pedagogista

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Pedagogista e Pedagogista Giuridico ( CTU e CTP)

venerdì 9 dicembre 2022

metodi tecniche e stategie pedagogiche

Il pedagogista adotta:
metodo: rivalutativo, 
Modello: bio psico sociale,
Approccio di 2 tipi: olistico o sistemico relazionale,
Forma maieutica,
Tecniche di ricerca: qualitative, quantitative miste, sperimentali;
Strategie pedagogiche: ad es lifelong learning, 
I 4 tipi di prevenzione,
Test: A1 A2, B1,
Manuale: ICF-CY + PEI.
Si occupa della parte parte conscia della persona sviluppando e potenziando l'empowerment  della persona esso è un processo dinamico e quotidiano che presenta dei risvolti individuali e sociali. La persona scopre e rafforza le proprie capacità, aumentando la percezione delle potenzialità e dell'autostima (Piccardo, 1995).
.


 il metodo rivalutativo con esso intende risaltare la competenza pedagogica in rapporto alle altre scienze umane, sociali, mediche e giuridiche. Tale modello rivalutativo  riconosce i soggetti come protagonisti attivi. Il pedagogista, sà intrecciare i rapporti tra teorie plurali e pratica e sà rielaborare i propri approcci per adeguarli, di volta in volta, al nuovo soggetto senza “estraniarsi dal presente e dal reale” .



un modello bio psico sociale, con un approccio olistico, essa è definita:
 empirica (parte da un’analisi dell’esperienza educativa storicamente determinata), eidetica (registra e descrive quell’ esperienza e va alla ricerca delle costanti che la percorrono), pratica (la sua stessa giustificazione epistemologica è futuristica e trasformativa).
Tale approccio mira a curare la persona, in tutta la sua interezza e quindi non solo corpo, ma anche anima, mente ed emozioni.

L'approccio di tipo sistemico relazionale ossia, il pedagogista  ritiene che, per conoscere fenomeni complessi (come il comportamento umano, le comunicazioni interpersonali e familiari, le organizzazioni aziendali ed istituzionali, le interazioni tra uomo e natura) sia importante indagare le relazioni tra gli elementi di quel fenomeno ed il contesto. 

Utilizza la forma maieutica (reciprocità domande e risposte) tramite la parola e l’ascolto attivo.

2. il pedagogista con quali strumenti ( tecniche di ricerca) lavora?

tecniche di ricerca di tipo qualitativo, quantitativo, misto e sperimentale:

          Di tipo qualitativo ad es. la Grounded Theory;

Di tipo quantitativo e misto ad. es. le narrative inquiry, l’intervista, lo studio di un caso, la ricerca-azione, il fenomenologico, le chek list;

D’indagine sperimentale: l’osservazione diretta o indiretta: che analizza i fatti, interpreta i testi scritti, osserva i fenomeni come punti di partenza, dialoga con scienze affini, in relazione ai fenomeni e fatti concreti, osserva le relazioni che intercorrono nelle famiglie;


Adotta strategie pedagogiche come: la peer education, cooperative learning,   problem solving, spaced learning, problem posing e lifelong learning e altri strumenti come l’approccio autobiografico, l’osservazione sistemica, etc.



La grand theory g.t. tipo di tecnica qualitativa: Proprio al fine di garantire che il metodo non sia concepito come un format, che s’impone sul flusso della realtà educativa, al ricercatore viene suggerito di interpretare la grounded theory research non come un percorso predefinito, ma come una mappa in via di continua elaborazione” (Mortari, 2007).

La g.t. (teoria situata) è un metodo di ricerca qualitativa proposto negli anni Sessanta (Glaser e Strass, 1967) che impiega un insieme sistematico di procedure attraverso cui sviluppare una teoria di tipo induttivo riguardo a un dato fenomeno. I risultati della ricerca danno vita a una formulazione teorica della realtà in esame piuttosto che a un insieme di numeri o a un gruppo di tematiche vagamente correlate.
Mentre il tradizionale approccio positivistico si basa sulla deduzione per costruire una teoria, la g.t. ricorre all’induzione analitica. Lo scopo di quest’ultima è di giungere a un insieme sistematico di proporzioni di applicabilità universale attraverso le revisione progressiva delle ipotesi di ricerca suggerite o smentite dai dati che sono via via raccolti.
Nel manuale di Jensen e Jankowski (1991) vengono descritte le quattro fasi che il ricercatore deve seguire:
– nella fase esplorativa egli estrapola alcuni concetti preliminari del materiale raccolto;
– la fase successiva, detta fase di definizione, implica la costruzione delle variabili basate su questi concetti preliminari; – la difficile formulazione del nocciolo della teoria avviene nel corso della terza fase, detta fase di riduzione;
– la fase finale, definita fase di integrazione, esplicita le relazioni esistenti tra i vari concetti e ne fa la verifica sulla base dei dati raccolti.
Il processo completo di ricerca implica la ripetizione del ciclo di riflessione, osservazione e analisi per ciascuna di queste quattro fasi fino a quando tutti i dati sono esauriti.
I ricercatori della g.t. impiegano tre tipi di codifica per scomporre analiticamente i dati qualitativi, concettualizzarli e sintetizzarli in nuovi modi. Essi sono: la codifica aperta, la codifica assiale e la codifica selettiva.
Nel corso della codifica aperta, il ricercatore scompone i dati in piccole unità di significato e a ciascuna attribuisce un’etichetta concettuale. Mano a mano che l’analisi va avanti, le unità che mostrano proprietà o attributi similari sono raggruppate in categorie e sotto-categorie. Ogni nuovo caso viene scrupolosamente confrontato con i casi precedenti già classificati, dopo di che si decide se esso possa essere inserito in una categoria già esistente o se invece occorra crearne una nuova. In questo modo le definizioni concettuali diventano sempre più complete e precise.
Con la codifica assiale – attraverso un continuo confronto tra i dati e la cornice concettuale in via di sviluppo – il ricercatore scopre i rapporti esistenti tra le categorie discrete e costruisce una rete concettuale sistematicamente integrata.
Nella codifica selettiva il ricercatore esamina con cura tutti i dati disponibili per giungere a una teoria ben integrata, in grado, cioè, di riflettere la vita reale dei soggetti presi in esame.
Della g.t. viene apprezzato – oltre all’analitica messa a punto delle varie fasi della ricerca – la decisa affermazione dell’importanza di una teoria interpretativa dei fenomeni; riserve sono state invece avanzate sia sui rischi di uno studio estremamente analitico non guidato da ipotesi ben definite e messe a confronto con gli studi precedenti, sia sulla eccessiva complessità del metodo (è una procedura spesso citata, assai meno applicata).

La narrative inquiry è una tecnica quantitativa e mista di indagine che si focalizza sulla comprensione del modo in cui individui e gruppi danno significato alle loro esperienze intese come narrazioni. Nel framework della narrative inquiry la narrazione è sia fenomeno oggetto di studio sia il metodo di studio (Clandinin, Connelly, 2000). Campi di ricerca collegati sono l’analisi dei testi narrativi, la narratologia e le storie di vita.

L' intervista è una tecnica quantitativa e mista 

Tipologie di interviste:


Intervista libera, in profondità, non direttiva: centrata sulla persona, intervistatore stimola a parlare

Intervista strutturata: domande precise, decise in anticipo, ordine prefissato

Intervista rigidamente strutturata: domande e risposte predeterminate e semplici

L' intervista tecnica quantitativa Analisi delle interviste:

Intervista libera: considerate nella loro unicità, interpretate in base all’organizzazione del discorso, la scelta dei vocaboli e degli argomenti

Intervista strutturata: criteri statistici e successivamente interpretate con attribuzione di categorie di significato.

Lo studio di un caso è una tecnica di ricerca di tipo quantitativo e misto


“Lo studio di un caso tecnica quantitativa è una strategia di ricerca che viene attivata quando s’intende acquisire adeguata comprensione di un fenomeno visto nella sua singolarità e originalità. Ciò che si cerca è una comprensione larga e profonda del fenomeno, attraverso la messa a fuoco delle interazioni fra i vari fattori, senza occuparsi di produrre generalizzazioni” (Mortari, 2007).

La ricerca-azione è un un tipo di buon tecnica di ricerca di tipo quantitativo e misto
” La ricerca-azione intende cercare nuove forme di collaborazione fra chi opera e chi fa ricerca, che garantiscano al tempo stesso l’aderenza ai problemi e ai contesti concreti e la loro verifica in campo da un lato e la rigorosità dei procedimenti e dei risultati della ricerca dall’altro.” (Mantovani, 1995)

Caratteristiche della ricerca-azione:

  • lo scopo della ricerca è la trasformazione della realtà sociale e la modificazione dei comportamenti
  • esige la partecipazione di tutta la comunità coinvolta nell’indagine e durante tutto il processo
  • in genere si interessa dei gruppi più deboli ed emarginati
  • le procedure tendono a stimolare una maggiore consapevolezza nei partecipanti rispetto alle loro stesse risorse
  • il coinvolgimento della comunità offre maggiore autenticità e completezza all’analisi della realtà sociale
  • il ricercatore partecipa alla ricerca, apprende durante la ricerca coinvolgendosi nei processi analizzati

“La Ricerca azione partecipativa si connota per i seguenti aspetti, tra loro connessi, così brevemente riepilogati:

  • carattere attivo della creazione dei saperi
  • carattere partecipativo della creazione dei saperi
  • carattere investigativo della creazione dei saperi
  • carattere rappresentativo della realtà nella creazione dei saperi
  • carattere trasformativo della creazione dei saperi (Orefice, in Scurati Zanniello 1993, p. 62)
  • Ricerca partecipativa: tecniche di ricerca che portano i ricercatori sul campo
  • Ricerca intervento: rapporto tra produzione di conoscenza e produzione di ricerca finalizzata ad un cambiamento
  • Formazione ricerca: il sapere si alimenta attraverso l’azione e la creazione di esperienze e la sua acquisizione avviene per scoperta
  • In pedagogia questi tipi di ricerca rispondono ad un bisogno di maggiore aderenza alla realtà educativa dei contesti studiati, permette il coinvolgimento degli operatori nella definizione del problema da studiare e risulta per questo particolarmente efficace nello studio delle comunità locali e nelle situazioni educative di disagio e marginalità.

  • metodo fenomenologico-eidetico è un tipo di tecnica di ricerca di tipo quantitativo e misto 
    “Nell’interpretazione eidetica l’oggetto del metodo fenomenologico è quel fenomeno costituito da significato dell’esperienza vissuta così come è percepita dai partecipanti. Affinché tale significato si costituisca come oggetto di indagine viene loro chiesto di descrivere un esperienza che hanno vissuto, non una esperienza vicariante e nemmeno una riflessione sulla loro esperienza, tantomeno considerazioni generali sul tema della ricerca” [...] Ciò che caratterizza il metodo fenomenologico è la postura del ricercatore, che deve astenersi dal formulare supposizioni o ipotesi e deve mantenere sempre il suo pensiero legato ai dati che raccoglie dall’analisi dei fenomeni” (Mortari, 2007.
 le check list sono un tipo di tecnica di ricerca di tipo quantitativo e misto 

problem solving è il processo per raggiungere un obiettivo superando gli ostacoli, una parte frequente della maggior parte delle attività. I problemi che necessitano di soluzioni vanno da semplici compiti personali a problemi complessi in ambito tecnico e aziendale.


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