto, mostra una sorta di “coazione a ripetere”, sembra scelgano l’aborto come mezzo contraccettivo. Infatti, quando chiedevo alle pazienti: come “la” stai vivendo??? Loro tranquille rispondevano: non è mica la prima volta! Ciò accade perché la donna, pur desiderando la gravidanza, come realizzazione della propria identità femminile, non riesce ad accettare il bambino.

La normativa di riferimento per i giorni di lavoro è l’art. 19 del DLgs 26/03/01 n. 151 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) il quale sancisce che l’interruzione della gravidanza, spontanea o volontaria, nei casi previsti dagli articoli 4, 5 e 6 della legge 22 maggio 1978, n. 194, è considerata a tutti gli effetti come malattia.
Secondo la legge si determina questa differenza:
1.      Se l’interruzione avviene entro il 180 º giorno di gestazione dà diritto al solo trattamento di malattia, rimanendo, quindi, escluso che la lavoratrice possa usufruire del trattamento di maternità;
2.      Se l’interruzione avviene dopo il 180 º giorno dall’inizio della gestazione , la lavoratrice può usufruire del congedo di maternità post-parto di tre mesi dal giorno successivo a quello dell’aborto. In questo caso, infatti, l’interruzione di gravidanza viene considerata parto a tutti gli effetti. Non dà però diritto al congedo parentale.
Per accertare se l’interruzione di gravidanza sia avvenuta prima o dopo il 180º giorno si devono contare 300 giorni a ritroso dalla data presunta del parto indicata nel certificato medico e alla data così ottenuta si devono aggiungere 180 giorni.
Nel tuo caso, che rientra nel punto 1 (l’interruzione avviene entro il 180 º giorno di gestazione), le assenze per interruzione di gravidanza non si cumulano con precedenti o successivi periodi di malattia e non sono quindi computabili nel periodo massimo previsto dalla normativa contrattuale per la conservazione del posto di lavoro (art. 17/1 del CCNL/2007 per il personale assunto a tempo indeterminato; art. 19 commi 3 e 10 per il personale assunto a tempo determinato).
Sono di questo avviso l’INAIL, nelle circolari n. 48/1993 e n. 51/2001, e il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, che con nota 25/I/ 0011428 del 19/08/08 di risposta all’interpello n. 32 del 19 agosto 2008 del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, ha precisato che l’articolo 12 del D.P.R. n. 1026/1976 considera l’interruzione di gravidanza prima del 180° giorno come aborto e non come parto; qualificandosi dunque, come “malattia determinata da gravidanza”, ad essa si applicherà la tutela prevista dall’articolo 20 del D.P.R. n. 1026/1976, secondo cui tale assenza non rientra nel periodo di comporto.
Nello stesso interpello, il Ministero del Lavoro afferma che ai fini della prova della morbosità determinata da gravidanza non è necessaria la produzione di un certificato rilasciato da un medico specialista del Servizio sanitario nazionale, ma basta un certificato rilasciato da un medico di base convenzionato.
Dunque, dal 7 gennaio, ai fini della giustificazione della tua assenza, potrai farti certificare, anche dal medico di base, la “malattia determinata da gravidanza”.
In questo caso i relativi giorni di “malattia” non saranno computabili nel periodo massimo previsto dal CCNL/2007, sopra richiamato, per la conservazione del posto di lavoro.
Non si ravvisano invece deroghe per ciò che riguarda l’eventualità dell’invio della visita fiscale da parte della scuola o della trattenuta sui giorni di malattia ai sensi dell’art. 71 del decreto legge 112/2008 come convertito dalla legge 133/2008, pertanto si ritiene che anche i giorni di “malattia determinata da gravidanza” siano soggetti tanto alla visita fiscale che alla trattenuta di legge.




Fase della Maturità

Dai 16 ai 18 anni si cerca di riordinare le proprie idee: è la fase della “Maturità“. Può durare fino ai 24, ma anche fino ai 90. Per Freud, essere maturi, vuol dire dare una risposta a tutti i problemi della vita. Se riusciamo a rispondere a queste domande, noi siamo maturi e siamo pronti a formare una famiglia. Verso i 50 anni si attraversa una fase di II immaturità, diffusa nella società.

A 15 anni comincia la scuola secondaria di II° grado della durata di 5 anni di cui i primi due sono generali e obbligatori dal 3° anno   farà la scelta del settore che più piace: umanistico, classico, scientifico, linguistico, musicale, artistico tecnico o professionale che lo porterà a 18/19 anni ad avere la il Diploma di Maturità,  poi opererà la scelta di fare un corso di 1/2 anni oppure nel mondo del lavoro. Se invece ha fatto la scelta del settore scuola a 18/19 lo porterà all'Università con scelta del Dipartimento e corso di Laurea Triennale con facoltà di continuare con un Master di I° livello di 1 anno oppure con una Laurea Magistrale di 3+2=5 anni e decidere se continuare con un Master di II° livello di 1 anno o il dottorato di Ricerca oppure nel mondo del Lavoro. Se invece dopo il diploma si è scelta una  Laurea Magistrale a ciclo Unico di 5 anni   decidere di continuare con un Master di II° livello o un dottorato di Ricerca oppure nel mondo del Lavoro. A 16 anni la competizione con gli amici è la richiesta della moto espressione d'indipendenza. A 18 anni la fatidica auto.

Oggi si tende all' indipendenza usciti dall' Università 23/25 anni molti vogliono vivere da Single  altri vogliono convivere altri faranno una convivenza more uxorio ovvero con un certificato al comune che indichi la residenza con il convivente, altri ancora decidono di fare il corso prematrimoniale dare parola al comune e sposarsi civilmente oppure in Chiesa e alri invece in qualunque dei casi qui sopra descritti decidono di avere un figlio o adottarlo. Altri ancora si separano, divorziano, rimangono vedovi, chiedono l'annullamento, si risposano, fanno altri figli con altre/i compagne/i creando cosi le cosiddette nuove famiglie allargate ricostituite semplici o complesse e ricomposte semplici o complesse. Altri per vari motivi di infertilità decidono di avere un figlio tramite la fecondazione artificiale omologa o eterologa anche le single.

Le creme quando usarle e quali
A 20 ANNI
A questa età non servono trattamenti particolari, è presto per un antirughe. Mentre è indicata la crema idratante.
– Idratante: spalmalo ogni mattina. Non lascia la pelle unta e costituisce una buona base per l’eventuale trucco.
– Pelle impura: ha bisogno di essere idratata per mantenersi morbida ed elastica. Se è molto lucida e grassa, scegli un’emulsione seboregolatrice e opacizzante per il giorno e una crema dermopurificante per la notte. Ti conviene comunque farti dare un’occhiata al viso dal dermatologo.
– Scrub. Una volta al mese concediti un peeling generale e non aggressivo per favorire il rinnovamento cutaneo. Puoi anche fare una pulizia del viso dall’estetista ogni due mesi per purificare la pelle.
– Il consiglio extra. Bevi almeno due litri di acqua al giorno, per mantenere la pelle idratata dall’interno.

A 30 ANNI
Dopo i trent’anni anni il ricambio cellulare rallenta progressivamente. La produzione di collagene diminuisce e si formano i primi segni di espressione e le prime rughe poco profonde. Il derma si assottiglia e la pelle comincia a perdere tono e luminosità. In questa fase della vita sono utili i prodotti che stimolano l’attività cellulare ritardando la comparsa dei segni dell’invecchiamento, usando le creme anti età.
 Principi attivi. La tua crema da giorno dev’essere molto idratante e contenere almeno uno di questi principi: vitamina A (retinolo), che stimola il rinnovamento cellulare, vitamina C, che neutralizza i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cutaneo, vitamina E, dal potere antiossidante.
 Spf. L’emulsione dovrebbe contenere un fattore di protezione solare (Spf) compreso almeno tra otto e dieci. Anche se è inverno e anche se vivi per la maggior parte del tuo tempo in città devi proteggerti dai raggi Uv.
 La notte. Spalma l’idratante che usi di giorno anche tutte le sere. Non spendere per una crema specifica da notte, la tua pelle non ne ha ancora bisogno.
 Contorno occhi e labbra. Comincia a utilizzare tutte le mattine un prodotto specifico per il contorno occhi che sia idratante e insieme detossinante, specie se lavori molte ore al computer. Preferisci quelli arricchiti di sostanze emollienti come olio di mandorla o di argan: aiutano a riempire i piccoli solchi. Usa la tua crema per gli occhi anche per il contorno labbra, l’altra zona dove si cominciano a formare le rughe d’espressione.
 Scrub: applica il prodotto una volta ogni due settimane. Chiedi al farmacista se puoi usare un esfoliante un po’ più aggressivo come quello a base di alfa-idrossiacidi. Aggiungi una pulizia professionale una volta ogni due mesi.
 Il consiglio extra. Dormi almeno sette-otto ore per notte. Non è un luogo comune: più si dorme più la pelle si mantiene giovane.

A 40 ANNI
È un’età delicata. I piccoli vasi che irrorano il viso perdono elasticità e possono dilatarsi. La pelle è meno ossigenata e soffre di più il freddo, lo smog, il vento, i raggi Uv. L’epidermide comincia anche a ispessirsi e possono apparire alcune macchie dovute agli accumuli di melanina. Ecco che si dovranno scegliere prodotti che permettano di rivitalizzare, rigenerare, stimolare e regolarizzare il funzionamento cellulare.
 Crema da giorno. Scegli un prodotto a base di almeno uno di questi principi: acido ialuronico, che idrata e ricompatta l’epidermide; collagene, una proteina fibrosa che rende la pelle elastica e ben levigata; ceramidi, molecole che rinforzano lo strato più superficiale della pelle; vitamina A (retinolo), capace di stimolare il rinnovamento cellulare; vitamina C, che neutralizza i radicali liberi; vitamina E, dall’azione antiossidante; flavonoidi (estratti del mirtillo), per proteggere i capillari.
 Crema da notte. è il momento di iniziare a usarla. Scegli una formulazioni specifica che ripara e nutre la pelle nel momento in cui è più ricettiva, cioè quando è liberata da tutto ciò che la sporca (polvere, smog, trucco). Dev’essere idratante e nutriente. Vanno bene quelle con lanolina, glicosaminoglicani, vitamine e acidi grassi. Meglio ancora se contengono anche retinolo e acido glicolico.
 Contorno occhi e labbra. Non dimenticare tutte le mattine la crema specifica per la zona perioculare e le labbra. Scegline una a base di acido ialuronico, idratante e nutriente, con l’aggiunta di vitamine C, E e PP. In commercio ne esistono alcuni con l’applicatore roll-on, cioè una biglia rotante in acciaio che permette, durante l’applicazione, un piccolo massaggio che riduce il ristagno dei liquidi e riattiva la microcircolazione.
 Scrub. Usa una crema o un gel contenente microgranuli (di sintesi o naturali come i semi di albicocca) una volta alla settimana per eliminare le cellule morte e dare più lucentezza alla pelle. Dall’estetista per la pulizia profonda puoi andare una volta ogni due mesi.
 Il consiglio extra. A tavola fai il pieno di antiossidanti, per la tua battaglia contro i radicali liberi. La base è la dieta mediterranea, con cereali integrali, pesce, almeno cinque porzioni di frutta e verdura, olio extravergine d’oliva.


LE RISPOSTE ALLE TUE DOMANDE sulle creme
Qual è la quantità di crema da applicare sul viso?
Alcuni studi hanno rivelato che se si usa la giusta quantità di prodotto se ne ottimizzano i risultati. Al contrario, uno strato eccessivo può impedire al prodotto di agire al meglio. Per le creme si utilizza un’unità di misura che si chiama finger unit: è la quantità contenuta sulla prima falange del dito indice e che corrisponde a circa mezzo grammo. Poi va considerato che la quantità di crema di cui la pelle ha bisogno varia a seconda di quanto si è stati esposti al freddo, al caldo, all’umidità. Comincia con poca crema e controlla dopo una decina di minuti quanta ne ha assorbita la pelle: se è lucida, rimuovi l’eccesso con una velina, se la cute tira, spalmala di nuovo.

Come si spalma?
Preleva dalla confezione una piccola quantità di crema e procedi così: una ditata sulla fronte, una su ogni angolo delle labbra, una all’esterno degli occhi e una sugli zigomi. Srtendila con leggeri movimenti circolari usando i polpastrelli. La direzione è sempre dal centro del viso verso i lati. Per migliorare la circolazione del viso, pizzica la pelle e picchietta con i polpastrelli l’intera superficie della faccia.

Sono veramente efficaci i prodotti antietà?
Sì. Se le creme e i sieri antiage vengono applicati con regolarità puoi aspettarti un buon effetto di miglioramento del tono e della luminosità cutanea.

Dopo quanto tempo vedo la pelle più liscia?
Per vedere i primi risultati di una crema antiage devi avere un po’ di pazienza: almeno un paio di settimane.

Compro in farmacia, in profumeria o al supermercato?
Come consiglio generale, scegli case cosmetiche note: i loro prodotti, testati, sono sicuri e ben tollerati. Diffida delle creme poco costose e orientati sulla fascia di prezzo media.

La crema può dare allergia?
Sì. Ai primi segnali di arrossamento o prurito, cambia crema: significa che quella che stai usando contiene sostanze cui sei allergico|a.

Funzionano i depigmentanti?
Le creme depigmentanti per schiarire le macchie provocate dal sole hanno un’efficacia limitata. Aiutano a schiarire la pelle ma non fanno sparire gli accumuli di melanina. Se vuoi eliminarli devi pensare a un intervento con il laser dal tuo dermatologo.

Come si fa lo scrub?
Applica un po’ di prodotto esfoliante e massaggia con leggerezza per un minuto, in modo da esercitare un lieve sfregamento. Risciacqua e spalma la crema.


LE DIECI COSE DA SAPERE SUGLI ANTIAGING
Una delle armi vincenti per contrastare le rughe sono gli antiaging, i prodotti antietà. Utili, ma non miracolosi, perché non bloccheranno certo lo sviluppo delle rughe di espressione o la formazione di quelle da cedimento cutaneo.
Ecco come orientarsi nella scelta.

1.     Un antiaging dev’essere soprattutto un idratante, in grado di mantenere una buona umidità della pelle: il principale fattore di invecchiamento è proprio la perdita di acqua.
2.     L’efficacia idratante si basa su due fattori. Il primo è la capacità di creare una superficie cutanea compatta, così che l’acqua non evapori. A questo scopo si usano sostanze come ceramidi e fosfolipidi, che hanno attività cementante, cioè tengono unite le cellule.
3.     Il secondo fattore è la capacità di mantenere l’idratazione profonda. Si usano quei principi attivi che aiutano la microcircolazione nei capillari, tra questi le antocianine, gli omega-3 e gli omega-6.
4.     Nelle creme si aggiungono poi sostanze come le vitamine, specie la E e la C, antiossidanti che combattono l’accumulo delle scorie, i cosiddetti radicali liberi, altra causa di invecchiamento.
5.     Infine, contengono enzimi e amminoacidi, che favoriscono il ricambio cellulare.
6.     I principi attivi variano. Prima di acquistare, leggete l’etichetta: sono elencati in maniera decrescente rispetto alla quantità.
7.     Per evitare di spendere soldi inutilmente dovete sapere che cosa serve alla vostra pelle in quello specifico momento. Può aiutarvi il dermatologo o il farmacista del reparto cosmetico.
8.     Consiglio sempre valido: spalmare la crema e sentire che vi fa star bene. Se avvertite bruciore, pizzicore, pelle che tira, non fa per voi.
9.     Altro accorgimento: usare lo stesso prodotto per tutta la vita non è corretto. Il problema non riguarda l’assuefazione quanto la necessità di seguire i cambiamenti legato all’età.
10.   Le creme si applicano alla mattina e alla sera, preferibilmente dopo la detersione, in modo da essere assorbite meglio.

La Piramide di Maslow

I bisogni fondamentali sono stati classificati dallo psicologo americano Abraham Maslow e raggruppati in 7 categorie, secondo una gerarchia biologica ed esistenziale(la famosa Piramide di Maslow, 1954): i bisogni non sono isolati e a sé stanti, ma tendono a disporsi in una gerarchia di dominanza e di importanza. Il punto di partenza di Maslow, iniziatore della psicologia umanistica, è che in ognuno di noi è presente un “seme”, un potenziale, un principio di autorealizzazione che dev’essere espresso in quanto è la nostra essenza personale autentica, unica e irripetibile. Questo principio di autorealizzazione dà origine alle motivazioni interiori, ai desideri profondi, ma si scontra con la realtà nel momento in cui prima di poter soddisfare i bisogni “superiori” (dell’anima), bisogna soddisfare i bisogni “inferiori” (del corpo, ma non solo): la critica mossa a Maslow e alla sua piramide gerarchica è proprio quella di considerare più importanti e fondamentali i bisogni materiali, ma va specificato che non si tratta di una gerarchizzazione di tipo morale, bensì della presa di coscienza di un dato di fatto. Non ci sarà energia sufficiente per conseguire gli obiettivi superiori se si è preoccupati per il cibo o il vestito o la casa; anzi, da questa classificazione si può ricavare l’urgenza di soddisfare i propri bisogni materiali il prima possibile, per avere più tempo ed energie per dedicarsi a quelli spirituali.
I Bisogni Fondamentali  Per “bisogni” intendiamo le esigenze psico-biologiche irrinunciabili che vanno soddisfatte al fine di sopravvivere, crescere, esprimere i propri talenti, realizzare il proprio destino. Come esseri umani percepiamo il sentimento della pace e della giustizia quando un nostro bisogno viene soddisfatto, un nostro desiderio appagato. Al contrario, tutto ciò che contrasta con questo soddisfacimento viene percepito come ingiusto e genera a sua volta un desiderio di rivalsa, di compensazione. Alla base del funzionamento della coscienza si trovano quindi una serie piuttosto ampia di bisogni da soddisfare, a livello individuale, familiare e sociale.

La piramide dei bisogni di Maslow: L'uomo ha sette tipologie di bisogni che Maslow rappresenta con una piramide: 1) fisiologici; 2) salute e sicurezza; 3) emozioni, affetti, intimità e creatività; 4) amicizia, famiglia, vacanze, arte, natura; 5) progettualità; 6) auto-realizzazione, ricerca; 7) spiritualità. Secondo Maslow, un individuo si sentirà appagato solo se riuscirà a soddisfare i bisogni seguendo l'ordine della piramide, partendo dal basso verso l'alto. Quindi dal 1 fisiologici fino ad arrivare al 7 la spiritualità.

1. I Bisogni Fisiologici
Respirazione (aria), nutrimento (acqua e cibo), eliminazione delle scorie, riposo, riproduzione.
Nella scala delle priorità i bisogni fisiologici sono i primi a dovere essere soddisfatti in quanto alla base di tali bisogni vi è l’istinto di sopravvivenza, il più potente e universale motore dei comportamenti sia negli uomini che negli animali.Il nostro cervello non fa distinzione tra realtà concreta o immaginaria e simbolica: l’aria è sinonimo di libertà, di spazio vitale, di territorio personale in cui muoversi liberamente; il nutrimento è collegato all’amore che si riceve dal padre e dalla madre; liberarsi dalle scorie riguarda anche le problematiche del passato e delle relazioni dolorose; la riproduzione concerne tutta la sfera relazionale del rapporto con i figli, con il partner, con la società.
Inutile aggiungere quanto oltre alla soddisfazione o meno di questi bisogni sia importante anche la qualità di tale soddisfazione: respirare aria pulita, mangiare cibo sano e genuino, dormire bene, in un ambiente confortevole e senza stress.
2. I Bisogni di Sicurezza
Riguardano la capacità di mantenere il corpo in salute, di mantenerlo in una buona forma fisica, l’esigenza di trovare un riparo, una casa, un ambiente che protegga dalle intemperie, dai nemici e dai pericoli e che consenta il riposo e l’intimità con i propri cari. A questo livello troviamo anche il bisogno della sicurezza economica e dell’autonomia, quindi di un lavoro stabile e adeguatamente retribuito: il benessere è un obiettivo da raggiungere quanto prima, non deve essere il miraggio che ci aspetta dopo la pensione o il frutto dei sacrifici di una vita.
3. I Bisogni di Appartenenza
Questi bisogni sono i bisogni sociali, di relazione, di cooperazione, di intimità, di affetto. Appartenenza e amore sono bisogni legati alla relazione con i genitori e con la famiglia di origine. Attraverso il legame con i genitori il figlio sviluppa la coscienza della dimensione affettiva e relazionale, la nascita dai genitori sancisce l’appartenenza di un figlio alla stirpe, diritto biologicamente irrinunciabile. L’esclusione o la separazione dal gruppo familiare o sociale è una ingiustizia intollerabile che crea un profondo dolore. Da bambini, dopo essere stati nutriti, accuditi e coccolati, abbiamo bisogno di essere visti e riconosciuti per quello che siamo, abbiamo bisogno di essere apprezzati per le nostre qualità, incoraggiati ad imparare e sostenuti quando cadiamo. Se questo bisogno non viene soddisfatto fin da piccoli, non possiamo dare a noi stessi e agli altri la giusta importanza. Critiche ingiustificate, disprezzo da parte dei genitori, umiliazioni e opposizioni possono creare nel bambino ferite profonde che lo renderanno da adulto incapace di esprimersi e di agire efficacemente per affermarsi.
Fin qui i bisogni “inferiori”, cioè quelli fondamentali o primari, che spesso però occupano tutte le nostre energie o diventano lo scopo ultimo della vita: in realtà ci sono due ulteriori livelli, i bisogni superiori.
4. I Bisogni di Stima e amicizia  ; -
L’autostima, il riconoscimento altrui, la soddisfazione di sè, la consapevolezza delle proprie capacità e competenze e il riconoscimento dei propri talenti: è il livello del rispetto di sè che nasce dal successo, dalla capacità di conseguire i risultati prefissi, dall’autocontrollo.
5. I Bisogni di Autorealizzazione- 
L’autorealizzazione è l’appagamento ultimo e nel contempo la spinta primaria e la ragion d’essere della specie umana: il bisogno di esprimere la propria unica e irripetibile verità e i propri talenti in un’opera creativa che lasci il segno del proprio passaggio su questa Terra. Parliamo di missione e di vocazione come espressione di un diritto irrinunciabile alla felicità e al compimento del proprio destino. Una vocazione ostacolata può spezzare il cuore, può distruggere una vita. Si tratta del bisogno di creatività, di libertà di espressione profonda del proprio sè; è l’accettazione profonda di sè stessi, realizzata personalmente ed espressa e riconosciuta dagli altri.
6. bisogno di progettualità e di rcerca- tutti noi abbiamo bisogno di porre obbiettivi fare progetti o ricercare il meglio per noi stessi;
7. Bisogno di 
spiritualità  appartenenza o di connessione transpersonale  
 una ulteriore categoria di bisogni, cosiddetti spirituali, che hanno a che vedere con ilsentimento di connessione e di appartenenza non soltanto alla vita, alla famiglia, alla specie e alla società, ma ad un ordine cosmico trascendente ed eterno, che in qualche modo possa dare un minimo appagamento a quel bisogno così tipicamente umano di immortalità e infinitezza. Lo chiameremo bisogno di connessione transpersonale.



FASE DELLA MENOPAUSA

Menopausa dai 40 anni in poi . Il sesso in menopausa Ricordo di una donna anziana che simpaticamente ripeteva: “Se prima della menopausa la tua vita sessuale è stata piena e gratificante, continuerà a esserlo anche dopo”. La sessualità in menopausa comporta diversi vantaggi, primo fra tutti quello di non correre il rischio di una gravidanza indesiderata. Questo vantaggio è confermato da molte donne che dicono di sentirsi più libere di vivere pienamente e serenamente la propria sessualità in età matura. Molte dichiarano che la menopausa le ha rese più disinibite e capaci di esprimere desideri ed emozioni che hanno per lungo tempo creduto di dover nascondere. Ciò accade, soprattutto, quando si hanno figli adulti ed autonomi in quanto le donne sentono di potersi nuovamente concentrare su se stesse, alla riscoperta della propria sessualità. Per molte donne la menopausa segna una vera e propria rinascita che investe tutta la personalità femminile, non soltanto la sfera sessuale. L’importante è adeguarsi ai cambiamenti che progressivamente avvengono nel proprio corpo e in quello del partner (in caso di andropausa) e che implicano delle variazioni nel modo di fare l’amore. La premessa per mantenere vivo un rapporto intimo e affettuoso, nasce naturalmente da una buona comunicazione tra la coppia. Quali sono i fattori che favoriscono l’attività sessuale in postmenopausa? • Una vita sessuale attiva, regolare e gratificante durante l'età fertile; • Un atteggiamento positivo e di accettazione del passare degli anni; • Un buon affiatamento con il partner, vivere bene l'intimità di coppia e una buona comunicazione tra i due partner; • L'accettazione dei cambiamenti del proprio corpo; • La buona salute fisica ed emotiva.


A 50 ANNI le creme:
Arriva la menopausa, comincia a calare la produzione degli estrogeni secreti dalle ovaie e di conseguenza si verifica anche una riduzione della densità e della compattezza del derma, lo strato più profondo della pelle, che da questi ormoni trae elasticità. La pelle diventa più sottile e tende a cedere verso il basso a causa della forza di gravità: l’ovale del volto si modifica, la pelle diventa più secca, assume un aspetto opaco. Come rimediare?
 Siero. Prima della crema da giorno puoi stendere un prodotto specifico a seconda del tuo problema: secchezza, macchie brune, untuosità, tratti che cedono. I sieri sono formulazioni più concentrate e con caratteristiche diverse da una crema per il viso. I principi attivi più usati sono l’acido ialuronico, le vitamine (A, C, E), vari estratti vegetali e gli aminoacidi. Sono confezionati in fiale monodose o in flaconi con dispenser per preservarli dal contatto con aria e luce. Si assorbono immediatamente e possono essere riapplicati anche più volte al giorno.
 Crema da giorno: non dimenticarla mai. Scegline una a base di fitoestratti (fitoestrogeni come quelli ricavati dalla soia o altri estratti naturali), che stimolano la ridensificazione del derma e che combattono i tratti cadenti. Anche acido ialuronico, collagene e ceramidi hanno un buon effetto sulla pelle appesantita. Bene se fra i principi attivi ci sono vitamine A, C, E o flavonoidi.
 Crema da notte. Un buon prodotto deve contenere oligopeptidi, sostanze derivate dagli aminoacidi che agiscono a livello del derma permeandolo e ridensificandolo, restituendo idratazione e volume dove mancano.
 Contorno occhi e labbra. A questa età la zona perioculare e le labbra cominciano a essere piuttosto segnate. Scegli un prodotto, da mettere mattino e sera, con principi attivi ad azione antiaging e liftante, come i peptidi, che stimolano la sintesi di nuovo collagene e danno un aspetto più fresco al volto, e i fitoestratti, che proteggono i vasi sanguigni riducendo occhiaie e gonfiori.
 Scrub. Fai il peeling settimanale, basta che sia molto delicato. Se aggiungi al tuo prodotto con microgranuli una noce di latte detergente, avrai la formulazione ideale. La pulizia del viso dall’estetista? Massimo una volta ogni tre mesi.
 Il consiglio extra. Un lifting naturale? Prova con la ginnastica facciale, per tonificare il volto e combattere rughe e cedimenti. Ecco come: aggrotta la fronte e distendila alzando le sopracciglia, per dieci volte. Ruota le labbra chiuse come a dare un bacio in senso orario e poi antiorario, per venti volte.

A 60 ANNI
Sottile e fragile, poco protetta dalle aggressioni esterne, secca e malnutrita: così è la pelle intorno ai 60 anni. Per tamponare le carenze legate all’invecchiamento, bisogna scegliere formule specifiche.
– Crema da giorno. Preferisci una formulazione con acido ialuronico, collagene o ceramidi, ma anche con proteine del lievito e sostanze molto nutrienti come pappa reale, olii, burri vegetali e cere naturali.
– Crema da notte. Bene i prodotti a base di ceramidi, molecole di natura glicolipidica efficaci nella ricostruzione dello strato corneo: ne ritardano la desquamazione e rinforzano lo strato più superficiale della pelle. Indicate anche le creme a base di carnosina, una sostanza naturalmente presente nell’organismo che stimola la produzione naturale di collagene.
– Contorno occhi e labbra. Le rughe in questa zona sono piuttosto profonde. Puoi mettere una crema specifica che non risolverà il problema ma darà più freschezza allo sgurdo. Scegli una formulazione con principi antiaging come i peptidi, e nutritivi, come le ceramidi, abbinati a estratti naturali come la camomilla, che ha un effetto lenitivo, o la caffeina, che attenua gonfiori e irritazioni.
– Scrub. È meglio evitare, la tua pelle è piuttosto delicata. Puoi andare dall’estetista per una pulizia del viso leggera e delle maschere su misura.
– Il consiglio extra. Evita l’esposizione diretta del viso alle fonti di calore troppo forte: fiaccano i capillari, fanno rilassare i tessuti e peggiorano i cedimenti cutanei. Quindi, niente risciacquo con acqua troppo calda, niente hammam o sauna. Sarebbe meglio anche evitare l’esposizione diretta a caminetti e stufe. Anche con la tintarella, cautela: a questa età le macchie solari si formano con più rapidità. Esponiti solo dopo aver messo una protezione alta (da Spf 30 in su).



I TUMORI

Di interesse oncologico per ciò che concerne i Tumori (miomi e carcinomi)  Gli interventi più frequenti sono Mioma: tumore benigno, massa corposa che si forma nell’utero. Carcinoma: tumore maligno. Raschiamento: pulizia dell’utero dopo un eventuale intervento. Tipi di intervento per asportazione di Tumori all’utero: L’isterectomia, l’asportazione dell’utero. Esistono due tipi di isterectomie: quella monolaterale e quella bilaterale. Esse prevedono rispettivamente l’asportazione di una o entrambe le tube di falloppio e/o delle ovaie, sia nella patologia maligna che in quella benigna. Si parla di laparoisterectomia, quando si agisce attraverso l’addome, e di colpo isterectomia, quando si agisce attraverso la vagina. Per quanto riguarda mioma (tumore benigno), ciò che preoccupa e spaventa le pazienti è l’intervento. In questi casi, durante il tirocinio, assistevo le pazienti in sala operatoria per trasmettere loro calma e fiducia. Diverso è il caso del carcinoma (tumore maligno). Le pazienti con questo tumore hanno bisogno di ascolto empatico, di autenticità, di ritrovare la gioia di vivere attraverso le strategie di coping


APPENDICE


BOWLBY

Bowlby (Londra, 1907-1990) La trattazione di Bowlby ha un carattere spiccatamente interdisciplinare:Teoria dei sistemi comportamentali: proteggere il b. dalla sua vulnerabilità e incompetenza riguardo ai pericoli esterni ad es oggetti affilati o roventi le prese della corrente etc. I comportamenti dell’adulto e del bambino devono essere evolutivi nel senso che devono avere, nell’ambiente in cui vive il b., una figura d’attaccamento accessibile e responsiva, ai segnali del piccolo. I comportamenti di disagio del b. nei confronti dell’ambiente cambiano secondo la vicinanza/lontananza della mamma, esso spinge il b. a mantenere la vicinanza fisica del caregiver. Etologia (imprinting, bisogno di calore) dalle ricerche di R. Hinde che gli mostro le ricerche di Harlow sulle scimmie e quelle di Lorenz imprinting sulle papere. Bowlby utilizzava per la sua teoria principalmente concetti etologici e usa osservazioni di tipo naturalistico.Teoria evoluzionistica: C. Darwin: la predisposizione all’attaccamento presente alla nascita, ossia a ricercare e mantenere la vicinanza con la madre, è parte integrante del patrimonio genetico della specie umana e può essere studiata comparativamente anche rispetto agli altri primati umani, anche se l’uomo presenta caratteristiche specie-specifiche. Cibernetica presenta il carattere dinamico e motivazionale si tratta di un sistema autocorrettivo rispetto allo scopo, rappresentato dal mantenimento della vicinanza del caregiver. Psicoanalisi: Bowlby riconosce l’importanza delle prime relazioni anche in fasi successive della vita attraverso processi consci e inconsci. La sua teoria a differenza della psicoanalisi si serve dell’osservazione diretta del comportamento dei b. in situazioni reali di vita quotidiana. Il metodo d’indagine non è più quello retrospettivo della psicoanalisi volto ad inferire gli eventi della prima infanzia sulla base di eventi sintomatici, ma quello prospettico osservando e descrivendo alcuni comportamenti precoci del b. per riuscire a predire l’evoluzione successiva della personalità. Non risulta più in primo piano la gratificazione orale ricevuta, quanto la qualità dell’accudimento (disponibilità e capacità di risposta materna). Egli è in disaccordo con Freud passa in rassegna le dieci spiegazioni psicoanalitiche del legame libidico con la madre (pulsione secondaria, suzione primaria dell’oggetto, tendenza ad aggrapparsi all’oggetto e del desiderio di far ritorno al grembo materno) esse riconoscevano il soddisfacimento dei bisogni primari rispetto all’attaccamento. Egli sostiene che il b. è pronto ad entrare in relazioni sociali fin dai primi istanti di vita. Approccio piagetiano allo studio della psicologia cognitiva la prospettiva interattivo - cognitivista: quando entriamo in relazione con qualcuno stabiliamo un modello interattivo interno.

Lo Sviluppo Del Legame Di Attaccamento Bowlby 

Da 0 a 2 mesi: si presentano comportamenti di segnalazione e di avvicinamento. Verso un mese. evocando negli altri un sorriso di rispecchiamento, per cui quanto più la madre risponde con un sorriso tanto più il bambino continuerà a sorridere. Stern (1985), considera lo sguardo reciproco tra madre e bambino come l’elemento chiave nello sviluppo del mondo interno del bambino. Bowlby fa un esplicito riferimento al concetto di holding elaborato da Winnicott (1971) il quale intendeva connotare con questo, non solo il sostegno fisico, ma anche l’intero sistema psicofisiologico di protezione, sostegno, cura e contenimento che circonda il bambino e senza il quale egli non sopravviverebbe né fisicamente, né emotivamente. Dal 3/6 mesi: diventa evidente come abbia inizio una relazione di attaccamento: il bambino discrimina di più mentre guarda, ascolta e reagisce differentemente alla voce di sua madre, piange in modo diverso se lei se ne va o se si allontanano altre persone, la saluta differentemente e comincia ad alzare le braccia verso di lei per essere preso in braccio. La madre ovviamente risponde a questi segnali e si stabilisce così un sistema reciproco di feedback e di emostasi, che porta ad una reciproca conoscenza, elemento centrale per una relazione di tipo sicuro. Da 7/8 mesi a 2 anni: Verso i 7-8 mesi il bambino comincia a mostrare “l’ansia per l’estraneo” (Spitz, 1958), il bambino ha la capacità di discriminare i volti ed è in grado di riconoscere la persona che gli ha dato sostegno e cure e risponde in presenza di un estraneo facendosi silenzioso e aggrappandosi alla madre. Se viene lasciato solo prova ansia. Bowlby descrive l’attaccamento di questo periodo, tra gli (1-2 anni)come basato su set-goal. Il set goal per il bambino è mantenersi abbastanza vicino alla madre: usarla come base sicura per le esplorazioni dell’ambiente, quando la minaccia ambientale è al minimo, (questo è il periodo in cui inizia la locomozione) ed esibire proteste per la separazione e segnali di pericolo quando la minaccia è grande. In questo periodo si crea il legame d’ attaccamento vero e proprio. I MOI Il sistema è ovviamente a feedback, il comportamento di attaccamento è una relazione reciproca, crea modelli operativi interni che rappresentano la memoria del comportamento della madre ovvero fa deduzioni di come lei si comporterà secondo le sue azioni. Dai 3 anni in poi si delinea la formazione di una relazione reciproca. Con l’avvento del linguaggio sorge un pattern molto più complesso che non può essere descritto in termini di semplice comportamento. Il bambino può, ora, cominciare a pensare ai genitori come a persone separate con propri scopi e progetti, ed escogitare modi per influenzarli. 
Attaccamento e dipendenza rimangono attivi lungo tutto il ciclo di vita, sebbene nella vita adulta non iano evidenti allo stesso modo che nei bambini piccoli. Bowlby vedeva nel matrimonio la manifestazione adulta dell’attaccamento. Egli evidenzia infatti come il rapporto tra coniugi costituisca una base sicura cui entrambi possono attingere nei momenti di difficoltà, e che consente ad entrambi di realizzarsi, anche promuovendo e lasciando spazio all’esplorazione, individuale e comune. 


Bowlby I suoi tre lavori: 

Attaccamento e perdita, vol. 1: l’attaccamento alla madre (1958) le dieci spiegazioni psicoanalitiche del legame libidico del b. con la madre, teorie che riconoscevano il soddisfacimento dei bisogni primari rispetto all’attaccamento. Bowlby, diceva che : “il b. può entrare in relazione sociale con forme elementari sin dai primi istanti di vita come suzione, il piangere e il sorridere e più complesse come stringersi, nel secondo semestre di vita”. Queste forme si organizzano nel comportamento diretto ad un caregiver. Per sostenere tale tesi, passò in rassegna alle ricerche di Piaget (1954), insieme a quelli di Lorenz e Harlow più etologici. ( non dimentichiamo che il sogno di Bowlby era di unire la biologia e la psicoanalisi). Il b. per Bowlby ha un legame primario sin dalla nascita con una precisa funzione : quella della protezione dai predatori. Nel secondo lavoro: Attaccamento e perdita, vol. 2: la separazione dalla madre (1959), egli sottolinea che l’ansia di separazione è attivata quando il comportamento d’attaccamento è presente però non può essere interrotto o concluso a causa dell’inaccessibilità della figura materna. L’angoscia da separazione raggiunge livelli più intensi nel caso di esperienze familiari sfavorevoli, ad es ripetute minacce di rifiuto o abbandono di cui il b. si sente direttamente responsabile. Nel terzo lavoro: Attaccamento e perdita, vol. 3: la perdita della madre (1960), mette in discussione la tesi sul narcisismo infantile che sostiene un suo ruolo di ostacolo nell’esperienza del lutto successivo alla perdita dell’oggetto amato. A differenza di A. Freud e M. Klein per Bowlby il dolore e il lutto compaiono quando sono attivati i comportamenti di attaccamento e la madre non è disponibile. Come nell’adulto, anche il b. ha dei processi di elaborazione del lutto come comportamenti diretti alla persona perduta: ostilità, richieste d’aiuto e disperazione. Due sono le ipotesi centrali nel pensiero di Bowlby:1. lo stile di attaccamento infantile dipende dalla qualità delle cure materne ricevute. 2. lo stile dei primi rapporti di attaccamento influenza l’organizzazione precoce della personalità, nel concetto che il b. ha di sé e degli altri. 

Teoria dell’attaccamento BOWLBY

Chi è la figura di attaccamento? in generale: un adulto che, fin dalla nascita, si prende cura del bambino in modo stabile ed è per lui una persona intima e significativa, secondo Bowlby era valido il concetto di monotropismo, (tipico di quel periodo non dimentichiamo che questa è una teoria che nasce negli anni ‘50 e che è influenzata da aspetti culturali), quindi che la madre biologica rivestisse questo ruolo nelle prime fasi di vita del bambino, Attualmente l’idea del monotropismo è stata superata: si ritiene che il bambino possa costruire piu’ legami di attaccamento con adulti significativi che si prendono cura di lui: per esempio...il padre i nonni l’educatrice del nido.1. Funzione biologica: protezione, 2. comportamento “base sicura”:mantenere la vicinanza, assicurare la sopravvivenza del bambino, 3. Il sistemi di controllo del comportamento ha un obiettivo esterno che motiva il bambino a ricercare e mantenere un certo livello di vicinanza fisica con il caregiver, e il correlato interno nelle situazioni di pericolo, allo scopo di ottenere protezione per sentirsi protetto e al sicuro. 4. I comportamenti di attaccamento del bambino:ogni forma di comportamento che tende a ottenere o a mantenere la vicinanza con il caregiver essi sono direzionati al suo caregiver e pianificati verso mete e obiettivi specifici. 5. L’organizzazione dei comportamenti di attaccamento del bambino è sempre più regolata dalle risposte del caregiver..6. La base del legame di attaccamento (o attaccamento) è costituito dall’insieme di scambi interattivi e dalla qualità del legame tra il bambino e il caregiver che si struttura nel corso del primo anno di vita del piccolo,e predispone al raggiungimento di un dato obiettivo evolutivo.La qualità delle interazioni fra i due sono connesse con: 1 le modalità con cui l’adulto fornisce protezione, la ricerca di protezione da parte del bambino, I Pattern di Attaccamento, Alla fine del primo anno emergono differenze individuali nella qualità del legame di attaccamento diverse diadi adulto-bambino differiscono tra loro per la qualità del legame di attaccamento che il bambino ha costruito nei confronti dell’adulto, l’attaccamento, non solo si struttura, ma possiede anche una caratteristica di qualità.
come si sono scoperte queste differenze? Mary Ainsworth, collaboratrice di Bowlby, condusse numerose osservazioni naturalistiche su diadi madre-bambino in situazioni connesse col bisogno di protezione da parte del bambino, osservò che le diadi differivano tra loro per le modalità di richiesta di protezione da parte del bambino e per le modalità di risposta da parte dell’adulto, dedusse che tali differenze potevano derivare da: caratteristiche del bambino,  caratteristiche dell’adulto es. aspetti del temperamento, aspetti di personalità, caratteristiche dell’interazione tra i due. In base a tali riflessioni, Mary Ainsworth e i suoi collaboratori cercarono di sistematizzare una procedura attraverso cui poter osservare e definire le differenze individuali dell’attaccamento, costruito dal bambino durante il primo anno di vita, e valutare la qualità dell’attaccamento nella prima infanzia, questa è la Strange Situation Procedure (SSP), L’aggettivo strange significa estraneo, pubblicata nel 1978 questa procedura di laboratorio, Può essere somministrata, più volte, a bambini di età compresa fra 12 e 24 mesi, ma rispettando un intervallo di tempo di 6 mesi fra la prima e la seconda somministrazione, in modo che, il b. non ricordi la situazione pericolosa. Il fatto di sentirsi in pericolo, fa sì che il bambino attivi il sistema e i comportamenti di attaccamento deputati a ricevere protezione dall’adulto.La SSP è composta da una sequenza standard di 8 episodi della durata di tre minuti, per un totale di circa venti minuti, durante i quali la madre e il bambino sono introdotti in una stanza piena di giocattoli, con uno specchio, dietro cui vi è una videocamera (Ainsworth et al., 1978). Questi episodi pongono il bambino in una condizione di stress crescente:Introduzione:1) Ingresso nella stanza del bambino con la madre; 2) Permanenza nella stanza con la madre; 3) Ingresso di un adulto estraneo 4) Separazione dalla madre. Il bambino rimane solo con l’estraneo; 5) Riunione con la madre; 6) Il bambino rimane solo nella stanza; 7) Ingresso dell’estraneo; 8) Riunione con la madre. Alla madre viene richiesto di lasciare la stanza per tre minuti per fare rimanere il bambino con lo l’estraneo. Dopo il ritorno della madre e la riunione con il bambino, sia lei sia l’estraneo escono dalla stanza per tre minuti, lasciando il bambino da solo. La madre e il bambino si riuniscono ancora una volta. La Ainsworth si aspettava che, inizialmente, tutti i bambini, trovandosi in un ambiente estraneo, e in presenza di nuovi giocattoli, avrebbero usato la madre come base sicura; quindi al suo allontanarsi avrebbero cominciato a mostrare segni di ansia, piangendo o chiamandola; al suo ritorno avrebbero immediatamente ricercato la vicinanza ed il contatto e solo una volta consolati sarebbero ritornati all’esplorazione e al gioco. Tuttavia questo pattern comportamentale, non si manifesta in alcuni bambini. In base alle reazioni dei bambini nella fase di riavvicinamento vennero classificati i tre tipi di attaccamento più uno non classificabile. A queste si uni un'altra ricerca , per opera di M. Main sul quarto tipo di attaccamento, cosi si definiscono in generale cinque tipi fondamentali di stili di attaccamento: Principali tipi di attaccamento e di risposta alla separazione del bambino Tipi di attaccamento e di risposta alla separazione della madre:
Sicuro (tipo B): in genere angoscia di separazione all’atto del distacco. Al ritorno del genitore, saluta, riceve conforto e torna a giocare sereno, Sicuro (B):la madre è disponibile e affettuosa. Recepisce i segnali del bambino e risponde prontamente;
Insicuro-evitante (tipo A): manifesta poca angoscia per la separazione, ignora la madre al momento della riunione e resta inibito nel gioco. Insicuro-evitante (A): mostra poca disponibilità ad interagire o addirittura trascura il bambino. Non coglie i suoi segnali;
Insicuro-ambivalente(tipo C): fortemente angosciato dalla separazione, difficilmente tranquillizzato dalla riunione, cerca il contatto con rabbia e spesso respinge la madre; inibito il gioco esplorativo. Insicuro-resistente (C): È incostante, a volte risponde positivamente ed altre volte ignora il bambino;
Insicuro-disorganizzato (tipo D): reagisce alla separazione con comportamenti molto confusi e disorganizzati Attaccamento-insicuro Disorganizzato/Disorientato(D): madre con personalità rigida ed anaffettiva. Padre disimpegnato e periferico.
Attaccamento-non classificabile(tipo CC): sono bambini che presentano un’alternanza di strategie di attaccamento che non consente una classificazione secondo parametri indicati dalla metodologia Attaccamento-Non Classificabile (CC): madre completamente rifiutante o lontano.
Per Bowlby, le esperienze interattive con la madre, in particolare le sue risposte alla ricerca di vicinanza, determinano i MOI del bambino e quindi la qualità del suo legame di attaccamento. Per la Ainsworth, le modalità interattive della madre, in termini di sensibilità, determina le differenze nel grado di sicurezza/insicurezza. Le altre modalità di attaccamento sono forme psicopatologiche?
La sicurezza (B) nell’attaccamento favorisce lo sviluppo del bambino e la sua interazione con l’ambiente. Gli stili di attaccamento insicuro (A e C)non identificano una forma di psicopatologia né del bambino, né della relazione con l’adulto.Quelli (D e CC) descrivono invece differenze personali e interattive relazionali tra i partner difatti questo tipo di attaccamento non protegge..Questi disturbi vengono descritti all’interno delle classificazioni diagnostiche del DSM-IV come disturbi dell’attaccamento. Essi sono diagnosticabili entro i primi 5 anni di vita, consistono in disturbi intraindividuali che possono emergere nella relazione con una sola o con più figure di attaccamento.
Possono associarsi o meno ad altri comportamenti socialmente devianti o sintomatici al di fuori della specifica relazione di attaccamento in cui sorgono.

I disturbi dell’attaccamento sono:

Disturbo da assenza di attaccamento: è comune tra i bambini istituzionalizzati o che hanno subito molteplici cambiamenti nelle figure primarie di attaccamento, non riuscendo in questo modo a costruire un legame di attaccamento privilegiato. Per questo, non dimostrano alcuna preferenza per una figura adulta in particolare, non protestano alle separazioni, o lo fanno in modo indiscriminato, cercando consolazione presso qualunque persona presente. Nella maggior parte dei casi, sono distaccati da tutti ed è difficile coinvolgerli in una interazione.
Disturbo di attaccamento indiscriminato: sono bambini che non fanno riferimento a una specifica figura di attaccamento, ma si aggregano e si avvicinano a chiunque, anche in circostante minacciose o paurose Fanno uso promiscuo e indiscriminato dell’altro, cercando talvolta conforto e protezione presso persone anche completamente estranee, questo aspetto li può condurre a mettere in atto comportamenti rischiosi.
Disturbo di attaccamento inibito: contraddistingue quei bambini che difficilmente si allontanano dalla figura di attaccamento per esplorare l’ambiente. Essi evitano attivamente le relazioni con persone estranee, e sono riluttanti a giocare in ambienti estranei, sostituendo al gioco comportamenti di osservazione ipervigile del contesto.
Troviamo due sottotipi:
Bambini con dipendenza eccessiva: impauriti e ansiosi di fronte a persone non familiari, che vivono le separazioni dalla figura di attaccamento con eccessiva angoscia;
Bambini con acquiescenza compulsiva: nei confronti della figura di attaccamento perché impauriti da essa. Accondiscendono immediatamente e completamente come risposta a precedenti maltrattamenti o eccessive punizioni fisiche.
Disturbo di attaccamento aggressivo: si caratterizza per la presenza di una figura di attaccamento preferenziale, con cui la relazione è costantemente aggressiva e piena di rabbia, rivolta contro l’altro e verso il sé. Spesso il bambino ha subìto o ha assistito a precedenti violenze domestiche.
Disturbo di attaccamento con inversione di ruoli: consiste in una modalità di attaccamento in presenza di genitori molto disturbati, di fronte ai quali il bambino si trova costretto, per sopravvivere, ad assumere egli stesso funzioni genitoriali nei loro confronti, in maniera talora compiacente, talora sadica. L’aspetto responsabile e il comportamento adultomorfo di questi bambini non consentono loro, anche in situazioni extrafamiliari, di trovare quel rifornimento affettivo necessario allo sviluppo. L’importanza del legame di attaccamento non si esaurisce nei primi anni di vita. Ma si trasforma dopo il primo anno di vita.
Da sistema di regolazione del comportamento al sistema di rappresentazioni mentali : tale trasformazione avviene grazie a un processo di interiorizzazione degli aspetti stabili e ripetuti dell’interazione tra il bambino a la sua figura di attaccamento è sostenuta anche dai processi di memoria.
Le caratteristiche strutturali delle ripetute interazioni tra il bambino e la figura di attaccamento vengono interiorizzate in una struttura rappresentativa . Tali rappresentazioni vengono definite: Internal Working Models (IWM) o Modelli Operativi Interni (MOI): Bowlby preferiva il termine “operativo” perché suggeriva che la rappresentazione è un processo dinamico e il termine “modello” perché suggeriva che la struttura della rappresentazione è di tipo relazionale.Attraverso i Modelli Operativi Interni che i pattern di attaccamento dell’infanzia vengono trasposti nella vita adulta e trasmessi alle generazioni future. I modelli rappresentazionali si costruiscono sulla base delle esperienze reali durante la relazione con la figura di attaccamento, le quali ripetendosi formano schemi di eventi o copioni (script), che si organizzano in tracce di memoria.I bambini che ricevono delle cure adeguate per sensibilità e per disponibilità emotiva sviluppano, un modello degli adulti come affidabili e disponibili, e un modello di se stessi come degni delle cure che vengono loro rivolte.
Al contrario invece, i bambini che non ricevono cure adeguate, sviluppano sentimenti di rabbia e di angoscia nei confronti degli adulti e sentimenti di insicurezza nei confronti di se stessi.>Queste rappresentazioni mentali che contengono:Un MOI (rappresentazione) di sé in relazione: l’idea che ognuno ha di sé stesso all’interno delle relazioni di quanto sia degno e meritevole di cure amore e protezione. Un MOI (rappresentazione) di una relazione privilegiata: l’idea dell’altro all’interno della relazione con sé stessi di quanto sia possibile aspettarsi e ottenere amore cura e protezione. Un MOI (rappresentazione) delle relazioni interpersonali: l’idea generale di quanto sia possibile aspettarsi e ottenere amore, cura e protezione all’interno delle relazioni con le altre persone.
Il b. grazie ai ricordi che ha della storia delle sue interazioni con la figura di attaccamento si è creato delle aspettative sulla accessibilità e responsività della figura di attaccamento, nelle situazioni di pericolo che interiorizzate nei MOI gli consentono di effettuare previsioni, sulle interazioni future con la sua caregiver e sulle modalità più adattive da mettere in atto per ottenere cura e protezione in caso di bisogno.
 MOI sono quindi rappresentazioni che servono al bambino per leggere e comprendere la propria realtà relazionale, generalizzare le strategie interattive a relazioni diverse, anticipare i possibili comportamenti dell’altro, fornire risposte comportamentali adeguate. Il percorso evolutivo delineato per i MOI genera una serie di conseguenze teoriche: Il fatto che i MOI siano attivi, cioè operativi, lungo tutta la vita della persona anche nelle fasi successive alla prima infanzia. Il fatto che la rappresentazione interiorizzata può essere applicata a relazioni diverse da quelle precoci con le figure di attaccamento In particolare a quella che si costruisce col proprio figlio, una volta divenuto genitore.I MOI sembrano guidare i comportamenti di protezione nei confronti del bambino, ripetendo con lui una relazione di attaccamento di qualità analoga a quella sperimentata Assunto della trasmissione intergenerazionale degli stili di attaccamento questo vuol dire che i MOI possiedono aspetti di continuità e stabilità rispetto alla qualità dell’esperienza infantile interiorizzata e aspetti di cambiamento nel corso dello sviluppo per l’intervento di: esperienze, fattori di maturazione, interventi terapeutici, altre relazioni. Un bambino con attaccamento sicuro sarà un adulto con attaccamento sicuro. Se dopo la prima infanzia l’attaccamento non è più un comportamento osservabile, ma una rappresentazione, come può essere valutato? Secondo alcuni autori, è possibile osservare e valutare la qualità dei MOI costruiti dal soggetto sulla base della  propria esperienza interattiva utilizzando un comportamento particolare. L’adolescente, pur presentando un notevole slancio verso l’autonomia, continua a considerare il rapporto con il genitore come un “porto sicuro” nei momenti difficili. Le crisi adolescenziali sono in parte riconducibili alla difficoltà a separarsi dalle figure di attaccamento. Gli intensi legami con i pari costituiscono una fase di transizione dell’attaccamento. Per Bowlby il rapporto di coppia stabile tra adulti costituisce un vero e proprio legame di attaccamento ricalcandone la funzione e le principali caratteristiche:sicurezza e costituisce la base sicura per l’esplorazione.In età adulta un legame di attaccamento è evidente anche nella capacità di elaborare in chiave positiva gli eventi esterni, utilizzando una “base sicura interiorizzata”.

L’Adult Attachment Interview (AAI) di George, Kaplan e Main (1985) Un intervista semistrutturata che attraverso la narrazione biografica giunge a delineare le caratteristiche dei modelli operativi interni con le figure d’attaccamento nella sua infanzia. L’analogia è tra la forma della narrazione e la forma della rappresentazione. In particolare è importante l’equilibrio tra svalutazione ed idealizzazione, la capacità di ricordare sia aspetti positivi che negativi (metabolizzati e superati). L’AAI è basata sull’utilizzo di una serie di indicatori formali. Diversi studi hanno messo in luce l’associazione tra l’attaccamento della madre (A.A.I.) e la qualità dell’attaccamento del figlio (S.S.P.). Queste sono analoghe a quelle descritte per il bambino nella Strange Situation: Procedure: adulto bambino. Altre ricerche condotte da Lyons-Ruth e Jiacobvitz, (1999). hanno riguardato bambini maltrattati che diventano con molta probabilità genitori maltrattanti. Le donne che avevano interrotto questa sequenza di violenza, avevano avuto un supporto emotivo alternativo alla figura abusante, si erano sottoposte a psicoterapia, oppure potevano contare sul sostegno efficace di un compagno. Queste madri erano in grado di integrare le loro esperienze di abuso in un senso integrato di sé. Le madri, invece, che perpetuavano il ciclo di abuso risultavano invece più ansiose, depresse, dipendenti e immature. Esse ricordavano le loro esperienze infantili in modo idealizzato, frammentato o non integrato (Pallini, 2008). Essi hanno messo a punto un nuovo codice di siglatura dell’AAI, che si concentra su due tipi di rappresentazioni di sé con l’altro, improntate all’ostilità (hostility) e all’impotenza (helplessness) (HH). Questo tipo di codifica (HH) dimostra, rispetto a quello centrato sulla mancata risoluzione di lutti e traumi (U), una correlazione ancora più stretta fra deficit delle funzioni integratrici della coscienza nella FdA (figura di attaccamento) e disturbi della coscienza (correlati all’attaccamento D) nel bambino. Un numero crescente di dati confermano oggi l’esistenza di una qualche forma di trasmissione della sicurezza e dell’insicurezza dell’attaccamento e che la rappresentazione mentale dei genitori che sottende questo processo, può essere valutata, già, prima della nascita. Le differenze nelle organizzazioni dell’attaccamento del bambino sono fortemente collegate alla qualità della metacognizione dei genitori, ovvero alla loro capacità di pensare ai pensieri del bambino, di comprendere il suo stato mentale (concetto di Teoria della mente). La funzione riflessiva del sé, che è intimamente connessa al concetto di mentalizzazione e si riferisce in maniera specifica alla capacità di pensare ai propri stati mentali ed a quelli degli altri, sembra rappresentare, la chiave di interpretazione, della trasmissione intergenerazionale dei pattern di attaccamento.Attaccamento della madre AAI Attaccamento di qualità del figlio SSP:
 Attaccamento sicuro Autonomi (F): parlano delle loro esperienze in modo aperto e coerente riconoscendo sia le esperienze positive che negative
Attaccamento sicuro(B) , Attaccamento insicuro distanziante/rifiutante
(Ds): si dissociano dalle categorie emotive dell’infanzia e non ammettono le esperienze negative (“infanzia perfetta”).
Attaccamento insicuro evitante(A),
Attaccamento insicuro Preoccupati(E): coinvolgimento nei ricordi dai quali sono sopraffatti, incoerenti nella narrazione,
Attaccamento insicuro -ambivalente(C), 
Attaccamento con lutti o traumi Irrisolti(U):evidente disorganizzazione della narrazione, possibile riferimento a traumi ostile e all’impotenza (HH) Lyons-Ruth e Jiacobvitz, (1999). ricordavano le loro esperienze infantili in modo idealizzato, frammentato o non integrato,  
Attaccamento disorganizzato/disorientato (D),
Attaccamento non classificabile (CC) Main e Hesse (Hesse, 1996) per quei soggetti che non soddisfano i criteri che portano all’inserimento in uno dei gruppi oppure rientrano in più categorie. Si tratta di soggetti con storie di abusi sessuali, violenze familiari e criminali o disturbi psichiatrici.

Breve sommario del protocollo dell’A.A.I. 1. Per cominciare, potrebbe aiutarmi a orientarmi un po’sulla sua famiglia- per esempio, chi c’era nella sua famiglia d’origine, e dove vivevate?
2. Ora vorrei che cercasse di descrivere il suo rapporto con i genitori quando era bambino, partendo da dove riesce a ricordare.3-4. Potrebbe dirmi cinque aggettivi o frasi per descrivere il suo rapporto con sua madre/suo padre durante l’infanzia? Io li scriverò, e quando ne avremo cinque le chiederò di dirmi quali ricordi o esperienze l’hanno portata a scegliere ciascuno di essi. 5. A quale genitore si sentiva più vicino, e perché? 6. Quando si sentiva turbato da bambino, che cosa faceva, e che cosa succedeva? Potrebbe raccontarmi qualche episodio specifico relativamente a quando lei era turbato emotivamente? O si era fatto male fisicamente? O era malato? 7. Potrebbe descrivere la sua prima separazione dai genitori? 8. Si è mai sentito rifiutato da bambino? Che cosa faceva, e pensa che i suoi genitori si rendevano conto che la stavano rifiutando? 9. I suoi genitori l’hanno mai minacciata- per disciplina, o per scherzo? 10. Perché pensa che i suoi genitori si comportassero così come hanno fatto durante la sua infanzia? 11. C’erano altri adulti che le erano vicino- come se fossero genitori- da bambino? 12. Ha fatto l’esperienza della perdita di un genitore o di un’altra persona cara da bambino, o da adulto? 13. Ci sono stati molti cambiamenti nel suo rapporto con i genitori tra l’infanzia e l’età adulta? 14. Com’è attualmente il suo rapporto con i genitori?

Per una ripetizione tra SSP AAI e il MOI Mod di attac del bambino alla SSP, Mod di attac della madre alla SSP, Stati mentali dell’adulto alla AAI ,
1° liv l’esito della relazione MOI, 2°livello il Sé e l’altro MOI , 3° livello le strategie MOI
A insicuro evitante: scarso disagio alla separazione, ignora la FDA nella riunione A insicuro evitante:rifiutante responsiva, controllo e interferenza nell’interazione.
 Ds insicuro “distanziante”rifiutante incoerenze mestiche, distacco emotivo, difesa Ci si attende un rifiuto certo, svalutazione dell’altro Se: variabile Altro:inaccessibile Allontanamento e distacco
B sicuro: protesta quando la FDA si allontana e si calma quando ritorna B sicuro: interazione attiva e reciproca F attaccamento sicuro autonomo: coerenza fra memoria episodica e semantica Certo positivo Sé: positivo Altro:tendenzialmente positivo Alternanza fra vicinanza e allontanamento
C insicuro ambivalente e resistente: angoscia all’allontanamento ma non si lascia confortare prontamente C insicuro ambivalente e resistente: imprevedibile ed intrusiva
E insicuro preoccupato: Ancora molto coinvolta nella storia di attaccamento Incerto Sé:sarò accettato se saprò farmi amare Altro: imprevedibile Fuga, attacco, congelamento.
D diorientato disorganizzato:comportamenti disorganizzati, stereotipie, congelamento, iperallerta D diorientato disorganizzato:traumatizzata, immersa nel dolore interiore, maltrattante
U lutti e traumi non risolti
HH ostile e impotente: interferenza fra idee dissociate su traumi e attaccamento L’incontro è minaccioso Sé:asse forte/debole Altro:asse spaventato/spaventante Fuga, attacco, congelamento


L’Infant research: è un metodo sperimentale di laboratorio per studiare lo sviluppo del b. e riportarlo poi nella prassi psicoanalitica.  Fautore del metodo è Stern: egli sostiene che il "bambino osservato" è diverso dal "bambino clinico"e che è da preferire il secondo al primo Il neonato è visto come organismo attivo dotato di stati emotivi differenziati e di capacità complesse per l’interazione e l’autoregolazione. Esistono processi interattivi precoci della diade madre bambino:modelli di esperienza soggettiva interna e di relazione che diventano i prototipi, per i successivi scambi relazionali. Le tappe del suo sviluppo, sono ricostruite nel corso della terapia psicoanalitica, in base a ricordi e riedizioni nel transfert di esperienze passate, secondo una prospettiva patomorfa e/o adultomorfa del tutto inadeguata ai vissuti della fase pre-verbale (dalla nascita ai due anni).Stern ritiene che l’essere umano sin dalla nascita è “programmato” per relazionarsi con gli altri dimostrando errata la tesi di S. Freud del narcisismo primario. Contesta anche l’esistenza di una fase autistica normale (Mahler) in cui il bambino sarebbe chiuso (orbita narcisistica) agli stimoli e isolato dal mondo sociale. Ritiene corretta l'idea di Bowlby che il modello operativo che il bambino si costruisce della madre condizioni l'evoluzione della sua esperienza soggettiva, evidente la presenza di fasi dello sviluppo. Attualmente Stern e collaboratori parlano di present moment e new moment ovvero momenti tra analista e pz, essi sono imprevedibili, accadono e basta. momenti di autentico "incontro" tra paziente e analista. con un  atteggiamento umano, personale, non stereotipato. Pare dunque che lo scopo sia quello di destrutturare il paziente, di aprirlo a esperienze, vissuti e "momenti" nuovi (mistici, direbbe qualcuno?), onde condurlo verso strade che aprano nuove possibilità comportamentali ed affettive.



Infant observation E. Bick: si tratta di uno strumento di ricerca e di uno strumento formativo dell’osservazione della diade m-b. in famiglia. Aree da considerare  Livello dello sviluppo del bambinon  Qualità delle interazionin  Status genitoriale (Capacità din relazionarsi)  Situazioni familiarin Sviluppo infantile  Conoscenze sullo sviluppon  Non si può dire che cosa è atipico sen non si conosce cos’è tipico 14/09/2013 3 Sviluppo infantile  Cognitivon  Comunicazione pragmatica, recettiva en espressiva  Movimenti grosso e finin  Comportamento socio-emozionalen  Capacità adattiven Competenze cognitive  Pensieron  Problem Solvingn  Memorian  Attenzionen  Imitazionen 14/09/2013 4 Comunicazione  Uso dei gesti ed espressioni faccialin  Comprensionen  Linguaggio espressivon  Aspetti sociali e pragmatici dellancomunicazione Capacità motorie  Uso delle mani e delle braccia pern manipolare gli oggetti  Equilibrion  Forza e tonon  Camminare, correre, saltaren 14/09/2013 5 Comportamento socio-emozionale  Contatto ocularen  Sorriso socialen  Attaccamento/relazin one  Regolazione emotivan  Sonnon  Famen  Aggressivitàn  Compliancen Capacità adattive  Mangiaren  Vestirsin  Collaborazione nella preparazionen  Toiletingn 14/09/2013 6 6 mesi:  Incapacità di leggere i segnalin  Problemi del sonnon  Mancanza di routinen  Incapacità di imitare gesti e posturen  No affetti, range di sentimentin  Mancanza dell’angoscia dell’estraneon 12-18 Mesi  No parolen  Persistenza di problemin del sonno  Ritiron  Rockingn  Paure prolungaten  No Separation Distressn  Immobilità, bassan attività motoria  No ingaggio socialen  Rabbia predominante en scatti d’ira 14/09/2013 7 Dai 18 mesi ai 3 anni  Alimentazionen  No linguaggion  Estrema timidezzan  Bassa autonomian  Fallimentonnell’identificazione di genere  No Piacere nel giocon  Poco Problem Solvingn  Totale incapacità dinmantenere il controllo  Comportamento caoticon Regole di base  I bambini e i neonati non dovrebbero esseren valutati senza considerare la relazione con le principali figure di attaccamento nè senza la collaborazione  Più osservazioni nel tempon  Informazioni da più fontin 14/09/2013 8 Aree di osservazione della relazione materno-infantile Comportamenti di attaccamento Interazione nel gioco Direttive e Insegnamento Separazione/riunione Osservare comportamenti di attaccamento  Il bambino sembra sicuro? In salvo? Comodo?n Interagisce con l’osservatore? Gioca? Esplora?  Come il genitore lo mette a suo agio?n  Il genitore e il bambino si divertono insieme?n  Come risponde il bambino quando il genitoren lo limita? 14/09/2013 9 Osservare il gioco  Chi comanda?n  Gioco reciproco?n  Gioco mutuale?n  Scaffolding? Scaffolding (Impalcatura): riconoscere, contenere, spiegare,n supportare ed estendere esperienze mentali affettive e motorie del bambino, soprattutto rabbia e frustrazione  Tonalità dell’affetto?n  Gioco sostenuto?n Osservare il teaching Teaching task  Come il genitore spiega l’obiettivo?n  Il bambino segue le istruzioni?n  Come fa il genitore a gestire i rifiuti?n  Scaffolding?n  Tonalità emotiva dell’interazione.n 14/09/2013 10 Separazione/riunione ESEMPIO 14/09/2013 11 Relationship Problems Checklist (RPCL)  Aiuta il clinico a documentare lanpresenza o l’assenza di problemi nella relazione  Gli aiuti supportano i seguentin descrittori della relazione  Può essere usato per più di unan relazione primaria RPCL Area  Qualità dell’interazionencomportamentale  Tono affettivon  Coinvolgimento psicologicon 14/09/2013 12 RPCL  Ipercoinvolton  Ipocoinvolton  Ansia/Tensionen  Rabbia/aggressivitàn Ipo-coinvolto Qualità del comportamento:  Insensibile o non rispondente aglin stimoli  Nessuna protezionen  Disinteressen 14/09/2013 13 Iper-coinvolto Tono affettivo  Tristezza, costrizione, ritiro, piatton  No piaceren Come guardare… Approccio psicodinamico 14/09/2013 14 Psicoanalisi  Vita soggettiva degli individui, del loron mondo esperienziale e relazionale;  Studia interazioni interpersonali nel ciclon di vita;  Usa un’ottica evolutiva: aspetti consci en inconsci delle relazioni e dei conflitti intrapsichici. FUNZIONAMENTO DELL’APPARATO PSICOFISICO Perché ad un certo punto dello sviluppo l’ambiente esterno assume un’esistenza autonoma nella psichè. (Sandler, 1962) 14/09/2013 15 Il determinismo psichico Ogni atto ha un senso nel comportamento ogni fenomeno evidente o mancato ha una motivazione dettata da un atto mentale precedente. In una grande quota di casi questi atti possono avere una base inconscia. La psicoanalisi è una psicologia relazionale…. Non si tratta quindi di una psicologia che studia la persona nella sua specifica individualità, bensì si basa su di un modello multipersonale della mente. 14/09/2013 16 Psicologia relazionale…. Che cosa è una relazione? Processo relazionale • Una rappresentazione interna del soggetto nella relazione • La spinta motivazionale che lo porta a ricercare la relazione • L’oggetto della relazione • La reazione attesa da parte dell’oggetto 14/09/2013 17 Fantasia di desiderio… Tendenza inconscia a ri-sperimentare quelle esperienze gratificanti le modalità di base specifiche di ciascun individuo per conseguire e mantenere un livello minimo indispensabile e sufficiente di sicurezza. Per soddisfare il desiderio “…l'apparato funzioni, tra l'altro, per mantenere uno "stato costante" (paragonabile al concetto fisiologico di omeostasi e riassumibile soprattutto in termini di sentimenti di benessere e di sicurezza) di fronte alle continue perturbazioni di questo stato di base che possono sorgere sia dall'esterno che dall'interno dell'individuo.” (Pieralisi, 2009) ADATTAMENTO PSICHICOLe difese psicologiche Hanno lo scopo adattivo di promuovere il funzionamento dell’individuo, “immunizzandolo” da sollecitazioni perturbanti che sarebbero destabilizzanti o vissute addirittura come intollerabili mettendo così a repentaglio i processi cognitivi e affettivi della persona… Adattamento intrapsichico “…l’omeostasi interna che tende a mantenere quanto più fisse e stabili le variazioni di questi sentimenti, giustifica la formazione (atta alla preservazione della sicurezza e del benessere incontrato nell’infanzia) delle soluzioni adattative, più strane, bizzarre e meno condivisibili e accettate socialmente. Sandler J. (1960) The background of safety. The International Journal of Psycho-Analysis, 41, 352-356. 14/09/2013 19 La fantasia di desiderio Identità di percezione • Realizzazione: quando avviene un ripristino costante di quel tipo di relazione gratificante • Coazione a ripetere: tentativi di attuare dei desideri per raggiungere un’identità di percezione rispetto una relazione che garantisca Sopravvivenza sia essa piacevole e spiacevole I clinici psicoanalitici affermano che  "parlare di teoria ai pazienti, significa che non si sta capendon nulla", (Bion, 1962)  o addirittura che “In analisi non bisogna avere né memoria nén desiderio” oppure  che "la teoria non aiuta ed è controproducente alla pratican clinica con il paziente" (Michaels, 2008) una persona abituata al metodo sperimentale rimane in genere perplessa, al sentire che il metodo adottato dalla psicoanalisi rifugge quindi da schemi precostituiti e da protocolli. 14/09/2013 20 Le tecniche….  La psicoanalisi si differenzia dalle innumerevoli altre psicoterapien non tanto per aspetti di tecnica, quanto per aspetti di metodologia (Sandler, 1983, 1987; Zanettovich, 2009).  Per tecnica si intende tutto l’insieme degli innumerevolin accorgimenti, situazioni, regole che il professionista adotta con l’utente basandosi sulle teorie ufficiali avute nel corso della sua formazione e riguardanti il funzionamento di ciò che è utile fare riguardo a questi stessi funzionamenti nell’utente, sulle proprie esperienze con un determinato utente o con una specifica categoria di utenti, sulla base delle proprie credenze, convinzioni personali (o pregiudizi), sugli insegnamenti avuti dei propri tutori o supervisori. Metodologia vs tecnica 14/09/2013 21 Metodologia….Postura …particolare modalità di interazione tra il professionista e dell’utente atta al raggiungimento della comprensione e della conoscenza del rapporto…. La metodologia psicoterapica per identificazione e la metodologia psicoterapica per manipolazione. Metodologia per manipolazione…  teoria precostituitan  obiettivi normativi coerenti con questan teoria n"manipolazione dell’utente ovvero gli dia suggerimenti, o consigli, gli fornisca strategie di auto-aiuto 14/09/2013 22 La sedia vuota….  Teoria precostituita (teoria sistemica,n teoria della gestalt)  Obiettivi normativi (riuscire a dire fuorin dalla seduta delle cose al partner)  Suggerimenti (faccia finta che seduto sun quella sedia ci sia…) Metodologia per identificazione….  la comprensione dell’utente si basa sullan identificazione da parte del professionista in quello che prova l’utente.  Induttivo, e non vi è per forza unan teoria generale precostituita. 14/09/2013 23 Metodologia per identificazione Capire che cosa si prova a essere quella persona La de-identificazione permette di restituire alla persona la comprensione dei suoi funzionamenti Costruzione di ipotesi che confermino o confutino la teoria che il professionista e l’utente stanno costruendo sulla realtà relazionale in atto. Cosa sta succedendo qui? Quindi qual’è il significato di un comportamento? 14/09/2013 24 Facciamo una prova….. LA DEPRESSIONE POST PARTUM INTACCA LE FUNZIONI GENITORIALI  Che cos’è?n  Sintomin  Diagnosin  Relazione materno-infantilen  Effetti sul neonaton  Effetti del neonato (Infant research)n14/09/2013 25  La Depressione Post Partum è uno stato emotivo din vulnerabilità, tristezza, malinconia che può comportare un ostacolo alla ricettività ed alla responsività materna. Tale disagio può indebolire lo scambio relazionale all’interno della diade con il rischio di possibili ripercussioni sullo sviluppo psicofisico del neonato.  La sua prevalenza risulta piuttosto variabile in letteratura, conn percentuali che vanno dal 3% al 30% (Beck & Gable, 2001; Field, 1995; Josefsson et al., 2001; O’Hara & Swain, 1996). CHE COS’E’? DIAGNOSI L’esordio è sfumato e graduale, ma può anche essere molto rapido; avviene dal terzo mese al primo anno dopo il parto. La gravità può variare da episodi di depressione minore, (spesso non diagnosticati, perchè il funzionamento della madre è apparentemente buono, per il riemergere di conflittualità non risolte con le figure significative di riferimento) fino ad episodi di grave depressione maggiore. In particolare è molto frequente  Avvertire il bambino come un peson  Non riuscire a provare emozioni nei confronti del bambinon  Sentirsi inadeguate nella cura del bambino, avere paura din restare sole con lui  Pensare di essere madri e mogli incapacin  Non riuscire a concentrarsi nelle cose quotidiane, che hanno an che fare con l’interazione madre-bambino 14/09/2013 26 RELAZIONE MATERNO-INFANTILE Le madri depresse si dimostrano così meno responsive e disponibili dal punto di vista affettivo, con maggiori difficoltà nel recepire ed interpretare correttamente i segnali provenienti dai loro bambini, con ripercussioni sul loro senso di sicurezza ed autonomia. (Campbell et al., 2004; Edhborg et al., 2005; Fonagy & Target, 1997). Nell’ambito della comunicazione emozionale con l’infante presentano dei pattern relazionali imprevedibili ed incoerenti, mostrano meno comportamenti imitativi e di rispecchiamento nelle interazioni diadiche. Stern (1985) viene a mancare un accordo affettivo e la madre spesso disponibile sul piano fisico non lo è sul piano emotivo e mentale perchè assorbita dalle sue preoccupazioni e dalla sua sofferenza psichica. MADRI DEPRESSEEFFETTI SUL BAMBINO Cognitivo: difficoltà nello sviluppo mentale e motorio; Comportamentale: insorgenza di ansia, depressione, ritiro sociale, aggressività, iperattività, rabbia; Organico: disregolazioni neurofisiologiche (coliche gassose, disturbi del sonno o alimentari), infezioni ricorrenti, gravi allergie, asma, malnutrizione e malattia nei bambini che vivono in situazioni di povertà. EFFETTI DEL BAMBINO: Infant research il neonato competente Influenza sulla salute mentale: Murray 1997 • Comportamento del neonato predittivo di un peggioramento dei sintomi depressivi. • I neonati con uno scarso controllo motorio aumentano il rischio di depressione materna di circa 5 volte (assenza di fattori di rischio misurata nel prepartum). • L’irritabilita’ aumenta di circa tre volte e mezzo. Un neonato irritabile e con scarso controllo motorio aumenta di molto il rischio di sviluppo di sintomi depressivi nella madre, anche se questa non è a rischio di sviluppo di DPP. 14/09/2013 28 EFFETTI SUL BAMBINO Postura psicoanalitica La cosa più interessante sviluppo delle difese: Vediamo come il bambino impara a controllare il dolore: Una delle maggiori è EVITAMENTO …una delle difese più primitive Il bambino sviluppa difese simili alla madre? Il bambino si deprime? Nel video potremmo osservarlo clinicamente Il video: La parent-infant psychotherapy Il modello di psicoterapia genitore bambino aiuta le famiglie quando si hanno motivi per pensare che i sentimenti dei genitori stiano avendo un impatto negativo sul neonato Focus sulla relazione: riconoscendo che è necessario capire l’impatto che entrambe le parti hanno nell’interazione - supportare il genitore nella comprensione dei bisogni del bambino per rispondere sensibilmente a questi - coinvolgere attivamente il bambino nella relazione con il genitore per permettere un engagement affettivo Chi sono: psicoanalisti esperti nella cura del bambino e dell’adulto, con conoscenze specialistiche nella presa in carico di emergenza Anna Freud Centre London 14/09/2013 29 Le funzioni genitoriali nelle prime interazioni • Primary maternal preoccupation: capacità di identificarsi in maniera positiva con il proprio bambino, essere in sintonia con gli stati emotivi del bambino anche negativi; (COMPRENDERE) • Mentalising stance: credere che il bambino è una persona con una mente e dei sentimenti, capacità di ricevere le comunicazioni del bambino dando un senso (RIFLETTERE); • Mirroring and attunement: il bambino si riflette nella mente della madre, impara a riconoscere e a tollerare i suoi sentimenti dalla madre, la madre deve essere sintonizzata; FUNZIONI GENITORIALI• Scaffolding (Impalcatura): riconoscere, contenere, spiegare, supportare ed estendere esperienze mentali affettive e motorie del bambino, soprattutto rabbia e frustrazione; Tolerating mixed feelings : capacità di sopportare i propri sentimenti negativi come la stanchezza la rabbia a cui porta un bambino, tale capacità del genitore viene trasmessa al bambino; • Promoting separateness: dipendenza/ separazione: adattarsi alla dipedenza dei primi mesi, riuscire a tollerare le esigenze di autonomia nel bambino. FUNZIONI GENITORIALI 14/09/2013 30 COME SI FA? - Riflettere sugli stati emotivi e mentali: l’analista aiuta il genitore a riflettere sui propri sentimenti e a vederli nelle azione che mette in atto in relazione al bambino - Riconoscere e regolare i propri stati emozionali e quelli del bambino: funzioni di contenimento delle sue emozioni, se il genitore non è in grado l’analista può sostituirsi e offrirsi da modello - Riconoscere che il bambino dipende e ha una mente in via di sviluppo: distinguere tra le proprie proiezioni e gli stati effettivi del bambino - Diminuire l’impatto negativo sul bambino interrompendo una catena di comportamenti scorretti: lavorare con gli aspetti irrisolti del genitore e renderli capaci di vedere come incidono sulla relazione. …E SUL BAMBINO…Promuovere un attaccamento positivo: stimolare l’interesse del bambino per il genitore e insegnare al genitore a rispondere in maniera adeguata a questo interesse; Facilitare la dipendenza e la separazione e l’individuazione: fare in modo che le diverse tappe evolutive vengano rispettate e che i genitori le riconoscano e diventino capace di tollerarle. Lavorare sui meccanismi di difesa del bambino: offrirsi come oggetto per il bambino, dare una possibilità di relazione sana Meccanismo di difesa dell’evitamento dello sguardo è selettivo The practice of psychoanalytic parent-infant psychotherapy: claiming the baby. Tessa Baradon et al., 2005

PIAGET sviluppo cognitivo

Jean Piaget (1896 /1980) fondatore dell'epistemologia genetica, ovvero dello studio sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo. La teoria di Piaget sullo sviluppo cognitivo  dimostrò innanzitutto l'esistenza di una differenza qualitativa, tra le modalità di pensiero del bambino e quelle dell'adulto e, successivamente, che il concetto di capacità cognitiva, e quindi di intelligenza, è strettamente legato alla capacità di adattamento all'ambiente sociale e fisico. Ciò che spinge la persona a formare strutture mentali sempre più complesse e organizzate lungo lo sviluppo cognitivo è il fattore d'equilibrio, «una proprietà intrinseca e costitutiva della vita organica e mentale». Lo sviluppo ha quindi una origine individuale, e fattori esterni come l'ambiente e le interazioni sociali possono favorire o no lo sviluppo, ma non ne sono la causa Assimilazione e accomodamento Secondo Piaget, i due processi che caratterizzano l'adattamento sono l'assimilazione e l'accomodamento, che si avvicendano durante l'intero sviluppo cognitivo della persona, flessibile e plastico in gioventù, più rigido con l'avanzare dell'età.1. Assimilazione: consiste nell'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema comportamentale o cognitivo già acquisito. In pratica il bambino utilizza un oggetto per effettuare un'attività che fa già parte del suo repertorio motorio o decodifica un evento in base a elementi che gli sono già noti (per esempio il riflesso di prensione palmare porta il neonato a stringere nella mano oggetti nuovi).
2. Accomodamento: consiste nella modifica della struttura cognitiva o dello schema comportamentale per accogliere nuovi oggetti o eventi che fino a quel momento erano ignoti (nel caso del bambino precedente, se l'oggetto è difficile da afferrare dovrà per esempio modificare la modalità di presa).
I due processi si alternano alla costante ricerca di un equilibrio fluttuante (omeostasi) ovvero di una forma di controllo del mondo esterno. Quando una nuova informazione non risulta immediatamente interpretabile in base agli schemi esistenti il soggetto entra in uno stato di disequilibrio e cerca di trovare un nuovo equilibrio modificando i suoi schemi cognitivi incorporandovi le nuove conoscenze acquisite. La forma più evoluta di equilibrio cognitivo è quella che usa i sistemi logico-matematici. stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget distinzione degli stadi dello sviluppo cognitivo individuando 4 periodi fondamentali dello stesso, comuni a tutti gli individui e che si susseguono sempre nello stesso ordine.1. Stadio senso-motorio: Dalla nascita ai 2 anni circa. Come suggerisce il nome, il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e relazionarsi con ciò che lo circonda, evolvendo gradualmente dal sottostadio dei meri riflessi e dell'egocentrismo radicale (l'ambiente esterno e il proprio corpo non sono compresi come entità diverse) a quello dell'inizio della rappresentazione dell'oggetto e della simbolizzazione, passando attraverso periodi intermedi di utilizzazione di schemi di azione via via più complessi.. L'intenzionalità: per Piaget si ha intenzionalità quando il lattante comincia a differenziare il proprio corpo dagli oggetti esterni e agisce sulla realtà esterna in vista di uno scopo. Dagli 0 ai 2 anni il bambino acquisisce il senso della permanenza dell'Oggetto. Reazioni riflesse (primo mese)il bambino agisce attraverso schemi senso-motori rigidi innati.  Reazioni circolari primarie (o stadio dei primi adattamenti acquisiti): tra il secondo e il quarto mese di vita il bambino sviluppa le reazioni circolari primarie ovvero la ripetizione di un'azione casuale per ritrovarne gli effetti gradevoli. Il centro d'interesse per le azioni è il proprio corpo. L'esempio è la suzione del dito, trovandola piacevole il bambino la ripete per lunghi periodi. Reazioni circolari secondarie (o stadio del comportamento intenzionale): tra il quarto mese e l'ottavo mese il bambino orienta i suoi comportamenti verso l'ambiente esterno cercando di afferrare e muovere gli oggetti e osserva i risultati delle sue azioni (schemi di azione secondari). Agitando un sonaglio provoca dei rumori piacevoli e cerca di ripetere l'azione per riprodurre il suono, prolungando il piacere ricevutone. Anche in questo caso le azioni vengono scoperte casualmente. Una conquista importante di questo sottostadio è la coordinazione della visione con la prensione. Reazioni circolari differite (o stadio dell'attiva ricerca dell'oggetto): tra gli 8 e i 12 mesi si forma nella memoria l'esperienza senso-motoria, il bambino impara dalle sue azioni e quindi è in grado di anticiparne il risultato. Per esempio riprende un'azione su un oggetto dopo averla interrotta. È ancora presente l'errore A non B. In questo stadio il bambino inizia a comprendere la permanenza degli oggetti: negli stadi precedenti, se l'oggetto scompare dalla vista questo "non esiste", mentre adesso il bambino ricerca l'oggetto, sebbene non riesca ancora a ricostruire uno spostamento reso invisibile. In questo stadio compare l'intelligenza sensomotoria, con la differenziazione tra mezzi e fini: uno schema motorio già acquisito (es. prendere un oggetto) può essere usato come mezzo per raggiungere un fine (es. spostare l'oggetto preso per raggiungere un altro oggetto che si trovava dietro di esso). Reazioni circolari terziarie (o stadio del procedimento per prove ed errori): dai 12 ai 18 mesi. Consistono nello stesso meccanismo descritto in precedenza ma effettuato con variazioni, nasce l'interesse per la novità. Ad esempio afferrare e battere un oggetto contro superfici diverse. È lo stadio della sperimentazione continua. stadio della rappresentazione cognitiva dai 18 ai 24 mesi : il bambino sviluppa la capacità di immaginare gli effetti delle azioni che sta eseguendo, non agisce più per osservare l'effetto, ma combina mentalmente schemi senso-motori per poi agire ed ottenere l'effetto voluto, esegue e descrive azioni differite o oggetti non presenti nel suo campo percettivo ed esegue sequenze di azioni come per esempio appoggiare un oggetto per aprire la porta; si manifesta una prima forma di imitazione differita, cioè il bambino imita comportamenti visti in precedenza (negli stadi precedenti vi era solo imitazione immediata di gesti semplici), cominciano inoltre i primi giochi simbolici, il "fare finta di ...". Il bambino apprende il concetto di "permanenza dell'oggetto", ovvero la capacità di comprendere che gli oggetti esterni che formano il mondo, sono entità esistenti, a prescindere dalla sua consapevolezza di essi. Stadio pre-operatorio dai 2 ai 6-7 anni: In questo stadio il bambino è in grado di usare i simboli. Un simbolo è un'entità che ne rappresenta un'altra. Un esempio è il gioco creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola per rappresentare un tavolo, dei pezzetti di carta per rappresentare i piatti ecc. Il gioco in questo stadio è appunto caratterizzato dalla decontestualizzazione (il coinvolgimento di altre persone o simulacri), dalla sostituzione di oggetti per rappresentarne altri e dalla crescente integrazione simbolica. Anche l'imitazione differita rivela la capacità di usare i simboli, come pure il linguaggio verbale usato per riferirsi a esperienze passate, anticipazioni sul futuro o persone e oggetti non presenti sul momento. Superato l'egocentrismo radicale del periodo sensomotorio, in questo stadio permane però un egocentrismo intellettuale, ovvero il punto di vista delle altre persone non è differenziato dal proprio, il bambino cioè si rappresenta le cose solo dal proprio punto di vista. Per cui ad esempio spiegherà che "l'erba cresce così, quando io cado, non mi faccio male". Crede che tutti la pensino come lui e che capiscano i suoi pensieri; tipicamente se racconta una storia lo farà in modo che un ascoltatore che non conosce la storia non capirà nulla. Un famoso esperimento per verificare l'egocentrismo intellettuale è l'«esperimento delle tre montagne», in cui si presenta al bambino un modellino con tre montagne e gli si chiede come queste montagne vengano viste dalla bambola posta in un punto di osservazione diverso dal suo; tipicamente il bambino dirà che la scena vista dalla bambola è uguale a come la vede lui. Il ragionamento in questo stadio non è né deduttivo né induttivo, ma trasduttivo o precausale, dal particolare al particolare, cioè due eventi sono considerati legati da un rapporto di causa-effetto se avvengono nello stesso tempo. Ciò si traduce in una modalità di comunicazione piena di "libere associazioni", senza alcuna connessione logica, in cui il ragionamento si sposta da un'idea all'altra rendendo pressoché impossibile una ricostruzione attendibile di eventi. 3. Stadio delle operazioni concrete : dai 6/7 agli 11 anni. Il termine operazioni si riferisce a operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino in questo stadio non solo utilizza i simboli ma è in grado di manipolarli in modo logico. Un'importante conquista di questo periodo è l'acquisizione del concetto di reversibilità, cioè che gli effetti di un'operazione possono essere annullati da un'operazione inversa. Prima del salto operatorio il bambino non è in grado di distribuire in serie più di 2 oggetti, ma questa non è un'incapacità come sostiene Piaget, quanto piuttosto un limite della memoria a breve termine. 
Fra 2 e 5 anni il bambino non classifica gli oggetti secondo una proprietà ma li distribuisce a seconda della vicinanza spaziale. A 5-6 anni inizia a raggrupparli secondo una caratteristica. 7 anni il bambino acquisisce la capacità di conservazione delle quantità numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi. Per conservazione si intende la capacità di comprendere che la quantità rimane tale anche a fronte di variazioni di forma. Il bambino nella stadio pre-operatorio, per esempio, è convinto che la quantità di liquido contenuto in un contenitore alto e stretto è maggiore di quella contenuta in un contenitore basso e largo (ma dotato dello stesso volume) e a nulla varranno dimostrazioni e travasi. Un bambino nello stadio delle operazioni concrete è invece in grado di coordinare la percezione del cambio di forma con il giudizio ragionato che la quantità di liquido spostato è la stessa, di "conservare" quindi il volume liquido. Intorno ai 7/8 anni il bambino sviluppa la capacità di conservare i materiali. Prendendo una palla di creta e manipolandola per trasformarla in tante palline il bambino è conscio del fatto che riunendo le palline la quantità sarà invariata. Questa capacità prende il nome di reversibilità. Intorno ai 9/10 anni è raggiunto anche l'ultimo passo della conservazione, la conservazione della superficie. Messo di fronte a dei quadrati di cartoncino si rende conto che  occupano la stessa superficie sia che siano messi tutti vicini sia che siano sparsi. 4. Stadio delle operazioni formali dai 12 anni in poi. Il bambino che si trova nello stadio delle operazioni concrete ha delle difficoltà ad applicare le sue competenze a situazioni astratte. Se un adulto gli dice: "Non prendere in giro X perché è grasso, cosa diresti se lo facessero a te?" la sua risposta sarebbe "Io non sono grasso e nessuno mi può prendere in giro". Calarsi in una realtà diversa dalla sua è un'operazione troppo astratta. A partire dai 12 anni il bambino riesce a formulare pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può ragionare in termini ipotetici.
Le idee dei bambini: Piaget ha tratto delle conclusioni a proposito di ciò che pensano i bambini. A 4 anni essi cominciano a porsi domande sull'origine delle cose. A 5/6 anni vi è una tendenza all'animismo, a 8 pensano che siano stati degli esseri antropomorfi a creare il mondo (artificialismo). A 11-12 anni i bambini definiscono esseri viventi solo piante ed animali. Il bambino è un costruttore di teorie dell’errore, fa delle generalizzazioni ed applica dei copioni e ama fare narrazioni. Appena nati i bambini riescono a riconoscere i propri simili. A 2 anni compare il desiderio, a 4 la credenza, la capacità di elaborare spiegazioni complesse dei comportamenti degli altri. A 4 anni i bambini non sono in grado di dire bugie complesse ed intenzionali, a 5 sì. Una delle grandi critiche volte a Piaget è stata quella di pensare che ci fosse una correlazione tra ciò che raccontavano i bambini e le loro strutture cognitive.


note

[1]prenatale: Che ha per oggetto di studio il feto e la vita intrauterina. Perinatale: Del periodo compreso tra la 29ª settimana di gestazione e i primi 28 giorni dopo il parto
[2] Il b. per Hartmann Habitat naturale dell’Io.ha 3 capacità di adattamento all’ambiente:
1. autoplastica (cambiamento dell’individuo); 2. allo plastica (cambiamento dell’ambiente)
3. ricerca di un ambiente più favorevole
[3] La relazione oggettuale, quindi, è l’interazione tra le pulsioni e gli oggetti parziali e totali. Avviene principalmente a livello fantasmatico e anche nella vita adulta la relazione con gli oggetti totali verrà sempre condizionata dalla modalità con la quale si è vissuta la relazione con gli oggetti parziali.[4] Narcisismo primario: è inizialmente, per Freud, lo stadio intermedio tra l'autoerotismo e l'alloerotismo (o fase dell'amore oggettuale), Successivamente Freud lo pone in una fase della vita antecedente senza alcuna relazione oggettuale,. La Klein Secondo la Klein, infatti, anche il neonato è capace di sperimentare relazioni oggettuali d'amore e di odio. Il narcisismo secondario è invece nell'età adulta, e si riferisce come termine al ripiegamento sull'Io della libido, sottratta alle relazioni oggettuali. Sempre per Freud, l'Io è una forte carica di libido o energia psichica che può essere emanata verso gli oggetti esterni o rivolta verso se stessi, creando in quest'ultimo caso tali disturbi psicotici di tipo narcisistico.La carica narcisistica sono le rassicurazioni sul proprio valore e potenzialità che ogni bambino attende dai genitori ed ogni adulto dalla società. La ferita narcisistica è invece un'offesa all'autostima e all'amor proprio di una persona.
[5] Teoria delle relazioni interpersonali: lo sviluppo della personalità e dei disturbi psichici (ansia) è marcato dalle relazioni (esperienze) immaginarie o reali con gli altri e non da fattori intrinseci dell’individuo. Esso è stato creato per pz. psicotici soprattutto per i schizofrenici. Per gli altri teorici la causa è un disturbo organico del cervello o del metabolismo. Per S. in presenza di una famiglia difficile, dal vedere le persone diverse da quelle che sono e da un abbassamento dell’autostima. Per S. è curabile. L’ansia da forma al sé e regola l’interazione con gli altri. S. prendeva spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali di M. Klein.
[6] Anna Freud i bambini in età troppo precoce, non potevano essere analizzati per via della supposta mancanza di un transfert perché le relazioni con i genitori per il bambino sono storia attuale. per M. Klein la tecnica del gioco era in grado di sostituire le libere associazioni e di svelare il mondo fantasmatico infantile. Le due metodologie di analisi e le teorie sottostanti erano palesemente conflittuali. Da qui si ha una scissione: i Freudiani che seguirono A. Freud psicologia dell’io; i kleiniani seguirono M. Klein prendendo spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali anche Sullivan con la sua teoria delle relazioni interpersonali prendeva spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali della Klein e gli indipendenti formati da Faibairn e Winnicott anche loro in verità prendevano spunto da M. Klein. Tutti prendevano comunque spunto dalla teoria pulsionale di S. Freud.
[7] Il piccolo Hans :S. Freud attraverso la relazione di Max Graf padre di Hans, scopre nevrosi infantile (che si manifesta con la fobia di Hans per i cavalli) e delle tappe che portano alla guarigione. Esso permette di cogliere la complessità dei processi psichici infantili in questa difficile fase dello sviluppo sessuale, dominata dal conflitto edipico. Anche nel caso del bambino, come nell’adulto, la terapia consiste nel permettere l’accesso alla coscienza dei sentimenti, dei desideri istintuali che erano stati rimossi perché ritenuti inaccettabili.



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1 commento:

  1. Svolta del diabete
    Mi è stato diagnosticato il diabete per 7 anni e insulina da molto tempo, che non è una cura totale per il diabete. Mi sono imbattuto in una testimonianza di un paziente che è stata curata dall'infezione verginale con la medicina di erbe del dottor Nelson su una pagina di blogger di salute durante la ricerca su Internet un giorno fedele, incluso l'indirizzo e-mail del medico. Ho contattato lo specialista delle erbe e ho promesso al dottor Nelson Saliu che se mi guarisce dal diabete, renderò testimonianza del suo buon lavoro e dopo molte discussioni mi ha inviato la medicina di erbe attraverso la società di consegna che ho ricevuto 3 giorni dopo e con lo specialista di erbe su prescrizione, ho bevuto la fitoterapia per 21 giorni senza insulina e oggi grazie a Dio Onnipotente sono guarito dal diabete. Ho anche aspettato due mesi per essere molto sicuro di essere completamente guarito prima di scrivere questa testimonianza. Ho fatto un altro esame del sangue una settimana fa ed era ancora negativo, senza tracce sul mio sangue, quindi ho deciso che ora lo consiglio a chiunque soffra di diabete. Contatta il dottor Nelson e fatti curare attraverso la sua posta: drnelsonsaliu10@gmail.com
    o testo WhatsApp su +2348111067336
    Ha una cura per, virus dell'herpes, epatite,
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