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Pedagogista e Pedagogista Giuridico ( CTU e CTP)

domenica 7 settembre 2025

costituzione italiana

La struttura dello Stato italiano

 La dinastia sabauda (il nome proviene dal latino o celtico che è una lingua indoeuropea oggi parlate in bretagna regione francese, significa abitante della Sabaudia cioè della Savoia, regione storico-geografica della Francia sud-orientale) dei Savoia inizio come contea in Francia nella valle dell'Arc, che si estende da Montmélian (vicino a Chambéry) fino al valico del Moncenisio, con il beneplacito di Corrado II di Franconia detto il Salico o detto il Vecchio, imperatore del Sacro Romano Impero che risiedeva  in Germania Centrale oggi zona della Baviera, (egli fu il primo imperatore della dinastia salica  egli è stato: re dei Franchi Orientali popolazione germanica dal 1024 al 1039, re d'Italia dal 1026 al 1039, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1027 fino al 1039 e re di Borgogna in francia dal 1032 al 1039),  UMBERTO I Biancamano Savoia nel 1003 ottenne la contea di Moriana in Francia e  fondò la dinastia di casa Savoia e ottenne, in Piemonte, la val di Susa nel 1046, dopo di lui altri conti dei Savoia governarono qui fino al 1416 ottenendo altre parti del Piemonte.  

Nel 1282, con la rivolta dei Vespri siciliani, i due regni si separarono.  I regni sono stati unificati nel 1442 sotto Alfonso V d'Aragona che conquistò Napoli e unificò i due regni. Nel 1816, con il Congresso di Vienna, furono nuovamente unificati nel Regno delle Due Sicilie sotto Ferdinando I. Infine, nel 1861, con l'annessione al Regno d'Italia, il Regno delle Due Sicilie cessò di esistere. 

Certamente. La storia di Napoli e della Sicilia in quel lungo periodo è molto complessa, piena di conquiste, cambi di potere e culture che si sono mescolate. Per darti una visione chiara, ti racconto le vicende di ciascuna separatamente.

​La storia di Napoli (dal 1 d.C. al 1266)

Dal 1 d.C. all'arrivo dei Longobardi (661)

Fino alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 476, Napoli faceva parte dell'Impero Romano. Sebbene avesse una certa autonomia, era sotto il controllo di Roma. Successivamente, la città passò sotto il dominio dei Goti di Teodorico e fu poi riconquistata dai Bizantini durante le Guerre Gotiche.

Il Ducato di Napoli (661-1139)

Napoli divenne un'importante roccaforte bizantina in Italia. A partire dal VII secolo, si trasformò in un ducato autonomo, pur mantenendo un legame con Costantinopoli. In questo periodo, la città fu spesso costretta a difendersi dai Longobardi che controllavano gran parte dell'Italia meridionale. La sua indipendenza, però, fu garantita dalla posizione strategica e dalle sue forti mura.

La conquista normanna e il Regno di Sicilia (1139-1266)

Napoli rimase un'entità autonoma fino all'arrivo dei Normanni. Nel 1139, Ruggero II d'Altavilla conquistò la città e la annesse al nascente Regno di Sicilia, da lui fondato. Dopo la dinastia normanna, il regno passò sotto il controllo degli Svevi (1194-1266), con l'imperatore Federico II di Svevia che la scelse come capitale.

​La storia della Sicilia (dal 1 d.C. al 1266)

Il dominio romano (fino al 476 d.C.)

All'inizio del I secolo d.C., la Sicilia era la "granaio di Roma", una provincia fondamentale per l'approvvigionamento dell'Impero Romano. Era un territorio ricco e produttivo, ma non aveva una grande autonomia politica.

I Goti e i Bizantini (476-827)

Dopo la caduta di Roma, l'isola passò brevemente sotto il controllo dei Goti. Tuttavia, nel 535, l'imperatore bizantino Giustiniano I la riconquistò, e l'isola divenne parte dell'Impero Bizantino. Per circa 300 anni, la Sicilia fu una provincia bizantina, spesso minacciata dai pirati e da incursioni arabe.

La dominazione araba (827-1061)

A partire dall'827, gli Arabi invasero la Sicilia. La conquista fu lenta e richiese oltre 100 anni. Sotto il loro dominio, l'isola conobbe un periodo di grande splendore culturale, agricolo ed economico. Palermo divenne una delle città più grandi e importanti del mondo islamico.

La conquista normanna e il Regno di Sicilia (1061-1266)

Nel 1061, i Normanni di Ruggero I d'Altavilla iniziarono la conquista dell'isola, che completò nel 1091. Suo figlio, Ruggero II, nel 1130 fu incoronato a Palermo come primo re di Sicilia. Sotto la sua dinastia, il regno normanno divenne uno degli stati più potenti d'Europa, noto per la sua tolleranza e la convivenza di diverse culture (normanna, greca e araba). Come per Napoli, anche in Sicilia la dinastia normanna fu seguita da quella sveva (1194-1266).

Dopo la conquista da parte di Carlo I d'Angiò nel 1266, il malcontento popolare crebbe a causa della pressione fiscale e dei soprusi francesi. Questo sfociò nella rivolta dei Vespri siciliani nel 1282, che cacciò gli Angioini dall'isola e diede inizio a una lunga guerra tra Angioini e Aragonesi.

e che copre un lungo periodo di storia siciliana, caratterizzato da un'alternanza di poteri e un ruolo cruciale dell'isola nel Mediterraneo. Analizziamo le varie fasi:

​La Dominazione Aragonese (1282-1516)

​Tutto inizia con la Guerra del Vespro del 1282. I siciliani, stanchi del dominio angioino, si ribellarono. La rivolta, scoppiata a Palermo, portò all'intervento di Pietro III d'Aragona, che aveva sposato Costanza di Hohenstaufen, erede del regno. La Sicilia si separò dal Regno di Napoli, e Pietro fu incoronato re.

​Questo periodo fu segnato da un'instabilità politica, con la corona siciliana spesso separata da quella aragonese. Solo nel 1409, con la morte di Martino I, il regno passò al padre, Martino il Vecchio, che era già re d'Aragona. La Sicilia divenne così un vicereame aragonese.

​La Sicilia Spagnola (1516-1713)

​Con la morte di Ferdinando II d'Aragona nel 1516, il Regno di Sicilia passò agli Asburgo di Spagna con l'ascesa al trono di Carlo V. L'isola divenne parte di un vasto impero e fu governata da un viceré.

​Questo periodo, durato circa due secoli, fu caratterizzato da:

​Centralizzazione del potere: L'isola era un tassello fondamentale nel sistema difensivo spagnolo contro l'Impero Ottomano nel Mediterraneo. Furono costruite nuove fortificazioni e la Sicilia fu coinvolta nelle guerre contro i Turchi.

​Crisi economica e sociale: Sebbene ci furono alcuni tentativi di sviluppo, la Sicilia fu colpita da un forte fiscalismo spagnolo e da un'economia basata sul feudalesimo. Le rivolte, come quella di Messina nel 1674, furono represse con durezza.

​La Breve Parentesi Sabauda e la Dominazione Austriaca (1713-1734)

​La Guerra di Successione Spagnola (1700-1714) ridisegnò la mappa politica europea. Con il Trattato di Utrecht del 1713, la Sicilia fu assegnata a Vittorio Amedeo II di Savoia come ricompensa per il suo appoggio. Per la prima volta, la Sicilia aveva un sovrano che non era il re di Spagna o di Napoli.

​Tuttavia, il dominio sabaudo fu breve. Già nel 1718, la Spagna cercò di riconquistare l'isola, ma venne sconfitta dalla Quadruplice Alleanza (Austria, Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi). Con il Trattato dell'Aia del 1720, la Sicilia passò all'Imperatore Carlo VI d'Asburgo, che in cambio cedette la Sardegna ai Savoia.

​Il dominio austriaco fu anch'esso di breve durata, ma portò un'amministrazione più razionale.

​Il Ritorno dei Borboni di Spagna (1734-1816)

​La Guerra di Successione Polacca (1733-1738) vide l'intervento della Spagna per recuperare i territori italiani persi. Le truppe spagnole, guidate da Carlo di Borbone, conquistarono Napoli e la Sicilia. Nel 1734, Carlo fu incoronato re a Palermo.

​Questo segnò la nascita di una dinastia locale, i Borbone di Napoli e Sicilia, e per la prima volta in secoli l'isola non era un vicereame, ma aveva un proprio re residente nel Mezzogiorno. Carlo III (divenuto re di Spagna nel 1759) e suo figlio Ferdinando IV (dal 1759) portarono avanti una politica di riforme ispirata all'illuminismo, sebbene con risultati altalenanti.

​Il 1816, come hai giustamente specificato, fu un anno cruciale: dopo il Congresso di Vienna del 1815, Ferdinando IV decise di unificare formalmente i regni di Napoli e di Sicilia nel Regno delle Due Sicilie, ponendo fine alla millenaria storia del Regno di Sicilia come entità separata. Questa decisione, presa senza consultare la nobiltà siciliana, fu molto impopolare e diede il via a una serie di moti autonomisti che caratterizzarono il XIX secolo.

visto che il regno di Napoli e di sicilia hanno avuto una lunga storia con i francesi d'Angio diciamo qualcosa di questa complessa e affascinante famiglia: 

Nell'861, il re dei Franchi occidentali, Carlo il Calvo istituì il marchesato di Neustria in Francia, dividendolo in due parti, che furono affidate a due marchesi di casate diverse: 

1. una, per combattere i Vichinghi popolo scandinavo La Scandinavia comprende: Danimarca, Norvegia e Svezia. A volte vengono inclusi anche Finlandia, Islanda e le Isole Fær Øer per via di legami storici, linguistici e culturali, ad  Adalardo il Siniscalco;

2. l'altro, per combattere i Bretoni (La Bretagna è una regione storica e amministrativa della Francia nord-occidentale)., fu affidato a Roberto il Forte, che creò la dinastia dei Robertingi l'antica famiglia ha avuto origine con il Robertingo Roberto il forte ossia Roberto IV di Worms conte dell'Angiò che non era il cognome bensi una contea dall'866 che era una delle antiche province francesi, grossomodo corrispondente all'attuale dipartimento del Maine e Loira fiumi della Francia,  era marchese di Neustria francia 861,conte di Tours francia nell'853 e conte di Auxerre francia nell'865.  e conte di Blois francia nell'834. ebbe due figli da Adelaide d'Alsazia, 

1. Oddone, conte di Parigi e re dei Franchi Occidentali francesi dall'888 all'898.

2. Roberto, conte di Parigi e re dei Franchi Occidentali francesi dal 922 al 923. aveva preso in moglie, nell'897  Beatrice di Vermandois, una discendente di Carlo Magno, figlia di Erberto I di Vermandois. Da Beatrice Roberto ebbe due figli: 

1.Emma ( † 2 novembre 934), sposa del duca di Borgogna Raul (Rodolfo), re dei Franchi occidentali francesi, dal 923 al 936 (Rodolfo, dopo la morte del suocero, Roberto I, fu eletto re di Francia).

2. Ugo il Grande, Marchese di Neustria demarcus, conte d'Orleans e conte di Parigi, dal 922 al 956 (alla morte del cognato Rodolfo, Ugo il Grande era il feudatario più potente di Francia, ma fu proposto per il trono il figlio di Carlo III il Semplice e di Edvige del Wessex, Luigi IV d'oltremare per aver trascorso la sua giovinezza in inghilterra chiamato anche Luigi IV di Francia, è stato re dei Franchi dal 936 al 954, difatti, nel 923, la madre,  l' aveva condotto con sé in Inghilterra. Luigi IV venne incoronato dall'arcivescovo di Reims in Francia, il 19 giugno 936, a Laon e Ugo il Grande cercò di imporre al re, che era suo nipote,  la sua tutela, quasi una reggenza. Il potere di Ugo il grande era tale che da quell'anno si fece chiamare duca dei Franchi occidentali ed il re Luigi lo citava come il suo secondo in tutti i suoi domini. Poi Ugo il Grande, sposò Edvige di Sassonia, figlia del defunto re di Germania Franchi Orientali, Enrico I l'Uccellatore e sorella del nuovo re di Germania Ottone I di Sassonia  detto anche il grande e futuro imperatore,  ed ebbe 6 figli maschi:

1. Ugo Capeto (ca. 940- 996), re di Francia, capostipite della dinastia dei Capetingi francesi Re dei Franchi francesi occidentali dal 987 al 996 .

  • 2. ​Oddone: Duca di Borgogna.
  • 3. ​Enrico Ottone: Duca di Borgogna.
  • ​4. Beatrice: Sposò Federico I, duca dell'Alta Lotaringia.
  • 5. ​Emma: Sposò il duca di Normandia Riccardo I.
  • 6. ​Erberto d'Auxerre: Figlio illegittimo, divenne vescovo di Auxerre.

 da Ugo Capeto si creo la dinastia reale dei Capetingi nel 987 Egli fu re di Francia dal 987 al 996. La dinastia si estinse nel 1848 con Luigi Filippo I duca d'Orleans. Questa casata reale ebbe rami cadetti: 

Rami cadetti 
Rami cadetti
 Borgogna
(1032 – 1363)
Vermandois
(1085 – 1185)
Dreux
(1152 – 1234)
Courtenay
(1150 – 1370)
Artois
(1237 – 1482)
Angiò
(1246 – 1360)
Borbone
(1283 – 1830)
Valois
(1328 – 1589)
Évreux
(1298 – 1404)

Gli Angio Angioini è l'appellativo fu dato a due distinte dinastie medievali diverse accomunate dall'aver avuto la titolarità sulla Contea, poi Ducato, di Angiò, una provincia occidentale della Francia.

Due dinastie diverse: 

1. Una era un ramo cadetto (secondi figli), dei capetingi di Francia che diedero l'avvio poi ai rami cadetti d'angio Il Fondatore fu il conte Carlo I d'Angiò Capetingi francesi nel 1246

2. ed una invece erano regnanti inglesi i Plantageneti che non appartenevano ai d'angio ma ottennero con un matrimonio tra Goffredo V d'Angiò ( che aveva solo il nome della contea) plantageneto  di Francia e Matilde d'Inghilterra, nel 1128,  il titolo di conti del d'angio.


- un appunto bisogna farlo: Il Regno di Sicilia e il Regno di Napoli sono stati unificati e divisi diverse volte nel corso della storia. La prima unificazione risale al 1130, con la nascita del Regno di Sicilia ( e regno di Napoli) sotto Ruggero II Altavilla normanni. 

Il Fondatore della casa d'angio quindi fu il conte Carlo I d'Angiò Capetingi francesi nel 1246

La contea di Angiò in Francia passò alla Corona di Francia con Filippo II Augusto  dei Capetingi nel 1205, dopo che questi la sottrasse ai Plantageneti Giovanni senza terra d'inghilterra quindi angio franco inglesi. Poi la contea d'angio di francia passo prima al figlio Luigi VIII dei Capetingi angio che regnò dal 1223 al 1226, poi  al figlio di Luigi VIII, fu Luigi IX il santo dei Capetingi angio noto come San Luigi, governò dal 1226 al 1270.


Nel 1246 il re Luigi IX il Santo dei Capetingi francesi  diede la contea d'angio   in feudo al fratello cadetto il primo Conte Carlo I Capetingi d'Angiò che ando a creare la linea senior dal 1282 al 1442, e che diede origine ad una seconda dinastia di conti:

  • 1246-1285Carlo I d'Angiò Capetingi (nato nel 1226Angiò di Sicilia; egli corse in soccorso del papa contro gli Hohenstaufen e li scacciò dall'Italia meridionale, che gli venne concessa in vassallaggio, ottenne così il regno di Sicilia (nel 1266), 
  • Nel 1266 a Roma Carlo I d'angio Capetingi fu incoronato re di Sicilia. Da quel momento le varie diramazioni della dinastia, grazie a diversi matrimoni, riuscirono ad estendere la loro influenza su buona parte dell'Europa: oltre ai regni di Napoli e, brevemente, quello di Sicilia, gli Angioini governarono la Provenza, la Lorena, la Polonia e l'Ungheria.
  • ma l'isola siciliana fu persa nel 1282 in seguito alla rivolta dei vespri siciliani, perciò Pietro III d'Aragona ebbe la Sicilia mentre Carlo I d'angio Capetingi rimase solo Re di Napoli dal 1266 al 1285. 

Le linee cadette d'angio furono

1285-1309: Carlo II d'Angiò Capetingi, detto "lo Zoppo" (nato nel 1254 e morto nel 1309) Angiò di Napoli , figlio del precedente. Ebbe 14 figli:

 Al figlio Roberto I d'angio Capetingi, il Saggio (1277 - 1343) consegnò il Regno di Napoli dal 1309 al 1343, che, dopo la prematura morte del figlio Carlo nel 1328, andò a Giovanna I d'angio Capetingi, figlia di quest'ultimo; morta Giovanna I nel 1382 senza eredi, il trono di Napoli passò al collaterale ramo di d'angio Durazzo.

CARLO II D'ANGIO CAPETINGI DETTO LO ZOPPO diede al figlio Giovanni d'angio Capetingi il titolo di duca di Durazzo ( albania)  nel 1309 al 1336 e il suo pronipote, Carlo di Durazzo, salì al trono di Napoli nel 1381- 1386 con il nome di Carlo III dopo la morte di Giovanna I Capetingi morta senza eredi. Il ramo si estinse dopo la morte dei figli di Carlo d'angio durazzo III: Ladislao di Durazzo dal 1386 -1414 e poi Giovanna II di Napoli (dal 1414 al 1435).

( Dai restanti figli di Carlo II d'Angiò discesero ben altri tre rami della dinastia:

Gli Angiò d'Ungheria: il figlio maschio primogenito Carlo Martello (nato nel 1271) divenne re di Ungheria dopo la morte del fratello della moglie, il re Ladislao IV d'Ungheria. Il ramo si estinse con Maria, sposa di Sigismondo di Lussemburgo nel 1385.

Gli Angiò di Taranto: il figlio Filippo (nato nel 1278) fu creato principe di Taranto; il ramo, dopo essere arrivato a governare l'Impero latino d'Oriente, si estinse con la morte senza eredi di Filippo II, principe di Taranto nel 1373. Luigi di Taranto divenne re consorte di Napoli sposando sua cugina, la Regina Giovanna I d'angio Capetingi ma non ebbero figli che succedessero loro.


Nel 1290, la contea di Angiò entrò a far parte della dote della figlia di Carlo II Capetingi, Margherita d'Angiò Capetingi(nata nel 1273 e morta nel 1299), che sposo   Carlo di Valois d'angio (nato nel 1270 e morto nel 1325),ed era il figlio terzogenito del re di Francia Filippo III di valois d'angio, che nel 1297 divenne perciò conte di Angiò e pari del regno. Il figlio di costoro, Filippo di Valois d'angio (nato nel 1293 e morto nel 1350), ereditò la contea alla morte del padre e nel 1328 divenne re di Francia con il nome di Filippo VI d'angio valois, ricongiungendo l'Angiò alla corona francese. Suo figlio, il re Giovanni II di Valois d'Angiò detto il Buono (nato nel 1319 e morto nel 1364) diede al proprio figlio cadetto Luigi di Valois d'angio il titolo di duca d'Angiò nel 1360, trasformando la contea in ducato e dando così vita ad una nuova dinastia angioina.


Seconda dinastia

Duchi d'Angiò furono:  propriamente detti Angioini dal 1360 al 1481:

1360-1384: Luigi I d'angio valois fu (nato nel 1339 morto nel 1384), nominato erede della regina Giovanna I d'angio Capetingi di Napoli, ma morì combattendo il re di Napoli Carlo III Angiò di Durazzo. Difatti In seguito a questa adozione i duchi di Angiò Valois e il ramo degli Angiò di Durazzo presero a contendersi il possesso del regno di Napoli, in aggiunta al conflitto comune contro gli Aragonesi in parti colare contro Federico IV d'Aragona,per il controllo della Regno di Sicilia.

1384-1417: Luigi II d'angio valois (nato nel 1377), fu re di Napoli tra il 1389 e il 1399.

Dopo il 1399 fino al 1414, il trono di Napoli fu conteso tra Ladislao d'Angiò-Durazzo e Luigi II d'Angiò valois. 

Dal 1414 al 1435 sali Giovanna II d'angio durazzo sul trono del regno di Napoli.

1417-1434: Luigi III valois (nato nel 1403), adottato due volte  nel 1419 e quindi nel 1423 dichiarato solennemente proprio erede della regina Giovanna II durazzo di Napoli, ma morì prima di diventare re perché quando lui morì la regina era ancora viva. Luigi III d'Angiò-Valois morì di malattia nel 1434, poco prima di affrontare suo zio materno Alfonso I d'Aragona in battaglia. Così alla morte  della regina Giovanna II di  durazzo e alla morte di Luigi III di valois d'angio prese il suo posto il fratello minore di quest'ultimo Renato I di Valois d'angio il Buono.

1434-1480: Renato I valois d'angio il Buono (nato nel 1409 e fratello del precedente Luigi III di valois), fu sia  duca di Lorena per il matrimonio con Isabella di Lorena sia re di Napoli tra il 1435 e il 1442, quando il regno di Napoli fu definitivamente preso dagli Aragonesi;

Dal 1442 al 1458, il Regno di Napoli fu governato da Alfonso V d'Aragona. Poi, dal 1458 al 1494, salì al trono Ferdinando I d'aragona di Napoli. Ferdinando I d'Aragona ottenne il trono di Napoli nel 1458 alla morte di suo padre, Alfonso V d'Aragona. Alfonso V d'aragona aveva conquistato il regno nel 1442, ponendo fine alla dinastia angioina. Ferdinando, pur essendo figlio illegittimo, era stato designato erede da Alfonso e, con il sostegno di parte della nobiltà napoletana, riuscì a farsi incoronare re.


1480-1481: ci fu anche il ducato di Carlo V d'Angiò ma l'ultimo e non c'entrava col regno di napoli (nato nel 1436 e morto nel 1472, figlio di Carlo IV d'Angiò conte del Maine, che era fratello di Luigi III e di Renato I). 

Renato I d'Angiò, conosciuto anche come "il Buono," era duca d'Angiò e fu re di Napoli dal 1435 al 1442, prima di essere sconfitto e cacciato da Alfonso V d'Aragona. 

Il ducato d'Angiò del regno di Napoli fu  corona di Spagna aragonese. nel 1482 questa cessione fu più tardi il pretesto in base al quale il re di Francia Carlo VIII di Valois d'angio scese in Italia nel 1494. Nel 1494, Carlo VIII, re di Francia, intraprese la sua spedizione in Italia per conquistare il Regno di Napoli, di cui rivendicava la successione in quanto erede della dinastia angioina francese. La sua discesa non incontrò inizialmente resistenza, grazie anche all'appoggio di alcuni stati italiani, come il ducato di Milano di Ludovico il Moro, che vedeva nella spedizione francese un modo per contrastare gli Aragonesi di Napoli.

​Tuttavia, dopo l'arrivo di Carlo VIII di Valois d'angio a Napoli, gli stati italiani (Venezia, Papato, Milano), preoccupati per l'eccessivo potere francese, formarono la Lega di Venezia (o Lega Santa) per opporsi all'esercito invasore. Questa coalizione, a cui si unirono anche la Spagna e il Sacro Romano Impero, costrinse Carlo VIII vallois d'angio francesi a ritirarsi. Lo scontro più noto di questa ritirata fu la battaglia di Fornovo nel 1495, che pur non avendo un chiaro vincitore, segnò la fine della spedizione e il rientro di Carlo VIII vallois d'angio in Francia.

Dopo il 1494, il Regno di Napoli divenne il principale campo di battaglia delle Guerre d'Italia tra Francia e Spagna. Re Carlo VIII vallois d'angio  di Francia invase il regno, dando inizio a una lunga contesa la Battaglia di Cerignola del 1503 che fu combattuta tra l'esercito del Regno di Francia, guidato da Luigi XII  Valois-Orléans ramo cadetto dei Capetingi e l'esercito del Regno di Spagna, guidato da Ferdinando II d'Aragona. La contesa riguardava il possesso del Regno di Napoli che si concluse nel 1503 con la vittoria della Spagna, che mantenne il dominio sull'Italia Gli Asburgo governarono il Regno di Napoli in due periodi distinti. La prima volta dal 1516 al 1734, meridionale per circa due secoli, governando tramite un viceré Gonzalo Fernández de Córdoba fino al 1713.

Carlo V  d'Asburgo Castiglia Aragona era austro spagnolo ed aveva il legame con il Regno di Napoli che derivava da sua madre, Giovanna di Castiglia, detta "la Pazza".

​Carlo V era figlio di:

​Filippo I d'Asburgo, detto "il Bello", arciduca d'Austria e duca di Borgogna.

​Giovanna di Castiglia, figlia dei Re Cattolici di Spagna, Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia.

​È proprio attraverso il nonno materno, Ferdinando II d'Aragona, che Carlo V ereditò i regni spagnoli, tra cui la Corona d'Aragona, che a sua volta comprendeva il Regno di Napoli, il Regno di Sicilia e il Regno di Sardegna.

​Quindi, Carlo V era un Asburgo d'Austria  per parte di padre, ma le sue pretese sui regni spagnoli, e di conseguenza su Napoli, derivavano dalla sua parentela con la dinastia degli Aragona-Trastámara per parte di madre.

 La sua ascesa al trono nel 1516 segnò il passaggio del Regno di Napoli dal ramo aragonese spagnola a quello degli Asburgo spagnoli, inaugurando un lungo periodo di dominazione imperiale e poi spagnola. Gli Asburgo hanno regnato sul Regno di Napoli in due periodi distinti. 

La linea degli Asburgo di Spagna

Dopo Carlo V Asburgo di Spagna, il Regno di Napoli rimase sotto il controllo degli Asburgo di Spagna. La successione fu:

​Filippo II d'asburgo di Spagna(1554-1598)

​Filippo III d'asburgo di Spagna(1598-1621)

​Filippo IV  d'asburgo di Spagna (1621-1665)

​Carlo II d'asburgo di Spagna(1665-1700)

​Con la morte di Carlo II  d'asburgo di Spagna senza eredi, la dinastia spagnola degli Asburgo di spagna si estinse, portando alla Guerra di successione spagnola e, successivamente, al passaggio del Regno di Napoli agli Asburgo d'Austria nel 1713.

In seguito al trattato di Utrecht (1713), il Regno di Napoli passò a Carlo VI d'Asburgo d'austria. Il suo regno durò fino al 1734, quando Carlo di Borbone di Spagna cadetto dei d'angio lo conquistò. Nel 1735, con la Pace di Vienna, Carlo il Borbone di Spagna redi Napoli e re di sicilia (dal 1734 al 1759, a cui succedette il figlio Ferdinando IV di Borbone chiamato anche Ferdinando I Borbone di Spagna dal 1759 al 1825. Ferdinando IV di Borbone si proclamò Ferdinando I di Borbone nel 1816, dopo aver unificato i regni di Napoli e Sicilia nel nuovo Regno delle Due Sicilie. A causa dell'invasione napoleonica del 1806 fino al 1815, il re Ferdinando IV di Borbone fuggì in Sicilia. Nel 1816 Napoleone nominò suo fratello, Giuseppe I Bonaparte, nuovo re di Napoli, segnando il passaggio di potere.

Nel decennio in cui i Bonaparte hanno regnato sul Regno di Napoli, si sono succeduti due sovrani:

​Giuseppe Bonaparte (1806-1808) italiana ( trasfeerita in corsica) : fratello maggiore di Napoleone, fu il primo a essere insediato sul trono di Napoli dopo l'invasione francese. Il suo regno, sebbene breve, fu caratterizzato da importanti riforme amministrative e sociali che gettarono le basi per una modernizzazione del regno.

​Gioacchino Murat (1808-1815): cognato di Napoleone (aveva sposato sua sorella Carolina Bonaparte), subentrò a Giuseppe quando quest'ultimo fu chiamato a regnare in Spagna. Il regno di Murat è noto per aver portato avanti le riforme iniziate da Giuseppe, introducendo il Codice napoleonico, abolendo la feudalità e promuovendo lavori pubblici. Il suo governo terminò con la sconfitta di Napoleone e la successiva restaurazione borbonica.

L'annessione del Regno di Napoli al Regno delle Due Sicilie fu un evento importante nel 1816. Dopo il Congresso di Vienna del 1815, i due regni di Napoli e di Sicilia che erano stati separati per secoli, furono uniti sotto un'unica corona quella di Ferdinando I di Borbone spagnolo dal 1816 al 1825. Questo creò un grande regno nel sud Italia, ma portò anche a tensioni e disordini, specialmente in Sicilia, che aveva una lunga storia di autonomia. il Regno di Napoli, noto come Regno delle Due Sicilie dopo il 1816, conobbe un periodo di stabilità sotto la monarchia borbonica, in particolare con Ferdinando II di Borbone di Spagna, che ha governato dall'8 novembre 1830 al 22 maggio 1859, ma anche di crescente instabilità politica e sociale. Nonostante lo sviluppo industriale, come la prima ferrovia d'Italia, le tensioni interne e l'arretratezza politica e sociale portarono a moti liberali e separatisti.

​La fine del regno arrivò nel 1860 con la Spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, che conquistò la Sicilia e il Sud Italia. Con la resa di Francesco II, ultimo re borbonico, il 17 febbraio 1861 il regno cessò di esistere. Successivamente, attraverso un plebiscito, fu annesso al neonato Regno d'Italia, proclamato il 17 marzo 1861 di Cui il re fu Vittorio Emanuele II sabaudo di Savoia.


 e la seconda dal 1734 al 1861. 


Il Regno di Napoli è stato uno stato che ha governato la parte meridionale della penisola italiana dal 1282 al 1816. Spesso politicamente unito alla Sicilia, si è formato in seguito alla Guerra del Vespro siciliano 1282. La guerra tra gli Angiò di Francia Carlo I d'angio Capetingi con suo figlio Carlo II d'Angio Capetingi  a cui la Sicilia si ribello portando Pietro III d'Aragona di Spagna ad impadronirsi della Sicilia noto come Guerra dei Vespri siciliani del 1282 si concluse nel 1302 con la Pace di Caltabellotta in Sicilia, che divise il Regno di Sicilia in due: il regno di Sicilia nel 1302 agli Aragonesi di Spagna con Federico III d'Aragona di Spagna re di Sicilia, e 1302 il Regno di Napoli agli Angioini  francesi ossia al re Carlo II d'angio Capetingio. Luigi I dei Angiò capetingio  nel 1360 divenne  duca d'angio figlio del re di Francia Giovanni II il Buono. Il ramo Angiò-Durazzo ha avuto inizio nel 1382 con re Carlo III d'angio durazzo di Napoli ed è terminato nel 1435 con la morte di Giovanna II d'Angiò-Durazzo che regno anche  su Ungheria e Croazia. Ma non si estinse e a cui Giovanna II, non avendo eredi diretti,  Il ramo Valois-Angiò di napoli, invece nel 1435 con il re Renato d'Angiò valuas e si è concluso 1442 con Alfonso V d'Aragona fino al 1458 si separano di nuovo il regno di Napoli e di Sicilia il regno di Napoli ando a suo figlio illegittimo Ferdinando I d'aragona fino al 1481 quando il regno di Napoli torno a Carlo V d'Angiò Valois. Questo ramo cadetto ereditò il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia (solo nominalmente), e fu protagonista di lunghe guerre per il loro controllo. ​Carlo V, che era l'ultimo membro maschio del ramo principale della casata, morì senza eredi. Il Ducato d'Angiò e le altre sue proprietà vennero ereditate dalla Corona di Francia, retta all'epoca dal re Luigi XI, ponendo fine a questo importante ramo della dinastia Valois. Luigi XI di Francia apparteneva alla dinastia dei Valois, un ramo della più grande dinastia dei Capetingi. ​La dinastia dei Valois regnò sulla Francia dal 1328 al 1589, quando fu sostituita dalla dinastia dei Borbone.​ 

L'ultimo re della dinastia capetingia, in senso stretto, fu Carlo IV, morto nel 1328. Tuttavia, la sua dinastia continuò attraverso rami cadetti, ovvero famiglie discendenti da rami minori della Casa di Capeto.

​Nel 1589, la dinastia regnante in Francia era quella dei Valois, Filippo VI di Valois cugino capetingio 1328 1350 un ramo cadetto dei Capetingi. L'ultimo re di questa dinastia fu Enrico III, che morì assassinato il 2 agosto dal 1574- 1589. ​Dopo la sua morte, il trono passò a un altro ramo cadetto dei Capetingi, la Casa di Borbone, con l'ascesa di Enrico di Navarra, che divenne re con il nome di Enrico IV 1589/1610.

 I Borbone erano un ramo cadetto dei Capetingi, una dinastia reale francese. Quando l'ultimo re Capetingio morì senza eredi diretti, il trono passò al parente maschio più prossimo, che era un Borbone. Questo avvenne nel 1589, con l'ascesa al trono di Enrico IV, il primo re Borbone di Francia.​ Il primo invece a salire sul trono di Spagna come membro della dinastia dei Borbone fu Filippo V nel 1700. La sua ascesa scatenò la Guerra di successione spagnola.

In parole semplici, un ramo cadetto è la discendenza creata da un figlio maschio non primogenito. Nelle famiglie nobili, per tradizione, il titolo, il potere e la maggior parte dell'eredità venivano trasmessi al primogenito (il primo figlio maschio), secondo il principio del maggiorasco. I figli minori, chiamati "cadetti", non ereditavano il titolo principale, ma potevano ricevere altri possedimenti o incarichi minori.​Se un cadetto si sposava e fondava una sua famiglia, la sua linea di discendenza veniva considerata un "ramo cadetto" della famiglia principale. Anche se non aveva il titolo più importante, questo ramo manteneva comunque un legame di sangue e, in alcuni casi, una posizione di prestigio.

 il regno di Sicilia 1282 agli Aragonesi di Spagna con Federico III d'Aragona di Spagna re di Sicilia, e 1282 il Regno di Napoli agli Angioini francesi ossia a Carlo II valois d'Angiò.

. I Capetingi d'Angiò hanno regnato a Napoli dal 1266 al 1382. Poi ci sono stati i Durazzo, un altro ramo della stessa famiglia, fino al 1435. I Valois-Angiò sono arrivati dopo, e hanno regnato per un periodo più breve, dal 1435 al 1442.

Allora, nel regno di Napoli:

​A Napoli, dal 1266 al 1282, regnò Carlo I d'Angiò Capetingi fondatore del ramo angioino fondatore del ramo cadetto del capetingi francesi d'Angiò in Italia

dal 1282 al 1442 ci sono stati gli Angioini francesi, 

 dal 1442 al 1504 gli Aragonesi spagnoli, 

dal 1504 al 1707 gli Asburgo di Spagna, 

dal 1707 al 1734 gli Asburgo d'Austria,

 dal 1734 al 1806 i Borbone di Spagna, 

dal 1806 al 1815 i francesi della dinastia napoleonica con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat,

dal 1815 al 1861 i Borbone di Spagna. 

Nel regno di Sicilia:

La dominazione aragonese spagnola in Sicilia terminò con la morte di Ferdinando II d'Aragona di Spagna sposato con Isabella di Castiglia di spagna il 23 gennaio 1516, quando l'isola Siciliana passò sotto il diretto controllo della Spagna ossia di suo nipote Carlo V d'Asburgo che era figlio di Filippo il Bello Asburgo d'Austria, e di Giovanna la pazza di Castiglia spagnola. Quindi, era sia austriaco che spagnolo, avendo ereditato i domini asburgici da suo padre e la corona spagnola da sua madre. che unì le corone di Castiglia e Aragona, dando inizio al ramo degli Asburgo di Spagna.

​Ecco una ricostruzione precisa degli eventi:

Sul Regno di Sicilia:

1266-1282 Angioini francesi

1282 1516  aragonesi spagnoli

 1516-1713 Asburgo di Spagna

​Fine degli Asburgo di Spagna (1700): Il ramo spagnolo degli Asburgo si estinse con la morte senza eredi di Carlo II nel 1700. Questo evento scatenò una crisi di successione a livello europeo, nota come la Guerra di Successione Spagnola (1701-1714).

​Il Periodo Sabaudo dei Savoia italiani (1713-1720): Al termine della guerra, con il Trattato di Utrecht del 1713, il Regno di Sicilia fu assegnato a Vittorio Amedeo II di Savoia. Pertanto, subito dopo gli Asburgo spagnoli, fu un sovrano di Casa Savoia italiano a regnare sull'isola Siciliana.

​Il Periodo Asburgico-Austriaco (1720-1734): Il dominio sabaudo fu però di breve durata. La Spagna cercò di riconquistare i suoi territori italiani e, dopo una serie di conflitti, con il Trattato dell'Aia del 1720, si decise uno scambio: Vittorio Amedeo II cedette la Sicilia all'Austria (agli Asburgo d'Austria, un altro ramo della famiglia) in cambio della Sardegna. Iniziò così un breve periodo di governo austriaco in Sicilia.

​L'Arrivo dei Borbone (1734): Infine, nel contesto della Guerra di Successione Polacca, Carlo di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V, conquistò il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia nel 1734, sottraendoli agli austriaci. Fu incoronato re di Sicilia a Palermo nel 1735, dando così inizio al lungo dominio dei Borbone sull'isola, che durerà fino all'Unità d'Italia nel 1861.

​In sintesi, la cronologia della successione agli Asburgo di Spagna in Sicilia è la seguente:

​Asburgo di Spagna (fino al 1700)

​Savoia (1713-1720)

​Asburgo d'Austria (1720-1734)

​Borbone (1734-1861)

 Nel 1416 con  Amedeo VIII di Savoia, la Sardegna fu elevata a Ducato ottennendo il titolo di duca dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo essa comprendeva i territori della Savoia, del Piemonte, il Chiablese, il Genevese, il Bugey, una parte del Vaud e altre terre nel Delfinato, in Bresse e nel Vercellese, altri duca Savoia dopo di lui si susseguirono fino al 1675 quando​ il Duca di Savoia era Carlo Emanuele II, ma morì il 12 giugno di quell'anno. Gli succedette il figlio Vittorio Amedeo II, che essendo minorenne, rimase sotto la reggenza della madre Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours. In questo periodo, il duca di Savoia Vittorio Amedeo II affrontò la reggenza della madre, si alleò con l'Austria nella guerra di successione spagnola che scoppiò a seguito della morte senza eredi di Carlo II d'Asburgo di Spagna. Il conflitto vide contrapposte due coalizioni: 
da un lato la Francia e la Spagna con il candidato Filippo V di Borbone Francese nipote di Luigi XIV di Francia e divenne il primo re Borbone di Spagna nel 1700 e nel 1724 e dall'altro la Grande Alleanza ((Impero asburgico, Inghilterra, Province Unite (Paesi Bassi), Prussia, Portogallo e il Ducato di Savoia)) che sosteneva la candidatura di Carlo VI d'Asburgo austriaco. 
La guerra si concluse con i Trattati di Utrecht (1713) e Rastatt (1714) che confermarono Filippo V dei Borbone Francese sul trono spagnolo, a patto che le corone di Spagna e Francia non venissero mai unite, e ridisegnarono la mappa europea, con l'Austria che ottenne i possedimenti spagnoli in Italia e nei Paesi Bassi e l'Inghilterra che ottenne Gibilterra. Dopo la Guerra di Successione Spagnola (tra il 1701/1714), con il Trattato di Utrecht 1713 (Paesi Bassi) la Sicilia fu assegnata a Vittorio Amedeo II di Savoia, che ne divenne re. Nel frattempo, la Spagna perse gli altri suoi domini italiani, che passarono all'Austria.​ Nel 1718 la Spagna con Filippo V di Borbone di Spagna non rassegnata alla perdita dei suoi territori, invase la Sicilia nel tentativo di riconquistarla ma non ci riusci. Questo scatenò la Guerra della Quadruplice Alleanza dalla fine del 1717 fino all'inizio del 1720 contro la Spagna, composta da Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi e Austria.
Successivamente, con il Trattato di Londra nel 1718, Vittorio Amedeo II di Savoia, stipulo un patto tra la Quadruplice Alleanza (Gran Bretagna, Francia, Austria, Province Unite che erano la Repubblica delle Sette Province Unite, un'entità statale che oggi corrisponde all'incirca ai Paesi Bassi.) Contro la Spagna, Vittorio Amedeo II di Savoia cedette la Sicilia all'Austria precisamente a Carlo VI d'Asburgo, in cambio della Sardegna, diventando così Re del regno Sardegna  questo accordo entrò in vigore nel 1720 con il Trattato dell'Aia oggi Den Haag (Paesi Bassi) ponendo fine alla guerra della quadruplice alleanza.
​La Spagna (Filippo V di Borbone) restituì i territori conquistati e si impegnò a non violare più i termini del trattato.
Dopo il 1734 dopo la guerra di successione polacca, la Sicilia passò nuovamente  a Carlo III di Borbone di Spagna, che fu incoronato re di Sicilia e di Napoli, unendo le due corone. Dal 1734 al 1861 questo regno di Napoli e di Sicilia furono chiamati Regno delle Due Sicilie governato dai Borbone di Spagna.

In Italia, il Congresso di Vienna 1815 ridisegnò i confini europei ed italiani. Furono creati:
- il Regno Lombardo-Veneto con Francesco I d'Asburgo-Lorena, 
sotto il controllo dell'Impero austriaco, 
- il Regno di Napoli ed il regno di Sicilia ( ossia regno delle due sicilie) Ferdinando I di Borbone di Spagna, che unì i regni di Napoli e Sicilia senza fonderli (li fonderà nel 1816) .
- Il Regno di Sardegna Vittorio Emanuele I di Savoia acquisì la Liguria, 
- lo Stato Pontificio fu governato da Papa Pio VII, che fu restaurato al suo potere. Gli succedettero altri papi, tra cui Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI e, infine, Pio IX nel 1878, che fu l'ultimo sovrano dello Stato Pontificio restaurato. 
- I ducati di Parma e piacenza a Maria Luisa d'Austria Asburgo -Lorena Austro francese per il suo matrimonio con Napoleone I Bonaparte di Francia,
- il Granducato di Toscana era governato da Ferdinando III di Asburgo-Lorena italo austriaco -francese, 
- il Ducato di Modena e Reggio era sotto il controllo di Francesco IV d'Asburgo-Este aveva origini austro-estensi (italiani), essendo nato a Milano da padre asburgico (Ferdinando d'Asburgo-Lorena, arciduca d'Austria) e madre estense (Maria Beatrice Ricciarda d'Este discendente da Padova a Ferrara).
 *La Lorena è una regione storica della Francia nord-orientale, 
*Gli estensi sono italiani

Nel 1816, i due regni di Sicilia e di Napoli furono fusi  nel Regno delle Due Sicilie uno stato dell'Italia meridionale esistito dal 1816 al 1861 con il re Ferdinando I di Borbone di Spagna.  La sua capitale era Napoli, che all'epoca era una delle città più grandi e popolose d'Europa.

Altri re dei Savoia si susseguirono nel regno di Sardegna fino al 4 marzo 1848 quando il re Carlo Alberto di Savoia  concesse lo statuto Albertino ai sudditi del Regno di Sardegna, da questo momento divenne una monarchia costituzionale stabilendo i diritti dei cittadini e limitando i poteri del re. Il primo ministero costituzionale fu presieduto dal conte Cesare Balbo premier, La legislatura bicamerale invece erano presiedute  dal Presidente del Senato Gaspare Coller, mentre il Presidente della Camera fu Vincenzo Gioberti. 
La ​Prima Guerra d'Indipendenza ci fu nel 1848-1849 quando il Regno di Sardegna, sotto la guida del Primo Ministro Camillo Benso Conte di Cavour con l'appoggio di altri Stati italiani e di volontari : il Granducato di Toscana, lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie, che inviarono contingenti di truppe a supporto. Inoltre, contribuirono con volontari il Ducato di Modena e il Ducato di Parma, insieme al Governo provvisorio di Milano e alla Repubblica di San Marco contro l'Impero austriaco. 
Dopo l'insurrezione di Milano e Venezia, il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia dichiarò guerra all'Austria, dando inizio al conflitto. Nonostante le iniziali vittorie, l'esercito sabaudo dei Savoia fu sconfitto a Custoza e Novara, portando all'abdicazione di Carlo Alberto di Savoia e alla firma dell'armistizio di Salasco in Piemonte che fu firmato il 9 agosto 1848, a Vigevano in Lombardia, tra il generale piemontese Carlo Canera di Salasco e l'austriaco Josef Radetzky. Questo evento pose fine alla prima fase della Prima Guerra d'Indipendenza e stabilì il ritiro delle truppe sabaude del Savoia dai territori veneti e lombardi, riportando i confini alla situazione precedente la guerra.
 La Seconda Guerra  d'Indipendenza nel 1859 fu combattuta dal Regno di Sardegna concesse da Vittorio Emanuele II di Savoia e dalla Francia con Napoleone III Bonaparte di Francia contro  l'Austria  dall'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria Asburgo-Lorena, in seguito agli accordi di Plombières.
 La Sardegna  sempre guidata dal primo ministro Camillo Benso conte di Cavour fu decisiva per l'annessione della Lombardia, seguita da plebisciti che unirono al Regno di Sardegna anche Emilia-Romagna e Toscana. L'annessione della Lombardia fu stabilita con l'Armistizio di Villafranca e confermata dal Trattato di Zurigo. L'Emilia Romagna e la Toscana furono ammesse al Regno di Sardegna a seguito di plebisciti popolari nel 1860, che non erano previsti dall'armistizio.
Nel ​1860 ci fu la Spedizione dei Mille, dunque, Giuseppe Garibaldi guidò un gruppo di volontari, le "camicie rosse", che salparono da Quarto (Genova) per la Sicilia. Sbarcati a Marsala in Sicilia, conquistarono rapidamente il Regno delle Due Sicilie, con il sostegno della popolazione locale.
​Nel 1860 l'esercito piemontese, guidato da Vittorio Emanuele II di Savoia, marciò verso il sud per intercettare Garibaldi ed evitare che quest'ultimo proseguisse verso Roma, che era protetta dai francesi quindi da Napoleone III Buonaparte Francese. L'incontro  a Teano in provincia di Caserta in Campania tra Vittorio Emanuele II di Savoia e Garibaldi fu decisivo difatti per l'ammirazione che provava verso il re, Garibaldi cedette i territori conquistati dai Mille la Spedizione dei Mille (camice rosse) guidati dallo stesso Garibaldi ossia il Regno delle Due Sicilie, che comprendeva l'Italia meridionale e la Sicilia al sovrano sabaudo dei Savoia ossia a Vittorio Emanuele II di Savoia.
​L'unificazione italiana avvenne nel 1861, nota come Risorgimento, essa fu il risultato di una combinazione di fattori politici, militari e sociali.
 Il 17 marzo 1861 il primo Parlamento nazionale, eletto a Torino, proclamò Vittorio Emanuele II Re d'Italia. Sebbene l'unificazione fosse stata raggiunta, all'appello mancavano ancora alcune regioni: che sarebbero stati annessi successivamente:   Il Veneto fu annesso nel 1866, dopo la terza guerra d'indipendenza. Essa Fu condotta dal governo del Regno d'Italia, del re Vittorio Emanuele II di Savoia guidato dal Presidente del Consiglio Alfonso La Marmora, e vide la partecipazione di Giuseppe Garibaldi e dei suoi volontari..tra cui ed Enrico Cialdini, che guidarono le forze italiane durante la terza guerra d'indipendenza.alleato con la Prussia contro l'Impero austriaco.
​Nonostante le sconfitte subite dall'Italia a Custoza (terrestre) e Lissa (navale), la decisiva vittoria prussiana a Sadowa costrinse l'Austria a cedere. Con la Pace di Vienna del 1866, l'Austria cedette il Veneto e parte del Friuli alla Francia, che a sua volta li passò all'Italia. La guerra si concluse con l'annessione di questi territori al Regno d'Italia, sancendo un importante passo verso l'unità nazionale.
Il Lazio con Roma fu annesso il 20 settembre 1870 avvenne in seguito alla breccia di Porta Pia, fu l'atto con cui, il 20 settembre 1870, l'esercito del Regno d'Italia guidato da Vittorio Emanuele II entrò a Roma attraverso una breccia nelle Mura Aureliane, ponendo fine allo Stato Pontificio e completando l'Unità d'Italia. Questo evento segnò l'annessione di Roma al Regno e il suo successivo status di capitale il 3 febbraio 1871.
 Il Trentino e il Friuli Venezia Giulia (eccetto alcune aree) furono annessi dopo la prima guerra mondiale, 1919 Durante la Prima Guerra Mondiale, il Trentino e il Friuli Venezia Giulia divennero teatro del fronte italiano. Gli abitanti, che all'epoca facevano parte dell'Impero austro-ungarico, si trovarono a combattere su fronti opposti, con molti trentini arruolati nell'esercito austro-ungarico e altri che si arruolarono come volontari nell'esercito italiano. Queste regioni subirono pesanti bombardamenti, esodi di massa della popolazione e un'occupazione militare che portò a condizioni di vita durissime. La disfatta di Caporetto nel 1917, in Friuli, portò a una profonda ritirata delle truppe italiane, mentre la successiva battaglia del Piave segnò la svolta finale del conflitto sul fronte italiano. Nel 1919, con il Trattato di Saint-Germain-en-Laye come riconoscimento dei suoi sacrifici bellici e in base al Patto di Londra del 1915. Questo trattato sancì lo smembramento dell'Impero austro-ungarico.
 Successivamente al 17 marzo 1861 il re Vittorio Emanuele II di Savoia dopo che il Parlamento Subalpino, a seguito dell'unificazione della penisola, ne approvò la nomina. Pur diventando il primo re d'Italia, mantenne la numerazione di "secondo" in segno di continuità con la dinastia sabauda, trasformò il regno d'Italia in uno stato liberale ossia una forma di governo che tutela le libertà fondamentali dei cittadini, come la libertà di parola, di stampa e di culto. Si basa sulla separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) ​Montesquieu separò i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario nella sua opera "Lo spirito delle leggi" del 1748. La sua teoria fu influenzata dalle idee di John Locke. e sull'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge  fino al 1925 egli concesse lo statuto Albertino nel 1861 a tutto il regno d'italia divenendo una monarchia costituzionale. Vi furono diversi ministri, poiché fu un anno di transizione con la formazione del Regno e la successione di governi. I principali ministri includono Camillo Benso conte di Cavour (Presidente del Consiglio fino a marzo), Bettino Ricasoli (successore di Cavour come Presidente del Consiglio da giugno) e Marco Minghetti, che ricoprì il ruolo di Ministro dell'Interno nel Governo Ricasoli I, il Presidente del Senato fu Ruggero Settimo, il presidente della Camera dei deputati in Italia fu Urbano Rattazzi.
 Al governo quando c'era Luigi Facta che iniziò il 26 febbraio 1922 e terminò il 31 ottobre 1922,  ci fu
 la Marcia su Roma dei fascisti il 28 ottobre 1922, Vittorio Emanuele III di Savoia  non firmò lo stato d'assedio proposto dal Governo Luigi Facta di usare l'esercito per fermare la marcia su Roma dei fascisti, cosi sali al potere Benito Mussolini il 31 ottobre 1922, che divenne Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia, e successivamente, nel 1925 consolidò il suo ruolo di dittatore, conosciuto come il Duce.
  Nonostante la natura totalitaria del regime fascista, la presenza del Re Vittorio Emanuele III e l'influenza della Chiesa e del Papa Pio XI limitavano, almeno inizialmente, l'assolutezza del potere di Mussolini.    
A partire dal discorso del 3 gennaio 1925, Mussolini trasformò lo Stato liberale in una dittatura totalitaria, un regime autoritario che governò il Paese per il ventennio fascista. La dittatura fascista fu consolidata con le Leggi fascistissime nel 1925 e 1926.
 Durante la tragedia della seconda guerra mondiale l'Italia tra il 1939 ed il 1945  era una monarchia costituzionale.
Il regime fascista cadde il 25 luglio 1943, in seguito alla decisione della Commissione Interministeriale per la Guerra, il Re Vittorio Emanuele III destituì Mussolini e lo fece arrestare.  

A Mussolini  subentrò il Governo del maresciallo Pietro Badoglio, che guidò il governo dal 25 luglio 1943 all'8 giugno 1944.
  L'armistizio della seconda guerra mondiale fu firmato dal generale italiano Castellano  e dal generale americano Bedell Smith il 3 settembre 1943 a Cassibile in Sicilia, ma fu annunciato al pubblico italiano la sera dell'8 settembre 1943 dal generale Eisenhower, attraverso Radio Algeri, e successivamente dal Proclama Badoglio questo rappresentò la fine dell'ostilita un momento di rottura e una svolta cruciale, segnando la fine del conflitto tra l'Italia e le forze Alleate inoltre rappresentò  l'avvio della transizione costituzionale, questo accordo segnò la resa incondizionata dell'Italia agli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.
 Dopo l'armistizio la guerra non fini, difatti, continuo con la guerra nazi fascista con Hitler e Mussolini e la fuga del  Re Vittorio Emanuele III che scappò da Roma la notte tra l'8 e il 9 settembre 1943, subito dopo l'annuncio dell'armistizio con gli Alleati, per raggiungere Brindisi che divenne  capitale d'Italia da settembre 1943 a febbraio 1944,
con il suo governo. Questa fuga, definita "indecorosa" da alcuni storici, lasciò l'Italia senza ordini e permise ai nazisti di occupare il centro-nord del paese, facendo prigionieri e deportando oltre 600.000 militari italiani.  
Mussolini fu liberato dai tedeschi il 12 settembre 1943 a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, in Abruzzo, da un commando di paracadutisti tedeschi guidato dal maggiore Otto Skorzeny sotto il comando del generale Kurt Student, atterrò con un piccolo aereo (un biplano "Cicogna") per liberare il Duce, nell'ambito dell'operazione nota come Operazione Quercia. 
L'operazione fu ordinata da Hitler per liberare Mussolini, in seguito alla sua destituzione e all'arresto avvenuti prima ossia il 25 luglio 1943. 
Dopo la liberazione, Mussolini fu portato in Germania per incontrare Hitler e fondò la RSI Repubblica Sociale Italiana  uno stato fantoccio con capitale a Salò, sul lago di Garda in provincia di Brescia in Lombardia sotto il controllo della Germania nazista di Hitler. La repubblica di Salo,  cosi fu chiamata, fu guidata dallo stesso Mussolini che ne divenne il Duce e con il sostegno tedesco, fino alla sua caduta nel 1945, difatti, alla fine della guerra nell'aprile 1945, anche la RSI cessò di esistere. 
Il 25 aprile 1945 commemora la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista, segnando la fine della Seconda Guerra Mondiale in Italia. In quella data del 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) proclamò l'insurrezione generale. Questo atto portò alla liberazione di città chiave come Milano, Torino e Genova grazie all'azione dei partigiani, prima dell'arrivo delle truppe alleate. La ricorrenza celebra i valori della Resistenza, la lotta per la libertà e la democrazia.
Benito Mussolini fu giustiziato il 28 aprile 1945. ​Si trovava a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como, dove fu catturato dai partigiani il giorno precedente mentre tentava di fuggire verso la Svizzera. Venne fucilato insieme alla sua amante, Claretta Petacci.
Intanto in Italia al governo dopo l'arresto di Mussolini il 25 luglio 1943 salirono al potere  governi provvisori, come: 
 dal 18 giugno 1944 fino al 21 giugno 1945 governo Ivanoe Bonomi, 
dal 21 giugno 1945 al 9 dicembre 1945 governo Ferruccio Parri,
 al I governo di Alcide De Gasperi dal 10 dicembre 1945 al 1 luglio 1946 l'ultimo della monarchia costituzionale, 

 Il regno d'italia duro fino al 1946 con l'ultimo re Vittorio Emanuele III che morì il 28 dicembre 1947 ad Alessandria d'Egitto, dove si trovava in esilio dopo aver abdicato a favore del figlio, e suo figlio Umberto II che detenne la luogotenenza quindi divenne re dal 9 maggio 1946 nel frattempo Il 2 giugno 1946  si tenne il referendum per la scelta tra monarchia e repubblica, difatti, il 2 giugno 1946 sanci la fine della monarchia con l'elezione dei deputati  la monarchia perse, cosi il 13 giugno 1946 Umberto II di Savoia lasciò l'Italia e partì in esilio in Portogallo, (morì in esilio a Ginevra, in Svizzera, il 18 marzo 1983), ponendo fine alla monarchia dei Savoia e l'Italia divenne una repubblica parlamentare democratica. 



L'Assemblea Costituente italiana si riunì per la prima volta il 25 giugno 1946 a Palazzo Montecitorio in tale occasione fu eletto il capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola  il 28 giugno 1946 al 31 dicembre 1947,  ed al I Governo Alcide De Gasperi che governo al suo I governo dal 10 dicembre 1945 al 13 luglio 1946.
 L'Assemblea Costituente
era costituita dal Presidente dell'Assemblea Giuseppe Saragat,
e da 556 deputati che provenivano da vari partiti politici, tra cui spiccano i principali partiti dell'epoca come la Democrazia Cristiana di cui il presidente era Alcide de Gasperi e il Partito Comunista di cui il Palmiro Togliatti, e avevano il compito di redigere la Costituzione della Repubblica italiana. 
Per facilitare il lavoro di stesura della Costituzione, venne istituita anche una Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini, tra i padri e le madri costituenti figurano: Enrico De Nicola, Alcide De Gasperi, Umberto Terracini, e diverse donne, come  Teresa Mattei e Lina Merlin. Tutti i 75  si suddivisero a sua volta in tre sottocommissioni da 25 dedicate a diversi argomenti: presiedute da Umberto Tupini (Diritti e doveri dei cittadini), Umberto Terracini (Organizzazione costituzionale dello Stato) e Gustavo Ghidini (Rapporti economici e sociali).
II II governo  de Gasperi dal 13 luglio 1946 al 28/01/1947.
 ​Il terzo governo De Gasperi è stato in carica dal 2 febbraio 1947 al 31 maggio 1947. ​Il quarto governo De Gasperi è stato in carica dal 31 maggio 1947 al 23 maggio 1948.
​Il quinto governo De Gasperi è stato in carica dal 23 maggio 1948 al 27 gennaio 1950. Il sesto governo De Gasperi fu in carica dal 27 gennaio 1950 al 26 luglio 1951,​ Il settimo governo De Gasperi fu in carica dal 26 luglio 1951 al 16 luglio 1953. L'ottavo governo di Alcide De Gasperi è stato  tra il 16 luglio e il 17 agosto 1953. Giuseppe Pella divenne Presidente del Consiglio il 17 agosto 1953 fino al 17 gennaio 1954.
Amintore Fanfani dal 18 gennaio al 10 febbraio 1954. Mario Scelba dal 10 febbraio 1954 al 6 luglio 1955. Antonio Segni dal 6 luglio 1955 al 20 maggio 1957.

  La Costituzione venne redatta dall'Assemblea costituente eletta in occasione del referendum del 2 giugno 1946 e fu successivamente approvata dalla stessa assemblea il 22 dicembre 1947, con 453 voti favorevoli e 62 voti contrari, nell'ambito di una votazione a scrutinio segreto. La costituzione  dopo la sua promulgazione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avvenute entrambe il 27 dicembre 1947 Serie Generale n. 298 come edizione straordinaria. Ed entrata in vigore dal 1 gennaio 1948.
Enrico De Nicola fu capo dello stato provvisorio dal 1º gennaio 1948 al 12 maggio 1948, fu eletto il primo Presidente effettivo della Repubblica, Luigi Einaudi in carica dal 12 maggio 1948 all'11 maggio 1955.
 l'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, il 1° gennaio 1948 era composta da 139 articoli e da XVIII disposizioni transitorie e finali. 
Il parlamento italiano era formato dalle due camere ​Il bicameralismo in Italia è un bicameralismo perfetto o paritario, poiché la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica hanno le stesse funzioni e poteri, Senato e camera del deputati:
La prima legislatura del Senato della Republica e vice presidente dello Stato Italiano l'organo che lo precedette fu l'Assemblea Costituente, il cui primo presidente fu Giuseppe Saragat, eletto il 25 giugno 1946. Il Senato della Repubblica fu istituito con l'entrata in vigore della Costituzione nel 1948, e il suo primo presidente fu Ivanoe Bonomi, eletto l'8 maggio 1948 fino al il 20 aprile 1951
Il primo Presidente della camera dei deputati eletto l'08/05/1948  fino al 28 aprile del 1955 fu Giovanni Gronchi.

​Le Regioni a statuto speciale in Italia sono cinque: Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige/Südtirol e Friuli-Venezia Giulia.
​Queste regioni sono state istituite in momenti diversi a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale per riconoscere e tutelare le loro specificità storiche, geografiche, culturali e linguistiche.
​Sicilia (1946) e Sardegna (1948): Per risolvere le spinte indipendentiste e garantire una maggiore autonomia alle due maggiori isole italiane, storicamente marginalizzate.
​Valle d'Aosta (1948): Per tutelare la minoranza linguistica francese e la sua identità storica e culturale.
​Trentino-Alto Adige/Südtirol (1948): Per dare autonomia alla minoranza di lingua tedesca, in seguito all'accordo internazionale De Gasperi-Gruber per la tutela della popolazione di lingua tedesca in provincia di Bolzano.
​Friuli-Venezia Giulia (1963): Per gestire le complessità legate alla sua posizione di confine, la presenza di minoranze linguistiche (slovene e friulane) e le questioni legate alla città di Trieste e al Territorio Libero di Trieste.


L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è considerata la più grande e influente organizzazione intergovernativa internazionale. Fondata nel 1945, conta 193 Stati membri, dopo la Seconda Guerra Mondiale è nata per promuovere la pace, la sicurezza internazionale e la cooperazione tra i Paesi, sostituendo la Società delle Nazioni, fallita nel prevenire il conflitto.

l'Italia è stata uno dei 12 paesi fondatori della NATO il 4 aprile 1949. a Washington D.C. da 12 paesi: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Attualmente è composta da 32 stati membri.La NATO è stata creata per garantire la sicurezza e la libertà dei Paesi membri, principalmente in risposta alla minaccia percepita dell'Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale. L'alleanza promuove la difesa collettiva, che significa che un attacco a un membro è considerato un attacco a tutti.La NATO è stata fondata nel 1949 per proteggere i paesi membri in Europa e Nord America dalla minaccia del blocco sovietico.

L'Italia è stata uno dei 10 membri fondatori del Consiglio d'Europa, aderendo il 5 maggio 1949. L'adesione fu motivata dalla volontà di reintegrare il paese nella comunità internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale e il periodo fascista, consolidando la sua democrazia e promuovendo i principi di diritti umani e stato di diritto.

A seguito ​del discorso di Schuman, noto come Dichiarazione Schuman,  fatto il 9 maggio 1950 ed è nata la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA)cui l'Italia è  stata una dei 6 paesi fondatori istituita con la firma del Trattato di Parigi il 18 aprile 1951 ed è entrata in vigore il 23 luglio 1952. In seguito sono state istituite la CEE (Comunità Economica Europea) e l'EURATOM (Comunità Europea dell'Energia Atomica) con i Trattati di Roma del 1957l'Unione Europea UE, creata con il Trattato di Maastricht che ha unito le tre comunità: CECA, CEE e Euratom è  stata istituita formalmente con l'entrata in vigore del Trattato di Maastricht il 1° novembre 1993L'Unione Europea è nata per garantire la pace e la stabilità in Europa dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. L'obiettivo principale era creare un'interdipendenza economica tra i Paesi, rendendo così i conflitti futuri impensabili.


Il codice civile italiano è stato redatto da una commissione di giuristi nominata nel 1940, sotto la direzione di Dino Grandi, Ministro di Grazia e Giustizia ed è stato promulgato con Regio Decreto il 16 marzo 1942 ed è entrato in vigore il 21 aprile 1942. 

​Il Codice di Procedura Civile è stato redatto da Giuseppe Chiovenda. attualmente in vigore in Italia è stato approvato con il Regio Decreto del 28 ottobre 1940, n. 1443, ed è entrato in vigore il 21 aprile 1942.

Il Codice Penale italiano, noto come Codice Rocco, fu promulgato con un regio decreto il 19 ottobre 1930 ed entrò in vigore il 1º luglio 1931. Deve il suo nome al Ministro della Giustizia dell'epoca, Alfredo Rocco, che ne curò l'elaborazione.

Il codice di procedura penale italiano attuale è stato redatto da una commissione ministeriale presieduta da Giuliano Vassalli. è stato approvato con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 447 il 22 settembre 1988 ed è entrato in vigore il 24 ottobre 1989.

La Costituzione italiana nel 2025 si compone di 139 articoli.

Per modificare la Costituzione italiana serve una legge di revisione costituzionale, La legge per la modifica della Costituzione è l'articolo 138 della Costituzione italiana. Prevede un processo aggravato con doppia approvazione di Senato e Camera, con due votazioni successive e a un intervallo di almeno tre mesi in alcuni casi, un referendum popolare. Se la seconda approvazione avviene a maggioranza assoluta, entro tre mesi dalla pubblicazione si può richiedere un referendum confermativo; non serve il referendum se la legge è approvata con la maggioranza dei due terzi.

Nel corso degli ultimi 60 anni, la Costituzione ha subito alcune modifiche, tra le quali spicca per importanza quella apportata con la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, al titolo V della parte seconda.


lunedì 1 settembre 2025

La teoria delle posizioni esistenziali

La teoria delle posizioni esistenziali di Berne, descrive quattro modi di base in cui le persone si relazionano con se stesse e con gli altri. 

​"Io sono OK - Tu sei OK": questa è la posizione più sana e costruttiva. Indica accettazione di sé e degli altri, promuovendo relazioni positive e collaborazione.

​"Io sono OK - Tu non sei OK": questa posizione è tipica di chi si sente superiore agli altri, portando ad atteggiamenti di superiorità e critica.

​"Io non sono OK - Tu sei OK": questa posizione riflette una bassa autostima e una tendenza a svalutarsi, idealizzando gli altri.

​"Io non sono OK - Tu non sei OK": questa è la posizione più negativa, caratterizzata da sfiducia, pessimismo e mancanza di speranza.


Il narcisista overt tende ad adottare la posizione "io sono ok, tu non sei ok". Si sente superiore e svaluta gli altri per mantenere alta la propria autostima.

La posizione esistenziale adottata dal narcisista covert è quella del "Io non sono OK, tu non sei OK".

I narcisisti maligni, secondo la teoria delle posizioni esistenziali di Eric Berne, adottano in modo estremo la posizione del "io sono ok, tu non sei ok" ("I'm OK, you're not OK"). Questa posizione si manifesta con:

  • Senso di superiorità: Il narcisista maligno si percepisce come speciale e superiore agli altri, spesso con un senso di grandiosità patologica. Questo gli conferisce il diritto di giudicare, svalutare e sfruttare gli altri.
  • Mancanza di empatia: L'altra persona viene vista come un oggetto, un mezzo per raggiungere i propri scopi. Il narcisista maligno non riconosce i bisogni e i sentimenti altrui, rendendosi incapace di provare rimorso o senso di colpa per le azioni compiute.
  • Aggressività e sadismo: A differenza del narcisista "overt" che si limita a svalutare per mantenere la propria autostima, il narcisista maligno prova un piacere sadico nel danneggiare e umiliare gli altri. Questo comportamento aggressivo e manipolatorio lo porta a controllare e a dominare chiunque si trovi sul suo cammino.
  • Paranoia: Il narcisista maligno ha una visione del mondo come un luogo ostile, dove gli altri sono una minaccia e possono cospirare contro di lui. Questo alimenta il suo bisogno di controllo e di vendetta, portandolo a comportamenti sempre più distruttivi.
Un borderline adotta la posizione esistenziale "Io non sono ok, tu non sei ok".

Secondo l'analisi transazionale di Eric Berne, un individuo con un disturbo antisociale della personalità adotta la posizione esistenziale "Io sono OK, tu non sei OK". Questo atteggiamento porta a considerare sé stessi superiori e gli altri come inferiori, manifestando aggressività e mancanza di rispetto per i diritti altrui.

In termini di Analisi Transazionale, il disturbo istrionico di personalità è associato a una posizione esistenziale del tipo "Io sono Ok, tu non sei Ok" ("Io+ Tu-"), caratterizzata da comportamenti aggressivi e dalla tendenza a svalutare gli altri. Questo può derivare da un profondo senso di inferiorità e da un bisogno di approvazione esterna.

domenica 31 agosto 2025

borderline e stile di attaccamento e forme educative

Lo stile di attaccamento più frequentemente associato al disturbo borderline di personalità (DBP) è l'attaccamento disorganizzato/disorientato.
​Questo stile di attaccamento si sviluppa spesso a seguito di esperienze traumatiche o di relazioni primarie con caregiver che sono state allo stesso tempo fonte di conforto e di paura. Il bambino si trova in una situazione irrisolvibile: ha bisogno di avvicinarsi al genitore per ricevere cure, ma al tempo stesso teme questa figura a causa di comportamenti imprevedibili, spaventanti o abusivi.
​A differenza degli stili di attaccamento sicuro, ansioso-ambivalente o evitante, l'attaccamento disorganizzato non ha una strategia coerente per gestire la separazione e il ricongiungimento. La persona che ha sviluppato questo stile può mostrare comportamenti contraddittori: cercare la vicinanza ma poi respingerla bruscamente, alternare momenti di dipendenza a momenti di evitamento estremo, oppure sembrare confusa e disorientata nelle relazioni.
​Nel contesto del disturbo borderline, questo si traduce in relazioni interpersonali caotiche e instabili, con una forte paura dell'abbandono unita a una tendenza a respingere gli altri. Questa dinamica rende molto difficili i rapporti e spiega molte delle manifestazioni tipiche del disturbo, come l'instabilità emotiva e le reazioni impulsive.
​È importante notare che l'attaccamento disorganizzato non è l'unica causa del disturbo borderline, ma è considerato un fattore di rischio significativo che contribuisce alla sua manifestazione e al suo mantenimento.Né l'incuria né la discuria da sole possono spiegare completamente l'eziologia del disturbo borderline di personalità (DBP), ma una combinazione di esperienze infantili disfunzionali è comunemente associata al suo sviluppo. La ricerca suggerisce che il DBP è il risultato dell'interazione tra una predisposizione biologica (ad esempio, una maggiore sensibilità emotiva) e un ambiente di crescita invalidante.
​Le esperienze infantili più strettamente correlate allo sviluppo del DBP includono:
​Invalidazione emotiva: I caregiver non riconoscono, minimizzano o puniscono le espressioni emotive del bambino. Questo può manifestarsi come una forma di incuria emotiva. Ad esempio, un bambino che piange dopo una caduta può sentirsi dire "Non è successo niente, smettila di fare la vittima", invece di ricevere conforto e validazione. Questo insegna al bambino che le sue emozioni sono sbagliate o inaccettabili, portando a una profonda difficoltà nel gestirle in età adulta.
​Discuria: Un modello di cura incoerente e imprevedibile. Un giorno il genitore può essere affettuoso e attento, il giorno dopo può essere emotivamente distante o ostile. Questa incertezza crea un senso di insicurezza cronica, dove il bambino non sa mai come reagirà il caregiver, alimentando la paura dell'abbandono e l'instabilità nelle relazioni future.
​Traumi e abusi: Un'elevata percentuale di persone con DBP ha subito traumi infantili, inclusi abusi fisici, sessuali o emotivi. Queste esperienze distruggono il senso di sicurezza e fiducia, contribuendo all'ipersensibilità emotiva e a una visione del mondo come minaccioso e imprevedibile.
​In sintesi, il DBP non nasce da un singolo tipo di "cattiva educazione", ma da un mix complesso di fattori. L'ambiente invalidante e imprevedibile agisce come un catalizzatore, esacerbando una vulnerabilità emotiva di base e portando all'instabilità affettiva e relazionale tipica del disturbo.​Un genitore con disturbo borderline di personalità può manifestare comportamenti di ipercuria. A causa della propria instabilità emotiva, della paura dell'abbandono e dell'incapacità di gestire le relazioni, un genitore con DBP potrebbe proiettare le proprie ansie sul figlio, diventando eccessivamente controllante e protettivo. Questo comportamento può derivare dal tentativo di mantenere una relazione stretta e "sicura" con il figlio, che viene visto come una fonte di stabilità emotiva.
​L'ipercuria può contribuire allo sviluppo di problemi psicologici nel bambino. Crescere in un ambiente iperprotettivo, dove l'autonomia è negata e i confini sono confusi, può portare il bambino a sviluppare un attaccamento insicuro e, in età adulta, a manifestare difficoltà relazionali o ansia.

incuria, discuria, ipercuria e le connessioni con i legami di attaccamento di Bowlby ed il narcisismo dal sano al patologico

I concetti utilizzati in psicologia e pedagogia per descrivere le varie forme educative di mancata o inadeguata risposta ai bisogni fisici e psicologici del bambino da parte dei genitori o dei caregiver sono: incuria, discuria e ipercuria:
  Incuria o neglect: grave negligenza o mancanza di cura,  l'incuria infantile si manifesta quando un bambino non riceve le cure di base necessarie per il suo benessere fisico, emotivo o psicologico ed educativo. L'incuria fisica si verifica quando un bambino non riceve cibo, vestiti, igiene o cure mediche adeguate. L'incuria emotiva o psicologica, invece, si manifesta con la mancanza di affetto, attenzione e supporto emotivo. L'incuria educativa, infine, si verifica quando un bambino non ha accesso all'istruzione, come quando i genitori non lo mandano a scuola o non si assicurano che frequenti regolarmente. Questo può avere un impatto negativo sullo sviluppo del bambino e sulle sue opportunità future. La mancata cura e protezione del bambino, può avere gravi conseguenze fisiche ed emotive a breve e lungo termine. Tali conseguenze possono includere problemi di salute, disturbi comportamentali, difficoltà a scuola, bassa autostima, ansia e depressione. In casi estremi, l'incuria può portare a un ritardo nello sviluppo o persino alla morte.
  Discuria: cure inadeguate, non corrispondenti ai reali bisogni evolutivi di un bambino. Quando i genitori idealizzano il bambino cioè  quando vogliono che diventi a propria immagine e somiglianza,  quando hanno delle aspettative che vorrebbero fosse come loro non rispettando la sua individualità, quando caricano di aspettative aspettandosi che si comportano da adulti, un esempio è  far perdere il sonno tipico di un bambino portandolo al pub facendo le 2 di notte solo per soddisfare il desiderio dei genitori, oppure imboccando latte e frullati ad un bambino di 10 anni, oppure quando caricano di aspettative il figlio superimpegnandolo e pretendendo che sia il piu bravo della classe.
  Ipercuria: l'eccessiva attenzione e cura, spesso patologica, può essere indicata come un'eccessiva protezione limitante che non permette lo sviluppo dell'autonomia nel bambino. Abuso Emotivo e Iperprotezione:
Un eccesso di cure che soffoca l'autonomia del bambino, o un pattern di comportamenti svalutanti e di rifiuto emotivo, può essere considerato una forma di abuso. 
Sindrome di Munchausen per Procura (MBP):
Una forma estrema di ipercura in cui un caregiver inventa o causa sintomi fisici o psicologici nel bambino, sottoponendolo a continue visite mediche ed esami dannosi, talvolta portando a conseguenze gravi o letali. 
Segnali e conseguenze per il bambino
Il bambino vittima di ipercura può manifestare: 
Sintomi Psicosomatici: Disturbi del sonno, problemi di linguaggio, ritardi nello sviluppo.
Problemi Emotivi e Comportamentali: Iperattività, instabilità, irritabilità, tratti depressivi, apatia, scarsa socializzazione e basso rendimento scolastico.
Senso di Inferiorità: Il bambino può sviluppare un senso di sfiducia in sé stesso e una percezione negativa del proprio corpo. L’ipercura genitoriale è limitante per il bambino che non ha la possibilità di crescere in maniera naturale, sia dal punto di vista fisico, ma sopratutto dal punto di vista psicologico e relazionale.
Il rischio maggiore dell’ipercura genitoriale è trasmettere al bambino che non è capace. Il bambino che non ha la libertà di vivere spontaneamente desideri e necessità rischia di diventare un piccolo tiranno o nella peggiore delle ipotesi un adulto incapace di affrontare ogni ostacolo che la vita riserva.
Non meno importante, questo metodo educativo basato sul controllo implica una dipendenza emotiva del bambino anche in età adulta.
L’ipercura genitoriale, come la trascuratezza, sono modelli che possono comportare un attaccamento insicuro e un disagio del bambino anche in età adulta.
 Bowlby  ha gettato le basi della teoria dell'attaccamento, che afferma che il legame emotivo tra un bambino e la sua figura di accudimento principale (caregiver) è fondamentale per lo sviluppo psicologico. Questo legame, che ha una funzione evolutiva di sopravvivenza, crea una base sicura che permette al bambino di esplorare il mondo. Mary Ainsworth, collaboratrice di John Bowlby, ha lavorato sulla qualità di questo legame che determina lo stile di attaccamento del bambino, ed ha identificato e descritto i pattern specifici ossia ha sviluppato la procedura della "Strange Situation" con cui ha classificato i 3 stili di attaccamento, tra cui 1. l'attaccamento sicuro e due tipi di attaccamento insicuro: 1. Insicuro - evitante-distanziante e 2. insicuro-ambivalente (o ansioso-resistente),  influenzando le sue relazioni future.  Dopodiché  Mary Main insieme a Solomon ne ha individuato un terzo tipo di insicuro: Disorganizzato-disorientato , (essi hanno anche  sviluppato l'Adult Attachment Interview (AAI) per valutare gli stili di attaccamento negli adulti), 
Vediamo i 4 stili di attaccamento infividuati da Mary Ainswhorth e Mary Main:
1.  Attaccamento sicuro
​I bambini con un attaccamento sicuro sono in grado di esplorare l'ambiente circostante sentendosi a proprio agio. Quando il genitore si allontana, possono mostrare segni di disagio, ma si tranquillizzano facilmente al suo ritorno. Sanno che la loro figura di attaccamento sarà disponibile e risponderà ai loro bisogni, il che li rende più fiduciosi e autonomi.
2. insicuro evitante- distanziante Caratterizzato da un forte bisogno di vicinanza e rassicurazione, spesso accompagnato dalla paura dell'abbandono. Questi bambini tendono a non mostrare molta angoscia quando il genitore si allontana e a ignorarlo al suo ritorno. Sembrano indifferenti, ma in realtà il loro comportamento è una strategia per gestire la frustrazione di un genitore che non risponde in modo coerente ai loro bisogni. Tendono a reprimere le proprie emozioni e a non chiedere aiuto. Le persone con questo stile tendono a minimizzare l'importanza delle relazioni e a enfatizzare la propria indipendenza. Hanno imparato che i loro bisogni emotivi non venivano accolti o venivano respinti dai caregiver, e quindi hanno sviluppato la strategia di non cercarli affatto. Evitano l'intimità emotiva e preferiscono affrontare i problemi da soli, nascondendo la vulnerabilità.
 3.   insicuro-ambivalente (o ansioso-resistente): Chi ha questo stile tende a reprimere i propri bisogni emotivi e a mantenere una distanza dagli altri.​I bambini con questo stile di attaccamento vivono in una condizione di forte incertezza. Sono molto angosciati quando il genitore si allontana e, al suo ritorno, mostrano un comportamento contraddittorio, cercando il contatto ma respingendolo allo stesso tempo. Questo comportamento è causato da un genitore che a volte è disponibile e a volte no, creando nel bambino una grande confusione emotiva.
A differenza dell'evitante, l'ansioso-ambivalente cerca disperatamente la vicinanza, ma allo stesso tempo può mostrare rabbia o resistenza quando l'altro si avvicina, perché teme che la vicinanza porterà comunque al rifiuto.
​In sintesi, la differenza principale sta nella strategia di gestione dell'ansia legata alla relazione:
​L'evitante-distanziante si distacca per evitare il dolore del rifiuto.
​L'ansioso resistente o insicuro ambivalente si attacca e cerca costantemente conferme, temendo l'abbandono.
 4. Disorganizzato-disorientato: Questo stile è il più complesso e si manifesta con comportamenti contraddittori e imprevedibili, spesso a causa di esperienze infantili traumatiche o di caregiver spaventosi, caratterizzato da comportamenti incoerenti e contraddittori, come l'avvicinarsi al genitore con la testa girata o immobilizzarsi.

 Il narcisista sano di solito ha avuto un attaccamento sicuro da bambino. Questo significa che i suoi bisogni emotivi sono stati soddisfatti in modo costante e prevedibile dai genitori, il che gli ha permesso di sviluppare una buona autostima e la capacità di fidarsi degli altri. Un narcisista sano non è un narcisista patologico. Il narcisismo sano è una forma di amor proprio, fiducia e autostima che si sviluppa in un ambiente familiare in cui il bambino riceve cure adeguate e risposte empatiche (non ha avuto forme di  incuria, ne discuria, né ipercuria), che portano a un attaccamento sicuro.
Invece:
Il narcisista patologico di tipo Overt, che si manifesta con grandiosità ed esibizionismo, è associato principalmente a uno stile di attaccamento evitante-distanziante:. Spesso causata dalle incuria o ipercuria ( compensazione del vuoto). Questo significa che i suoi bisogni emotivi non sono stati soddisfatti in modo adeguato dai genitori, portandolo a sviluppare una corazza di autosufficienza e distacco emotivo.
l'Overt spesso ha avuto genitori emotivamente freddi o rifiutanti ma che al tempo stesso lo sopravvalutavano in modo eccessivo, creando una profonda insicurezza mascherata da una falsa superiorità.
 Il narcisista patologico di tipo Covert (timido e introverso e insicuro) è spesso associato a uno stile di attaccamento disorganizzato disorientato a causa della discuria ( petit prince) che combina tratti di ansia e evitamento. Questo si manifesta con una profonda paura del rifiuto e dell'abbandono, unita a un'incapacità di stabilire relazioni intime e di fiducia, a causa di esperienze negative durante l' infanzia. I genitori, a causa delle loro esigenze emotive non soddisfatte, tendono a trattare il figlio come una continuazione di sé stessi, rendendolo un mezzo per raggiungere i propri obiettivi, come la realizzazione di sogni irrealizzati. Questo porta il bambino a credere di dover essere eccezionale per ricevere amore e attenzione, altrimenti non sarebbe degno. L'instabilità e il caos che ne derivano lo porteranno a sviluppare una personalità narcisistica vulnerabile, spesso associata a un senso di vergogna profonda, che a sua volta lo porterà a nascondere il suo sé, sviluppando il narcisismo covert caotiche o traumatiche.Il narcisista covert solitamente ha sperimenta troppa discuria, ricevendo troppi elogi non meritati, che hanno creato un'idealizzazione del sé fragile e instabile.
Il narcisista patologico maligno perverso  presenta un mix di stili di attaccamento insicuri, principalmente l'attaccamento evitante-distanziante, ma con forti tratti del disorganizzato. Questo perché teme l'intimità e la dipendenza, ma allo stesso tempo cerca il controllo e la conferma attraverso la svalutazione e la manipolazione degli altri, rendendo le sue relazioni caotiche e distruttive. Solitamente il narcisista perverso maligno ha stabilito un legame di tipo discuria petit prince con i genitori durante l'infanzia. La discuria indica cure distorte o inadeguate, che possono manifestarsi sia in un'eccessiva idealizzazione (ipercura) petit prince che in una trascuratezza emotiva (incuria compensazione del vuoto). Questo ambiente imprevedibile e incoerente, dove l'amore e l'attenzione sono condizionati e strumentalizzati, non ha permesso al bambino di sviluppare una sana autostima e una percezione realistica di sé e degli altri, portandolo a strutturare una personalità patologica.

John Bowlby, uno psicologo, medico e psicoanalista britannico. Sviluppo e teorizzo, nell' ambito della teoria dell'attaccamento, i modelli operativi interni (MOI) in generale​ essi sono rappresentazioni mentali che gli individui sviluppano delle loro relazioni, basate su esperienze passate con i caregiver primari. Questi modelli influenzano come le persone percepiscono e si comportano nelle relazioni future.
I modelli operativi interni (MOI) sono rappresentazioni mentali che gli individui sviluppano delle loro relazioni, basate su esperienze passate con i caregiver primari. Questi modelli influenzano come le persone percepiscono e si comportano nelle relazioni future.


I modelli operativi interni del narcisista patologico si costruiscono dall'infanzia, spesso in un contesto di attaccamento insicuro. Si sviluppano come meccanismi di difesa per far fronte a un ambiente stressante e a una disregolazione affettiva.


I modelli operativi interni di un narcisista covert sono complessi e spesso contraddittori. Da un lato, c'è un'immagine grandiosa di sé, un senso di superiorità nascosto e un bisogno costante di ammirazione. Dall'altro, c'è un'insicurezza profonda, una vulnerabilità alle critiche e una tendenza a sentirsi incompresi o non apprezzati. Questi modelli possono portare a comportamenti manipolativi, passivo-aggressivi e a una difficoltà nel mantenere relazioni sane. I modelli operativi interni di un narcisista covert sono complessi e spesso contraddittori. caratterizzati da profonda insicurezza, vulnerabilità, senso di inferiorità e timore del rifiuto. Per proteggere il proprio fragile ego, utilizza fantasie di grandiosità, manipolazione passivo-aggressiva e vittimismo per ottenere ammirazione e validazione dagli altri, evitando il confronto diretto. Da un lato, c'è un'immagine grandiosa di sé, un senso di superiorità nascosto e un bisogno costante di ammirazione. Dall'altro, c'è un'insicurezza profonda, una vulnerabilità alle critiche e una tendenza a sentirsi incompresi o non apprezzati. Questi modelli possono portare a comportamenti manipolativi, passivo-aggressivi e a una difficoltà nel mantenere relazioni sane.

I modelli operativi interni (MOI) di un narcisista overt (o manifesto) sono basati su una profonda e radicata convinzione di essere superiore agli altri. A differenza del narcisista covert, che nasconde la propria grandiosità, il narcisista overt la manifesta apertamente. Questi MOI plasmano le sue interazioni, il suo modo di pensare e le sue emozioni.

​Ecco i principali:

  • Il MOI della Grandiosità: Il narcisista overt si vede come una persona eccezionale, unica e speciale. Crede di avere talenti e capacità superiori alla media e di meritare un trattamento speciale. Questo modello lo porta a svalutare gli altri, a non riconoscere i loro bisogni e a cercare costantemente l'ammirazione e il riconoscimento esterni. Il mondo esterno è visto come un palcoscenico su cui esibirsi e ricevere applausi.
  • Il MOI del Diritto: Questo modello si basa sulla convinzione che tutto gli sia dovuto. Il narcisista overt si sente in diritto di ottenere ciò che vuole senza dover fare sforzi o rispettare le regole che valgono per gli altri. Se le cose non vanno come desidera, prova rabbia e frustrazione, convinto di aver subito un'ingiustizia.
  • Il MOI della Fragilità e Inviolabilità: Dietro l'apparente sicurezza, si nasconde un'estrema fragilità. Il narcisista overt teme il fallimento, il rifiuto e la critica, perché minano la sua immagine grandiosa. Per proteggersi, costruisce un muro di presunzione e arroganza. Qualsiasi critica viene percepita come un attacco personale e ingiustificato, portandolo a reagire in modo aggressivo o svalutando l'interlocutore.
  • Il MOI dell'Inempatia: Il narcisista overt ha una scarsa capacità di mettersi nei panni degli altri. Vede le persone come strumenti per soddisfare i propri bisogni o come pubblico da cui ricevere ammirazione. Questo modello operativo interno impedisce la formazione di relazioni profonde e significative, poiché la prospettiva dell'altro non viene mai presa in considerazione.
  • Il MOI dell'Invidia e Competizione: A causa della sua profonda insicurezza, il narcisista overt è costantemente in competizione con gli altri. Prova invidia per i successi altrui, che percepisce come una minaccia alla sua grandiosità. Per compensare, sminuisce i successi degli altri e si vanta dei propri, cercando di ristabilire la sua presunta superiorità.

​Questi modelli operativi interni si alimentano a vicenda, creando un ciclo che sostiene il comportamento narcisistico. Avere una comprensione di questi MOI può aiutarti a riconoscere e a gestire meglio le interazioni con un narcisista overt.

Il narcisista maligno, o perverso, ha modelli operativi interni MOI sono ancora più complessi e distruttivi. Oltre alla grandiosità e alla mancanza di empatia tipiche del narcisismo, si aggiungono elementi di sadismo, paranoia e un forte bisogno di controllo. Questi modelli lo portano a manipolare e sfruttare gli altri senza scrupoli, provando piacere nel causare dolore e sofferenza.

In psicologia, di Eric Berne psichiatra e psicoterapeuta ha sviluppato nwll'ambito dell'abalisi transnazionale, la teoria degli stati dell'Io, che include Genitore, Adulto e Bambino, per spiegare la personalità e le interazioni. Inoltre ha elaborato anche Il "copione o copione di vita", per gli  schemi di vita inconsci che influenzano i nostri comportamenti e le nostre relazioni familiarie sociali.

Il modello degli stati dell'io è una teoria della personalità che descrive tre modi fondamentali in cui pensiamo, sentiamo e ci comportiamo. Questi tre stati dell'io sono come tre "personaggi" dentro di noi, ognuno con il suo modo di vedere il mondo. questi tre stati dell'io influenzano le nostre interazioni in modi diversi. gli stati dell'io sono tre: il Genitore, l'Adulto e il Bambino. Il Genitore rappresenta i comportamenti appresi dalle figure genitoriali, l'Adulto è la parte razionale e logica, e il Bambino racchiude emozioni e comportamenti infantili. Ognuno di noi ha questi tre stati dell'io che influenzano il modo in cui interagiamo con gli altri. A volte agiamo dal nostro Genitore, ripetendo schemi appresi, altre volte dall'Adulto, in modo razionale, e altre ancora dal Bambino, esprimendo emozioni e desideri. Comprendere questi stati dell'io ci aiuta a comunicare meglio e a gestire i conflitti. Tutti e tre gli stati dell'io coesistono in noi e si manifestano in momenti diversi. A volte prevale il Genitore, altre l'Adulto e altre il Bambino, a seconda della situazione e delle nostre emozioni. 

Gli stati dell'io genitoriale sono tre: il Genitore Normativo, il Genitore Affettivo e il Genitore Critico. Il Genitore Normativo è la parte di noi che si occupa di regole e limiti, il Genitore Affettivo è quello che si prende cura e supporta, mentre il Genitore Critico giudica e valuta. Esistono tre tipi di adulto: l'Adulto centrato sui fatti, l'Adulto emotivo e l'Adulto critico. L'Adulto centrato sui fatti è logico e razionale, l'Adulto emotivo è empatico e intuitivo, mentre l'Adulto critico è analitico e valuta. Esistono tre tipi di bambino: il Bambino Libero, il Bambino Adattato e il Bambino Ribelle. Il Bambino Libero è spontaneo e creativo, il Bambino Adattato è obbediente e compiacente, mentre il Bambino Ribelle è oppositivo e provocatorio.

È importante ricordare che la teoria degli stati dell'Io non è stata sviluppata specificamente per il narcisismo.

 Tuttavia, possiamo analizzare come questi stati dell'Io (genitore, adulto,  bambino) potrebbero manifestarsi in un narcisista overt. Il Genitore critico potrebbe essere iperattivo, con un'influenza eccessiva sul comportamento. L'Adulto centrato sui fatti potrebbe essere meno sviluppato, con difficoltà nella gestione delle emozioni. Il Bambino adattato potrebbe essere dominante, portando a comportamenti infantili e capricciosi. 

In un narcisista covert, gli stati dell'Io possono essere un po' diversi. Il Genitore critico potrebbe essere internalizzato, portando a un'autocritica severa. L'Adulto centrato sui fatti tuttavia,  narcisista maligno uttavia, a differenza del narcisista "overt", questi fatti vengono utilizzati per supportare la sua visione di sé come vittima o persona incompresa. Può usare la logica e la razionalità per giustificare il suo comportamento passivo-aggressivo o per manipolare gli altri ed ha difficoltà nell'esprimere i bisogni. Il Bambino adattato potrebbe essere iper-sensibile, con reazioni emotive intense.


Nel narcisista maligno, gli stati dell'io si presentano in modo distorto. Lo stato del genitore è ipercritico e punitivo Genitore Normativo Negativo (o Genitore Critico), quello dell'adulto critico è manipolatore e privo di empatia, mentre lo stato del bambino ribelle è ferito e rabbioso. Questa combinazione porta a comportamenti distruttivi e abusivi. 

Il copione, si riferisce a un modello inconscio di comportamento e pensiero che una persona sviluppa durante l'infanzia, influenzato dalle esperienze familiari e sociali. Questo schema guida le scelte e le interazioni nella vita adulta, spesso in modo inconsapevole, come se si seguisse una "sceneggiatura" predefinita.

Il copione di vita del narcisista overt è caratterizzato da un costante bisogno di ammirazione e attenzione. Si sentono superiori agli altri e tendono a svalutare chi li circonda per mantenere alta la propria autostima. Questo copione si manifesta attraverso comportamenti esibizionistici, ricerca di lodi e difficoltà nel riconoscere i bisogni altrui. Il narcisista overt tende a manipolare gli altri per ottenere ammirazione, usando il "love bombing" all'inizio delle relazioni per idealizzare il partner e assicurarsi la sua fedeltà. In seguito, può svalutare e criticare il partner per mantenere il controllo. 

Il narcisista covert è una persona che ha un'alta opinione di sé, ma la nasconde. Si sente speciale e superiore agli altri, ma ha paura di essere criticato. Per questo motivo, cerca sempre l'approvazione degli altri e si sente ferito se non la riceve.​Il suo copione di vita è spesso caratterizzato da una serie di comportamenti che mirano a proteggere la sua fragilità interiore. Vuole essere ammirato e al centro dell'attenzione, ma teme il giudizio degli altri. Per questo motivo, può assumere un atteggiamento vittimistico, lamentandosi e sminuendo i propri successi. In questo modo, cerca di suscitare compassione e ammirazione, senza esporsi troppo.

Il narcisista maligno perverso segue un copione di vita che si basa sulla manipolazione e la distruzione degli altri per alimentare il proprio ego. Questo schema si articola in diverse fasi: idealizzazione (il narcisista seduce e mette la vittima su un piedistallo), svalutazione (iniziano le critiche, il disprezzo e le umiliazioni per minare l'autostima della vittima) e abbandono (il narcisista si disimpegna improvvisamente, spesso passando a una nuova vittima). L'obiettivo finale è quello di mantenere un controllo totale e godere del dolore inflitto, poiché non provano empatia o rimorso.

La teoria delle posizioni esistenziali di Berne, descrive quattro modi di base in cui le persone si relazionano con se stesse e con gli altri. 


​"Io sono OK - Tu sei OK": questa è la posizione più sana e costruttiva. Indica accettazione di sé e degli altri, promuovendo relazioni positive e collaborazione.


​"Io sono OK - Tu non sei OK": questa posizione è tipica di chi si sente superiore agli altri, portando ad atteggiamenti di superiorità e critica.


​"Io non sono OK - Tu sei OK": questa posizione riflette una bassa autostima e una tendenza a svalutarsi, idealizzando gli altri.


​"Io non sono OK - Tu non sei OK": questa è la posizione più negativa, caratterizzata da sfiducia, pessimismo e mancanza di speranza.

Il narcisista overt tende ad adottare la posizione "io sono ok, tu non sei ok". Si sente superiore e svaluta gli altri per mantenere alta la propria autostima.


La posizione esistenziale adottata dal narcisista covert è quella del "Io non sono OK, tu non sei OK".


I narcisisti maligni, secondo la teoria delle posizioni esistenziali di Eric Berne, adottano in modo estremo la posizione del "io sono ok, tu non sei ok" ("I'm OK, you're not OK"). Questa posizione si manifesta con:



​Senso di superiorità: Il narcisista maligno si percepisce come speciale e superiore agli altri, spesso con un senso di grandiosità patologica. Questo gli conferisce il diritto di giudicare, svalutare e sfruttare gli altri.

​Mancanza di empatia: L'altra persona viene vista come un oggetto, un mezzo per raggiungere i propri scopi. Il narcisista maligno non riconosce i bisogni e i sentimenti altrui, rendendosi incapace di provare rimorso o senso di colpa per le azioni compiute.

​Aggressività e sadismo: A differenza del narcisista "overt" che si limita a svalutare per mantenere la propria autostima, il narcisista maligno prova un piacere sadico nel danneggiare e umiliare gli altri. Questo comportamento aggressivo e manipolatorio lo porta a controllare e a dominare chiunque si trovi sul suo cammino.

​Paranoia: Il narcisista maligno ha una visione del mondo come un luogo ostile, dove gli altri sono una minaccia e possono cospirare contro di lui. Questo alimenta il suo bisogno di controllo e di vendetta, portandolo a comportamenti sempre più distruttivi.

Un borderline adotta la posizione esistenziale "Io non sono ok, tu non sei ok".


Secondo l'analisi transazionale di Eric Berne, un individuo con un disturbo antisociale della personalità adotta la posizione esistenziale "Io sono OK, tu non sei OK". Questo atteggiamento porta a considerare sé stessi superiori e gli altri come inferiori, manifestando aggressività e mancanza di rispetto per i diritti altrui.


In termini di Analisi Transazionale, il disturbo istrionico di personalità è associato a una posizione esistenziale del tipo "Io sono Ok, tu non sei Ok" ("Io+ Tu-"), caratterizzata da comportamenti aggressivi e dalla tendenza a svalutare gli altri. Questo può derivare da un profondo senso di inferiorità e da un bisogno di approvazione esterna.