genitorialità
Se una coppia ha
intenzione di concepire un bimbo un nuovo strumento che risulterà utile
è il test di fertilità, un termometro che indica i giorni di
fertilità "stik Persona" che permette di stabilire con un
buon grado di efficacia i giorni più utili per avere rapporti finalizzati alla
procreazione esso individua i giorni fertili per avere maggiori
probabilità di rimanere incinta in breve tempo. lo stick è formato
da una parte che visualizza il risultato e una parte con un tampone coperta da
un tappo. Sul tampone si versano alcune goccie di urina poi si tappa e lo stik
rileva nelle urine le variazioni dei livelli di due importanti ormoni di
fertilità. La linea destra l'ormone luteinizzante LH ( l’ormone
luteinizzante che fa scoppiare il follicolo e induce
l'ovulazione), maggiore è la concentrazione di LH più
evidente sarà la linea. La linea sinistra legge l'intensità di un
metabolita dell'estradiolo (E3G): più questo ormone è
concentrato nelle urine minore sarà la visibilità della linea sinistra; il test
deve essere usato tra l'11 e il 17 giorno se il ciclo è regolare tra il 13 e il
16 giorno, si conta a partire dal 1 giorno di mesturazione, tra il 13 e il 16
la donna dovrebbe risultare feconda di solito il 14 giorno è più feconda, verrà
visualizzato il risultato finale per 3 minuti.
Il test di
gravidanza digitale "Clearblue", con indicatore di concepimento, è capace di dire
anche quando è avvenuto
esattamente il concepimento sin da 4 giorni prima delle mancate mestruazioni, essi si basano su due ormoni: Il corpo
femminile produce l'ormone HCG sin dall'inizio della gravidanza. iI test di
gravidanza Clearblue è rigorosamente testato utilizzando campioni di urina
ottenuti nelle primissime fasi della gravidanza da donne per le quali il giorno
di picco dell'ormone luteinizzante (LH) è noto e per le quali è possibile
stimare in maniera affidabile la data di inizio delle mestruazioni. Utilizzando tali campioni è
possibile definire se la donna è incinta e da quando tempo. Si posiziona
la punta assorbente rivolta verso il basso esponendola al flusso di urina
per soli 5 secondi, dopoichè, bisogna riposizionare il cappuccio e appoggiare la punta assorbente rivolta verso il
basso per soli 20 secondi, verrà visualizzato il
risultato finale per 24 ore.
Come interpretare i risultati
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Risultati
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Tempo
dal concepimento
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Come
il tuo medico calcolerà la data di inizio della gravidanza (in base a un
ciclo di 28 giorni)
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Il risultato è Non incinta
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-
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Il risultato è incinta
e il concepimento è avvenuto circa 1-2 settimane
fa.
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3-4
settimane
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Il risultato è Incinta
e il concepimento è avvenuto circa 2-3 settimane
fa.
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4-5
settimane
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Il risultato è Incinta
e il concepimento è avvenuto più di 3 settimane
fa.
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5+
settimane
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Altri Test:
- Test di gravidanza sierologico o del sangue ha
lo scopo di individuare la presenza, nel sangue o nelle urine,
dell’ormone gonadotropina corionica o beta hcg ormone della
gravidanza tra l’8°-10° giorno di gestazione, esso si effettua in casi
di precedenti aborti o fecondazione assistita.
- test di gravidanza urinario ha lo scopo di individuare la presenza, nel sangue o nelle urine, dell’ormone gonadotropina corionica o beta hcg ormone della gravidanza tra il 5-7 giorno di gestazione.
- test di gravidanza urinario ha lo scopo di individuare la presenza, nel sangue o nelle urine, dell’ormone gonadotropina corionica o beta hcg ormone della gravidanza tra il 5-7 giorno di gestazione.
come si conta la gravidanza. La gravidanza è un periodo che va dal 1° giorno dell’ultima mestruazione alla nascita del bambino, cosi la calcola il ginecologo, definita età gestazionale dura 280 giorni , o meglio 40 settimane che per comodità si dividono in tre trimestri: 1° trimestre dalla 1° alla 14° settimana, 2 trimestre dalla 14° alla 28° settimana, 3 trimestre dalla 28° alla 40° settimana, (a volte può arrivare anche alla 42° settimana) risulta essere cosi che la 20° settimana è metà gravidanza, oppure si conta 9 mesi.
In realtà dura 266
giorni o 38 settimane quindi si calcola un mese ogni
4 settimane,cosi che dalla 1° alla 12° settimane il primo trimestre, dalla
12° alla 24° settimana il secondo trimestre, e il terzo trimestre dalla 24°
alla 36° settimana più i 14 g del mezzo mese oppure si conta 8 mesi e
mezzo, cosi le calcola l'ostetrica, con il regolo
ostetrico, definita età concezionale, perché si conta dal
concepimento ( vale a dire, il momento in cui la cellula uovo viene fecondata
da parte di uno spermatozoo), che dovrebbe avvenire a metà ciclo.
Dal 1° al 7° mese o dalla 1° settimana alla 28°
settimana di gestazione si chiama periodo
prenatale perché il feto è in
formazione, mentre dal 7° al 9° mese o dalla 29° settimana di gravidanza a + 28
giorni post parto si chiama periodo
perinatale perché il bambino
è già formato e cresce sono in statura.
Il Bambino si
considera prematuro quando
nasce prima della 37° settimana di gestazione, oggi, la
medicina, permette la sopravvivenza in buone condizioni anche, di bambini di
26/28 settimane gestazionali ovvero 6 mesi e mezzo 7 mesi, che possono avere un
peso compreso tra i 700 e gli 800
gr.
accettazione e percezione della donna nel periodo prenatale
Già nel 1961 la Bibring parlava dell’adattamento della
donna a due stadi della gravidanza: accettazione dell’embrione-feto come parte
di sé e
percezione dei
movimenti fetali, riconoscimento dell’esistenza di un bambino dentro di sé che
diventerà un essere autonomo.
Per S. Freud la vita comincia nel grembo
materno: “già nel ventre materno, il bambino avverte se è voluto o
meno e se è amato”. Fedor
Freybergh dice che, se saremo
in grado di garantire che ogni bambino è sia amato che desiderato fin
dall’inizio, che sia trattato con rispetto e che il rispetto per la vita sia al
grado più alto nella scala dei valori umani; dunque, se potremo ottimizzare gli
stadi della vita senza frustrazione dei bisogni di base, senza influenze aggressive
e psicologicamente nocive, il risultato potrebbe essere quello di una società
non violenta. “Il modo in cui trattiamo nostro figlio è lo stesso con cui
nostro figlio tratterà il mondo.
Più
recentemente, nel 1990, M.
Ammaniti ed i suoi
collaboratori hanno elaboratol’IRMAG: un
questionario che consente di studiare le rappresentazioni materne nel periodo
gestazionale.
I vissuti
della donna rispetto alla gravidanza e alla maternità, differiscono a seconda
delle fasi e ad esse sono associati pensieri, paure e dubbi di diversa natura.
Le
preoccupazioni della donna:
prima del
concepimento spesso
riguardano: la capacità di rimanere incinta, la fantasia soggiacente è di avere
qualche difetto nell’apparato riproduttivo.
In tal periodo
si effettuano queste analisi:
La villocentesi si
esegue tra le 10 e le 12 settimane di gravidanza. L’ esame viene
eseguito in regime ambulatoriale (non è richiesto il ricovero) e non è
particolarmente doloroso, comportando solo il dolore legato alla puntura con l’
ago. Viene dapprima eseguita un’ ecografia per valutare la vitalità
fetale, la corretta epoca di gravidanza e la sede di inserzione della placenta. Successivamente
con un ago sottile si punge la parete addominale e quindi la parete uterina
(sempre seguendo con l’ ecografia il decorso dell’ ago), giungendo fino nel
contesto del tessuto placentare, da cui si aspirano alcuni frustoli di tessuto
che vengono quindi inviati al laboratorio di citogenetica per essere esaminati.
L’ esito dell’ esame è disponibile in 8-10 giorni. Esso serve ad accertare la
normalità cromosomica fetale o, al contrario, identificare una eventuale
patologia cromosomica. Oltre a questo (che è l’ indicazione più comune), la
villocentesi può essere utilizzata per lo studio del DNA nella diagnosi di malattie
ereditarie legate ad un difetto di un gene: queste analisi vengono effettuate
solo nel caso in cui esista un rischio specifico per una determinata malattia
genetica.
La prima
ecografia si esegue all' 11° settimana ( e comunque entro la 13°) essapermette di
capire: 1) se la gravidanza è iniziata davvero bene ed escludere l’eventualità
extrauterina; 2) lo stato di salute dell’embrione; 3) la presenza di più
embrioni; 4) la data presunta del parto.
L’ amniocentesi si
esegue tra le 15 e le 18 settimane: l'
esame viene eseguito in regime ambulatoriale (non è richiesto il ricovero) e
non è particolarmente doloroso, comportando solo il dolore legato alla puntura
con l’ ago. Viene dapprima eseguita un’ ecografia per valutare la vitalità
fetale, la corretta epoca di gravidanza e la sede di inserzione della placenta.
Successivamente, sotto guida ecografica, si punge l’ utero e si aspirano circa
15-17 ml. di liquido amniotico, che si invia in laboratorio per essere
esaminato. Il risultato dell’ esame è disponibile dopo circa due settimane.
L’amniocentesi
consiste in un prelievo di circa 16-20 cc di liquido amniotico dall’ utero: le
cellule di origine fetale presenti nel liquido, una volta poste in coltura,
vengono esaminate dal punto di vista del loro corredo cromosomico. Serve a
valutare il cariotipo, cioè l’ assetto cromosomico fetale. Si può così
accertare la normalità o al contrario la presenza di anomalie cromosomiche
fetali presenza nel feto di handicap.
Inoltre si
effettua il dosaggio dell’alfa-fetoproteina, la quale può risultare alterata in
presenza di alcune malformazioni fetali quali, ad es., i difetti aperti del
tubo neurale. In caso di aumentati livelli di alfa-fetoproteina è necessario un
accurato esame ecografico per l' identificazione di tali malformazioni.
Durante la
gravidanza, nei
primi 3/4 mesi: il timore di aver concepito un bambino
portatore di una malformazione fisica, difatti, la vita onirica è spesso ricca
di immagini mostruose, di personaggi o insetti che invadono oppure di perdere
il bambino.
L’ esame che
viene effettuato ora è la morfologica a 21 settimane di gestazione ovvero 5
mesi e 1 settimana essa permette di conoscere il sesso del nascituro.
Durante la gravidanza, tra il 6/9 mese: durante tale periodo la presenza del feto diventa “ingombrante”, i pensieri consci riguardano la paura del parto e la minaccia dell’incolumità fisica e soprattutto nel avere rapporti con il proprio partner, perché i genitori temono di far del male al piccolo, su questo argomento, è consigliabile consigliarsi con il ginecologo perchè ogni gravidanza è diversa.
Durante la gravidanza, tra il 6/9 mese: durante tale periodo la presenza del feto diventa “ingombrante”, i pensieri consci riguardano la paura del parto e la minaccia dell’incolumità fisica e soprattutto nel avere rapporti con il proprio partner, perché i genitori temono di far del male al piccolo, su questo argomento, è consigliabile consigliarsi con il ginecologo perchè ogni gravidanza è diversa.
la
visita che farete verso il 6/7 mese con il vostro ginecologo serve anche per
concordare una cosa importante che si fa al momento della nascita del bambino
(anche se è a pagamento quindi non tutti possono farla) è la
conservazione della placenta, del cordone ombelicale e del sangue
cordonale, difatti, questi contengono le cellule staminali per
combattere diverse malattie del bambino tra le quali il tumore anche a molti
anni di distanza dalla nascita; La conservazione è autologa, ovvero,
compatibile solo con la persona in questione quindi può servire solo alla
persona in questione e non può essere donata. Inoltre alla 30ª
settimana il bambino fa la capriola e si mette in posizione cefalica, se il bambino non è ancora
girato non bisogna disperare. Esistono probabilità che il neonato si giri più
avanti senza necessariamente arrivare a un parto podalico. Per favorire la
capriola, esistono vari metodi per indurre il neonato a cerca la
posizione cefalica: il metodo più usato è la manovra effettuata da ginecologi
esperti.
Si consiglia il corso pre-parto tra il 6/7 mese di gestazione tenuto dalle ostetriche: il corso prevede due momenti: 1. momento teorico dove le ostetriche danno lezioni su come educare il bambino durante la gravidanza e i primi mesi del parto e tentano di rispondere a tutte le domande delle future mamme e dei futuri papà; 2. momento pratico dove cercano di tranquillizzare la futura mamma durante il travaglio e il parto insegnando loro la respirazione da tenere.
Altro importante appuntamento tra il 6/8 mese è con
l'anestesista che si effettua
una sola volta: egli vi farà fare degli esami per capire primo il gruppo sanguingno e l'RH e per capire il dosaggio di anestesia
che verrà effettuato nel caso di parto naturale l'epidurale e nel caso di parto
cesareo o podalico la spinale. Anche se non sarà lo stesso anestesista che
troverete in sala parto non importa in quanto questi dati verranno trasferiti
nella vostra cartella clinica.
Il congedo
maternità Decreto
Legislativo n. 151 del 26.3.2001 (e
Congedo paternità art. 28 ) sono previste due possibilità: 1.
inizia nella 32° settimana di gestazione e finisce nella 52° settimana di puerperio ovvero 2 mesi prima e 3
dopo art 16 ; 2. inizia la 36° settimana di
gestazione e finisce nella 56° settimana di puerperio ovvero 1 mese prima e 4
dopo art. 20 al comma 1; Congedo parentale art. 32 prescrive che “Per ogni bambino, nei
primi suoi otto anni di vita, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal
lavoro 6 mesi a ciascun genitore.
la relazione simbiotica nel periodo prenatale e perinatale
Gli psicanalisti definiscono simbiotica la relazione madre–bambino
in gravidanza, in quanto
vivono in un continuo interscambio, uno stato di dualità, essi sono con-fusi
cioè fusi l’uno nell’altro. Ella porta con sé il proprio bambino e si delinea
come periodo molto particolare sia da un punto di vista biologico,
psicoanalitico, psicologico e pedagogico. Tra le teorie di Bowlby, troviamo il bonding
prenatale: esso è il processo
di formazione del legame tra i genitori e il loro bambino. Esso inizia a
formarsi già prima della nascita, quando la mamma percepisce il bambino nel
ventre, e viceversa, il bambino percepisce la sua mamma e il suo papà, sente le
loro voci e il contatto delle loro mani sulla pancia.
scambi ormonali
Un cambiamento della personalità avviene anche nel papà, che influenza i neurotrasmettitori e inibisce l’attività di secrezione delle gonadotropine. Aumentano, poi, i livelli di endorfine che esprimono il piacere dell’appagamento. L'ossitocina aumenta e il testosterone diminuisce, rendendo il futuro padre più sensibile, più amorevole, aumenta la prolattina che induce istinti di nidificazione, comportamenti materni legati all'accudimento. L'uomo sente meno la libido difatti, in gravidanza spesso si riduce l’attività sessuale e si concentra maggiormente sull'affettività nella coppia (proprio ciò di cui ha bisogno la sua compagna). L'estradiolo aumenta provocando una forma di regressione intrauterina ricreando lo stesso clima ormonale che ha vissuto nel grembo materno e favorendo la sua comunicazione col bimbo prenatale. Un cocktail ormonale che fa sì, in pratica, che quest'uomo diventi padre conducendolo alla creazione del nido e alla protezione della sua discendenza; mettendolo in condizione di utilizzare veramente l'ascolto attivo del proprio bambino proprio perché si sono create in lui condizioni molto vicine alla sua stessa vita prenatale. Comunque, il “gioco” degli ormoni predispone mamme e papà all’accoglienza, a creare un ambiente sereno. Il più adatto possibile al nascituro».
Gli studi sul Bonding ci permettono di sapere che: gli scambi ormonali fra bambino e madre sono molto intensi e che il bambino contribuirà alla propria nascita sviluppando sostanze che produrranno la dilatazione dell’utero materno. Lo studio ecografico del feto in utero, ci permette di sapere che già a 14 settimane o 3 mesi e mezzo, il bambino, si muove nel ventre materno mostrando un repertorio, simile, a quello che userà dopo la nascita. La psicoanalisi, ha posto l’accento, su come nel periodo della gravidanza, emergono molti dei vissuti inconsci, relativi all’infanzia della madre stessa e “decantano”, problemi, rimasti per lungo tempo sotto la cenere. La gravidanza, infatti produce nel corpo ed evoca in fantasia la storia individuale di fusione e separazione, (M. Mahler), base precoce della prima acquisizione dell’identità personale. Essa si configura quindi, come una possibilità propria della donna di rifare con la gestazione, nel corpo e con il corpo, la fusione originaria da cui la sua stessa vita ha preso le mosse di ripetere cioè la propria relazione primaria con la madre (Ferraro, Nunziante-Cesaro 1985). Se la gestazione è un periodo determinante per la madre, lo è anche per il piccolo, i nove mesi di vita intrauterina, sono un importante premessa a quella che inizierà dopo la nascita. Il bambino in utero fa le sue proposte e la donna deve cercare di codificarle. Molte forme elementari d’apprendimento sono già evidenti durante questo periodo. Prima della nascita il bambino sente la voce e il battito cardiaco della madre, la voce del padre, la musica proveniente dall’esterno, percepisce la luce. Egli reagisce ad ogni input proveniente dal mondo esterno, un bimbo se si ascolta della musica di suo gradimento, si tranquillizza; se percepisce una luce troppo forte, porta le mani agli occhi e cambia posizione, se la mamma ingerisce sostanze dolci, il bambino deglutisce una quantità maggiore di liquido amniotico perché più gradevole, viceversa se ingerisce sostanze amare. Il rapporto sessuale della coppia, durante la gravidanza, viene percepito dai futuri genitori come pericoloso, nulla di più sbagliato, in quanto una vita sessuale gratificante, si ripercuote positivamente sul rapporto di coppia e aiuta la donna a vivere serenamente la gravidanza. Quanto al bambino, non corre alcun rischio protetto com'è dal sacco pieno di liquido amniotico.
Un cambiamento della personalità avviene anche nel papà, che influenza i neurotrasmettitori e inibisce l’attività di secrezione delle gonadotropine. Aumentano, poi, i livelli di endorfine che esprimono il piacere dell’appagamento. L'ossitocina aumenta e il testosterone diminuisce, rendendo il futuro padre più sensibile, più amorevole, aumenta la prolattina che induce istinti di nidificazione, comportamenti materni legati all'accudimento. L'uomo sente meno la libido difatti, in gravidanza spesso si riduce l’attività sessuale e si concentra maggiormente sull'affettività nella coppia (proprio ciò di cui ha bisogno la sua compagna). L'estradiolo aumenta provocando una forma di regressione intrauterina ricreando lo stesso clima ormonale che ha vissuto nel grembo materno e favorendo la sua comunicazione col bimbo prenatale. Un cocktail ormonale che fa sì, in pratica, che quest'uomo diventi padre conducendolo alla creazione del nido e alla protezione della sua discendenza; mettendolo in condizione di utilizzare veramente l'ascolto attivo del proprio bambino proprio perché si sono create in lui condizioni molto vicine alla sua stessa vita prenatale. Comunque, il “gioco” degli ormoni predispone mamme e papà all’accoglienza, a creare un ambiente sereno. Il più adatto possibile al nascituro».
Gli studi sul Bonding ci permettono di sapere che: gli scambi ormonali fra bambino e madre sono molto intensi e che il bambino contribuirà alla propria nascita sviluppando sostanze che produrranno la dilatazione dell’utero materno. Lo studio ecografico del feto in utero, ci permette di sapere che già a 14 settimane o 3 mesi e mezzo, il bambino, si muove nel ventre materno mostrando un repertorio, simile, a quello che userà dopo la nascita. La psicoanalisi, ha posto l’accento, su come nel periodo della gravidanza, emergono molti dei vissuti inconsci, relativi all’infanzia della madre stessa e “decantano”, problemi, rimasti per lungo tempo sotto la cenere. La gravidanza, infatti produce nel corpo ed evoca in fantasia la storia individuale di fusione e separazione, (M. Mahler), base precoce della prima acquisizione dell’identità personale. Essa si configura quindi, come una possibilità propria della donna di rifare con la gestazione, nel corpo e con il corpo, la fusione originaria da cui la sua stessa vita ha preso le mosse di ripetere cioè la propria relazione primaria con la madre (Ferraro, Nunziante-Cesaro 1985). Se la gestazione è un periodo determinante per la madre, lo è anche per il piccolo, i nove mesi di vita intrauterina, sono un importante premessa a quella che inizierà dopo la nascita. Il bambino in utero fa le sue proposte e la donna deve cercare di codificarle. Molte forme elementari d’apprendimento sono già evidenti durante questo periodo. Prima della nascita il bambino sente la voce e il battito cardiaco della madre, la voce del padre, la musica proveniente dall’esterno, percepisce la luce. Egli reagisce ad ogni input proveniente dal mondo esterno, un bimbo se si ascolta della musica di suo gradimento, si tranquillizza; se percepisce una luce troppo forte, porta le mani agli occhi e cambia posizione, se la mamma ingerisce sostanze dolci, il bambino deglutisce una quantità maggiore di liquido amniotico perché più gradevole, viceversa se ingerisce sostanze amare. Il rapporto sessuale della coppia, durante la gravidanza, viene percepito dai futuri genitori come pericoloso, nulla di più sbagliato, in quanto una vita sessuale gratificante, si ripercuote positivamente sul rapporto di coppia e aiuta la donna a vivere serenamente la gravidanza. Quanto al bambino, non corre alcun rischio protetto com'è dal sacco pieno di liquido amniotico.
IL TRAVAGLIO
Il travaglio: dopo aver rotto le acque, la donna ha le
doglie (contrazioni), quindi è trasferita in
ospedale reparto di ostetricia prima in sala travaglio, dove si ha la dilatazione della vagina
che avverrà in due tempi una prima tra i 4-5- cm nelle prime ore a distanza di
mezz'ora poi 20 min poi 15 poi 10 min, la seconda parte più veloce 5 min fin a
20 sec. con una dilatazione dai 6 ai 10 cm quindi trasferita in sala
parto.
In sala travaglio, il corpo passa da contrazioni non dolorose alle prime contrazioni valide. E’ importante che, prima e durante il travaglio, la donna abbia costruito un rapporto di fiducia con il personale ospedaliero e fondamentale, anche che il padre, rassicuri la madre, perché il travaglio, non né risenta negativamente: difatti, è importante che la madre riceva messaggi positivi, che senta di trovarsi nel posto adatto per mettere alla luce il proprio bambino, che si sente ascoltata, protetta e rassicurata, e che se ha paura del dolore venga informata dei metodi naturali ( riflessologia, fiori di bach, ecc.) effetto placebo, spesso basta sapere di avere una scappatoia, o una possibilità di scelta, perchè la percezione del dolore scemi naturalmente. La madre deve sapere che, in caso di dolore forte, può ricorrere ad una terapia farmacologica difatti, può anche in caso di parto naturale scegliere analgesia l'epidurale o peridurale (forma di anestesia) in posizione seduta o supina con schiena incurvata l'anestesista inserisce un piccolo cateterino che si mette con un ago a con punta arrotondata che poi si si disinserisce, nella zona epidurale ovvero tra la 3° e la 4° vertebra compresa tra legamento giallo e dura madre, tale cateterino permette all'anestesista di aumentare le dosi dal cateterino, in caso di dolore. In caso di parto cesareo la madre può fare l'anestesia spinale un ago lungo tra la 1° e la 2° vertebra oppure tra la 3° e la 4° vertebra del midollo spinale sempre o seduta o supina con schiena incurvata, essa viene inserita più in profondità ma l'anestesia e più leggera. Oggi si tende a fare entrambe le anestesie spinale ed epidurale contemporaneamente nell'area chiamata zona intratecale, tra la 1° e la 4° vertebra del midollo spinale zona bassa della schiena, per l'eliminazione completa del dolore.
In sala travaglio, il corpo passa da contrazioni non dolorose alle prime contrazioni valide. E’ importante che, prima e durante il travaglio, la donna abbia costruito un rapporto di fiducia con il personale ospedaliero e fondamentale, anche che il padre, rassicuri la madre, perché il travaglio, non né risenta negativamente: difatti, è importante che la madre riceva messaggi positivi, che senta di trovarsi nel posto adatto per mettere alla luce il proprio bambino, che si sente ascoltata, protetta e rassicurata, e che se ha paura del dolore venga informata dei metodi naturali ( riflessologia, fiori di bach, ecc.) effetto placebo, spesso basta sapere di avere una scappatoia, o una possibilità di scelta, perchè la percezione del dolore scemi naturalmente. La madre deve sapere che, in caso di dolore forte, può ricorrere ad una terapia farmacologica difatti, può anche in caso di parto naturale scegliere analgesia l'epidurale o peridurale (forma di anestesia) in posizione seduta o supina con schiena incurvata l'anestesista inserisce un piccolo cateterino che si mette con un ago a con punta arrotondata che poi si si disinserisce, nella zona epidurale ovvero tra la 3° e la 4° vertebra compresa tra legamento giallo e dura madre, tale cateterino permette all'anestesista di aumentare le dosi dal cateterino, in caso di dolore. In caso di parto cesareo la madre può fare l'anestesia spinale un ago lungo tra la 1° e la 2° vertebra oppure tra la 3° e la 4° vertebra del midollo spinale sempre o seduta o supina con schiena incurvata, essa viene inserita più in profondità ma l'anestesia e più leggera. Oggi si tende a fare entrambe le anestesie spinale ed epidurale contemporaneamente nell'area chiamata zona intratecale, tra la 1° e la 4° vertebra del midollo spinale zona bassa della schiena, per l'eliminazione completa del dolore.
Se lo desidera,
può chiedere che il proprio partner o un altro congiunto (madre, zia, sorella,
amica) assista al parto. Molte pazienti, oggi, richiedono, la presenza in sala
parto, del proprio compagno, l’esser-ci, infonde nella donna fiducia e
tranquillità.
Il b. per Hartmann nel suo habitat naturale dell’Io ha 3 capacità di adattamento all’ambiente: 1. autoplastica (cambiamento dell’individuo); 2. alloplastica (cambiamento dell’ambiente); 3. ricerca di un ambiente più favorevole.
Il b. per Hartmann nel suo habitat naturale dell’Io ha 3 capacità di adattamento all’ambiente: 1. autoplastica (cambiamento dell’individuo); 2. alloplastica (cambiamento dell’ambiente); 3. ricerca di un ambiente più favorevole.
IL PARTO In sala parto la donna partorisce il
proprio bambino ed ha l'espulsione della placenta o secondamento che
effettueranno le ostetriche, inoltre, in casi di parto naturale, per favorire la fuoriuscita del bimbo le ostetriche, effettueranno l'episiotomia consiste
nell' incisione chirurgica del perineo lateralmente alla vagina, per allargare il canale del parto (la vagina), e che viene attuata
a volte per la sua presunta capacità di ridurre le lacerazioni e la possibile incontinenza fecale e urinaria dovute al parto.
L'incisione può essere effettuata lungo la linea mediana, ovvero dalla
estremità inferiore della vulva verso
l'ano, oppure con un certo angolo rispetto ad essa. Viene praticata sotto anestesia locale e suturata ben stretta dopo il
parto. Anche essendo un intervento di
routine nella pratica
ostetrica presenta diverse problematiche. Infatti l'intervento può riservare
sgradevoli effetti collaterali sia immediatamente dopo il parto (disagi
posturali), che a lungo termine per effetto della cicatrizzazione del taglio
(dolori durante il rapporto sessuale). Per questo oggi viene sempre meno
praticata, mentre
il ginecologo metterà i punti. La sala
parto assomiglia ad una sala operatoria: è noto che il lettino da parto,
su cui la donna viene distesa con le gambe sollevate e divaricate, è quanto di
più irrazionale e disfunzionale ci sia per la partoriente, mentre permette alle ostetriche e al ginecologo di lavorare comodamente.
Sono due le violenze
fatte alle donne: 1. la non
libertà di scegliere come
partorire (posizione della partoriente); 2. la separazione della partoriente
dal suo bambino.
Per quanto concerne la prima "violenza", esso comporta tre soluzioni:
il parto
naturale,
che permette di assumere la posizione a lei più comoda con la possibilità di
vedere il bimbo nascere, dallo specchio posto di fronte a lei, e toccargli la
manina appena nato, il contatto fisico e visivo è importante;
il parto
in acqua,
in una vasca apposita, aiutata dalle ostetriche dove il bambino esce da un
ambiente liquido in un altro ambiente liquido che non crea traumi;
il parto
alla leboyer,
in una sala con luci soffuse e musica della natura (il vento, la pioggia, etc).
Purtroppo in alcune maternità adottano vecchi metodi praticando ancora solo due tipi di parti: 1. naturale; 2. cesareo/podalico.
Purtroppo in alcune maternità adottano vecchi metodi praticando ancora solo due tipi di parti: 1. naturale; 2. cesareo/podalico.
Parto naturale: (sul lettino
con gambe sollevate e divaricate, senza specchio) se il bambino “è in
posizione”, in altre parole testa in giù e podice (parte finale. piedini,
culetto o spalla) in su, si effettua il parto dalla vagina.
Parto
cesareo o podalico: se, il
bambino è in posizione “podalica” cioè con il podice, ovvero i
piedini, il culetto o la spalla, in giù e la testa in alto, con taglio
orizzontale sull’addome. In tal caso, dall’anestesista viene effettuata
la peridurale e/o la spinale, permettendo, così, alla madre di
rimanere sveglia e veder nascere il proprio bambino.
Per quanto
riguarda la seconda
“violenza”, occorre fare una
premessa: Il bambino, alla nascita, dovrebbe essere portato al seno alla madre, e
aspettare che il cordone ombelicale smetta di pulsare prima di tagliarlo, è
importante che, fin dai primi minuti di vita, madre e figlio rimangano insieme
il più possibile, facendo in
modo che si instauri il cosiddetto
contatto “pelle-a-pelle”: il corpo della madre aiuta il bambino
a mantenere una temperatura adeguata. Purtroppo
ciò non accade, sempre, perché il “cucciolo” viene fatto vedere alla madre per
un istante dall’ostetrica, viene poi lavato e poi portato ai genitori solo per
alcuni minuti per poi portarlo al nido, mentre la mamma è in reparto di
ostetricia. Appena nato il bimbo, piange (primo vagito), ( i ginecologi non
danno più lo schiaffo sul culetto del b. perché è considerato un trauma per il
b.) esso è dovuto al fatto che egli o ella respira non più in un ambiente
liquido ma gassoso e per la prima volta con i suoi polmoni.
Inoltre la puerpera ha una remissione della
neo-corteccia e un lasciar
emergere le funzioni sottocorticali del cervello limbico e rettilico ciò vuol dire che prendono ilsopravvento
le emozioni e l’istinto che
permettono alla mamma di sintonizzarsi sul bambino.
La mamma può essere primipara o nullipara quando è al primo parto,
pluripara quando ha già fatto altri parti, in tal caso i parti successivi sono più semplici perchè come si suol dire "la via è fatta".
Alla nascita il bambino in situazioni normali pesa tra i 3,2 ai 3,4 kg, e la lunghezza media di un neonato è pari a 50,5 centimetri, se maschio, ed a 49,5 centimetri se femmina.
La mamma può essere primipara o nullipara quando è al primo parto,
pluripara quando ha già fatto altri parti, in tal caso i parti successivi sono più semplici perchè come si suol dire "la via è fatta".
Alla nascita il bambino in situazioni normali pesa tra i 3,2 ai 3,4 kg, e la lunghezza media di un neonato è pari a 50,5 centimetri, se maschio, ed a 49,5 centimetri se femmina.
nascita prematura e baby blues
Il Bambino si
considera prematuro quando nasce prima della 37°
settimana di gestazione, oggi, la medicina, permette la sopravvivenza
in buone condizioni anche, di bambini di 26/28 settimane gestazionali ovvero 6
mesi e mezzo 7 mesi, che possono avere un peso compreso tra i 700 e gli 800
gr. Harlow e Timbergen nelle teorie dell’attaccamento ipotizzano
l’esistenza di un periodo critico, "baby blues" come lo
chiamò Winnicott esso si manifesta ( non sempre) entro pochi giorni dalla
nascita con una remissione dopo due settimane dal parto.
Esso
coincide con il periodo sensibile ovvero una registrazione visiva tra madre e
bambino che dovrebbe avvenire entro le prime due ore per sentire il legame
d'attaccamento tra madre e bambino.
Nei casi di
parto cesareo o parto prematuro, i tempi di avvicinamento della madre –
bambino sono più lunghi in tal caso il “periodo sensibile" si protrae fino a
36 ore o di più, e più si
allungano i tempi più si è a rischio di patologie post partum, come: il baby blues dalla 1 settimana dopo il parto e si
protrae per 10/15 giorni; la psicosi puerperale insorgenza tra i primi giorni e le
prime tre settimane dopo il parto; la
nevrosi traumatica del post partum chiamato anche disturbo post traumatico da
stress post partum dai primi
giorni ad un anno; la
depressione post partum 4/6 settimane oppure 6/8 mesi
dopo il parto
La sicurezza, la fiducia, la
soddisfazione e la felicità che riesce a crearsi nelle prime ore dopo la
nascita, quando i genitori fanno
conoscenza col loro bambino
reale, dimenticando quello immaginato e forse anche temuto, diventano la base per il rapporto tra i
genitori e il bambino, per gli anni a venire, quella manciata di ore contiene un
grande valore e gli errori che possiamo fare in quelle ore potrebbero
richiedere anni per essere corretti.
Quando tale periodo viene
rimandato lasciando i
neo-genitori emotivamente sospesi, rischiando di produrre in loro insicurezze e
paure inconsce, è utile il massaggio infantile, e se esso
viene intensificato, garantisce un buon sviluppo per il futuro.
Se la madre è
incapace di avvicinarsi al piccolo perché non si può muovere o perché si
rifiuta vivendolo come un baby
blues, quindi la vive, anche, come un lutto, le
si chiede di aspirare regolarmente il latte dalla mammella facendole capire che
il piccolo ha fame, facendole vedere delle foto del piccolo per farle capire
che lui è suo figlio, parlandole e facendole capire con dolcezza che il piccolo/a
ha bisogno di lei. Questo allattamento a distanza diviene come un secondo cordone ombelicale che ricostruisce il legame
precedentemente interrotto.
Il bonding, permette anche
alla neo-mamma, di sentire un senso
di competenza e adeguatezza ad
es. di sentire le mammelle turgide un attimo prima che il bimbo le reclami, che
con il passare del tempo si trasforma in un legame di attaccamento in cui i ritmi interni ed esterni della madre e del
piccolo, devono trovare una sincronia ottimale. In queste situazioni gioca un ruolo fondamentale la figura del
padre, il suo compito, sta
nel rassicurare la neo-mamma e contenere le sue paure, fungere da ponte fra lei
e il piccolo, espletare le funzioni che sarebbero state proprie della
madre.
Parto Post termine:
Il parto indotto è una tecnica ostetrica di immenso valore perchè consente di far nascere il bambino senza indugi quando si verifica la necessità, quando il travaglio non è efficace e senza ricorrere al cesareo Il parto può essere indotto prima del termine in caso di cattivo funzionamento della placenta che causa un arresto della crescita del bambino o in caso di patologie che affliggono la partoriente come la pre-eclampsia o i sintomi principali ad essa imputati. Oppure nei casi in cui si superi di 14 giorni la data presunta del parto (42 settimane) parto post termine.
Il parto indotto è una tecnica ostetrica di immenso valore perchè consente di far nascere il bambino senza indugi quando si verifica la necessità, quando il travaglio non è efficace e senza ricorrere al cesareo Il parto può essere indotto prima del termine in caso di cattivo funzionamento della placenta che causa un arresto della crescita del bambino o in caso di patologie che affliggono la partoriente come la pre-eclampsia o i sintomi principali ad essa imputati. Oppure nei casi in cui si superi di 14 giorni la data presunta del parto (42 settimane) parto post termine.
Sostanzialmente
le tecniche utilizzate per
l'induzione sono riconducibili a quattro:
- DISTACCO DELLE MEMBRANE che consiste nell'allontanare manualmente le membrane dalla cervice lasciandole intatte.
- DISTACCO DELLE MEMBRANE che consiste nell'allontanare manualmente le membrane dalla cervice lasciandole intatte.
- ROTTURA ARTIFICIALE
DELLE MEMBRANE ovvero le
ostetriche procedono con la rottura artificiale delle acque che
si esegue tramite una sorta di uncino di plastica che rompe il sacco amniotico.
Questa pratica è indolore e solitamente vi si ricorre quando la cervice ha già cominciato
il suo processo di dilatazione si usa soprattutto se la placenta è vecchia.
- GEL DI PROSTAGLANDINE che consiste nell'introduzione di candelette vaginali all'interno dell'utero; nonostante a volte questa pratica non scateni l'inizio del travaglio consente l'ammorbidimento di una cervice ancora ben chiusa agevolando la dilatazione con l'impiego dell'ossitocina
- GEL DI PROSTAGLANDINE che consiste nell'introduzione di candelette vaginali all'interno dell'utero; nonostante a volte questa pratica non scateni l'inizio del travaglio consente l'ammorbidimento di una cervice ancora ben chiusa agevolando la dilatazione con l'impiego dell'ossitocina
-
L'ultima tecnica è per l'appunto quella che prevede l'utilizzo di una
fleboclisi di OSSITOCINA. Spesso prima di procedere con tale flebo che
consiste nell'inserimento di una canula in un braccio o in una mano si immette
nel sangue una soluzione di glucosio. L'ossitocina agisce stimolando le
contrazioni e rendendole più
efficaci nel processo di dilatazione.
esistono
vari tipi di genitorialità:
In
differita
Nella genitorialità
in differita l’elemento discriminante è l’età; nella donna, sui 30 anni, la
preoccupazione maggiore è di non poter concepire un figlio, in quanto
l’orologio biologico è prossimo ad indicare la menopausa. Oggi, in realtà,
grazie alle nuove tecnologie mediche, la fase della menopausa non è più una
causa di stress e le coppie possono procrastinare il momento di concepire un
figlio.
Alcune delle cause
che determinano questo “spostamento temporale”[23],
secondo Baldoni sono: riparare precedenti ferite narcisistiche, sterilità di
coppia, malattie, figli malati o morti, precedenti esperienze genitoriali
fallite, difficoltà di coppia, conflitti con la famiglia di origine. Come
possiamo notare le motivazioni del ritardo sono basate più sui bisogni della
coppia che su quelli del figlio. La coppia acquisisce la consapevolezza di
responsabilità genitoriale più tardi rispetto al passato.
Oggi, l’incertezza
economica, la precarietà del lavoro, l’enorme impegno richiesto per affermarsi
professionalmente sono tutti fattori che non agevolano l’attività genitoriale,
anzi, la scoraggiano perchè non si è sicuri di poter offrire al bambino la
disponibilità temporale e le cure opportune e delegare la responsabilità
genitoriale ai nonni sarebbe sbagliato.
Lo spostamento
temporale può essere causato anche dalla scelta “sbagliata” del partner - ad
esempio una convivenza con un partner, con un matrimonio fallito alle spalle,
che non ha alcuna voglia di assumere la responsabilità genitoriale, o
dall’infertilità diffusa.
Tutte queste cause
collimano dunque con il desiderio forte di avere un figlio. Questo forte
desiderio (piacere) porta la donna ad intraprendere una delle due strade
possibili: quella della fecondazione
eterologa, in cui non
necessita la presenza di un partner, oppure, quella della fecondazione omologa, specialmente nei casi di infertilità
femminile – dovuta all’età matura o al danneggiamento delle tube di falloppio - e di infertilità maschile -
scarsa produzione di pochi spermatozoi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) stima che circa l’8-10% delle coppie in età fertile soffra di problemi di infertilità e l'infertilità dell'uomo rappresenta
la prima causa del ricorso alla procreazione assistita. “A fronte di un
crescente ricorso alle tecniche di procreazione assistita, l'infertilità di
tipo maschile interessa circa una coppia ogni due”, spiega Cesare Taccani[24].
I dati contenuti
nella relazione sulla procreazione medico assistita, che il Ministro della
Salute ha presentato in Parlamento, lo confermano: il fattore di infertilità
di tipo maschile costituisce
la prima causa di infertilità tra le coppie di pazienti con il 32,7 per cento.
Se a questo si aggiungono le coppie che soffrono di un’ infertilità mista, sia di
tipo maschile che femminile, la relazione arriva ad affermare che “le coppie in
cui è presente una patologia maschile ammontano al 50,7 per cento del totale”. Quindi, tra quanti si rivolgono ai
centri di medicina della riproduzione, in una coppia su due il
"problema" è rappresentato dall'uomo.
La fertilità
maschile, pur essendo più longeva rispetto a quella femminile, è però
influenzata negativamente da fattori endogeni ed esogeni. “Infezioni
trascurate, iperestrogenismo alimentare e ambientale e stress sono tra le
principali cause che provocano infertilità nell'uomo - ricorda Taccani -. Occorre però tenere presente anche
il fattore tempo: la fertilità di un
venticinquenne, infatti, non è uguale a quella di un uomo di 50 anni. L'età
media del partner maschile che si rivolge al nostro centro è ormai superiore ai
40 anni: anche gli uomini tendono a posticipare sempre più la decisione di
diventare padri”[25]. Continua Taccani: “Nella maggior parte
dei casi parliamo di situazioni di infertilità dettate da un basso numero di
spermatozoi sani o da problemi con la funzionalità spermatica tali da rendere
difficile la fertilizzazione dell'ovocita in condizioni normali, in molti casi
i problemi di infertilità possono essere curati o comunque superati”, precisa
lo specialista. “Solamente nel 3% delle coppie infertili vi è una condizione di
azoospermia, per cui è necessario ricorrere alla fecondazione eterologa
mediante donazione di spermatozoi”.
Tra
le cause di infertilità femminili troviamo, invece, l’infertilità
endocrina-ovulatoria (nel 16 per cento dei casi), l’endometriosi (4,5%) e i fattori tubarici parziali,
ovvero funzionalità delle tube alterata (3,5%).
interrotta
Con
la legge 194/78
sull’aborto o interruzione
volontaria di gravidanza (IVG)[26], ogni donna in Italia può
richiedere l’IVG entro i
primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali,
familiari etc., o dopo i 90 per gravi motivi: malformazione del feto,
pericolo di vita della donna, etc. la si effettua presso le strutture del SSN
in modo totalmente gratuito. L’art. 12 della
legge 194, permette anche al minorenne di esercitare l’IVG con l’assenso
di chi esercita la potestà o la tutela e in mancanza di questi dal giudice
tutelare. La donna ha diritto anche di lasciare il bambino in affido in
ospedale per una successiva adozione e di rimanere nell’anonimato. Prima di
effettuare l’IVG viene chiesto alla donna di firmare il diritto alla privacy
196/03. Il ginecologo - in base all’art.9, comma 5 della legge 194/78 può
astenersi dall’IVG per obiezione di coscienza. In tal caso si demanda ad un
collega.
Le
forme di aborto sono diverse, esiste la pillola del
giorno dopo: Levonelle o Norlevo una da 1,5 mg o due da 750 mg. Da
assumere entro 72 ore dal rapporto.
L’aborto di tipo naturale,
tubarico, pre-termine o tardivo, nei casi in cui il feto è morto o ha qualche
malformazione. Due sono i metodi usati: il
metodo chirurgico (per aspirazione) effettuato sia in day surgery sia con
ricovero e la pillola abortiva.
l'intervento operatorio
L’intervento
operatorio avviene sotto narcosi (anestesia generale). Il collo dell'utero
viene dilatato cautamente con dilatatori metallici fino ad un diametro
da 6 a 12 mm. Viene in seguito inserita una canula fine per
l'aspirazione che rimuove i tessuti embrionali dalla cavità uterina.
L'operazione dura circa 20 minuti. Generalmente, una visita di controllo viene
effettuata nelle due settimane seguenti l'intervento. Nella cartella clinica
si trova un consenso informato che spiega come avviene l’intervento
chirurgico.
La pillola abortiva RU 486
Da
qualche tempo in Italia è arrivata la pillola abortiva: Mifegyne con
prostaglandina RU 486. Questa pillola puo' essere prescritta entro la 7ª
settimana, o 49 giorni a partire dal primo giorno dell'ultima mestruazione.
L'interruzione della gravidanza viene effettuata in clinica con due farmaci:
la Mifegyne (RU 486) e la prostaglandina. La Mifegyne blocca gli effetti
dell'ormone progesterone interrompendo lo sviluppo della gravidanza; mentre,
la prostaglandina induce contrazioni
uterine e provoca l'espulsione
dei tessuti embrionali. In presenza di personale medico, la donna assume tre
compresse di Mifegyne e, due giorni dopo, due compresse di prostaglandina.
Dopo l’assunzione dei farmaci, la donna rimane in osservazione per alcune
ore, durante le quali avviene l’espulsione dei tessuti embrionali. Circa due
settimane dopo tale operazione, la donna deve sottoporsi ad una visita di
controllo.
|
Dal punto di vista
psicologico la
genitorialità interrotta, rappresenta, al contrario della fecondazione
assistita, secondo Scabini il tentativo di controllare la procreazione seguendo
il desiderio della coppia di non avere figli. Dal punto di vista delle
relazioni familiari è possibile osservare che “il ricorso all’aborto identifica
una sorta di famiglia interrotta, in cui il mandato generazionale perde
temporaneamente o definitivamente la sua forza e la relazione di coppia appare
estremamente debole e problematica”[27].
Avere un figlio è
una scelta in cui, paradossalmente, all’interno dello stesso approccio
culturale possono convivere due posizioni opposte; se la prima può motivare
coppie sterili ad avere un figlio “a tutti i costi”, al contrario, la seconda può
giustificare un’altra coppia a non avere figli, a farsi sterile per scelta.
Entrambi i casi trovano la loro collocazione nell’attuale modello che vede nei
figli stessi una forma di realizzazione personale: nel primo caso non averne è
vissuto come una forma di repressione della propria espressione, nel secondo,
invece, avere dei figli è percepito come un limite alla propria libertà. La
donna si trova in questi casi tra due posizioni opposte: la realizzazione della
propria identità femminile e la limitazione della propria libertà. Per la
maggior parte delle donne l’aborto legale, come soluzione ad una gravidanza non
desiderata, è seguito da una miscela di emozioni tra cui prevalgono sentimenti
positivi di sollievo. Il tema della scelta abortiva, per quanto riconosciuta
come dolorosa, è comunque considerata espressione di autodeterminazione, dunque
catalogata fra i gesti positivi dell’autonomia della persona.
Molte volte sono le
minorenni, non per scelta personale bensì dei propri genitori, a dover
rinunciare ad avere un figlio, in tal caso il supporto psicologico nella fase
decisionale della donna si attua quando le conflittualità psicologiche
ostacolano la donna rispetto alla responsabilità ed autonomia nel suo processo
decisionale.
Altre volte alcune
donne fanno ricorso all’aborto, mostrando una coazione a ripetere, scegliendo
l’IVG come mezzo contraccettivo.
La letteratura
psicologica evidenzia che i sentimenti negativi dopo l’interruzione di
gravidanza sono frequenti, ma del tutto transitori. Si stima che la percentuale
di donne che sperimenta una depressione post aborto vada dal 6 al 20 %, mentre
il 17% delle donne sperimenterebbe uno stato mentale caratterizzato da senso di
colpa, disistima, dispiacere, rabbia e sentimenti di perdita. Non dimentichiamo invece che alcune donne che rifiutano l'idea di avere un figlio si fanno chiudere le tube di falloppio non permettendo cosi agli spermatozoi di raggiungere l'ovulo, anche gli uomini possono rifiutare l'idea di avere un figlio in tal caso fanno una vasectomia ovvero trasformano il liquido seminale in modo tale da rendere deboli gli spermatozoi non permettendo cosi di procreare.
Adottiva
La Legge n. 184/83 (sulle adozioni), che ha
disciplinato la materia per un arco di vent’anni, ha visto di recente un
ampliamento normativo con l’emanazione di due nuove Leggi:
- la Legge n. 476/98, “Ratifica
ed esecuzione della Convenzione per
la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale,
fatta a L’Aja il 29 maggio 1993 e modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184,
in tema di adozione di minori stranieri.”;
- la Legge n. 149/2001,
“Modifiche alla Legge n.
184/83, recante “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”,
nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile.”, che hanno
portato alcune significative modifiche.
|
La
genitorialità adottiva[28] comincia
a farsi luce nella coppia, spesso, in armonia con le prime difficoltà
incontrate a fronte del desiderio mancato di concepire un proprio figlio. In
tal caso il danno biologico della coppia è vissuto con colpa e vergogna nonché
rabbia e delusione. Tali vissuti portano all’intenzione di presa in carico di
un bambino.
Il progetto
adottivo, rispetto alle altre scelte genitoriali, ha una maggiore forza di
coinvolgimento della comunità sociale. Infatti, richiede di essere accolto non
solo dalla coppia, ma anche dalla famiglia allargata, dal vicinato, dalla
scuola ecc.
I rischi sottesi a
questa forma di genitorialità, oltre a quelli relativi al faticoso iter che la
coppia deve affrontare per raggiungere l’idoneità all’adozione, sono legati
allo sviluppo di un senso di appartenenza comune tra il bambino e la nuova
famiglia e, quindi, alle capacità di confrontare culture e storie diverse.
Problemi possono riguardare anche le famiglie di origine. Un evento così
complesso come quello dell’adozione può scoraggiare, per esempio, i nonni
portandoli a tirarsi fuori dal progetto e ad accusare i figli di aver fatto una
scelta difficile e a essersi imbarcati in un’esperienza troppo audace.
Omogenitorialità
L’omogenitorialità
non è egualmente accettata dai paesi della Comunità Europea, ogni Paese, con la
propria cultura, ha il suo modo di rispondere.
· L’Olanda dal 1° aprile 2001 riconosce il
matrimonio omosessuale e per queste coppie anche l’adozione di un bambino.
Ciononostante, per le coppie italiane è inutile pensare di andare in Olanda per
un matrimonio in stile Las Vegas. Il diritto al matrimonio e all’adozione è
riconosciuto alle coppie omosessuali di nazionalità olandese o ai residenti.
· In
Belgio il
matrimonio omosessuale è legale, ma non l’omogenitorialità. Ciononostante, i
single che desiderino adottare possono farlo.
· La
Spagna ha
raggiunto da due anni il circolo chiuso dei Paesi che non oppongono resistenza
al matrimonio né all’adozione in seno alla comunità omosessuale sul suo
territorio.
· La
Danimarca autorizza
l’unione delle coppie dello stesso sesso, ma queste ultime non hanno né il
diritto di adottare dei figli, né quello alla procreazione
assistita. Ciononostante, la legge danese autorizza gli omosessuali ad
adottare i figli del proprio compagno.
· Ahimè in
Italia, invece, la legge
rifiuta agli omosessuali il matrimonio, il diritto di adottare un bambino e la
procreazione medicalmente assistita ( fecondazione eterologa), ma non la
convivenza.
La materia delle
convivenze omosessuali presenta, generalmente, una notevole varietà nelle forme
di protezione giuridica ad esse accordate, e ciò di Stato in Stato; in alcuni
casi, infatti, si è preferito scegliere la strada dell’equiparazione delle
coppie di persone dello stesso sesso alle convivenze more uxorio (Italia, Francia,
Belgio), mentre in altri, invece, si è sancita la piena equiparazione alle
coppie unite in matrimonio (i casi della Spagna, Norvegia, Svezia, Islanda,
Olanda, Germania). Il presupposto della tutela giuridica delle relazioni di
convivenza instaurate tra persone dello stesso sesso è duplice: da un lato, si
sottolinea, infatti, la possibilità che in una coppia omosessuale possa sorgere
quella comunione di vita basata sull’esistenza di un rapporto affettivo, di
assistenza e solidarietà, identico a quello fra persone di sesso opposto e,
quindi, suscettibile di porre problemi analoghi a quelli che comunemente
affrontano i conviventi eterosessuali; d’altro canto, è da evidenziare che la
mancata tutela di una simile situazione sarebbe suscettibile di tradursi in una
illegittima discriminazione fondata sull’orientamento sessuale, oggi vietata
all’articolo 21 della vigente e vincolante Carta dei Diritti Fondamentali
dell’Unione Europea. La coppia omosessuale con figli si fonda, infatti, su un
legame spontaneo, nato in conformità a un desiderio che tutti hanno — quello di
diventare genitori — e che, per quanto la riguarda, si realizza attraverso un
percorso nel quale i figli sono desiderati, cercati e voluti. Nei Paesi dove è pienamente
accettata la coppia omosessuale (gay o lesbiche) la giurisdizione è di gran
lunga migliore di quella delle [29]coppie
italiane: esse sono espressamente riconosciute dalla legge, hanno dei diritti e
doveri reciproci sui quali possono contare e, soprattutto, i loro figli sono
considerati a tutti gli effetti figli dell’unione e non solamente del genitore
che ha contribuito (biologicamente o geneticamente) a metterli al mondo, ma
anche dal compagno/a. Questo tutela il minore e influisce positivamente sulla
qualità dell’unione, sulla solidità della famiglia e sulla capacità di ciascuno
di essere un buon genitore. L’esistenza delle famiglie omosessuali dimostra
esattamente che la filiazione, prima che dato biologico, è un atto di
assunzione di responsabilità. Le
famiglie omogenitoriali italiane che, recatesi all’estero per accedere a
procedimenti di procreazione assistita illegali in Italia, rientrano nel nostro
Paese perché è qui che vogliono continuare a vivere. Appena varcano il confine,
il nostro diritto smette di riconoscere il legame del bambino col genitore non
biologico. Così, se al bambino capitasse malauguratamente di ammalarsi,
quest’ultimo genitore non avrebbe la possibilità di assisterlo; inoltre, se il
genitore biologico venisse a mancare, il bambino diverrebbe automaticamente
orfano. Il modo più corretto di guardare all’omogenitorialità, pertanto,
dovrebbe essere scevro da pregiudizi. Soprattutto, dovrebbe pensare a tale
realtà come una vera e propria famiglia, perché tipici di queste, come di altre
famiglie, sono l’amore e l’impegno che esse danno ai loro figli, in linea con
quanto rilevato dalla Corte europea. Molti
pensano, al riguardo, che l’omogenitorialità sia qualcosa di sbagliato per due
ragioni. La prima riguarda la natura stessa delle famiglie omogenitoriali ed
evidenzia nelle stesse l’assenza di un genitore di sesso opposto. La seconda,
più perniciosa, ritiene che il bambino subirebbe discriminazioni in una società
che non è pronta ad accogliere gli omosessuali, figuriamoci i loro figli.
Nessuna di queste obiezioni è convincente. La prima trascura ricerche condotte
in campo psichiatrico che, nell’arco di vent’anni, hanno dimostrato che i
bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali hanno esattamente le stesse
capacità affettive e la medesima condizione psichica di quelli cresciuti in
famiglie eterosessuali. La seconda è invece insostenibile in quanto puramente
ideologica, e anziché rimuovere le discriminazioni, le legittima. Lo Stato così
va contro la forma di genitorialità che protegge i bambini.
Biologica
Eccoci dunque al
modello di genitorialità tipico, la genitorialità biologica.
una coppia di persone che
concepisce un figlio naturale.
Esso riguarda la coppia fidanzata, sposata, convivente, separata o divorziata,
con famiglia ricostituita o ricomposta o che ha concepito un figlio durante una
relazione occasionale e al quale viene riconosciuta la paternità (anche tramite
test del DNA) e quindi la patria potestà[30];
Genetica
Essa è di due tipi ( la fecondazione omologa ed eterologa è anche detta genitorialità genetica):
Genetica
Essa è di due tipi ( la fecondazione omologa ed eterologa è anche detta genitorialità genetica):
1. la
fecondazione omologa (detta anche genetica). E’ un tipo di
fecondazione medicalmente assistita che si attua con il seme e l'ovulo di una coppia di genitori biologici del nascituro, il quale
presenterà quindi un patrimonio genetico ereditato dai genitori naturali. Tale
tipo di genitorialità, detta anche genitorialità genetica, a molti punti in
comune con altri tipi di genitorialità presentati prima, ad es. la
genitorialità in differita. Questa tecnica, finalizzata ad ottenere una
gravidanza, comporta specifiche problematiche psicologiche in relazione alla
peculiarità del trattamento, al tipo di procedure da utilizzare, ai tempi del
trattamento e al coinvolgimento di terze persone, i medici, in una sfera tanto
intima. Come è stato sottolineato da Link[31],
l'infertilità va a toccare l'essenza della femminilità e della mascolinità e
l'intrusività fisica e psicologica, che accompagna il trattamento, che può
mettere in discussione l'immagine di sé e dar luogo a squilibri emozionali e
psicosessuali, alle probabilità di successo, che a volte sono esigue e quindi
alla prospettiva di un eventuale fallimento. Quindi questa tecnica poco
conosciuta può produrre stress, ansia dell’attesa[32],
paura dell’esito negativo e il timore dei pregiudizi sull’infertilità. Questo
tipo di PMA però è tutelato sia dalla Legge che dalla Chiesa Cattolica, nella
funzione genitoriale. Ovvero, i figli nati dalla fecondazione omologa sono
considerati come i figli legittimi e naturali perché provenienti da una coppia
di genitori biologici;
3. la
fecondazione eterologa (detta genitorialità genetica). Essa si verifica quando il seme oppure
l'ovulo (ovodonazione) provengono da un soggetto esterno alla
coppia. Ci troviamo di fronte ad un caso ampiamente discusso: perché una
donna/uomo sceglie di avere “un figlio a tutti i costi?” E, soprattutto,
l’assunzione di genitorialità come si profila da un punto di vista psicologico?
Riuscirà un padre sociale ad essere un buon padre? Riuscirà una madre sola ad
essere una buona madre? Queste domande saranno trattate nel paragrafo
successivo, interamente dedicato alla fecondazione eterologa. La medicina ha fatto passi da
gigante ed ha permesso di realizzare il sogno naturale di tutti gli esseri
umani, concepire un figlio, da soli o in coppia anche in tarda età e anche in
casi di infertilità[33].
L’uomo è felice di lasciare qualcosa di sé pur disinteressandosi della
paternità, può, quindi decidere di ricorrere alla crioconservazione[34].
Difatti, si recano alle varie banche del seme presenti in Europa per donare il
proprio seme, il loro frutto biologico. La donna, invece, che tiene alla
maternità ricorre alle suddette banche e sarà, quindi, futura madre biologica.
La costituzione di nuclei familiari (anche
monogenitoriali) attraverso l’utilizzo di tecnologie riproduttive può porre dei
quesiti in questo senso, nella misura in cui i rapporti tra fecondità e
concepimento vengono ad assumere caratteristiche diverse rispetto a quelle
naturali. Il ricorso alle tecnologie, infatti, prevede che altri e nuovi
elementi entrino in gioco nel processo di procreazione e che questo evento non
sia più un fatto di esclusiva “proprietà riservata”. La genitorialità rimanda
ad una serie di temi complessi che vanno dalla rappresentazione di sé in
relazione con le immagini interne di padre e di madre, alla costruzione della
rappresentazione del proprio figlio e della relazione con lui. Essa può essere
considerata come la realizzazione della propria identità di genere come
l’opportunità per una sorta di rinascita indiretta attraverso il figlio, come
una seconda chance nella vita, come occasione per capovolgere, sfidare,
modificare ruoli sperimentati con i propri genitori. La psicologia è d’accordo che:
non è solo la madre biologica o il padre biologico a potersi prendere cura del
bambino ma anche un genitore di qualunque sesso “acquisito o sociale”. Nella
fecondazione eterologa, la donna è possibile che abbia già un compagno o è
possibile che lo abbia in seguito. Viene a costituirsi, dunque, il padre
sociale ovvero non biologico, tale padre deve fare i conti con i modi con cui
il bambino è venuto al mondo e la provenienza (il padre biologico), con le
questioni di etica morale, religiosa o politica, che potrebbero essere motivo
di pregiudizio. Il più delle volte è il padre sociale che decide di adottare il
bambino oppure fargli da padre senza alcun diritto; il gesto più nobile di un
uomo che offre la sua “base sicura” in quanto gli viene naturale amare la
propria donna e il figlio di questa, come se fosse suo.
Sociale
Abbiamo detto che la
funzione genitoriale può esplicarla qualunque adulto. Il compagno della madre
e/o la compagna del padre in una famiglia ricomposta o ricostituita dopo un
divorzio è detto genitore sociale. Tali genitori sociali non sono tutelati
dalla Legge Italiana mentre, la psicologia si chiede se il padre/madre sociale
possono essere una risorsa per i figli della compagna. Chantal Van Cutsem[35] dà uno schema esauriente sulle
funzioni e il ruolo di genitorialità sociale, per lei si devono realizzare
diverse condizioni affinchè egli possa assumere una “funzione paterna
parziale”:
- la nuova figura
maschile deve accettare di adempiere a questa funzione, con la consapevolezza
che con essa introdurrà un insieme di regole, di leggi che necessiteranno della
ristrutturazione dell’intera famiglia. Dovrà, quindi, anche lui essere disposto
ad investire in una relazione duratura;
- la durata
dell’investimento, in questa funzione quasi genitoriale, dipende anche dalla
qualità della relazione tra i partner. Infatti, l’investimento nella coppia
coniugale sarà tanto più solido quanto più la funzione genitoriale sarà assunta
in maniera soddisfacente e, contemporaneamente, la madre che ha fiducia nella
durata del legame coniugale, tenderà molto più facilmente a incoraggiare e a
sostenere il partner nel compito di assolvere a questa carica genitoriale;
- il padre dei figli
deve accettare di condividere la responsabilità paterna con un altro uomo, il
quale, a sua volta, deve riconoscere che il primo mantiene nei confronti dei
bambini un ruolo unico. Perché si realizzi questo riconoscimento reciproco c’è
bisogno che i diversi sistemi familiari stabiliscano delle relazioni centrate
sull’interesse dei figli, mettendo in secondo piano i conflitti e i rancori
presenti tra i membri della prima coppia;
- i figli, inoltre,
devono poter investire in una relazione, con il compagno della madre come con
la compagna del padre, che non sia competitiva o soggetta a incessanti
paragoni. Gli adulti sono chiamati a raggiungere almeno un accordo minimo,
sufficiente a consentire la condivisione delle funzioni genitoriali;
- per ultimo, è
necessario che anche le famiglie allargate, la rete sociale e le amicizie si
adattino alla definizione che le nuove famiglie danno di sé.
Quindi si può dire
che la condivisione della funzione paterna è un processo che non riguarda solo
i singoli individui, ma richiede la collaborazione dell’insieme del sistema
ricomposto. Il ruolo di madre sociale invece non è facile, anche se molte donne
si trovano a doverlo assumere. Nelle famiglie ricomposte, spesso la madre acquisita
si troverà in competizione con quella biologica in quanto la ripartizione della
funzione materna è molto difficile, soprattutto se i figli sono molto piccoli.
Ripartirsi le responsabilità tra due donne che si occupano di un bambino è più
difficile che suddividersi la funzione genitoriale tra due uomini. Un compito
della partner del padre è quello di facilitare la relazione con i figli. E’
bene, dunque, che la coppia chiarisca in anticipo i ruoli e le incombenze che
la “vicemadre” deve svolgere nei primi tempi, che sono i più delicati. Secondo
Anna Oliverio Ferraris[36],
varie possono essere le reazioni dei figli all’inserimento nel nucleo familiare
della nuova partner del padre: alcuni si adattano facilmente senza mostrare
grossi segni di disagio o sofferenza; altri, invece, vedono in essa un’intrusa
che ha portato alla dissoluzione della propria famiglia, una rivale della mamma
o una diretta antagonista in quanto concentra su di se tutte le attenzioni del
padre. In quest’ultimo caso i figli, come risposta a questi sentimenti ostili,
possono ignorare completamente la madre sociale facendola sentire superflua, o
inesistente, o negandole qualsiasi tipo di autorità e di diritto. In definitiva, se i quattro
genitori riescono per il bene dei propri figli ad avere dei rapporti adulti e
maturi, a non prevaricare l’altro/a, ad essere d’accordo e ad istaurare un buon
rapporto di stima e rispetto reciproco, i figli cresceranno in armonia tra
loro.
La fecondazione eterologa
Si parla di fecondazione eterologa quando uno dei due gameti che vanno a formare l’embrione proviene da un donatore esterno alla coppia. Può trattarsi di ovocita femminile o di seme maschile.
Esistono varie tecniche[20]:
- la crioconservazione: attraverso l’ibernazione in azoto liquido: essa è utilizzata per la conservazione in Banche di spermatozoi, ovociti ed embrioni umani;
- la diagnosi pre–impianto: consiste nell’effettuare su una cellula dell’embrione (mentre si trova nello stadio di 6 – 8 cellule) un test genetico per verificare la presenza di malattie ereditarie in caso di coppie a rischio; attualmente sono 90 le malattie individuabili tramite diagnosi pre–impianto. Essa viene utilizzata anche per la selezione eugenetica, attraverso la quale vengono scelti i gameti o gli embrioni in base a caratteristiche fisiche e psicologiche richieste: sesso, colore degli occhi e dei capelli, etc;
- IAD (inseminazione artificiale con donatore): si effettua in caso di sterilità dell’uomo. La tecnica consiste nell’introdurre lo sperma di un donatore, mediante tecniche di micromanipolazione, nella cervice uterina durante il periodo dell’ovulazione, ottenendo così una fecondazione intracorporea nel grembo della madre;
- ZIFT (Zigote Intra-Falloppian Transfer): la fusione tra spermatozoo e ovulo avviene in provetta e l’embrione ai primissimi stadi di sviluppo viene trasferito nelle tube.
- - IPS (Intra Peritoneal Fertilisation): gli spermatozoi vengono introdotti nella cavità peritoneale nel giorno successivo all’inizio dell’ovulazione.
- trasferimento della cellula uovo: si effettua in caso di sterilità della donna, la tecnica consiste nel prelevare gli ovociti da una donatrice stimolata con ormoni di cui non si conosce l’identità, si fecondano con lo sperma dell’uomo tramite fecondazione extracorporea (FIVET(Gamete Intrafalloppian Transfer):(Fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione): la fecondazione avviene in provetta, dove gli spermatozoi vengono a contatto con l’ovocita. L’embrione così ottenuto viene trasferito nell’utero. E’ stata la prima tecnica di fecondazione artificiale ad essere stata messa a punto ed è attualmente la più diffusa./ICSI(Intracytoplasmatic sperm injection): iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo. Consiste nell’introdurre lo spermatozoo direttamente all’interno dell’ovocita. Nel 1995 in Francia è nato il primo bebé concepito con una variante di questa tecnica: anziché utilizzare uno spermatozoo maturo è stata utilizzata una cellula germinale immatura, uno spermatide. ) in vitro e si introduce l’ovocita fecondato nella donna ricevente (madre), che porterà a termine la gravidanza;
- trasferimento dell’embrione: si effettua in caso di sterilità di entrambi i membri della coppia. La tecnica: si effettua con gli ovuli di una donatrice e lo spermadi un donatore. Mediante tecniche di micromanipolazione, si inserisce l’embrione nella cervice uterina della donatrice durante il periodo dell’ovulazione, ottenendo così una fecondazione intracorporea. Si estrae in vitro - metodo FIVET/ICSI (iniezione intracistoplasmatica di spermatozoi in vitro con trasferimento in utero) - e una volta fecondato, si trapianta nelle prime fasi dello sviluppo dell’embrione nell’utero della ricevente (madre), che porterà a termine la gravidanza;
- maternità surrogata si effettua in caso di grave alterazione dell’utero della donna. Ci sono 2 tipi di maternità surrogata:
-
- maternità surrogata tradizionale: nella quale una donna dona il suo ovocita, l’ovocita fecondato è surrogato attraverso la fecondazione extracorporea (in vitro FIVET) con lo sperma del padre o di un donatore di sperma, l’embrione viene reintrodotto nel grembo della donna donatrice che porterà a termine la gravidanza. Tale tipo di maternità è ormai in disuso in quanto essendo la donatrice sia madre biologica sia colei che porta avanti la gravidanza potrebbe avanzare tutti i diritti di madre sul bambino/a;
2. maternità surrogata gestazionale: oggi la maternità surrogata tradizionale è stata sostituita dalla maternità surrogata gestazionale. Tale tecnica consiste nell’utilizzare ovociti e spermatozoi, solitamente della coppia, e la fecondazione intracoroprea avviene nel corpo della madre; tramite il Vitro (FIVET) avviene il trasferimento nel corpo della "donna portatrice", che fungerà solo da madre di sostituzione, portando a termine la gravidanza senza poter avanzare alcun diritto.
3. autofecondazione: ultimamente è stata fatta una scoperta dagli scienziati inglesi dell'Università di Newcastle, “la donna potrà, in futuro, fare ameno degli uomini anche per fare i figli, parliamo di autofecondazione”: dalle cellule staminali del midollo osseo femminile, si è riuscito a produrre gli spermatozoi. La scoperta è pubblicata sul "New Scientist": il dottor Karim Nayernia, è certo che entro tre anni di esperimenti, avremo lo sperma maturo, capace di fertilizzare gli ovuli: i ricercatori hanno lavorato sui topi di laboratorio, bombardando le staminali del midollo osseo di vitamina A e composti chimici, arrivando così ad un primo stadio immaturo di spermatozoi. Secondo gli studiosi, questo rappresenta un grande passo nella lotta contro l'infertilità, c'è solo un particolare da sottolineare, ovvero che i nuovi nati sarebbero solo di sesso femminile, in quanto nella riproduzione rientrerebbe solo il cromosoma X (quindi XX) femminile e non il cromosoma Y(XY maschile), prettamente maschile. Questa cosa potrebbe essere molto importante per le coppie omosessuali femminili, in quanto potrebbero avere figli con il corredo cromosomico di entrambe. Ciò potrebbe portare a sconvolgere le intere teorie psicoanalitiche psicologiche pedagogiche etc.
Dopo la proibizione della legge 40/2004, sono circa 4000 le coppie italiane che nel 2011 si sono spostate verso altri centri europei ed extraeuropei per cercare di dare una risposta al desiderio di avere un bambino, dando vita al turismo procreativo. Più di 2000 coppie sono migrate all’estero per la fecondazione eterologa, di cui almeno 32 per la maternità surrogata, nei paesi in cui è permessa.
Tabella 1: numero di trattamenti per paese
PAESE
ETEROLOGHE
Spagna
950
Svizzera
630
Belgio
110
Grecia
60
Austria
12
Gran Bretagna
11
Tot.
1773
(Dati della quarta indagine dell’Osservatorio sul Turismo Procreativo 2011).
Purtroppo, una cattiva informazione della Legge 40/2004, e delle successive modifiche della Coorte Costituzionale, ha indotto le persone ha effettuare anche tecniche di fecondazione omologa all’estero. Il turismo procreativo generatosi verso altri Paesi ha aggravato il quadro economico del Paese complice, anche, il fattore “pregiudizio”, che ha costretto molti italiani a scegliere di rimanere nel Paese dove ha condotto la fecondazione eterologa. Inoltre, la possibile esposizione a condanne in patria per gli italiani che abbiano fatto ricorso a questa pratica induce molte cliniche/agenzie a non rivelare i dati sul numero dei pazienti italiani, ma a rispondere affermativamente in maniera generica: “abbiamo pazienti italiani”. Oppure, come ha risposto una clinica statunitense: “Non possiamo dichiarare il numero esatto di coppie italiane che abbiamo seguito, ma abbiamo notato un aumento del 100% di coppie e single provenienti dall’Italia per fecondazioni omologhe ed eterologhe”.
Esiste una mappa di cosa è possibile fare in altri Paesi[21]:
Spagna: fecondazione eterologa, donazione di gameti, embrioni e ovociti. Sia le coppie, sia i single che le lesbiche.
Svizzera. Possono avvalersi di un donatore solo le coppie sposate, e solo per il seme.
Repubblica Ceca. La legge consente la donazione di gameti sia maschili che femminili, e anche quella di embrioni.
Belgio. La legge consente di donare gameti maschili e femminili ed embrioni. Per pazienti infertili e donne single.
Grecia. La legge consente a persone sposate, o anche solo conviventi, di accedere a donazione di seme, di ovociti e all’embriodonazione. In realtà anche a single separati, ma con l’autorizzazione del marito.
Austria. E’ possibile ricorrere alla donazione di gameti maschili, ma non di quelli femminili.
Gran Bretagna. La fecondazione eterologa è consentita anche alle single e alle lesbiche.
Danimarca. Si possono ricevere dal donatore sia il seme sia gli ovociti, ma non gli embrioni. Possono accedere a questi trattamenti: le coppie sposate, i conviventi, le single, anche lesbiche.
Ungheria. La donazione di gameti è consentita, ma soggetta a notevoli restrizioni.
Russia. E’ consentita la fecondazione eterologa.
Olanda, Svezia e Finlandia. La fecondazione eterologa è possibile anche per le single e le lesbiche.
Dalla cronaca rosa italiana di questi giorni è giunta notizia che Francesca Vecchioni, figlia del famoso cantante Roberto Vecchioni, ha sposato a Milano con rito civile Alessandra Brogno il 18/09/2012; Francesca e Alessandra hanno 2 bambine nate dalla fecondazione eterologa praticata in Olanda e ora sono tra le prime 4 coppie gay unite civilmente.
4.2.3. La legge in Italia e l’Europa
I paesi dell’Unione Europea, secondo la Corte Europea, decidono autonomamente riguardo alla fecondazione eterologa. I Paesi dell’UE, a tal proposito, si sono dimostrati molto tolleranti e aperti al rispetto della vita e della scienza, senza alcuna forma discriminatoria di genere, seguendo il desiderio della singola persona, incrementando le nascite. Con regole molto più restrittive risulta essere solo l’Italia. In Italia, prima della rigida legge 40/2004, si effettuavano fecondazioni eterologhe sin dagli anni ’50, aiutando persone sterili o single che avevano il desiderio di avere un figlio, di realizzare il proprio sogno. A seguito del rapporto della Commissione, Santosuosso, Ministro della Sanità, nell’84, vietò l’eterologa nella strutture pubbliche, aprendo la strada, di fatto, a quelle private. Una scelta che ha avuto conseguenze discriminatorie, in quanto, la fecondazione eterologa è divenuta accessibile solo a coloro che possono sostenere i costi praticati nelle cliniche private. Nonostante ciò, si calcola che in Italia siano circa 35.000 i bambini nati dalla donazione di gameti. Quanto ai rischi di Far West, di cui i difensori dei divieti sembravano tanto preoccupati, è evidente che la decisione della circolare Degan, non ne teneva un gran conto, affidando le coppie unicamente alle strutture private, disinteressandosi dell’etica deontologica. La circolare Degan del 15 giugno 1988, anche se si era un po’ aperta, non aveva raggiunto appieno l’apertura globale degli altri paesi dell’UE. Ad es. permetteva alle donne di fare l’inseminazione artificiale nei casi di vedove con spermatozoi di mariti post mortem e riconosceva l’infertilità come malattia.
In seguito, la legge del 19 febbraio 2004, n°40[22], quando alla Presidenza del Consiglio c’era il cavaliere Silvio Berlusconi (XIV magistratura - 2001-2006), fece passi indietro vietando la fecondazione eterologa.
Si riportano alcuni articoli della legge:
art. 1. Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dall’infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito.
Art. 2. Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è consentito qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità.
art. 4. co. 3. È vietata la fecondazione eterologa cioè con donazione di materiale genetico da parte di una persona estranea alla coppia.
art 5. L’accesso all’omologa è consentito solo alle coppie coniugate o conviventi, non ai gay, ai single, alle “mamme-nonne” e alla fecondazione post mortem.
Art 8, co. 1. I bambini nati da PMA sono a tutti gli effetti figli legittimi.
Art 9. Vieta il disconoscimento paterno e l’anonimato della madre. (co. 1) Il padre non può disconoscere il bambino se prima l’ha riconosciuto come figlio nella fecondazione eterologa. (co. 2) la madre non può mantenere l’anonimato. (co. 3) nel caso di fecondazione eterologa il donatore di gameti non può far valere alcun vincolo di parentela con il bambino.
Art 12, co. 6. Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni, o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.
Art.13. È vietata qualsiasi sperimentazione sull’embrione sia a livello di: ricerca, eugenetica, clonazione e produzione di ibridi e chimere.
Art.14, co. 1. No al congelamento di embrioni.
art.14, co. 2. È possibile produrre non più di 3 embrioni per volta.[23]
art 14, co. 3. Qualora il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per grave e documentata causa di forza maggiore, relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della fecondazione, è consentita la crioconservazione degli embrioni stessi, fino alla data del trasferimento, da realizzare non appena possibile.
art. 16. È consentita l’obiezione di coscienza al personale sanitario e esercente le attività sanitarie.
In Italia, ci furono i referendum abrogativi del 2005, distinti in quattro quesiti, sullalegge 19 febbraio 2004, n. 40, "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita". Essi si tennero il 12 e 13 giugno 2005 e non raggiunsero il quorum. Le proposte erano:
- garantire la fecondazione assistita non solo alle coppie sterili ma anche a quelle affette da patologie geneticamente trasmissibili tramite la fecondazione eterologa;
- eliminare il limite di poter ricorrere alla tecnica solo quando non vi sono altri metodi terapeutici sostitutivi;
- garantire la scelta delle opzioni terapeutiche più idonee ad ogni individuo;
- dare la possibilità di rivedere il proprio consenso all'atto medico in ogni momento;
- ristabilire il numero di embrioni da impiantare.
Il 2 aprile 2009 la Corte Costituzionale cancellò alcune parti fondamentali della legge 40/2004[24], senza modificarla nella sostanza:
Art 14, co. 1, cancella il divieto di crioconservazione.
Art. 14, co. 2, cancella l’obbligo d’impianto e il limite di 3 embrioni, ma quanti sono necessari.
Nel lungo dibattito della bioetica, intervengono due correnti di pensiero: quella laica e quella cattolica[25].
Bioetica laica
Difende il principio di “disponibilità” della vita. Sostiene che non è importante la vita “in quanto tale”, ma la sua qualità; e che l’unico soggetto e giudice della propria vita è l’uomo stesso.
Accettano totalmente l’aborto e la fecondazione di tipo eterologa.
Sono aperti alle varie tecnologie connesse alla sfera riproduttiva.
Bioetica cattolica
Difende il principio di sacralità della vita.
Sostiene che l’uomo non è autore dell’origine della propria vita e quindi non ne è l’assoluto proprietario.
Proibiscono l’aborto e l’eterologa in tutte le sue forme.
Non permettono di manipolare l’embrione per fini sperimentali o riproduttivi.
La legge italiana è sempre stata un po’ controversa, l’art. 9 ad es. sancisce: “Qualora si ricorra a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo in violazione del… il coniuge o il convivente… non può esercitare l’azione di disconoscimento della paternità”. Chi fa le leggi sa già che possono essere aggirate, in quanto, all’estero per fare l’eterologa continueranno ad andare coppie e single con o senza il permesso. Sul piano discriminatorio, l’art 5, dice che l’accesso all’omologa è consentito solo alle coppie coniugate o conviventi; no ai gay, ai single, alle “mamme-nonne” e alla fecondazione post mortem. Ora, la legge commette il più grande atto discriminatorio impedendo a qualunque persona di fare una scelta sessuale libera, individuale o la possibilità di avere un figlio anche in tarda età, magari quando una persona si è realizzata personalmente e professionalmente. Inoltre, il fatto che vieti alla scienza di sperimentare sugli embrioni, che a mio avviso non possono avere già uno statuto di persona, lo Stato Italiano, pregiudica la salute di molti cittadini, perché per via di embrioni e tessuti embrionali stanno cercando di scoprire la cura di molte malattie. Prendiamo in considerazione le uniche argomentazioni emerse nel dibattito parlamentare. La prima riguarda il diritto del figlio a conoscere il proprio patrimonio genetico, che verrebbe negato dall’anonimato dei donatori o comunque per una questione di principio, collegata all’identità dell’individuo, perché nel mondo l’individuo potrebbe innamorarsi di fratelli e sorelle che non sa di avere. Alcune legislazioni europee si pongono questo problema, che ha anche una sua valenza pratica, ad esempio in casi in cui sia necessario individuare il corredo genetico a fini terapeutici. L’accesso al minore di conoscere l’identità del padre biologico è consentito: all’età di 14 anni in Svezia, Spagna, Gran Bretagna, Austria e Germania e anche in Francia, vi si può accedere per ragioni esclusivamente sanitarie; In Olanda all’età di 16 anni e in Finlandia all’età di 18 anni. La religione Cattolica non concepisce l’eterologa e questo è motivo di freno per tanti italiani che preferiscono il tradizionale adulterio che non l’adulterio attraverso l’eterologa. Il Papa Karol Józef Wojtyła[26], che è stato pontefice durante il governo Berlusconi, al momento della promulgazione della legge 40/04, si espresse così nei confronti della fecondazione eterologa, sottolineando come: “la Chiesa non può soffermarsi ad una lettura in chiave esclusivamente giuridica o logico-razionale di alcuni problemi della nostra società, ma deve tener sempre presenti e tutelare i principi dell'ordine etico e religioso, o della sessualità omosessuale”, ch'egli considera "oggettivamente disordinata”. Mentre, Papa Ratzinger si esprime cosi: La Chiesa presta molta attenzione alla sofferenza delle coppie con infertilità, ha cura di esse e, proprio per questo, incoraggia la ricerca medica. La scienza, tuttavia, non sempre è in grado di rispondere ai desideri di tante coppie. Dove, dunque - aggiunge -, la scienza non trova una risposta, la risposta che dona luce viene da Cristo”. Secondo Papa Ratzinger [27]: “Il matrimonio è l'unico luogo degno per generare figli”.Conseguentemente, la fecondazione eterologa e l’inseminazione artificiale – secondo Ratzinger – sarebbero metodiche da non considerare ai fini della procreazione. Se ne deduce, pertanto, che i figli nati in tal modo sarebbero figli “indegni”. Fin dal vecchio Testamento, la moglie di Abramo, Sara, che non riusciva ad avere figli, scelse la schiava Agar come sostituta e la mise lei stessa nel letto del marito. Così, nacque Ismaele, capostipite degli islamici, figlio di Abramo e di una “madre surrogata”. Ecco l’involuzione italiana e della Chiesa Cattolica.
Sterilità aspetti psicologici
Le coppie che non riescono ad avere figli, il più delle volte, si recano all’estero per praticare le tecniche di PMA. Tali difficoltà possono essere associate a cause mediche e, soprattutto psicologiche. In tali centri, solitamente, è di prassi fare colloqui psicologici.
Gli psicologi sostengono che esistono due tipi di sterilità[28]:
1. quella psicogena, è la sterilità alla cui origine si possono porre disturbi emozionali cronici e problemi psicosociali;
2. quella idiopatica, è la sterilità dovuta a cause non conosciute.
Un errore che si potrebbe commettere, riguardo alla sterilità psicogena, è di confondere le cause con gli effetti. Se molti autori ritengono che la componente psicoemozionale possa incidere sulla fertilità attraverso il sistema neurovegetativo e neuroendocrino, è anche vero che le presunte cause di infertilità possono esserne in realtà gli effetti: frustrazione, senso di inadeguatezza e di perdita, depressione; inoltre, sono frequenti i conflitti interni, correlati al desiderio di avere un figlio. Da un punto di vista psicologico la sterilità è una condizione umana, un sintomo, un messaggio che il corpo invia; Può accadere che la donna sterile possa soffrire non per la propria sterilità, ma per la pressione sociale che essa comporta, quindi perdere di vista sé stessa, ciò la porta ad affidarsi alle tecniche di PMA. Per ogni persona concepire un figlio è più di un puro istinto, è legato al desiderio, al significato dato alla coppia e alla famiglia, ai propri vissuti rispetto al ruolo di padre e madre. La coppia non sempre accetta di buon grado l’infertilità. Inizialmente essa può attivare: sorpresa, negazione, rabbia, che può portare all’isolamento, suscitare vergogna, colpa, dolore fino a diventare depressione ed, infine, rassegnazione. Tale crisi si ripercuote a livello individuale, di coppia e nelle famiglie di origine. La crisi che ne deriva potrebbe minare il rapporto di coppia che non riesce a diventare famiglia. Nella donna, in particolare, la sterilità è legata a paure inconscie a sensi di colpa o ad ansia eccessiva. La donna attraverso la procreazione dà a se stessa la conferma della propria identità femminile, sentendosi completa e confermata nei confronti delle altre madri, come se entrasse in un mondo diverso, quello genitoriale. Quando, invece, vive l’infertilità[29] il frutto del retaggio culturale, ovvero, l’ autostima, il rispetto, la vergogna, il senso di colpa, l’incompletezza, la disconferma possono divenire un serio problema che potrebbe portarla o a concentrarsi ad avere un figlio a tutti i costi - in modo più sofferto, in quanto non vivrebbe più la quotidianità -, oppure a chiudersi in se stessa per vivere il suo lutto. Nell’uomo la sterilità è legata essenzialmente allo stress quotidiano e colpisce gli individui con personalità più attive ed estroverse che passive ed introverse. Questo, proprio perché la persona attiva ed estroversa ha maggiori possibilità di stressarsi, ad es: è coinvolto professionalmente, nella famiglia e con la propria donna; è sempre di corsa e non ha un momento per se stesso. Anche nell’uomo il retaggio culturale può essere un problema: l’uomo, difatti, cresce con l’idea di procreare e di potenza sessuale. Già da piccolo, i genitori lo hanno sempre incentivato ai rapporti sessuali e le gare con gli amici da adolescente lo portano a pensare alla sua potenza sessuale; pertanto, la difficoltà generativa potrebbe originare un senso di inadeguatezza e menomazione.
A livello di coppia l’infertilità sbilancia gli equilibri costruiti fino a quel momento, modificando le dinamiche esistenti in due modi: o sostenendosi reciprocamente, o facendo riemergere vecchi conflitti. La sterilità potrà essere vissuta come un tradimento del patto coniugale, generando forti sensi di colpa da parte di chi si sente responsabile o scaricando le proprie colpe sul compagno/a perché non le accetta su di sé, ad es. “è colpa tua se non riesco, tu mi stressi”. Questo genera: a breve termine atteggiamenti protettivi nell’altro/a per paura di ferirlo e di farlo sentire a disagio davanti ad altri, a lungo termine veri e propri sensi di colpa nel compagno/a fertile. Un’area che potrebbe risultare compromessa nella relazione di coppia è quella sessuale: in alcune coppie si manifesta un calo del desiderio sessuale, oppure si presentano altri disturbi correlati quali, ad esempio: l’anorgasmia nelle donne e difficoltà erettive nell’uomo. Questo può provocare reazioni tipo: trovare “altri partner amanti”, oppure la coppia dovrà riscoprire la sessualità come atto spontaneo, come un’occasione di reciproco scambio affettivo e di piacere - altrimenti il letto diventerà un luogo da evitare in quanto evocatore di conflitti, rabbie e frustrazioni. La mancata generatività della coppia, pertanto, può creare una delusione a livello intergenerazionale, minacciando la nascita di quei ruoli che un figlio avrebbe permesso (nonni, zii, cugini).Il nipote mancato per i nonni può anche riattivare vecchi conflitti, e suscitare disinteresse o risentimento, e ingenerare delle differenze tra fratelli e sorelle. Se la coppia, invece, riesce a costruire e mantenere con le famiglie di origine buoni rapporti, potrà parlare apertamente delle proprie difficoltà, e potrà ricevere affetto, comprensione e sostegno. Le coppie che non riescono ad avere figli a questo punto cercano altre strade come la fecondazione omologa o eterologa. In questi casi è utile fare un percorso psicologico o pedagogico per essere sostenuti durante il percorso di sterilità e successiva gravidanza. E’ importante capire che la sterilità non è una malattia, ma un sintomo, e che esistono altri percorsi che una donna può seguire (affidamento, adozione oppure la PMA). La coppia deve necessariamente capire e cambiare i suoi sentimenti, pensieri e comportamenti per poter vivere serenamente sia il rapporto, sia un eventuale genitorialità.
“Sono una single e voglio un figlio a tutti i costi” aspetti psicologici e sociali
Da qualche anno nei paesi dell’UE sta dilagando la moda della madre single per scelta, ovvero senza una relazione sentimentale fissa e stabile. Anche in Italia si sta diffondendo tale fenomeno, a darci dati certi è la clinica Manciagalli di Milano, che nel 2011 ha registrato tra le partorienti l’11 % dei casi in cui al momento del parto le donne hanno dato al bambino il proprio cognome. Stiamo parlando di donne sole che nei paesi dell’UE si affidano alle tecniche di fecondazione eterologa per poi tornare in Italia per il parto. Tali donne sono, spesso, come è facile intuire: benestanti, in carriera, indipendenti libere e autonome. Abbiamo detto che molte donne quando scatta l’ora biologica, scatta in loro la voglia del bambino: per sentirsi vive, complete, desiderate e accettate. Tali tipi di donne sradicano completamente l’idea di famiglia come nucleo centrale. Il cognome che da secoli è stato sempre il fulcro d’identità di appartenenza di un figlio, oggi, quasi come una rivalsa, le donne si rendono conto che un figlio appartiene anche a loro e possono fare a meno degli uomini, spesso assenti. Le donne di oggi sono emancipate, non stanno più dietro i fornelli; i figli non vengono a caso, ma sono desiderati perché rappresenta il loro progetto di vita[30] e, comunque, sono certe che saranno amati al punto giusto, non viziati solo perché manca un padre, perché esse sono impegnate con la carriera professionale e con la cura di sé. Sono stimolate nell’amare e farsi amare. Difatti, molte dopo aver avuto un figlio trovano un compagno perché si sentono serene, complete. Tale compagno diviene il padre sociale di questi bambini che, magari, dopo qualche anno vengono da questi adottati. Nel caso in questione, minore è il rischio di abbandono dei figli da parte delle madri. La libertà e l’indipendenza di cui godono le single le porta ad essere superiori ad eventuali pregiudizi all’interno della società. L’indipendenza però deve essere intesa come dipendenza matura (così definita da Erich Fromm, psicoanalista e sociologo tedesco). Il connubio tra l’autonomia e una sana dipendenza matura con l’altro sesso.
il caso dei genitori separati: Il terzo/quarto genitore sociale e il rapporto con lui/lei
In seguito alla separazione o al divorzio, il figlio può trovarsi a vivere in una famiglia ricomposta da uno dei genitori o da entrambi. In questi casi il “terzo e/o il quarto genitore” deve/ono trovare il modo di consacrare un rapporto di parentela che va oltre il legame di sangue, per vivere un quotidiano sereno. Questo per il bambino non deve essere una forzatura, né deve essere motivo di timore di offendere o deludere l’altro genitore biologico, per far ciò, infatti, i genitori biologici con quelli sociali devono, per il bene dei figli, mettere da parte asti, rancori, paure e cercare di avere un rapporto maturo fatto di stima e rispetto reciproco, cercare di imparare a condividere funzioni e responsabilità, e cercare di mantenere tale equilibrio per lo sviluppo armonico di questi. In effetti, abbiamo visto come la genitorialità non è data dal fattore genetico, o di sangue, ma è data da eredità trasmessa nella quotidianità attraverso le parole, i gesti, gli oggetti, i suoni, i sapori, le immagini e che trova nella memoria e nei sentimenti il suo punto di riferimento. Per questo, non vi è bisogno di norme giuridiche o di legami di sangue per instaurare un legame di genitorialità, esso, infatti, si basa esclusivamente sull’affettività e sulla qualità umana dell’adulto che si prende cura del bambino e che sarà determinante per la sua evoluzione. I bambini, di fronte alla presentazione della compagna o del compagno dei genitori, inizialmente come amici, hanno subito la percezione di un legame più forte, le femminucce, in particolar modo, diventano sospettose e attente. L’accettazione di questi “amici” è ben vista se uno dei genitori biologici è poco presente, li fanno entrare nel loro mondo affettivo, li definiscono “l’altro genitore” ma non bisogna mai tradire la loro fiducia. Dire al figlio/a la verità, e far entrare il compagno/a in “punta di piedi”, è il modo migliore per affrontare il cambiamento e per far capire che questa persona è aggiunta alla diade ma il rapporto genitore biologico –figlio sarà sempre esclusivo. Il fatto che il genitore sociale non possa esercitare nessuna autorità legale rende il rapporto molto difficoltoso, chi dovrebbe, invece, facilitarlo sono i genitori biologici. Secondo Fracescato[1]: i rapporti tra genitori sociali e figli sociali, sono positivi se c’è accordo nella nuova coppia, se c’è poca rivalità con il genitore naturale e se il genitore sociale non tenta di prendere il suo posto. Questo nuovo genitore deve, infatti, giocare un ruolo basato sul lento instaurarsi della fiducia, della stima e dell’affetto. Per Irène Théry e Meulders-Klein, quattro sono i principali fattori che influenzano la formazione di questo nuovo legame genitoriale: 1) l’età del bambino, se esso ha meno di cinque anni è possibile che nasca una relazione filiale; 2) la frequenza degli incontri con il genitore non affidatario; 3) la qualità della relazione tra il genitore sociale e il genitore biologico convivente; e, infine, 4) le caratteristiche personali di ciascun figlio. Il ruolo del genitore sociale è un ruolo tutto da inventare, esso altera il confine tra due tipi di socievolezza fondamentali che sono la genitorialità e l’amicizia. Siméon afferma che: “il legame che esiste tra il genitore sociale e i figli sociali, non si fonda su un rapporto di filiazione, ma di affiliazione, esso viene legittimato solo al termine del processo di socializzazione compatibile con la funzione educativa”. Questo legame si colloca ai limiti del rapporto genitore-figlio, molto più vicino ad un rapporto di amicizia in cui all’adulto viene riconosciuta una funzione di consigliere. I tratti principali che caratterizzano questo tipo di rapporto sono[2]:
1) la scelta: non si nasce genitori sociali ma lo si diventa - come non si nasce figli sociali ma lo si diventa - tale status sociale avviene dopo un lungo periodo di scelta e riconoscimento reciproco. Tale processo non interessa solamente la diade genitore sociale-figlio sociale, bensì l’insieme della costellazione familiare che successivamente al divorzio si deve modificare per integrare il nuovo venuto e la sua parentela;
2) la libertà: il fatto che tale tipo di rapporto non è riconosciuto dalla legge non è negativo, in quanto, l’eventuale rottura della coppia porrebbe dei limiti alla diade figlio sociale - genitore sociale perché aggiungerebbe l’incertezza all’incertezza al figlio, invece, bisogna giungere alla sola constatazione che si sta bene insieme;
3) il riconoscimento reciproco: ovvero la possibilità di stabilire tra genitore sociale – figlio sociale una relazione di confidenza e di complicità. Tale rapporto nasce solo se il nuovo adulto e i figli si riconoscono vicendevolmente e se entrambi credono nell’importanza della relazione.
Théry Irène e Davernas Marie-Josèphe[3] affermano che due sono le principali circostanze che possono portare alla ricomposizione familiare e, in ognuna di esse, il posto occupato dal nuovo partner assume significati differenti.
Se la ricomposizione avviene in seguito alla morte di uno dei coniugi, o, ad una fecondazione eterologa, ci si aspetta che il nuovo partner assuma il ruolo di “genitore sostitutivo”. In tal caso i figli vedono di buon occhio il posto vacante occupato dalla nuova figura genitoriale, vista anche come educativa. Al contrario, nel caso in cui la ricomposizione è a seguito di una separazione, divorzio o convivenza, il nuovo coniuge o partner del genitore divorziato non dovrà occupare nessun posto vacante, né assumerne le veci, bensì dovrà ritagliarsi uno spazio e un ruolo del tutto nuovo: il genitore- amico, in un’entità famigliare dissociata nella quale il padre e la madre biologici continuano ad esistere. Nella conquista di questo particolare ruolo di “genitore-amico” e nel processo di formazione di un legame con i figli sociali, il compagno della madre e la compagna del padre devono far fronte a difficoltà differenti. Il ruolo che deve assumere il padre sociale è più simile alla funzione paterna, che alla funzione di madre sociale al ruolo materno. Il padre sociale assume nei confronti del bambino una funzione di mediatore tra lui e la madre, questo non deve creare competizione affettiva nel padre biologico, in quanto il padre biologico sà di avere autorità legale e questo gli garantisce la tranquillità. Al contrario, la madre sociale deve contemporaneamente comportarsi come una madre e non dimenticare mai che non è la vera madre. Ella prende in carico l’organizzazione della casa e, in questa situazione, il rispetto della preminenza del ruolo della madre biologica non è facile da conciliare con la pratica concreta, soprattutto quando c’è disaccordo sulle cure e sull’educazione da dare ai bambini. In sintesi, possiamo affermare che il problema degli uomini è di dover esercitare la loro autorità senza sconfinare in quella paterna; quella delle donne, è di stabilire dei rapporti affettivi che non siano percepiti come un’esclusione o usurpazione del ruolo materno[4]. Il fatto di dover assumere e svolgere sin da subito, contemporaneamente, due ruoli, quello di partner di una coppia e quello di terzo genitore, crea molti problemi. C’è da tenere presente che se il terzo genitore ha delle aspettative nei confronti dei figli sociali, anche questi hanno un loro punto di vista su quello che deve essere il ruolo del partner del genitore in famiglia. Diversi sono i ruoli che il nuovo adulto può ricoprire una volta entrato a far parte del nucleo A. Oliverio Ferraris[5], ne ha individuati quattro:
L’amico: il padre/la madre sociale che riesce a diventare amico/a dei figli del partner, in genere, è il più soddisfatto. Infatti, è più facile che i ragazzi accettino che il nuovo adulto svolga un ruolo di amico, capace di fornire protezione e interessamento aggiuntivi. Tale amicizia, non implica l’andare d’accordo su tutto, ma un rapporto tra persone di età diversa, dove il più grande diventa man mano un punto di riferimento, egli è capace a livello empatico di percepire i sentimenti complessi dei figli sociali. Costruendo il proprio ruolo sull’amicizia, il genitore sociale dà ai figli del partner il tempo di conoscerlo e rispettarlo; inoltre, l’offerta dell’amicizia è da questi ultimi vissuta come meno minacciosa rispetto all’assunzione di un ruolo di guida o di autorità;
Il confidente: Questo ruolo risulta importante con i figli sociali adolescenti, difatti, essi, sentendosi lontani dai genitori biologici, percepiscono il ruolo confidenziale e di complicità resi dal genitore sociale, tale da poter costruire un rapporto di fiducia e stima;
L’altro genitore: tale ruolo viene riconosciuto dai più piccoli quando il genitore biologico è deceduto oppure assente. In tal caso egli diviene il mentore che trasmette abilità, informazioni e saggezza. Oppure, quando nella relazione che dura da anni i figli sociali riconoscono l’altro genitore. Nell’ultimo caso il genitore sociale non deve sostituire quello biologico, ma affiancarlo e, al contempo, deve trattare i figli tutti nello stesso modo e definire il posto e il ruolo, es.: lui è il primo figlio, lui il secondo, lei la terza, etc., che si tratti di figli solo di lui, solo di lei o di entrambi.
Il modello: I ragazzi hanno bisogno di modelli da imitare. I ragazzi provenienti da diversi modelli culturali e familiari hanno un’ottica diversa da quelli provenienti da famiglie tradizionali, sono più aperti ad affrontare le difficoltà della vita, ciò facilita lo sviluppo della maturità e dell’identità sessuale.
L’autrice A. Oliverio Ferraris[6], indica anche i tratti positivi che dovrebbe presentare il “terzo genitore”. Questo dovrebbe essere empatico, non stare sulle difensive o non reagire in maniera difensiva quando i figli sociali lo mettono alla prova, paragonandolo al genitore biologico, criticandolo o incolpandolo. Dovrebbe evitare di giudicare, essere ben disposto e flessibile, aperto al cambiamento, avere un’identità salda e non assumersi responsabilità che non gli competono.
nascita
Tuo figlio è
nato chi si occupa del bambino nei giorni di permanenza della maternità è il
neonatologo e le puericultrici, mentre il
ginecologo le ostetriche e le infermiere della madre, i tempi di permanenza e successiva
dimissione dalla maternità sono,
in situazioni normali, 72 ore ovvero
3 giorni, sia per la mamma
che per il bambino, di solito il padre del bambino o un altro parente prende la
mamma con il suo bambino e la si porta a casa.
In maternità e
successivamente a casa, verranno parenti ed amici a trovarvi a tutte le ore, tradizione è portare un pensierino alla madre o al piccolo prese da una precedente lista di nascita fatta dai genitori in un negozio di
solito tale lista poi continua
per il battesimo del piccolo. Intanto
i genitori hanno già preparato in maternità e a casa una confettata da dare ai parenti e amici azzurri per il maschietto e rosa
per le femminucce.
Hai avuto nove mesi di tempo per decidere che nome dare al bambino, la legge
prevede fino ad un max di tre nomi (ricorda
che al momento della formalizzazione la
virgola elimina dal secondo
nome in poi sui documenti). Su
internet potete vedere una rosa di nomi per maschietti e femminucce ed anche il
loro significato e il loro Santo e conseguente onomastico. Inoltre per
curiosità potete vedere su internet le caratteristiche del vostro cucciolo
informandovi sul suo segno zodiacale sulle caratteristiche sapendo il giorno
settimanale di nascita e l'ascendete con l'ora di nascita. Adesso è arrivato il
momento di formalizzare la scelta e di sbrigare un po’ di pratiche per garantire al piccolo i suoi diritti
di nuovo cittadino.
Il cognome: da poco si è
aperta un’altra strada: gli italiani, come già i cugini spagnoli facevano da
tempo, potranno dare ai loro figli sia il cognome
della madre che quello del padre. La Camera, infatti, ha approvato il
testo unico sul doppio cognome, con 239 favorevoli, 92 contrari e 69 astenuti.
Il testo approvato si è adeguato a quanto già previsto dalla Corte europea dei
diritti dell’uomo, che aveva condannato il nostro paese per violazione dei
diritti umani, lo scorso 7 gennaio 2014. Dare ai piccoli arrivati in famiglia
il cognome non solo del padre, ma anche della madre, è un diritto che non può
più essere trascurato.
Il testo unico
per il doppio cognome non era un nuovo arrivato tra i banchi dell’Aula della
Camera: già a luglio 2013 era stato rinviato a giudizio, latitante tra le
scaramucce tra le varie fazioni politiche. Per fortuna, ora le controversie
sembrano essersi appianate, a giudicare dalla netta superiorità di voti con cui
il testo è passato in Aula.
Cosa prevede ora la legge, quindi, in
materia di cognomi? Fondamentalmente la piena libertà di scelta. Alla nascita,
potrà essere indicato il cognome della madre soltanto, del padre soltanto, o
del padre e della madre assieme. Il tutto deve essere deciso concordemente da
entrambi i genitori, anche per quanto riguarda l’ordine: prima il cognome della
madre o del padre? Si può decidere di comune accordo, oppure attribuirgli
entrambi i cognomi in ordine alfabetico, come la legge prevede in mancanza di
accordo tra i genitori. Questa legge vale anche per i figli nati fuori dal
matrimonio e riconosciuti dopo la nascita dai due genitori: questo, però, solo
per il riconoscimento a poca distanza temporale dalla nascita. Per il
riconoscimento tardivo, infatti, il secondo cognome potrà essere aggiunto al
primo solo nel caso in cui ci sia il consenso sia dell’altro genitore che del
figlio, quest’ultimo solo se abbia già compiuto i 14 anni di età. Altra storia
per i figli adottati: loro mantengono il cognome originario, ma potrà essere
aggiunto anche il cognome di uno dei due genitori adottivi – uno soltanto – da
anteporre o far seguire a quello originario. In mancanza d’accordo, vale sempre
la regola dell’ordine alfabetico. I genitori con due cognomi, invece, potranno
decidere quale dei due passare al proprio figlio. Il ragazzo maggiorenne che
voglia aggiungere il cognome materno a quello del padre, infine, potrà farlo semplicemente con un atto
registrato all’anagrafe, da subito.
Inoltre la
scelta dei due cognomi va fatta solo col primo figlio, se dopo vengono altri
figli, difatti, devono avere lo stesso cognome/i e lo stesso ordine.
I documenti sono
tre: 1. L'atto di nascita, 2.
denuncia o dichiarazione di nascita; 3. L’iscrizione
all’anagrafe tributaria
1.
L’atto di nascita: è il documento rilasciato dal personale medico, che indica il luogo, l’anno, il mese,
il giorno e l’ora della nascita, il sesso del bambino e il/i nome/i e il/i
cognome/i che gli viene dato; sono inoltre indicate le generalità, la cittadinanza,
la residenza dei genitori.
2. La denuncia o dichiarazione di nascita
È la comunicazione ufficiale che il piccolo è venuto al mondo, il primo atto formale della sua vita.
È la comunicazione ufficiale che il piccolo è venuto al mondo, il primo atto formale della sua vita.
DOVE E QUANDO
Può essere effettuata entro tre giorni dal parto presso la Direzione Sanitaria dell’ospedale o della clinica dove il bimbo è nato, che provvederà a comunicarla all’Ufficiale di Stato Civile del Comune indicato dai genitori.
Può essere effettuata entro tre giorni dal parto presso la Direzione Sanitaria dell’ospedale o della clinica dove il bimbo è nato, che provvederà a comunicarla all’Ufficiale di Stato Civile del Comune indicato dai genitori.
In alternativa, la registrazione
può avvenire entro dieci
giorni dal giorno successivo
al parto:
- presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune di nascita del piccolo;
- presso quello di residenza dei genitori se è diverso rispetto a quello di nascita;
- presso quello di residenza della mamma, se è diverso da quello del papà.
Infine, la dichiarazione può essere fatta anche presso il Comune di residenza del papà, se diverso da quello della mamma, ma il neonato viene comunque iscritto d’ufficio all’anagrafe del Comune di residenza della madre.
- presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune di nascita del piccolo;
- presso quello di residenza dei genitori se è diverso rispetto a quello di nascita;
- presso quello di residenza della mamma, se è diverso da quello del papà.
Infine, la dichiarazione può essere fatta anche presso il Comune di residenza del papà, se diverso da quello della mamma, ma il neonato viene comunque iscritto d’ufficio all’anagrafe del Comune di residenza della madre.
CHI
La denuncia può essere effettuata da uno dei due genitori indifferentemente, se sono sposati e riconoscono entrambi il piccolo.
Se invece non sono sposati, ma riconoscono il figlio, alla denuncia devono essere presenti tutti e due.
Se è la sola mamma a riconoscere il bambino, deve essere lei a denunciarne la nascita. Il padre naturale non può riconoscerlo da solo.
Infine, nel caso in cui la mamma non abbia intenzione di riconoscere il bambino, sarà il Direttore Sanitario dell’ospedale a dichiarare la nascita del piccolo e alla mamma sarà garantito l’anonimato.
In ogni caso, la denuncia di nascita può essere effettuata da un incaricato della madre o dei genitori, munito di documento di identità e delega scritta.
La denuncia può essere effettuata da uno dei due genitori indifferentemente, se sono sposati e riconoscono entrambi il piccolo.
Se invece non sono sposati, ma riconoscono il figlio, alla denuncia devono essere presenti tutti e due.
Se è la sola mamma a riconoscere il bambino, deve essere lei a denunciarne la nascita. Il padre naturale non può riconoscerlo da solo.
Infine, nel caso in cui la mamma non abbia intenzione di riconoscere il bambino, sarà il Direttore Sanitario dell’ospedale a dichiarare la nascita del piccolo e alla mamma sarà garantito l’anonimato.
In ogni caso, la denuncia di nascita può essere effettuata da un incaricato della madre o dei genitori, munito di documento di identità e delega scritta.
QUALI DOCUMENTI
SERVONO
La carta di identità del dichiarante. Se la denuncia viene effettuata presso l’Ufficio di Stato Civile, occorre il certificato di assistenza al parto rilasciato dal medico o dall’ostetrica.
La carta di identità del dichiarante. Se la denuncia viene effettuata presso l’Ufficio di Stato Civile, occorre il certificato di assistenza al parto rilasciato dal medico o dall’ostetrica.
LA SCELTA DEL
NOME
In questa occasione i genitori comunicano come si chiamerà il bimbo. I nomi non possono essere più di tre.
In questa occasione i genitori comunicano come si chiamerà il bimbo. I nomi non possono essere più di tre.
In tal caso l'ufficiale
di stato civile al comune rilascia questi tre certificati che hanno una
validità illimitata:
1. il
certificato di nascita, ove sono indicate le
generalità dell’interessato;
2. l’estratto per riassunto è un atto che si differenzia dal
certificato per una maggiore completezza in quanto è completo delle
annotazioni. Tutte le modifiche o le integrazioni avvenute a seguito delle
annotazioni dovranno essere riportate nell’estratto per riassunto (apertura di
tutela, nomina di tutore o curatore, matrimonio, divorzio, cessazione degli
effetti civili del matrimonio concordatario, interdizione, acquisto o perdita
della cittadinanza italiana, morte presunta, morte). Inoltre possono essere
indicate la paternità e la maternità, su richiesta dell’interessato ed al fine
di esercitare diritti o doveri derivanti dallo stato di legittimità o di
filiazione.
3. l’estratto per copia integrale consiste nella vera e propria
riproduzione per intero dell’atto originale. L’estratto per copia integrale
deve contenere l’attestazione, da parte di chi lo rilascia, che la copia è
conforme all’originale.
3. L’iscrizione all’anagrafe tributaria
Permette di ottenere il rilascio del codice fiscale del neonato che, a sua volta, è indispensabile per iscrivere il bambino al Servizio Sanitario e scegliere il pediatra.
Permette di ottenere il rilascio del codice fiscale del neonato che, a sua volta, è indispensabile per iscrivere il bambino al Servizio Sanitario e scegliere il pediatra.
DOVE E QUANDO
Può essere effettuata in qualsiasi momento dopo la denuncia di nascita, presso l’Ufficio Entrate di zona o presso gli uffici del Comune dove è stato registrato il bambino. Il rilascio del codice fiscale è immediato. In alcuni comuni, l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria avviene automaticamente con la dichiarazione di nascita: l’Ufficiale di Stato Civile comunica i dati del bambino all’Anagrafe Tributaria, che spedisce il codice fiscale a casa del piccolo entro pochi giorni. Da gennaio del 2004 al bambino viene inviata una tessera plastificata che riporta il codice fiscale e funge anche da tessera sanitaria nazionale e tessera sanitaria europea: dà accesso gratuito alle prestazioni necessarie sul territorio nazionale italiano e su quello dei Paesi dell’UE. Non sostituisce, però, l’iscrizione al Servizio Sanitario, da effettuare presso la ASL di residenza, e il libretto sanitario.
Può essere effettuata in qualsiasi momento dopo la denuncia di nascita, presso l’Ufficio Entrate di zona o presso gli uffici del Comune dove è stato registrato il bambino. Il rilascio del codice fiscale è immediato. In alcuni comuni, l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria avviene automaticamente con la dichiarazione di nascita: l’Ufficiale di Stato Civile comunica i dati del bambino all’Anagrafe Tributaria, che spedisce il codice fiscale a casa del piccolo entro pochi giorni. Da gennaio del 2004 al bambino viene inviata una tessera plastificata che riporta il codice fiscale e funge anche da tessera sanitaria nazionale e tessera sanitaria europea: dà accesso gratuito alle prestazioni necessarie sul territorio nazionale italiano e su quello dei Paesi dell’UE. Non sostituisce, però, l’iscrizione al Servizio Sanitario, da effettuare presso la ASL di residenza, e il libretto sanitario.
CHI
Dove l’iscrizione non è automatica, può effettuarla uno dei genitori o un loro incaricato.
Dove l’iscrizione non è automatica, può effettuarla uno dei genitori o un loro incaricato.
QUALI DOCUMENTI
SERVONO
Il certificato di nascita del bebè, rilasciato dall’Ufficiale di Stato Civile al momento della dichiarazione di nascita, o un’autocertificazione della nascita firmata da un genitore.
Il certificato di nascita del bebè, rilasciato dall’Ufficiale di Stato Civile al momento della dichiarazione di nascita, o un’autocertificazione della nascita firmata da un genitore.
Iscrizione al servizio sanitario e scelta del pediatra
Serve a ottenere il rilascio del libretto sanitario del bambino e gli dà diritto all’assistenza del pediatra.
Serve a ottenere il rilascio del libretto sanitario del bambino e gli dà diritto all’assistenza del pediatra.
DOVE E QUANDO
Può essere effettuata in qualunque momento dopo l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria, presso gli uffici della ASL di residenza del bambino.
Può essere effettuata in qualunque momento dopo l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria, presso gli uffici della ASL di residenza del bambino.
CHI
Da uno dei genitori o da un loro incaricato.
Da uno dei genitori o da un loro incaricato.
QUALI DOCUMENTI
SERVONO
Il certificato di nascita o l’autocertificazione firmata da uno dei genitori e il codice fiscale del bambino.
Il certificato di nascita o l’autocertificazione firmata da uno dei genitori e il codice fiscale del bambino.
LA SCELTA DEL PEDIATRA
In questa occasione, i genitori scelgono il pediatra che seguirà il loro bambino, I pediatri sono infatti impegnati nella prevenzione, cura e riabilitazione dei bambini e dei ragazzi tra 0 e 14 anni.
In questa occasione, i genitori scelgono il pediatra che seguirà il loro bambino, I pediatri sono infatti impegnati nella prevenzione, cura e riabilitazione dei bambini e dei ragazzi tra 0 e 14 anni.
Il pediatra è
obbligatorio per i bambini fino ai 6 anni; per i bambini tra i 6 e 14 anni la
scelta può essere tra pediatra e medico di famiglia. Al compimento dei 14 anni,
la revoca è automatica. Il rapporto tra il Pediatra e il Ssn è regolato da
Accordi nazionali e regionali.
Si può richiedere il mantenimento della scelta fino a 16 anni di età, soltanto per documentate patologie croniche o situazioni di handicap.
Si può richiedere il mantenimento della scelta fino a 16 anni di età, soltanto per documentate patologie croniche o situazioni di handicap.
Poi il bambino passa automaticamente al medico dell'
adulto altrimenti detto medico di famiglia.
inoltre avranno La Tessera
Sanitaria Nazionale e la Carta Regionale dei Servizi
Dal gennaio 2004, tutti i nuovi nati italiani o residenti in Italia ricevono, entro 12 giorni dall’iscrizione all’Anagrafe Tributaria, un tesserino plastificato con i dati anagrafici e il codice fiscale. È la tessera sanitaria nazionale, che garantisce al bimbo il diritto di accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario e a eventuali cure mediche necessarie se viaggia in un Paese dell’Unione Europea (sostituisce il vecchio modulo E111).
Muniti della tessera sanitaria nazionale, i genitori devono poi iscrivere il piccolo al Servizio Sanitario Regionale, rivolgendosi alla ASL di zona, scegliendo un pediatra tra quelli disponibili negli elenchi e ritirando il libretto sanitario, che dovrà essere esibito ogni volta che vengono prenotati esami o prestazioni mediche.
Negli ultimi anni, in alcune Regioni come la Lombardia sono state attivate le carte regionali dei servizi, tessere plastificate con un microchip, che coprono la funzione sia di tessera sanitaria nazionale, sia di libretto sanitario e offrono numerosi altri servizi: permettono al medico o al pediatra di famiglia e ai sanitari del pronto soccorso di accedere immediatamente alla cartella clinica del paziente; consentono al cittadino di cambiare medico o pediatra e prenotare esami e prestazioni direttamente dal computer di casa, se attrezzato con un opportuno lettore, oppure da una farmacia convenzionata con il sistema informatico. Le modalità per ottenere queste carte cambiano da Regione a Regione, disponibili nel registro della loro ASL di residenza.
Il battesimo di solito si fa nei primi due mesi dalla nascita in tale occasione si sceglie una madrina o un padrino indifferentemente dal sesso del piccolo battezzando, e con questi e il parroco si fa un corso di preparazione al battesimo 2/3 lezioni. In tale occasione si fa la lista di battesimo per i regali in un negozio a scelta dei genitori ed i confetti azzurri per i maschietti e rosa per le femminucce.
I buchi alle orecchie specialmente se
è femmina: queste tradizioni medievali solo per togliere lo sfizio alle mamme di
vederle graziose con gli orecchini sono
ormai obsolete. I bimbi piccoli si fanno male e può anche darsi che non li voglia
affatto. Consiglio lasciamo che crescono
e scelgano loro quando fare i fatidici fori
ai lobi delle orecchie.
Il bagnetto Per
le prime due settimane di vita è consigliabile evitare il bagnetto al neonato. In
queste fasi è preferibile lavarlo accuratamente, ma senza bagnare il moncone del cordone ombelicale da cui si originerà l’ombelico.
Bisogna, infatti, attenderne
la caduta, che avviene in genere intorno ai 10-15 giorni di vita. Il bagnetto al neonato è
controindicato perché l’acqua ostacola la cicatrizzazione dei tessuti e
potrebbe così ritardarne la caduta o favorire la comparsa di un’infezione. Si
può allora lavarlo sotto
l’acqua corrente sfruttando direttamente il getto del rubinetto (sulle varie
parti del corpo, come sederino, piedini e gambe) con acqua tiepida. In
attesa che arrivi il momento di fare il bagnetto al neonato, può essere utile
usare un detergente oleoso specifico per neonati da applicare con un batuffolo
di cotone da buttare dopo l’uso. Per il neonato, è soprattutto un momento
ludico. Per il bebè sono da preferire le apposite vaschette di materiale
plastico, non solo più comode per mamma e piccolo ma anche più facilmente
lavabili e disinfettabili, allo scopo di garantire igiene e sicurezza. La temperatura dell’acqua deve
essere intorno ai 37° C, come
quella del corpo, da misurare con gli appositi termometri da bagno, mentre quella della stanza non dovrebbe
mai scendere al di sotto dei 20° C. Nell’acqua
va disciolto un detergente oleoso o cremoso anallergico e specifico per bimbi
piccoli La pelle del neonato è molto fragile: le fibre di collagene ed
elastina, che danno sostegno e forza alla cute, sono poco sviluppate e manca
del tutto il film idrolipidico, quello strato di grasso che difende dalle
aggressioni esterne. Molto sottile e poco protetta, tende a inaridirsi e a
irritarsi con facilità. Per questo vanno usati i detergenti specifici dalle
formule super-delicate. Non esiste un’ora specifica e valida per tutti per il
bagnetto: in genere, è preferibile la sera, prima dell’ultima poppata, perché
il bimbo si rilassa e si addormenta con maggior facilità. Fare il bagnetto è
un’esperienza in genere molto gradita al piccolo ma deve durare lo stretto
necessario, non più di dieci
minuti, allo scopo di
limitare eventuali possibili desquamazioni della pelle. Quando si immerge il
bebè nell’acqua occorre sempre sostenere con una mano il collo e la testa del
piccolo, poiché non è ancora in grado di farlo da solo. Con l’altra mano si può
lavare il pancino, i piedini e le gambine. Con una spugna imbevuta di acqua e
detergente, è bene massaggiare con delicatezza la testa, facendo attenzione a
non far colare l’acqua negli occhi. Per ultimo, è bene girare il piccolo,
facendogli appoggiare il pancino sul proprio avambraccio e con l’altra mano
lavargli la schiena.
come
cambiare il pannolino al neonato: maglietta intima
o body, calzini), un telo pulito e asciutto, crema protettiva, acqua,
detergente e dischetti di cotone (o salviettine inumidite, se l’acqua non è
disponibile).
2- Lavarsi bene le
mani prima di iniziare il cambio del pannolino.
3-
Stendere l’asciugamano sul fasciatoio e adagiare il bambino disteso a pancia in
su.
4-
Svestire il bambino, sfilando la tutina dalle gambe; sollevarla e ripiegarla
all’indietro. Slacciare il pannolino sporco, senza toglierlo, se il bambino si
è scaricato, usare lo stesso pannolino per rimuovere la parte più consistente
delle feci, ripiegare il pannolino sotto il sederino e sfilarlo.
5-
Pulire accuratamente la zona genitale con i dischetti di cotone imbevuti di
acqua tiepida o sotto l’acqua corrente, con sapone neutro, lungo le pieghe
inguinali.
6-
Nelle femmine, procedere con movimenti dall’avanti all’indietro (per non contaminare
l’area con i germi intestinali presenti nelle feci), ricordandosi di detergere
anche la zona vulvare, tra le grandi e piccole labbra.
7-
Nei maschi che presentano ancora la parte terminale del pene coperta da una
sottile pellicina (prepuzio), lavare solo la zona esterna. Nei bimbi più
grandicelli, abbassare delicatamente il prepuzio e lavare anche la punta del
pene, per rimuovere eventuali depositi di smegma (una sostanza secreta dai
genitali, mischiata a cellule cutanee, sebo e materiali umidi provenienti dalle
urine).
8-
Asciugare con cura tutta l’area, facendo attenzione alle pieghe, perché
l’umidità può causare macerazione e quindi irritazioni cutanee.
9-
Applicare un velo di pasta protettiva per evitare gli arrossamenti e la
comparsa di eritema da pannolino, dovuto al contatto con feci e urine.
10-
Procedere al cambio del pannolino: aprirlo, infilarlo sotto il sederino, far
passare la parte anteriore tra le cosce e allacciarlo sul davanti, senza
stringere troppo.
disinfettare
e favorire la caduta del moncone Per favorire la
caduta del moncone ombelicale ed evitare la comparsa di infezioni è necessario
medicarlo almeno due volte al giorno con garze sterili imbevute di alcool
denaturato o di mercuro-cromo. L'obiettivo
è quello di favorire la disidratazione e di conseguenza la mummificazione (cioè il processo di essiccamento) del
cordone per accelerarne la caduta. Per la disinfezione del funicolo si procede
nel modo seguente: prendere con delicatezza l'estremità libera del moncone
aiutandosi con una garza sterile asciutta; detergere l'attaccatura del cordone
con una garza imbevuta di alcool o di mercuro-cromo; dopo aver tamponato
l'inserzione del funicolo, avvolgere il moncone in una garza sterile imbevuta
di alcool, facendo diversi giri. Non abbiate paura di causare bruciori al bebè
poiché il moncone non è innervato e di conseguenza è privo di sensibilità. Può
capitare che il neonato
pianga durante la medicazione non
per effetto del disinfettante o del dolore, ma solo perché infastidito dal
contatto con l'alcool, che è freddo; fissare la fasciatura con una retina
elastica tubolare (in vendita in farmacia o nei supermercati), che si infila
con facilità dalle gambe attorno all'addome del piccolo. Non usare cerotti che
possono irritare la pelle delicata del neonato. È necessario ripetere la
medicazione ogni qualvolta si cambia il pannolino, se la garza si bagna di
pipì. Una volta caduto(solitamente
dopo una - due settimane dal parto) il moncone (che al momento della
separazione è costituito da un moncherino nero, di consistenza duro-lignea),
occorre continuare le medicazioni ancora per alcuni giorni applicando una garza
sterile imbevuta di alcool o di mercuro-cromo sull'ombelico, fissandola
successivamente con una garza elastica. Non è infrequente osservare sulla
ferita ombelicale la presenza di scarse tracce siero-ematiche o di crosticine
che vanno allontanate con l'impiego di un disinfettante locale. Una volta che
l'ombelico si è ben chiuso e cicatrizzato, la crosta si stacca spontaneamente:
è possibile allora sospendere le medicazioni, ma è meglio aspettare ancora 2-3
giorni prima di fare il primo bagnetto.
LA FONTANELLA: La testa del neonato è senz'altro una delle
parti del suo corpo più delicate: alla nascita, le ossa del cranio del neonato
non sono ancora saldate e risultano più morbide e flessibili rispetto a quelle
degli adulti. Lo sviluppo della scatola cranica infatti si completa solo dopo la
nascita, durante il primo anno di vita del bambino. Nel cranio, le
ossa sono separate da una linea chiamata sutura; nel punto in cui si incontrano due o più suture
si crea uno spazio, chiamato fontanella, costituito da una membrana fibrosa
flessibile e resistente. Le fontanelle sono importantissime perchè danno alla
testa del bambino la necessaria elesticità per attraversare il canale del parto
e, nel corso del primo anno di vita del bambino, la loro flessibilità permette
al cervello di avere tutto lo spazio necessario per svilupparsi. Il numero delle fontanelle può
variare da sei a otto, ma quelle più importanti per grandezza sono due,
entrambe poste lungo la linea mediana del cranio:
* la fontanella anteriore: ha una forma romboidale di circa 5 centimetri di larghezza ed è facile da individuare al tatto. Si trova alla sommità della testa in corrispondenza della giunzione delle suture sagittale e coronale; si chiude generalmente intorno al 18° mese di vita del bambino.
*la fontanella posteriore: ha una forma triangolare ed è più piccola rispetto alla fontanella anteriore (1,5 centimetri), perciò un po' più difficile da individuare. Si trova nella parte posteriore della testa, tra le ossa occipitali e parietali e si chiude intorno alla 6°-8° settimana di vita.
Fino a quando le fontanelle non si saldano completamente, è necessario trattare con cautela ed attenzione la testa del bambino. Tuttavia c'è da dire che, come tessuti flessibili e resistenti, le fontanelle rendono il cranio di un bambino capace di attutire meglio gli eventuali colpi alla testa rispetto al cranio di un adulto. Per questo motivo non bisogna avere troppa paura di toccare la testa del piccolo, o di lavarlo e pettinarlo nei momenti dedicati alle cure quotidiane.
Nei bambini con pochi capelli si può notare che la fontanella anteriore pulsa sporadicamente e ciò è del tutto normale. Le fontanelle vanno tenute sotto controllo perchè il loro stato e le dimensioni, in particolare di quella anteriore, possono essere indicative dello stato di salute del bambino. Per questo motivo le fontanelle vengono controllate periodicamente dal pediatra fino alla loro completa chiusura.
Se la fontanella anteriore appare abbassata quando il bambino ha la febbre o fa molto caldo c'è il rischio che il piccolo sia disidratato e abbia quindi bisogno di bere più liquidi.
Nel caso in cui la fontanella apparisse tesa e dura è necessario rivolgersi immediatamente al pediatra perchè questo potrebbe essere il segnale di una patologia cranica anche molto seria. Talvolta la chiusura precoce o tardiva della fontanella anteriore può segnalare un problema di salute del bambino.
A questo proposito c'è da dire che se la circonferenza del capo del piccolo cresce entro i limiti normali e se il suo sviluppo psicomotorio procede correttamente una chiusura che non avviene entro i tempi medi non deve preoccupare eccessivamente, anche se è sempre bene rivolgersi al pediatra. In alcuni casi, la chiusura troppo precoce della fontanella anteriore può compromettere il normale accrescimento del cranio provocando una patologia che prende il nome di craniostenosi, per la quale in genere risulta necessario intervenire chirurgicamente. Una chiusura eccessivamente tardiva potrebbe invece essere il segnale di carenze particolari, come ad esempio di vitamina D) o di patologie anche molto gravi come
* l'idrocefalia, ossia un aumento del liquido e quindi della pressione endocranica, che causa un aumento abnorme delle dimensioni del cranio,
* il rachitismo, cioè una insufficiente calcificazione delle ossa che può provocare cedevolezza o deformità delle ossa stesse, da verificare mediante esami del sangue;
* la disostosi cleido-cranica una malattia congenita rara, in cui la malformazione riguarda anche la clavicola.
* la fontanella anteriore: ha una forma romboidale di circa 5 centimetri di larghezza ed è facile da individuare al tatto. Si trova alla sommità della testa in corrispondenza della giunzione delle suture sagittale e coronale; si chiude generalmente intorno al 18° mese di vita del bambino.
*la fontanella posteriore: ha una forma triangolare ed è più piccola rispetto alla fontanella anteriore (1,5 centimetri), perciò un po' più difficile da individuare. Si trova nella parte posteriore della testa, tra le ossa occipitali e parietali e si chiude intorno alla 6°-8° settimana di vita.
Fino a quando le fontanelle non si saldano completamente, è necessario trattare con cautela ed attenzione la testa del bambino. Tuttavia c'è da dire che, come tessuti flessibili e resistenti, le fontanelle rendono il cranio di un bambino capace di attutire meglio gli eventuali colpi alla testa rispetto al cranio di un adulto. Per questo motivo non bisogna avere troppa paura di toccare la testa del piccolo, o di lavarlo e pettinarlo nei momenti dedicati alle cure quotidiane.
Nei bambini con pochi capelli si può notare che la fontanella anteriore pulsa sporadicamente e ciò è del tutto normale. Le fontanelle vanno tenute sotto controllo perchè il loro stato e le dimensioni, in particolare di quella anteriore, possono essere indicative dello stato di salute del bambino. Per questo motivo le fontanelle vengono controllate periodicamente dal pediatra fino alla loro completa chiusura.
Se la fontanella anteriore appare abbassata quando il bambino ha la febbre o fa molto caldo c'è il rischio che il piccolo sia disidratato e abbia quindi bisogno di bere più liquidi.
Nel caso in cui la fontanella apparisse tesa e dura è necessario rivolgersi immediatamente al pediatra perchè questo potrebbe essere il segnale di una patologia cranica anche molto seria. Talvolta la chiusura precoce o tardiva della fontanella anteriore può segnalare un problema di salute del bambino.
A questo proposito c'è da dire che se la circonferenza del capo del piccolo cresce entro i limiti normali e se il suo sviluppo psicomotorio procede correttamente una chiusura che non avviene entro i tempi medi non deve preoccupare eccessivamente, anche se è sempre bene rivolgersi al pediatra. In alcuni casi, la chiusura troppo precoce della fontanella anteriore può compromettere il normale accrescimento del cranio provocando una patologia che prende il nome di craniostenosi, per la quale in genere risulta necessario intervenire chirurgicamente. Una chiusura eccessivamente tardiva potrebbe invece essere il segnale di carenze particolari, come ad esempio di vitamina D) o di patologie anche molto gravi come
* l'idrocefalia, ossia un aumento del liquido e quindi della pressione endocranica, che causa un aumento abnorme delle dimensioni del cranio,
* il rachitismo, cioè una insufficiente calcificazione delle ossa che può provocare cedevolezza o deformità delle ossa stesse, da verificare mediante esami del sangue;
* la disostosi cleido-cranica una malattia congenita rara, in cui la malformazione riguarda anche la clavicola.
la visita endocrinologica pediatrica l'endocrinologo si occupa degli ormoni egli monitora il bambino nella crescita staturale e nel peso.
i vaccini
Ecco il
calendario delle vaccinazioni offerte attivamente e gratuitamente a tutta la
popolazione.
Vaccino
|
Nascita
|
3° mese
|
5° mese
|
6° mese
|
11° mese
|
13° mese
|
15° mese
|
5-6 anni
|
11-18 anni
|
> 65 anni
|
Ogni 10 anni
|
Difterite-Tetano-Pertosse
|
DTPa
|
DTPa
|
DTPa
|
DTPa1
|
dTpa
|
dT2
|
|||||
Poliomielite
|
IPV
|
IPV
|
IPV
|
IPV
|
|||||||
Epatite B
|
HBV3
|
HBV
|
HBV
|
HBV
|
|||||||
Haemophilus
Influenzae b |
Hib
|
Hib
|
Hib
|
||||||||
Morbillo-Parotite-Rosolia
|
MPR
|
MPR
|
MPR4
|
||||||||
Pneumococco
|
PCV
|
PCV
|
PCV
|
||||||||
Meningococco C
|
Men C5
|
Men C5
|
|||||||||
Infezione
papillomavirus umano
|
HPV6 (2 o
3 dosi)
|
||||||||||
Influenza
|
Influenza
|
||||||||||
Varicella
|
Var7 (2
dosi)
|
||||||||||
Meningite
B
|
Men B
|
Men B
|
Men B
|
Men B
|
|||||||
·
Meningite C
|
Men C
|
Men C
|
Dai 12 anni in poi 1 dose
|
||||||||
·
Epatite A
|
Hpv A
|
Hpv A
|
Dai 50 in poi Hpv A
|
||||||||
·
Erpes Zoster
|
Dai 64 in poi
|
||||||||||
·
rortariovirus
|
Dai 3 ai 7 mesi
|
·
3° mese si intende dal 61° giorno di vita
·
5-6 anni si intende dal 5° compleanno (5 anni e 1 giorno) ai 6 anni e 364
giorni(7° compleanno)
·
12° anno si
intende da 11 anni e 1 giorno (11° compleanno) fino a 11 anni e 364 giorni (12°
compleanno)
·
11-18 anni si intende da 11 anni e
un giorno (11° compleanno) fino ai 17 anni e 364 giorni (18° compleanno)
Note
1.
Dopo il compimento dei 7 anni è necessario utilizzare la
formulazione con vaccino antidifto-tetanico-pertossico acellulare di tipo
adolescenziale-adulto (dTpa).
2.
Gli adulti con anamnesi incerta per il ciclo primario di
vaccinazione con dT devono iniziare o completare la vaccinazione primaria. Un
ciclo primario per adulti è composto da 2 dosi di vaccino contenente tetano e
difterite (dT) e una terza dose con vaccino dTpa. Le prime 2 dosi devono essere
somministrate a distanza di almeno 4 settimane l’una dall’altra e la terza dose
6-12 mesi dopo la seconda. I successivi richiami devono essere effettuati ogni
10 anni (a partire dal completamento della serie primaria) e almeno una delle
dosi booster di vaccino dT dovrebbe essere rimpiazzata da 1 dose di vaccino
dTpa.
3.
Per i bambini nati da madri positive per HBsAg: somministrare
entro le prime 12-24 ore di vita, contemporaneamente alle immunoglobuline
specifiche antiepatite B, la prima dose di vaccino anti-HBV; il ciclo andrà
completato con una seconda dose a distanza di 4 settimane dalla prima, con una
terza dose dopo il compimento della ottava settimana e con la quarta dose in un
periodo compreso tra l'undicesimo e il dodicesimo mese di vita, anche in
concomitanza con le altre vaccinazioni.
4.
In riferimento ai focolai epidemici in corso, si ritiene
opportuno, oltre al recupero dei soggetti suscettibili in questa fascia d’età
(catch up) anche una ricerca attiva ed immunizzazione dei soggetti
conviventi/contatto, non vaccinati (mop up).
5.
Dose singola. La somministrazione a 11-18 anni va considerata
nei soggetti non vaccinati nell’infanzia.
6.
Per entrambi i vaccini il numero di dosi dipende dall’età del
soggetto. Per il sesso femminile, nel corso del 12° anno di vita, si segue lo
schema a 2 dosi: vaccino bivalente (contro i genotipi 16 e 18 di HPV) e vaccino
quadrivalente (contro i genotipi 6, 11, 16 e 18 di HPV): 0 e 6 mesi. Il vaccino
quadrivalente può essere somministrato anche secondo una schedula a 3 dosi (0,
2, 6 mesi: la seconda dose ad almeno 1 mese dalla prima dose e la terza dose
almeno 3 mesi dopo la seconda dose; le 3 dosi devono essere somministrate entro
un periodo di 1 anno.
7.
Nei soggetti anamnesticamente negativi e non precedentemente
vaccinati è prevista la somministrazione di due dosi a distanza di un mese
l’una dall’altra.
Le risorse endogene che attiva il cucciolo e la madre alla nascita sono:
L’imprinting, Konrad
Lorenz (gli studi etologici di Lorenz che dimostravano come i piccoli di anatroccolo,
privati della figura materna naturale, seguivano un essere umano o qualsiasi
altro oggetto, nei confronti del quale sviluppavano un forte legame che andava
oltre la semplice richiesta di nutrizione, dato che questo tipo di animale si
nutre autonomamente di insetti): essa è una particolare modalità di apprendimento che può avvenire solo nelle prime ore (entro le 36 ore
circa) dopo la nascita. Si tratta di una registrazione
cerebrale della prima immagine vista dal bambino alla nascita e delle percezioni
sensoriali;
Il
bonding di Bowlby: fu Harlow che fece delle ricerche con due modelli
artificiali di mamma di scimpanzè, precisamente con i macachi Rhesus, per la
salute emotiva e la sopravvivenza fisica fornendo a Bowlby il fondamento
scientifico che egli riteneva necessario per aggiornare la teoria
psicoanalitica. I piccoli di scimmia venivano messi a confronto con una “madre
fantoccio” fatta di freddo metallo alla quale era attaccato un biberon e con
un’altra “madre fantoccio” senza biberon, ma coperta di una stoffa morbida,
spugnosa e pelosa. Le piccole scimmie mostrarono una chiara preferenza per la
madre “pelosa” passando fino a diciotto ore al giorno attaccate ad essa (come
avrebbero fatto con le loro madri reali anche se erano nutrite esclusivamente
dalla madre fantoccio “allattante”. La scimmiotta andava dalla madre con il
poppatoio solo per nutrirsi, mentre mostrava un atteggiamento di attaccamento
nei confronti dell’ altra madre pelosa e morbida, figura in grado di dare
calore e morbidezza. Inoltre, quando veniva introdotto un oggetto minaccioso
nella gabbia, la scimmia cercava protezione e sicurezza dalla madre di pezza. I coniugi Kennel e Klaus fecero ricerche sui bambini: essi definiscono il "bonding"
come “la relazione unica tra due individui, specifica e perseverante nel tempo”, l'abbraccio, il bacio e lo sguardo,
quali indici di attaccamento in via di evoluzione, quindi:
· nella madre e nel padre si sviluppa
attraverso: le tenerezze: il vezzeggiare, baciare, coccolare, guardare.
·
i I cinque sensi:
n nel bambino si sviluppa attraverso i 5 sensi di cui alla nascita è già dotato: la vista, l'udito, l'odorato, tatto e gusto:
i I cinque sensi:
n nel bambino si sviluppa attraverso i 5 sensi di cui alla nascita è già dotato: la vista, l'udito, l'odorato, tatto e gusto:
· bambino vede nel primo mese,
“Il primo sguardo non si scorda mai”, il primo sguardo della madre e del padre
col bambino dovrebbe avvenire entro le prime
due ore in modo tale che la
madre si sentirebbe rassicurata e non rischierebbe un baby blues e il bambino
non si sentirebbe spaesato rischiando di divenire un piagnucolone, tale periodo
è definito"periodo sensibile", gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17
ai 30 cm, che è
esattamente la distanza che
c’è tra il viso della mamma e del bambino tenuto in braccio; inoltre è attratto dai contrasti e
mette a fuoco cose rotonde e scure, (come il capezzolo della mamma e gli
occhi). Invece, dai quattro ai sei mesi, il bambino sviluppa completamente la
vista ed è capace di seguire il moto degli oggetti in qualsiasi
direzione.
· Già da prima della nascita ha
uno spiccato udito, Il bambino riconosce la voce della mamma,
la mamma riconosce il pianto del suo bambino. Il bambino è attratto da suoni
ritmici come quelli dei carillon ed è infastidito da rumori particolarmente
forti e acuti; nello stesso tempo, la mancanza di rumori può renderlo nervoso e
piangere;
· la mamma e il bambino si riconoscono
dall’odore;
· Anche il tatto è
estremamente sviluppato sin dalla nascita, il neonato non è in grado di
auto-termoregolarsi, quindi la temperatura corporea della mamma è la
temperatura ideale per mantenere quella del piccolo, il bambino si sente al
sicuro tra le braccia della madre.
· Il riflesso di suzione che consente al neonato di attaccarsi
alla tettarella del biberon o
al seno della madre e di nutrirsi del latte materno”. Egli è capace di distinguere benissimo i quattro
sapori base: amaro, dolce,
salato e acido. Ciò conferma
la sua predisposizione ad un’alimentazione a base di latte e la nostra tendenza
da adulti a "coccolarci" con qualcosa di dolce quando siamo tristi o
in preda dello sconforto, il sapore dolce nutre e rassicura.
Diventar neo
papà: Sempre più
spesso si parla di invidia del padre, i padri oggi cercano di vivere il
più possibile l’esperienza vicino alla propria compagna perché invidiano
l’esperienza della gravidanza della moglie. In proposito ci sono tesi diverse
da come è considerato il padre: la Klein sostenne che: il diventar padre
riattiverebbe nell’uomo le dinamiche edipiche, ovvero la trasformazione della
propria moglie in madre, porta alla fantasia di aver dato, alla propria madre,
un figlio. Spitz: considera il padre, il primo estraneo. Mahler: ne rileva gli
aspetti positivi, il padre è colui che aiuta il bambino nel processo di
individuazione e separazione dalla madre. M. Renna sostiene che: i padri, oggi
sono perfetti sostituti materni.
Diventar neo
mamma o puerpera: Il puerperio è il periodo della
madre compreso fra il parto e la ripresa della normale attività ovarica ed ha
una durata approssimativa di sei settimane o 1 mese e mezzo. Dopo due settimane dal parto compaiono delle perdite
molto simili ad una mestruazione; in realtà queste perdite sono i lochi, frammenti di
rivestimento uterino e sangue che vengono espulse dall’utero.
I lochi non vanno confusi con l’inizio delle mestruazioni: le perdite genitali o ematiche possono durare più del normale (8-10 giorni) ed essere particolarmente abbondanti
e cambiano colore e consistenza nel tempo, dal rosso vivo al biancastro.
La prima vera mestruazione dopo la gravidanza, detta capoparto, compare dopo circa quaranta giorni dalla nascita del bimbo.
I lochi non vanno confusi con l’inizio delle mestruazioni: le perdite genitali o ematiche possono durare più del normale (8-10 giorni) ed essere particolarmente abbondanti
e cambiano colore e consistenza nel tempo, dal rosso vivo al biancastro.
La prima vera mestruazione dopo la gravidanza, detta capoparto, compare dopo circa quaranta giorni dalla nascita del bimbo.
Da un punto di
vista pedagogico essere neomamma o puerpera può temporaneamente
mettere in ombra la parte più sensuale di una donna, raffreddando in parte o
completamente la sfera intima della coppia. A ciò si aggiungono
le modificazioni fisiche che inevitabilmente fanno si che la neomamma
si percepisca come meno attraente, oltre che meno interessata alla sessualità.
A volte, invece, capita che il suo desiderio di fisicità, ora espresso in
modo più tenero, sia sufficientemente appagato dall’accudimento del bambino. Si
viene a creare così un rapporto d’ipercuria nella diade tra madre e
bambino, dove il padre potrebbe esserne escluso e sentirsi
inadeguato. Il nervosismo che caratterizza le prime settimane
dopo il parto, dovuto alla necessità di ritrovare nuovi ritmi in funzione del
neonato (es. sonno, pappe, nuovi impegni, timori di inadeguatezza, ecc), può
ripercuotersi sul rapporto di coppia. Il partner deve essere
paziente e assecondare la volontà e il desiderio sessuale della compagna. Non
deve procurarle ansie, nel caso in cui i primi rapporti dovessero provocare
"fastidio". Gli organi genitali devono riprendersi dallo stress del
parto, cosa che avviene in tempi brevi ma variabili da donna a donna. Entrambi
devono impegnarsi a cercare la complicità, devono aiutarsi e condividere gioie
e fatiche di questo primo periodo. Sdrammatizzare, ogni tanto, prendendosi
un po’ in giro è più efficace del crearsi falsi problemi, lasciando che
il tempo gradualmente riporti tutto ad una nuova normalità.
Il periodo
dell'infanzia dura all'incirca dagli 0 ai 10 anni,
Solitamente
viene fatta anche una distinzione tra vari periodi dell'infanzia:
neonato: dalla
nascita 0 giorni ai 3 mesi;
Prima infanzia:
dai 3 mesi ai 3 anni;
Seconda
infanzia: dai 3 ai 6 anni;
Terza infanzia:
dai 6 ai 10 anni.
Quando il bambino viene al mondo, la mente, è quasi totalmente priva di influenze e condizionamenti, difatti, reagisce secondo schemi precostituiti. Durante la crescita la mente passa attraverso tre fasi:
1. Fase sensoriale: il bambino non è in grado di distinguere il negativo dal positivo;si avverte la gioia e il piacere ma no si riesce a definirli
2. Fase percettiva: è in grado di riconoscere il significato del piacere e della sofferenza ma non di identificarne la fonte;
3. fase riflessiva: è in grado di identificare la fonte buona o cattiva ovvero il genitore buono o cattivo.
La nostra mente può essere paragonata a un dischetto vergine, che, vien scritto, man mano che i genitori, i docenti, il gruppo dei pari, la società, il mondo intero, ci forniscono informazioni.E' curioso sapere che se mentre la mamma dà la pappina al poppante facendo una smorfia di disgusto il bambino recepisce questa smorfia cnv e da grande associerà inconsciamente a quella smorfia quel dato cibo che non gli piacerà.
Il
neonato: è il bambino dalla nascita (0 giorni) fino ai tre mesi, S. Freud:
riteneva che il legame tra madre e bambino fosse di tipo secondario, ovvero il
b. aveva bisogno prima di soddisfare la fame e poi il legame affettivo con la
madre. Secondo la teoria
pulsionale”il b. come l’uomo è guidato da due istinti:
1 dall’istinto
di vita o sopravvivenza/procreazione sessuale Eros che è scaricata dall’energia
della libido.
2 l’istinto di
morte aggressivo Thanatos che è scaricata dall’energia destrudo (o destrado). Ambedue hanno un origine uno scopo e un oggetto:
origine: sta nelle
motivazioni alla ricerca sessuale esso si trova nelle gonadi (ovaie nell’addome
per le donne e testicoli nello scroto negli uomini). Questi meccanismi attivano
una pulsione creando una situazione spiacevole.
scopo:di ogni pulsione
è quello di ridurre la tensione.
oggetto: grazie al quale
possono ridurre lo stato di bisogno e di tensione altrimenti essi diventano
tesi, infelici e ansiosi.
Ad es. origine
la fame aumenta, scopo trovare il cibo: il bimbo piange vuole mangiare,
l’oggetto il cibo per il b. il latte. Soddisfazione avvenuta, il bimbo si
addormenta.
L’uomo è un
essere sociale e non può
scaricare le sue pulsioni attraverso le energie in ogni momento allora impara a sublimare ovvero trova un oggetto sostitutivo per
soddisfare la sua pulsione che deve essere socialmente accettabile: ad es.
istinto il b. si succhia il pollice se il capezzolo della madre non è
disponibile, l’adulto da un calcio ad un oggetto se è arrabbiato con una
persona perché non può ucciderlo, Bowlby,
invece, riteneva che l’affetto tra madre e bambino fosse di tipo primario,
derivante dal concetto di responsivita'(stimolo-risposta) bisogno di contatto e
di conforto. Winnicott sottolineò dei punti: alla nascita esiste una diade madre
bambino, il ruolo dell’ambiente sullo sviluppo del bambino, l'’holding o
contenimento (tenere in braccio) e l'’handling: il manipolare
durante le cure quotidiane.
Madre
buona/madre cattiva; seno buono/seno cattivo, il presentare gli oggetti
transizionali, produce il senso della realtà condivisa.
Il quadro ci
permette di raffigurare questo rapporto madre bambino, e l’adattamento della
madre a questo nuovo ambiente. Una madre sufficientemente buona è la madre le
cui cure sono in grado di proteggere l’immaturità del bambino e di non farlo
cadere preda di angosce insostenibili, attraverso un continuo contenimento
della sua fragilità e della sua non integrazione iniziale, facilitando così il
suo sviluppo e facendogli sentire continuità nella propria esperienza
esistenziale. Se viceversa la madre non è sufficientemente buona diviene
un problema serio per il b. perché non gli fornisce quell’ambiente holding del
quale il b. piccolo ha bisogno Se il b. avverte un bisogno e non è soddisfatto,
il b si sente rifiutato, avverte delle pressioni e scivola nel going on
being (continuare ad essere) ovvero la madre insegna al b. a scendere a patti
con il mondo e non da la possibilità al b. di estendere il suo sé distruggendo
la sua creatività, è in questo modo che si forma il falso Sé. Il falso
sé è un Sé privo di energia soggettiva, fatto di accondiscendenze, non
creativo, senza spinta. Il Falso Sé viene quindi a configurarsi come una
patologia legata ad un deficit presente nell'ambiente del bambino, ad una
carenza nelle cure materne. Al contrario, il Vero Sé è
quello nato dal normale superamento dell'onnipotenza soggettiva, la quale
rimane come base del vero nucleo della personalità.
La klein(0-4
mesi) sostiene che l’oggetto parziale fase schizoparanoide, nei primi
giorni di vita il bambino vive in simbiosi con la madre e non distingue il
proprio corpo dal suo. Le relazioni oggettuali a questo livello sono
esclusivamente intrapsichiche. Il bambino, percepisce il seno materno come
parziale a sé, cioè come prolungamento di sé stesso, e come
"parziale" rispetto alla madre, un oggetto cioè dotato di
caratteristiche proprie ed onnipotenti. Per
il lattante, l'oggetto è rappresentato dal Seno/Madre: quando il Seno/Madre è
presente, nutre e protegge il bambino, questo ultimo lo vive come oggetto
" Buono "quando il Seno/Madre è assente e il bambino soffre per la
fame e la sete, lo vive come oggetto " Cattivo " che lo fa star male.
Secondo la Klein, il bambino non si rende conto che si tratta dello stesso
oggetto, cioè di una sola persona o madre, bensì di due oggetti completamente
diversi: 1. Al seno O. Buono,nel quale il bambino vive pienamente, ed è
compenetrato in modo intenso, dalla Pulsione di Vita . 2. Al seno oggetto
cattivo si associa la Pulsione di Morte che aggredisce il bambino dall'interno:
Il bambino ha fantasie aggressive e distruttive nel suoi riguardi, e ciò senza
alcuna remora o freno inibitorio, dato che si sente ingiustamente e
pericolosamente minacciato nella sua stessa essenza vitale, tali fantasie sono
permeate, meglio dire " infarcite ", da sentimenti di rabbia,
rancore, odio e vendetta. La relazione oggettuale, quindi, è l’interazione tra
le pulsioni e gli oggetti parziali e totali. Avviene principalmente a livello
fantasmatico e anche nella vita adulta la relazione con gli oggetti totali
verrà sempre condizionata dalla modalità con la quale si è vissuta la relazione
con gli oggetti parziali.
2. Fra i 6 e i 9
mesi la Klein individua la posizione depressiva: il b. si
comincia a vedere separato dalla madre e vede l’oggetto totale il seno (buono
cattivo) in un'unica persona è depresso, perché voleva distruggere ciò, che
invece gli da vita. Ciò gli porta ad avere consapevolezza di sé e dell’altro,
quindi la “madre diversa da me”.
l' oggetto
transizionale di Winnicott
rappresenta la realtà che non è ne esterna ne interna ma si trova nel mezzo,
Winnicott usa molti termini per riferirsi a questa dimensione : terza area,
area intermedia, spazio potenziale, luogo di riposo e sede dell’esperienza
culturale. Il bambino usa l’oggetto transizionale (tra gli 8 12 mesi quando si affaccia alla posizione depressiva e
inizia a vedersi separato dalla madre), quando comincia a differenziare tra Me
e Non-me, passando dalla dipendenza assoluta allo stadio della dipendenza
relativa. Questo necessario percorso evolutivo conduce all’uso dell’illusione,
all’uso del simbolo e all’uso dell’oggetto. Molte altre cose importanti
includono : la natura dell’oggetto, la capacità del bambino di riconoscere un
oggetto come Non-me, il posto dell’oggetto-all’interno, all’esterno, al limite,
la capacità del bambino di creare,pensare,inventare, dare origine e produrre un
oggetto, l’avvio di un rapporto ad oggetto di tipo affettuoso. L’oggetto
esterno che il bambino adotta è il suo primo possesso. Esso è un simbolo del
percorso che il bambino sta facendo a partire dall’esperienza dell’adattamento
delle madre dei suoi bisogni nel periodo della dipendenza assoluta al periodo
della dipendenza relativa quando comincia a prendere in considerazione sua
madre non come se stesso e si rende conto che, per così dire, deve cominciare a
“camminare da solo”. Così, l’oggetto esterno significa che il bambino è in
grado di creare ciò di cui ha bisogno ; ecco perché l’oggetto transizionale è
il primo possesso del bambino : l’oggetto veramente gli appartiene,perché il
bambino lo ha creato. Ciascun bambino trova il suo modo particolare per creare
il suo primo possesso. L’oggetto transizionale deve essere un oggetto reale; un
pupazzo o un gioco di solito i maschietti preferiscono qualcosa di duro mentre
le femminucce qualcosa di morbido anche
le stagioni sono importanti di solito i bambini nati nei mesi freddi
preferiscono un oggetto freddo mentre quelli nati nei mesi estivi quelli caldi ,l'importante
è che siano odorosi impregnati dell' odore della madre e del bambino stesso,
guai a lavarli perderebbero d'importanza, essi acquisiscono un importanza
vitale in quanto vengono a fungere da difesa nei momenti di sconforto in
assenza della madre ed è una difesa contro la loro angoscia. I genitori
capiscono per intuito l’importanza vitale di questi oggetti per il bambino; si
rendono conto del suo valore e se lo portano dietro in viaggio. Sembra che i
genitori sappiano che per il bambino l’oggetto transizionale è assolutamente
parte di lui come la bocca ed il seno : i genitori verso questo oggetto hanno
un rispetto persino maggiore nei confronti degli orsacchiotti, delle bambole e
di giochi che presto seguiranno. Il suo destino è di essere gradatamente
disinvestito, così che, nel corso degli anni non viene dimenticato e non viene
rimpianto. Perde di significato, e ciò avviene perché il bambino ha imparato a
distinguere tra me e non me e si affaccia ad altri fenomeni transizionali che
si diffondono, si allargano all’intera area intermedia tra “realtà psichica
interna” e “mondo esterno nel senso di ciò che viene condiviso da due persone”,
cioè all’intero campo culturale. Oltre all' Oggetto abbiamo il fenomeno Transizionale esso può essere
un gesto ripetuto un suono una parola che tranquillizza il bambino e si
verifica come una routine quotidiana come una parola magica una particolare
canzoncina preferita, una fiaba preferita che allevia l'angoscia del piccolo.
il legame d'attaccamento di Bowlby:
Da 0 a 2 mesi: si presentano comportamenti di segnalazione e di avvicinamento. Verso un mese. evocando negli altri un sorriso di rispecchiamento, per cui quanto più la madre risponde con un sorriso tanto più il bambino continuerà a sorridere. Stern (1985), considera lo sguardo reciproco tra madre e bambino come l’elemento chiave nello sviluppo del mondo interno del bambino. Bowlby fa un esplicito riferimento al concetto di holding elaborato da Winnicott (1971) il quale intendeva connotare con questo, non solo il sostegno fisico, ma anche l’intero sistema psicofisiologico di protezione, sostegno, cura e contenimento che circonda il bambino e senza il quale egli non sopravviverebbe né fisicamente, né emotivamente. Dal 3/6 mesi: diventa evidente come abbia inizio una relazione di attaccamento: il bambino discrimina di più mentre guarda, ascolta e reagisce differentemente alla voce di sua madre, piange in modo diverso se lei se ne va o se si allontanano altre persone, la saluta differentemente e comincia ad alzare le braccia verso di lei per essere preso in braccio. La madre ovviamente risponde a questi segnali e si stabilisce così un sistema reciproco di feedback e di emostasi, che porta ad una reciproca conoscenza, elemento centrale per una relazione di tipo sicuro.Tra i 6 e i 9 mesi il bambino è nella fase dell’iniziativa, il bambino dimostra col suo comportamento di aver interiorizzato la relazione con la figura di attaccamento e manifesta la paura dell’estraneo. Tra i 9 e i 12 mesi compaiono quelli che vengono definiti Modelli Rappresentativi Interni cioè strutture rappresentative di Sé e della relazione. In questa fase è possibile iniziare a osservare i pattern di attaccamento. Questi modelli operativi delle figure di attaccamento e di sé nella relazione riflettono la storia delle risposte genitoriali in termini di disponibilità, accessibilità e prontezza verso le richieste di sicurezza del bambino.
Da 0 a 2 mesi: si presentano comportamenti di segnalazione e di avvicinamento. Verso un mese. evocando negli altri un sorriso di rispecchiamento, per cui quanto più la madre risponde con un sorriso tanto più il bambino continuerà a sorridere. Stern (1985), considera lo sguardo reciproco tra madre e bambino come l’elemento chiave nello sviluppo del mondo interno del bambino. Bowlby fa un esplicito riferimento al concetto di holding elaborato da Winnicott (1971) il quale intendeva connotare con questo, non solo il sostegno fisico, ma anche l’intero sistema psicofisiologico di protezione, sostegno, cura e contenimento che circonda il bambino e senza il quale egli non sopravviverebbe né fisicamente, né emotivamente. Dal 3/6 mesi: diventa evidente come abbia inizio una relazione di attaccamento: il bambino discrimina di più mentre guarda, ascolta e reagisce differentemente alla voce di sua madre, piange in modo diverso se lei se ne va o se si allontanano altre persone, la saluta differentemente e comincia ad alzare le braccia verso di lei per essere preso in braccio. La madre ovviamente risponde a questi segnali e si stabilisce così un sistema reciproco di feedback e di emostasi, che porta ad una reciproca conoscenza, elemento centrale per una relazione di tipo sicuro.Tra i 6 e i 9 mesi il bambino è nella fase dell’iniziativa, il bambino dimostra col suo comportamento di aver interiorizzato la relazione con la figura di attaccamento e manifesta la paura dell’estraneo. Tra i 9 e i 12 mesi compaiono quelli che vengono definiti Modelli Rappresentativi Interni cioè strutture rappresentative di Sé e della relazione. In questa fase è possibile iniziare a osservare i pattern di attaccamento. Questi modelli operativi delle figure di attaccamento e di sé nella relazione riflettono la storia delle risposte genitoriali in termini di disponibilità, accessibilità e prontezza verso le richieste di sicurezza del bambino.
Attaccamento e dipendenza rimangono attivi lungo tutto il ciclo di vita, sebbene
nella vita adulta non siano evidenti allo stesso modo che nei bambini piccoli.
Bowlby vedeva nel matrimonio la manifestazione adulta dell’attaccamento. Egli
evidenzia infatti come il rapporto tra coniugi costituisca una base sicura cui
entrambi possono attingere nei momenti di difficoltà, e che consente ad
entrambi di realizzarsi, anche promuovendo e lasciando spazio all’esplorazione,
individuale e comune.
Jean Piaget (1896 /1980) fondatore dell'epistemologia genetica, ovvero dello
studio sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla
costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo. La teoria di Piaget sullo sviluppo
cognitivo dimostrò
innanzitutto l'esistenza di una differenza qualitativa, tra le modalità di
pensiero del bambino e quelle dell'adulto e, successivamente, che il concetto
di capacità cognitiva, e quindi di intelligenza, è strettamente legato alla capacità
di adattamento all'ambiente sociale e fisico. Ciò che spinge la persona a
formare strutture mentali sempre più complesse e organizzate lungo lo sviluppo
cognitivo è il fattore d'equilibrio, «una proprietà intrinseca e costitutiva
della vita organica e mentale». Lo sviluppo ha quindi una origine individuale,
e fattori esterni come l'ambiente e le interazioni sociali possono favorire o
no lo sviluppo, ma non ne sono la causa Assimilazione
e accomodamento Secondo
Piaget, i due processi che caratterizzano l'adattamento sono l'assimilazione e
l'accomodamento, che si avvicendano durante l'intero sviluppo cognitivo della
persona, flessibile e plastico in gioventù, più rigido con l'avanzare
dell'età.1. Assimilazione:
consiste nell'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema
comportamentale o cognitivo già acquisito. In pratica il bambino utilizza un
oggetto per effettuare un'attività che fa già parte del suo repertorio motorio
o decodifica un evento in base a elementi che gli sono già noti (per esempio il
riflesso di prensione palmare porta il neonato a stringere nella mano oggetti
nuovi).
2. Accomodamento: consiste nella modifica della struttura cognitiva o dello
schema comportamentale per accogliere nuovi oggetti o eventi che fino a quel
momento erano ignoti (nel caso del bambino precedente, se l'oggetto è difficile
da afferrare dovrà per esempio modificare la modalità di presa).
I due processi si alternano alla costante ricerca di un
equilibrio fluttuante (omeostasi) ovvero di una forma di controllo del mondo
esterno. Quando una nuova informazione non risulta immediatamente
interpretabile in base agli schemi esistenti il soggetto entra in uno stato di
disequilibrio e cerca di trovare un nuovo equilibrio modificando i suoi schemi
cognitivi incorporandovi le nuove conoscenze acquisite. La forma più evoluta di
equilibrio cognitivo è quella che usa i sistemi logico-matematici. stadi dello
sviluppo cognitivo secondo Piaget distinzione degli stadi dello sviluppo
cognitivo individuando 4 periodi fondamentali dello stesso, comuni a tutti gli
individui e che si susseguono sempre nello stesso ordine.1. Stadio
senso-motorio: Dalla nascita ai 2 anni circa. Come suggerisce il nome, il bambino
utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e relazionarsi con ciò che
lo circonda, evolvendo gradualmente dal sottostadio dei meri riflessi e
dell'egocentrismo radicale (l'ambiente esterno e il proprio corpo non sono
compresi come entità diverse) a quello dell'inizio della rappresentazione
dell'oggetto e della simbolizzazione, passando attraverso periodi intermedi di
utilizzazione di schemi di azione via via più complessi.. L'intenzionalità: per
Piaget si ha intenzionalità quando il lattante comincia a differenziare il
proprio corpo dagli oggetti esterni e agisce sulla realtà esterna in vista di
uno scopo. Dagli 0 ai 2 anni il bambino acquisisce il senso
della permanenza dell'Oggetto. Reazioni
riflesse (primo mese)il bambino agisce attraverso schemi senso-motori
rigidi innati. Reazioni circolari primarie (o stadio dei primi
adattamenti acquisiti): tra il secondo e il quarto mese di vita il bambino sviluppa le reazioni
circolari primarie ovvero la ripetizione di un'azione casuale per ritrovarne
gli effetti gradevoli. Il centro d'interesse per le azioni è il proprio corpo.
L'esempio è la suzione del dito, trovandola piacevole il bambino la ripete per
lunghi periodi. Reazioni
circolari secondarie (o stadio del comportamento intenzionale): tra il quarto
mese e l'ottavo mese il
bambino orienta i suoi comportamenti verso l'ambiente esterno cercando di
afferrare e muovere gli oggetti e osserva i risultati delle sue azioni (schemi
di azione secondari). Agitando un sonaglio provoca dei rumori piacevoli e cerca
di ripetere l'azione per riprodurre il suono, prolungando il piacere
ricevutone. Anche in questo caso le azioni vengono scoperte casualmente. Una
conquista importante di questo sottostadio è la coordinazione della visione con
la prensione. Reazioni
circolari differite (o stadio dell'attiva ricerca dell'oggetto): tra gli 8 e i
12 mesi si forma nella
memoria l'esperienza senso-motoria, il bambino impara dalle sue azioni e quindi
è in grado di anticiparne il risultato. Per esempio riprende un'azione su un
oggetto dopo averla interrotta. È ancora presente l'errore A non B. In questo
stadio il bambino inizia a comprendere la permanenza degli oggetti: negli stadi
precedenti, se l'oggetto scompare dalla vista questo "non esiste",
mentre adesso il bambino ricerca l'oggetto, sebbene non riesca ancora a
ricostruire uno spostamento reso invisibile. In questo stadio compare
l'intelligenza senso motorio. con la differenziazione tra mezzi e fini: uno
schema motorio già acquisito (es. prendere un oggetto) può essere usato come
mezzo per raggiungere un fine (es. spostare l'oggetto preso per raggiungere un
altro oggetto che si trovava dietro di esso).
Il colostro ha
un odore simile al liquido amniotico. Il colostro (primo latte) è un liquido
giallo sieroso, molto ricco d'iimmunoglobuline di classe A e cellule
immunitarie (come i linfociti) , secreto dalle ghiandole mammarie durante
la gravidanza ed i primi
giorni dopo il parto (tra i 1/3 e i 5
giorni), composto principalmente da acqua, leucociti, proteine (fra le
quali anche agenti immunologici), grassi e carboidrati. Con il colostro
la madretrasmette
le proprie difese immunitarie al figlio le quali
lo proteggeranno nei primi mesi di vita. In medicina umana può essere
somministrato colostro conservato di donatrici, oppure il colostro può essere
sostituito da immunoglobuline purificate
esso ha un odore simile al liquido amniotico.
La montata
lattea è un latte misto tra colostro e latte, esso avviene tra il 5° e il 10°
giorno per abituare il bambino al latte maturo vero.
Allattamento Kaye, 1982;
Schaffer, 1996, definirono“turn-taking”, dal
10° giorno in poi la mamma avrà il latte maturo, i turni che si danno madre e
figlio durante le pause di
allattamento, essi costituiscono il primo pattern di interazione del
dialogo umano: la prima forma di socializzazione che influenzerà
successivamente i ritmi del dialogo verbale e dell’interazione sociale. Inoltre
è consigliabile dare sempre una volta il seno dx e una il seno sin. in modo che
il b. possa arricchire l'ampia veduta delle cose. Klein sostiene che: il
bambino, introietta con il latte il calore materno, quindi impara la gioia del
ricevere e sperimenta il sentimento di gratitudine se, l’esperienza sarà
positiva si svilupperà un certo ottimismo verso la realtà e sarà possibile
superare i successivi stati depressivi, se, viceversa, l’esperienza sarà
negativa prevarrà un sentimento di sfiducia e di inadeguatezza. Bowlby, nella
sua teoria dell’attaccamento, sostiene che: lo sviluppo armonioso della
personalità di un individuo, dipenda principalmente, da un adeguato
attaccamento alla figura materna o un suo sostituto, e che il legame, che
unisce il bambino alla madre, non è una conseguenza del soddisfacimento del
bisogno di nutrizione, bensì è un bisogno primario, geneticamente determinato,
la cui funzione è garantire la crescita e la sopravvivenza biologica e
psicologica del bambino.
Lo svezzamento inizia all'incirca ai tre mesi e mezzo e avviene pian piano durante l’arco del primo anno di vita. Lo svezzamento, si attua con l'uso del cucchiaino e la prima cosa che viene data è la frutta. Esso si rappresenta come un momento delicato per entrambi i partner, quindi, per la madre e il bambino si tratta di affrontare un lutto da elaborare: il lutto per la madre della perdita della speranza inconscia di poter riparare la propria deprivazione infantile attraverso il perdurare di una fusione vissuta come perfetta con il piccolo; il lutto per il bambino di dover rinunciare, prima della stabilizzazione di un oggetto interno buono, ad una sorta di piattaforma di sicurezza, che permetta di affrontare l’esperienza nuova. il bambino attribuisce l'allontanamento dal corpo materno ad una (perdita d’affetto a causa di una intrusione) ad es. le pappine che potrebbero non piacere al b. come il latte.
Il vissuto del
passaggio dal latte al cibo solido (svezzamento), può provocare nell’adulto
appagamento o frustrazione.
Se si esce
frustrati, si
hanno comportamenti altalenanti, opposti: voracità psicologica/inappetenza,
verbosità/mutismo, esaltazione/depressione, amori viscerali/vendette e
ripicche, avversione agli stimoli/forme di tossicomania ( alcool, droghe,
tabagismo), impulsività, impazienza, “Primedonne e Narcisi" (tutto,
subito!), arrivisti, manipolatori, parlano a voce alta, bulimia e anoressia,
bevono e fumano molto, si mordono le unghie e mordicchiano matite, penne, etc.
nello specifico:
Svezzamento
anticipato comporta,
da adulto : il complesso di caino ovvero protesta contro ladri di attenzioni
(nuovi fratelli, compagni d'infanzia), ostilità verso nuove conoscenze (ladri
di amori, di amicizie, di esperienze professionali,).
Svezzamento
tardivo comporta: da adulto:
passività, dipendenza, continue richieste d’aiuto.
Il"narcisismo"dal racconto di
Ovidio nelle Metamorfosi, proviene dal mito greco di Narciso, figlio
del fiume Cefiso e della ninfa Liriope, Secondo il mito Narciso
era un bel giovane che rifiutò l'amore della ninfa Eco che, disperata
per il rifiuto, perse la propria corporeità divenendo unicamente voce riflessa
(personificazione dell'omonimo fenomeno acustico). Eco fu
punito dalla dea Nemesi che lo destinò ad innamorarsi della sua stessa
immagine riflessa nell'acqua. Incapace di consumare il suo amore, Narciso
"rivolge lo sguardo rapito nello specchio d'acqua, ora dopo ora" e
infine viene mutato in un fiore che porta il suo nome, il narciso.
Esso divenne
interessante per i psicanalisti per primo Freud che divise tra Narcisismo primario e Narcisismo
secondario:
Narcisismo
primario: è inizialmente,
per Freud lo stadio intermedio tra l'autoerotismo ovvero la ricerca del soddisfacimento
sessuale (la libido) verso se stessi e successivamente verso l'alloerotismo (o fase dell'amore
oggettuale) la
ricerca e la predisposizione dell'erotismo verso le altre persone che si divide
in omoerotismo verso le persone dello stesso sesso ed eteroerotismo verso le persone di sesso opposto. La
Klein sostiene che, anche il neonato è capace di sperimentare relazioni
oggettuali d'amore e di odio e denota la condizione di non differenziazione fra
il soggetto ed il mondo esterno.
Il narcisismo
secondario: si verifica
invece nell'età adulta, e si riferisce come termine al ripiegamento sull'Io
della libido, sottratta alle relazioni oggettuali. ad es. dopo essere stato
ferito nel proprio io la persona comincia ad avere sentimenti egocentrico verso
se stesso abbandonando la società, gli altri. Sempre per Freud, l'Io è una forte carica di libido o energia
psichica che può essere emanata verso gli oggetti esterni o rivolta verso se
stessi, creando in quest'ultimo caso tali disturbi psicotici di tipo
narcisistico. La carica narcisistica: sono
le rassicurazioni sul proprio valore e potenzialità che ogni bambino attende
dai genitori ed ogni adulto dalla società. La
ferita narcisistica: è invece
un'offesa all'autostima e all'amor proprio di una persona.
Il pianto: ciò che
maggiormente allarma una madre, nel primo mese di vita del bambino, procurando
ansia e tensione, sono le grida di pianto che avvolgeranno la casa nel momento
in cui il bebè avrà la necessità di comunicare un suo bisogno o una sua
sensazione interna che lo spaventa, essendo, specialmente all'inizio, tutto
nuovo e sconosciuto per lui. E' importante mantenere la calma affinché la madre
possa rapidamente individuare la causa del pianto, che può essere: 1.
fisica, come la fame, il freddo o un dolore, 2. emotiva come a risposta
di un evento esterno inatteso che lo ha turbato o ad un improvviso senso di
abbandono e solitudine. Sullivan nella sua teoria delle relazioni
interpersonali diceva che: lo sviluppo della personalità e dei disturbi
psichici (ansia) è marcato dalle relazioni (esperienze) immaginarie o reali con
gli altri e non da fattori intrinseci dell’individuo. Esso è stato creato per
pz. psicotici soprattutto per i schizofrenici ed è curabile.. Per gli altri
teorici la causa è un disturbo organico del cervello o del metabolismo, in
presenza di una famiglia difficile, dal vedere le persone diverse da quelle che
sono e da un abbassamento dell’autostima. L’ansia da forma al sé e regola
l’interazione con gli altri. S. prendeva spunto dalla teoria delle relazioni
oggettuali di M. Klein diceva che: la presenza del bisogno del bambino determina
una relazione di qualità particolare tra lui e la madre; il tono emotivo di
tenerezza materna (presenza/assenza di angoscia, collera, gentilezza …),
piuttosto che il soddisfacimento del bisogno, contribuisce in modo decisivo
alla formazione della personalità del bambino. I bisogni di
gratificazioni/frustrazione sorgono spontaneamente nel bambino, ma l’ansia è
qualcosa che lo coglie dall’esterno.
Sullivan
distingue tra paura e ansia:
1. La paura: il bambino si
spaventa se ha fame e non viene soddisfatto o con un rumore forte etc essa
agisce come tendenza all’integrazione poiché viene espressa attraverso il
pianto che attira l’adulto che si prenderà cura di lui e affronterà il
problema.
2. L’ansia: per contro non ha un oggetto specifico
e non sorge dall’aumento di tensione del bambino.
Sullivan
definiva legame empatico la tendenza alla fusione
contagiosa degli umori, dall’adulto al bambino. Se l’adulto è rilassato e a suo agio
il il bambino oscilla tra stati di benessere euforico a stati di tensione; Se
l’adulto invece è in stato d’ansia il bambino percepisce quest’ansia e piange
cosi si creerà uno stato d’ansia maggiore perché l’adulto non sa come calmarlo,
il b. definisce la madre buona (non ansiosa) e madre cattiva (ansiosa). Tutti
gli adulti che si prendono cura di lui nello stato ansioso per il bambino
vengono definiti (madre cattiva). La differenza per il bambino e che in questi
due stati diversi, la stessa persona per lui sono due persone diverse. Poco a
poco il b. acquista un controllo sempre maggiore sul suo destino. Prende
coscienza della madre buona o cattiva da segnali verbali paraverbali e non
verbali. Il secondo passaggio cruciale per il bambino si ha quando il bambino,
si accorge che il fatto che si avvicini la madre buona o cattiva dipenda da lui.
Ovvero si rende conto dell’effetto ansioso o calmante che provoca con i suoi
gesti nell’adulto di consapevolezza approvazione/disapprovazione buon-me o me/ cattivo me o non-me, ad es il b. si tocca i genitali e
produce ansia nell’adulto. Il b. dorme produce calma nell’adulto, Il b. capisce
questa queste due forme e le attua. Il bambino associa al dormire
approvazione adulto- il buon me. Il bambino associa toccarsi i genitali
disapprovazione adulto – il cattivo me.
1. Lo stadio di indifferenziazione (detto anche fase
preoggettuale):dalla nascita fino alle 5 settimane. il bambino ha un sistema sensoriale totale
ovvero il bambino è un cieco che ha bisogno di un io ausiliario mediatore, la
madre, e si insatura con lei un rapporto di fusione psicologica, ad es: la
madre è l’unica a capire il pianto del bambino cosa vuole dire. La madre è il
suo ambiente, il dialogo nella diade azione-reazione-azione, permette al
piccolo, di capire gli stimoli che deve dare per ricevere: ad es. posizione,
movimento, postura, ritmo, etc. diviene la loro comunicazione. In tale stadio il piccolo è capace di
sorridere per piacere e di piangere per disgusto indifferentemente dalle emozione
che può avere l'adulto.
2. Spitz lo
stadio dell’oggetto precursore ovvero il sorriso sociale non selettivo (5-8
settimane fino ai 8 mesi), si suddivide in 3 parti:
·
5-8 settimane fino ai 3 mesi inizia con la comparsa del sorriso al
volto umano prima risposta
intenzionale ed a carattere sociale. Le osservazioni di Spitz hanno tuttavia
dimostrato che il bambino non percepisce ancora, in questo stadio, un oggetto
specifico e non distingue gli individui tra di loro (per es. il volto della
madre da quello degli estranei). Lo dimostra il fatto che il lattante risponde
col sorriso non solo a qualsiasi volto umano in movimento, posto di fronte a
lui, bensì anche ad una maschera di cartone. Cessa inoltre di sorridere se il
volto gli viene presentato di profilo. Il segnale che scatena la risposta del
sorriso è quindi formato da una (forma) detta “privilegiata”, costituita
dall’insieme fronte-occhi- naso visti di prospetto, preferibilmente in
movimento.
·
3-4 mesi il sorriso solo di fronte ai volti familiari, ovvero sorriso sociale selettivo.
·
4-5
mesi il b. Shaffer alla presenza della madre e di un estraneo sposta rapidamente lo sguardo
dall’uno all’altra ed infine piange spaventato. Se la madre si allontana dal
campo visivo il b. smette di piangere e sorride. Quindi in assenza dell’oggetto
privilegiato si riattiva il sorriso sociale esteso a tutti i volti umani. E’
una strategia che adottano i bambini per simpatizzare con l’estraneo nel
momento che manca la base sicura: la madre.
3. Tra i 6 e i
10 mesi Spitz (terzo stadio) individua
ciò che ha nominato poi come angoscia dell’8 mese o angoscia dell’estraneo o
sorriso selettivo ovvero il modo di sorridere solo alla presenza della
madre.
Sonno veglia Per quanto
riguarda il sonno, potrà spiazzare il constatare che il neonato, al di là di
ogni credenza, non dorme molto, anzi, sembra quasi soffrire d'insonnia. Il
bebè, cioè, ha dei disturbi del sonno, che spesso generano altrettanti disturbi
del sonno di mamme e papà. Certamente il numero delle ore di sonno del bebè può
dare una prima idea della sua indole: il bimbo insonne dorme profondamente dopo
la poppata di latte e si risveglia poco dopo chiedendo attenzioni e
compagnia. Il dormiglione, invece, sembra immune dalla morsa della fame
ed accade spesso che lasci il seno o la tettarella per addormentarsi. I
ritmi del sonno nella diade madre-bambino una veglia
reciproca: se la madre è il
bambino sono in due stanze diverse, quando la madre è in fase REM (notoriamente
il "tempo" del sogno è la fase del dormi-veglia perché ricordiamo
tutto ciò che sogniamo), il bambino è in fase NON REM (di “sonno profondo” non
ricordiamo ciò che sogniamo) e viceversa, il che fa pensare ad una specie di
veglia reciproca. L’adulto comunque deve imparare a rispettare i ritmi del bambino e sincronizzarli con i suoi, con ciò
non voglio dire che bisogna permettere al b. di scambiare la notte per il
giorno, bensi, fare in modo di stimolarlo i primi giorni a stare sveglio per
abituarlo a dormire di notte ma nello stesso tempo abituarsi al fatto che di
giorno magari dorme poco e bene e di notte dorme come dorme la madre. Secondo
la Mahler la nascita psicologica e quella biologica non coincidono, ma il primo
è un processo le cui tappe fondamentali si svolgono nelle prime fasi di vita,
ma poi prosegue: prima fase
detta autismo normale. Nelle
prime quattro-cinque settimane il bambino si caratterizza per la mancanza
relativa di investimento di stimoli esterni. In questo periodo il bambino ha
lunghi periodi di sonno, sonnolenza, semiveglia maggiori rispetto alla veglia
attiva. Il bambino non ha consapevolezza dell'agente di cure, ma ciò che regola
il suo ritmo sonno/veglia sono lo stimolo della fame e l'alternanza
bisogno-soddisfazione. L'esistenza di questa fase è stata criticata da molti
studiosi contemporanei e successivi.
Il gioco per i
bambini l’attività ludica è importante. Gli etologi ci
insegnano che il gioco per i bambini ha importanti funzioni adattive: di puro
esercizio di attività riflesse; di scoperta e di esplorazione del proprio corpo
e del corpo altrui, di esplorazione del mondo degli oggetti (suoni, colori,
qualità delle superfici, etc.), di scambio comunicativo, di socializzazione, di
apprendimento.
In un bambino:
1. appena nato molte situazioni della vita quotidiana diventano gioco:
cantargli le canzoncine, fargli ascoltare musica, presentargli oggetti colorati
o sonori, fargli esplorare l’ambiente tenendolo in braccio, il bagnetto, il
pasto etc, 2. più tardi, permettergli di sporcarsi con la pappa o strappare
carta colorata, ecc., 3. ancora più tardi, i momenti di interazione con i
genitori, l’esplorazione a carponi e il gioco del nascondarello.
funzione della comunicazione
l'uomo ha una laringe più bassa degli altri animali ciò gli consente di pronunciare e moduare suoni fonemi, ma non può come gli animali bere e respirare contemporaneamente come invece può il neonato fino ai 7 mesi che riesce a respirare e poppare contemporaneamente perchè ha la laringe più alta che man mano si abbassa permettendo a lui di pronunciare anche suoni e fonemi.
la comunicazione è la trasmissione di informazioni che riguarda gli uomini gli animali e le macchine
la parola è prerogativa solo dell'uomo
il linguaggio:
linguaggio animale semplice, linguaggio umano
elaborato, tecnologico artistico, musicale etc.
Il linguaggio verbale
umano è la comunicazione attraverso le parole, ed è uno strumento di adattamento
all' ambiente.
le lingue sono 5000 nel mondo e sono italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, greco moderno, arabo, etc.
le lingue si dividono in antiche come il greco antico e il latino e moderne come il greco moderno e l'italiano e lingue globali come: inglese spagnolo arabo
le varianti linguistiche
sono il dialetto in una zona geografica limitata, il linguaggio professionale, il gergo ad es. giovanile, varianti sociali legata alle classi sociali.
monogenesi
linguistica sostiene che tutte le lingue sono provenienti da una stessa lingua l'africano
poligenesi
linguistica sostiene che le lingue sono provenienti da più lingue
nell' ambente di nascita in diverse aree globali, esse enfatizzano le differenze
rispetto alle somiglianze.
idioma: lingua
materna, Italiano.
frase idiomatica:
espressione figurata di un concetto compreso da tutti
fonema:unità minime del parlato ne sono circa
30 in italiano Il fonema rappresenta la più piccola parte SONORA, in
una successione di parole data, priva di significato, che combinandosi con
altri fonemi realizzano le parole. Sostituito all'interno di una parola può
mutare il significato della stessa. Nella lingua orale il fonema è costituito dalle onde sonore emesse da chi parla in vista
del messaggio. Nella lingua scritta talvolta può non corrispondere ad una
singola lettera (es. /c/ duro in italiano seguito dalla vocale e, che si scrive
che), tetto e detto è il risultato dello scambio tra il
fonema /t/ e il fonema /d/.
I morfemi sono sequenze di uno o più fonemi
che costituiscono la più piccola unità
linguistica dotata di significato. ad es. noi, lui, gru.
parole insiemi di morfemi dotati di
significato che permettono di dare un nome alle cose, ci guidano nella vita
quotidiana.
frasi
unità linguistiche significative che descrivono la realtà
più
frasi costituiscono un discorso lingua parlata o un testo lingua scritta.
le
differenze tra un testo scritto una lingua parlata che danno maggior o minor enfasi e chiarezza
ad un discorso si chiama contesto extralinguistico.
ABILITA' FONOLOGICA -
uso dei suoni, vocali e consonanti, della nostra lingua.
• ABILITA'
GRAMMATICALE-SINTATTICA - utilizzo delle regole che permettono la
costruzione della frase. • ABILITA'
SEMANTICA - conoscenza del significato delle parole e delle frasi.
• ABILITA' PRAGMATICA
- utilizzo del linguaggio a fini relazionali.
• FONOLOGIA - Sezione della linguistica
riguarda le regole di combinazione dei fonemi della lingua. Il sistema
fonologico italiano comprende le vocali e le consonanti.
• FONETICA - Scienza che studia i tratti
distintivi dei suoni che svolgono attività fonemica (in quanto mezzo fisico di
comunicazione).
• MORFOLOGIA -
Sezione della linguistica studio le diverse modalità con cui si realizzano,
anche in vista della loro funzionalità, le parole di una lingua. I fonemi che
da soli non hanno significato, tranne nei suoni vocalici (monosillabi a, e, i,
o), combinandosi in sequenza formano morfemi,
che rappresentano le più piccole unità linguistiche capaci di comunicare
significati.
• SINTASSI - Si
occupa delle regole di relazione tra le parole in vista della formazione di
frasi, utilizzando sia l'ordine particolare delle parole che elementi
particolari chiamati morfemi. Questi possono essere combinati (dando luogo alle
desinenze) oppure isolati (congiunzioni, preposizioni, particelle con funzioni
diverse).
• SEMANTICA -Ramo
della linguistica che studia il significato dei simboli e dei loro
raggruppamenti. Riguardo le lingue, studia il significato delle parole, delle
frasi e dei singoli enunciati.
• VOCALE - Suono
prodotto dall'emissione d'aria che non incontra occlusioni, ostacoli o
restringimenti nel canale e nella cavità orale. Si realizzano vocali brevi,
lunghe, vocali aperte, chiuse, vocali toniche, atone. Nella lingua italiana le
vocali sono sette (e / o, possono avere un suono aperto o chiuso) ma i segni
che le rappresentano sono cinque.
• CONSONANTE - La
consonante (dal latino con-sonare) offre il suo suono ad un altro suono. Da un
punto di vista fonetico è un suono (aperiodico, a differenza del suono
periodico rappresentato dalla vocale) articolato dalla lingua che viene
pronunziato col canale orale chiuso o semichiuso e che non può formare sillaba
da solo (si contrappone alla vocale, che è sonorizzata con il canale orale
aperto e può far sillaba da sola).
• EGOCENTRISMO -
Nell'epistemologia genetica di J. Piaget è la caratteristica iniziale del
pensiero infantile secondo cui il bambino non considera la possibilità di punti
di vista diversi dal proprio.
• SINCRETISMO -
SINCRETICO - Tendenza del pensiero infantile a percepire secondo una
modalità globale dove il "tutto è legato al tutto" (Piaget).
• REALISMO -
Caratteristica del pensiero infantile, nella visione piagetiana, di riconoscere
come reale solamente ciò che è percepibile (presente ai sensi) e oggettivo.
parlando
si compiono le azioni Austin elaborò
la teoria degli atti linguistici:
1.
Atto locutorio: l'atto di costruire un enunciato attraverso
il lessico e le regole grammaticali di una determinata lingua per veicolare un
dato significato (non è, si badi, un mero atto fonetico, ma possiede una
componente anche fàtica e retica; una scimmia che emetta il verso
"àigo" ha compiuto un atto solamente fonetico, ben diverso da chi
razionalmente afferma "I go").
2.
Atto illocutorio: l'intenzione che viene perseguita "nel dire", cioè
con il fatto stesso di pronunciare l'enunciato. Entra qui in gioco la nozione
di forza illocutoria, che non è un'intensità di azione, bensì
l'intenzione linguistica che sta nell'enunciato, la direzione verso la quale
l'enunciato tende, il modo in cui l'enunciato va interpretato. La forza
illocutoria ha un carattere convenzionale: i metodi attraverso la quale viene
espressa saranno infatti oggetto dello studio di filosofi successivi. Un atto
illocutorio può essere diretto, se formulabile attraverso un verbo
performativo, come ad esempio "Battezzo questa nave Queen Elizabeth", oppure
indiretto, se realizzato attraverso la "forma" di un atto locutorio
che mira in realtà a realizzarne un altro. Si pensi al caso di chi dice
"Freschino qui dentro!" (una constatazione) con l'intenzione di far
chiudere la finestra senza chiederlo esplicitamente.
3. Atto perlocutorio: il fine che si raggiunge con il dire, l'effetto dell'atto
illocutorio. Si parla di obiettivo perlocutorio quando l'effetto ottenuto dall'atto
perlocutorio coincide con l'intenzione di chi ha emesso l'atto illocutorio, e
di seguito perlocutorio quando l'atto illocutorio ottiene un effetto
diverso da quello desiderato (la sequela perlocutoria è una sequenza di seguiti perlocutori).
Un esempio può essere quello del genitore apprensivo che intima
al figlio adulto in procinto di mettersi in viaggio in automobile "Mi
raccomando: non correre!". L'atto illocutorio del genitore è una
raccomandazione, che potrebbe rientrare fra gli atti esercitivi, volto a indurre il figlio alla prudenza: l'obiettivo potrebbe
però scostarsi dall'effettivo seguito se il figlio si dovesse irritare.
l'uomo ha una laringe più bassa degli altri animali ciò gli consente di pronunciare e moduare suoni fonemi, ma non può come gli animali bere e respirare contemporaneamente come invece può il neonato fino ai 7 mesi che riesce a respirare e poppare contemporaneamente perchè ha la laringe più alta che man mano si abbassa permettendo a lui di pronunciare anche suoni e fonemi.
Due sono le funzioni del cervello responsabili del pensiero e del linguaggio entrambi nell'emisfero
sinistro: l'area di wernike controlla la comprensione di significati, l'area di
broka la produzione del linguaggio e l'elaborazione della sintassi.
La lallazione (o bubbling): è una fase dello sviluppo del linguaggio
infantile. Essa consiste nell’emissione di suoni sotto forma di singole sillabe
articolate, che in seguito vengono ordinate in un lungo “monologo” o
“balbattamento”.
periodo prelinguistico (da 0 a 1 anno) In questo primo periodo la produzione
dei suoni è correlata allo sviluppo anatomicofisiologico del tratto
vocale:
1.nascita: suoni
vegetativi (starnuti colpi di
tosse etc) suoni vocali ( gridi e gemiti); tale periodo, detto fonazione, (va dalla
nascita al 1° mese di vita), i prodotti vocali sono denominati nuclei quasi risonanti verso
la cavità nasale e il neonato sembra vocalizzare a bocca chiusa o
semichiusa, perché sono prodotti dalla vibrazione laringea, difatti, i
neonati hanno la laringe più alta fino ai 7 mesi, rispetto all' uomo
maturo che è più bassa ciò gli consente di poppare e respirare
contemporaneamente e di vocalizzare ovvero di avere la padronanza della
capacità respiratoria e di produrre il movimento delle corde vocali necessarie
al linguaggio,
2. a 2 mesi fase di cooing sound (verso del tubare) prime consonanti ad es. g, t, d.
3. tra i i 2 e 3 mesi si manifesta
un primo controllo grossolano della lingua detta fase dei suoni gutturali
ad es daba, tada.
4. A 3
mesi inizia la
fase del balbettio,
costituita da vocali semplici o unite a
consonanti (ma-na-da-go). In questo periodo le vocalizzazioni diventano protoconversazioni:
il bambino sembra rispondere all’adulto che gli parla, rispettando veri e
propri “turni di conversazione”.
5.. A 4 mesi compare lo
“stadio dell’espansione” nel quale il bambino, in relazione alle
modificazioni anatomiche, produce un ampio repertorio di suoni (pernacchie,
gridolini, strilli e borbottii)
6. a 5 mesi interazione aritmica di
sillabe la sillaba dunque è l'indicazione grafica di una vocale o di un gruppo di vocali o di un gruppo di lettere contenente almeno una vocale che
si pronunzia con una sola emissione di fiato es. a-e-i-o-uai -au-ei-eu-iu-oi-du-tada-dau
|
6.
(intorno ai 6 mesi) le lallazioni marginali o bubbing marginale che alternano consonanti a nuclei
risonantici. I suoni sono associati a movimenti articolatori. La lallazione è un’attività molto importante ai fini
dell’interazione comunicativa tra il bambino e i suoi genitori perché, sebbene
i suoni emessi non abbiano un significato linguistico, attraverso di essi (con
delle variazioni del ritmo e del tono di voce con il quale vengono emessi) il
bambino impara a comunicare vari stati d’animo: gioia, dolore, rabbia. Per il
bambino la lallazione è fine a se stessa, come un gioco, è autoimitazione. Nei
suoni prodotti, infatti, non vi è ancora un vero significato linguistico; si
tratta piuttosto di un allenamento motorio dei muscoli fonatori che danno al bimbo
piacere nell’ascoltarsi.
7. Intorno ai 6-7 mesi compare la lallazione canonica o bubbling canonico il bambino è in grado di produrre sequenze consonante-vocale con le stesse caratteristiche delle sillabe (ad es. “da”, “ma”) oppure anche in modalità reduplicata (per es. “ma-ma-ma”, “pa-pa-pa”, “ta-ta-ta”, “da-da-da”), dando l’impressione agli adulti che produca delle vere e proprie parole quali “mamma” o “papà”. Secondo alcune interpretazioni scientifiche, d’altronde, è possibile che, attorno al periodo di inizio della lallazione, il neonato cominci anche a distinguere il sé dagli altri, avvertendo il bisogno di comunicare verso l’esterno: la genesi della parola “mamma” sarebbe, quindi, da ricercarsi nel tentativo del bambino, pronunciando “ma…ma…ma…”, di rinforzare l’attenzione sul proprio sé in formazione ed in contemporanea interazione con l’ambiente.
8. Lallazione modulata dai 7 ai 9 mesi,
l'articolazione dei suoni diviene più chiara in entrata, particolarmente con la
madre, ma anche in uscita.
E' da precisare che il cervello del
bambino è in grado di rappresentare ed evocare oggetti e/o situazioni molto
prima di essere in grado di pronunciare una parola.
In tale periodo il bambino, con la
comparsa della rappresentazione
mentale giunge alla
comprensione delle prime parole. Espande il suo patrimonio comunicativo con atti illocutori:
offre, porge, indica, prende, ecc. Realizza scambi verbali di tipo ludico sia
in sequenza che simultaneamente (all'unisono), rafforzando il sentimento di
fiducia nell'altro.
9. Dai 9 -
11 mesi inizia la Lallazione comunicativa ovvero la fase
iniziale dell'imitazione. Il bambino inizia ad associare la parola al linguaggio
non verbale.
10. Verso i 10- 12 mesi compare la lallazione
variata o bubbling variato nella
quale la produzione di suoni consonantici si espande notevolemente. Solitamente
i suoni tipici di questa fase sono /m/ /p/ /b/ /t/ /d/ la maggior parte dei
bambini produce strutture sillabiche complesse e lunghe che caratterizzano (per
es. “da-du”). Sempre a questa età compaiono i primi suoni simili a parole o
“proto-parole” che, pur avendo una forma fonetica identica, assumono un
significato specifico quando vengono utilizzate in determinati contesti (ad es
“cocò” riferito solamente al proprio peluche a forma di gallina). Anche se è possibile identificare un
corso di sviluppo normale nell'acquisizione della lallazione che è il risultato
della facilità di articolazione e della salienza percettiva dei suoni, singoli
bambini possono divergere da questo corso per cause legate sia alla particolare
lingua che ascoltano, sia alla propria maturità fisica e funzionale. I bambini
differiscono tra loro non soltanto nei suoni che preferiscono produrre, ma
anche nella stabilità di queste preferenze. I bambini hanno una memoria
plastica capacità di recepire più informazioni possibili, è quindi
consigliabile che gli adulti parlino con loro, non ripetendo le loro lallazioni
bensi insegnando loro le parole esatte. Inoltre il bambino ha capacità di
comprendere più lingue e se c'è la possibilità di conoscere più lingue
insegnarle al bambino sin da subito ha un effetto positivo.
Col passare del tempo, il bimbo comprende che questi suoni emessi da lui, generano una reazione negli altri, incrementando il piacere della comunicazione e il desiderio di sviluppare questa capacità ulteriormente. La lallazione è anche un’attività fondamentale per lo sviluppo senso-motorio e per la coordinazione dei movimenti articolari. Si tratta, infatti, di una fase nella quale si forma un’attività ritmica associata ad emissione di suoni: per es., è tipico il battere le mani e gli oggetti che vengono tenuti in mano. Gradualmente, in essa il bambino intuisce l’importanza della relazione con gli adulti e, in qualche modo, prova piacere a stimolare le reazioni ambientali, soprattutto quando si generano artificialmente comportamenti di approvazione e divieto.
Col passare del tempo, il bimbo comprende che questi suoni emessi da lui, generano una reazione negli altri, incrementando il piacere della comunicazione e il desiderio di sviluppare questa capacità ulteriormente. La lallazione è anche un’attività fondamentale per lo sviluppo senso-motorio e per la coordinazione dei movimenti articolari. Si tratta, infatti, di una fase nella quale si forma un’attività ritmica associata ad emissione di suoni: per es., è tipico il battere le mani e gli oggetti che vengono tenuti in mano. Gradualmente, in essa il bambino intuisce l’importanza della relazione con gli adulti e, in qualche modo, prova piacere a stimolare le reazioni ambientali, soprattutto quando si generano artificialmente comportamenti di approvazione e divieto.
9. periodo di transizione: (compreso fra i 12 e i 18 mesi) olofrasi prime parole ovvero con una parola il bambino può intendere ciò che vuole pappa, mamma, palla, etc.Comincia con la comparsa delle prime
parole e continua fino ad un vocabolario di 50 parole. La lallazione in questa
fase può permanere nel gioco, ma per comunicare il bambino inizia ad utilizzare
le parole, suoni onomatopeici, esclamazioni spesso accompagnate da gesti che
fanno capire meglio ciò che vuole dire. Iniziano anche le associazioni di 2
parole, le gratificazioni che gli giungeranno lo aiuteranno a migliorare ed
arricchire il suo vocabolario.
10. periodo dello sviluppo fonemico (dai 18 mesi ai 4 anni). Aumenta la lunghezza delle parole e compaiono parole plurisillabiche; intorno ai 2 anni si conoscono circa 100 parole;
tra i 4 e i 6 anni un migliaio di parole e regole grammaticali il vocabolario continua ad incrementare
nel tentativo di produrre parole più complesse, compaiono gli errori di semplificazione.
tra i 4 e i 6 anni un migliaio di parole e regole grammaticali il vocabolario continua ad incrementare
nel tentativo di produrre parole più complesse, compaiono gli errori di semplificazione.
iper regolarizzazione applicare le regole imparate erroneamente anche quando non vi è bisogno
10.1. tra i 18-24 mesi frasi binarie due parole soltanto
10.2.. tra i 24-30 mesi frasi telegrafiche
i 3 livelli dello sviluppo linguistico:
fonetico che si conclude vs i 6 anni quando il b. è capace
di produrre tutti i suon della lingua
morfologico apprendimento delle strutture specifiche (grammaticali
e sintattiche) della lingua materna, assai più lungo e complesso
semantico apprendimento di vocaboli e loro significato.
11. periodo della stabilizzazione (tra i 4 e gli 8 anni) si divide in:
11.1. Dai 4 ai 6 anni i bambini stabilizzano la pronuncia dei
fonemi che si presentavano instabili e completano l’inventario fonetico.
11.2. Intorno ai 6 anni sviluppano la conoscenza esplicita della
natura fonemica del sistema sonoro: apprendono che le parole possono essere
segmentate in unità discrete e che i suoni che apprendono possono essere
rappresentati da simboli grafici.
11.3. Tra i 5 e gli 8 anni si colloca la fase più significativa della
conoscenza metalinguistica (metalinguistica= capacità di usare il
linguaggio per analizzare, studiare, conoscere il linguaggio stesso, scomponendo
il linguaggio stesso ad ogni livello… fonologico, grammaticale, semantico,
pragmatico) Per esempio la competenza metafonologica (capacità di segmentazione
delle parole in sillabe e fonemi) si sviluppa gradualmente e si esercita poi in
rapporto con l’alfabetizzazione).
12. Quando, però, questo processo inizia tardivamente, si presentano quadri di sviluppo diversi. I bambini sordi, ad esempio, generalmente hanno grosse difficoltà ad apprendere il linguaggio orale, hanno ritardi nell’inizio del babbling, che può iniziare anche dopo i 10 mesi d’età. Nei bambini con Sindrome di Down, invece, le capacità prelinguistiche non sono molto diverse da quelle dei soggetti con sviluppo normale, anche se presentano:
· Ritardo lieve nell’inizio del
bubbling canonico.
· Frequenza bassa di produzione di
sillabe a 16 mesi.
· Grave ritardo nello sviluppo di
comportamenti motori.
· Ritardo lessicale.
La
maggiore differenza starebbe, invece, nella comparsa delle prime parole e nello
sviluppo linguistico successivi, tanto che l’ampliamento del vocabolario
risulta lento, così come l’uso delle parole.
i disturbi del linguaggio sono di 3 categorie:
disturbi centrali causati da un danno celebrale, produzione e comprensione detti afasie se il danno è di broca sono compromesse le capacità sintattiche, se di wernike incapace di comprendere significati parla senza sapere il significato privo, disturbi per isolamento emarginazione disagio sociale carenze di cure parenterali sono mancati elementi essenziali di sviluppo linguistico. come nel caso di bambini selvaggi.
disturbi di produzione linguistica è la balbuzie
disturbi di comprensione di significati sono le agnosie uditive incapacità di riconoscere i suoni
caso particolare sono le deprivazioni linguistiche incapacità di produrre suoni e di comprendere i significati.
Teorie dell' apprendimento del linguaggio
Skinner: apprendimento avviene nell' ambiente in cui si
cresce ed è un aspetto della
socializzazione e culturale teoria comportamentista;
teoria generativista e innatista Chomosky LAD apprendimento innato di un
programma per l'acquisizione del linguaggio ovvero un softweare che da input e
autput.. egli critica skinner che
trascura l'apprendimento di regole grammaticali, velocità con cui si arriva a
padroneggiare una lingua etc.
BASIL BERNSTEIN
elabora la teoria della DEPRIVAZIONE
VERBALE secondo la quale le differenze socioeconomiche influiscono in modo
determinante sul linguaggio e quindi sul rendimento scolastico. La famiglia
operaia e contadina possiede un CODICE
RISTRETTO, la famiglia della classe media un CODICE ELABORATO
WILLLIAM LABOV
riprende la distinzione proposta da Bernstein, ma sostiene che
non è tanto la classe sociale di appartenenza a determinare il codice, ma il
CONTESTO in cui avviene la comunicazione. Pertanto il codice elaborato si
identifica con lo stile formale e il codice ristretto con quello casuale del
linguaggio ordinario.
I dentini: Ci sono 20 denti da latte o primari, molto più piccoli dei 32 denti permanenti degli adulti o permanenti. Il gruppo dei ""denti primari"" è costituito da quattro incisivi, due canini e quattro molari per ogni mandibola.
I denti da latte iniziano a
formarsi nell'utero e possono
spuntare tra i cinque e gli otto mesi,sebbene la loro comparsa possa
variare, e nei maschietti si presentino più tardi che nelle bambine. L'ultimo
di questi denti primari spunta di solito quando il bambino ha tra i due e i tre
anni.
Schema eruzione
denti da latte
4-6 mesi:
incisivi centrali inferiori;
7-8 mesi:
incisivi centrali superiori
12-18 mesi:
incisivi laterali, prima inferiori poi superiori, seguiti a breve distanza dai
primi molari;
18-24 mesi:
canini inferiori e superiori;
24-30 mesi:
secondi molari.
come pulirli
Una volta che il
primo dentino da latte è spuntato, deve essere pulito con acqua e una garzina
due volte al giorno. Quando iniziano ad erompere più denti, si potrà utilizzare uno spazzolino dalle setole morbide e dalla testa
molto piccola e solo con acqua, con un movimento rotatorio. Per pulire meglio i dentini può essere utile
tenere il bambino appoggiato sul proprio petto oppure sdraiarlo sul letto. Solo dopo i 16/18 mesi si possono
‘sporcare’ le setole con una minima quantità di dentifricio. La prevenzione della carie deve essere
personalizzata per fasce d’età grazie alla scelta di spazzolini adatti alle
esigenze del piccolo durante le diverse fasi della crescita. Fino ai 2 anni è
meglio preferire quelli con manico allungato per facilitare l’impugnatura da parte
della mamma, che aiuta il bambino a lavarsi correttamente i primi dentini,
mentre dai 3 anni in avanti esistono spazzolini con testina piccola e setole
morbide completi di impugnatura ergonomica che guida la mano del bambino a
posizionare lo spazzolino al corretto angolo di 45.
Se ha compiuto
almeno tre anni ed ha imparato a stare da solo,
potresti portare con te tuo figlio alle visite di controllo da un dentista pediatrico, in modo che inizi ad abituarsi
all'idea. Fai attenzione agli atteggiamenti che assumi rispetto alle visite
dal dentista. Molti genitori hanno brutti ricordi di passate esperienze
dal dentista e potrebbero così trasmettere messaggi negativi in merito alla
poltrona del dentista, senza neanche accorgersene. Il genitore che ha un atteggiamento
positivo sulle visite dal dentista dovrebbe essere quello che accompagna il
figlio dal dentista.
I denti da latte
iniziano a cadere intorno ai sei anni e in media fino ai 12. In ciascuna
mandibola, i quattro incisivi primari sono sostituiti dai quattro incisivi
permanenti, i due canini primari da due canini permanenti, e i quattro molari
primari da quattro premolari permanenti.
I denti permanenti: Intorno ai sei anni, spuntano i primi quattro molari permanenti in fondo alla bocca. Essi non presentano un loro equivalente nei denti da latte.
Intorno ai 13
anni, un bambino non ha di norma più denti da latte, e presenta 28 dei 32 denti
permanenti in bocca. Gli ultimi denti permanenti a spuntare sono di solito i
terzi molari o denti del
giudizio sono 4 che possono
comparire in qualsiasi momento durante gli ultimi anni dell'adolescenza o anche
a vent'anni, o non comparire affatto, questi non servono a nulla quindi quando spuntano il consiglio è di farli togliere dal dentista.
La famiglia è un sistema aperto e dinamico a livello psicologico per la regola della circolarità delle comunicazioni. Un evento negativo o positivo di un membro o di tutto il nucleo si ripercuoterà all’interno di tutta la famiglia, scatenando reazioni a catena. Rapporti familiari preparare all’arrivo del fratellino o sorellina è importante e fondamentale per rendere meno difficoltoso per il figlio maggiore l’accettare quello che lui, soprattutto se ancora piccolo, considererà un”intruso”,. complesso di caino A ogni nuova nascita, dovrà rinunciare un po' di piú all'integralità del suo territorio e soprattutto all'esclusività dell'amore materno. La gelosia per i fratelli minori, cosí spesso osservata, è una reazione di aggressività alla frustrazione affettiva, vissuta o reale, come lo è la regressione a uno stadio infantile primario, orale o anale, mediante l'identificazione con il neonato: ad es può richiedere alla madre il latte dal seno. In questa fase, il comportamento del papà, le sue azioni, parole, pensieri, emozioni e sentimenti sono fondamentali, in quanto diviene il ponte, l’elemento di collegamento e di comprensione fra lui e la madre. “Importante è rendere il bambino partecipe e integrarlo nei loro rapporti, non farlo sentire come se fosse d'impaccio o di disturbo. Di là da tutte le buone intenzioni, è naturale e molto facile che il figlio maggiore si trovi comunque a provare della gelosia, soprattutto se è un bambino d’età compresa tra i 2 ed i 5 anni. Infatti, i ragazzi più grandi, hanno meno difficoltà ad accettare l'arrivo di un fratellino, tanto che divengono protettivi e dispensatori di attenzioni e cure. Di buono vi è che i bambini con fratellini sperimentano la condivisione al gioco e sono meno soli di fronte agli adulti. La coppia resta comunque il fulcro principale sul quale deve ruotare l'intero assetto familiare: occorre quindi collaborazione e disponibilità al dialogo affinché il papà e la mamma si alternino in modo dinamico e fluido in modo da sostenersi l'un l'altra e, nel contempo, da lasciarsi conoscere e conoscersi entrambi. Se nascono dei gemelli, è utile allattare i gemelli contemporaneamente, porgendo un seno ciascuno ed alternando la loro posizione ad ogni pasto. I figli unici essi si sentono il principe o la principessa della casa e perdere questa priorità spaventa il piccolo quando è in arrivo il fratellino o sorellina. Per finire, se il bimbo rimane figlio unico tenderà ad avere un rapporto molto stretto con i propri amici oppure chiederà un animale domestico che andrà a sostituire il fratellino o si creerà l’amico immaginario. Oggi il ruolo materno o paterno, può essere sostituito da altre figure, come ad es. le figure della compagna del padre (madre sociale) o del compagno della madre(padre sociale). Nel nuovo modello di famiglia allargata è importante, per il benessere dei figli, che si instaurino dei buoni rapporti tra gli “ex”, tra i nuovi compagni degli “ex” e tra i fratellastri e sorellastre (fratelli germani o di padre e fratelli uterini o di madre o fratelli sociali figli di un genitore sociale). Dalle loro figure di attaccamento John Bowlby nei suoi studi sull'attaccamento e la perdita, spiegava come, il bambino fin da molto piccolo possa sviluppare anche nei confronti di "figure secondarie"un legame d’attaccamento con il padre, i fratelli, parenti e gli amici che frequentano la casa o la baby-sitter cosicchè egli possa restare da solo con loro quando la madre si assenta.I nonni: il legame tra nonni e nipoti è basato su quello che Ada Fonzi definisce “un amore senza Edipo” ovvero un amore libero dalle conflittualità generazionali e più sereno nei confronti educativi. I nipoti per i nonni rappresentano la continuità biologica e attivano nei nonni una sorta di rivitalizzazione e di proiezione verso il futuro. Il compito dei nonni verso i nipoti è prendersi cura di loro, di coccolarli senza eccessi. Esistono fondamentali differenze fra il nonno e la nonna: la nonna accudisce e si prende cura della casa, il nonno è il compagno di giochi e di passeggiate. Esiste, secondo Ferenzi, il complesso del nonno: il nonno, essendo il padre del padre, ha potere sul figlio e riduce l’immagine onnipotente che il bambino ha di suo padre. Queste dinamiche si verificano nelle famiglie patriarcali e autoritarie. Nella società attuale si è sostituita alla famiglia patriarcale quella nucleare, ma in essa vige la matrilinearità, che porta le giovani madri, ad appoggiarsi prevalentemente alle proprie madri è più in generale alla loro famiglia d’origine. In tal modo i nonni più coinvolti sono i nonni materni. Esistono delle situazioni in cui la presenza dei nonni è patogena: il caso più frequente è quello dei nonni che si sostituiscono ai genitori che, in tal modo, assumono un ruolo fraterno nei confronti dei propri figli e delegano le funzioni genitoriali ai nonni. Il messaggio, implicito, che i bambini, percepiscono è: i genitori sono immaturi e incapaci di svolgere il loro ruolo e che i nonni sono intrusivi e sono stati poco capaci di rendere i figli autonomi. Talvolta sono le circostanze economiche e lavorative che costringono i neogenitori a far assumere la responsabilità educativa ai nonni. Anche in questo caso i nonni diventano iperprotettivi e producono nei nipoti diverse forme di disadattamento, patologia chiamata “sindrome di re Salomone”. K. Lorenz.
Oltre a questi
abbiamo i nonni abusanti che in alta percentuale sono stati
anche padri abusanti ribadendo la continuità generazionale succede sia nelle
famiglie patriarcali che in quelle con divorzi e successivi matrimoni, le
violenze sono più frequenti con i nonni acquisiti in quanto non vi sono vincoli
di consanguineità.
Nel caso
di genitori separati può accadere che si creano problemi di
rapporto e frequentazione, in particolare tra il bambino ed i nonni da parte
del genitore non affidatario o comunque non convivente. La casistica in
giurisprudenza è rilevante: se si pensa a quante separazioni vengono attribuite
(a ragione o meno) all’influenza nella coppia dei genitori dell’uno o
dell’altro, si capisce quanto sia frequente che il genitore con cui i bambini
convivono e che abbia accusato problemi con i suoceri, tenda ad evitare e,
addirittura, ad ostacolare la frequentazione dei figli con i nonni ex
suoceri. La riforma del codice civile attuata con la legge n.
54/2006 ha riformulato l’art. 155 c.c. introducendo il
principio secondo cui: “anche in caso di separazione dei genitori, il
figlio minore ha il diritto [omissis] di conservare rapporti significativi con
gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.” Il
principio essenziale a cui si ispira tutta questa riforma è la tutela
dell’equilibrio e della qualità della vita dei figli minori in caso di
separazione o divorzio, ed il diritto a mantenere e coltivare i
rapporti con i nonni e tutti i parenti ne è considerato un aspetto essenziale.
le istituzioni
educative
Nel caso in cui
la scelta cade su di una baby
sitter di fiducia o puericultrice (per bambini dai 0 giorni ai 3 mesi), prendere informazioni sulle sue
credenziali oppure, informatevi presso le scuole di puericultura o le agenzie
che offrono a tal proposito figure specializzate. Comunque sia, una volta che
abbiamo di fronte la baby sitter, parliamo con lei, poniamole delle domande
anche di semplice conoscenza, invitiamola a passare con noi ed il bambino
alcune ore; in questi momenti, oltre a valutare la sua predisposizione, la sua
dolcezza e senso di responsabilità nei confronti del piccolo, ascoltiamo anche
cosa profondamente ci muove, in modo da utilizzare due filtri di valutazione:
uno più concettuale ed uno più empatico e sottile, in modo da sentirci
tranquilli e sereni nel momento della decisione
Gli asili nidi
(per bambini dai 3 mesi ai 3 anni) e le sezioni primavera (per bambini dai 2
anni ai 3 anni) nel caso di una
mamma lavoratrice, che non può accudire il figlio durante le ore di lavoro, la
scelta migliore rimane l’asilo nido e la sezione primavera,
organizzati per garantire il massimo della sicurezza e dell’igiene e ad
accogliere, pertanto, in modo adeguato il vostro bambino. Meglio rivolgersi
prima alla struttura più vicina alla propria abitazione, chiedere informazioni,
osservare il comportamento della pedagogista per dirigere
coordinare progettare e per consulenze e delle educatrici e
dei bambini, le attività e i giochi che vengono proposti, e valutare se la
soluzione proposta si adatta alle proprie esigenze.
Per
bambini dai 3 anni ai 5 anni invece bisogna scegliere
la scuola d'infanzia ove avrà la pedagogista per consulenze e progettazione e
le insegnanti.
Per i bambini
dai 6 ai 10 anni invece bisogna scegliere la scuola
primaria ove avrà la pedagogista per consulenze e
progettazione e le insegnanti.
Età di cambiamenti, il primo anno di vita corrisponde alla FASE ORALE che a sua volta si divide in due fasi:
Fase orale
(primi anno di vita) la bocca
rappresenta il piacere, non solo l’alimentazione essa prevede due fasi:
PASSIVA
(succhiare, da 0 a 6 mesi)
ATTIVA
(mordere, da 6 a 12 mesi).
Nello sviluppo sensomotorio di Erikson sono distinguibili 6 sottostadi qui elencherò i primi 4:
0-1 mese schema riflessi: si tratta di reazioni innate che il neonato applica a diverse situazioni (es. succhia tutto); questo sottostadio è caratterizzato da un’egocentrismo radicale: il neonato non ha consapevolezza né di sé né del mondo esterno.
1-4 mesi Reazioni circolari primarie: quando, durante l’attività sensomotoria, il bambino ottiene casualmente un risultato interessante, egli cerca di conservarlo attraverso la ripetizione. Piaget chiama questo fenomeno reazione circolare primaria; essa porta alla formazione di nuovi schemi, ma non si può ancora parlare di intelligenza perché la scoperta avviene per caso.
4-8 mesi Reazioni circolari secondarie: la novità di questo stadio è l’interesse per la realtà esterna: il bambino cerca di conservare, ripetendole, anche le azioni che hanno prodotto uno spettacolo interessante nell’ambiente. Non si può ancora parlare di intelligenza perché la scoperta avviene per caso.
8-12 mesi Coordinazione degli schemi secondari: e loro applicazione a situazioni nuove: compare una differenziazione tra mezzi e fini e il bambino inizia a usare schemi già posseduti per applicarli a situazioni nuove. Il bambino attua delle condotte esplorative in cui, per conoscere un oggetto, vi applica tutti gli schemi d’azione conosciuti (es: battere, succhiare, strofinare…).
Nello sviluppo sensomotorio di Erikson sono distinguibili 6 sottostadi qui elencherò i primi 4:
0-1 mese schema riflessi: si tratta di reazioni innate che il neonato applica a diverse situazioni (es. succhia tutto); questo sottostadio è caratterizzato da un’egocentrismo radicale: il neonato non ha consapevolezza né di sé né del mondo esterno.
1-4 mesi Reazioni circolari primarie: quando, durante l’attività sensomotoria, il bambino ottiene casualmente un risultato interessante, egli cerca di conservarlo attraverso la ripetizione. Piaget chiama questo fenomeno reazione circolare primaria; essa porta alla formazione di nuovi schemi, ma non si può ancora parlare di intelligenza perché la scoperta avviene per caso.
4-8 mesi Reazioni circolari secondarie: la novità di questo stadio è l’interesse per la realtà esterna: il bambino cerca di conservare, ripetendole, anche le azioni che hanno prodotto uno spettacolo interessante nell’ambiente. Non si può ancora parlare di intelligenza perché la scoperta avviene per caso.
8-12 mesi Coordinazione degli schemi secondari: e loro applicazione a situazioni nuove: compare una differenziazione tra mezzi e fini e il bambino inizia a usare schemi già posseduti per applicarli a situazioni nuove. Il bambino attua delle condotte esplorative in cui, per conoscere un oggetto, vi applica tutti gli schemi d’azione conosciuti (es: battere, succhiare, strofinare…).
1. Winnicott: dagli
8 mesi fino a quando il b. si sente sicuro e lascerà spontaneamente
l’oggetto o il fenomeno. il bambino si affezionerà ad un oggetto (es un
orsetto di pezza o una coperta), chiamato oggetto transizionale, esso
sostituisce la mamma, quando questa è assente. Questo oggetto, per
essere tale, deve essere: insostituibile, in genere sporco e maleodorante,
caldo (se il b. è nato d’inverno) e freddo (se il b. è nato d’estate), guai a
lavare o pulire quel oggetto che, proprio per quell’odore lo rende
rassicurante. Il fenomeno transizionale consiste in un
comportamento ripetitivo da parte del bambino come: toccare il lobo
dell’orecchio dell’adulto, girare la ciocca dei capelli, o la punta di una
federa o della coperta fra le dita. Questi oggetti e fenomeni, permetteranno al
bambino di raggiungere quell’autonomia, che gli permetteranno di sentirsi
“anche da solo senza angoscia” e di conquistarsi così uno spazio mentale in cui
sviluppare il pensiero.
2. E. Erikson fase orale-sensoriale ( dalla
nascita ad 1 anno)pone in risalto la fiducia di base, atteggiamento
positivo verso la realtà ma questa deve essere controbilanciata da una certa
dose di sfiducia di base (da 1 a 2 anni) difatti il
b. deve imparare a riconoscere le situazioni pericolose.
3. Winnicott
(dalla fase orale 0 giorni fino ai 15 mesi) quando il b. si riconosce nello
specchio, la madre assume la
funzione di specchio dal quale il b apprenderà “come è” cioè svilupperà
una propria identità più o meno positiva a seconda del riflesso che gli rimanda
l’ambiente.
4. Tra i 6 mesi e 1 anno inizia la fase “autonoma“che si divide in due fasi. La prima fase:tra i 6 mesi e i 9 mesi il bambino inizia a gattonare; la seconda fase: tra i 9 mesi e 1 anno il bambino inizia a camminare, scopre gli oggetti e li esamina. Importante per lui sarà sempre la figura che gli parlerà e gli lancerà messaggi.
5. verso i 7/8 mesi il bambino comincia a mostrare “l’ansia per l’estraneo” (Spitz, 1958), il bambino ha la capacità di discriminare i volti ed è in grado di riconoscere la persona che gli ha dato sostegno e cure e risponde in presenza di un estraneo facendosi silenzioso e aggrappandosi alla madre. Se viene lasciato solo prova ansia.
4. Tra i 6 mesi e 1 anno inizia la fase “autonoma“che si divide in due fasi. La prima fase:tra i 6 mesi e i 9 mesi il bambino inizia a gattonare; la seconda fase: tra i 9 mesi e 1 anno il bambino inizia a camminare, scopre gli oggetti e li esamina. Importante per lui sarà sempre la figura che gli parlerà e gli lancerà messaggi.
5. verso i 7/8 mesi il bambino comincia a mostrare “l’ansia per l’estraneo” (Spitz, 1958), il bambino ha la capacità di discriminare i volti ed è in grado di riconoscere la persona che gli ha dato sostegno e cure e risponde in presenza di un estraneo facendosi silenzioso e aggrappandosi alla madre. Se viene lasciato solo prova ansia.
La fase orale non risolta, porterà da adulti a essere: volubili, irrequieti, curiosi, insoddisfatti, dipendenti dagli altri, cioè l'esigenza continua di aiuto e un bisogno di essere incoraggiati e lodati. Essi sono destinati a rimanere isolati dagli altri, perché hanno poca capacità di dare, proprio a motivo della loro "aridità" emotiva e hanno invece, molto bisogno di ricevere per la loro insicurezza e dipendenza. Inoltre tenderanno a sentirsi rifiutati e traditi dagli altri, verso i quali manifesteranno il loro sadismo e la loro voglia di vendicarsi.
LA FASE ANALE
Bowlby descrive l’attaccamento di questo periodo, tra gli (1-2 anni)come basato su set-goal. Il set goal per il bambino è mantenersi abbastanza vicino alla madre: usarla come base sicura per le esplorazioni dell’ambiente, quando la minaccia ambientale è al minimo, (questo è il periodo in cui inizia la locomozione) ed esibire proteste per la separazione e segnali di pericolo quando la minaccia è grande. In questo periodo si crea il legame d’ attaccamento vero e proprio. I MOI Il sistema è ovviamente a feedback, il comportamento di attaccamento è una relazione reciproca, crea modelli operativi interni che rappresentano la memoria del comportamento della madre ovvero fa deduzioni di come lei si comporterà secondo le sue azioni.
Freud la fase "Anale" 18 mesi o 1 anno e mezzo-3 anni: se prima il bimbo teneva il pannolino(spannolinamento) ora impara l'uso del vasino oppure il wc con il riduttore per bimbi riconosce lo stimolo: la gratificazione è quella di saper controllare i propri sfinteri espulsivi /ritentivi. dopo il piacere della libera espulsione segue l’imposizione del controllo, della regolarità, di ordine e pulizia. Il bambino imita gli adulti nel controllo e nella pulizia e considera gli oggetti di sua proprietà quindi il pannolino va tolto non subito ma facendolo abituare all' idea ad es. si può regalare al bambino il vasino dicendogli che è suo e lasciare che prenda confidenza con questo per una settimana poi giocare col bambino vestiti sedendosi sopra il vasino e mostrandogli come si usa senza insistere poi facendo vedere al proprio b. come il cuginetto o l'amichetto usa il suo vasino. L'idea di imitare porterà il b. al corretto uso del vasino.
Freud la fase "Anale" 18 mesi o 1 anno e mezzo-3 anni: se prima il bimbo teneva il pannolino(spannolinamento) ora impara l'uso del vasino oppure il wc con il riduttore per bimbi riconosce lo stimolo: la gratificazione è quella di saper controllare i propri sfinteri espulsivi /ritentivi. dopo il piacere della libera espulsione segue l’imposizione del controllo, della regolarità, di ordine e pulizia. Il bambino imita gli adulti nel controllo e nella pulizia e considera gli oggetti di sua proprietà quindi il pannolino va tolto non subito ma facendolo abituare all' idea ad es. si può regalare al bambino il vasino dicendogli che è suo e lasciare che prenda confidenza con questo per una settimana poi giocare col bambino vestiti sedendosi sopra il vasino e mostrandogli come si usa senza insistere poi facendo vedere al proprio b. come il cuginetto o l'amichetto usa il suo vasino. L'idea di imitare porterà il b. al corretto uso del vasino.
1. Per
Spitz corrisponde all’età dei NO: il b. si identifica con l’aggressore
e ha una maggiore consapevolezza di sé. Impara le regole del sociale e si
realizza il super-io.
2. Erikson
individua l’autonomia e la vergogna: se i genitori permetteranno di
sperimentare le funzioni sfinteriche senza intervenire, otterranno che: il b.
sarà più autonomo e saprà contenere le sue paure. Il b. in caso contrario si
sentirà umiliato e diverrà incapace di scelte personali e di esprimere giudizi.
3. La
fase anale prepara il bambino alla fase preedipica ” (il b. pensa di avere il
fallo più piccolo e la bambina pensa di avere il fallo ancora più piccolo
ovvero la clitoride ambedue sono legati alla madre,). Dopo essere
riuscito a controllare i propri sfinteri, scopre i propri organi
sessuali.
Inoltre
il bimbo verso i 32 mesi adora imitare i genitori,
potete provare a comprare il riduttore del wc con
apposito rialzino per
raggiungerlo. Molte mamme affermano che in questa maniera i bimbi hanno
imparato velocemente a utilizzarlo nella maniera corretta semplicemente
imitando gli adulti. Più in là toglierete anche il riduttore facendolo sedere direttamente sul wc.
inoltre ci sono le due fasi senso motorie dai 12 mesi ai 2 anni
12-18 mesi Reazioni circolari terziarie e scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva: quando il bambino trova un risultato interessante non si limita più a ripeterlo, ma lo varia e lo modifica per vedere il risultato. Si tratta di esperienze motivate dalla curiosità.
18-24 la rappresentazione Invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale: quando si trova in una situazione nuova, ora il bambino non procede più casualmente o per tentativi ed errori, ma compie un’operazione mentale: si rappresenta mentalmente l’azione e ne anticipa gli effetti. Compaiono le rappresentazioni mentali, che consentono la costruzione della nozione di oggetto permanente, secondo la quale gli oggetti sono dotati di un’esistenza propria, indipendente dagli schemi del soggetto (all’inizio il bambino non riusciva a capire che un oggetto continuasse ad esistere dopo che era stato nascosto).
Stadio pre-operatorio dai 2 ai 6-7 anni: In questo stadio il bambino è in grado di usare i simboli. Un simbolo è un'entità che ne rappresenta un'altra. Un esempio è il gioco creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola per rappresentare un tavolo, dei pezzetti di carta per rappresentare i piatti ecc. Il gioco in questo stadio è appunto caratterizzato dalla decontestualizzazione (il coinvolgimento di altre persone o simulacri), dalla sostituzione di oggetti per rappresentarne altri e dalla crescente integrazione simbolica. Anche l'imitazione differita rivela la capacità di usare i simboli, come pure il linguaggio verbale usato per riferirsi a esperienze passate, anticipazioni sul futuro o persone e oggetti non presenti sul momento. Superato l'egocentrismo radicale del periodo sensomotorio, in questo stadio permane però un egocentrismo intellettuale, ovvero il punto di vista delle altre persone non è differenziato dal proprio, il bambino cioè si rappresenta le cose solo dal proprio punto di vista. Per cui ad esempio spiegherà che "l'erba cresce così, quando io cado, non mi faccio male". Crede che tutti la pensino come lui e che capiscano i suoi pensieri; tipicamente se racconta una storia lo farà in modo che un ascoltatore che non conosce la storia non capirà nulla. Un famoso esperimento per verificare l'egocentrismo intellettuale è l'«esperimento delle tre montagne», in cui si presenta al bambino un modellino con tre montagne e gli si chiede come queste montagne vengano viste dalla bambola posta in un punto di osservazione diverso dal suo; tipicamente il bambino dirà che la scena vista dalla bambola è uguale a come la vede lui. Il ragionamento in questo stadio non è né deduttivo né induttivo, ma trasduttivo o precausale, dal particolare al particolare, cioè due eventi sono considerati legati da un rapporto di causa-effetto se avvengono nello stesso tempo. Ciò si traduce in una modalità di comunicazione piena di "libere associazioni", senza alcuna connessione logica, in cui il ragionamento si sposta da un'idea all'altra rendendo pressoché impossibile una ricostruzione attendibile di eventi.
Fra 2 e 5 anni il bambino non classifica gli oggetti secondo una proprietà ma li distribuisce a seconda della vicinanza spaziale.
inoltre ci sono le due fasi senso motorie dai 12 mesi ai 2 anni
12-18 mesi Reazioni circolari terziarie e scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva: quando il bambino trova un risultato interessante non si limita più a ripeterlo, ma lo varia e lo modifica per vedere il risultato. Si tratta di esperienze motivate dalla curiosità.
18-24 la rappresentazione Invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale: quando si trova in una situazione nuova, ora il bambino non procede più casualmente o per tentativi ed errori, ma compie un’operazione mentale: si rappresenta mentalmente l’azione e ne anticipa gli effetti. Compaiono le rappresentazioni mentali, che consentono la costruzione della nozione di oggetto permanente, secondo la quale gli oggetti sono dotati di un’esistenza propria, indipendente dagli schemi del soggetto (all’inizio il bambino non riusciva a capire che un oggetto continuasse ad esistere dopo che era stato nascosto).
Le idee dei bambini: Piaget ha tratto delle conclusioni a proposito di ciò che pensano i bambini. A 2 anni compare il desiderio
Stadio pre-operatorio dai 2 ai 6-7 anni: In questo stadio il bambino è in grado di usare i simboli. Un simbolo è un'entità che ne rappresenta un'altra. Un esempio è il gioco creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola per rappresentare un tavolo, dei pezzetti di carta per rappresentare i piatti ecc. Il gioco in questo stadio è appunto caratterizzato dalla decontestualizzazione (il coinvolgimento di altre persone o simulacri), dalla sostituzione di oggetti per rappresentarne altri e dalla crescente integrazione simbolica. Anche l'imitazione differita rivela la capacità di usare i simboli, come pure il linguaggio verbale usato per riferirsi a esperienze passate, anticipazioni sul futuro o persone e oggetti non presenti sul momento. Superato l'egocentrismo radicale del periodo sensomotorio, in questo stadio permane però un egocentrismo intellettuale, ovvero il punto di vista delle altre persone non è differenziato dal proprio, il bambino cioè si rappresenta le cose solo dal proprio punto di vista. Per cui ad esempio spiegherà che "l'erba cresce così, quando io cado, non mi faccio male". Crede che tutti la pensino come lui e che capiscano i suoi pensieri; tipicamente se racconta una storia lo farà in modo che un ascoltatore che non conosce la storia non capirà nulla. Un famoso esperimento per verificare l'egocentrismo intellettuale è l'«esperimento delle tre montagne», in cui si presenta al bambino un modellino con tre montagne e gli si chiede come queste montagne vengano viste dalla bambola posta in un punto di osservazione diverso dal suo; tipicamente il bambino dirà che la scena vista dalla bambola è uguale a come la vede lui. Il ragionamento in questo stadio non è né deduttivo né induttivo, ma trasduttivo o precausale, dal particolare al particolare, cioè due eventi sono considerati legati da un rapporto di causa-effetto se avvengono nello stesso tempo. Ciò si traduce in una modalità di comunicazione piena di "libere associazioni", senza alcuna connessione logica, in cui il ragionamento si sposta da un'idea all'altra rendendo pressoché impossibile una ricostruzione attendibile di eventi.
Fra 2 e 5 anni il bambino non classifica gli oggetti secondo una proprietà ma li distribuisce a seconda della vicinanza spaziale.
La fase
sfinterica irrisolta genera: a)Ribellione: opposizione costante, disordine,
abbigliamento contro-tendenza, non puntualità, sarcasmo, spirito polemico,
esagerata prodigalità, (sublimazione: comportamenti ribelli socialmente
accettabili), clamorose difese dei piu’deboli, regole del gioco piu’giuste. b)
Conservatorismo: tendenza ad accumulare denaro e oggetti, gelosia
irragionevole, disappunto nel separarsi dagli oggetti e dalle persone, morboso
interesse per ogni forma di collezionismo e di conservazione. c)
Sadismo/Masochismo: soprattutto in casi di rigidissima educazione infantile ciò
porta da adulto ad atteggiamenti di prepotenza. In amore e nel lavoro:
controllo quasi sadico dei subordinati, punizioni del disordine, sciatteria,
sprechi, sospettosità, mania di persecuzione, complesso dell’ossequio: yes man:
servilismo, esasperata disciplina, pignoleria, cerimoniosità, rossori,
obbedienza (mostrata, spesso non reale. d) Dubbio: indecisione, perplessità,
incertezze, eccessiva scrupolosità, perfezionismo, ossessioni e comportamenti
rituali.
La FASE EDIPICA
Dai 3 anni in poi il legame d'attaccamento secondo Bowlby si delinea la formazione di una relazione reciproca. Con l’avvento del linguaggio sorge un pattern molto più complesso che non può essere descritto in termini di semplice comportamento. Il bambino può, ora, cominciare a pensare ai genitori come a persone separate con propri scopi e progetti, ed escogitare modi per influenzarli.
A 4 anni essi cominciano a porsi domande sull'origine delle cose. Il bambino è un costruttore di teorie dell’errore, fa delle generalizzazioni ed applica dei copioni e ama fare narrazioni, a 4 la credenza, la capacità di elaborare spiegazioni complesse dei comportamenti degli altri. A anni i bambini non sono in grado di dire bugie complesse ed intenzionali, a 5 sì. Una delle grandi critiche volte a Piaget è stata quella di pensare che ci fosse una correlazione tra ciò che raccontavano i bambini e le loro strutture cognitive.
Dai 3 anni in poi il legame d'attaccamento secondo Bowlby si delinea la formazione di una relazione reciproca. Con l’avvento del linguaggio sorge un pattern molto più complesso che non può essere descritto in termini di semplice comportamento. Il bambino può, ora, cominciare a pensare ai genitori come a persone separate con propri scopi e progetti, ed escogitare modi per influenzarli.
A 4 anni essi cominciano a porsi domande sull'origine delle cose. Il bambino è un costruttore di teorie dell’errore, fa delle generalizzazioni ed applica dei copioni e ama fare narrazioni, a 4 la credenza, la capacità di elaborare spiegazioni complesse dei comportamenti degli altri. A anni i bambini non sono in grado di dire bugie complesse ed intenzionali, a 5 sì. Una delle grandi critiche volte a Piaget è stata quella di pensare che ci fosse una correlazione tra ciò che raccontavano i bambini e le loro strutture cognitive.
1. Durante la fase edipica 3-5 anni si assiste all’uso della fantasia che A. Freud (Anna Freud i bambini in età troppo precoce, non potevano essere analizzati per via della supposta mancanza di un transfert perché le relazioni con i genitori per il bambino sono storia attuale. per M. Klein la tecnica del gioco era in grado di sostituire le libere associazioni e di svelare il mondo fantasmatico infantile. Le due metodologie di analisi e le teorie sottostanti erano palesemente conflittuali. Da qui si ha una scissione: i Freudiani che seguirono A. Freud psicologia dell’io; i kleiniani seguirono M. Klein prendendo spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali anche Sullivan con la sua teoria delle relazioni interpersonali prendeva spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali della Klein e gli indipendenti formati da Faibairn e Winnicott anche loro in verità prendevano spunto da M. Klein. Tutti prendevano comunque spunto dalla teoria pulsionale di S. Freud.) sottolinea come difese dell’angoscia della realtà, una gratificazione fittizia e una fuga dalla realtà troppo ansiogena e frustrante. Tuttavia la fantasia è qualcosa di positivo e non è necessariamente mancanza di riconoscimento della realtà. Essa vuol dir che i corpi nell’immaginario del b. divengono realtà. Freud Fase Fallica(da 3 a 6 anni) (Il più famoso complesso edipico è il “Piccolo Hans (S. Freud attraverso la relazione di Max Graf padre di Hans, scopre nevrosi infantile (che si manifesta con la fobia di Hans per i cavalli) e delle tappe che portano alla guarigione. Esso permette di cogliere la complessità dei processi psichici infantili in questa difficile fase dello sviluppo sessuale, dominata dal conflitto edipico. Anche nel caso del bambino, come nell’adulto, la terapia consiste nel permettere l’accesso alla coscienza dei sentimenti, dei desideri istintuali che erano stati rimossi perché ritenuti inaccettabili).”scoperta dei propri organi genitali e rivalutazione alle figure dei genitori. I bambini si innamorano del genitore di sesso opposto e provano ostilità per quello dello stesso sesso. Complesso edipico (tragedia Sofocle 430-420 a.C. circa Tebe Grecia. Edipo Re uccise, ignaro, il padre e sposò la madre) i maschietti tra i tre e i cinque anni nel loro sviluppo affettivo nel bambino provano una naturale inclinazione per la madre, sentimenti di rivalità/gelosia verso il padre (visto buono e protettivo quanto nemico e malvagio. I risvolti da adulti: 1. Un padre buono e protettivo origina comportamenti democratici; 2. Padri autoritari (nemico e malvagio) possono generare sentimenti di inferiorità: compensazione con ostentazione di superiorità, dongiovannismo, competizione esasperata, assunzione di rischi temerari, interesse per macchine veloci e guida spericolata, culto del potere, ambizione sfrenata, decisionismo. In concomitanza e stretta correlazione con il complesso di edipo, esiste un altro processo, la cosiddetta angoscia (o paura o complesso) di castrazione: il bambino teme di essere punito con la castrazione per la sua rivalità verso il padre. Ciò lo porta ad abbandonare una situazione pericolosa identificandosi con lui. Complesso edipico negativo maschile: Questo processo potrebbe portare, da adolescenti, a scelte come l’omosessualità;
le femminucce
complesso di elettra (o complesso edipico femminile) Jung
(tragedia di Sofocle 409 a.C. Micene Grecia,Elettra, addolorata per la
perdita dell'adorato padre Agamennone assassinato dalla madre Clitemnestra e
dall’amante Egisto, divenne istigatrice del fratello Oreste nell'uccisione
della madre).(amore per il padre). In particolare attaccamento al padre (o, in
sua assenza, verso fratelli o zii), disistima verso la madre (avversione e
gelosia). La bambina, invece, prova un senso d’inferiorità, in stretta
concomitanza con il complesso di elettra l’ invidia del pene, sentendosi
castrata, volge il suo affetto dalla madre che vede come rivale, al padre
figura dominante e prestigiosa. Questa fase si risolve spontaneamente, con
un'identificazione progressiva con il genitore del proprio sesso.
Complesso
edipico negativo femminile: per le bambine,” l’ identificazione con la
madre; potrebbe non avvenire in quanto l’evirazione per la femmina rappresenta
un fatto compiuto, questa rappresenta per lei una ferita narcisistica. La sua
ferita narcisistica viene risolta nel tentativo di sostituire il pene perduto
con un bambino avuto da lui. Al legame libidico con la madre, si sostituirà
un’identificazione, in questo modo il narcisismo della bambina sarebbe
risarcito, giacché, il mettere al mondo un bambino è possibile solo alle donne
e non agli uomini. Sono contemporaneamente abbandonati la masturbazione
clitoridea ed il carattere attivo e conquistatorio della meta libidica. Tuttavia il complesso edipico
negativo della donna potrebbe essere ancora più grave: la bambina può
restare legata alla madre, non accettare la castrazione e negarla. Rivoltasi al
padre ed essendone delusa, può nuovamente regredire alla situazione precedente
ed al suo atteggiamento maschile. In casi estremi ciò la condurrà alla frigidità
o ad un’omosessualità sublimata nella scelta emancipazionista.
Nelle donne
adulte il complesso di Elettra-non-risolto genera nel lavoro: eccessiva
competizione con le colleghe, rimproveri per insufficienze o debolezze,
stroncati tentativi di scavalcamento e avances nei confronti dei maschi del
gruppo, soprattutto del capo.
LA FASE DI LATENZA
La
fase di latenza detta anche terza infanzia o età scolare tra i 6 e gli 11 alla
pubertà è
una fase ove si perde l’interesse per gli organi sessuali e ci si concentra
sulla scuola e sui rapporti sociali. L'individuo sublima le proprie pulsioni in
energia positiva e conserva, delle pulsioni precedenti,: l'ottimismo, l'energia
appetitive, la tenacia, il controllo dell'equilibrio, le tendenze collaborative
sanamente competitive. Un
imperfetto superamento della Fase di Latenza (anche per fattori esterni,
sociali, culturali, occasionali) può procurare:
Il Complesso di
Crono (Figura
mitologica che detronizzo’ il padre Urano dal dominio cosmico, provando analoghi
sentimenti di odio nei confronti dei propri figli, che divorò appena
nati) nel lavoro: giovani collaboratori (figuratamene dei
figli) visti come sottrattori di energie vitali.
Il
Complesso di Narciso (Personaggio
mitologico che si innamorò della propria immagine riflessa dall'acqua) (narcisismo
secondario): affettività rivolta verso il genitore di sesso opposto,
rapporto non gratificante con un partner, regressione, ripiegamento in se
stessi, relazioni con il prossimo generalmente disturbate. I Comportamenti
tipici dei narcisisti sono: specchiarsi ad ogni occasione,
autocompiacimento per la propria favella, culto dell'apparire, mania di
protagonismo, esibizionismo, ricerca del prestigio e del successo, incapacità
di sopportare gli insuccessi e le critiche, agghindarsi in modo raffinato,
ipocondria
Il Complesso di
Diana (la pudica
vergine Diana, regina dei boschi, trasformò Atteone in un cervo solo perché
aveva osato guardarla mentre si lavava discinta): proteste virili derivanti dal
complesso di Elettra: ostentazioni di superiorità, dominio sugli uomini,
dongiovannismo al femminile, disturbi psico-fisici nel periodo mestruale,
frigidità, Rifiuto della gravidanza.
A 7
anni in II° primaria il
bambino è chiamato oltre alla scuola a frequentare ilcatechismo in Chiesa un corso di preparazione
della durata di 2 anni cosi
all' età di 9 anni in 4° primaria. La prima confessione (3 anno scuola primaria), la
prima comunione eucarestia (4 anno scuola primaria) i confetti sia per la I°
confessione che per la I° comunione sono bianchi.
Dall' età di 8 anni il bambino con problemi
di vista può usare in alternativa agli occhiali le lenti a contatto oppure semplicemente perchè vuole gli occhi di un colore
diverso può usare le lenti a contatto colorate.
cosa pensano i bambini :A 5/6 anni vi è una tendenza all'animismo, a 8 pensano che siano stati degli esseri antropomorfi a creare il mondo (artificialismo).
3. Stadio delle operazioni concrete Piaget : dai 6/7 agli 11 anni. Il termine operazioni si riferisce a operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino in questo stadio non solo utilizza i simboli ma è in grado di manipolarli in modo logico. Un'importante conquista di questo periodo è l'acquisizione del concetto di reversibilità, cioè che gli effetti di un'operazione possono essere annullati da un'operazione inversa. Prima del salto operatorio il bambino non è in grado di distribuire in serie più di 2 oggetti, ma questa non è un'incapacità come sostiene Piaget, quanto piuttosto un limite della memoria a breve termine.
cosa pensano i bambini :A 5/6 anni vi è una tendenza all'animismo, a 8 pensano che siano stati degli esseri antropomorfi a creare il mondo (artificialismo).
3. Stadio delle operazioni concrete Piaget : dai 6/7 agli 11 anni. Il termine operazioni si riferisce a operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino in questo stadio non solo utilizza i simboli ma è in grado di manipolarli in modo logico. Un'importante conquista di questo periodo è l'acquisizione del concetto di reversibilità, cioè che gli effetti di un'operazione possono essere annullati da un'operazione inversa. Prima del salto operatorio il bambino non è in grado di distribuire in serie più di 2 oggetti, ma questa non è un'incapacità come sostiene Piaget, quanto piuttosto un limite della memoria a breve termine.
A 5-6 anni inizia a raggrupparli secondo una caratteristica. 7 anni il bambino acquisisce la capacità di conservazione delle quantità numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi. Per conservazione si intende la capacità di comprendere che la quantità rimane tale anche a fronte di variazioni di forma. Il bambino nella stadio pre-operatorio, per esempio, è convinto che la quantità di liquido contenuto in un contenitore alto e stretto è maggiore di quella contenuta in un contenitore basso e largo (ma dotato dello stesso volume) e a nulla varranno dimostrazioni e travasi. Un bambino nello stadio delle operazioni concrete è invece in grado di coordinare la percezione del cambio di forma con il giudizio ragionato che la quantità di liquido spostato è la stessa, di "conservare" quindi il volume liquido. Intorno ai 7/8 anni il bambino sviluppa la capacità di conservare i materiali. Prendendo una palla di creta e manipolandola per trasformarla in tante palline il bambino è conscio del fatto che riunendo le palline la quantità sarà invariata. Questa capacità prende il nome di reversibilità. Intorno ai 9/10 anni è raggiunto anche l'ultimo passo della conservazione, la conservazione della superficie. Messo di fronte a dei quadrati di cartoncino si rende conto che occupano la stessa superficie sia che siano messi tutti vicini sia che siano sparsi.
A 11-12 anni i bambini pensano e definiscono esseri viventi solo piante ed animali.
il cervello
A 11-12 anni i bambini pensano e definiscono esseri viventi solo piante ed animali.
il cervello
prima
di passare alla fase della pubertà vediamo come è diviso e funziona il nostro
cervello e tutte le emozioni
Il
cervello umano o encefalo, e
il suo funzionamento
Secondo Maclean dice (M.G. Contini in per una pedagogia
delle emozioni) il cervello dell’uomo/donna (più correttamente encefalo “) è costituito da tre cervelli che comunicano
tra loro. Questa distinzione dei tre cervelli è funzionale e non anatomica:
• il paleoencefalo o
cervello rettiliano: presiede forme
ripetitive di comportamento.
• il cervello
paleomammifero o sistema limbico: ove si elaborano le emozioni in particolare quelle che
presiedono all’autoconservazione e alla conservazione della specie. Esso
funziona come selettore di valori, regola la nostra identità personale. Qui è
situata, secondo Laborit sia la memoria remota sia quella affettiva.
La memoria remota è strettamente legata all’ambito
esperienziale, secondo meccanismi che implicano contatti fra i neuroni (le sinapsi). L’esperienza di una situazione
positiva o negativa per il soggetto, suscita in lui un vissuto di piacevolezza
o di dispiacere che si ripresenterà in seguito, ogni volta che verrà
riconosciuto lo stesso tipo di situazione, una sorta di “coazione a ripetere”.
La memoria affettiva permette all'individuo di provare emozioni dai quali scaturiscono bisogni acquisiti, e non istintivi. Tali bisogni sono radicati nella storia personale di ciascuno e possono entrare in collisione con quelli degli altri (norme sociali o contesto in cui si vive). Questo provoca conflittualità, spesso inconscia, che Laborit definisce “patologia dell’inibizione comportamentale”.
La memoria affettiva permette all'individuo di provare emozioni dai quali scaturiscono bisogni acquisiti, e non istintivi. Tali bisogni sono radicati nella storia personale di ciascuno e possono entrare in collisione con quelli degli altri (norme sociali o contesto in cui si vive). Questo provoca conflittualità, spesso inconscia, che Laborit definisce “patologia dell’inibizione comportamentale”.
•
Il cervello neo-mammifero o neocorteccia: dove hanno sede le funzioni
dell’intelligenza e del linguaggio. Alla neocorteccia corrispondono, secondo Morrin, i due emisferi del cervello, messi in comunicazione dal corpo
calloso, che svolgono dei compiti unici. Il loro funzionamento è incrociato:
l’emisfero sinistro a controllare la parte destra del corpo e viceversa.
• L'emisfero sinistro, essendo quello razionale, è sede del conscio ed elabora quindi le informazioni
vitali a breve termine Esso presiede a specifiche attività quali: pensiero analitico,
astratto, spiegazione, focalizzazione su oggetti, linearità, sequenzialità,
serialità, razionalità/calcolo, controllo/dominanza sociale, maschile, tecnico, cultura/educazione
occidentale.
•
L'emisfero destro, invece, è
quello irrazionale-emotivo ed è sede dell'inconscio(per definirlo come diceva Freud “è quella
parte di cervello che fa cose di cui non mi accorgo”). Esso elabora
informazioni a medio e lungo termine e presiede alle attività di: pensiero intuitivo, concreto,
comprensione, focalizzazione su persone, simultaneità, sintesi, globalità,
estetica/arte, comunicazione psicoaffettiva, femminile, artista, cultura/educazione orientale.
Tutti noi, usiamo entrambi gli
emisferi, ma alcuni di noi sono razionali e altri più emotivi. Di solito noi usiamo di più
l'emisfero sinistro che, a incrocio
ci fa usare più la parte destra del nostro corpo pensiamo ad es. a quanto
scriviamo, esso è più razionale, articola la parola, la matematica ed è
sequenziale. L'emisfero destro invece è irrazionale dove è posizionato
l'inconscio, il sogno, la creatività, l'irrazionalità, il nostro programma
mentale. Nel grembo materno, le emozioni della mamma influiscono sullo stato
emozionale. Quando il bambino viene al mondo, la mente, è quasi totalmente
priva di influenze e condizionamenti, difatti, reagisce secondo schemi
precostituiti. Durante la crescita la mente passa attraverso tre fasi:
1.
Fase sensoriale: il
bambino non è in grado di distinguere il negativo dal positivo;
2.
Fase percettiva: è in grado di
riconoscere il significato del piacere e della sofferenza ma non di
identificarne la fonte;
3. fase riflessiva: è in grado di identificare la fonte buona o
cattiva ovvero il genitore buono o cattivo.
La nostra mente può
essere paragonata a un dischetto vergine, che, vien scritto, man mano che i
genitori, i docenti, il gruppo dei pari, la società, il mondo intero, ci
forniscono informazioni. Il potere dell'inconscio: è ad es. se mia madre, mi ha
sempre detto, che sono un imbecille questo concetto si imprimerà
nell'inconscio, in modo da farmi comportare da imbecille, e porterà nella mia
vita disgrazie a cui io stesso darò un’altra giustificazione ad es. distrazione
etc.... Il messaggio inoltre va sempre dato in positivo per la legge dell'attrazione
(F. Marchesi) in Fisica Quantistica, infatti, ciò che ci succede di negativo si attua in
quanto, le energie si
spostano sui pensieri negativi, ovvero, siamo noi con i nostri pensieri
negativi che smuoviamo delle energie, che si materializzano, ad es. se un padre
non vuole che il proprio figlio prenda l’aereo, darà la spiegazione, della sua
paura, che l’aereo possa cadere, tale pensiero negativo si potrebbe
materializzare, difatti, non bisognerebbe mai pensare in
negativo e comunque formulare il proprio pensiero in positivo . La parte irrazionale ovvero
l'inconscio ha il potere
sulla nostra vita che arriva ad occupare il 90% rispetto al 10% della parte
razionale.
Il
secondo cervello l’intestino I due cervelli, il cranico e l'enterico, sono connessi dal
nervo vago. Anche l'intestino si emoziona, soffre, gioisce. E' la scoperta
di Mintsai Liu e Michael Gershon della Columbia University di New
York. Ciò che la scienza
ha battezzato come «secondo cervello» vive sì nel ventre di ciascuno di noi ma è una sorta di
chiave che regola stress, ansia e tensione. La natura ha previsto di investirlo
di proprietà legate alle funzioni derivanti dalle emozioni, dai sentimenti ed
all'inconscio del soggetto. Il cervello enterico, dunque, può pensare,
prendere decisioni e provare sensazioni autonomamente da quello cranico, come insegna la neuro-gastroenterologia
(vedi la colite, l'ulcera, i bruciori di stomaco, ecc., malattie causate dallo
stress).
LA FASE PUBERALE
Abbiamo il 4° stadio piagetiano dello sviluppo senso motorio
4. Stadio delle operazioni formali dai 12 anni in poi. Il bambino che si trova nello stadio delle operazioni concrete ha delle difficoltà ad applicare le sue competenze a situazioni astratte. Se un adulto gli dice: "Non prendere in giro X perché è grasso, cosa diresti se lo facessero a te?" la sua risposta sarebbe "Io non sono grasso e nessuno mi può prendere in giro". Calarsi in una realtà diversa dalla sua è un'operazione troppo astratta. A partire dai 12 anni il bambino riesce a formulare pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può ragionare in termini ipotetici.
A 11 anni in 1° secondaria di I° grado il bambino è di nuovo alle prese con il catechismo un percorso di 3 anni che alla fine del (3 anno scuola secondaria I° grado) 13/14 anni lo porterà ad avere la Cresima o Conferma anche qui il bambino/a sceglierà il proprio padrino/madrina di cresima indifferentemente dal sesso del cresimando. I confetti per le cresime sono bianchi. Al compimento dei 14 anni, il bambino passa dalle cure del pediatra a quelle del medico dell' adulto altrimenti chiamato medico di famiglia la revoca è automatica. In casi di patologie o handicap il passaggio avviene a 16 anni.
Dopo gli 11 fino ai 16 anni si ha la “fase e prepuberale e puberale”: tutto ciò che era in latenza riaffiora di nuovo. E’ una fase di ricerca della propria identità, eterosessuale, omosessuale o bisessuale, ci si rivolge all'altro sesso, si avverte che si cresce e ci si sente abbattuti e incerti, non ci si riconosce neanche fisicamente. la pubertà si accompagna a profondi cambiamenti morfologici, funzionali e psichici. L'adolescenza è un'età in cui spesso il corpo - soprattutto nei maschi - non è armonioso: infatti alcune parti del corpo non hanno ancora assunto le proporzioni dell'adulto ma hanno perduto quelle infantili. Ad esempio, i maschi possono preoccuparsi per l'incertezza di una voce ancora bitonale (grave ma in cui ancora sono presenti degli acuti), per una barba che non cresce o per l'imbarazzo che è legato alle prime erezioni, per un passeggero turgore dei capezzoli che però dura un breve numero di mesi e poi scompare, per i muscoli che non vogliono crescere, per l'acne giovanile, ecc. In altre parole, durante la pubertà i ragazzi sono per lo più insoddisfatti della propria immagine. Capita che siano scontenti del proprio aspetto e che si sentano goffi, timidi e insicuri. Durante la pubertà è probabile che l'atteggiamento dei ragazzi verso i genitori cambi. Spesso i ragazzi pensano che i genitori siano insopportabili, noiosi e antiquati. Viceversa, i genitori trovano i loro "bambini" insolenti e scontrosi; è un periodo di potenziali conflitti. Difatti prerogativa degli adolescenti è di dire e fare tutto ciò che i genitori proibiscono per affermare la loro indipendenza e ritrovare la loro libertà. Le prima di queste richieste sono: il motorino e le chiavi di casa. L'adolescente acquisisce una sua indipendenza, magari non economica, non abitativa, ma di capacità di valutazione: ha sue opinioni, sue idee, che possono concordare o no con quelle dei genitori, ma che sente comunque come "sue". È perfettamente naturale e inevitabile, quindi, che nascano tensioni e controversie tra genitori e figli adolescenti. In effetti, è l'assenza di conflitti che dovrebbe preoccupare maggiormente i genitori, in quanto potrebbe significare che il ragazzo stia nascondendo i suoi problemi. Il passaggio dalla fanciullezza alla maturazione psico-fisica è, quindi, un momento davvero critico. Le modificazioni comportamentali che caratterizzano questo periodo ed il clima in cui lo si vive possono influire, anche notevolmente, sul futuro equilibrio e sulle capacità relazionali della persona. Quindi l'adolescente diventa più consapevole di se stesso e manifesta, talora in maniera ancora ambigua, le proprie pulsioni sessuali; abbandona gli atteggiamenti infantili di dipendenza e tende ad affermarsi come protagonista autonomo.
Il processo di affrancamento non è indolore ed è frequentemente contradditorio; determina conflittualità interiore e verso l'ambiente esterno, particolarmente verso i genitori e, più in generale, verso l'autorità. Le incertezze generate da tali conflittualità spingono gli adolescenti a ritrovare sicurezza aggregandosi in gruppo.
Il periodo della pubertà tra i 14/16 è spesso accompagnata dalla prima visita endocrinologica sia nei maschi che nelle femmine che consente di verificare la presenza o meno di patologie provocate da disfunzioni e malattie legate al cattivo funzionamento delle ghiandole endocrine, quelle che producono gli ormoni e li riversano direttamente nel sangue.
Gli ormoni sono le sostanze che regolano il metabolismo e l’attività di organi e tessuti del nostro organismo.
La loro imperfetta produzione è provocata da patologie come quelle, ad esempio, che riguardano la tiroide, l'ipofisi le gonadi (testicolo nell'uomo e ovaio nella donna), i surreni, il pancreas. Può inoltre contribuire a generare malattie come l’osteoporosi, la disfunzione erettile, l’infertilità maschile e femminile, le complicanze della menopausa e il diabete mellito.
Le prime modificazioni corporee della pubertà (fase prepuberale) avvengono sotto lo stimolo di
un'aumentata produzione degli ormoni sessuali maschili, gli androgeni, da parte delle
ghiandole surrenali responsabili della comparsa dei primi peli e dell'inizio
della crescita di statura e della maturazione scheletrica. La maturazione delle
ovaie femminili che determinano un ulteriore crescita dei peli alle ascelle e
al pube, la stimolazione dello sviluppo mammario e la comparsa delle
mestruazioni. A questo punto, con gli
estrogeni prodotti dalle
ovaie, si completa la maturazione dei genitali, il modellamento delle forme
corporee e il raggiungimento del picco massimo di crescita di statura. La
maturazione delle ovaie è conseguenza della maturazione
di una parte essenziale del cervello, l'asse ipotalamo-ipofisario che è sotto
il controllo del sistema nervoso centrale. Al momento della pubertà, che
inizia a circa 10-12 anni, le
cellule dell'ipofisi liberano due ormoni: le gonadotropine e l'ormone
luteinizzante, destinati ad agire sulle ovaie. Per entrambi i sessi si assiste al telarca una fase dell’età evolutiva che precede
e si fonde con la pubertà vera e propria. È caratterizzata dalla comparsa dei
peli pubici e ascellari sotto lo stimolo degli ormoni androgenici
corticosurrenalici. e quindi alla comparsa di peli ascellari e anali, allo sviluppo
delle ghiandole sudoripare e
degli organi sessuali, all'aumento di lunghezza delle corde vocali e al
cambiamento della voce; il tutto accompagnato da un rapido incremento staturale.
andiamo
a vederli nello specifico:
L'ipotalamo,
una ghiandola situata nella parte
più alta del nostro cervello, produce un
ormone chiamato GnRH che stimola
l'ipofisi anteriore (altra ghiandola situata nel nostro cervello,
sotto l'ipotalamo) a sintetizzare e
rilasciare l'ormone luteinico (LH). Inoltre il GnRH
provoca anche la sintesi ed il rilascio dell'ormone follicolo stimolante (FSH).
A loro volta, LH e FSH stimolano le
gonadi (ovaie nelle donne), a rilasciare gli ormoni sterioideiche
determinano la differenziazione dei tessuti in femminile e maschile. Gli ormoni LH ed FSH regolano anche la
produzione di spermatozoi dal testicolo e di ovociti dall'ovaio. L'ipofisi
produce inoltre un ormone chiamato prolattina, ormone importante per
l'allattamento.
Nelle
donne:
Il
progesterone e i progestinici che in associazione con gli estrogeni determinano
la normale differenziazione e il normale funzionamento dell'organismo femminile
durante la 2° fase, ovvero, l'ovulazione detta fase luteinica o progestinica, permette
la procreazione e la nidificazione e la modificazione
e la struttura delle tube e della mammella
;
gli androgeni che rappresentano il substrato chimico per la sintesi
degli estrogeni
. Altri estrogeni importanti sono: in gravidanza l' estriolo, prodotto in quantità elevata dalla placenta; in menopausa prevale l'estrone, che deriva della trasformazione dell'androstenedione a livello del tessuto adiposo.
. Altri estrogeni importanti sono: in gravidanza l' estriolo, prodotto in quantità elevata dalla placenta; in menopausa prevale l'estrone, che deriva della trasformazione dell'androstenedione a livello del tessuto adiposo.
Nell' Uomo
gli androgeni, di cui il più importante
è il testosterone, alla pubertà regolano:
lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari; aumento masse muscolari;
raggiungimento del picco di massa ossea; modificazioni psichiche (aggressività); sviluppo apparato pilifero, libido e funzione spermatica.
cosa cambia nell' uomo?
cosa cambia nell' uomo?
Nello specifico:
Nel maschio, tra gli 11 e i 16 anni i segnali chimici provenienti
dall’ipofisi, determinano la maturazione
dei testicoli, i quali cominciano a produrre sia il testosterone (l’ormone sessuale maschile), sia gli
spermatozoi (spermatogenesi). Il testosterone è il responsabile dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari,
definita fase del pubarca, quali: la crescita della barba, dei peli
sul torace e sull’addome e dei peli pubici,e anali, la maturazione delle
vescicole seminali e della prostata, l’accrescimento scheletrico e lo sviluppo
muscolare, la modificazione del timbro della voce (dovuta a un ingrossamento della
laringe, il “pomo d’Adamo”, e
all’allungamento e ispessimento delle corde vocali),massa muscolare e
crescita staturale.
In molti ragazzi, a causa dell'aumento di alcuni ormoni, le mammelle possono ingrossarsi lievemente (ginecomastia: mammelle simili a quelle femminili) per poi riassumere le caratteristiche maschili. Contemporaneamente si ha la crescita del pene e la spermatogenesi o spermarca tra i 13 e i 14 anni prima produzione di spermatozoi, la quale tuttavia inizialmente produce un liquido seminale ( sperma) povero di spermatozoi e quindi poco adatto alla riproduzione. Questo liquido è espulso ( eiaculazione ) attraverso il pene anche involontariamente nel sonno, durante le cosiddette polluzioni notturne, o mediante l’autostimolazione dei genitali (masturbazione). La normospermia viene invece raggiunta a circa 17 anni e termina con l’andropausa 68-70 anni.
In molti ragazzi, a causa dell'aumento di alcuni ormoni, le mammelle possono ingrossarsi lievemente (ginecomastia: mammelle simili a quelle femminili) per poi riassumere le caratteristiche maschili. Contemporaneamente si ha la crescita del pene e la spermatogenesi o spermarca tra i 13 e i 14 anni prima produzione di spermatozoi, la quale tuttavia inizialmente produce un liquido seminale ( sperma) povero di spermatozoi e quindi poco adatto alla riproduzione. Questo liquido è espulso ( eiaculazione ) attraverso il pene anche involontariamente nel sonno, durante le cosiddette polluzioni notturne, o mediante l’autostimolazione dei genitali (masturbazione). La normospermia viene invece raggiunta a circa 17 anni e termina con l’andropausa 68-70 anni.
Tra
i 14/16 è necessaria una prima visita andrologica focalizza interessi e attenzione
sulle problematiche legate all'apparato genitale maschile con tutte le sue
implicazioni a livello di disfunzioni,
malformazioni, sviluppo, caratteristiche embriologiche, ove l'andrologo escluda eventuali malattie come
impotenza, anorgasmia, infertilità, etc.
Una
visita urologica fra i 16/20 ove, il l'urologo ovvero dal medico specialista nello
studio e nella cura delle malattie dell'apparato urinariom effettuerà una
visita per verificare se uno ha il frenulo
corto, pene deviato sul suo asse principale (griposi) e per anomalie genitali
maschili; . procederà a un'attenta
valutazione del basso addome e della zona genitale esterna. Nel corso
di questa visita può anche essere effettuato ilcontrollo della prostata mediante palpazione dal canale rettale
per verificare lo stato di salute di questa ghiandola. In base alle rilevazioni
effettuate nel corso della visita, lo specialista potrà richiedere l'esecuzione
da parte del paziente di alcuni esami - come esami delle urine,
uroflussimetria, ecografie dell'apparato urinario/genitale - per ulteriori
accertamenti.
E' naturale che
anche i ragazzi a questa età facciano dei confronti e dei discorsi centrati sul
sesso e sul loro fisico ed è comprensibile che alcuni si preoccupino per quei
cambiamenti che non hanno ancora avuto luogo.
I ragazzini, al giorno d'oggi,
soffrono di disturbi alimentari (anoressia e bulimia) o seguono diete eccessive
fin dalla più tenera età, nella delicata fase pre-puberale.Mangiano poco e
mangiano male, con conseguenze negative per l'organismo in crescita. Mangiare
poco significa far scendere il grasso corporeo sotto una quantità tale da
impedire la regolare crescita in statura e muscolatura Mangiare male significa
non consumare alimenti preziosi per l'organismo, come l'olio d'oliva, uno dei
precursore degli ormoni vitali. Inoltre si consiglia a quest'età di frequentare
una buona palestra oltre
quella scolastica.
Nel
corso dell'adolescenza cresce la quantità di ormoni circolanti nel corpo, le ghiandole sebacee aumentano di volume e, di conseguenza,
incrementano la loro produttività. Infatti,nei ragazzi l'acne, ei grandi
problemi, le cause potrebbero essere:
quando
la produzione di testosterone, uno degli ormoni maschili, è piuttosto elevata.
· la permanenza di grasso sulla
pelle può determinare la comparsa di brufoli e punti neri,
· alcuni farmaci,
per esempio i cortisonici, sono accusati di causare o aggravare l'acne;
· stress può agevolare l'acne: non è un caso che i brufoli
vengano fuori, per esempio, nei giorni che precedono un esame.
· cibo un'alimentazione ricca di grassi: la cioccolata, gli
insaccati, i fritti, i formaggi e le bibite zuccherate e gassate
I
foruncoli se
schiacciati ne producono altri, un consiglio è usare un buon latte detergente e
batufoli di cotone per pulire il visoo saponi neutri e risciacquare con
acqua tiepida, esporre all'aria e al sole per far seccare l'acne e tenere i
capelli legati o corti perchè producono sudore.
cosa cambia nella donna?
Analogamente, nella donna intorno ai 10 anni e per 4 anni
successivi si verifica l'età
puberale, essa inizia con l’ingrossamento dei capezzoli,
a dimostrazione dell’inizio della funzione estrogenica dell’ovaio.
Successivamente si sviluppano, in toto, le mammelle ove ha inizio il periodo definito del telarca essi sono gli ormoni estrogeni prodotti
dalle gonadi femminili (ovaia)
che raggiungono progressivamente forma e volume diversi in conseguenza di vari
fattori: razza, familiarità, caratteristiche costituzionali, tipo di
alimentazione, attività sportiva.
Il pelo puberale o pubarca compare in genere qualche mese dopo l’inizio dello
sviluppo mammario; il pelo
ascellare e anale si
manifesta più tardi (1-2 anni dopo) e raggiunge lo stadio adulto nel periodo di
2-3 anni. Gli androgeni in genere provocano anche un forte scatto nella
crescita in altezza Al termine della pubertà saranno cambiate anche le
differenze nelle proporzioni
tra massa ossea e tessuto adiposo si
verifica all’incirca due anni dopo l’inizio dello sviluppo dei seni. : circa 7 cm il primo anno, la
crescita termina dopo circa quattro anni dall’inizio della pubertà. Le modificazioni della vulva cominciano con una trasformazione
della mucosa che diviene più rosea e più umida; in seguito si verifica un ingrandimento delle grandi
labbra mentre le piccole labbra divengono
sporgenti e più colorite. In
questo periodo sono frequenti delle modeste perdite bianche dalla vagina, da
considerare del tutto normali. La comparsa del menarca che compare appunto verso l'undicesimo
anno di età per
indicare l'età di insorgenza della prima mestruazione,
si verifica all’incirca due anni dopo l’inizio dello sviluppo dei seni, seguita poi da mestruazioni più o meno regolari (durata di 28
giorni con fecondità tra il 13 e il 16 giorno i 14 ° giorno è quello più fecondo)
che segna il momento conclusivo, di una serie di modificazioni indotte sulla superficie esterna dell'utero
(l'endometrio) da parte degli
ormoni ovarici, che hanno preparato l'utero ad accogliere l'uovo fecondato;
Spieghiamo meglio questo momento che per le ragazze è più complicato: il menarca è un importante indicatore sullo stato
di salute della donna durante l'età della crescita, oltre che indicare il buon
funzionamento dell'apparato riproduttore ( difatti se si dovessero avere
problemi da adulte circa qualche tumore è importante per il ginecologo sapere
il primo giorno di menarca) . A provocare lo sfaldamento dell'endometrio,
quindi il menarca, è la notevole quantità di androgeni liberati dall'ovaio, a
sua volta stimolato sempre per via ormonale dalla ghiandola ipofisi. “Il ciclo mestruale” sono quel
processo fisiologico di tutto il periodo fertile che, a partire dalla prima
mestruazione (menarca) dalla pubertà 11-12 anni, accompagna la donna fino alla menopausa che avviene tra i 40/50
anni, e che corrisponde
alla cessazione delle mestruazioni (menopausa
corrispettivo per l’uomo è l’andropausa 68-70 anni). Il ciclo mestruale, è quel
periodo che dura tra i 3 e i 7 giorni ovvero dal primo giorno di mestruazione
fino all’ultimo e si verificano ogni mese. Il
mese ciclico ha una durata
variabile tra i 21 e i 35 giorni, mediamente è di 28 giorni, nell'adolescente
può essere spesso irregolare. Ad ogni ciclo mestruale matura un ovulo in una
delle due ovaie della donna (ovulazione) un mese a destra e uno a sinistra.
Durante la prima parte del ciclo mestruale (13 g), l'endometrio si inspessisce
per prepararsi ad accogliere l’ovulo fecondato e dare l'avvio a un'eventuale
gravidanza In assenza di fecondazione, l'endometrio inizia a regredire, si
stacca e viene espulso attraverso la vagina dopo 28 g. Questo processo produce
il sanguinamento che caratterizza
la mestruazione. Se l’ovulo viene fecondato dal seme maschile inizia una gravidanza e cessano le mestruazioni per riprendere dopo la gravidanza.
La dismenorrea non è una
malattia ma sta ad indicare le mestruazioni molto dolorose. L’ amenorrea è l’assenza di mestruazioni. “l’ovulazione”
È l’espulsione dell’ovulo (cellula riproduttiva femminile) prodotta dall’ovaio.
Questo fenomeno avviene all’incirca a metà mese. Una donna può accorgersi
dell’approssimarsi dell’ovulazione osservando i cambiamenti del muco cervicale.
Queste perdite di muco scompaiono dopo l’ovulazione e a differenza di altre,
non sono sintomo di infezione. “Da
cosa dipende il ritardo delle mestruazioni?”Possono dipendere da situazioni
stressanti, cambiamenti climatici, cambiamenti di vita, cambiamenti di regime
alimentare, disfunzioni ormonali, se si sono avuti rapporti senza
precauzioni, potrebbe essere una gravidanza, pertanto dopo alcuni giorni di
ritardo mestruale e opportuno fare un test di gravidanza. Per la ragazza
inoltre in tale periodo occorre istruirla sull' igiene intima in genere e
sugli indumenti intimi da adulta. “La ragazza può usare assorbenti sia
esterni sia interni (Tampax) già dalla 2° mestruazione,” La ragazza può scegliere di usare
tranquillamente assorbenti esterni oppure interni. L’assorbente interno, o
tampone, non comporta alcun rischio per la verginità, difatti l’imene è
abbastanza interno e permettere alla ragazza di poter inserire il tampone
tranquillamente senza creare problemi. La ragazza può andare in bagno,
praticare attività sportive e andare in piscina o al mare può tranquillamente
farsi la doccia, può usarlo di notte e di giorno, il tampone deve essere
cambiato ogni 4-8 ore al massimo. Si consiglia di usare la misura piccola o
media per evitare di contrarre la TSS
(la Sindrome da Shock Tossico), malattia
rara che può essere fatale. Questa sindrome è causata dalle tossine prodotte
dal batterio Staphylococcus
aureus che si trova
comunemente nel naso e nella vagina. I sintomi tipici della TSS, anche se
potrebbero non manifestarsi tutti contemporaneamente, sono: -febbre alta
improvvisa (oltre 39°C), vomito, diarrea, eruzioni cutanee simili all'eritema,
vertigini, dolori muscolari, svenimenti. In stadi successivi della malattia si
può assistere anche alla desquamazione della pelle. “I salvaslip normali,
per perizoma, mini, bianchi o neri” “No, noi lo sconsigliamo. I rischi
provocati dall’uso sono: prurito intimo, bruciore vaginale, perdite
giallo-verdastre, irritazione vaginale. Il continuo uso di salvaslip può
provocare bruciori che possono diventare acuti. Il salvaslip crea un ambiente
caldo umido che favorisce lo sviluppo di infiammazioni, invece, noi
raccomandiamo di usare
indumenti intimi di cotone bianco e non colorati e di evitare l'uso di ammorbidenti
durante i lavaggio.” “il perizoma.” “Noi
sconsigliamo l’uso di: perizoma
, tanga , brasiliana, bikini o monokini. Alcuni
studi clinici effettuati su donne che indossano regolarmente questi indumenti
intimi hanno evidenziato, una maggior incidenza di patologie infiammatorie, e,
in qualche caso, di infezioni in zona anale, perianale e pubica rispetto a chi
indossa regolarmente uno slip. Ciò è dovuto in particolare all'attrito che la
striscia di tessuto posteriore genera continuamente contro la pelle della zona
anale e genitale. Evitare anche di indossare biancheria intima che non sia
perfettamente asciutta. Negativi anche calze
autoreggenti perché il
silicone potrebbe portare a foruncoli o formazione di peli incarniti nella zona
inguinale. Naturalmente questo non significa che non ci si possa concedere un
completino colorato, ricamato e magari sintetico, a patto poi di riservare
maggior attenzione all’igiene intima. Dopo il lavaggio, gli indumenti intimi
vanno risciacquati a lungo, con molta acqua, per eliminare ogni residuo di
sapone. “Che detergente intimo
usare???” utilizzare il
detergente intimo 1 o 2 volte la giorno; con un grado di ’acidità pH 4 o 5.”
Lavarsi troppo frequentemente, così come utilizzare saponi alcalini, è
controproducente. Va bene il borotalco, anzi, questo messo anche sotto al seno
evita il sudore, irritazione e cattivi odori, negativi
anche i reggiseni push up. Per asciugarti usa i rotoli di carta asciuga o
un ospite personale. Usa le salviettine solo in viaggio. L’utilizzo di lavande vaginali, sia interne
che esterne, non deve essere abituale ma subordinato al consiglio del
ginecologo. In caso di terapia antibiotica prolungataassumi fermenti lattici per ricostituire la normale flora
batterica. Evitare di cambiare partner troppo spesso o usare il preservativo.
Informati sulle abitudini igieniche del tuo partner. Inoltre, è importante che
per la depilazione usi la
ceretta “ a freddo”ed eviti quella “a caldo”, rasoi, saponi e creme depilatorie per
evitare punti neri, peli incarniti e brufoli. Una buona dieta fatta dal dietologo o nutrizionista
che vede anche eventuali intolleranze o dalla dietista e non “fai da te” e una buona attività sportiva, in palestra oltre a quella scolastica,
va bene. La SPA e le lampade e le piscine vanno fatte dopo una visita medica e
dermatologica che assicuri che la pressione arteriosa sia buona e elimini la
possibilità di malattie dermatologiche
Troppe ragazzine, al giorno d'oggi,
soffrono di disturbi alimentari (anoressia e bulimia) o seguono diete eccessive
fin dalla più tenera età, nella delicata fase pre-puberale. Mangiano poco e mangiano male, con
conseguenze negative per l'organismo in crescita. Mangiare poco significa far scendere
il grasso corporeo sotto una quantità tale da impedire il regolare instaurarsi
del ciclo mestruale. Mangiare male significa non consumare alimenti preziosi
per l'organismo, come l'olio d'oliva, uno dei precursore degli ormoni vitali.
Inoltre si consiglia a quest'età di frequentare una buona palestra oltre quella scolastica.
Nel
corso dell'adolescenza cresce la quantità di ormoni circolanti nel corpo, le ghiandole sebacee aumentano di volume e, di conseguenza,
incrementano la loro produttività. Infatti,nelle ragazze l'acne è uno dei
problemi fondamentali, le cause potrebbero essere:
· nella
seconda metà del ciclo, pochi giorni prima della comparsa delle mestruazioni,
quando
la produzione di progesterone, uno degli ormoni femminili, è piuttosto elevata.
· la permanenza di grasso sulla
pelle può determinare la comparsa di brufoli e punti neri,
· alcuni farmaci,
per esempio i cortisonici, sono accusati di causare o aggravare l'acne;
· stress può agevolare l'acne: non è un caso che i brufoli
vengano fuori, per esempio, nei giorni che precedono un esame.
· cibo un'alimentazione ricca di grassi: la cioccolata, gli
insaccati, i fritti, i formaggi e le bibite zuccherate e gassate
I foruncoli se schiacciati ne producono altri,
un consiglio è usare un buon latte detergente e batufoli di cotone per pulire
il viso e risciacquare con acqua tiepida, esporre all'aria e al sole per far
seccare l'acne e tenere i capelli legati o corti perchè producono sudore.
E’ facile comprendere quanto tutte queste modificazioni fisiche che non combaciano con quelle psichiche che accompagnano la trasformazione della bambina in donna nel periodo relativamente breve di 3-4 anni, finiscano per riflettersi sull’equilibrio psichico della ragazza. A questo punto sarà necessaria una presenza affettuosa e rassicurante da parte dell’ambiente familiare, al fine di impedire che l’inevitabile crisi di insicurezza e di preoccupazione, che caratterizza la fase puberale, si possa trasformare in una vera e propria “crisi d’identità”, con gravi conseguenze sull’equilibrio psico-fisico della ragazza.
La ragazza a 12 anni si trucca e mette il gel sulle unghie a 15 anni mette i tacchi e si tingono i capelli.
La legge italiana (Legislatura 14º – Disegno di legge N. 308 “Disciplina dell’ attività di tatuaggio e di piercing) prevede che i piercing possano essere fatti dall’età di 14 anni, fatta eccezione per quelli ai lobi delle orecchie. Non solo, fino alla maggiore età è inoltre prevista un’ulteriore restrizione, ovvero i minorenni devono avere l’autorizzazione dei genitori. I tatoo all' età di 18 se minorenne con il consenso dei genitori.
E’ facile comprendere quanto tutte queste modificazioni fisiche che non combaciano con quelle psichiche che accompagnano la trasformazione della bambina in donna nel periodo relativamente breve di 3-4 anni, finiscano per riflettersi sull’equilibrio psichico della ragazza. A questo punto sarà necessaria una presenza affettuosa e rassicurante da parte dell’ambiente familiare, al fine di impedire che l’inevitabile crisi di insicurezza e di preoccupazione, che caratterizza la fase puberale, si possa trasformare in una vera e propria “crisi d’identità”, con gravi conseguenze sull’equilibrio psico-fisico della ragazza.
La ragazza a 12 anni si trucca e mette il gel sulle unghie a 15 anni mette i tacchi e si tingono i capelli.
La legge italiana (Legislatura 14º – Disegno di legge N. 308 “Disciplina dell’ attività di tatuaggio e di piercing) prevede che i piercing possano essere fatti dall’età di 14 anni, fatta eccezione per quelli ai lobi delle orecchie. Non solo, fino alla maggiore età è inoltre prevista un’ulteriore restrizione, ovvero i minorenni devono avere l’autorizzazione dei genitori. I tatoo all' età di 18 se minorenne con il consenso dei genitori.
A
14 anni i ragazzi/e hanno il loro primo
rapporto sessuale consigliare loro di in modo
responsabile e sereno. A
questa età è consigliabile la prima visita ginecologica con il ginecologo e
senologica con il senologo, invece dopo un parto per escludere eventuali
incontinenze urinarie femminili precoci è consigliabile per la donna una visita
urologica. Formare soprattutto le ragazze in modo tale che non apprendano
informazioni sbagliate da amichette inesperte che fingono un esperienza
ventennale, dunque cominciamo: Cos’è
l’imene??? È una membranella
mucosa posta circa a metà della vagina, che si lacera con il primo rapporto e
può sanguinare leggermente. Per tale motivo è sempre stata considerata il segno
caratteristico della verginità fisica. In alcuni casi, però, può essere
talmente elastico da non lacerarsi al momento della penetrazione, rimanendo
integro. In questi casi quindi non si avverte dolore né perdita di sangue. La verginità cos’è??? Sia per la donna sia per l’uomo si può parlare di verginità, quando
non si hanno avuto mai avuto rapporti sessuali completi. La verginità nella
donna ha un correlato fisico nell’integrità dell’imene. La scelta di rimanere vergini
varia di fatto da individuo a individuo, in base a ragioni interiori,
personali, ma anche sociali e culturali, dalla religione di appartenenza; da
una scelta morale, per chi la considera un valore interiore, da salvaguardare o
da offrire al partner che si è scelto. Ora, l’importante è che tu ti senta
pronta a farlo, con la consapevolezza che questa persona, non sia, per forza,
per tutta la vita, ma importante per te in questo momento. Nel “qui ed ora” è:
con chi vuoi e se lo vuoi condividere.
“la prima volta”? La “prima volta”
marca l’inizio della vita sessuale relazionale. La prima volta è un evento
significativo che crea emozione, inquietudine, apprensione. I ragazzi scontano
di massima la paura di non essere all’altezza della situazione (ansia da
prestazione). Per le
ragazze, la “prima volta” è spesso accompagnata dal timore del dolore fisico,
oltre che dalla consapevolezza o dalla paura di perdere definitivamente la
verginità.
Tanto la prima
volta non si può rimanere incinta…” Nulla di più
sbagliato! La possibilità
di una gravidanza è implicita nel fare l’amore, salvo che non ci si protegga con
contraccettivi. La scelta contraccettiva è molto importante perché da
questa dipendono la tua serenità e la salute riproduttiva.Se decido di
farlo….Sarò capace?” Il timore di non essere all’altezza è molto diffuso,
soprattutto con un partner ha già avuto altre esperienze. La strategia migliore
è non “mitizzare” troppo questo momento, parlare apertamente con il partner
della propria inesperienza e, insieme, con complicità e fiducia, vivere questa
esperienza. Non insistere se non và. La cosa più sbagliata è invece fingere una
competenza inesistente… finiresti con l’essere immediatamente smascherata. “Se
poi non mi vuole più?” Beh,
tutto sommato non sarebbe una grave perdita, una
persona che ragiona secondo criteri ormai obsoleti non merita la tua fiducia e
il tuo amore. Ehi, non ci
pensare nemmeno! Tu vali
perché sei una persona speciale, hai
scelto di condividere questo momento con la persona di cui sei attratta e
innamorata, che ti rispetta e prova per te affetto e stima. Se non è così, non
è la persona giusta! “Ho sentito parlare di autoerotismo e masturbazione”. E’ un modo naturale per sperimentare
il piacere , ed è un'esperienza legata alle prime sensazioni di piacere.
Costituisce una tappa, oggi considerata dagli esperti come fondamentale, nello
sviluppo sano e naturale della propria sessualità. Come avviene la scoperta nei maschi?”
Nei ragazzi è frequente sia l'erezione, in certe circostanze come un'immagine
femminile, che l'emissione di
liquido seminale durante il sonno, definito polluzione notturna. “E
nelle ragazze?” Con la stimolazione
involontaria della zona genitale, con un oggetto, un cuscino oppure lavandosi,
fino a provare sensazioni piacevoli, accarezzandosi in vari modi, senza
necessariamente stimolare solo il clitoride. Una
mia amica è omosessuale, come faccio a capire??” L’adolescenza è il momento
in cui si costruisce un’identità fisica, psichica, sentimentale e sessuale. È
il periodo della sperimentazione, della ricerca di nuove strade non battute,
della costruzione di nuovi modi di voler bene e amare, di stringere amicizie,
relazioni, passioni. Alla fine di questo lungo percorso, la cui durata è
soggettiva, ci si ritrova, tra le altre cose eterosessuali,
omosessuali o bisessuali, etc.
genere sessuale verso cui si prova attrazione:
• #Asessualità scarsa o nulla attrazione verso persone del sesso opposto o dello stesso sesso; o ancora, semplice mancanza di orientamento sessuale
• #Bisessualità di entrambi i sessi in tempi diversi
• #Eterosessualità attrazione verso persone del sesso opposto e
• #Omosessualità, dello stesso sesso gay o lesbica
• #Asessualità scarsa o nulla attrazione verso persone del sesso opposto o dello stesso sesso; o ancora, semplice mancanza di orientamento sessuale
• #Bisessualità di entrambi i sessi in tempi diversi
• #Eterosessualità attrazione verso persone del sesso opposto e
• #Omosessualità, dello stesso sesso gay o lesbica
una divisione basata sull'identità di genere è più complessa di una basata semplicemente sui comportamenti sessuali in quanto l'identità dell'individuo è più difficile da definire ed ogni essere umano ha una concezione diversa della propria identità sessuale e del ruolo di genere che può derivarne.
Si possono distinguere:
Si possono distinguere:
#transessuale è la condizione di una persona la cui identità sessuale fisica non è corrispondente alla condizione psicologica dell'identità di genere maschile o femminile e che, sovente, persegue l'obiettivo di un cambiamento del proprio corpo, attraverso interventi medico-chirurgici volti a riattribuire l'identità fisico-psicologica.
#transgender (persone nate biologicamente con caratteristiche sessuali maschili o femminili ma che hanno compiuto un percorso di transizione verso l'identità di genere del sesso opposto) La sua origine è da identificarsi all'interno del movimento LGBT lesbiche gay bisex trans
Da questo punto di vista sotto il termine "ombrello" di "transgender" possono identificarsi:
#transessualeoperata (che ha raggiunto a tutti gli effetti e in tutto e per tutto il genere sentito proprio). MtF o M2F (sigla dell'inglese Male to Female) indica una persona che effettua una transizione con il suo corpo da maschio a femmina. FtM o F2M (Female to Male) è una sigla inglese indicante una persona che opta per una transizione del proprio corpo da femmina a maschio
#transessualenonoperataoparzialmenteoperata (che ha lasciato integri i genitali di origine ma ha effettuato altri interventi di modifica fisica o estetica).
#genderqueer (femmina genetica o maschio genetico di qualsiasi orientamento sessuale) che non si riconosce nel binarismo/dicotomia uomo/donna, rifiutando così lo stereotipo di genere che la società e la cultura locale impone ai due sessi. In questo senso e in questa accezione del termine, che però è la meno conosciuta in Italia, alcuni ritengono che transgender e "queer" siano due termini-ombrello fra loro sovrapponibili.
#crossdresser, termine che tende a sostituirsi sempre più alla dicitura "travestito" perché associato, quest'ultimo, alla parafilia. In questo senso il crossdresser è una persona che si traveste, in privato e/o pubblicamente, senza implicazioni di eccitazione sessuale, per esprimere la propria identità di genere e/o il proprio ruolo di genere interiore; il crossdressing può essere praticato sia da una donna che da un uomo, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
#transgender (persone nate biologicamente con caratteristiche sessuali maschili o femminili ma che hanno compiuto un percorso di transizione verso l'identità di genere del sesso opposto) La sua origine è da identificarsi all'interno del movimento LGBT lesbiche gay bisex trans
Da questo punto di vista sotto il termine "ombrello" di "transgender" possono identificarsi:
#transessualeoperata (che ha raggiunto a tutti gli effetti e in tutto e per tutto il genere sentito proprio). MtF o M2F (sigla dell'inglese Male to Female) indica una persona che effettua una transizione con il suo corpo da maschio a femmina. FtM o F2M (Female to Male) è una sigla inglese indicante una persona che opta per una transizione del proprio corpo da femmina a maschio
#transessualenonoperataoparzialmenteoperata (che ha lasciato integri i genitali di origine ma ha effettuato altri interventi di modifica fisica o estetica).
#genderqueer (femmina genetica o maschio genetico di qualsiasi orientamento sessuale) che non si riconosce nel binarismo/dicotomia uomo/donna, rifiutando così lo stereotipo di genere che la società e la cultura locale impone ai due sessi. In questo senso e in questa accezione del termine, che però è la meno conosciuta in Italia, alcuni ritengono che transgender e "queer" siano due termini-ombrello fra loro sovrapponibili.
#crossdresser, termine che tende a sostituirsi sempre più alla dicitura "travestito" perché associato, quest'ultimo, alla parafilia. In questo senso il crossdresser è una persona che si traveste, in privato e/o pubblicamente, senza implicazioni di eccitazione sessuale, per esprimere la propria identità di genere e/o il proprio ruolo di genere interiore; il crossdressing può essere praticato sia da una donna che da un uomo, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
#cisessualitàocisgender è la condizione di concordanza coinvolge il piano biologico (i caratteri sessuali), l'identità personale (come la persona si sente) e il ruolo sociale (come gli altri la considerano). La definizione di cisessuale è quindi applicabile alla maggioranza degli individu
#pansessuale (pan vuol dire tutto) il bambino nasce polimorfo perverso poi secondo la cultura e l'educazione gli viene inculcata si definisce la propria sessualità i pansessuali rifiutano questa appartenenza di genere sessuale/culturale difatti egli/ella è colui/lei che si definisce in grado di provare attrazione fisica , romantica ,sentimentale verso tutte le sessualità omosessuale bisessuale transessuale transgender, siano in egual misura esistenti o alcune di esse permanentemente od occasionalmente prevalenti nella persona.
#polisessuale (poli vuol dire molti) è colui/lei che è in grado di provare attrazione fisica , romantica , sentimentale verso sia uomini che donne che transessuali, allo stesso tempo, inoltre se una pesoa ha gli attributi maschili non deve sentirti necessariamente maschio idem se ha gli attributi femminili non deve sentirti necessariamente femmina.
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#demisessualita indica le persone che non provano attrazione sessuale, almeno finche’ non stabiliscono un rapporto emotivo forte.
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#demisessualita indica le persone che non provano attrazione sessuale, almeno finche’ non stabiliscono un rapporto emotivo forte.
#queerQ che non si identificano con uno stereotipo di genere rifiutano di definirsi sia rispetto alla propria identità di genere (non si riconoscono quindi come uomini o donne) sia rispetto al proprio orientamento sessuale, e sono spesso attive nel contrastare l’eteronormatività sociale in quanto individuano in essa la causa della discriminazione delle persone non eterosessuali.
#intersessuali sono persone con caratteristiche biologiche ibride che nascono con un'aspetto androgino e spesso hanno gonadi non ben definite ( o magari presentano sia gonadi maschili che femminili) si chiamano intersessuali proprio perchè nel loro cariotipo non c'è normalmente xx o xy ma cambia il dna.
#ermafroditismo o monoicismo è un fenomeno col quale un individuo di una determinata specie può produrre, contemporaneamente o successivamente, sia i gameti maschili sia quelli femminili. L'ermafroditismo vero e proprio, nell'essere umano, è descritto come una rara disgenesia gonadica.] Più frequenti sono gli pseudoermafroditismi (maschile e femminile) nonché le alterazioni collegate al sistema endocrino, che possono essere virilizzanti (come nel caso della sindrome adreno-genitale) o, al contrario, dar luogo ad una insensibilità agli ormoni maschili (come nella sindrome di Morris) e inibire così lo sviluppo di caratteri sessuali maschili. L'ermafroditismo vero e proprio e gli pseudoermafroditismi rientrano nelle anomalie della differenziazione sessuale.
Se si
propongono? Non bisogna aver
paura di loro, perché come gli etero, possono scegliere di amare una sola
persona. Non bisogna discriminare, loro sono come noi, hanno emozioni e
sentimenti. Puoi dire di no, se non lo vuoi.
La sessualità o #identitàsessuale, si articola, quindi, attraverso quattro fattori principali, detti psicosessuali, allo stesso tempo collegati e distinti tra loro (Giberti, Rossi, Manuale di Psichiatria, 2004):
• sesso biologico
• identità di genere e ruolo di genere
• orientamento sessuale
• comportamento sessuale
La sessualità o #identitàsessuale, si articola, quindi, attraverso quattro fattori principali, detti psicosessuali, allo stesso tempo collegati e distinti tra loro (Giberti, Rossi, Manuale di Psichiatria, 2004):
• sesso biologico
• identità di genere e ruolo di genere
• orientamento sessuale
• comportamento sessuale
#sessobiologico: descrive dal punto di vista meramente genetico e fisiologico il maschio, la femmina, le persone intersessuali (persone che, per nascita, presentano caratteristiche di entrambi i sessi) e le persone transessuali (persone, che con un percorso, anche medico, cambiano il proprio sesso biologico). La qualificazione di un individuo come “maschio” o “femmina” a partire dalle sue caratteristiche sessuali biologiche, elencate di seguito:
• i cromosomi sessuali, XX per le femmine, XY per i maschi, la cui espressione genica durante lo sviluppo fetale consente di distinguere il sesso del nascituro al momento del parto. Se, infatti, tutti i feti hanno precursori di entrambi gli organi sessuali, a sei settimane l’espressione del cromosoma Y permette di produrre proteine specifiche per lo sviluppo dei testicoli che a tre mesi di gestazione secerneranno testosterone
• i genitali esterni
• le gonadi
• il quadro ormonale. Bisogna sottolineare che androgeni e estrogeni sono prodotti da entrambi i sessi, anche se in quantità diverse: “maschio” e “femmina” non sono categorie discrete, complementari e mutualmente escludentesi (Pinel, Psicobiologia, 1990)
i caratteri sessuali secondari, che si sviluppano durante la pubertà
• i cromosomi sessuali, XX per le femmine, XY per i maschi, la cui espressione genica durante lo sviluppo fetale consente di distinguere il sesso del nascituro al momento del parto. Se, infatti, tutti i feti hanno precursori di entrambi gli organi sessuali, a sei settimane l’espressione del cromosoma Y permette di produrre proteine specifiche per lo sviluppo dei testicoli che a tre mesi di gestazione secerneranno testosterone
• i genitali esterni
• le gonadi
• il quadro ormonale. Bisogna sottolineare che androgeni e estrogeni sono prodotti da entrambi i sessi, anche se in quantità diverse: “maschio” e “femmina” non sono categorie discrete, complementari e mutualmente escludentesi (Pinel, Psicobiologia, 1990)
i caratteri sessuali secondari, che si sviluppano durante la pubertà
#Identitàdigenere:
Ma è anche il modo in cui ciascuno vive il proprio sesso, così come declinato dalla cultura di appartenenza, aderendo alle aspettative, rifiutandole o mediando; l’identità di genere si acquisisce dalla nascita a 3 anni circa e identifica così gli uomini (i maschi che si riconoscono nel ruolo di genere maschile), le donne (le femmine che si riconoscono nel ruolo di genere femminile), le persone transgender (quelle che si riconoscono nel ruolo di genere diverso dal proprio sesso biologico, anche se non necessariamente si sottopongono al transito) e intergender (persone che non si riconoscono nella divisione binaria uomo/donna). Identità di genere ed orientamento sessuale sono due fattori autonomi nella costruzione dell’identità delle persone e non sempre il transgenderismo (o la transessualità) si accompagnano all’omosessualità, o ne sono il risultato.
Ma è anche il modo in cui ciascuno vive il proprio sesso, così come declinato dalla cultura di appartenenza, aderendo alle aspettative, rifiutandole o mediando; l’identità di genere si acquisisce dalla nascita a 3 anni circa e identifica così gli uomini (i maschi che si riconoscono nel ruolo di genere maschile), le donne (le femmine che si riconoscono nel ruolo di genere femminile), le persone transgender (quelle che si riconoscono nel ruolo di genere diverso dal proprio sesso biologico, anche se non necessariamente si sottopongono al transito) e intergender (persone che non si riconoscono nella divisione binaria uomo/donna). Identità di genere ed orientamento sessuale sono due fattori autonomi nella costruzione dell’identità delle persone e non sempre il transgenderismo (o la transessualità) si accompagnano all’omosessualità, o ne sono il risultato.
#genereoruolodigenere: si acquisisce a 2 anni di età esso è l’insieme di rappresentazioni culturali, definizioni e aspettative sociali che ogni cultura attribuisce al sesso biologico. Esso specifica cosa una determinata cultura si attende, in termini di comportamento, apparenza e stile di vita, da chi è maschio e da chi è femmina. Questo influenza l’espressione di genere, cioè il modo in cui una persona viene percepita dagli altri: se aderente o meno al modello culturale proposto.
#Orientamentosessuale: è l’attrazione emozionale, affettiva e/o sessuale verso una persona del proprio sesso (orientamento omosessuale), di sesso opposto (orientamento eterosessuale) o di entrambi i sessi (orientamento bisessuale). Recentemente è stato aggiunto anche l’orientamento asessuale, che identifica le persone che non provano attrazione emozionale, affettiva e/o sessuale. L’orientamento sessuale identifica quindi le persone come eterosessuali, bisessuali o omosessuali (gay e lesbiche).
#comportamentosessuali
comportamento sessuale, che descrive pratiche e atti sessuali quale risultato ultimo degli atteggiamenti verso la sessualità e il proprio partner
Masturbazione
Penetrazione
Sesso orale
Sesso anale
Feticismo uso di altre parti del corpo come i piedi
BDSM:
comportamento sessuale, che descrive pratiche e atti sessuali quale risultato ultimo degli atteggiamenti verso la sessualità e il proprio partner
Masturbazione
Penetrazione
Sesso orale
Sesso anale
Feticismo uso di altre parti del corpo come i piedi
BDSM:
B bondage è un insieme di pratiche sessuali e/o voyeuristiche basate su
costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli, o più in generale sull'impedimento consenziente della libertà fisica del movimento, di vedere, di parlare, di sentire.
D Dominazione -Sottomissione: questi ruoli sono sempre ruoli relazionali: si è Dominanti di qualcuno e sottomessi di qualcuno, non si tratta di caratteristiche identitarie alla persona. Non si è Dominanti di tutti o sottomessi a tutti, ma a chi si sceglie e con chi ci si riconosce come tali.
S sadismo piacere nel far del male al partner
M masochismo piacere nel ricevere male dal partner con oggetti.
costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli, o più in generale sull'impedimento consenziente della libertà fisica del movimento, di vedere, di parlare, di sentire.
D Dominazione -Sottomissione: questi ruoli sono sempre ruoli relazionali: si è Dominanti di qualcuno e sottomessi di qualcuno, non si tratta di caratteristiche identitarie alla persona. Non si è Dominanti di tutti o sottomessi a tutti, ma a chi si sceglie e con chi ci si riconosce come tali.
S sadismo piacere nel far del male al partner
M masochismo piacere nel ricevere male dal partner con oggetti.
disforia di genere chiamata cosi nel DSM 5 o disturbo d'identità di genere( chiamata cosi nel DSM 3 fino al IV TR) il soggetto transessuale non si riconosce in quanto vive nel corpo di una donna o un uomo ma psicologicamente la vive come il sesso opposto può esperire una grande sofferenza e un disagio, al punto da desiderare di modificare il proprio corpo per rientrare nel genere desiderato. la disforia alleggerisce tale disturbo in quanto lo considera un fattore culturale di adattamento all' ambiente e non più una malattia.
maschi e femmine alfa beta gamma e omega
·
Nel mondo degli esseri umani, i soggetti dominanti, i leader naturali, possono essere indifferentemente maschi o femmine, e in questo secondo caso parliamo di donne Alfa.
Le caratteristiche di queste personalità femminili sono facilmente individuabili, si tratta di donne che senza apparente sforzo assurgono a ruoli dirigenziali, persone dotate di naturale autorevolezza, che non seguono la "massa" ma la influenzano, che istintivamente siamo portati a seguire, da cui accettiamo di buon grado di essere "comandate" o "ispirate" (a meno che no siamo anche noi femmine Alfa, naturalmente!).
Secondo le stime circa il 15-20% del totale della popolazione femminile ha una personalità Alfa e in effetti si tratta di donne professionalmente realizzate, spesso con lauti stipendi e grandi responsabilità, donne che ricoprono ruoli un tempo ad esclusivo appannaggio maschile.
Questo, per lo meno, nella porzione di mondo che glielo permette. Non dobbiamo commettere l'errore di pensare che la femmina Alfa sia "figlia" del femminismo, che venga al mondo solo nel mondo occidentale e diventi tale perché ha la possibilità di studiare e fare carriera. Moltissime "donne non Alfa ma beta" hanno queste stesse caratteristiche.
Quello che è importante capire è che le "persone Alfa" esistono da sempre, e i loro tratti distintivi, il loro "marchio" di leader naturali nasce con loro, ma nelle società maschiliste di ogni tempo le Alfa femmine non hanno avuto la possibilità di esprimere il loro potenziale e spesso hanno fatto quella che si può definire come "brutta fine".
Perché la donna Alfa è individualista, è anticonformista, è nata per fungere da guida, per radunare intorno a sé, per dirigere e comandare, oppure per rompere gli schemi, per innovare. Pertanto in un mondo maschilista è una donna pericolosa, da condannare. In passato, quando si affermava che "dietro i grandi uomini c'è sempre una grande donna", talvolta era una donna Alfa, che comandava vicariamente attraverso un uomo "non Alfa ma beta", un uomo nato per essere gregario.
Le donne dominanti non sono necessariamente "maschilizzate", anzi spesso appaiono molto femminili, usano la loro bellezza e il sex appeal per imporre uno stile (pensiamo ad una fenomenale donna Alfa come Madonna), oppure non danno molta importanza all'aspetto fisico (un esempio in Italia è un' Alfa di tutt'altro tipo:la leader della Ggil Susanna Camusso).
Molte donne Alfa neppure si notano, non hanno qualità fisiche particolari e talvolta neppure un look originale, non di rado adottano uno stile classico, si confondono tra la folla, ma la loro "aura" si manifesta in qualunque situazione in cui possano esprimere la loro vocazione al comando, ovvero a scuola, nel lavoro, nella vita familiare, nelle amicizie.
Le Alfa, da donne assertive e indipendenti quali sono, si curano della propria salute, sono "sanamente egoiste", invecchiano meglio, mangiano solo i cibi più sani, sono consapevoli del loro valore. Come si diventa donna Alfa? Non si diventa, ci si nasce, è un tratto della personalità che ben si evidenzia fin dai primi anni di vita.
Un consiglio, se pensate di essere delle Alfa, non fate l'errore di innamorarvi di un uomo Alfa, sarebbero dolori, piatti rotti e discussioni infinite. Sceglietevi, piuttosto, un dolce e sensibile uomo Beta, che non si senta minacciato dalla vostra personalità carismatica, dal vostro successo professionale. Ne gioveranno anche i futuri figli che cresceranno in un nucleo familiare più equilibrato.
ma il mondo come sappiamo è variegato di sfumature di colori allora oltre alle donne alfa e alle donne beta troviamo le sfumature omega e gamma che hanno tratti sia di uno che dell' altro.
Allo stesso modo gli uomini
Se osserviamo bene gli uomini che - generalmente - le donne ritengono attraenti, noteremo che presentano una serie di caratteristiche:
- Sicurezza di sè
- Disinvoltura
- Autoaffermazione
- Indifferenza alle opinioni altrui
- Attitudine al rischio
- Impulsività
- Tendenza aggressiva
- Sessualmente disinibito e promiscuo
- Certe caratteristiche fisiche fortemente mascoline (muscolatura, spalle larghe, torace "a V", mascella squadrata, voce profonda, ecc.)
Sono tutti tratti da maschio Alfa, dominante, e sono questi che istintivamente attraggono le femmine, che spesso non sanno nemmeno loro spiegare il motivo. In realtà il motivo è inconscio ed origina dalla parte più antica del cervello, quella presente anche negli animali, il "cervello rettile".
Da notare che queste caratteristiche appartengono anche ai capi, ai leader, agli imprenditori di successo e, in generale, ai "vincenti". Tra gli esseri umani come in natura, quel tipo di individuo tende ad affermarsi e ad arrivare "in cima" (non c'è da stupirsi che risulti affascinante).
Una volta capito questo, diventa evidente che, se in aggiunta alla lista di caratteristiche sopra elencate, un uomo è anche bastardo o meno, non cambia nulla... non è quello il punto. Un uomo come George Clooney ha molti di quegli elementi, non si comporta da bastardo, e piace alla grande.
Il punto non è nemmeno essere dolce o gentile. Un uomo che ha tutti gli elementi da Alfa, ed è pure gentile, attrae allo stesso modo (magari anche di più).
Se alle donne il maschio Alfa piace così tanto, ci si potrebbe chiedere, come mai poi le donne si lamentano spesso di questi uomini? (perché sono egoisti, inaffidabili, poco disponibili, promiscui, ecc.) Il fatto è che l'attrazione non ha nulla a che fare con l'intesa o la compatibilità tra le personalità; la sua funzione è puramente evolutiva.
La polarità attraente/non attraente non si gioca sull'asse bastardo/gentile, ma sull'essere un maschio Alfa o Beta.
Il "Beta" è tipicamente una persona remissiva, passiva, insicura, timida, timorosa, sessualmente inibita, ecc.: sono tutti tratti non attraenti per le donne. In altre parole, il tipo Beta è assai poco mascolino, mentre il tipo Alfa è molto mascolino e virile; e le donne sono generalmente attratte dalla mascolinità.
Inoltre, spesso il Beta esprime bisogno e disperazione verso le donne, le osserva con sguardo impaurito e impacciato, affamato e dipendente: questo non è per nulla attraente, perché comunica scarso valore (se so di valere, sono sicuro di me; se penso di non valere, ho sempre paura).
Tipicamente i Beta fanno i "bravi ragazzi", dolci e gentili, e pensano che sia quello a renderli non attraenti. Ma in realtà sono i tratti da Beta (e l'assenza di quelli Alfa) che contano.
Generalmente, e specialmente in gioventù, questo tipo di uomini si sente dire spesso la fatidica frase: "Ti apprezzo perché sei un buon amico" (oppure "Per me sei solo un amico"). Magari detto dalla donna di cui sono innamorati. Non di rado, la stessa donna confida a quell'amico le sue "pene d'amore" con un maschio Alfa, con cui fa sesso ma che non ricambia l'interesse di lei.
Sono quelle classiche situazioni in cui c'è Alberto che ama Barbara, ma Barbara vuole invece Carlo, che però non è interessato a lei (magari perché ne ha a disposizione altre dodici). In situazioni come queste, è facile ingannarsi e credere che a vincere sia il maschio più spietato, oppure che "In amore vince chi fugge": ma queste non sono le vere ragioni, sono solo ciò che appare in superficie.
L'attrazione, l'innamoramento e l'amore sono dinamiche complesse, che hanno basi in gran parte inconsce; solo scoprendo i "meccanismi nascosti" dell'attrazione e di come scegliamo i partner, possiamo capire davvero le ragioni del nostro (e altrui) comportamento.
Da notare che queste caratteristiche appartengono anche ai capi, ai leader, agli imprenditori di successo e, in generale, ai "vincenti". Tra gli esseri umani come in natura, quel tipo di individuo tende ad affermarsi e ad arrivare "in cima" (non c'è da stupirsi che risulti affascinante).
Una volta capito questo, diventa evidente che, se in aggiunta alla lista di caratteristiche sopra elencate, un uomo è anche bastardo o meno, non cambia nulla... non è quello il punto. Un uomo come George Clooney ha molti di quegli elementi, non si comporta da bastardo, e piace alla grande.
Il punto non è nemmeno essere dolce o gentile. Un uomo che ha tutti gli elementi da Alfa, ed è pure gentile, attrae allo stesso modo (magari anche di più).
Se alle donne il maschio Alfa piace così tanto, ci si potrebbe chiedere, come mai poi le donne si lamentano spesso di questi uomini? (perché sono egoisti, inaffidabili, poco disponibili, promiscui, ecc.) Il fatto è che l'attrazione non ha nulla a che fare con l'intesa o la compatibilità tra le personalità; la sua funzione è puramente evolutiva.
La polarità attraente/non attraente non si gioca sull'asse bastardo/gentile, ma sull'essere un maschio Alfa o Beta.
Il "Beta" è tipicamente una persona remissiva, passiva, insicura, timida, timorosa, sessualmente inibita, ecc.: sono tutti tratti non attraenti per le donne. In altre parole, il tipo Beta è assai poco mascolino, mentre il tipo Alfa è molto mascolino e virile; e le donne sono generalmente attratte dalla mascolinità.
Inoltre, spesso il Beta esprime bisogno e disperazione verso le donne, le osserva con sguardo impaurito e impacciato, affamato e dipendente: questo non è per nulla attraente, perché comunica scarso valore (se so di valere, sono sicuro di me; se penso di non valere, ho sempre paura).
Tipicamente i Beta fanno i "bravi ragazzi", dolci e gentili, e pensano che sia quello a renderli non attraenti. Ma in realtà sono i tratti da Beta (e l'assenza di quelli Alfa) che contano.
Generalmente, e specialmente in gioventù, questo tipo di uomini si sente dire spesso la fatidica frase: "Ti apprezzo perché sei un buon amico" (oppure "Per me sei solo un amico"). Magari detto dalla donna di cui sono innamorati. Non di rado, la stessa donna confida a quell'amico le sue "pene d'amore" con un maschio Alfa, con cui fa sesso ma che non ricambia l'interesse di lei.
Sono quelle classiche situazioni in cui c'è Alberto che ama Barbara, ma Barbara vuole invece Carlo, che però non è interessato a lei (magari perché ne ha a disposizione altre dodici). In situazioni come queste, è facile ingannarsi e credere che a vincere sia il maschio più spietato, oppure che "In amore vince chi fugge": ma queste non sono le vere ragioni, sono solo ciò che appare in superficie.
L'attrazione, l'innamoramento e l'amore sono dinamiche complesse, che hanno basi in gran parte inconsce; solo scoprendo i "meccanismi nascosti" dell'attrazione e di come scegliamo i partner, possiamo capire davvero le ragioni del nostro (e altrui) comportamento.
Il mondo cambia, le persone cambiano e non si accontentano più...donne adulte e mature cercano freschezza e piacere sessuale nel pischellino e uomini che guardano e cercano il piacere sessuale nelle piccole ragazzine che si atteggiano a gran donne ma molto più rosee fresche e pimpanti delle loro coetanee ....tali comportamenti nascono dall' insoddisfazione e paura maschile di non riuscire a dominare le donne e dalla rivendicazione femminile delle donne che non sono più guardate dagli uomini.....l'età (dicono) non conta più, conta il fatto di rimanere sempre eterni #peterpan eterni bambini senza responsabilità, con #anuptafobia ( paura di rimanere single), #androfobia paura di abbandonare ed essere abbandonati. Ne sono affette prevalentemente le donne gay che hanno paura di rivolgersi al proprio sesso.., #gamofobia paura del matrimonio, #philofobia (paura d'amare ed essere amati), #omofobia paura e avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di persone omosessuali,bisessuali e transessuali basata sul pregiudizio, #ginefobia paura delle donne da parte degli uomini, e #caliginefobia paura delle belle donne da parte di uomini....
#TOYBOY ragazzi piccoli che soddisfano
sessualmente le donne adulte.
#TOYGIRL ragazze piccole che soddisfano sessualmente gli uomini adulti.
#COUGAR donne adulte che si soddisfano sessualmente con i toy boy.
#FILF uomini adulti che si soddisfano sessualmente con le toy girl.
#MILF donne (età di mamme) con figli che si soddisfano sessualmente con i toy boy.
#DILF uomini (età di papa) con figli che si soddisfano sessualmente con le toy girl.
#GILF donne (età di nonne) con nipoti che si soddisfano sessualmente con i toy boy.
#SUGARDADDY uomini (età di nonni) con nipoti che si soddisfano sessualmente con le toy girl.
#TOYBOY ragazzi piccoli che soddisfano
sessualmente le donne adulte.
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#SUGARDADDY uomini (età di nonni) con nipoti che si soddisfano sessualmente con le toy girl.
l'amante e il trombamico le differenze
#rapportidiversilamanteeiltrombamico
la relazione duale di coppia si è andata sfaldando, considerata oggi obsoleta, si è alla ricerca di un amante , le cause sono: l'indipendenza, l'autonomia, la libertà, la cultura, innalzamento dell'età da matrimonio, la percezione dei propri spazi, i social network, l'insoddisfazione, stanchezza, abitudine, perdita di attrazione, forte conflittualità o tendenza a darsi per scontati, l'autostima e la distimia fanno percepire la relazione di (sola) coppia un modo ristretto di vivere, in questi casi appare il/la terzo/a in più modi ma qui ne prenderemo in considerazione 2:
1. l'amante (m o f)
2. il trombamico (m o f)
1. #lamante, figura sociale del tradimento tipico delle persone sposate/conviventi/fidanzate/single o mista..come anche l'altro amante è una persona che può essere congiunta o single o mista egli/ella e' una persona che ama ed è amato/a dal/la fedifrago/a ma a differenza del/lla congiunto/a l'amante rappresenta l'idea di libertà, di gioco, di relazione stabile, di vivere quella favola con cui distrarsi, di empatia, di conoscenza reciproca, di forte attrazione fisica e forte carica emotiva (demisessuale), di vivere la situazione parallelamente come chiusa in una bolla di sapone dove esistono solo i due individui e la loro reciproca relazione, di uscire fuori dagli schemi, del brivido della conquista e della paura/piacere di essere scoperti.
CI sono differenze sostanziali però tra amante uomo ed amante donna:
per l'amante donna: Iniziare una relazione con un uomo già impegnato può essere vista come vittima o come carnefice,
l’amante vista dalla società e dalla tradita è carnefice ovvero colei che ruba ad un'altra donna l’amore e le attenzioni di un uomo, spesso quello che non si comprende però è che il ruolo dell’amante non è di terzo incomodo, ma di terzo comodo, perché in un certo senso salva la coppia dando a lui ciò che gli manca, completando perfettamente il suo rapporto di coppia, in tal senso sfoga il suo malessere e torna sereno... le classiche bugie dette alla congiunta quando è consapevole del tradimento: "è lei che mi fa stalking", "non la cerco", "amo solo te", "non ti farei mai una cosa del genere", "sto sempre con te"....."guarda il mio cellulare (dopo aver cancellato sms, wa, e tel il più delle volte anonime per non lasciare tracce sull' altro tel)", la tradita invece "non vuole vedere" e spesso dà all' amante la colpa credendo alle bugie del congiunto. Molte volte oppure al contempo della precedente succede che è l'uomo traditore che crea false aspettative all' amante raccontando bugie, le classiche frasi: “mia moglie è fredda o frigida”, “con lei sono infelice”, “stiamo insieme per i figli” , "siamo separati in casa" ," con te ho un'affinità sessuale che con lei non ho". A volte invece succede che queste precedentemente dette all' amante sono verità, in entrambi i casi, l’amante si accontenta temporaneamente sperando e attendendo un futuro migliore, alimentata dalle promesse che prima o poi la situazione cambierà..l'amante definita carnefice dalla tradita in realtà può essere vittima in quanto non lo fa per trasgredire, ma spesso ci mette cuore e affettività credendo alle bugie del traditore. Può succedere che la tradita con bassa autostima accetti e sia consapevole dei continui tradimenti del congiunto solo perchè vuole far apparire il quadretto della famiglia felice o perchè ama ciecamente quell'uomo o per la famiglia (per i figli) o perchè le da' serenità economica...in altri casi la congiunta tradita ha desideri di vendetta e crea la stessa situazione del congiunto traditore.
Se l'amante è uomo la situazione non cambia molto perchè lei la traditrice fedifraga non si sente in colpa di avere due uomini li ama entrambi ma ha affinità sessuale solo con uno e cerca nell' altro uomo ciò che quello ufficiale non le dà invece per l'uomo, da sempre avere due donne soddisfa la virilità maschile, banalmente, gli uomini fanno difficilmente scelte coraggiose, e sono incapaci di separarsi sia dalla moglie che dall’amante. L'istinto di possesso verso le due donne nella migliore delle ipotesi non lascia spazio alle due e le manovra come burattine nella peggiore delle ipotesi non lascia respirare l'amante.
È importante anche distinguere tra chi si scopre amante per caso e chi, invece, ha una specie di coazione a ripetere, ed inconsciamente o consciamente cerca sempre uomini impegnati o donne impegnate. In questo caso è bene interrogarsi sul perché si entra sempre in questo ruolo. Per esempio ci sono uomini e donne che amano molto la loro libertà e non vogliono rinunciarvi, e le storie con uomini o donne impegnati /e sono per loro la situazione migliore. Prendono il meglio dalle storie, senza il peso della vita domestica. Ma la ragione potrebbe essere ben diversa per donne beta forse perchè non hanno concluso bene il complesso edipico o di elettra ciò vale sia per l'amante che per il fedifrago/a il genitore al quale ci attacchiamo non è necessariamente il genitore di sesso opposto. Il genitore può essere quello dello stesso sesso. I sentimenti edipici non sono, dopotutto, "sessuali" in un senso adulto, ma hanno più a che fare con la fusione emotiva. Così anche, in effetti, sono molte delle nostre sensazioni apparentemente e puramente sessuali nell’età adulta; La sessualità comprende molti livelli emotivi che non sono sempre consci. Una sconfitta o una vittoria edipica che coinvolge il genitore dello stesso sesso può avere delle ripercussioni ugualmente dolorose, e condurre allo stesso modo più tardi ai triangoli relazionali. Ci si può sentire dislocati dalla propria sessualità, perché il genitore amato è un modello per quel tipo di sessualità ed il legame è troppo debole o negativo per permettere al modello di essere interiorizzato in forma positiva. Un uomo potrebbe eternamente tentare di ottenere l’amore di suo padre dando continuamente prove di quanto maschile egli sia. Potrebbe dunque inconsciamente formare triangoli che non riguardano veramente le donne con le quali è coinvolto, ma sono mirati ad impressionare altri uomini – o a punirli per il rifiuto del padre. Parallelamente una donna potrebbe tentare di guadagnarsi l’amore e l’ammirazione di sua madre nello stesso modo, o punire altre donne del mancato amore di sua madre. Il/la rivale in un triangolo adulto potrebbe essere segretamente molto più importante per l’individuo dell’apparente oggetto di desiderio. Dobbiamo soltanto ascoltare l’ossessiva preoccupazione che il Tradito e l’Amante hanno uno dell’altro per riconoscere che la situazione potrebbe essere psicologicamente molto più complessa di ciò che sembra. Può succedere invece che non abbia superato bene la fase successiva ovvero quella narcisistica il narciso è una persona fondamentalmente che pensa a se stesso e vuole tutto e subito ma quando lo ha si stanca e passa ad altro/a. Può succedere che abbia una vita sessuale intensa con un’amante, però a patto che mantenga come base sicura la moglie a casa, un sostituto di figura materna che lo sostiene nell’esplorazione, essendo di base un fobico. L’attivazione del narcisista aumenta all’aumentare dell’impossibilità di legame, una sorta di gioco relazionale che si può chiamare “legami non legandomi“. Altro complesso non risolto può essere per le donne il complesso di diana che è un dongiovannismo maschile essa è associata al precedente complesso di elettra ed ha la continua voglia di conquistare un uomo per soddisfare il suo narcsismo.
2. #trombamici o scopoamici e' una figura sociale, entrambi possono essere congiunti o single o misti, essi sono solo amici con benefici ovvero amici di letto ciò vuol dire che non hanno alcuna relazione sentimentale ne amicale ma sfogano i propri istinti sessuali a letto perchè c'è un trasporto fisico/ormonale e nient'altro, il bacio alla francese si può dare ma solo a letto. Le vite di questi due sono solitamente separate e si vedono solo quando hanno voglia di sesso, ma non bisogna mai andare oltre le 4 volte in quanto possono esserci coinvolgimenti emotivi, anche in questo caso può esserci un unione tra single o fedifraghi. E' bandita la gelosia, e non ci sisente usati in quanto è una libera volontà di entrambi.
la relazione duale di coppia si è andata sfaldando, considerata oggi obsoleta, si è alla ricerca di un amante , le cause sono: l'indipendenza, l'autonomia, la libertà, la cultura, innalzamento dell'età da matrimonio, la percezione dei propri spazi, i social network, l'insoddisfazione, stanchezza, abitudine, perdita di attrazione, forte conflittualità o tendenza a darsi per scontati, l'autostima e la distimia fanno percepire la relazione di (sola) coppia un modo ristretto di vivere, in questi casi appare il/la terzo/a in più modi ma qui ne prenderemo in considerazione 2:
1. l'amante (m o f)
2. il trombamico (m o f)
1. #lamante, figura sociale del tradimento tipico delle persone sposate/conviventi/fidanzate/single o mista..come anche l'altro amante è una persona che può essere congiunta o single o mista egli/ella e' una persona che ama ed è amato/a dal/la fedifrago/a ma a differenza del/lla congiunto/a l'amante rappresenta l'idea di libertà, di gioco, di relazione stabile, di vivere quella favola con cui distrarsi, di empatia, di conoscenza reciproca, di forte attrazione fisica e forte carica emotiva (demisessuale), di vivere la situazione parallelamente come chiusa in una bolla di sapone dove esistono solo i due individui e la loro reciproca relazione, di uscire fuori dagli schemi, del brivido della conquista e della paura/piacere di essere scoperti.
CI sono differenze sostanziali però tra amante uomo ed amante donna:
per l'amante donna: Iniziare una relazione con un uomo già impegnato può essere vista come vittima o come carnefice,
l’amante vista dalla società e dalla tradita è carnefice ovvero colei che ruba ad un'altra donna l’amore e le attenzioni di un uomo, spesso quello che non si comprende però è che il ruolo dell’amante non è di terzo incomodo, ma di terzo comodo, perché in un certo senso salva la coppia dando a lui ciò che gli manca, completando perfettamente il suo rapporto di coppia, in tal senso sfoga il suo malessere e torna sereno... le classiche bugie dette alla congiunta quando è consapevole del tradimento: "è lei che mi fa stalking", "non la cerco", "amo solo te", "non ti farei mai una cosa del genere", "sto sempre con te"....."guarda il mio cellulare (dopo aver cancellato sms, wa, e tel il più delle volte anonime per non lasciare tracce sull' altro tel)", la tradita invece "non vuole vedere" e spesso dà all' amante la colpa credendo alle bugie del congiunto. Molte volte oppure al contempo della precedente succede che è l'uomo traditore che crea false aspettative all' amante raccontando bugie, le classiche frasi: “mia moglie è fredda o frigida”, “con lei sono infelice”, “stiamo insieme per i figli” , "siamo separati in casa" ," con te ho un'affinità sessuale che con lei non ho". A volte invece succede che queste precedentemente dette all' amante sono verità, in entrambi i casi, l’amante si accontenta temporaneamente sperando e attendendo un futuro migliore, alimentata dalle promesse che prima o poi la situazione cambierà..l'amante definita carnefice dalla tradita in realtà può essere vittima in quanto non lo fa per trasgredire, ma spesso ci mette cuore e affettività credendo alle bugie del traditore. Può succedere che la tradita con bassa autostima accetti e sia consapevole dei continui tradimenti del congiunto solo perchè vuole far apparire il quadretto della famiglia felice o perchè ama ciecamente quell'uomo o per la famiglia (per i figli) o perchè le da' serenità economica...in altri casi la congiunta tradita ha desideri di vendetta e crea la stessa situazione del congiunto traditore.
Se l'amante è uomo la situazione non cambia molto perchè lei la traditrice fedifraga non si sente in colpa di avere due uomini li ama entrambi ma ha affinità sessuale solo con uno e cerca nell' altro uomo ciò che quello ufficiale non le dà invece per l'uomo, da sempre avere due donne soddisfa la virilità maschile, banalmente, gli uomini fanno difficilmente scelte coraggiose, e sono incapaci di separarsi sia dalla moglie che dall’amante. L'istinto di possesso verso le due donne nella migliore delle ipotesi non lascia spazio alle due e le manovra come burattine nella peggiore delle ipotesi non lascia respirare l'amante.
È importante anche distinguere tra chi si scopre amante per caso e chi, invece, ha una specie di coazione a ripetere, ed inconsciamente o consciamente cerca sempre uomini impegnati o donne impegnate. In questo caso è bene interrogarsi sul perché si entra sempre in questo ruolo. Per esempio ci sono uomini e donne che amano molto la loro libertà e non vogliono rinunciarvi, e le storie con uomini o donne impegnati /e sono per loro la situazione migliore. Prendono il meglio dalle storie, senza il peso della vita domestica. Ma la ragione potrebbe essere ben diversa per donne beta forse perchè non hanno concluso bene il complesso edipico o di elettra ciò vale sia per l'amante che per il fedifrago/a il genitore al quale ci attacchiamo non è necessariamente il genitore di sesso opposto. Il genitore può essere quello dello stesso sesso. I sentimenti edipici non sono, dopotutto, "sessuali" in un senso adulto, ma hanno più a che fare con la fusione emotiva. Così anche, in effetti, sono molte delle nostre sensazioni apparentemente e puramente sessuali nell’età adulta; La sessualità comprende molti livelli emotivi che non sono sempre consci. Una sconfitta o una vittoria edipica che coinvolge il genitore dello stesso sesso può avere delle ripercussioni ugualmente dolorose, e condurre allo stesso modo più tardi ai triangoli relazionali. Ci si può sentire dislocati dalla propria sessualità, perché il genitore amato è un modello per quel tipo di sessualità ed il legame è troppo debole o negativo per permettere al modello di essere interiorizzato in forma positiva. Un uomo potrebbe eternamente tentare di ottenere l’amore di suo padre dando continuamente prove di quanto maschile egli sia. Potrebbe dunque inconsciamente formare triangoli che non riguardano veramente le donne con le quali è coinvolto, ma sono mirati ad impressionare altri uomini – o a punirli per il rifiuto del padre. Parallelamente una donna potrebbe tentare di guadagnarsi l’amore e l’ammirazione di sua madre nello stesso modo, o punire altre donne del mancato amore di sua madre. Il/la rivale in un triangolo adulto potrebbe essere segretamente molto più importante per l’individuo dell’apparente oggetto di desiderio. Dobbiamo soltanto ascoltare l’ossessiva preoccupazione che il Tradito e l’Amante hanno uno dell’altro per riconoscere che la situazione potrebbe essere psicologicamente molto più complessa di ciò che sembra. Può succedere invece che non abbia superato bene la fase successiva ovvero quella narcisistica il narciso è una persona fondamentalmente che pensa a se stesso e vuole tutto e subito ma quando lo ha si stanca e passa ad altro/a. Può succedere che abbia una vita sessuale intensa con un’amante, però a patto che mantenga come base sicura la moglie a casa, un sostituto di figura materna che lo sostiene nell’esplorazione, essendo di base un fobico. L’attivazione del narcisista aumenta all’aumentare dell’impossibilità di legame, una sorta di gioco relazionale che si può chiamare “legami non legandomi“. Altro complesso non risolto può essere per le donne il complesso di diana che è un dongiovannismo maschile essa è associata al precedente complesso di elettra ed ha la continua voglia di conquistare un uomo per soddisfare il suo narcsismo.
2. #trombamici o scopoamici e' una figura sociale, entrambi possono essere congiunti o single o misti, essi sono solo amici con benefici ovvero amici di letto ciò vuol dire che non hanno alcuna relazione sentimentale ne amicale ma sfogano i propri istinti sessuali a letto perchè c'è un trasporto fisico/ormonale e nient'altro, il bacio alla francese si può dare ma solo a letto. Le vite di questi due sono solitamente separate e si vedono solo quando hanno voglia di sesso, ma non bisogna mai andare oltre le 4 volte in quanto possono esserci coinvolgimenti emotivi, anche in questo caso può esserci un unione tra single o fedifraghi. E' bandita la gelosia, e non ci sisente usati in quanto è una libera volontà di entrambi.
Qual è la
maggiore età sessuale???” La maggiore età in Italia, dal punto di vista sessuale,
si ha a partire dai 14 anni.
“Come si fa
a riconoscere l’amore vero? Come capire la differenza tra una cotta
passeggera e una storia importante, che ti porterà al vero grande amore?” Per alcuni
innamorarsi è questione di un momento, per altri invece è un processo più
lento, graduale. Spesso capacità di intrattenere un' amicizia per mesi, se non
addirittura anni e poi un bel giorno ci si rende conto all'improvviso di essere
innamorati di una persona, che vediamo con occhi diversi, che è diventata
speciale.
Distinguiamo
prima l'affettività le emozioni e i
sentimenti:
l’affettività riguarda la sfera dei sentimenti e delle emozioni ed è
strettamente legata con il corpo e con la mente.
L’emozione sorge improvvisamente come reazione a stimoli diversi, essa
ha breve durata ed è più visibile dall’esterno: piacere, riso, eccitazione,
gioia, ira, paura, rammarico, pianto, sdegno, dolore, vergogna, turbamento.
I sentimenti invece riguardano l’interiorità della persona essendo legati
a credenze e valori sono più duraturi e meno visibili dall’esterno: amore,
amicizia, tenerezza, fraternità, solidarietà, odio, gelosia,pudore, invidia,
orgoglio, avversione, indifferenza.
come ci si innammora?: L'innamoramento è accompagnato da tutta una serie di
intense e travolgenti sensazioni ed emozioni, particolarmente all'inizio di un
rapporto amoroso. In genere si attraversano tre fasi: -
l'attrazione
fisica iniziale,
sia per uomini che per donne, all'inizio i sintomi sono gli stessi, si passano
ore aspettando che squilli il telefono, si vola al sospirato appuntamento con
le gote in fiamme, le farfalle nello stomaco e il cuore palpitante, ti sembra
che debba scoppiare da un minuto all'altro dall'emozione. Gli studi condotti hanno documentato che quando sperimentiamo
un’emozione di questo genere, l'amigdala,
una parte del cervello costituita da due piccole sezioni a forma di noce,
stimola una secrezione
ormonale. Tale esperienza viene poi
memorizzata nella neocorteccia, una parte del cervello che funge da
superarchivio, associando l’emozione alla secrezione ormonale correlata. E’ possibile che ogni volta
che riscontriamo qualcosa di familiare in qualcuno, riemergano le stesse
emozioni e risposte ormonali che ci riportano alle prime esperienze avvenute
prevalentemente in ambito familiare. sono tutte causate dalla molecola di feniletilamina (PEA), neurotrasmettitore che aumenta le prestazioni
chimico-fisiche. questo periodo magico non è infinito, non può infatti durare
oltre i sei anni, e a poco a poco l’organismo si abitua alla PEA. i sono tracce della PEA nel
cacao e nell’acqua di rose; Stimola
anche la produzione del testosterone,
l’omone dell’eccitamento sessuale, e di un altro neurotrasmettitore, la dopamina, che agisce su numerosi
processi fisici e psicologici. Essendo legata
al sistema limbico, zona del cervello che è sede di emozioni e funzioni vitali,
permette di rinforzare comportamenti che apportano piacere e soddisfazione.
Quando siamo felici la dopamina emette un segnale che stimola euforia, tanto da portarci a ripetere l’esperienza. È
grazie alla cara e vecchia dopamina che ci si telefona cento volte al giorno e
si vuole passare costantemente il tempo con il proprio partner.
l'infatuazione, se poi la
storia, continua sempre più bella, ancora più forte dei primi giorni, quello
che state vivendo è vero amore. Rappresenta la seconda fase dell’amore e si manifesta con lo slancio emotivo, passionale, favorito
dagli ormoni che inondano il corpo (ferormoni, adrenalina e dopamina,
feniletilamina, ossitocina e altri). La coppia ricerca
l’intimità. Oltre a dare origine a un legame
corporeo, un'attività sessuale appagante
favorisce l’intimità e il legame
affettivo. L'intimità può darsi anche nell’amicizia, tuttavia quella che si
crea tra due innamorati tende a essere molto più profonda. L'intimità implica la capacità di
“mettersi nei panni di” dell’altro, senza smarrire il senso della propria
identità, mantenendo quindi un forte senso della propria individualità. E’
un elemento molto importante dell’innamoramento, quello che nel rapporto
a lungo termine, quando forse l'attrazione sessuale non è più così intensa, ci
ricorda i primi giorni, la condivisione di momenti insieme, e favorisce il
rinsaldarsi del legame affettivo. L’ormone implicato nella costruzione dei legami di coppia è
l’ossitocina. Laddove non è prodotta o è presente in
piccole quantità, l’individuo trova difficoltà a creare relazioni durature.
L’ossitocina è un ormone generato dall’ipofisi posteriore e svolge la funzione
di neurotrasmettitore. Studi
scientifici dimostrano che sia proprio la
mancanza di ossitocina a spingere la donna (per l’uomo l’ormone è la
vasopressina, che ha lo stesso funzionamento) al tradimento. La produzione
di questa sostanza è la conseguenza di stimoli tra cui il contatto pelle a
pelle e la stimolazione durante il rapporto sessuale. Baci carezze e coccole
aumentano il livello di ossitocina.
il
legame affettivo, il cervello inizia a produrre altri ormoni rispetto alle prime quali le
endorfine. Questo gruppo di sostanze sono prodotte dal cervello nel lobo
anteriore dell’ipofisi e sono dotate di proprietà analgesiche simili a quelle
della morfina e dell’oppio, ma con una portata più ampia. La situazione di
benessere che procurano si traduce in una relazione affettiva molto forte che
non si vuole più interrompere, ed è la costante presenza del partner che
stimola la produzione di questo neurotrasmettitore. a poco a poco
si comincia ad amare la presenza dell’altro. Lui diventa sempre più importante,
finché ci si rende conto che non si riesce a vivere senza. E’ la terza fase dell’amore e nasce
progressivamente con il declino dell’infatuazione. Idealmente, una volta
esauriti o ridotti gli effetti di passione euforica iniziale,
dovrebbe essersi formato un forte legame affettivo della coppia.
L’affetto sostituisce progressivamente lo slancio passionale delle fasi
iniziali del rapporto. Non è prepotente come la passione iniziale, ma è una
fiamma inesauribile che lega due persone in un impegno costante e gratificante che può durare anche tutta la vita.
Dopo la tempesta iniziale, si assaporano nuovi piaceri e nuove emozioni,
altrettanto intense, legate alla progettualità, alla serenità,
al senso di sicurezza e di appartenenza reciproca,
alla consapevolezza di poter contare sulla presenza, la disponibilità e
il sostegno del partner, di fronte a qualsiasi difficoltà. C’è la
sensazione profonda di essere completati dall’altro, sia a livello fisico sia
a livello psicologico.
A volte puo succedere con:
il colpo di
fulmine scatenato dai ferormoni arriva in modo
improvviso: lo guardi per la prima volta ed è come se vi conosceste da sempre,
ma è raro. Secondo Stephanie Cacioppo ricercatrice dell'Università di
Chicago, a causare il classico amore a prima vista nel giro di mezzo secondo è lo sguardo, poiché tutto parte
dagli occhi. In particolare, Stephanie ha scoperto che negli occhi di chi
guarda il potenziale partner si nasconde il segreto dell'amore romantico o
dell'attrazione sessuale. Essi sono
sono molecole invisibili e volatili prodotte
dalle ghiandole apocrine, posizionate sotto le ascelle,
attorno ai capezzoli e vicino all’inguine, siano in grado di attrarre due
persone in modo inconsapevole realizzando ciò che è
l’attrazione sessuale che solitamente comprende anche un coinvolgimento
psicologico irresistibile. Essendo inodori non sono captati dalle mucose olfattive, ma
da un secondo sistema dell’odorato detto organo
vomeronasale. L’uomo produce
l’androstenolo, presente nel sudore ‘’fresco’’ mentre la donna la copulina,
feromone presente nelle secrezioni vaginali. I feromoni sono noti messaggeri
chimici che hanno lo scopo di trasmettere informazioni tra individui della
stessa specie. Sono proprio loro a definire se una persona ci attrae o meno. Se
l’odore di una persona ci piace, proviamo sensazioni di sicurezza e attrazione,
diversamente proviamo sensazioni negative che portano all’ allontanamento.
Insomma, se ci innamoriamo di una persona ci deve piacere il suo odore.
Quando ci si innamora
si attiva anche un’autentica tempesta di ormoni, neurotrasmettitori e sostanze
chimiche proprie che ci permettono di percepire intense
sensazioni fisiche:
Ferormoni scatenano
l'attrazione fisica, la donna durante l'ovulazione, diventa più
attraente agli occhi dell' uomo in questo periodo;
Feniletilamina,
la vera responsabile dello stato euforico, stimola la libido soprattutto all'
inizio dell' innamoramento;
Dopamina, stimolata dalla
feniletilamina è la responsabile dello stato di benessere che soddisfano la
fame, la sete, il desiderio sessuale e ci induce a stare sempre in movimento; Induce il soggetto alla
ripetizione di comportamenti che
hanno procurato piacere ed
è per questo che si ha sempre voglia di rivedere la persona che ci attrae.
feniletamina correllata alla
dopamina e alla norepinefrina che crea
stress e nei più deboli fa tremare le gambe (associate ad una bassa attività di
serotonina nel cervello le aree della neocorteccia celebrale collegata alle emozioni
La serotonina crea un
atteggiamento tranquillo, fedele, e rende una personalità “costruttiva”.
Noradrenalina
è prodotta dalle
ghiandole Surrenali essa è una molecola diffusa nel sistema
nervoso parasmpatico, soprattutto nell'ipotalamo e nel sistema limbico,
essa produce bocca secca e la sudorazione delle mani, provoca
eccitazione, euforia ed entusiasmo; Fa passare l'appetito perché mangiare
sottrarrebbe tempo prezioso da dedicare alla persona amata. Infine, favorisce
la contrazione dei vasi venosi degli organi sessuali e trattiene il sangue
mantenendo a lungo l'erezione.
Adrenalina un
neurormone che viene prodotto dalle ghiandole surrenali che segnala interesse e
attrazione. Grazie a lei Il cuore accelera, le pupille si dilatano, le gambe
tremano, lo stomaco rifiuta il cibo aumenta la
respirazione e la pressione sanguigna, da cui ha origine il rossore del volto;
Testosterone, la
dopamina favorisce, la sintesi del testosterone, l'ormone del desiderio sessuale
Stimola la libido sia nell'
uomo che nella donna. Viene rilasciato dai testicoli e dalle ovaie, sotto
stimolo dell'ipofisi. I suoi livelli variano molto da individuo a individuo; Notoriamente testosterone
ed estrogeni influiscono consistentemente nel modo di approcciare all’altro e di impostare una relazione;
Ossitocina è
prodotta durante l'orgasmo, la
stimolazione dei genitali e durante l'allattamento per la stimolazione dei
capezzoli. Viene chiamato ormone
dell'amore perché si ritiene che generi sensazioni affettive, protettive e
di benessere. Nell'uomo è anche responsabile del periodo refrattario che segue
l'eiaculazione; permettere la durata della coppia: viene infatti secreta ogni volta che si ha un
contatto fisico con la persona amata liberandosi nel cervello e negli organi
riproduttivi.
Endorfine hanno
un'azione rilassante, calmante, analgesica ed entrano in gioco quando una
relazione diventa meno passionale e più affettiva.
Secondo la teoria dell'apprendimento, l'esperienza positiva vissuta si imprime nel sistema nervoso come un ricordo piacevole da riprovare. Nel caso degli innamorati è proprio l'associazione tra “incontro” e “piacere” che spinge i due interessati a ripetere l'esperienza.
”Quali sono
le zone erogene???” Sono le parti del corpo che producono sensazioni
particolarmente sensuali ed eccitanti. Sono diverse, per uomo e donna e per
ciascuno di noi. Includono i genitali ma anche i capezzoli, l’ombelico, il
collo, le orecchie, ecc. Molte sono legate all’esperienza ed alle preferenze
individuali: più aumenta la confidenza e la complicità reciproca più si riesce
a comprendere come dare piacere al proprio partner (da William Masters e
Virginia Johnson padri della sessuologia moderna) . Ogni persona ha una diversa risposta
sessuale. Ricorda che ciò che piace a te non necessariamente vale per gli
altri. È importante riuscire a parlare e ad esprimere i propri bisogni, saper
dire no e non provare vergogna o imbarazzo nel dichiarare apertamente al nostro
partner se un suo comportamento ci va oppure o no.
Come si
raggiunge L'orgasmo??? È vero che ne
abbiamo uno clitorideo e uno vaginale???Si. L'orgasmo è una reazione del corpo
durante l'atto sessuale, conseguenza di un'intensa eccitazione delle zone
erogene e degli organi sessuali., sia uomini che donne possono avere l'orgasmo. Negli uomini si presenta come un picco rapido di
eccitazione seguito dall'eiaculazione, mentre nelle donne può consistere in un
periodo più esteso di sensazioni di piacere con alcuni picchi di estremo
piacere... Nelle donne,
l'orgasmo può essere vaginale, clitorideo o di entrambi i tipi
contemporaneamente.
L'orgasmo
clitorideo, la clitoride è
sensibilissima alle stimolazioni. Può essere stimolata in vari modi: attraverso
uno sfregamento e pressione con il corpo del partner, o con stimoli manualiL'orgasmo
vaginale, invece, si
raggiunge con la penetrazione: la donna prova piacere attraverso lo scorrimento
del pene dentro e fuori forse, ma senza dati certi, toccando il punto G (Masters e Johnson).
Entrambi
gli orgasmi: una donna
sperimenta un orgasmo completo quando tanto l'utero che la vagina, compresi i
muscoli pelvici e quello anale, vengono sottoposti a contrazioni ritmiche.
Alcune donne riescono ad avere orgasmi
multipli. quasi in
successione.
Le donne possono
espellere del fluido durante l'orgasmo, la cosiddetta eiaculazione femminile .
Nell' uomo la secrezione pre-eiaculatoria, o liquido di Cowper (altri nomi sono: secretio ex libidine, liquido preorgasmico, liquido prostatico, liquido prespermatico, liquido preseminale, LPS) è il liquido trasparente, incolore o biancastro e viscoso espulso dall'uretra del pene dell'uomo in situazione di eccitazione sessuale.
Viene prodotto dalle ghiandole di Cowper (o ghiandole bulbouretrali) durante la masturbazione, i preliminari e le fasi iniziali di un rapporto sessuale, ma anche durante la penetrazione precedentemente all'orgasmo e all'eiaculazione dello sperma.
La quantità emessa dipende dall'individuo (da quantità modeste a emissioni copiose).
La sua funzione è quella di neutralizzare l'acidità dell'urina e quindi di preparare un ambiente idoneo al passaggio del liquido seminale vero e proprio, lubrificando il lume uretrale (condotto dell'uretra peniena). A tale scopo, questo fluido può essere secreto prima dell'eiaculazione.
Non sono noti studi su larga scala riguardo alla presenza di sperma nel liquido di Cowper. Indagini su campioni ridotti di popolazione rilevano l'assenza di tracce di spermatozoi[. Tuttavia la presenza di spermatozoi può essere causata dallo stesso liquido che lubrificando l'uretra trasporta con sé eventuali residui di sperma presenti da un rapporto precedentemente avuto, ed è quindi consigliabile orinare tra la consumazione di un rapporto e l'altro. Questi solitamente sono in numero insufficiente a causare una gravidanza, ma possono verificarsi casi inattesi, che rendono rischioso il metodo anticoncezionale del coito interrotto.Gli stessi studi hanno messo in luce la possibilità per il fluido di veicolare il virus dell'HIV, causante l'AIDS.
In alcuni casi si possono verificare alcuni incidenti di percorso: il sesso provoca ansia e delusione :ad es se le prestazioni si rivelano insoddisfacenti o impossibili. Talvolta questi problemi sono determinati da malattie, uso di alcuni farmaci, abuso di alcool, e uso di droga. Altre volte sono provocati da emozioni spiacevoli come paura, sensi di colpa, ansia da prestazione, eccessive aspettative nei confronti del sesso, ecc… Le difficoltà più comuni che si possono verificare: Nell’uomo sono quelle legate all’erezione (disturbi dell’erezione). Altre difficoltà si possono avere nella gestione dei tempi del rapporto sessuale (eiaculazione precoce e/o ritardata).Nelle donne queste difficoltà si manifestano come: frigidità, incapacità totale o parziale di provare piacere; dispareunia, rapporti sessuali dolorosi vaginismo, contrattura dei muscoli della vagina che impedisce la penetrazione.
Le infezioni IST O MST L’espressione infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) raggruppa le malattie trasmesse durante l’atto e il contatto sessuale e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è preferibile a quella usata in precedenza malattie sessualmente trasmissibili(MST) in quanto sottolinea il frequente decorso sintomatico di queste infezioni che, altrimenti, nei casi conclamati si manifestano con sintomi acuti o come forme croniche. Fra le infezioni sessualmente trasmissibili più importanti si ricordano: 1. Batteri: gonorrea, infezioni uro-genitali, anorettali, sifilide; 2. Virus : Hiv/Aids, herpes genitale, Hpv , condiloma,epatite B e C; 3. Parassiti : Candida, Condilomi.
Metodi contraccettivi???” Esistono tantissimi metodi contraccettivi appartenenti a quattro gruppi: 1. Metodi ormonali: la pillola per donna, il cerotto a rilascio transdermico, l’anello vaginale, la spirale. Tra questi, secondo me, data la tua giovane età, puoi scegliere la pillola o il cerotto, sicure al 99,9%; 2. Metodi di barriera: il profilattico o preservativo per l’uomo, il diaframma. Tra questi, ti consiglio di far usare a lui il preservativo, il metodo più sicuro sia per preservarsi dalle IST che da gravidanze indesiderate; 3. Metodi chimici: Spermicidi. Questi tipi sono usati insieme ad altri tipi di contraccettivi, io li sconsiglio! 4. Metodi naturali: il coito interrotto, il metodo Billings, il metodo Ogino Knauss, il metodo sinto termico, la temperatura basale . I metodi naturali se non usati bene possono essere ad alto rischio di gravidanze indesiderate.
“Se hai
sbagliato a prendere la pillola o a rilevare i metodi naturali e hai paura di
essere incinta, puoi sempre chiedere al ginecologo di prescriverti la pillola
del giorno dopo: la Levonelle oppure la Norlevo, una da 1,5 mg o due da 750 mg. Da assumere entro 72
ore dal rapporto a rischio”.
IVG Interruzione Volontaria di Gravidanza comunemente chiamato aborto la Legge 194 del 22/05/78 Oggi in Italia qualsiasi donna può richiedere l'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg)entro i primi 90 giorni ( 3 mesi) di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. L'intervento può essere effettuato presso le strutture pubbliche del S.S.N.in reparti di ginecologia in modo totalmente gratuito. L'Ivg può essere praticata dopo i primi 90 giorni quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna, oppure quando siano state accertate gravi anomalie del feto Nel caso delle minorenni, secondo la Legge 194 art. 12, è necessario l'assenso da parte di chi esercita la potestà o la tutela. Tuttavia se, entro i primi 90 giorni, chi esercita la potestà o la tutela è difficilmente consultabile o si rifiuta di dare l'assenso, è possibile ricorrere al giudice tutelare. In base’Art. 9 comma 5, il ginecologo può astenersi dal fare un IVG per obiezione di coscienza, in tal caso può farlo un altro ginecologo. Prima di effettuare l’IVG viene chiesto alla donna di firmare un documento sul diritto alla privacy 196/03. Le forme di aborto sono di vario tipo, oltre all’ivg volontaria provocata, abbiamo: l’aborto naturale (o aborto interno), l’aborto tubarico e l’aborto pre-termine o tardiva nei casi in cui il feto è morto o ha qualche malformazione. Esistono due metodi abortivi: per aspirazione e tramite la pillola abortiva. Un aborto non compromette la possibilità di avere future gravidanze normali. In caso di aborti ripetuti si rendono necessarie indagini specifiche. IVG Metodo chirurgico (per aspirazione) L'aspirazione puo' generalmente essere effettuata entro le 14 settimane a partire dal primo giorno dell'ultima mestruazione. L'intervento viene eseguito in ospedale, sia in day-surgery sia con ricovero. L'intervento operatorio avviene sotto narcosi (anestesia generale). Il collo dell'utero viene dilatato cautamente con dilatatori metallici fino ad un diametro da 6 a 12 mm. Viene in seguito inserita una canula fine per l'aspirazione che rimuove i tessuti embrionali dalla cavità uterina. L'operazione dura circa 20 minuti. Generalmente, una visita di controllo viene effettuata nelle due settimane seguenti l'intervento. Nella cartella clinica si trova un consenso informato dove spiega come avviene l’intervento chirurgico.
La pillola
abortiva da qualche tempo in Italia è arrivata la pillola abortiva: Mifegyne
con prostaglandina RU 486. Questa pillola
puo' essere prescritto entro la 7ª settimana o 49 giorni a partire dal primo
giorno dell'ultima mestruazione. L'interruzione della gravidanza viene
effettuata in clinica con due farmaci: la Mifegyne (RU 486) e la
prostaglandina. La Mifegyne, blocca gli effetti dell'ormone progesterone,
interrompendo lo sviluppo della gravidanza; mentre, la prostaglandina, induce
contrazioni uterine e provoca l'espulsione dei tessuti embrionali. In presenza
di personale medico, la donna assume tre compresse di Mifegyne e, due giorni
dopo, due compresse di prostaglandina. Dopo l’assunzione dei farmaci, la donna
rimane in osservazione per alcune ore, durante le quali avviene l’espulsione
dei tessuti embrionali. Circa due settimane dopo tale operazione, la donna deve
sottoporsi ad una visita di controllo. IVG, aspetti Psico-socio-pedagogici Come
più volte evidenziato da diverse ricerche sull’aborto provocato (IVG), durante
il tirocinio, ho potuto constatare che la maggior parte delle donne che fa
ricorso all’aborto, mostra una sorta di “coazione a ripetere”, sembra scelgano
l’aborto come mezzo contraccettivo. Infatti, quando chiedevo alle pazienti:
come “la” stai vivendo??? Loro tranquille rispondevano: non è mica la prima
volta! Ciò accade perché la donna, pur desiderando la gravidanza, come
realizzazione della propria identità femminile, non riesce ad accettare il
bambino.
La normativa di riferimento per i giorni di lavoro è l’art. 19 del DLgs 26/03/01 n. 151 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) il quale sancisce che l’interruzione della gravidanza, spontanea o volontaria, nei casi previsti dagli articoli 4, 5 e 6 della legge 22 maggio 1978, n. 194, è considerata a tutti gli effetti come malattia.
Secondo
la legge si determina questa differenza:
1. Se l’interruzione avviene entro il 180
º giorno di gestazione dà diritto al solo trattamento di malattia, rimanendo,
quindi, escluso che la lavoratrice possa usufruire del trattamento di
maternità;
2. Se l’interruzione avviene dopo il 180
º giorno dall’inizio della gestazione , la lavoratrice può usufruire del
congedo di maternità post-parto di tre mesi dal giorno successivo a quello dell’aborto.
In questo caso, infatti, l’interruzione di gravidanza viene considerata parto a
tutti gli effetti. Non dà però diritto al congedo parentale.
Per
accertare se l’interruzione di gravidanza sia avvenuta prima o dopo il 180º
giorno si devono contare 300 giorni a ritroso dalla data presunta del parto
indicata nel certificato medico e alla data così ottenuta si devono aggiungere
180 giorni.
Nel
tuo caso, che rientra nel punto 1 (l’interruzione avviene entro il 180 º giorno
di gestazione), le assenze per interruzione di gravidanza non si cumulano con
precedenti o successivi periodi di malattia e non sono quindi computabili nel
periodo massimo previsto dalla normativa contrattuale per la conservazione del
posto di lavoro (art. 17/1 del CCNL/2007 per il personale assunto a tempo
indeterminato; art. 19 commi 3 e 10 per il personale assunto a tempo
determinato).
Sono
di questo avviso l’INAIL, nelle circolari n. 48/1993 e n. 51/2001, e il
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, che con nota 25/I/ 0011428 del 19/08/08 di risposta all’interpello n. 32 del 19 agosto 2008 del Consiglio nazionale
dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, ha precisato che l’articolo 12 del
D.P.R. n. 1026/1976 considera l’interruzione di gravidanza prima del 180°
giorno come aborto e non come parto; qualificandosi dunque, come “malattia
determinata da gravidanza”, ad essa si applicherà la tutela prevista dall’articolo
20 del D.P.R. n. 1026/1976, secondo cui tale assenza non rientra nel periodo di
comporto.
Nello
stesso interpello, il Ministero del Lavoro afferma che ai fini della prova
della morbosità determinata da gravidanza non è necessaria la produzione di un
certificato rilasciato da un medico specialista del Servizio sanitario
nazionale, ma basta un certificato rilasciato da un medico di base
convenzionato.
Dunque,
dal 7 gennaio, ai fini della giustificazione della tua assenza, potrai farti
certificare, anche dal medico di base, la “malattia determinata da gravidanza”.
In
questo caso i relativi giorni di “malattia” non saranno computabili nel periodo
massimo previsto dal CCNL/2007, sopra richiamato, per la conservazione del
posto di lavoro.
Non
si ravvisano invece deroghe per ciò che riguarda l’eventualità dell’invio della
visita fiscale da parte della scuola o della trattenuta sui giorni di malattia
ai sensi dell’art. 71 del decreto legge 112/2008 come convertito dalla legge
133/2008, pertanto si ritiene che anche i giorni di “malattia determinata da
gravidanza” siano soggetti tanto alla visita fiscale che alla trattenuta di
legge.
Fase della Maturità
Dai 16 ai 18
anni si cerca di riordinare le proprie idee: è la fase della “Maturità“. Può
durare fino ai 24, ma anche fino ai 90. Per Freud, essere maturi, vuol
dire dare una risposta a tutti i problemi della vita. Se riusciamo a rispondere
a queste domande, noi siamo maturi e siamo pronti a formare una famiglia. Verso
i 50 anni si attraversa una fase di II immaturità, diffusa nella società.
A 15 anni
comincia la scuola secondaria di II° grado della durata di 5 anni di cui i primi
due sono generali e obbligatori dal 3° anno farà la scelta del settore
che più piace: umanistico, classico, scientifico, linguistico, musicale,
artistico tecnico o professionale che lo porterà a 18/19 anni ad avere la il Diploma
di Maturità, poi
opererà la scelta di fare un corso di 1/2 anni oppure nel mondo del lavoro. Se
invece ha fatto la scelta del settore scuola a 18/19 lo porterà all'Università con
scelta del Dipartimento e corso di Laurea Triennale con facoltà di continuare con un
Master di I° livello di 1 anno oppure
con una Laurea Magistrale di 3+2=5 anni e
decidere se continuare con un Master di II° livello di 1 anno o il dottorato di
Ricerca oppure nel mondo del Lavoro. Se invece dopo il diploma si è scelta una
Laurea Magistrale a ciclo Unico di 5 anni decidere di continuare con
un Master di II° livello o un dottorato di Ricerca oppure nel mondo del Lavoro.
A 16 anni la competizione con gli amici è la richiesta della moto espressione
d'indipendenza. A 18 anni la fatidica auto.
Oggi si tende
all' indipendenza usciti dall' Università 23/25 anni molti vogliono vivere da
Single altri vogliono convivere altri faranno una convivenza more uxorio
ovvero con un certificato al comune che indichi la residenza con il convivente,
altri ancora decidono di fare il corso prematrimoniale dare parola al comune e
sposarsi civilmente oppure in Chiesa e alri invece in qualunque dei casi qui
sopra descritti decidono di avere un figlio o adottarlo. Altri ancora si
separano, divorziano, rimangono vedovi, chiedono l'annullamento, si risposano,
fanno altri figli con altre/i compagne/i creando cosi le cosiddette nuove famiglie
allargate ricostituite semplici o complesse e ricomposte semplici o complesse.
Altri per vari motivi di infertilità decidono di avere un figlio tramite la
fecondazione artificiale omologa o eterologa anche le single.
Le creme quando usarle e quali
A 20 ANNI
A questa età non servono trattamenti particolari, è presto per un antirughe. Mentre è indicata la crema idratante.
– Idratante: spalmalo ogni mattina. Non lascia la pelle unta e costituisce una buona base per l’eventuale trucco.
– Pelle impura: ha bisogno di essere idratata per mantenersi morbida ed elastica. Se è molto lucida e grassa, scegli un’emulsione seboregolatrice e opacizzante per il giorno e una crema dermopurificante per la notte. Ti conviene comunque farti dare un’occhiata al viso dal dermatologo.
– Scrub. Una volta al mese concediti un peeling generale e non aggressivo per favorire il rinnovamento cutaneo. Puoi anche fare una pulizia del viso dall’estetista ogni due mesi per purificare la pelle.
– Il consiglio extra. Bevi almeno due litri di acqua al giorno, per mantenere la pelle idratata dall’interno.
A 30 ANNI
Dopo i trent’anni anni il ricambio cellulare rallenta progressivamente. La produzione di collagene diminuisce e si formano i primi segni di espressione e le prime rughe poco profonde. Il derma si assottiglia e la pelle comincia a perdere tono e luminosità. In questa fase della vita sono utili i prodotti che stimolano l’attività cellulare ritardando la comparsa dei segni dell’invecchiamento, usando le creme anti età.
– Principi attivi. La tua crema da giorno dev’essere molto idratante e contenere almeno uno di questi principi: vitamina A (retinolo), che stimola il rinnovamento cellulare, vitamina C, che neutralizza i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cutaneo, vitamina E, dal potere antiossidante.
– Spf. L’emulsione dovrebbe contenere un fattore di protezione solare (Spf) compreso almeno tra otto e dieci. Anche se è inverno e anche se vivi per la maggior parte del tuo tempo in città devi proteggerti dai raggi Uv.
– La notte. Spalma l’idratante che usi di giorno anche tutte le sere. Non spendere per una crema specifica da notte, la tua pelle non ne ha ancora bisogno.
– Contorno occhi e labbra. Comincia a utilizzare tutte le mattine un prodotto specifico per il contorno occhi che sia idratante e insieme detossinante, specie se lavori molte ore al computer. Preferisci quelli arricchiti di sostanze emollienti come olio di mandorla o di argan: aiutano a riempire i piccoli solchi. Usa la tua crema per gli occhi anche per il contorno labbra, l’altra zona dove si cominciano a formare le rughe d’espressione.
– Scrub: applica il prodotto una volta ogni due settimane. Chiedi al farmacista se puoi usare un esfoliante un po’ più aggressivo come quello a base di alfa-idrossiacidi. Aggiungi una pulizia professionale una volta ogni due mesi.
– Il consiglio extra. Dormi almeno sette-otto ore per notte. Non è un luogo comune: più si dorme più la pelle si mantiene giovane.
A 40 ANNI
È un’età delicata. I piccoli vasi che irrorano il viso perdono elasticità e possono dilatarsi. La pelle è meno ossigenata e soffre di più il freddo, lo smog, il vento, i raggi Uv. L’epidermide comincia anche a ispessirsi e possono apparire alcune macchie dovute agli accumuli di melanina. Ecco che si dovranno scegliere prodotti che permettano di rivitalizzare, rigenerare, stimolare e regolarizzare il funzionamento cellulare.
– Crema da giorno. Scegli un prodotto a base di almeno uno di questi principi: acido ialuronico, che idrata e ricompatta l’epidermide; collagene, una proteina fibrosa che rende la pelle elastica e ben levigata; ceramidi, molecole che rinforzano lo strato più superficiale della pelle; vitamina A (retinolo), capace di stimolare il rinnovamento cellulare; vitamina C, che neutralizza i radicali liberi; vitamina E, dall’azione antiossidante; flavonoidi (estratti del mirtillo), per proteggere i capillari.
– Crema da notte. è il momento di iniziare a usarla. Scegli una formulazioni specifica che ripara e nutre la pelle nel momento in cui è più ricettiva, cioè quando è liberata da tutto ciò che la sporca (polvere, smog, trucco). Dev’essere idratante e nutriente. Vanno bene quelle con lanolina, glicosaminoglicani, vitamine e acidi grassi. Meglio ancora se contengono anche retinolo e acido glicolico.
– Contorno occhi e labbra. Non dimenticare tutte le mattine la crema specifica per la zona perioculare e le labbra. Scegline una a base di acido ialuronico, idratante e nutriente, con l’aggiunta di vitamine C, E e PP. In commercio ne esistono alcuni con l’applicatore roll-on, cioè una biglia rotante in acciaio che permette, durante l’applicazione, un piccolo massaggio che riduce il ristagno dei liquidi e riattiva la microcircolazione.
– Scrub. Usa una crema o un gel contenente microgranuli (di sintesi o naturali come i semi di albicocca) una volta alla settimana per eliminare le cellule morte e dare più lucentezza alla pelle. Dall’estetista per la pulizia profonda puoi andare una volta ogni due mesi.
– Il consiglio extra. A tavola fai il pieno di antiossidanti, per la tua battaglia contro i radicali liberi. La base è la dieta mediterranea, con cereali integrali, pesce, almeno cinque porzioni di frutta e verdura, olio extravergine d’oliva.
LE RISPOSTE ALLE TUE DOMANDE sulle creme
Qual è la quantità di crema da applicare sul viso?
Alcuni studi hanno rivelato che se si usa la giusta quantità di prodotto se ne ottimizzano i risultati. Al contrario, uno strato eccessivo può impedire al prodotto di agire al meglio. Per le creme si utilizza un’unità di misura che si chiama finger unit: è la quantità contenuta sulla prima falange del dito indice e che corrisponde a circa mezzo grammo. Poi va considerato che la quantità di crema di cui la pelle ha bisogno varia a seconda di quanto si è stati esposti al freddo, al caldo, all’umidità. Comincia con poca crema e controlla dopo una decina di minuti quanta ne ha assorbita la pelle: se è lucida, rimuovi l’eccesso con una velina, se la cute tira, spalmala di nuovo.
Come si spalma?
Preleva dalla confezione una piccola quantità di crema e procedi così: una ditata sulla fronte, una su ogni angolo delle labbra, una all’esterno degli occhi e una sugli zigomi. Srtendila con leggeri movimenti circolari usando i polpastrelli. La direzione è sempre dal centro del viso verso i lati. Per migliorare la circolazione del viso, pizzica la pelle e picchietta con i polpastrelli l’intera superficie della faccia.
Sono veramente efficaci i prodotti antietà?
Sì. Se le creme e i sieri antiage vengono applicati con regolarità puoi aspettarti un buon effetto di miglioramento del tono e della luminosità cutanea.
Dopo quanto tempo vedo la pelle più liscia?
Per vedere i primi risultati di una crema antiage devi avere un po’ di pazienza: almeno un paio di settimane.
Compro in farmacia, in profumeria o al supermercato?
Come consiglio generale, scegli case cosmetiche note: i loro prodotti, testati, sono sicuri e ben tollerati. Diffida delle creme poco costose e orientati sulla fascia di prezzo media.
La crema può dare allergia?
Sì. Ai primi segnali di arrossamento o prurito, cambia crema: significa che quella che stai usando contiene sostanze cui sei allergico|a.
Funzionano i depigmentanti?
Le creme depigmentanti per schiarire le macchie provocate dal sole hanno un’efficacia limitata. Aiutano a schiarire la pelle ma non fanno sparire gli accumuli di melanina. Se vuoi eliminarli devi pensare a un intervento con il laser dal tuo dermatologo.
Come si fa lo scrub?
Applica un po’ di prodotto esfoliante e massaggia con leggerezza per un minuto, in modo da esercitare un lieve sfregamento. Risciacqua e spalma la crema.
LE DIECI COSE DA SAPERE SUGLI ANTIAGING
Una delle armi vincenti per contrastare le rughe sono gli antiaging, i prodotti antietà. Utili, ma non miracolosi, perché non bloccheranno certo lo sviluppo delle rughe di espressione o la formazione di quelle da cedimento cutaneo.
Ecco come orientarsi nella scelta.
1. Un antiaging dev’essere soprattutto un idratante, in grado di mantenere una buona umidità della pelle: il principale fattore di invecchiamento è proprio la perdita di acqua.
2. L’efficacia idratante si basa su due fattori. Il primo è la capacità di creare una superficie cutanea compatta, così che l’acqua non evapori. A questo scopo si usano sostanze come ceramidi e fosfolipidi, che hanno attività cementante, cioè tengono unite le cellule.
3. Il secondo fattore è la capacità di mantenere l’idratazione profonda. Si usano quei principi attivi che aiutano la microcircolazione nei capillari, tra questi le antocianine, gli omega-3 e gli omega-6.
4. Nelle creme si aggiungono poi sostanze come le vitamine, specie la E e la C, antiossidanti che combattono l’accumulo delle scorie, i cosiddetti radicali liberi, altra causa di invecchiamento.
5. Infine, contengono enzimi e amminoacidi, che favoriscono il ricambio cellulare.
6. I principi attivi variano. Prima di acquistare, leggete l’etichetta: sono elencati in maniera decrescente rispetto alla quantità.
7. Per evitare di spendere soldi inutilmente dovete sapere che cosa serve alla vostra pelle in quello specifico momento. Può aiutarvi il dermatologo o il farmacista del reparto cosmetico.
8. Consiglio sempre valido: spalmare la crema e sentire che vi fa star bene. Se avvertite bruciore, pizzicore, pelle che tira, non fa per voi.
9. Altro accorgimento: usare lo stesso prodotto per tutta la vita non è corretto. Il problema non riguarda l’assuefazione quanto la necessità di seguire i cambiamenti legato all’età.
10. Le creme si applicano alla mattina e alla sera, preferibilmente dopo la detersione, in modo da essere assorbite meglio.
La Piramide di Maslow
I bisogni fondamentali sono stati classificati dallo psicologo americano Abraham Maslow e raggruppati in 7 categorie, secondo una gerarchia biologica ed
esistenziale(la famosa Piramide di Maslow, 1954): i bisogni non sono isolati e a sé stanti, ma tendono a
disporsi in una gerarchia di dominanza e di importanza. Il punto di partenza di Maslow, iniziatore della psicologia umanistica, è che in ognuno di noi è presente un “seme”, un
potenziale, un principio di autorealizzazione che dev’essere espresso in quanto
è la nostra essenza personale autentica, unica e irripetibile. Questo principio di autorealizzazione dà
origine alle motivazioni interiori, ai desideri profondi, ma si scontra con la
realtà nel momento in cui prima di poter soddisfare i bisogni
“superiori” (dell’anima), bisogna soddisfare i bisogni “inferiori” (del corpo,
ma non solo): la critica mossa a
Maslow e alla sua piramide gerarchica è proprio quella di considerare più
importanti e fondamentali i bisogni materiali, ma va specificato che non si
tratta di una gerarchizzazione di tipo morale, bensì della presa di coscienza
di un dato di fatto. Non ci sarà energia sufficiente per conseguire gli
obiettivi superiori se si è preoccupati per il cibo o il vestito o la casa;
anzi, da questa classificazione si può ricavare l’urgenza di soddisfare i
propri bisogni materiali il prima possibile, per avere più tempo ed energie per
dedicarsi a quelli spirituali.
I Bisogni Fondamentali
Per “bisogni”
intendiamo le esigenze psico-biologiche irrinunciabili che vanno soddisfatte
al fine di sopravvivere, crescere, esprimere i propri talenti, realizzare il
proprio destino. Come esseri umani
percepiamo il sentimento della pace e della giustizia quando un nostro bisogno
viene soddisfatto, un nostro desiderio appagato. Al contrario, tutto ciò che
contrasta con questo soddisfacimento viene percepito come ingiusto e genera a
sua volta un desiderio di rivalsa, di compensazione. Alla base del funzionamento della coscienza
si trovano quindi una serie piuttosto ampia di bisogni da soddisfare, a livello
individuale, familiare e sociale.
La piramide dei bisogni di Maslow: L'uomo ha sette tipologie di bisogni che Maslow rappresenta con una piramide: 1) fisiologici; 2) salute e sicurezza; 3) emozioni, affetti, intimità e creatività; 4) amicizia, famiglia, vacanze, arte, natura; 5) progettualità; 6) auto-realizzazione, ricerca; 7) spiritualità. Secondo Maslow, un individuo si sentirà appagato solo se riuscirà a soddisfare i bisogni seguendo l'ordine della piramide, partendo dal basso verso l'alto. Quindi dal 1 fisiologici fino ad arrivare al 7 la spiritualità.
1. I Bisogni Fisiologici
Respirazione (aria), nutrimento (acqua e
cibo), eliminazione delle scorie, riposo, riproduzione.
Nella scala delle priorità i bisogni
fisiologici sono i primi a dovere essere soddisfatti in quanto alla base di tali bisogni vi è
l’istinto
di sopravvivenza, il più potente e
universale motore dei comportamenti sia negli uomini che negli animali.Il nostro cervello non
fa distinzione tra realtà concreta o immaginaria e simbolica: l’aria è sinonimo di libertà, di spazio
vitale, di territorio personale in cui muoversi liberamente; il nutrimento è
collegato all’amore che si riceve dal padre e dalla madre; liberarsi dalle
scorie riguarda anche le problematiche del passato e delle relazioni dolorose;
la riproduzione concerne tutta la sfera relazionale del rapporto con i figli,
con il partner, con la società.
Inutile aggiungere quanto oltre alla
soddisfazione o meno di questi bisogni sia importante anche la qualità di tale soddisfazione: respirare aria
pulita, mangiare cibo sano e genuino, dormire bene, in un ambiente confortevole
e senza stress.
2. I Bisogni di
Sicurezza
Riguardano la capacità di mantenere il corpo in
salute, di mantenerlo in una buona forma fisica, l’esigenza di trovare un
riparo, una casa, un ambiente che protegga dalle intemperie, dai nemici e dai
pericoli e che consenta il riposo e l’intimità con i propri cari. A questo
livello troviamo anche il bisogno della sicurezza economica e dell’autonomia,
quindi di un lavoro stabile e adeguatamente retribuito: il benessere è un
obiettivo da raggiungere quanto prima, non deve essere il miraggio che ci aspetta dopo la pensione o
il frutto dei sacrifici di una vita.
3. I Bisogni di
Appartenenza
Questi bisogni sono i bisogni sociali, di
relazione, di cooperazione, di intimità, di affetto. Appartenenza e amore
sono bisogni legati alla relazione con i genitori e con la famiglia di origine. Attraverso il legame con i genitori il
figlio sviluppa la coscienza della dimensione affettiva e relazionale, la
nascita dai genitori sancisce l’appartenenza di un figlio alla stirpe, diritto
biologicamente irrinunciabile. L’esclusione o la separazione dal gruppo
familiare o sociale è una ingiustizia intollerabile che crea un profondo
dolore. Da bambini, dopo essere stati nutriti, accuditi e coccolati, abbiamo
bisogno di essere visti e riconosciuti per quello che siamo, abbiamo bisogno di
essere apprezzati per le nostre qualità, incoraggiati ad imparare e sostenuti
quando cadiamo. Se questo bisogno non viene soddisfatto fin da piccoli, non
possiamo dare a noi stessi e agli altri la giusta importanza. Critiche
ingiustificate, disprezzo da parte dei genitori, umiliazioni e opposizioni
possono creare nel bambino ferite profonde che lo renderanno da adulto incapace
di esprimersi e di agire efficacemente per affermarsi.
Fin qui i bisogni “inferiori”, cioè quelli
fondamentali o primari, che spesso però occupano tutte le nostre energie o
diventano lo scopo ultimo della vita: in realtà ci sono due ulteriori livelli,
i bisogni superiori.
4. I Bisogni di Stima
e amicizia ; -
L’autostima, il riconoscimento altrui, la
soddisfazione di sè, la consapevolezza delle proprie capacità e competenze e il
riconoscimento dei propri talenti: è il livello del rispetto di sè che nasce dal
successo, dalla capacità di
conseguire i risultati prefissi, dall’autocontrollo.
5. I Bisogni di
Autorealizzazione-
L’autorealizzazione è
l’appagamento ultimo e nel contempo la spinta primaria e la ragion d’essere
della specie umana: il bisogno di
esprimere la propria unica e irripetibile verità e i propri talenti in un’opera
creativa che lasci il segno del proprio passaggio su questa Terra. Parliamo di
missione e di vocazione come espressione di un diritto irrinunciabile alla
felicità e al compimento del proprio destino. Una vocazione ostacolata può
spezzare il cuore, può distruggere una vita. Si tratta del bisogno di
creatività, di libertà di espressione profonda del proprio sè; è l’accettazione
profonda di sè stessi, realizzata personalmente ed espressa e riconosciuta
dagli altri.
6. bisogno di progettualità e di rcerca- tutti noi abbiamo bisogno di porre obbiettivi
fare progetti o ricercare il meglio per noi stessi;
7. Bisogno di spiritualità appartenenza o di connessione transpersonale
una ulteriore categoria di bisogni, cosiddetti spirituali, che hanno a che vedere con ilsentimento di connessione e di appartenenza non soltanto alla vita, alla famiglia, alla specie e alla società, ma ad un ordine cosmico trascendente ed eterno, che in qualche modo possa dare un minimo appagamento a quel bisogno così tipicamente umano di immortalità e infinitezza. Lo chiameremo bisogno di connessione transpersonale.
7. Bisogno di spiritualità appartenenza o di connessione transpersonale
una ulteriore categoria di bisogni, cosiddetti spirituali, che hanno a che vedere con ilsentimento di connessione e di appartenenza non soltanto alla vita, alla famiglia, alla specie e alla società, ma ad un ordine cosmico trascendente ed eterno, che in qualche modo possa dare un minimo appagamento a quel bisogno così tipicamente umano di immortalità e infinitezza. Lo chiameremo bisogno di connessione transpersonale.
FASE DELLA MENOPAUSA
Menopausa dai 40 anni in poi . Il sesso in menopausa Ricordo di una donna anziana che simpaticamente ripeteva: “Se prima della menopausa la tua vita sessuale è stata piena e gratificante, continuerà a esserlo anche dopo”. La sessualità in menopausa comporta diversi vantaggi, primo fra tutti quello di non correre il rischio di una gravidanza indesiderata. Questo vantaggio è confermato da molte donne che dicono di sentirsi più libere di vivere pienamente e serenamente la propria sessualità in età matura. Molte dichiarano che la menopausa le ha rese più disinibite e capaci di esprimere desideri ed emozioni che hanno per lungo tempo creduto di dover nascondere. Ciò accade, soprattutto, quando si hanno figli adulti ed autonomi in quanto le donne sentono di potersi nuovamente concentrare su se stesse, alla riscoperta della propria sessualità. Per molte donne la menopausa segna una vera e propria rinascita che investe tutta la personalità femminile, non soltanto la sfera sessuale. L’importante è adeguarsi ai cambiamenti che progressivamente avvengono nel proprio corpo e in quello del partner (in caso di andropausa) e che implicano delle variazioni nel modo di fare l’amore. La premessa per mantenere vivo un rapporto intimo e affettuoso, nasce naturalmente da una buona comunicazione tra la coppia. Quali sono i fattori che favoriscono l’attività sessuale in postmenopausa? • Una vita sessuale attiva, regolare e gratificante durante l'età fertile; • Un atteggiamento positivo e di accettazione del passare degli anni; • Un buon affiatamento con il partner, vivere bene l'intimità di coppia e una buona comunicazione tra i due partner; • L'accettazione dei cambiamenti del proprio corpo; • La buona salute fisica ed emotiva.
A 50 ANNI le creme:
Arriva la menopausa, comincia a calare la produzione degli estrogeni secreti dalle ovaie e di conseguenza si verifica anche una riduzione della densità e della compattezza del derma, lo strato più profondo della pelle, che da questi ormoni trae elasticità. La pelle diventa più sottile e tende a cedere verso il basso a causa della forza di gravità: l’ovale del volto si modifica, la pelle diventa più secca, assume un aspetto opaco. Come rimediare?
– Siero. Prima della crema da giorno puoi stendere un prodotto specifico a seconda del tuo problema: secchezza, macchie brune, untuosità, tratti che cedono. I sieri sono formulazioni più concentrate e con caratteristiche diverse da una crema per il viso. I principi attivi più usati sono l’acido ialuronico, le vitamine (A, C, E), vari estratti vegetali e gli aminoacidi. Sono confezionati in fiale monodose o in flaconi con dispenser per preservarli dal contatto con aria e luce. Si assorbono immediatamente e possono essere riapplicati anche più volte al giorno.
– Crema da giorno: non dimenticarla mai. Scegline una a base di fitoestratti (fitoestrogeni come quelli ricavati dalla soia o altri estratti naturali), che stimolano la ridensificazione del derma e che combattono i tratti cadenti. Anche acido ialuronico, collagene e ceramidi hanno un buon effetto sulla pelle appesantita. Bene se fra i principi attivi ci sono vitamine A, C, E o flavonoidi.
– Crema da notte. Un buon prodotto deve contenere oligopeptidi, sostanze derivate dagli aminoacidi che agiscono a livello del derma permeandolo e ridensificandolo, restituendo idratazione e volume dove mancano.
– Contorno occhi e labbra. A questa età la zona perioculare e le labbra cominciano a essere piuttosto segnate. Scegli un prodotto, da mettere mattino e sera, con principi attivi ad azione antiaging e liftante, come i peptidi, che stimolano la sintesi di nuovo collagene e danno un aspetto più fresco al volto, e i fitoestratti, che proteggono i vasi sanguigni riducendo occhiaie e gonfiori.
– Scrub. Fai il peeling settimanale, basta che sia molto delicato. Se aggiungi al tuo prodotto con microgranuli una noce di latte detergente, avrai la formulazione ideale. La pulizia del viso dall’estetista? Massimo una volta ogni tre mesi.
– Il consiglio extra. Un lifting naturale? Prova con la ginnastica facciale, per tonificare il volto e combattere rughe e cedimenti. Ecco come: aggrotta la fronte e distendila alzando le sopracciglia, per dieci volte. Ruota le labbra chiuse come a dare un bacio in senso orario e poi antiorario, per venti volte.
A 60 ANNI
Sottile e fragile, poco protetta dalle aggressioni esterne, secca e malnutrita: così è la pelle intorno ai 60 anni. Per tamponare le carenze legate all’invecchiamento, bisogna scegliere formule specifiche.
– Crema da giorno. Preferisci una formulazione con acido ialuronico, collagene o ceramidi, ma anche con proteine del lievito e sostanze molto nutrienti come pappa reale, olii, burri vegetali e cere naturali.
– Crema da notte. Bene i prodotti a base di ceramidi, molecole di natura glicolipidica efficaci nella ricostruzione dello strato corneo: ne ritardano la desquamazione e rinforzano lo strato più superficiale della pelle. Indicate anche le creme a base di carnosina, una sostanza naturalmente presente nell’organismo che stimola la produzione naturale di collagene.
– Contorno occhi e labbra. Le rughe in questa zona sono piuttosto profonde. Puoi mettere una crema specifica che non risolverà il problema ma darà più freschezza allo sgurdo. Scegli una formulazione con principi antiaging come i peptidi, e nutritivi, come le ceramidi, abbinati a estratti naturali come la camomilla, che ha un effetto lenitivo, o la caffeina, che attenua gonfiori e irritazioni.
– Scrub. È meglio evitare, la tua pelle è piuttosto delicata. Puoi andare dall’estetista per una pulizia del viso leggera e delle maschere su misura.
– Il consiglio extra. Evita l’esposizione diretta del viso alle fonti di calore troppo forte: fiaccano i capillari, fanno rilassare i tessuti e peggiorano i cedimenti cutanei. Quindi, niente risciacquo con acqua troppo calda, niente hammam o sauna. Sarebbe meglio anche evitare l’esposizione diretta a caminetti e stufe. Anche con la tintarella, cautela: a questa età le macchie solari si formano con più rapidità. Esponiti solo dopo aver messo una protezione alta (da Spf 30 in su).
I TUMORI
Di interesse oncologico per ciò che concerne i Tumori (miomi e carcinomi) Gli interventi più frequenti sono Mioma: tumore benigno, massa corposa che si forma nell’utero. Carcinoma: tumore maligno. Raschiamento: pulizia dell’utero dopo un eventuale intervento. Tipi di intervento per asportazione di Tumori all’utero: L’isterectomia, l’asportazione dell’utero. Esistono due tipi di isterectomie: quella monolaterale e quella bilaterale. Esse prevedono rispettivamente l’asportazione di una o entrambe le tube di falloppio e/o delle ovaie, sia nella patologia maligna che in quella benigna. Si parla di laparoisterectomia, quando si agisce attraverso l’addome, e di colpo isterectomia, quando si agisce attraverso la vagina. Per quanto riguarda mioma (tumore benigno), ciò che preoccupa e spaventa le pazienti è l’intervento. In questi casi, durante il tirocinio, assistevo le pazienti in sala operatoria per trasmettere loro calma e fiducia. Diverso è il caso del carcinoma (tumore maligno). Le pazienti con questo tumore hanno bisogno di ascolto empatico, di autenticità, di ritrovare la gioia di vivere attraverso le strategie di coping
APPENDICE
BOWLBY
Bowlby (Londra,
1907-1990) La trattazione
di Bowlby ha un carattere spiccatamente interdisciplinare:Teoria dei sistemi
comportamentali: proteggere
il b. dalla sua vulnerabilità e incompetenza riguardo ai pericoli esterni ad es
oggetti affilati o roventi le prese della corrente etc. I comportamenti
dell’adulto e del bambino devono essere evolutivi nel senso che devono avere,
nell’ambiente in cui vive il b., una figura d’attaccamento accessibile e
responsiva, ai segnali del piccolo. I comportamenti di disagio del b. nei
confronti dell’ambiente cambiano secondo la vicinanza/lontananza della mamma,
esso spinge il b. a mantenere la vicinanza fisica del caregiver. Etologia (imprinting, bisogno di calore) dalle
ricerche di R. Hinde che gli mostro le ricerche di Harlow sulle scimmie e
quelle di Lorenz imprinting sulle papere. Bowlby utilizzava per la sua teoria
principalmente concetti etologici e usa osservazioni di tipo naturalistico.Teoria
evoluzionistica: C. Darwin:
la predisposizione all’attaccamento presente alla nascita, ossia a ricercare e
mantenere la vicinanza con la madre, è parte integrante del patrimonio genetico
della specie umana e può essere studiata comparativamente anche rispetto agli
altri primati umani, anche se l’uomo presenta caratteristiche
specie-specifiche. Cibernetica presenta il carattere dinamico e
motivazionale si tratta di un sistema autocorrettivo rispetto allo scopo, rappresentato
dal mantenimento della vicinanza del caregiver. Psicoanalisi: Bowlby riconosce l’importanza delle
prime relazioni anche in fasi successive della vita attraverso processi consci
e inconsci. La sua teoria a differenza della psicoanalisi si serve dell’osservazione
diretta del comportamento dei b. in situazioni reali di vita quotidiana. Il
metodo d’indagine non è più quello retrospettivo della psicoanalisi volto ad
inferire gli eventi della prima infanzia sulla base di eventi sintomatici, ma
quello prospettico osservando e descrivendo alcuni comportamenti precoci del b.
per riuscire a predire l’evoluzione successiva della personalità. Non risulta
più in primo piano la gratificazione orale ricevuta, quanto la qualità
dell’accudimento (disponibilità e capacità di risposta materna). Egli è in
disaccordo con Freud passa in rassegna le dieci spiegazioni psicoanalitiche del
legame libidico con la madre (pulsione secondaria, suzione primaria
dell’oggetto, tendenza ad aggrapparsi all’oggetto e del desiderio di far
ritorno al grembo materno) esse riconoscevano il soddisfacimento dei bisogni
primari rispetto all’attaccamento. Egli sostiene che il b. è pronto ad entrare
in relazioni sociali fin dai primi istanti di vita. Approccio piagetiano allo studio della psicologia cognitiva
la prospettiva interattivo - cognitivista: quando entriamo in relazione con
qualcuno stabiliamo un modello interattivo interno.
Lo Sviluppo Del Legame Di Attaccamento Bowlby
Da 0 a 2 mesi: si presentano comportamenti di segnalazione e di avvicinamento. Verso un mese. evocando negli altri un sorriso di rispecchiamento, per cui quanto più la madre risponde con un sorriso tanto più il bambino continuerà a sorridere. Stern (1985), considera lo sguardo reciproco tra madre e bambino come l’elemento chiave nello sviluppo del mondo interno del bambino. Bowlby fa un esplicito riferimento al concetto di holding elaborato da Winnicott (1971) il quale intendeva connotare con questo, non solo il sostegno fisico, ma anche l’intero sistema psicofisiologico di protezione, sostegno, cura e contenimento che circonda il bambino e senza il quale egli non sopravviverebbe né fisicamente, né emotivamente. Dal 3/6 mesi: diventa evidente come abbia inizio una relazione di attaccamento: il bambino discrimina di più mentre guarda, ascolta e reagisce differentemente alla voce di sua madre, piange in modo diverso se lei se ne va o se si allontanano altre persone, la saluta differentemente e comincia ad alzare le braccia verso di lei per essere preso in braccio. La madre ovviamente risponde a questi segnali e si stabilisce così un sistema reciproco di feedback e di emostasi, che porta ad una reciproca conoscenza, elemento centrale per una relazione di tipo sicuro. Da 7/8 mesi a 2 anni: Verso i 7-8 mesi il bambino comincia a mostrare “l’ansia per l’estraneo” (Spitz, 1958), il bambino ha la capacità di discriminare i volti ed è in grado di riconoscere la persona che gli ha dato sostegno e cure e risponde in presenza di un estraneo facendosi silenzioso e aggrappandosi alla madre. Se viene lasciato solo prova ansia. Bowlby descrive l’attaccamento di questo periodo, tra gli (1-2 anni)come basato su set-goal. Il set goal per il bambino è mantenersi abbastanza vicino alla madre: usarla come base sicura per le esplorazioni dell’ambiente, quando la minaccia ambientale è al minimo, (questo è il periodo in cui inizia la locomozione) ed esibire proteste per la separazione e segnali di pericolo quando la minaccia è grande. In questo periodo si crea il legame d’ attaccamento vero e proprio. I MOI Il sistema è ovviamente a feedback, il comportamento di attaccamento è una relazione reciproca, crea modelli operativi interni che rappresentano la memoria del comportamento della madre ovvero fa deduzioni di come lei si comporterà secondo le sue azioni. Dai 3 anni in poi si delinea la formazione di una relazione reciproca. Con l’avvento del linguaggio sorge un pattern molto più complesso che non può essere descritto in termini di semplice comportamento. Il bambino può, ora, cominciare a pensare ai genitori come a persone separate con propri scopi e progetti, ed escogitare modi per influenzarli.
Attaccamento e
dipendenza rimangono attivi
lungo tutto il ciclo di vita, sebbene nella vita adulta non iano evidenti allo
stesso modo che nei bambini piccoli. Bowlby vedeva nel matrimonio la
manifestazione adulta dell’attaccamento. Egli evidenzia infatti come il
rapporto tra coniugi costituisca una base sicura cui entrambi possono attingere
nei momenti di difficoltà, e che consente ad entrambi di realizzarsi, anche
promuovendo e lasciando spazio all’esplorazione, individuale e comune.
Bowlby I suoi tre lavori:
Attaccamento e perdita, vol. 1: l’attaccamento alla madre (1958) le dieci spiegazioni psicoanalitiche del legame libidico del b. con la madre, teorie che riconoscevano il soddisfacimento dei bisogni primari rispetto all’attaccamento. Bowlby, diceva che : “il b. può entrare in relazione sociale con forme elementari sin dai primi istanti di vita come suzione, il piangere e il sorridere e più complesse come stringersi, nel secondo semestre di vita”. Queste forme si organizzano nel comportamento diretto ad un caregiver. Per sostenere tale tesi, passò in rassegna alle ricerche di Piaget (1954), insieme a quelli di Lorenz e Harlow più etologici. ( non dimentichiamo che il sogno di Bowlby era di unire la biologia e la psicoanalisi). Il b. per Bowlby ha un legame primario sin dalla nascita con una precisa funzione : quella della protezione dai predatori. Nel secondo lavoro: Attaccamento e perdita, vol. 2: la separazione dalla madre (1959), egli sottolinea che l’ansia di separazione è attivata quando il comportamento d’attaccamento è presente però non può essere interrotto o concluso a causa dell’inaccessibilità della figura materna. L’angoscia da separazione raggiunge livelli più intensi nel caso di esperienze familiari sfavorevoli, ad es ripetute minacce di rifiuto o abbandono di cui il b. si sente direttamente responsabile. Nel terzo lavoro: Attaccamento e perdita, vol. 3: la perdita della madre (1960), mette in discussione la tesi sul narcisismo infantile che sostiene un suo ruolo di ostacolo nell’esperienza del lutto successivo alla perdita dell’oggetto amato. A differenza di A. Freud e M. Klein per Bowlby il dolore e il lutto compaiono quando sono attivati i comportamenti di attaccamento e la madre non è disponibile. Come nell’adulto, anche il b. ha dei processi di elaborazione del lutto come comportamenti diretti alla persona perduta: ostilità, richieste d’aiuto e disperazione. Due sono le ipotesi centrali nel pensiero di Bowlby:1. lo stile di attaccamento infantile dipende dalla qualità delle cure materne ricevute. 2. lo stile dei primi rapporti di attaccamento influenza l’organizzazione precoce della personalità, nel concetto che il b. ha di sé e degli altri.
Teoria dell’attaccamento BOWLBY
Chi è la figura di attaccamento? in generale: un adulto che, fin dalla nascita, si prende cura del bambino in modo stabile ed è per lui una persona intima e significativa, secondo Bowlby era valido il concetto di monotropismo, (tipico di quel periodo non dimentichiamo che questa è una teoria che nasce negli anni ‘50 e che è influenzata da aspetti culturali), quindi che la madre biologica rivestisse questo ruolo nelle prime fasi di vita del bambino, Attualmente l’idea del monotropismo è stata superata: si ritiene che il bambino possa costruire piu’ legami di attaccamento con adulti significativi che si prendono cura di lui: per esempio...il padre i nonni l’educatrice del nido.1. Funzione biologica: protezione, 2. comportamento “base sicura”:mantenere la vicinanza, assicurare la sopravvivenza del bambino, 3. Il sistemi di controllo del comportamento ha un obiettivo esterno che motiva il bambino a ricercare e mantenere un certo livello di vicinanza fisica con il caregiver, e il correlato interno nelle situazioni di pericolo, allo scopo di ottenere protezione per sentirsi protetto e al sicuro. 4. I comportamenti di attaccamento del bambino:ogni forma di comportamento che tende a ottenere o a mantenere la vicinanza con il caregiver essi sono direzionati al suo caregiver e pianificati verso mete e obiettivi specifici. 5. L’organizzazione dei comportamenti di attaccamento del bambino è sempre più regolata dalle risposte del caregiver..6. La base del legame di attaccamento (o attaccamento) è costituito dall’insieme di scambi interattivi e dalla qualità del legame tra il bambino e il caregiver che si struttura nel corso del primo anno di vita del piccolo,e predispone al raggiungimento di un dato obiettivo evolutivo.La qualità delle interazioni fra i due sono connesse con: 1 le modalità con cui l’adulto fornisce protezione, la ricerca di protezione da parte del bambino, I Pattern di Attaccamento, Alla fine del primo anno emergono differenze individuali nella qualità del legame di attaccamento diverse diadi adulto-bambino differiscono tra loro per la qualità del legame di attaccamento che il bambino ha costruito nei confronti dell’adulto, l’attaccamento, non solo si struttura, ma possiede anche una caratteristica di qualità.
come si sono
scoperte queste differenze? Mary
Ainsworth, collaboratrice di
Bowlby, condusse numerose osservazioni naturalistiche su diadi madre-bambino in
situazioni connesse col bisogno di protezione da parte del bambino, osservò che
le diadi differivano tra loro per le modalità di richiesta di protezione da
parte del bambino e per le modalità di risposta da parte dell’adulto, dedusse
che tali differenze potevano derivare da: caratteristiche del bambino,
caratteristiche dell’adulto es. aspetti del temperamento, aspetti di
personalità, caratteristiche dell’interazione tra i due. In base a tali
riflessioni, Mary Ainsworth e i suoi collaboratori cercarono di sistematizzare
una procedura attraverso cui poter osservare e definire le differenze
individuali dell’attaccamento, costruito dal bambino durante il primo anno di
vita, e valutare la qualità dell’attaccamento nella prima infanzia, questa è la Strange Situation Procedure (SSP), L’aggettivo
strange significa estraneo, pubblicata nel 1978 questa procedura di
laboratorio, Può essere somministrata, più volte, a bambini di età compresa fra
12 e 24 mesi, ma rispettando un intervallo di tempo di 6 mesi fra la prima e la
seconda somministrazione, in modo che, il b. non ricordi la situazione
pericolosa. Il fatto di sentirsi in pericolo, fa sì che il bambino attivi il
sistema e i comportamenti di attaccamento deputati a ricevere protezione
dall’adulto.La SSP è composta da una sequenza standard di 8 episodi della
durata di tre minuti, per un totale di circa venti minuti, durante i quali la madre
e il bambino sono introdotti in una stanza piena di giocattoli, con uno
specchio, dietro cui vi è una videocamera (Ainsworth et al., 1978). Questi
episodi pongono il bambino in una condizione di stress
crescente:Introduzione:1) Ingresso nella stanza del bambino con la madre; 2)
Permanenza nella stanza con la madre; 3) Ingresso di un adulto estraneo 4)
Separazione dalla madre. Il bambino rimane solo con l’estraneo; 5) Riunione con
la madre; 6) Il bambino rimane solo nella stanza; 7) Ingresso dell’estraneo; 8)
Riunione con la madre. Alla madre viene richiesto di lasciare la stanza per tre
minuti per fare rimanere il bambino con lo l’estraneo. Dopo il ritorno della
madre e la riunione con il bambino, sia lei sia l’estraneo escono dalla stanza
per tre minuti, lasciando il bambino da solo. La madre e il bambino si
riuniscono ancora una volta. La Ainsworth si aspettava che, inizialmente, tutti
i bambini, trovandosi in un ambiente estraneo, e in presenza di nuovi
giocattoli, avrebbero usato la madre come base sicura; quindi al suo
allontanarsi avrebbero cominciato a mostrare segni di ansia, piangendo o
chiamandola; al suo ritorno avrebbero immediatamente ricercato la vicinanza ed
il contatto e solo una volta consolati sarebbero ritornati all’esplorazione e
al gioco. Tuttavia questo pattern comportamentale, non si manifesta in alcuni
bambini. In base alle reazioni dei bambini nella fase di riavvicinamento
vennero classificati i tre tipi di attaccamento più uno non classificabile. A queste si uni un'altra ricerca , per
opera di M. Main sul quarto tipo di attaccamento, cosi si definiscono in
generale cinque tipi fondamentali di stili di attaccamento: Principali tipi
di attaccamento e di risposta alla separazione del bambino Tipi di attaccamento
e di risposta alla separazione della madre:
Sicuro (tipo B): in genere
angoscia di separazione all’atto del distacco. Al ritorno del genitore, saluta,
riceve conforto e torna a giocare sereno, Sicuro (B):la madre è disponibile e
affettuosa. Recepisce i segnali del bambino e risponde prontamente;
Insicuro-evitante
(tipo A): manifesta poca angoscia per la separazione, ignora la madre al
momento della riunione e resta inibito nel gioco. Insicuro-evitante (A): mostra
poca disponibilità ad interagire o addirittura trascura il bambino. Non coglie
i suoi segnali;
Insicuro-ambivalente(tipo
C): fortemente
angosciato dalla separazione, difficilmente tranquillizzato dalla riunione,
cerca il contatto con rabbia e spesso respinge la madre; inibito il gioco
esplorativo. Insicuro-resistente (C): È incostante, a volte risponde
positivamente ed altre volte ignora il bambino;
Insicuro-disorganizzato
(tipo D):
reagisce alla separazione con comportamenti molto confusi e disorganizzati
Attaccamento-insicuro Disorganizzato/Disorientato(D): madre con personalità
rigida ed anaffettiva. Padre disimpegnato e periferico.
Attaccamento-non
classificabile(tipo CC): sono bambini che
presentano un’alternanza di strategie di attaccamento che non consente una
classificazione secondo parametri indicati dalla metodologia Attaccamento-Non
Classificabile (CC): madre completamente rifiutante o lontano.
Per Bowlby, le esperienze
interattive con la madre, in particolare le sue risposte alla ricerca di
vicinanza, determinano i MOI del bambino e quindi la qualità del
suo legame di attaccamento. Per la Ainsworth, le modalità interattive della
madre, in termini di sensibilità, determina le differenze nel grado di
sicurezza/insicurezza. Le altre modalità di attaccamento sono forme
psicopatologiche?
La sicurezza (B)
nell’attaccamento favorisce lo sviluppo del bambino e la sua interazione con
l’ambiente. Gli stili di attaccamento insicuro (A e C)non identificano una
forma di psicopatologia né del bambino, né della relazione con l’adulto.Quelli
(D e CC) descrivono invece differenze personali e interattive relazionali tra i
partner difatti questo tipo di attaccamento non protegge..Questi disturbi
vengono descritti all’interno delle classificazioni diagnostiche del DSM-IV
come disturbi dell’attaccamento. Essi sono diagnosticabili entro i primi 5 anni
di vita, consistono in disturbi intraindividuali che possono emergere nella
relazione con una sola o con più figure di attaccamento.
Possono
associarsi o meno ad altri comportamenti socialmente devianti o sintomatici al
di fuori della specifica relazione di attaccamento in cui sorgono.
I disturbi dell’attaccamento sono:
Disturbo da assenza di attaccamento: è comune tra i bambini istituzionalizzati o che hanno subito molteplici cambiamenti nelle figure primarie di attaccamento, non riuscendo in questo modo a costruire un legame di attaccamento privilegiato. Per questo, non dimostrano alcuna preferenza per una figura adulta in particolare, non protestano alle separazioni, o lo fanno in modo indiscriminato, cercando consolazione presso qualunque persona presente. Nella maggior parte dei casi, sono distaccati da tutti ed è difficile coinvolgerli in una interazione.
Disturbo di
attaccamento indiscriminato: sono bambini che non fanno riferimento a una
specifica figura di attaccamento, ma si aggregano e si avvicinano a chiunque,
anche in circostante minacciose o paurose Fanno uso promiscuo e indiscriminato
dell’altro, cercando talvolta conforto e protezione presso persone anche
completamente estranee, questo aspetto li può condurre a mettere in atto comportamenti
rischiosi.
Disturbo di
attaccamento inibito:
contraddistingue quei bambini che difficilmente si allontanano dalla figura di
attaccamento per esplorare l’ambiente. Essi evitano attivamente le relazioni
con persone estranee, e sono riluttanti a giocare in ambienti estranei,
sostituendo al gioco comportamenti di osservazione ipervigile del contesto.
Troviamo due
sottotipi:
Bambini con
dipendenza eccessiva:
impauriti e ansiosi di fronte a persone non familiari, che vivono le
separazioni dalla figura di attaccamento con eccessiva angoscia;
Bambini con
acquiescenza compulsiva: nei confronti della figura di attaccamento perché
impauriti da essa. Accondiscendono immediatamente e completamente come risposta
a precedenti maltrattamenti o eccessive punizioni fisiche.
Disturbo di
attaccamento aggressivo: si caratterizza
per la presenza di una figura di attaccamento preferenziale, con cui la
relazione è costantemente aggressiva e piena di rabbia, rivolta contro l’altro
e verso il sé. Spesso il bambino ha subìto o ha assistito a precedenti violenze
domestiche.
Disturbo di
attaccamento con inversione di ruoli: consiste in una modalità di
attaccamento in presenza di genitori molto disturbati, di fronte ai quali il
bambino si trova costretto, per sopravvivere, ad assumere egli stesso funzioni
genitoriali nei loro confronti, in maniera talora compiacente, talora sadica.
L’aspetto responsabile e il comportamento adultomorfo di questi bambini non
consentono loro, anche in situazioni extrafamiliari, di trovare quel
rifornimento affettivo necessario allo sviluppo. L’importanza del legame di
attaccamento non si esaurisce nei primi anni di vita. Ma si trasforma dopo il
primo anno di vita.
Da sistema di
regolazione del comportamento al sistema di rappresentazioni mentali : tale
trasformazione avviene grazie a un processo di interiorizzazione degli aspetti
stabili e ripetuti dell’interazione tra il bambino a la sua figura di
attaccamento è sostenuta anche dai processi di memoria.
Le
caratteristiche strutturali delle ripetute interazioni tra il bambino e la
figura di attaccamento vengono interiorizzate in una struttura rappresentativa
. Tali rappresentazioni vengono definite: Internal
Working Models (IWM) o Modelli Operativi Interni (MOI): Bowlby preferiva il termine “operativo”
perché suggeriva che la rappresentazione è un processo dinamico e il termine
“modello” perché suggeriva che la struttura della rappresentazione è di tipo
relazionale.Attraverso i Modelli Operativi Interni che i pattern di
attaccamento dell’infanzia vengono trasposti nella vita adulta e trasmessi alle
generazioni future. I modelli rappresentazionali si costruiscono sulla base
delle esperienze reali durante la relazione con la figura di attaccamento, le
quali ripetendosi formano schemi di eventi o copioni (script), che si
organizzano in tracce di memoria.I bambini che ricevono delle cure adeguate per
sensibilità e per disponibilità emotiva sviluppano, un modello degli adulti
come affidabili e disponibili, e un modello di se stessi come degni delle cure che
vengono loro rivolte.
Al contrario
invece, i bambini che non ricevono cure adeguate, sviluppano sentimenti di
rabbia e di angoscia nei confronti degli adulti e sentimenti di insicurezza nei
confronti di se stessi.>Queste rappresentazioni mentali che contengono:Un
MOI (rappresentazione) di sé in relazione: l’idea che ognuno ha di sé stesso
all’interno delle relazioni di quanto sia degno e meritevole di cure amore e
protezione. Un MOI (rappresentazione) di una relazione privilegiata: l’idea
dell’altro all’interno della relazione con sé stessi di quanto sia possibile
aspettarsi e ottenere amore cura e protezione. Un MOI (rappresentazione) delle
relazioni interpersonali: l’idea generale di quanto sia possibile aspettarsi e
ottenere amore, cura e protezione all’interno delle relazioni con le altre
persone.
Il b. grazie ai
ricordi che ha della storia delle sue interazioni con la figura di attaccamento
si è creato delle aspettative sulla accessibilità e responsività della figura
di attaccamento, nelle situazioni di pericolo che interiorizzate nei MOI gli
consentono di effettuare previsioni, sulle interazioni future con la sua
caregiver e sulle modalità più adattive da mettere in atto per ottenere cura e
protezione in caso di bisogno.
MOI sono
quindi rappresentazioni che servono al bambino per leggere e comprendere la
propria realtà relazionale, generalizzare le strategie interattive a relazioni
diverse, anticipare i possibili comportamenti dell’altro, fornire risposte
comportamentali adeguate. Il percorso evolutivo delineato per i MOI genera una
serie di conseguenze teoriche: Il fatto che i MOI siano attivi, cioè operativi,
lungo tutta la vita della persona anche nelle fasi successive alla prima
infanzia. Il fatto che la rappresentazione interiorizzata può essere applicata
a relazioni diverse da quelle precoci con le figure di attaccamento In
particolare a quella che si costruisce col proprio figlio, una volta divenuto
genitore.I MOI sembrano guidare i comportamenti di protezione nei confronti del
bambino, ripetendo con lui una relazione di attaccamento di qualità analoga a
quella sperimentata Assunto della trasmissione intergenerazionale degli stili
di attaccamento questo vuol dire che i MOI possiedono aspetti di continuità e
stabilità rispetto alla qualità dell’esperienza infantile interiorizzata e
aspetti di cambiamento nel corso dello sviluppo per l’intervento di:
esperienze, fattori di maturazione, interventi terapeutici, altre relazioni. Un
bambino con attaccamento sicuro sarà un adulto con attaccamento sicuro. Se dopo
la prima infanzia l’attaccamento non è più un comportamento osservabile, ma una
rappresentazione, come può essere valutato? Secondo alcuni autori, è possibile
osservare e valutare la qualità dei MOI costruiti dal soggetto sulla base della
propria esperienza interattiva utilizzando un comportamento particolare.
L’adolescente, pur presentando un notevole slancio verso l’autonomia, continua
a considerare il rapporto con il genitore come un “porto sicuro” nei momenti
difficili. Le crisi adolescenziali sono in parte riconducibili alla difficoltà
a separarsi dalle figure di attaccamento. Gli intensi legami con i pari
costituiscono una fase di transizione dell’attaccamento. Per Bowlby il rapporto
di coppia stabile tra adulti costituisce un vero e proprio legame di
attaccamento ricalcandone la funzione e le principali caratteristiche:sicurezza
e costituisce la base sicura per l’esplorazione.In età adulta un legame di
attaccamento è evidente anche nella capacità di elaborare in chiave positiva gli
eventi esterni, utilizzando una “base sicura interiorizzata”.
L’Adult Attachment Interview (AAI) di George, Kaplan e Main (1985) Un intervista semistrutturata che attraverso la narrazione biografica giunge a delineare le caratteristiche dei modelli operativi interni con le figure d’attaccamento nella sua infanzia. L’analogia è tra la forma della narrazione e la forma della rappresentazione. In particolare è importante l’equilibrio tra svalutazione ed idealizzazione, la capacità di ricordare sia aspetti positivi che negativi (metabolizzati e superati). L’AAI è basata sull’utilizzo di una serie di indicatori formali. Diversi studi hanno messo in luce l’associazione tra l’attaccamento della madre (A.A.I.) e la qualità dell’attaccamento del figlio (S.S.P.). Queste sono analoghe a quelle descritte per il bambino nella Strange Situation: Procedure: adulto bambino. Altre ricerche condotte da Lyons-Ruth e Jiacobvitz, (1999). hanno riguardato bambini maltrattati che diventano con molta probabilità genitori maltrattanti. Le donne che avevano interrotto questa sequenza di violenza, avevano avuto un supporto emotivo alternativo alla figura abusante, si erano sottoposte a psicoterapia, oppure potevano contare sul sostegno efficace di un compagno. Queste madri erano in grado di integrare le loro esperienze di abuso in un senso integrato di sé. Le madri, invece, che perpetuavano il ciclo di abuso risultavano invece più ansiose, depresse, dipendenti e immature. Esse ricordavano le loro esperienze infantili in modo idealizzato, frammentato o non integrato (Pallini, 2008). Essi hanno messo a punto un nuovo codice di siglatura dell’AAI, che si concentra su due tipi di rappresentazioni di sé con l’altro, improntate all’ostilità (hostility) e all’impotenza (helplessness) (HH). Questo tipo di codifica (HH) dimostra, rispetto a quello centrato sulla mancata risoluzione di lutti e traumi (U), una correlazione ancora più stretta fra deficit delle funzioni integratrici della coscienza nella FdA (figura di attaccamento) e disturbi della coscienza (correlati all’attaccamento D) nel bambino. Un numero crescente di dati confermano oggi l’esistenza di una qualche forma di trasmissione della sicurezza e dell’insicurezza dell’attaccamento e che la rappresentazione mentale dei genitori che sottende questo processo, può essere valutata, già, prima della nascita. Le differenze nelle organizzazioni dell’attaccamento del bambino sono fortemente collegate alla qualità della metacognizione dei genitori, ovvero alla loro capacità di pensare ai pensieri del bambino, di comprendere il suo stato mentale (concetto di Teoria della mente). La funzione riflessiva del sé, che è intimamente connessa al concetto di mentalizzazione e si riferisce in maniera specifica alla capacità di pensare ai propri stati mentali ed a quelli degli altri, sembra rappresentare, la chiave di interpretazione, della trasmissione intergenerazionale dei pattern di attaccamento.Attaccamento della madre AAI Attaccamento di qualità del figlio SSP:
Attaccamento
sicuro Autonomi (F): parlano delle loro esperienze in modo aperto e coerente
riconoscendo sia le esperienze positive che negative
Attaccamento
sicuro(B) , Attaccamento insicuro distanziante/rifiutante
(Ds): si
dissociano dalle categorie emotive dell’infanzia e non ammettono le esperienze
negative (“infanzia perfetta”).
Attaccamento
insicuro evitante(A),
Attaccamento
insicuro Preoccupati(E): coinvolgimento nei ricordi dai quali sono sopraffatti,
incoerenti nella narrazione,
Attaccamento
insicuro -ambivalente(C),
Attaccamento con
lutti o traumi Irrisolti(U):evidente disorganizzazione della narrazione,
possibile riferimento a traumi ostile e all’impotenza (HH) Lyons-Ruth e
Jiacobvitz, (1999).
ricordavano le loro esperienze infantili in modo idealizzato, frammentato o non
integrato,
Attaccamento
disorganizzato/disorientato (D),
Attaccamento non
classificabile (CC) Main e Hesse (Hesse, 1996) per quei soggetti che non
soddisfano i criteri che portano all’inserimento in uno dei gruppi oppure
rientrano in più categorie. Si tratta di soggetti con storie di abusi sessuali,
violenze familiari e criminali o disturbi psichiatrici.
Breve sommario
del protocollo dell’A.A.I. 1. Per cominciare, potrebbe aiutarmi a
orientarmi un po’sulla sua famiglia- per esempio, chi c’era nella sua famiglia
d’origine, e dove vivevate?
2. Ora vorrei
che cercasse di descrivere il suo rapporto con i genitori quando era bambino,
partendo da dove riesce a ricordare.3-4. Potrebbe dirmi cinque aggettivi o
frasi per descrivere il suo rapporto con sua madre/suo padre durante l’infanzia?
Io li scriverò, e quando ne avremo cinque le chiederò di dirmi quali ricordi o
esperienze l’hanno portata a scegliere ciascuno di essi. 5. A quale genitore si
sentiva più vicino, e perché? 6. Quando si sentiva turbato da bambino, che cosa
faceva, e che cosa succedeva? Potrebbe raccontarmi qualche episodio specifico
relativamente a quando lei era turbato emotivamente? O si era fatto male
fisicamente? O era malato? 7. Potrebbe descrivere la sua prima separazione dai
genitori? 8. Si è mai sentito rifiutato da bambino? Che cosa faceva, e pensa
che i suoi genitori si rendevano conto che la stavano rifiutando? 9. I suoi
genitori l’hanno mai minacciata- per disciplina, o per scherzo? 10. Perché
pensa che i suoi genitori si comportassero così come hanno fatto durante la sua
infanzia? 11. C’erano altri adulti che le erano vicino- come se fossero
genitori- da bambino? 12. Ha fatto l’esperienza della perdita di un genitore o
di un’altra persona cara da bambino, o da adulto? 13. Ci sono stati molti
cambiamenti nel suo rapporto con i genitori tra l’infanzia e l’età adulta? 14.
Com’è attualmente il suo rapporto con i genitori?
Per una ripetizione tra SSP AAI e il MOI Mod di attac del bambino alla SSP, Mod di attac della madre alla SSP, Stati mentali dell’adulto alla AAI ,
1° liv l’esito
della relazione MOI, 2°livello il Sé e l’altro MOI , 3° livello le strategie
MOI
A insicuro
evitante: scarso disagio
alla separazione, ignora la FDA nella riunione A insicuro evitante:rifiutante
responsiva, controllo e interferenza nell’interazione.
Ds
insicuro “distanziante”rifiutante incoerenze mestiche, distacco emotivo,
difesa Ci si attende un rifiuto certo, svalutazione dell’altro Se: variabile
Altro:inaccessibile Allontanamento e distacco
B sicuro: protesta quando
la FDA si allontana e si calma quando ritorna B sicuro: interazione attiva e
reciproca F attaccamento sicuro autonomo: coerenza fra memoria episodica e
semantica Certo positivo Sé: positivo Altro:tendenzialmente positivo Alternanza
fra vicinanza e allontanamento
C insicuro
ambivalente e resistente: angoscia
all’allontanamento ma non si lascia confortare prontamente C insicuro
ambivalente e resistente: imprevedibile ed intrusiva
E insicuro
preoccupato: Ancora molto
coinvolta nella storia di attaccamento Incerto Sé:sarò accettato se saprò farmi
amare Altro: imprevedibile Fuga, attacco, congelamento.
D diorientato
disorganizzato:comportamenti
disorganizzati, stereotipie, congelamento, iperallerta D diorientato
disorganizzato:traumatizzata, immersa nel dolore interiore, maltrattante
U lutti e traumi
non risolti
HH ostile e
impotente:
interferenza fra idee dissociate su traumi e attaccamento L’incontro è
minaccioso Sé:asse forte/debole Altro:asse spaventato/spaventante Fuga,
attacco, congelamento
L’Infant
research: è un metodo
sperimentale di laboratorio per studiare lo sviluppo del b. e riportarlo poi
nella prassi psicoanalitica. Fautore del metodo è Stern: egli sostiene che il "bambino
osservato" è diverso dal "bambino clinico"e che è da preferire
il secondo al primo Il neonato è visto come organismo attivo dotato di stati
emotivi differenziati e di capacità complesse per l’interazione e
l’autoregolazione. Esistono processi interattivi precoci della diade madre
bambino:modelli di esperienza soggettiva interna e di relazione che diventano i
prototipi, per i successivi scambi relazionali. Le tappe del suo sviluppo, sono
ricostruite nel corso della terapia psicoanalitica, in base a ricordi e
riedizioni nel transfert di esperienze passate, secondo una prospettiva
patomorfa e/o adultomorfa del tutto inadeguata ai vissuti della fase
pre-verbale (dalla nascita ai due anni).Stern ritiene che l’essere umano sin
dalla nascita è “programmato” per relazionarsi con gli altri dimostrando errata
la tesi di S. Freud del narcisismo primario. Contesta anche l’esistenza di una
fase autistica normale (Mahler) in cui il bambino sarebbe chiuso (orbita
narcisistica) agli stimoli e isolato dal mondo sociale. Ritiene corretta l'idea
di Bowlby che il modello operativo che il bambino si costruisce della madre
condizioni l'evoluzione della sua esperienza soggettiva, evidente la presenza
di fasi dello sviluppo. Attualmente Stern e collaboratori parlano di present moment e new moment ovvero momenti tra analista e pz, essi
sono imprevedibili, accadono e basta. momenti di autentico "incontro"
tra paziente e analista. con un atteggiamento umano, personale, non
stereotipato. Pare dunque che lo scopo sia quello di destrutturare il paziente,
di aprirlo a esperienze, vissuti e "momenti" nuovi (mistici, direbbe
qualcuno?), onde condurlo verso strade che aprano nuove possibilità
comportamentali ed affettive.
Infant
observation E. Bick: si tratta di uno
strumento di ricerca e di uno strumento formativo dell’osservazione della diade
m-b. in famiglia. Aree da considerare Livello dello sviluppo del
bambinon Qualità delle interazionin Status genitoriale (Capacità
din relazionarsi)
Situazioni familiarin Sviluppo
infantile Conoscenze sullo sviluppon Non si può dire che cosa è
atipico sen non si conosce cos’è tipico
14/09/2013 3 Sviluppo infantile Cognitivon Comunicazione
pragmatica, recettiva en espressiva
Movimenti grosso e finin Comportamento socio-emozionalen Capacità
adattiven Competenze
cognitive Pensieron Problem Solvingn Memorian
Attenzionen Imitazionen 14/09/2013
4 Comunicazione Uso dei gesti ed espressioni faccialin
Comprensionen Linguaggio espressivon Aspetti sociali e pragmatici
dellancomunicazione Capacità motorie Uso delle mani e delle braccia pern manipolare gli oggetti
Equilibrion Forza e tonon Camminare, correre, saltaren 14/09/2013 5 Comportamento
socio-emozionale Contatto ocularen Sorriso socialen
Attaccamento/relazin one
Regolazione emotivan Sonnon Famen Aggressivitàn
Compliancen Capacità
adattive Mangiaren Vestirsin Collaborazione nella
preparazionen Toiletingn 14/09/2013
6 6 mesi: Incapacità di leggere i segnalin Problemi del
sonnon Mancanza di routinen Incapacità di imitare gesti e
posturen No affetti, range di sentimentin Mancanza dell’angoscia
dell’estraneon 12-18 Mesi
No parolen Persistenza di problemin del
sonno Ritiron Rockingn Paure prolungaten No Separation
Distressn Immobilità, bassan attività
motoria No ingaggio socialen Rabbia predominante en scatti d’ira 14/09/2013 7 Dai 18 mesi
ai 3 anni Alimentazionen No linguaggion Estrema
timidezzan Bassa autonomian Fallimentonnell’identificazione di
genere No Piacere nel giocon Poco Problem Solvingn Totale
incapacità dinmantenere il controllo Comportamento caoticon Regole di base I bambini e i
neonati non dovrebbero esseren valutati
senza considerare la relazione con le principali figure di attaccamento nè
senza la collaborazione Più osservazioni nel tempon Informazioni da
più fontin 14/09/2013 8 Aree di
osservazione della relazione materno-infantile Comportamenti di attaccamento
Interazione nel gioco Direttive e Insegnamento Separazione/riunione Osservare
comportamenti di attaccamento Il bambino sembra sicuro? In salvo?
Comodo?n Interagisce con
l’osservatore? Gioca? Esplora? Come il genitore lo mette a suo
agio?n Il genitore e il bambino si divertono insieme?n Come
risponde il bambino quando il genitoren lo
limita? 14/09/2013 9 Osservare il gioco Chi comanda?n Gioco
reciproco?n Gioco mutuale?n Scaffolding? Scaffolding (Impalcatura):
riconoscere, contenere, spiegare,n supportare
ed estendere esperienze mentali affettive e motorie del bambino, soprattutto
rabbia e frustrazione Tonalità dell’affetto?n Gioco sostenuto?n Osservare il teaching Teaching
task Come il genitore spiega l’obiettivo?n Il bambino segue le
istruzioni?n Come fa il genitore a gestire i rifiuti?n
Scaffolding?n Tonalità emotiva dell’interazione.n 14/09/2013 10 Separazione/riunione
ESEMPIO 14/09/2013 11 Relationship Problems Checklist (RPCL) Aiuta il
clinico a documentare lanpresenza o l’assenza di problemi nella relazione
Gli aiuti supportano i seguentin descrittori
della relazione Può essere usato per più di unan relazione primaria RPCL Area
Qualità dell’interazionencomportamentale Tono affettivon Coinvolgimento
psicologicon 14/09/2013 12
RPCL Ipercoinvolton Ipocoinvolton Ansia/Tensionen
Rabbia/aggressivitàn Ipo-coinvolto
Qualità del comportamento: Insensibile o non rispondente aglin stimoli Nessuna
protezionen Disinteressen 14/09/2013
13 Iper-coinvolto Tono affettivo Tristezza, costrizione, ritiro,
piatton No piaceren Come
guardare… Approccio psicodinamico 14/09/2013 14 Psicoanalisi Vita
soggettiva degli individui, del loron mondo
esperienziale e relazionale; Studia interazioni interpersonali nel ciclon di vita; Usa un’ottica
evolutiva: aspetti consci en inconsci
delle relazioni e dei conflitti intrapsichici. FUNZIONAMENTO DELL’APPARATO
PSICOFISICO Perché ad un certo punto dello sviluppo l’ambiente esterno assume
un’esistenza autonoma nella psichè. (Sandler, 1962) 14/09/2013 15 Il
determinismo psichico Ogni atto ha un senso nel comportamento ogni fenomeno
evidente o mancato ha una motivazione dettata da un atto mentale precedente. In
una grande quota di casi questi atti possono avere una base inconscia. La
psicoanalisi è una psicologia relazionale…. Non si tratta quindi di una
psicologia che studia la persona nella sua specifica individualità, bensì si
basa su di un modello multipersonale della mente. 14/09/2013 16 Psicologia
relazionale…. Che cosa è una relazione? Processo relazionale • Una
rappresentazione interna del soggetto nella relazione • La spinta motivazionale
che lo porta a ricercare la relazione • L’oggetto della relazione • La reazione
attesa da parte dell’oggetto 14/09/2013 17 Fantasia di desiderio… Tendenza
inconscia a ri-sperimentare quelle esperienze gratificanti le modalità di base
specifiche di ciascun individuo per conseguire e mantenere un livello minimo
indispensabile e sufficiente di sicurezza. Per soddisfare il desiderio
“…l'apparato funzioni, tra l'altro, per mantenere uno "stato
costante" (paragonabile al concetto fisiologico di omeostasi e
riassumibile soprattutto in termini di sentimenti di benessere e di sicurezza)
di fronte alle continue perturbazioni di questo stato di base che possono
sorgere sia dall'esterno che dall'interno dell'individuo.” (Pieralisi, 2009)
ADATTAMENTO PSICHICOLe difese psicologiche Hanno lo scopo adattivo di
promuovere il funzionamento dell’individuo, “immunizzandolo” da sollecitazioni
perturbanti che sarebbero destabilizzanti o vissute addirittura come
intollerabili mettendo così a repentaglio i processi cognitivi e affettivi
della persona… Adattamento intrapsichico “…l’omeostasi interna che tende a
mantenere quanto più fisse e stabili le variazioni di questi sentimenti,
giustifica la formazione (atta alla preservazione della sicurezza e del
benessere incontrato nell’infanzia) delle soluzioni adattative, più strane,
bizzarre e meno condivisibili e accettate socialmente. Sandler J. (1960) The
background of safety. The International Journal of Psycho-Analysis, 41,
352-356. 14/09/2013 19 La fantasia di desiderio Identità di percezione •
Realizzazione: quando avviene un ripristino costante di quel tipo di relazione
gratificante • Coazione a ripetere: tentativi di attuare dei desideri per
raggiungere un’identità di percezione rispetto una relazione che garantisca
Sopravvivenza sia essa piacevole e spiacevole I clinici psicoanalitici
affermano che "parlare di teoria ai pazienti, significa che non si
sta capendon nulla", (Bion,
1962) o addirittura che “In analisi non bisogna avere né memoria nén desiderio” oppure che "la
teoria non aiuta ed è controproducente alla pratican clinica con il paziente"
(Michaels, 2008) una persona abituata al metodo sperimentale rimane in genere
perplessa, al sentire che il metodo adottato dalla psicoanalisi rifugge quindi
da schemi precostituiti e da protocolli. 14/09/2013 20 Le tecniche…. La
psicoanalisi si differenzia dalle innumerevoli altre psicoterapien non tanto per aspetti di tecnica,
quanto per aspetti di metodologia (Sandler, 1983, 1987; Zanettovich,
2009). Per tecnica si intende tutto l’insieme degli innumerevolin accorgimenti, situazioni, regole che
il professionista adotta con l’utente basandosi sulle teorie ufficiali avute
nel corso della sua formazione e riguardanti il funzionamento di ciò che è
utile fare riguardo a questi stessi funzionamenti nell’utente, sulle proprie
esperienze con un determinato utente o con una specifica categoria di utenti,
sulla base delle proprie credenze, convinzioni personali (o pregiudizi), sugli
insegnamenti avuti dei propri tutori o supervisori. Metodologia vs tecnica
14/09/2013 21 Metodologia….Postura …particolare modalità di interazione tra il
professionista e dell’utente atta al raggiungimento della comprensione e della
conoscenza del rapporto…. La metodologia psicoterapica per identificazione e la
metodologia psicoterapica per manipolazione. Metodologia per
manipolazione… teoria precostituitan obiettivi normativi coerenti
con questan teoria n"manipolazione dell’utente
ovvero gli dia suggerimenti, o consigli, gli fornisca strategie di auto-aiuto
14/09/2013 22 La sedia vuota…. Teoria precostituita (teoria sistemica,n teoria della gestalt) Obiettivi
normativi (riuscire a dire fuorin dalla
seduta delle cose al partner) Suggerimenti (faccia finta che seduto sun quella sedia ci sia…) Metodologia per
identificazione…. la comprensione dell’utente si basa sullan identificazione da parte del
professionista in quello che prova l’utente. Induttivo, e non vi è per
forza unan teoria generale
precostituita. 14/09/2013 23 Metodologia per identificazione Capire che cosa si
prova a essere quella persona La de-identificazione permette di restituire alla
persona la comprensione dei suoi funzionamenti Costruzione di ipotesi che
confermino o confutino la teoria che il professionista e l’utente stanno
costruendo sulla realtà relazionale in atto. Cosa sta succedendo qui? Quindi
qual’è il significato di un comportamento? 14/09/2013 24 Facciamo una prova…..
LA DEPRESSIONE POST PARTUM INTACCA LE FUNZIONI GENITORIALI Che
cos’è?n Sintomin Diagnosin Relazione materno-infantilen
Effetti sul neonaton Effetti del neonato (Infant research)n14/09/2013
25 La Depressione Post Partum è uno stato emotivo din vulnerabilità, tristezza, malinconia
che può comportare un ostacolo alla ricettività ed alla responsività materna.
Tale disagio può indebolire lo scambio relazionale all’interno della diade con
il rischio di possibili ripercussioni sullo sviluppo psicofisico del
neonato. La sua prevalenza risulta piuttosto variabile in letteratura,
conn percentuali che vanno dal 3%
al 30% (Beck & Gable, 2001; Field, 1995; Josefsson et al., 2001; O’Hara
& Swain, 1996). CHE COS’E’? DIAGNOSI L’esordio è sfumato e graduale, ma può
anche essere molto rapido; avviene dal terzo mese al primo anno dopo il parto.
La gravità può variare da episodi di depressione minore, (spesso non
diagnosticati, perchè il funzionamento della madre è apparentemente buono, per
il riemergere di conflittualità non risolte con le figure significative di
riferimento) fino ad episodi di grave depressione maggiore. In particolare è
molto frequente Avvertire il bambino come un peson Non riuscire a
provare emozioni nei confronti del bambinon Sentirsi inadeguate nella
cura del bambino, avere paura din restare
sole con lui Pensare di essere madri e mogli incapacin Non riuscire
a concentrarsi nelle cose quotidiane, che hanno an che fare con l’interazione
madre-bambino 14/09/2013 26 RELAZIONE MATERNO-INFANTILE Le madri depresse si
dimostrano così meno responsive e disponibili dal punto di vista affettivo, con
maggiori difficoltà nel recepire ed interpretare correttamente i segnali
provenienti dai loro bambini, con ripercussioni sul loro senso di sicurezza ed
autonomia. (Campbell et al., 2004; Edhborg et al., 2005; Fonagy & Target,
1997). Nell’ambito della comunicazione emozionale con l’infante presentano dei
pattern relazionali imprevedibili ed incoerenti, mostrano meno comportamenti
imitativi e di rispecchiamento nelle interazioni diadiche. Stern (1985) viene a
mancare un accordo affettivo e la madre spesso disponibile sul piano fisico non
lo è sul piano emotivo e mentale perchè assorbita dalle sue preoccupazioni e
dalla sua sofferenza psichica. MADRI DEPRESSEEFFETTI SUL BAMBINO Cognitivo:
difficoltà nello sviluppo mentale e motorio; Comportamentale: insorgenza di
ansia, depressione, ritiro sociale, aggressività, iperattività, rabbia;
Organico: disregolazioni neurofisiologiche (coliche gassose, disturbi del sonno
o alimentari), infezioni ricorrenti, gravi allergie, asma, malnutrizione e
malattia nei bambini che vivono in situazioni di povertà. EFFETTI DEL BAMBINO:
Infant research il neonato competente Influenza sulla salute mentale: Murray
1997 • Comportamento del neonato predittivo di un peggioramento dei sintomi
depressivi. • I neonati con uno scarso controllo motorio aumentano il rischio
di depressione materna di circa 5 volte (assenza di fattori di rischio misurata
nel prepartum). • L’irritabilita’ aumenta di circa tre volte e mezzo. Un
neonato irritabile e con scarso controllo motorio aumenta di molto il rischio
di sviluppo di sintomi depressivi nella madre, anche se questa non è a rischio
di sviluppo di DPP. 14/09/2013 28 EFFETTI SUL BAMBINO Postura psicoanalitica La
cosa più interessante sviluppo delle difese: Vediamo come il bambino impara a
controllare il dolore: Una delle maggiori è EVITAMENTO …una delle difese più
primitive Il bambino sviluppa difese simili alla madre? Il bambino si deprime?
Nel video potremmo osservarlo clinicamente Il video: La parent-infant
psychotherapy Il modello di psicoterapia genitore bambino aiuta le famiglie
quando si hanno motivi per pensare che i sentimenti dei genitori stiano avendo
un impatto negativo sul neonato Focus sulla relazione: riconoscendo che è
necessario capire l’impatto che entrambe le parti hanno nell’interazione -
supportare il genitore nella comprensione dei bisogni del bambino per
rispondere sensibilmente a questi - coinvolgere attivamente il bambino nella
relazione con il genitore per permettere un engagement affettivo Chi sono:
psicoanalisti esperti nella cura del bambino e dell’adulto, con conoscenze
specialistiche nella presa in carico di emergenza Anna Freud Centre London
14/09/2013 29 Le funzioni genitoriali nelle prime interazioni • Primary
maternal preoccupation: capacità di identificarsi in maniera positiva con il
proprio bambino, essere in sintonia con gli stati emotivi del bambino anche
negativi; (COMPRENDERE) • Mentalising stance: credere che il bambino è una
persona con una mente e dei sentimenti, capacità di ricevere le comunicazioni
del bambino dando un senso (RIFLETTERE); • Mirroring and attunement: il bambino
si riflette nella mente della madre, impara a riconoscere e a tollerare i suoi
sentimenti dalla madre, la madre deve essere sintonizzata; FUNZIONI
GENITORIALI• Scaffolding (Impalcatura): riconoscere, contenere, spiegare,
supportare ed estendere esperienze mentali affettive e motorie del bambino,
soprattutto rabbia e frustrazione; Tolerating mixed feelings : capacità di
sopportare i propri sentimenti negativi come la stanchezza la rabbia a cui
porta un bambino, tale capacità del genitore viene trasmessa al bambino; •
Promoting separateness: dipendenza/ separazione: adattarsi alla dipedenza dei
primi mesi, riuscire a tollerare le esigenze di autonomia nel bambino. FUNZIONI
GENITORIALI 14/09/2013 30 COME SI FA? - Riflettere sugli stati emotivi e
mentali: l’analista aiuta il genitore a riflettere sui propri sentimenti e a
vederli nelle azione che mette in atto in relazione al bambino - Riconoscere e
regolare i propri stati emozionali e quelli del bambino: funzioni di
contenimento delle sue emozioni, se il genitore non è in grado l’analista può
sostituirsi e offrirsi da modello - Riconoscere che il bambino dipende e ha una
mente in via di sviluppo: distinguere tra le proprie proiezioni e gli stati
effettivi del bambino - Diminuire l’impatto negativo sul bambino interrompendo
una catena di comportamenti scorretti: lavorare con gli aspetti irrisolti del
genitore e renderli capaci di vedere come incidono sulla relazione. …E SUL
BAMBINO…Promuovere un attaccamento positivo: stimolare l’interesse del bambino
per il genitore e insegnare al genitore a rispondere in maniera adeguata a
questo interesse; Facilitare la dipendenza e la separazione e l’individuazione:
fare in modo che le diverse tappe evolutive vengano rispettate e che i genitori
le riconoscano e diventino capace di tollerarle. Lavorare sui meccanismi di
difesa del bambino: offrirsi come oggetto per il bambino, dare una possibilità
di relazione sana Meccanismo di difesa dell’evitamento dello sguardo è
selettivo The practice of psychoanalytic parent-infant psychotherapy: claiming
the baby. Tessa Baradon et al., 2005
PIAGET sviluppo cognitivo
Jean Piaget (1896 /1980) fondatore dell'epistemologia genetica, ovvero dello studio sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo. La teoria di Piaget sullo sviluppo cognitivo dimostrò innanzitutto l'esistenza di una differenza qualitativa, tra le modalità di pensiero del bambino e quelle dell'adulto e, successivamente, che il concetto di capacità cognitiva, e quindi di intelligenza, è strettamente legato alla capacità di adattamento all'ambiente sociale e fisico. Ciò che spinge la persona a formare strutture mentali sempre più complesse e organizzate lungo lo sviluppo cognitivo è il fattore d'equilibrio, «una proprietà intrinseca e costitutiva della vita organica e mentale». Lo sviluppo ha quindi una origine individuale, e fattori esterni come l'ambiente e le interazioni sociali possono favorire o no lo sviluppo, ma non ne sono la causa Assimilazione e accomodamento Secondo Piaget, i due processi che caratterizzano l'adattamento sono l'assimilazione e l'accomodamento, che si avvicendano durante l'intero sviluppo cognitivo della persona, flessibile e plastico in gioventù, più rigido con l'avanzare dell'età.1. Assimilazione: consiste nell'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema comportamentale o cognitivo già acquisito. In pratica il bambino utilizza un oggetto per effettuare un'attività che fa già parte del suo repertorio motorio o decodifica un evento in base a elementi che gli sono già noti (per esempio il riflesso di prensione palmare porta il neonato a stringere nella mano oggetti nuovi).
2.
Accomodamento: consiste nella
modifica della struttura cognitiva o dello schema comportamentale per
accogliere nuovi oggetti o eventi che fino a quel momento erano ignoti (nel
caso del bambino precedente, se l'oggetto è difficile da afferrare dovrà per
esempio modificare la modalità di presa).
I due processi
si alternano alla costante ricerca di un equilibrio fluttuante (omeostasi)
ovvero di una forma di controllo del mondo esterno. Quando una nuova informazione
non risulta immediatamente interpretabile in base agli schemi esistenti il
soggetto entra in uno stato di disequilibrio e cerca di trovare un nuovo
equilibrio modificando i suoi schemi cognitivi incorporandovi le nuove
conoscenze acquisite. La forma più evoluta di equilibrio cognitivo è quella che
usa i sistemi logico-matematici. stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget
distinzione degli stadi dello sviluppo cognitivo individuando 4 periodi
fondamentali dello stesso, comuni a tutti gli individui e che si susseguono
sempre nello stesso ordine.1. Stadio senso-motorio: Dalla nascita ai 2 anni
circa. Come suggerisce il
nome, il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e
relazionarsi con ciò che lo circonda, evolvendo gradualmente dal sottostadio
dei meri riflessi e dell'egocentrismo radicale (l'ambiente esterno e il proprio
corpo non sono compresi come entità diverse) a quello dell'inizio della
rappresentazione dell'oggetto e della simbolizzazione, passando attraverso
periodi intermedi di utilizzazione di schemi di azione via via più complessi..
L'intenzionalità: per Piaget si ha intenzionalità quando il lattante comincia a
differenziare il proprio corpo dagli oggetti esterni e agisce sulla realtà
esterna in vista di uno scopo. Dagli 0 ai 2 anni il bambino acquisisce il senso
della permanenza dell'Oggetto. Reazioni
riflesse (primo mese)il bambino agisce attraverso schemi senso-motori
rigidi innati. Reazioni circolari primarie (o stadio dei primi
adattamenti acquisiti): tra il secondo e il quarto mese di vita il bambino sviluppa le reazioni
circolari primarie ovvero la ripetizione di un'azione casuale per ritrovarne
gli effetti gradevoli. Il centro d'interesse per le azioni è il proprio corpo.
L'esempio è la suzione del dito, trovandola piacevole il bambino la ripete per
lunghi periodi. Reazioni
circolari secondarie (o stadio del comportamento intenzionale): tra il quarto
mese e l'ottavo mese il
bambino orienta i suoi comportamenti verso l'ambiente esterno cercando di
afferrare e muovere gli oggetti e osserva i risultati delle sue azioni (schemi
di azione secondari). Agitando un sonaglio provoca dei rumori piacevoli e cerca
di ripetere l'azione per riprodurre il suono, prolungando il piacere
ricevutone. Anche in questo caso le azioni vengono scoperte casualmente. Una
conquista importante di questo sottostadio è la coordinazione della visione con
la prensione. Reazioni
circolari differite (o stadio dell'attiva ricerca dell'oggetto): tra gli 8 e i
12 mesi si forma nella
memoria l'esperienza senso-motoria, il bambino impara dalle sue azioni e quindi
è in grado di anticiparne il risultato. Per esempio riprende un'azione su un
oggetto dopo averla interrotta. È ancora presente l'errore A non B. In questo
stadio il bambino inizia a comprendere la permanenza degli oggetti: negli stadi
precedenti, se l'oggetto scompare dalla vista questo "non esiste",
mentre adesso il bambino ricerca l'oggetto, sebbene non riesca ancora a
ricostruire uno spostamento reso invisibile. In questo stadio compare
l'intelligenza sensomotoria, con la differenziazione tra mezzi e fini: uno
schema motorio già acquisito (es. prendere un oggetto) può essere usato come
mezzo per raggiungere un fine (es. spostare l'oggetto preso per raggiungere un
altro oggetto che si trovava dietro di esso). Reazioni
circolari terziarie (o stadio del procedimento per prove ed errori): dai 12 ai
18 mesi. Consistono nello
stesso meccanismo descritto in precedenza ma effettuato con variazioni, nasce
l'interesse per la novità. Ad esempio afferrare e battere un oggetto contro
superfici diverse. È lo stadio della sperimentazione continua. stadio della rappresentazione
cognitiva dai 18 ai 24 mesi : il
bambino sviluppa la capacità di immaginare gli effetti delle azioni che sta
eseguendo, non agisce più per osservare l'effetto, ma combina mentalmente
schemi senso-motori per poi agire ed ottenere l'effetto voluto, esegue e
descrive azioni differite o oggetti non presenti nel suo campo percettivo ed
esegue sequenze di azioni come per esempio appoggiare un oggetto per aprire la
porta; si manifesta una prima forma di imitazione differita, cioè il bambino
imita comportamenti visti in precedenza (negli stadi precedenti vi era solo
imitazione immediata di gesti semplici), cominciano inoltre i primi giochi
simbolici, il "fare finta di ...". Il bambino apprende il concetto di
"permanenza dell'oggetto", ovvero la capacità di comprendere che gli
oggetti esterni che formano il mondo, sono entità esistenti, a prescindere
dalla sua consapevolezza di essi. Stadio pre-operatorio dai 2 ai 6-7 anni: In questo stadio il bambino è in grado
di usare i simboli. Un simbolo è un'entità che ne rappresenta un'altra. Un
esempio è il gioco creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola
per rappresentare un tavolo, dei pezzetti di carta per rappresentare i piatti
ecc. Il gioco in questo stadio è appunto caratterizzato dalla
decontestualizzazione (il coinvolgimento di altre persone o simulacri), dalla
sostituzione di oggetti per rappresentarne altri e dalla crescente integrazione
simbolica. Anche l'imitazione differita rivela la capacità di usare i simboli,
come pure il linguaggio verbale usato per riferirsi a esperienze passate,
anticipazioni sul futuro o persone e oggetti non presenti sul momento. Superato
l'egocentrismo radicale del periodo sensomotorio, in questo stadio permane però
un egocentrismo intellettuale, ovvero il punto di vista delle altre persone non
è differenziato dal proprio, il bambino cioè si rappresenta le cose solo dal
proprio punto di vista. Per cui ad esempio spiegherà che "l'erba cresce
così, quando io cado, non mi faccio male". Crede che tutti la pensino come
lui e che capiscano i suoi pensieri; tipicamente se racconta una storia lo farà
in modo che un ascoltatore che non conosce la storia non capirà nulla. Un
famoso esperimento per verificare l'egocentrismo intellettuale è l'«esperimento
delle tre montagne», in cui si presenta al bambino un modellino con tre
montagne e gli si chiede come queste montagne vengano viste dalla bambola posta
in un punto di osservazione diverso dal suo; tipicamente il bambino dirà che la
scena vista dalla bambola è uguale a come la vede lui. Il ragionamento in
questo stadio non è né deduttivo né induttivo, ma trasduttivo o precausale, dal
particolare al particolare, cioè due eventi sono considerati legati da un
rapporto di causa-effetto se avvengono nello stesso tempo. Ciò si traduce in
una modalità di comunicazione piena di "libere associazioni", senza
alcuna connessione logica, in cui il ragionamento si sposta da un'idea
all'altra rendendo pressoché impossibile una ricostruzione attendibile di
eventi. 3. Stadio delle
operazioni concrete : dai 6/7 agli 11 anni. Il termine operazioni si riferisce a
operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il
bambino in questo stadio non solo utilizza i simboli ma è in grado di
manipolarli in modo logico. Un'importante conquista di questo periodo è
l'acquisizione del concetto di reversibilità, cioè che gli effetti di
un'operazione possono essere annullati da un'operazione inversa. Prima del
salto operatorio il bambino non è in grado di distribuire in serie più di 2
oggetti, ma questa non è un'incapacità come sostiene Piaget, quanto piuttosto
un limite della memoria a breve termine.
Fra 2 e 5 anni il bambino non classifica gli oggetti secondo una proprietà ma li distribuisce a seconda della vicinanza spaziale. A 5-6 anni inizia a raggrupparli secondo una caratteristica. 7 anni il bambino acquisisce la capacità di conservazione delle quantità numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi. Per conservazione si intende la capacità di comprendere che la quantità rimane tale anche a fronte di variazioni di forma. Il bambino nella stadio pre-operatorio, per esempio, è convinto che la quantità di liquido contenuto in un contenitore alto e stretto è maggiore di quella contenuta in un contenitore basso e largo (ma dotato dello stesso volume) e a nulla varranno dimostrazioni e travasi. Un bambino nello stadio delle operazioni concrete è invece in grado di coordinare la percezione del cambio di forma con il giudizio ragionato che la quantità di liquido spostato è la stessa, di "conservare" quindi il volume liquido. Intorno ai 7/8 anni il bambino sviluppa la capacità di conservare i materiali. Prendendo una palla di creta e manipolandola per trasformarla in tante palline il bambino è conscio del fatto che riunendo le palline la quantità sarà invariata. Questa capacità prende il nome di reversibilità. Intorno ai 9/10 anni è raggiunto anche l'ultimo passo della conservazione, la conservazione della superficie. Messo di fronte a dei quadrati di cartoncino si rende conto che occupano la stessa superficie sia che siano messi tutti vicini sia che siano sparsi. 4. Stadio delle operazioni formali dai 12 anni in poi. Il bambino che si trova nello stadio delle operazioni concrete ha delle difficoltà ad applicare le sue competenze a situazioni astratte. Se un adulto gli dice: "Non prendere in giro X perché è grasso, cosa diresti se lo facessero a te?" la sua risposta sarebbe "Io non sono grasso e nessuno mi può prendere in giro". Calarsi in una realtà diversa dalla sua è un'operazione troppo astratta. A partire dai 12 anni il bambino riesce a formulare pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può ragionare in termini ipotetici.
Fra 2 e 5 anni il bambino non classifica gli oggetti secondo una proprietà ma li distribuisce a seconda della vicinanza spaziale. A 5-6 anni inizia a raggrupparli secondo una caratteristica. 7 anni il bambino acquisisce la capacità di conservazione delle quantità numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi. Per conservazione si intende la capacità di comprendere che la quantità rimane tale anche a fronte di variazioni di forma. Il bambino nella stadio pre-operatorio, per esempio, è convinto che la quantità di liquido contenuto in un contenitore alto e stretto è maggiore di quella contenuta in un contenitore basso e largo (ma dotato dello stesso volume) e a nulla varranno dimostrazioni e travasi. Un bambino nello stadio delle operazioni concrete è invece in grado di coordinare la percezione del cambio di forma con il giudizio ragionato che la quantità di liquido spostato è la stessa, di "conservare" quindi il volume liquido. Intorno ai 7/8 anni il bambino sviluppa la capacità di conservare i materiali. Prendendo una palla di creta e manipolandola per trasformarla in tante palline il bambino è conscio del fatto che riunendo le palline la quantità sarà invariata. Questa capacità prende il nome di reversibilità. Intorno ai 9/10 anni è raggiunto anche l'ultimo passo della conservazione, la conservazione della superficie. Messo di fronte a dei quadrati di cartoncino si rende conto che occupano la stessa superficie sia che siano messi tutti vicini sia che siano sparsi. 4. Stadio delle operazioni formali dai 12 anni in poi. Il bambino che si trova nello stadio delle operazioni concrete ha delle difficoltà ad applicare le sue competenze a situazioni astratte. Se un adulto gli dice: "Non prendere in giro X perché è grasso, cosa diresti se lo facessero a te?" la sua risposta sarebbe "Io non sono grasso e nessuno mi può prendere in giro". Calarsi in una realtà diversa dalla sua è un'operazione troppo astratta. A partire dai 12 anni il bambino riesce a formulare pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può ragionare in termini ipotetici.
Le idee dei
bambini: Piaget ha tratto delle conclusioni a proposito di ciò che pensano i
bambini. A 4 anni essi cominciano a porsi domande sull'origine delle cose. A
5/6 anni vi è una tendenza all'animismo, a 8 pensano che siano stati degli
esseri antropomorfi a creare il mondo (artificialismo). A 11-12 anni i bambini
definiscono esseri viventi solo piante ed animali. Il bambino è un costruttore di teorie
dell’errore, fa delle generalizzazioni ed applica dei copioni e ama fare
narrazioni. Appena nati i bambini riescono a riconoscere i propri simili. A 2 anni compare il desiderio, a 4
la credenza, la capacità di elaborare spiegazioni complesse dei comportamenti
degli altri. A 4 anni i bambini non sono in grado di dire bugie complesse ed
intenzionali, a 5 sì. Una delle grandi critiche volte a Piaget è stata quella
di pensare che ci fosse una correlazione tra ciò che raccontavano i bambini e
le loro strutture cognitive.
note
[1]prenatale:
Che ha per oggetto di studio il feto e la vita intrauterina. Perinatale: Del
periodo compreso tra la 29ª settimana di gestazione e i primi 28 giorni dopo il
parto
[2] Il b. per
Hartmann Habitat naturale dell’Io.ha 3 capacità di adattamento all’ambiente:
1. autoplastica
(cambiamento dell’individuo); 2. allo plastica (cambiamento dell’ambiente)
3. ricerca di un
ambiente più favorevole
[3] La relazione
oggettuale, quindi, è l’interazione tra le pulsioni e gli oggetti parziali e
totali. Avviene principalmente a livello fantasmatico e anche nella vita adulta
la relazione con gli oggetti totali verrà sempre condizionata dalla modalità
con la quale si è vissuta la relazione con gli oggetti parziali.[4] Narcisismo
primario: è inizialmente, per Freud, lo stadio intermedio tra l'autoerotismo e
l'alloerotismo (o fase dell'amore oggettuale), Successivamente Freud lo pone in
una fase della vita antecedente senza alcuna relazione oggettuale,. La Klein
Secondo la Klein, infatti, anche il neonato è capace di sperimentare relazioni
oggettuali d'amore e di odio. Il narcisismo secondario è invece nell'età
adulta, e si riferisce come termine al ripiegamento sull'Io della libido,
sottratta alle relazioni oggettuali. Sempre per Freud, l'Io è una forte carica
di libido o energia psichica che può essere emanata verso gli oggetti esterni o
rivolta verso se stessi, creando in quest'ultimo caso tali disturbi psicotici
di tipo narcisistico.La carica narcisistica sono le rassicurazioni sul proprio
valore e potenzialità che ogni bambino attende dai genitori ed ogni adulto
dalla società. La ferita narcisistica è invece un'offesa all'autostima e
all'amor proprio di una persona.
[5] Teoria delle
relazioni interpersonali: lo sviluppo della personalità e dei disturbi psichici
(ansia) è marcato dalle relazioni (esperienze) immaginarie o reali con gli
altri e non da fattori intrinseci dell’individuo. Esso è stato creato per pz.
psicotici soprattutto per i schizofrenici. Per gli altri teorici la causa è un
disturbo organico del cervello o del metabolismo. Per S. in presenza di una
famiglia difficile, dal vedere le persone diverse da quelle che sono e da un
abbassamento dell’autostima. Per S. è curabile. L’ansia da forma al sé e regola
l’interazione con gli altri. S. prendeva spunto dalla teoria delle relazioni
oggettuali di M. Klein.
[6] Anna Freud i
bambini in età troppo precoce, non potevano essere analizzati per via della
supposta mancanza di un transfert perché le relazioni con i genitori per il
bambino sono storia attuale. per M. Klein la tecnica del gioco era in grado di
sostituire le libere associazioni e di svelare il mondo fantasmatico infantile.
Le due metodologie di analisi e le teorie sottostanti erano palesemente
conflittuali. Da qui si ha una scissione: i Freudiani che seguirono A. Freud
psicologia dell’io; i kleiniani seguirono M. Klein prendendo spunto dalla
teoria delle relazioni oggettuali anche Sullivan con la sua teoria delle
relazioni interpersonali prendeva spunto dalla teoria delle relazioni
oggettuali della Klein e gli indipendenti formati da Faibairn e Winnicott anche
loro in verità prendevano spunto da M. Klein. Tutti prendevano comunque spunto
dalla teoria pulsionale di S. Freud.
[7] Il piccolo
Hans :S. Freud attraverso la relazione di Max Graf padre di Hans, scopre
nevrosi infantile (che si manifesta con la fobia di Hans per i cavalli) e delle
tappe che portano alla guarigione. Esso permette di cogliere la complessità dei
processi psichici infantili in questa difficile fase dello sviluppo sessuale,
dominata dal conflitto edipico. Anche nel caso del bambino, come nell’adulto,
la terapia consiste nel permettere l’accesso alla coscienza dei sentimenti, dei
desideri istintuali che erano stati rimossi perché ritenuti inaccettabili.
RIFERIMENTI
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Editore Mitchell e Black L'esperienza della psicoanalisi. Storia del pensiero
psicoanalitico moderno editore Bollati ...Elsevier DSM 4 TR Manuale diagnostico
e statistico dei disturbi mentali Elsevier-Masson, Frances Allen, Ross Ruth DSM
4 TR case studies guida clinica alla diagnosi differenziale di - Elsevier -
2004 Stefano Vicari Guida tascabile ICD-10. Classificazioni delle sindromi dei
disturbi psichici e comportamentali editori Masson.
Svolta del diabete
RispondiEliminaMi è stato diagnosticato il diabete per 7 anni e insulina da molto tempo, che non è una cura totale per il diabete. Mi sono imbattuto in una testimonianza di un paziente che è stata curata dall'infezione verginale con la medicina di erbe del dottor Nelson su una pagina di blogger di salute durante la ricerca su Internet un giorno fedele, incluso l'indirizzo e-mail del medico. Ho contattato lo specialista delle erbe e ho promesso al dottor Nelson Saliu che se mi guarisce dal diabete, renderò testimonianza del suo buon lavoro e dopo molte discussioni mi ha inviato la medicina di erbe attraverso la società di consegna che ho ricevuto 3 giorni dopo e con lo specialista di erbe su prescrizione, ho bevuto la fitoterapia per 21 giorni senza insulina e oggi grazie a Dio Onnipotente sono guarito dal diabete. Ho anche aspettato due mesi per essere molto sicuro di essere completamente guarito prima di scrivere questa testimonianza. Ho fatto un altro esame del sangue una settimana fa ed era ancora negativo, senza tracce sul mio sangue, quindi ho deciso che ora lo consiglio a chiunque soffra di diabete. Contatta il dottor Nelson e fatti curare attraverso la sua posta: drnelsonsaliu10@gmail.com
o testo WhatsApp su +2348111067336
Ha una cura per, virus dell'herpes, epatite,
malattie cardiache e epatiche