Nel DSM-5-TR, i
disturbi del comportamento in età infantile e adolescenziale comprendono il disturbo oppositivo-provocatorio, il
disturbo esplosivo intermittente e il disturbo della condotta
. I disturbi del neurosviluppo, invece, includono la
disabilità intellettiva, i disturbi della comunicazione, il disturbo dello spettro dell'autismo, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, il disturbo specifico dell'apprendimento e i
disturbi motori.
La diagnosi del Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) viene solitamente effettuata da professionisti della salute mentale specializzati nell'età evolutiva, come:
* Neuropsichiatra infantile: È il medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi neurologici e psichiatrici che si manifestano in bambini e adolescenti.
* Psicologo dell'età evolutiva o psicoterapeuta: Professionista che, attraverso la valutazione clinica e l'osservazione del comportamento, può diagnosticare il DOP.
La diagnosi si basa su un'attenta valutazione clinica, che include:
* Osservazione diretta del comportamento del bambino/adolescente.
* Raccolta di informazioni anamnestiche dettagliate dai familiari (genitori, tutori) e, se possibile, dagli insegnanti, per avere un quadro completo dei comportamenti in diversi contesti (casa, scuola, ecc.).
* A volte vengono utilizzati test specifici come l'Eyberg Child Behavior Inventory (ECBI) per identificare comportamenti problematici attraverso le risposte dei genitori.
* Vengono presi in considerazione i criteri diagnostici stabiliti dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5-TR), che richiedono la presenza di almeno 4 sintomi specifici (ad esempio, rabbia e irritabilità, comportamenti polemici/provocatori, vendicatività) che persistono per almeno 6 mesi.
È fondamentale che la diagnosi sia accurata e tenga conto del contesto più ampio della vita del bambino, in quanto alcuni comportamenti oppositivi possono essere transitori o legati ad altre condizioni. Un approccio multidisciplinare, che coinvolga specialisti, famiglia e scuola, è spesso essenziale per un trattamento efficace.
La diagnosi del Disturbo della Condotta viene effettuata da professionisti qualificati nel campo della salute mentale.
Gli specialisti che tipicamente si occupano di questa diagnosi includono:
* Neuropsichiatri infantili: Sono medici specializzati nei disturbi neurologici e psichiatrici che colpiscono i bambini e gli adolescenti.
* Psicologi (in particolare psicologi clinici o dello sviluppo): Hanno le competenze per condurre valutazioni approfondite del comportamento e della salute mentale.
* Psichiatri: Medici specializzati nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi mentali.
Il processo diagnostico richiede una valutazione approfondita che include:
* Colloqui clinici: Con il bambino/adolescente, i genitori e talvolta gli insegnanti.
* Osservazione diretta del comportamento.
* L'analisi dell'anamnesi del comportamento del bambino.
* In alcuni casi, l'utilizzo di test specifici per valutare la gravità dei sintomi.
È fondamentale che la diagnosi sia accurata e che tenga conto di una serie di criteri specifici (come quelli descritti nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), che prevedono la presenza di un pattern comportamentale ripetitivo e persistente che viola i diritti fondamentali degli altri o le principali norme sociali appropriate all'età.
Se si sospetta un Disturbo della Condotta, è essenziale rivolgersi a uno di questi specialisti per una valutazione e un eventuale piano di trattamento.
Il disturbo esplosivo intermittente è un disturbo del comportamento caratterizzato da scoppi di rabbia improvvisi e sproporzionati rispetto alla situazione. Questi episodi possono manifestarsi con aggressioni verbali o fisiche, e causare disagio significativo nella vita quotidiana.I sintomi includono scoppi d'ira improvvisi e sproporzionati, con conseguente aggressività verbale o fisica. La diagnosi si basa sulla frequenza e l'intensità di questi episodi, escludendo altre condizioni mediche o psichiatriche.
La diagnosi del Disturbo Esplosivo Intermittente (DEI) viene effettuata da un professionista della salute mentale, come uno psichiatra o uno psicologo/psicoterapeuta.
La diagnosi si basa su un'attenta valutazione clinica, che include:
* Anamnesi dettagliata: il professionista raccoglie informazioni sulla storia medica e psichiatrica del paziente, inclusi eventuali traumi passati, ambienti familiari e comportamenti aggressivi precedenti.
* Osservazione del comportamento: vengono considerate le osservazioni dirette del comportamento del paziente e le testimonianze di familiari o altre persone significative.
* Criteri diagnostici del DSM-5-TR: la diagnosi viene fatta sulla base di episodi ricorrenti e sproporzionati di aggressività (verbale o fisica), che causano disagio significativo e compromettono il funzionamento della persona. Vengono valutate la frequenza e l'intensità degli episodi.
* Esclusione di altre condizioni: è fondamentale escludere altre condizioni mediche o psichiatriche che potrebbero manifestarsi con sintomi simili, come altri disturbi di personalità (es. borderline, antisociale), disturbi dello spettro autistico, ADHD, disturbi psicotici o l'abuso di sostanze.
Non esiste un test specifico per il DEI, ma la diagnosi è il risultato di un processo complesso che richiede l'esperienza di un professionista qualificato. Se tu o qualcuno che conosci manifesta sintomi riconducibili al Disturbo Esplosivo Intermittente, è importante rivolgersi a uno specialista per una valutazione approfondita e un eventuale percorso di trattamento.
La disabilità intellettiva è un disturbo del neurosviluppo che comporta difficoltà nel ragionamento, nella risoluzione di problemi, nella pianificazione, nel pensiero astratto, nel giudizio, nell'apprendimento scolastico e dall'esperienza. Questi problemi possono influenzare la capacità di una persona di vivere in modo indipendente.I sintomi principali sono difficoltà nel ragionamento, nella risoluzione di problemi, nella pianificazione, nel pensiero astratto, nel giudizio e nell'apprendimento scolastico. La diagnosi avviene attraverso test standardizzati che valutano le capacità intellettive e il funzionamento adattivo, considerando anche la storia clinica e lo sviluppo del bambino.
La diagnosi di disabilità intellettiva (o disturbo dello sviluppo intellettivo) è un processo complesso che richiede una valutazione multidisciplinare, coinvolgendo diversi specialisti. Non c'è una singola figura professionale che, da sola, possa formulare una diagnosi completa e definitiva.
Generalmente, il percorso diagnostico coinvolge:
* Neuropsichiatra infantile: È spesso il medico di riferimento, soprattutto in età evolutiva. Si occupa della valutazione del funzionamento cognitivo e adattivo, delle eventuali cause neurologiche o genetiche e dell'inquadramento complessivo del disturbo.
* Psicologo/Psicologo Clinico: Somministra test di intelligenza standardizzati (come il QI) e scale di valutazione del funzionamento adattivo per misurare le capacità intellettive e le abilità di vita quotidiana.
* Logopedista: Valuta le capacità comunicative e linguistiche.
* Terapista della riabilitazione (es. terapista occupazionale, fisioterapista): Può valutare le competenze pratiche e le abilità motorie.
* Pediatra o Pediatra dello sviluppo comportamentale: Spesso è il primo a sospettare un ritardo dello sviluppo e a indirizzare verso le valutazioni specialistiche.
* Medico genetista: In alcuni casi, soprattutto per identificare le cause sottostanti (es. sindromi genetiche come la sindrome di Down o X fragile), può essere coinvolto.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi si basa su:
* Valutazione clinica approfondita: Un'attenta osservazione del comportamento e delle interazioni del soggetto.
* Anamnesi dettagliata: Raccolta di informazioni sulla storia dello sviluppo del bambino, sul suo ambiente familiare e sociale.
* Test standardizzati: Misurazione delle capacità intellettive (QI) e del funzionamento adattivo (come la persona gestisce le attività quotidiane, le interazioni sociali, la comunicazione).
* Esordio dei deficit: I deficit intellettivi e adattivi devono essersi manifestati durante il periodo dello sviluppo (prima dei 18 anni).
È importante sottolineare che la diagnosi di disabilità intellettiva non si basa solo sul punteggio del QI, ma tiene conto anche del funzionamento adattivo, ovvero della capacità di una persona di affrontare le esigenze della vita quotidiana e di adattarsi all'ambiente. Il livello di gravità della disabilità intellettiva e i supporti necessari vengono infatti stabiliti proprio in base al funzionamento adattivo.
Se si sospetta una disabilità intellettiva, è fondamentale rivolgersi a un team multidisciplinare presso centri specializzati, ospedali o ASL, per ottenere una valutazione completa e una diagnosi accurata, che permetterà di pianificare interventi di supporto personalizzati.
I disturbi della comunicazione sono disturbi del neurosviluppo sono un gruppo di condizioni che influenzano la capacità di una persona di comprendere e utilizzare il linguaggio, sia parlato che scritto. I sintomi variano a seconda del tipo di disturbo, ma possono includere difficoltà nell'articolazione delle parole, nel comprendere il significato delle frasi o nell'esprimersi in modo chiaro. La diagnosi viene effettuata da un logopedista o un neuropsichiatra infantile, attraverso test specifici e valutazioni del linguaggio.
I disturbi motori sono disturbi del neurosviluppo un gruppo di condizioni che influenzano la capacità di una persona di muoversi e controllare i propri muscoli. I segni e i sintomi variano a seconda del tipo di disturbo, ma possono includere difficoltà nella coordinazione, movimenti involontari, rigidità muscolare e problemi di equilibrio. La diagnosi viene effettuata da un medico specialista, come un neurologo o un fisiatra, attraverso esami fisici, test di imaging e valutazioni del movimento.
La diagnosi del Disturbo dello Spettro dell'Autismo (DSA) è un processo complesso che richiede l'intervento di un'équipe multidisciplinare di specialisti. Non esiste un singolo test medico per diagnosticare l'autismo, ma la diagnosi si basa sull'osservazione clinica, la raccolta di informazioni sullo sviluppo del paziente e l'utilizzo di strumenti di valutazione standardizzati.
Chi diagnostica l'autismo nei bambini e adolescenti?
Nel caso dei bambini e adolescenti, i principali professionisti coinvolti nella diagnosi sono:
* Neuropsichiatra infantile: È la figura centrale nella diagnosi e nella presa in carico, in quanto medico specializzato nei disturbi del neurosviluppo.
* Psicologo: Si occupa della valutazione cognitiva, emotiva e comportamentale, spesso somministrando test specifici.
* Terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva (TNPEE): Valuta lo sviluppo motorio e le competenze prassiche, importanti per l'interazione e la comunicazione.
* Logopedista: Valuta le capacità comunicative e linguistiche.
* Pediatra: Può essere il primo a sospettare un DSA e indirizzare la famiglia verso i servizi specialistici (ad esempio, il servizio per l'età evolutiva TSMREE della ASL di residenza).
Questi professionisti lavorano insieme per raccogliere un quadro completo del bambino, attraverso osservazioni dirette, colloqui con i genitori e l'uso di test specifici come l'ADOS-2 (Autism Diagnostic Observation Schedule-2nd Edition) e l'ADI-R (Autism Diagnostic Interview-Revised).
Chi diagnostica l'autismo negli adulti?
Anche in età adulta, la diagnosi di autismo richiede l'intervento di specialisti. Spesso gli adulti cercano una diagnosi perché in cerca di spiegazioni per comportamenti e difficoltà sociali che li accompagnano da sempre. I professionisti coinvolti possono essere:
* Psichiatra: Specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi mentali, inclusi quelli del neurosviluppo nell'adulto.
* Psicologo specializzato in autismo: Effettua valutazioni psicodiagnostiche e somministra test specifici per l'autismo negli adulti, come il RAAD-S, l'Autism Quotient (AQ) o l'Aspie-Quiz.
* Neuropsicologo: Può essere coinvolto per approfondire aspetti cognitivi e neuropsicologici.
È fondamentale rivolgersi a strutture specializzate o a équipe con comprovata esperienza nella diagnosi del DSA, sia in età evolutiva che adulta, per garantire una valutazione accurata e completa.
Se hai un sospetto di autismo per te o per un tuo familiare, il primo passo è parlarne con il tuo medico di base o pediatra, che saprà indicarti il percorso più adatto per una valutazione specialistica.
La diagnosi del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è un processo complesso che richiede l'intervento di medici specialisti con specifiche competenze nel campo. La figura professionale principale per la diagnosi varia leggermente a seconda dell'età del paziente:
* Per l'età evolutiva (bambini e adolescenti):
* Il medico di riferimento è il Neuropsichiatra Infantile. Questi specialisti sono formati per valutare e gestire i disturbi neurologici e psichiatrici che insorgono nell'infanzia e nell'adolescenza.
* Spesso la diagnosi è condotta da un'équipe multidisciplinare che può includere anche psicologi, psicoterapeuti e altri professionisti sanitari, al fine di avere una valutazione completa e integrata del quadro clinico. Il pediatra può essere il primo a sospettare l'ADHD e indirizzare verso lo specialista.
* Per l'età adulta:
* La diagnosi di ADHD nell'adulto è di competenza del medico psichiatra.
* Anche in questo caso, il processo diagnostico può avvalersi della collaborazione di psicologi specializzati nella psicodiagnosi, che somministrano test specifici e conducono colloqui approfonditi.
È importante sottolineare che la diagnosi di ADHD non si basa su un singolo test, ma su una valutazione clinica approfondita che include:
* Colloqui con il paziente e, se possibile, con i familiari per raccogliere informazioni sulla storia evolutiva e sui sintomi presenti in diversi contesti (casa, scuola, lavoro, relazioni sociali).
* L'osservazione clinica.
* La somministrazione di test psicodiagnostici e neuropsicologici specifici per l'ADHD (come ad esempio la DIVA - Diagnostic Interview for ADHD in Adults).
* L'esclusione di altre condizioni mediche o psicologiche che potrebbero mimare i sintomi dell'ADHD.
In Italia, esistono centri specializzati per la diagnosi e il trattamento dell'ADHD, sia per l'età evolutiva che per l'età adulta. Questi centri sono spesso collegati a strutture ospedaliere o ambulatoriali e seguono linee guida specifiche per la diagnosi e la terapia.
In Italia, la diagnosi dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) è un processo articolato che coinvolge un'équipe multidisciplinare di specialisti. Questa équipe può operare sia in strutture pubbliche (ASL, Neuropsichiatria Infantile) che in centri privati accreditati dal Servizio Sanitario Nazionale.
Le figure professionali principalmente coinvolte nella diagnosi dei DSA sono:
* Neuropsichiatra Infantile (NPI): È la figura medica che effettua la prima valutazione neurologica, raccoglie l'anamnesi del bambino o ragazzo ed esclude eventuali altre patologie o disturbi che possano mimare i DSA. Nel caso di un soggetto adulto, questa figura viene sostituita da uno specialista medico formato specificamente sull'argomento.
* Psicologo/a: Valuta le abilità cognitive del bambino/ragazzo (QI) e le funzioni neuropsicologiche, escludendo disturbi psicopatologici che potrebbero interferire con l'apprendimento.
* Logopedista: Effettua test specifici per valutare le abilità di lettura, scrittura e matematica (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia).
In alcuni casi, possono essere richieste anche visite con altri specialisti come l'ortottista o l'oculista per approfondire aspetti visivi che potrebbero essere rilevanti.
Il percorso diagnostico è standardizzato e prevede generalmente:
* Colloquio iniziale con il neuropsichiatra infantile.
* Somministrazione di test standardizzati per valutare le diverse abilità (cognitive, di lettura, scrittura, calcolo).
* Relazione degli specialisti e colloquio di restituzione con la famiglia, dove viene comunicata la diagnosi e fornita la certificazione.
La certificazione DSA, rilasciata da queste équipe, è un documento ufficiale che consente allo studente di beneficiare di misure dispensative e compensative a scuola, attraverso l'elaborazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
È importante che la diagnosi sia effettuata da professionisti qualificati e aggiornati in materia di DSA, seguendo le indicazioni della Consensus Conference e le normative vigenti (Legge 170/2010).
Per trovare i centri e gli specialisti più vicini, è possibile rivolgersi alla propria ASL di riferimento o consultare le sezioni provinciali dell'Associazione Italiana Dislessia (AID).
La diagnosi dei disturbi motori nei bambini e negli adolescenti è un processo complesso che richiede l'intervento di medici specialisti e di un'équipe multidisciplinare.
Il professionista di riferimento per la diagnosi di queste problematiche è il Neuropsichiatra Infantile. Questo medico, specializzato dopo la laurea in medicina e chirurgia, si occupa di tutte le problematiche neurologiche e psichiatriche che possono emergere da 0 a 18 anni. È in grado di valutare un'ampia gamma di situazioni, inclusi i ritardi o le difficoltà motorie.
Oltre al Neuropsichiatra Infantile, l'équipe multidisciplinare può includere diverse figure professionali che collaborano per una diagnosi accurata e un piano di trattamento adeguato. Tra queste troviamo:
* Neurologo Pediatrico: uno specialista in neurologia con competenze specifiche nella fisiologia e patologia del sistema nervoso nei bambini.
* Fisiatra: medico specializzato nella riabilitazione e nella gestione delle patologie motorie.
* Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva (TNPEE): figura sanitaria che si occupa della prevenzione, valutazione e riabilitazione dei disturbi dello sviluppo, inclusi quelli motori e della coordinazione.
* Fisioterapista: lavora sull'equilibrio, la forza muscolare e la mobilità.
* Terapista Occupazionale: si concentra sulle abilità motorie fini e sull'autonomia nelle attività quotidiane.
* Psicologo: può offrire supporto nel percorso diagnostico e terapeutico, soprattutto in caso di problematiche comportamentali o emotive associate.
* Logopedista: se ci sono anche difficoltà di linguaggio associate.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi si basa su un approccio integrato che può comprendere:
* Anamnesi approfondita: raccolta di informazioni sullo sviluppo del bambino, sui sintomi osservati dai genitori e sulla storia clinica familiare.
* Esame obiettivo e neurologico: valutazione delle capacità motorie, dell'equilibrio, della coordinazione e dei riflessi.
* Test specifici: esistono scale di valutazione e questionari (come il Developmental Coordination Disorder Questionnaire) che aiutano a misurare le abilità di coordinazione e a confrontarle con quelle dei coetanei.
* Esami strumentali: in alcuni casi, possono essere richiesti esami come la risonanza magnetica (MRI) del cervello, l'elettroencefalogramma (EEG) o l'elettromiografia (EMG) per escludere o confermare specifiche condizioni neurologiche o muscolari.
È fondamentale che i genitori si rivolgano a uno specialista non appena notano ritardi o difficoltà persistenti nello sviluppo motorio del bambino, in quanto un intervento precoce è cruciale per stimolare al meglio il bambino e garantirgli il maggior recupero possibile.