Ma quale progresso. La legge sul doppio cognome getterà la storia delle famiglie italiane in pasto alla burocrazia (e all’alfabeto)
Luglio 25, 2014 Carlo Giovanardi
Il senatore di Ncd Carlo Giovanardi spiega perché con la riforma anagrafica proposta dal Pd si passa dall’attuale regime liberale all’invadenza dello Stato
La politica italiana è fatta di cognomi come “Vecchi” e “Fermi”, così ha ironizzato Stefano Bertezzaghi su Repubblica per la pausa di riflessione chiesta (ed ottenuta) da alcuni deputati sulla legge sul doppio cognome appena approdata in Aula a Montecitorio. Sullo stesso giornale la relatrice Michela Marzano (Pd) ha parlato di un “riflesso patriarcale” duro a morire anche a sinistra, con resistenza politiche al cambiamento con radici storiche e antropologiche.
Ma le cose stanno così? O viceversa si tenta di passare da un regime liberale e aperto come l’attuale a uno burocratico, limitativo e invasivo da parte dello Stato della libertà delle persone?
La normativa attuale prevede infatti che la moglie non perda affatto il suo cognome, ma lo aggiunga a quello del marito, fermo restando il suo diritto di utilizzare sempre e ovunque il solo suo cognome. Il figlio assume tradizionalmente il cognome del marito ma è possibile avanzare domanda al prefetto per aggiungere al cognome paterno quello materno o eventualmente, se c’è ragione per farlo, sostituirlo con quello materno. Più o meno le stesse regole valgono per il figlio naturale, il quale, se riconosciuto dal padre successivamente al riconoscimento da parte della madre, può assumere il cognome del padre aggiungendolo o sostituendolo a quello della madre. Di questa facoltà si avvalgono in Italia poche migliaia di persone ogni anno, senza che la cosa abbia mai sollevato particolari tensioni o innescato movimenti di opinione per cambiare una tradizione consolidata da millenni.
Se dovesse viceversa essere approvata la riforma approdata in aula alla Camera cosa accadrebbe?
Alla nascita di un figlio ogni coppia italiana si troverebbe di fronte a un obbligo che la legge impone: trovare un accordo se chiamarlo con il cognome paterno, con quello materno o con tutti e due, altrimenti di imperio il figlio assumerà i due cognomi in ordine alfabetico. Quando il figlio a sua volta genererà un figlio, non potendo i cognomi moltiplicarsi a dismisura di generazione in generazione, avrà l’obbligo di decidere assieme alla moglie quale cognome scegliere fra i quattro o confermarne due dei quattro o in mancanza di accordo salvare i primi due in ordine alfabetico fra i quattro.
Vediamo allora alcune conseguenze di questa geniale riforma.
In un paese dove i rapporti familiari e sentimentali sfociano troppo spesso in tragedie alimentate da gelosie e risentimenti e dove persino la scelta del nome di un neonato può creare tensioni, lo Stato imporrebbe l’obbligo di una scelta che è comunque potenzialmente conflittuale. Questo potenziale conflitto, dove può prevalere la parte più ricca o più colta o più influente, si trasferisce poi alla successiva generazione con effetti paradossali: in caso di mancato accordo, con la regola dell’ordine alfabetico, rimarranno prevalentemente in campo i cognomi che iniziano con la prima lettera dell’alfabeto, mentre può scomparire ogni riferimento ai cognomi dei nonni paterni o materni, se i nipoti decidono di optare per un solo cognome o per il doppio cognome di uno soltanto degli sposi.
Quando poi si parla dell’Europa e in particolare della Spagna si dimentica di ricordare che in quel paese, in mancanza di accordo fra i coniugi, al figlio viene attribuito ex lege il cognome paterno seguito da quello materno.
Quando poi si parla dell’Europa e in particolare della Spagna si dimentica di ricordare che in quel paese, in mancanza di accordo fra i coniugi, al figlio viene attribuito ex lege il cognome paterno seguito da quello materno.
Insomma, in un sistema italiano che ha duemila anni di storia, aperto alle possibilità, per chi è interessato, di aggiungere o cambiare cognome, per la solita battaglia ideologica alimentata da complessi di inferiorità verso sistemi diversi dal nostro, si tenta di imporre un’invasione di campo statalista che obbligherebbe le coppie a scegliere moltiplicando le tensioni o ingarbugliando in prospettiva la storia anagrafica di persone e famiglie. Per quanto ci riguarda, faremo il possibile al Senato perché questo non avvenga.
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E poi bontà sua consente alle donne di usare SOLO il proprio cognome e non quello del marito. Faccio presente a Sua Maestà che questa possibilità non è una gentile concessione ma una conquista delle donne con la riforma di famiglia, la stessa che ha tolto agli uomini la potestà maritale. La dimiscriminazione di veder che ai propri figli gli viene negata (se non per casi….) la possibilità di dire chi li ha messi al mondo, è rimasta perché la tradizione patriarcale non si tocca. Giovanardi anche stavolta, come tante altre ha perso un’altra ottima occasione per non dire stupigaggini nascoste da maschilismo di infima provenienza. Si vergogni.
Eh, ti eri disabituato alle strunzate, vero ?
Ma la pacchia è finita, se leggi qui, devi subire pure tu !
Ringrazio la redazione.
Il tuo commento, la prima volta, non è “comparso” affatto, si vedeva solo sul tuo computer, con la scritta “in moderazione” o qualcosa di simile.
Se ti ricollegavi , non lo vedevi più , perché , appunto, era in moderazione.
Appurato che non c’erano parolacce o simili, è stato pubblicato, come il 99, 9 % dei commenti di quelli che si lamentano !
Ti hanno pubblicato , giustamente, anche quelli terrificanti sull’aborto e dovevano censurarti quella cacchetta di mosca su questo argomento ? Giovanardi se l’è fatta sotto dalla paura !
Prima di dar aria alla bocca, leggi bene quello che ho scritto. Quando ho visto sparire la prima volta il post ho pensato esattamente quello che hai detto tu, testa d’uovo e anche cieca. Di fatto poi poi il post é comparso nuovamente e nuovamente sparito. È a questo punto che ho sospettato la censura, ma tanto si sa spiegare le cose a te non serve tu sai solo essere arrogante e saccente. Prima di usare la tastiera aziona quell’unico neurone che hai come già qualcun altro di ha detto.
Ma davvero, hai pensato che qualcuno avesse avuto paura delle tue brodaglie ammuffite ?
In questo caso, poi , quattro concettoi in croce, uno più cretino dell’altro !
Dai, non puoi veramente aver creduto che un redattore ti avesse pubblicato e poi, accortosi di quale bomba fosse, magari su avviso di Giovanardi che si stava disperando, l’abbia tolto !
E poi, tu che gridi alla censura e te lo rimettono !
Quella roba ??? Naaaaa
Se veramente dobbiamo fare le cose “democratiche” per uomo e donna l’unica sarebbe quella di scegliersi e inventarsi ognuno il proprio cognome! ovvero: una cagata pazzesca!!!
E perché non scegliere anche il proprio nome?! anche quella è una IMPOSIZIONE!
E perché darsi la mano destra per salutarsi e non la sinistra! anche quella è una IMPOSIZIONE! E perché andare a scuola?! anche quella è una IMPOSIZIONE!
Maledette IMPOSIZIONIII!!!
Ti rispondo con una provocazione “antidemocratica”. Perché, visto che si tratta comunque di una imposizione, non imponiamo il cognome materno per bilanciare quello che si é fatto in passato? Dove sta scritto che il cognome paterno é una giusta imposizione?
Non solo: fratello e sorella, anche se figli degli stessi genitori, hanno cognomi diversi. Non mi risulta che la loro società abbia avuto conseguenze nefaste da questo.
Esempio: il mio cognome mi piace molto per he’ e’ biblico,l’uomo da chi avro’ un figlio, per he’ dobrebbe opporsi alla scelta? Dato che sicuramentr sara’ un uomo con una mente molto aperta ma anche un po’ bigotta, prima mi dira’ di no poi stara’ a me convincerlo.
Se non ci riisciro’ sara’ solo una mia sconfitta e quindi mi tocchera’ scegliere il suo di cognome mio malgrado.
Non muore nessuno, l’importante per me e’ morire e vedere morire come ho visto fare con mia nonna. Nel suo letto in stato di estasi totale.
E’ un caso che abbiamo scoperto che ha donato quasi tutto alla sua parrocchia e che gli ultimi anni li ha dedicati tutti al suo Padre spirituale?
non è che l’atteggiamento patriarcale cambia con l’attribuzione del cognome, come si evince dal caso spagnolo. semplicemente un’abitudine sostituisce l’altra, entrambe insensate.
Cavolo che strano, non l ho mai sentito prima!
E poi, possibile che le donne si facciano trattare come i panda in via di estinzione su tutto, con le “quote rosa” anche sui temi più ridicolmente inutili e di cui non frega niente a nessuno???
Questo sì è bigottismo progressista: perdere tempo, energie e risorse per ridicolaggini a 360 gradi guardandosi bene dal risolvere i problemi veri della gente che, senza lavoro e massacrata dalle tasse, non sa più come fare per tirare a campare!!!
Il problema non è Giovanardi, il problema sono i fanatici che fanno diventare una questione di stato le leggi più assurde, e che al confronto quelle delle riserve faunistiche non sono niente, mentre si guardano bene dal dedicare il loro tempo a fare le riforme – quelle vere! – di cui il nostro agonizzante Paese ha fin troppo bisogno.
Gli italiani hanno bisogno di più lavoro e meno tasse, non delle corbellerie partorite da chi sta troppo bene per accorgersi delle vere priorità della gente comune!!!