INDICE
1. NASCITA DELL' OBBLIGO SCOLASTICO
Dagli anni settanta del XX secolo, l'obbligo scolastico in Italia valeva fino al conseguimento della licenza di scuola media inferiore e, in ogni caso, fino a 16 anni di età. Lavori a qualunque titolo e tipologia contrattuale per persone di età inferiore ai 16 anni sono una forma di lavoro minorile, che costituisce reato.L'obbligo formativo è stato introdotto dal ministro Luigi Berlinguer insieme all'innalzamento da 8 a 10 anni dell'obbligo scolastico. Tale innalzamento si sarebbe dovuto compiere nell'arco di alcuni anni, infatti inizialmente l'obbligo veniva prolungato solo fino ai 9 anni. La legge De Mauro-Berlinguer prevedeva anche un riordino dei cicli che avrebbe portato una unificazione tra scuola elementare e scuola media accorciando la durata di tale percorso di un anno.In tal modo l'obbligo scolastico fino ai 10 anni avrebbe messo gli studenti nella condizione di frequentare 3 anni di scuola superiore ottenendo una qualifica.All'interno di tale quadro venne progettato il "NOF", nuovo obbligo formativo, che prevede il diritto dovere di permanere nei vari canali della formazione-istruzione fino al compimento del diciottesimo anno.Con la riforma Moratti l'innalzamento dell'obbligo scolastico venne annullato, mentre venne mantenuto l'obbligo formativo. Tale obbligo prevedeva che gli studenti, dopo il conseguimento del diploma di scuola secondaria inferiore, si iscrivessero o alle scuole secondarie superiori o a un corso di formazione o che mettessero in atto forme di alternanza tra formazione e lavoro (apprendistato).Con il passaggio del ministero a Giuseppe Fioroni, attraverso l'art. 1 comma 622 della 27 dicembre 2006 n. 296 (legge finanziaria per l'anno 2007), l'obbligo scolastico è stato nuovamente innalzato a 10 anni e, in ogni caso, fino al sedicesimo anno di età. Di conseguenza l'età per l'accesso al lavoro è stata elevata a 16 anni. Meno di due anni dopo il governo Berlusconi IV, modificando la legge 296/2006,[2] ^ Art. 64 legge 133/2008 cotemplò la possibilità che l'obbligo scolastico, nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici, sia assolvibile anche attraverso percorsi di istruzione o formazione professionale. La maggioranza presentò poi un disegno di legge nuovamente dedito all'introduzione dei giovani nel mondo del lavoro. Questi avrebbero potuto infatti trascorrere l'ultimo anno di obbligo formativo (ovvero 16° di età di norma) in aziende del territorio, tramite contratti di apprendistato.Per la Scuola, l'obligo può finire a 15 anni. Quest'ultimo disegno si scontrò con grandi critiche da parte di vari sindacati, del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori; e nonostante un lunghissimo iter parlamentare non venne approvato. Con la nuova riforma Gelmini del 2010 l'obbligo formativo è stato abbassato sino all'età di 15 anni.
2. ETIMOLOGIA DEL TERMINE SCUOLA
Il termine scuola deriva dalla parola latina schola, derivato a sua volta dal greco antico σχολεῖον (scholeion), da σχολή (scholḗ). Il termine greco significava inizialmente "tempo libero",per poi evolversi: da "tempo libero" è passato a descrivere il "luogo in cui veniva speso il tempo libero", cioè il luogo in cui si tenevano discussioni filosofiche o scientifiche durante il tempo libero, per poi descrivere il "luogo di lettura", fino a descrivere il luogo d'istruzione per eccellenza.« La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica. »(Statuto delle studentesse e degli studenti della Repubblica Italiana, art. 1 comma 1.)Una scuola è un nome generico che indica un'istituzione destinata all'educazione e all'istruzione di studenti e allievi sotto la guida di varie tipologie di figure professionali appartenenti al settore dei lavoratori della conoscenza. Questi ultimi, tenendo conto di un definito contesto di partenza e delle finalità proprie dell'istituzione educativa, redigono ed applicano un progetto educativo che, avvalendosi di appropriate metodologie didattiche, si propone di raggiungere gli obbiettivi educativi previsti sviluppandosi secondo una precisa scansione temporale. Ciò al fine di soddisfare i bisogni educativi dell'utenza.La maggior parte dei paesi hanno sistemi di educazione formale generalmente obbligatori (obbligo formativo) nei quali gli studenti progrediscono attraverso la frequenza di varie tipologie di scuole. I nomi di ques variano da paese a paese ma comprendono generalmente: 1) la scuola elementare per l'educazione primaria dei bambini[2] e 2) la scuola secondaria per l'educazione secondaria dei ragazzi che hanno completato l'educazione primaria. L'istituzione che affronta l'educazione superiore, è comunemente chiamata università.Nel 1792, in seguito alla Rivoluzione francese, la scuola venne definita pubblica , obbligatoria e gratuita, infatti sia i maschi che le femmine dovevano accedervi. Inizialmente, essa era divisibile in quattro livelli di istruzione nettamente distinti: elementare, medio-inferiore, medio-superiore (al quale si affiancarono i licei) e universitario. Nel 1810, Gioacchino Murat decretò l'obbligatorietà della scuola primaria italiana..
3. STORIA DELL' ASILO NIDO
Viene chiamata asilo nido la struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi ed i 3 anni e che precede l'ingresso alla scuola dell'infanzia.Nascita degli asili nido
Friedrich Froebel-Bardeen, inventore del giardino d'infanziaLe esperienze originali riconducibili agli attuali asili-nido (e scuole per l'infanzia) risalgono al Secolo XVIII, e tra queste la prima è attribuita al filantropo e riformatore sociale Robert Owen, che aprì una scuola per l'infanzia a New Lanark, in Scozia. A Friedrich Froebel è riconosciuta la paternità del nome "Kindergarten", con cui ribattezzò nel 1840 la sua "Scuola di giochi ed attività" fondata nel 1837 in Turingia (Germania). Le educatrici formate da Froebel aprirono Kingertarten in Europa e nel mondo.In Italia, il 17 giugno 1850 a Milano viene fondato il primo asilo -nido "Ricovero per lattanti" per i figli delle operaie, istituzione laica e gratuita, grazie alla filantropa Laura Solera Mantegazza e a un gruppo di studiosi che denunciano il fenomeno dell'abbandono minorile. Altri asili-nido verranno fondati successivamente a Milano, e nella stessa città ,grazie a questi interventi, verrà abolita, nel 1868,la Ruota degli esposti, dove i bambini venivano abbandonati. Il regime fascista istituisce nel 1925 l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, che ha come obbiettivi la difesa ed il potenziamento della famiglia e della natalità. Nel pieno spirito del regime fascista, lo scopo dell'opera è quello di espellere le donne dal mondo del lavoro affinché possano dedicarsi esclusivamente alla maternità per dare figli al regime. Accanto a questo proposito, l'opera però sostiene le madri bisognose e indigenti, promuove la diffusione di conoscenze scientifiche riguardo alla puericultura e istituisce la creazione di asili nido, con carattere assistenziale, nelle fabbriche in cui lavorano più di 50 donne.La legge che istituisce gli asili nido veri e propri è però del 1971, ed è la legge 1044/71, che definisce il nido come un "servizio sociale di interesse pubblico". La sua funzione è però ancora solo assistenzialistica, e non viene fatto cenno alle potenzialità educative di un asilo nido.Le carattersitiche:l'asilo nido è una istituzione di carattere assistenziale ed educativo derivante da esigenze della società moderna: la madre, pur avendo il diritto di usufruire di periodi di assenza dal lavoro per il primo anno di vita del bambino, ha spesso difficoltà a provvedere all'assistenza del piccolo; qui si inserisce il nido, che le viene in aiuto accogliendo minori dai tre mesi ai 3 anni di età.La capienza di ogni asilo dovrebbe corrispondere ad un massimo di 60-70 posti, mentre quella minima è di 25. Le zone in cui gli asili dovrebbero sorgere sono quelle a maggiore densità di popolazione. Le finalità dell'asilo nido sono sostanzialmente tre:· educative, affiancando i genitori nella crescita dei loro figli, attraverso anche un Progetto Educativo stilato dai Pedagogisti e praticato dagli educatori che comprende attività che cercano di soddisfare i bisogni dei bambini nel rispetto dei loro tempi di crescita ;· sociali, offrendo ai bambini un luogo di socializzazione e di relazione con gli altri bambini;· culturali, in quanto offrono un modello culturale che non opera discriminazione nell'erogazione del servizio, e sono inoltre luoghi di promozione della cultura dei diritti dell'infanzia.Esistono, ad oggi, diverse interpretazioni del servizio che offrono sul territorio nazionale analoghi supporti educativi nati dal servizio di Asilo nido: Nido famiglia, educatrice familiare, Micro nido, Nido aziendale, Centro infanzia e il nido integrato.· Il micro nido corrisponde alla stessa tipologia strutturale dell'asilo nido salvo contenersi con un massimo di 12/15 bambini (indipendentemente dalla norma regionale che ne determina il tetto massimo).· Il nido famiglia si configura come un asilo "domiciliare" dove associazioni, organizzazioni, gruppi di mamme si auto-associano per costituire un asilo nido in casa.· L'educatrice familiare che corrisponde alla figura dell'educatore domiciliare.· Il nido aziendale, che rappresenta il servizio asilo nido nelle aziende.· Il centro infanzia, configurato come asilo nido associato ad una scuola dell'infanzia.· Il nido integrato che rappresenta l'asilo nido "integrato" alla scuola dell'infanzia e che accoglie bambini dai 18 mesi in poi.le caratteristiche strutturali dell'asilo nidoUna sezione di asilo nido: spazio per le attivitàGli asili sono normalmente realizzati in strutture preferibilmente monopiano di contenuta dimensione (difficilmente ospitano più di 60-70 bambini), realizzate su lotti autonomi con ampia area verde a disposizione.Gli asili sono concepiti in funzione dello specifico progetto educativo; tra gli spazi essenziali si possono richiamare:· il vano d'ingresso con funzione di accoglienza (anche per i genitori) e filtro, e gli spazi comuni;· le sezioni (unità minime funzionali) per ciascun gruppo di bambini;· gli spazi di servizio generali, per gli operatori ed i genitori;· le aree esterne.Le sezioni sono il cuore dell'asilo e sono normalmente divise tra lo spazio principale per il gioco e le attività, e lo spazio per il riposo o per attività tranquille. Per quanto possibile, ogni sezione è in diretta continuità con le aree esterne (in genere per mezzo di grandi vetrate), anch'esse attrezzate per attività formative e ludiche; anche per questo motivo è preferito sviluppare le sezioni al piano terreno, allo stesso livello delle aree verdi circostanti. Indirizzi abilitanti all'insegnamento all' asilo nido è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea (3 anni) L19 in educatore nido con valenza di abilitazione.
3. Storia della Sezione Primavera( pre- scuola d' infanzia)
Le “Sezioni Primavera”, in base alla Legge 27 Dicembre 2006 n. 296 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (legge finanziaria per il 2007) al comma 630 dell’art.1 e per l’esigenza di contrastare gli effetti dell’anticipo dell’età di accesso alla scuola dell’infanzia decretato dalla riforma Moratti, sono servizi socio-educativi integrativi alle attuali strutture dei nidi e delle scuole dell’infanzia concepite per bambini dai 2 ai 3 anni.
Le sezioni sperimentali aggregate alla scuola dell’infanzia vengono quindi a svolgere una duplice funzione: una di natura sociale ed assistenziale (ed in quanto tale ricadono sotto la podestà legislativa delle leggi regionali, sui servizi a domanda individuale) l’altra di carattere educativa (come suggerisce la Corte Costituzionale con Sentenza n.370/2003) a maggior ragione in quanto se ne propone l’assunzione di gestione, in via sperimentale, anche da parte delle scuole dell’infanzia statali oltre che fi quelle paritarie pubbliche (comunali) e private”.
Le sezioni “primavera” sono nate come classi-ponte tra il nido e la scuola dell’infanzia,
esse si rivolgonoai bambini di età compresa tra i 2 anni (compiuti entro il 31 dicembre) e i 3 anni (non ancora compiuti), che potrebbero risultare – da un punto di vista non strettamente “anagrafico” – troppo grandi rispetto ai compagni dell’asilo nido, ma troppo piccoli rispetto ai compagni della scuola dell’infanzia. Il nido – rispetto alle sezioni primavera – rappresenta una realtà più ovattata, protetta e raccolta, in cui si dà molta importanza al contatto fisico e i bambini sono meno indipendenti. Diverso è anche ilprogetto pedagogico: nelle classi-ponte, ruoli centrali assumono: il benessere, l’immaginazione, la creatività (più strutturata) e, ovviamente, le prime forme di linguaggio, con lo scopo di sviluppare e migliorare capacità psicomotorie, di attenzione, autonomia, comunicazione, espressione, gestione delle emozioni e maturazione della propria identità. Fondamentali sono anche il gioco e le relazioni con i compagni.
Il personale educativo deve possedere uno dei titoli di studio idonei per poter lavorare nelle scuola d’infanzia o nei nidi. Certamente,il personale educativo ha un ruolo centrale in presenza e supporto – anche materiale – che dovrà essere maggiore in una sezione primavera, per la presenza di bambini non ancora autonomi nel mangiare da soli, nell’igiene personale (molti porteranno ancora il pannolino), nel restare seduti e mantenere l’attenzione, nel riposino pomeridiano.Il rapporto educatore-alunni dovrebbe essere pari a 1 a 10 (in media, il numero di alunni per educatrice è maggiore rispetto al nido) e l’approccio educativo più “cognitivo” e meno “affettivo”, rispetto a quello utilizzato con bambini più piccoli.
Il pedagogista ha un ruolo di orientamento per i genitori nella scelta della sezione primavera e di supporto e consulenza genitoriale per i bambini che la frequentano.
I vantaggi: se il bambino è già abbastanza autonomo, si fa capire, è socievole e curioso e non ha frequentato il nido, la sezione primavera potrebbe rappresentare un inserimento più soft, sereno, consapevole e graduale nel mondo della “scuola”. Cosa valutare per decidere se iscrivervi o meno il proprio bambino, bisogna valutare – nel caso già frequenti un nido dove sia ben inserito – se il cambiamento non potrebbe rappresentare per lui un “trauma” troppo precoce ed evitabile.
Inoltre è estremamente importante prendere attentamente in considerazione il progetto pedagogico offerto dalle varie scuole e farci guidare soprattutto da questo nella scelta, valutando le possibili ricadute formative sui più piccoli, evitando così di soffermarci su questa opzione come alternativa al nido, perché i nostri bambini non sono stati ammessi o perché si tratta di un servizio dai costi più contenuti. Indirizzi abilitanti all'insegnamento della sezione primavera è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea (3 anni) L19 in educatore nido con valenza di abilitazione.
4. STORIA DELLA SCUOLA D'INFANZIA (ex scuola materna o asilo)
In Italia, la scuola dell'infanzia (originariamente chiamata scuola materna o asilo) si rivolge ai bambini dai 3 ai 6 anni d'età basandosi su un adatto progetto educativo. Può essere statale o organizzata da diversi soggetti: ordini religiosi, comunità locali, privati. La scuola dell'infanzia statale è integrata negli istituti comprensivi, pur mantenendo facoltativa l'iscrizione. Per bambini di età inferiore è previsto il nido d'infanzia.OriginiL'attuale scuola dell'infanzia trova le sue origini negli enti assistenzialistici promossi dagli Ordini religiosi, dai Comuni o dai privati. Nel regio decreto n. 1054 del 6 maggio 1923, art. 57, viene menzionata l'esistenza dei giardini d'infanzia o case dei bambini, che devono essere annesse agli istituti magistrali, ma la gestione non è del tutto statale. Bisogna attendere fino al 1968, quando con la legge 444 viene istituita la scuola materna, con organizzazione statale e con la pubblicazione degli Orientamenti per scuola materna (1969) che la uniformano a livello nazionale. Nel 1991 sono stati pubblicati i Nuovi orientamenti.StrutturaLa denominazione "Scuola dell'infanzia" è stata introdotta dagli Orientamenti del 1991 in sostituzione della dicitura "scuola materna", inserendola, in questo modo, a pieno titolo, nel sistema educativo. La durata della scuola dell'infanzia è di 3 anni, come già nei precedenti ordinamenti .Non riveste carattere obbligatorio; questa fase di scuola è generalmente caratterizzata da gioco e convivenza con i compagni, in preparazione alla scuola primaria. La scuola dell'infanzia è un ambiente educativo, di esperienze concrete e apprendimento riflessivo nei diversi ambiti della vita dei bambini. Le attività che vengono proposte vengono strutturate in relazione ai campi d'esperienza, ossia obiettivi di apprendimento da conseguire durante tutti i tre anni di scuola. Le Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia del 2007 li definiscono in questo modo:§ il sé e l'altro (le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme);§ il corpo in movimento (identità, autonomia, salute);§ linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità);§ i discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura);§ la conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura).
Generalmente, la scuola dell'infanzia si divide in tre sezioni per fasce d'età: "piccoli" (primo anno), "medi" o "mezzani" (secondo anno) e infine "grandi" (terzo anno). Le sezioni possono anche essere eterogenee, ossia accogliere bambini di 3, 4 e 5 anni, proponendo un modello di insegnamento diverso, che fa leva sullo stimolo e le sollecitazioni degli alunni più grandicelli che facciano da tutor per i più piccoliIndicazioni nazionaliAttualmente vengono seguite le "Indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell'infanzia 2012", che fanno riferimento sia agli Orientamenti del 1991, sia alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (pur non essendo una scuola dell'obbligo), in un'ottica globale di scuola. Dietro ai "Campi d'esperienza" si delineano i saperi disciplinari.§ Il sé e l'altroI bambini prendono coscienza della propria identità, scoprono le diversità, apprendono le prime regole della vita sociale. Acquistano consapevolezza delle proprie esigenze e sentimenti e sanno controllarli ed esprimerli in modo adeguato. Conoscono la loro storia personale e familiare, le tradizioni della comunità e sviluppano il senso d'appartenza. Si pongono domande e cercano risposte sulla giustizia e sulla diversità, arrivando ad un primo approccio della conoscenza dei diritti e dei doveri. Imparano ad esprimere i propri punti di vista e a rispettare quelli degli altri.§ Il corpo in movimentoI bambini conoscono ed acquisiscono controllo del proprio corpo, imparano a rappresentarlo. Raggiungono autonomia personale nell'alimentarsi, nel vestirsi e nel prendersi cura della propria igiene. Raggiungono diverse abilità nel movimento, anche fine, imparano a coordinarsi con gli altri e a rispettare regole di gioco.§ Linguaggi, creatività ed espressioneI bambini imparano ad apprezzare spettacoli di vario tipo, sviluppano interesse per la musica e per le opere d'arte. Imparano ad esprimersi con tutti i linguaggi del corpo utilizzando non solo le parole, ma anche il disegno, la manipolazione, la musica. Diventano capaci di formulare piani di azione, individuali e di gruppo, per realizzare attività creative. Esplorano materiali diversi, i primi alfabeti musicali, le possibilità offerte dalla tecnologia per esprimersi.§ I discorsi e le paroleI bambini sviluppano la padronanza della lingua italiana ed arricchiscono il proprio lessico. Sviluppano fiducia e motivazione nel comunicare con gli altri, raccontano, inventano, comprendono storie e narrazioni. Confrontano lingue diverse, apprezzano il linguaggio poetico. Formulano le prime ipotesi di simbolismo e di lingua scritta (utilizzando anche le nuove tecnologie).§ La conoscenza del mondoAttraverso le esperienze e le osservazioni i bambini confrontano, raggruppano ordinano secondo criteri diversi. Sanno collocare sé stessi e gli oggetti nello spazio, sanno seguire un percorso sulla base di indicazioni date. Imparano a collocare eventi nel tempo. osservano fenomeni naturali e organismi viventi formulando ipotesi, cercando soluzioni e spiegazioni, utilizzando un linguaggio appropriato.OrganizzazioneGenericamente il tempo-scuola previsto è di 8 ore giornaliere, per un totale di 40 settimanali. In base alle richieste delle famiglie e alla disponibilità dell'ente proprietario dell'edificio è possibile avere fasce orarie diverse cioè con orario a 25 ore settinanali pari a 5 ore al giorno nella fascia oraria mattutina o 50 ore settimanali pari a 10 ore al giorno con una estensione del tempo scolastico di due ore al mattino oppure al pomeriggio. Solitamente esiste il servizio di mensa, considerando che anche il momento del pasto è un'attività educativa. Nella scuola dell'infanzia può esserci un numero diverso di sezioni (ma generalmente tre), a seconda del numero di bambini iscritti. In ogni sezione il numero massimo di alunni è 25, elevabile a 28 in casi particolari, ma riducibile a 20, massimo 23, se sono iscritti alunni diversamente abili.Nelle scuole statali la giornata è coperta da due insegnanti che si trovano a lavorare in compresenza per alcune ore per permettere lo svolgimento di attività didattiche e non puramente assistenzialistiche. Ogni insegnante di scuola dell'infanzia ha 25 ore settimanali di servizio, quindi ogni sezione sarà affidata a due insegnanti con alcune ore di compresenza al giorno, generalmente nella fascia antimeridiana e nel momento del pranzo, che possiede anch'esso una valenza educativa. L'orario è comunque variabile in ogni plesso scolastico in base all'organizzazione dei curricoli.È presente, per un'ora e mezzo alla settimana per sezione, anche un insegnante di religione cattolica, del cui insegnamento le famiglie possono scegliere di avvalersi. Nel caso in cui le famiglie decidessero di non avvalersi di religione cattolica come insegnamento, possono chiedere che ai bammbini vengano presentate attività alternative.A questi vanno eventualmente ad aggiungersi insegnanti di sostegno e in casi particolari con presenza di bambini diversamente abili, può aggiungersi la figura dell'assistente polivalente, dipendente di cooperativa di servizi o di azienda U.L.S.S.Requisiti strutturali per le scuole dell'infanzia
Spazi comuni dedicati ad attività ludiche e motorie nella scuola per l'infanzia.Ad oggi il riferimento normativo principale nella definizione dei requisiti degli edifici che ospitano le scuole materne è il D.M. 18.12.1975, recante le Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia scolastica.In proiezione, questa norma nazionale sarà abrogata e sostituita dalle specifiche normative regionali. La norma, ampiamente articolata, definisce i requisiti generali per scuole di ogni ordine e grado. Per quanto attiene la scuola materna (oggi scuola dell'infanzia), il decreto sull'edilizia scolastica definisce requisiti particolari, individuando caratteristiche idonee allo svolgimento delle attività che sono così categorizzate:§ attività ordinate (svolte a tavolino);§ attività libere (motorie o ludiche);§ attività pratiche (cambio d'abito, igiene personale e cura della persona, mensa, etc.).Sostanzialmente, le attività ordinate (silenziose) devono svolgersi in ambienti dedicati ad una sola sezione, cioè in classe, mentre le attività libere possono avvenire in ambienti comuni a più sezioni.Per la sua natura, lo spazio delle attività pratiche (quantomeno quelle correlate all'igiene personale, al cambio di abiti, etc.) deve essere direttamente correlato alla sezione, mentre la mensa può essere comune a tutte le sezioni. In generale, tanto le attività ordinate che quelle libere possono svolgersi in parte al chiuso e in parte all'aperto, e pertanto gli spazi relativi debbono essere in stretta relazione con Io spazio esterno organizzato all'uso, anche per consentire l'esercizio dell'osservazione e della sperimentazione diretta a contatto con la natura. Indirizzi abilitanti all'insegnamento alla scuola dell'infanzia è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea Magistrale (5 anni a ciclo unico) LM 85 BIS in Scienze della formazione primaria indirizzo scuola dell'infanzia con valenza di abilitazione.
5. STORIA DELLA SCUOLA PRIMARIA (ex scuola elementare)
6.5.1. un anno particolare Storia della PRIMINA
Con il termine primina si indica comunemente l'anno di preparazione scolastica frequentato, privatamente, da scolari italiani di età inferiore ai cinque anni e mezzo al termine del quale, attraverso un esame di idoneità, è possibile l'iscrizione diretta alla seconda classe della scuola elementare. Tale pratica permette, dunque, ai bambini nati nei primi mesi dell'anno di non frequentare il primo anno di scuola elementare. Secondo le disposizioni del MIUR, tale opzione è riservata ai bambini nati entro il 30 aprile Nel 2007 il governo valutò la possibilità di escludere tale possibilità. cfr. Francesca Angeli, Scuola: il governo cancella la primina, su Il Giornale del 13 settembre 2006.2. Il Ministero, in alternativa alla primina, dà la possibilità dell'anticipo di iscrizione alla scuola elementare ai sensi del decreto legislativo n. 59 del 2004. Anche tale opzione è riservata agli alunni che compiono sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. L'ammissione anticipata è subordinata alla disponibilità dei posti dell'istituto scolastico scelto e avviene attraverso apposita domanda. Indirizzo abilitante all insegnamento delle primine all interno delle scuole primarie e' necessario avere la Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria LM 85 indirizzo Primaria c/o il Dipartimento di Scienze Umane. Indirizzi abilitanti all'insegnamento alla Classe Primina della Scuola Primaria è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea Magistrale (5 anni a ciclo unico) LM 85 BIS in Scienze della Formazione Primaria indirizzo Scuola Primaria con valenza di abilitazione.
7.5.2. Storia della SCUOLA PRIMARIA
La scuola primaria (comunemente denominata scuola elementare) rappresenta in Italia il primo livello della catena dell'istruzione obbligatoria: la sua durata è di cinque anni, inizia all'età di sei anni, segue la scuola dell'infanzia e precede la scuola secondaria di primo grado (comunemente denominata scuola media). Da vari anni sono stati introdotti gli istituti comprensivi, che accorpano una o più scuole primarie solitamente con una scuola secondaria di primo grado. Tali enti educativi, dotati di una sempre maggiore autonomia sono diretti da un dirigente scolastico, che ha preso il posto delle precedenti figure del direttore didattico e del preside di scuola media.La scuola primaria, prima della riforma Moratti (legge n. 53/2003) si chiamava ufficialmente "scuola elementare" ed era strutturata in due cicli didattici distinti ma unitari:§ il 1º ciclo che comprendeva la 1ª e la 2ª classe elementare;§ il 2º ciclo costituito dal triennio terminale dell'istruzione elementare.
La scuola elementare, fino al 1990 era organizzata secondo il principio del maestro unico (cioè un maestro per ciascuna classe). Dal 1990, con l'approvazione della legge 148 del 5 giugno 1990 e dopo anni di sperimentazione, scomparve questa figura e si passò al gruppo di docenti (il cosiddetto modulo didattico). Fino al Governo Berlusconi III era previsto, al termine del quinquennio, l'esame di licenza elementare che dava accesso alla scuola media inferiore (l'attuale scuola secondaria di primo grado).Nella scuola elementare, dal 1990 in poi ,gli insegnanti erano tre ogni due classi (oppure quattro maestri ogni tre classi), ciascuno titolare di un ambito disciplinare (linguistico-espressivo, matematico-scientifico, antropologico). Con la riforma Moratti i programmi ministeriali hanno subito un cambiamento drastico per quanto riguarda lo studio delle materie Storia, geografia, scienze.Con il decreto legislativo n. 59 del 2004 applicativo della legge Moratti, nacque una nuova figura: il docente tutor: una figura di orientamento, di consulenza, di tutorato per ciascuno studente, al fine di giungere ad un grado crescente di personalizzazione dei processi di insegnamento e di apprendimento. A conclusione della 5ª classe vi era un tempo un esame finale di licenza che permetteva l'accesso alla scuola media inferiore. Tale esame è stato abolito a seguito di norme approvate dall'allora ministro dell'istruzione Letizia Moratti.Con la riforma Gelmini è previsto il ritorno del maestro unico o meglio prevalente, per quanti lo richiedano, a partire dalle classi prime dell'anno scolastico 2009/2010.
Oggi la scuola primaria, con quella secondaria di primo grado, si compone di cinque periodi didattici:§ un monoennio iniziale, che comprende la 1ª classe della scuola primaria.§ il 1º biennio che comprende la 2ª e la 3ª classe della scuola primaria.§ il 2º biennio che comprende la 4ª e 5ª classe della scuola primaria.§ il 3º biennio che comprende la 1ªe 2ª classe della scuola secondaria di primo grado.§ il periodo didattico finale che comprende la 3ª classe della scuola secondaria di primo grado.
Al termine dell'ultimo periodo didattico è previsto un esame di stato, al quale gli alunni sono ammessi con lo scrutinio finale e che consiste di quattro prove scritte ed un colloquio orale. Tre delle quattro prove scritte sono preparate dalle singole scuole e sono la prova di Italiano, di Lingua straniera e di Matematica. La cosiddetta quarta prova, di provenienza ministeriale, è unica su tutto il territorio nazionale, è strutturata in quiz e testa la preparazione in italiano e in matematica.La scuola a tempo pieno consiste in un particolare modello organizzativo delle attività didattiche presente nella scuola primaria italiana. Essa si articola su 40 ore settimanali con lezioni, dal lunedì al venerdì, sia al mattino che al pomeriggio. La scuola a tempo pieno, inoltre, è alla base degli analoghi modelli della scuola dell'infanzia.La scuola a tempo pieno inizia ad affermarsi a Bologna negli anni 1968/69. Essa nasce come risposta sia alla necessità di miglioramento del sistema scolastico e dell'apprendimento degli alunni, sia alle nuove esigenze lavorative dei genitori.. Nel 2008 la scuola a tempo pieno perde il suo ruolo predominante nel panorama scolastico italiano a causa della Legge 169/2008, la quale stabilisce che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscano classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, soluzione inconciliabile con il sistema delle scuole a tempo pieno.L'orario degli insegnanti è di 22 ore di docenza e 2 ore per le attività di programmazione di classe e di interclasse.L'esame di licenza elementare era un esame interdisciplinare esistente fino all'anno scolastico 2003-2004, il quale permetteva il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado.Esso consisteva in due prove scritte (linguistico-espressiva e logico-matematica) e una prova orale.Fino al 2005 era obbligatorio nelle scuole statali e parificate italiane. Eliminato del tutto con la riforma Moratti, oggi è rimasto solo nelle scuole private legalmente autorizzate, ormai rare sul territorio nazionale.
Indirizzi abilitanti all'insegnamento alla scuola Primaria è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea Magistrale (5 anni a ciclo unico) LM 85 BIS in Scienze della formazione primaria indirizzo scuola primaria con valenza di abilitazione.
INVALSI è appunto l’acronimo di Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione.
Le prove invalsi sono state introdotte con la legge L. n. 276 del 25 ottobre 2007 e si dividono in varie prove in diverse materie.Queste prove servono per valutare l’apprendimento degli scolari essi si presentano come test standardizzati nazionali per la rilevazione degli apprendimenti che vengono somministrati a maggio nelle seconde e quinte elementari, prime e terze medie e, dal 2014/15, anche in tutte le seconde superiori.
8. STORIA DELLA DELLA SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO (ex scuola media)
all' epoca i primi tre anni di ginnasio GinnasioLa scuola secondaria di primo grado, originariamente scuola media (inferiore), è nell'ordinamento italiano un ciclo di istruzione di durata triennale preceduta dalla scuola primaria e prosegue con la scuola secondaria di secondo grado.La legge Casati (15 novembre 1859) modificò il ciclo secondario d'istruzione, istituendo due percorsi ben distinti, entrambi proseguimenti diretti della scuola primaria:· ginnasio, (parola derivante dal greco esercitazione pratica) quinquennale, che dava accesso al liceo triennale;· scuola tecnica, triennale, che dava accesso all'istituto tecnico triennale.Con la Riforma Gentile del 1923 venne riformato ulteriormente il ciclo secondario inferiore, che comprendeva:· ginnasio, quinquennale, che dava accesso al liceo classico triennale;· istituto tecnico inferiore, quadriennale, che dava accesso all'istituto tecnico superiore, anch'esso quadriennale;· istituto magistrale inferiore, quadriennale, che dava accesso all'istituto magistrale superiore triennale;· scuola complementare (dal 1928 scuola di avviamento professionale), triennale, erede della soppressa scuola tecnica, con indirizzo industriale o commerciale, che non consentiva il proseguimento degli studi;L'accesso al ginnasio, all'istituto tecnico e all'isituto magistrale era subordinato al superamento di un esame di ammissione. Superati i primi 4 anni di questi tre corsi era anche possibile sostenere l'esame di ammissione al liceo scientifico.A parte qualche ritocco che riguardò tutte le scuole italiane negli anni '30 (culttura fascista, cultura militare, educazione fisica, etc), l'impianto gentiliano rimase sostanzialmente invariato fino al 1940.La scuola media fu istituita con la riforma Bottai nel 1940. Essa unificava i primi tre anni del ginnasio, dell'istituto tecnico inferiore e della scuola magistrale inferiore, ossia le tre scuole medie inferiori che, all'epoca, consentivano il proseguimento degli studi. Vi si accedeva dopo il superamento dell'esame di licenza elementare e dopo il superamento dell'esame di ammissione. Il latino rimaneva un insegnamento obbligatorio, come nelle suddette tre scuole precedenti.Il programma di studi era basato sul vecchio ginnasio (italiano, latino, storia, geografia, etc), ma prevedeva anche lo studio delle scienze naturali, come nell'istituto tecnico, della musica e del disegno, come nel vecchio istituto magistrale. Mancava sorprendentemente la lingua straniera, in quanto i programmi furono compilati durante la campagna di acceso nazionalismo voluta dal regime fascista nei mesi che precedettero l'entrata in guerra dell' Italia già presente in tutte e tre le precedenti scuole, che sarà reinserita nel dopoguerra.La riforma Bottai mirava ad allentare il rigido sistema selettivo previsto dalla riforma Gentile. Fu l'unica applicazione concreta di quanto previsto nella "Carta della scuola", un progetto complessivo di riforma approvato nel 1939 dal Gran Consiglio del Fascismo e finalizzato a fascistizzare la scuola italiana. Fu mantenuto l'esame di ammissione, eredità della riforma Gentile; chi non lo superava doveva completare l'obbligo scolastico, fino a 14 anni, nella scuola di avviamento professionale.Dal 1° ottobre del 1963 tutte le scuole medie inferiori furono unificate sotto un unico modello, denominato scuola media unificata. Ciò comportò la scomparsa della precedene scuola media della scuola di avviamento professionale, dei corsi inferiori di istituti d'arte e quelli dei conservatori musicali, nonché del terzo ciclo delle scuole elementari (classi sesta, settima e ottava) istituito dai programmi ministeriali pubblicati con D.P.R. 503/1955 e dalla successiva riforma dell'ordinamento didattico delle scuole elementari di cui alla legge 1245/1957.Il programma ministeriale prevedeva 25 ore settimanali, con l'opzione si seguire uno o più corsi facoltativi durante gli anni. Durante il secondo anno, per esempio, alla lingua italiana veniva accostato l'insegnamento introduttivo della lingua latina, che poteva essere poi scelta durante il terzo anno, senza la quale non ci poteva iscrivere al liceo classico. Le altre due materie facoltative corrispondevano ad un proseguimento naturale di materie precedentemente studiare.Nel 1977 il programma di studio venne rivisitato: l'insegnamento della lingua latina fu eliminato, le applicazione tecniche divennero educazione tecnica e resa obbligatoria e non più differenziata tra maschile e femminile, e anche l'educazione musicale venne estesa a tre anni. L'orario settimanale fu così portato a 30 ore,Dall'anno scolastico 2003/2004 viene introdotto l'insegnamento della seconda lingua comunitaria (francese, spagnolo o tedesco) con due ore settimanali, portando così il totale delle ore da 30 a 32.La riforma Gelmini della scuola media, entrata in vigore il 1º settembre 2009 ha sviluppato due diversi piani settimanali fissi, il primo a tempo normale, che comprende 30 ore settimanali, e il secondo a tempo prolungato, che va da un minimo di 36 ad un massimo di 40 ore settimanali.In alternativa all'insegnamento della seconda lingua straniera (a scelta tra francese, tedesco oppure spagnolo) come già introdotta dall'anno scolastico 2003/2004, la lingua inglese può essere portata a 5 ore settimanali (si avrà il cosiddetto inglese potenziato) oppure in caso di alunni stranieri, le due ore di seconda lingua comunitaria si possono usare per insegnare l'italiano agli alunni stranieri come seconda lingua se richiesto in sede di iscrizione alla prima classe da parte delle famiglie. Ogni scelta relativa all'orario settimanale ed allo studio di una sola lingua straniera o di due, si applica solo se la richiesta arriva dalla maggioranza delle famiglie che iscrivono i loro figli al primo anno di scuola media con possibilità di poter fare anche la lingua latina a scelta dello studente.
9. STORIA DELLA SCUOLA SECONDARIA DI II° GRADO (ex scuola superiore)
10. TUTTI GLI ISTITUTI SECONDARI DI II° GRADO SECONDO LA RIFORMA GELMINI 24O/2010
la maturità liceale e di altri istituti secondari di II grado consiste in 4 prove da effettuare a metà giugno:
le due prime prove le tracce le dà il MIUR
-la prima prova: italiano;
- la seconda prova: materia caratterizzante dell' indirizzo della scuola intrapresa;
-terza prova: il quizzone redatto dai docenti della scuola in questione si tratta di un quiz in tutte le materie dell' ultimo anno;
-la quarta prova: orale vertono sugli argomenti a scelta della tesina precedentemente preparata.
LICEI: 6 E VARI INDIRIZZI
Liceo artistico: Indirizzo arti figurative, Indirizzo architettura e ambiente, Indirizzo design, Indirizzo audiovisivo e multimediale, Indirizzo grafica, Indirizzo scenografia;
Liceo classico;
Liceo linguistico;
Liceo musicale e coreutico: indirizzo musicale, indirizzo coreutico;
Liceo scientifico: Indirizzo tradizionale, Indirizzo Opzione scienze applicate, Indirizzo sportivo;
Liceo delle scienze umane: Indirizzo tradizionale, Indirizzo Opzione economico-sociale;
ISTITUTO TECNICO: 2 SETTORI E INDIRIZZI
Settore economico: Amministrazione, finanza e marketing, Turismo;
Settore tecnologico: Meccanica, meccatronica ed energia, Trasporti e logistica, Elettronica ed elettrotecnica, Informatica e telecomunicazioni, Grafica e comunicazione, Chimica, materiali e biotecnologie Tessile, abbigliamento e moda, Agraria ed agroindustria, Costruzioni, ambiente e territorio;
IISTITUTO PROFESSIONALE: 2 SETTORI E INDIRIZZI
1.Settore dei servizi: Agricoltura e sviluppo rurale, Servizi socio-sanitari, Enogastronomia e ospitalità alberghiera,
2. Servizi commerciali: industria e artigianato, Produzioni artigianali e industriali, Manutenzione e assistenza tecnica.
11. STORIA DEL LICEO CLASSICO UNICO 5 ANNI, (ex 4°e 5° ginnasio e 1°-2° e 3° liceo classico)
Il liceo classico (all'epoca "liceo-ginnasio") fu istituito nel 1859 dalla legge Casati, inizialmente vigente nel Regno di Sardegna e poi estesa a tutta l'Italia dopo l'unificazione. Sul modello della tradizione scolastica umanistica preunitaria, la legge Casati prevedeva un unico indirizzo liceale in cui le materie letterarie e umanistiche erano prevalenti. Il piano di studi originario prevedeva un corso di otto anni, diviso in cinque anni di ginnasio e in un triennio liceale: e (1° 2° e 3° ginnasio ovvero 1° 2° e 3° media, 4° e 5° ginnasio ovvero il 1° e 2° liceo classico, 1° -2° e 3° liceo classico ovvero 3° -4° e 5° liceo classico); lo studio del latino iniziava nella prima classe ginnasiale, quello del greco nella terza. Il liceo classico rimase l'unico indirizzo liceale italiano fino all'istituzione in otto città del liceo moderno nel 1911; il liceo moderno fu abolito nel 1923 con la riforma Gentile, che contestualmente istituì il liceo scientifico. La riforma Gentile del 1923 non alterò il precedente impianto complessivo del liceo classico, ma anzi ne accentò l'aspetto umanistico-classicista. Nell'ottica della riforma gentiliana, il liceo classico doveva essere la scuola d'élite, destinata alla formazione delle future classi dirigenti e per questo posto in una posizione privilegiata nei confronti degli altri indirizzi secondari superiori: solo ai diplomati in possesso di maturità classica era concessa la libera iscrizione in qualsiasi facoltà universitaria, mentre ad esempio chi proveniva dal liceo scientifico non poteva iscriversi a giurisprudenza né a lettere. Nel 1940 la riforma Bottai istituì la scuola media unica per tutti, che assorbì i primi tre anni di ginnasio: da allora il liceo classico è strutturato come una scuola quinquiennale, ma mantenne la numerazione delle classi previgente (quindi i primi due anni sono le classi quarta e quinta del ginnasio, gli ultimi tre sono le classi prima, seconda e terza del liceo: la numerazione è peculiare, poiché le altre scuole secondarie prevedono le classi dalla prima alla quinta in corrispondenza degli anni di corso). Nel 1969 l'accesso all'università venne liberalizzato, ponendo un termine alla preminenza del liceo classico nei confronti degli altri indirizzi di studi secondari: l'iscrizione ad ogni facoltà fu concessa a tutti i diplomati degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale. ome tutte le altre scuole superiori, anche i licei classici a partire dagli anni '70 godettero di una certa autonomia che consentì di attivare corsi sperimentali insieme al corso d'ordinamento ufficiale previsto dal Ministero, o anche in sostituzione di questo. I corsi sperimentali, una volta approvati con circolare ministeriale, potevano essere liberamente adottati dai singoli licei.La sperimentazione più diffusa andava a colmare quella che era avvertita come l'unica vera lacuna di questa scuola, ossia la mancanza della lingua straniera negli ultimi tre anni; Al momento della riforma Gelmini (2010), la stragrande maggioranza degli studenti frequentava uno di questi corsi:· Sperimentazione liceo classico della Comunicazione: prevedeva lo studio della materia aggiuntiva "Scienze della Comunicazione", di diritto ed economia, matematica,scienze della terra e biologia. Il Linguaggio della Comunicazione può variare da informatica, cinema, teatro e danza.· Sperimentazione liceo classico PNI linguistico: prevedeva il consueto potenziamento della matematica, e l'insegnamento non curricolare di una seconda lingua straniera (francese o tedesco, con l'insegnamento di una seconda lingua comunitaria.· Il liceo classico a indirizzo Brocca prevedeva, i'insegnamento del diritto e dell'economia, del laboratorio dichimica e fisica, dell'informatica abbinata alla matematica e un potenziamento di scienze (chimica, biologia, scienze della Terra). La sperimentazione è stata abolita con l'entrata in vigore della riforma Gelmini.· Il liceo classico europeo è stato ideato a partire dai programmi del liceo classico tradizionale, su cui sono state innestate caratteristiche peculiari o innovative, quali, in particolare lo studio quinquennale di due lingue straniere (l'inglese e una seconda lingua comunitaria tra il francese, il tedesco e lo spagnolo), lo studio del diritto e dell'economia politica, lo studio di due materie curriculari non linguistiche insegnate in lingua straniera tra storia, storia dell'arte, scienze, geografia (chiamata anche geostoria), diritto ed economia politica, l'accorpamento del greco e del latino in un'unica materia (lingue e letterature classiche) con approccio comparatista;
Con la riforma Gelmini del 2010 il previgente corso ordinario di liceo classico, le sperimentazioni e i progetti assistiti sono tutti confluiti nel nuovo indirizzo di ordinamento di liceo classico in vigore dal 1º settembre 2010 prevede la scomparsa del 4° e 5° ginnasio e 1°, 2° e 3° liceo classico in favore del 1°, 2°, 3°, 4° e 5° Liceo Classico.Il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89 stabilisce, nell'allegato "C" l'attuale quadro orario del liceo classico. Il decreto n. 89/2010 è parte della c.d. riforma Gelmini, che ha revisionato globalmente l'assetto della scuola secondaria superiore.Il corso attualmente in vigore non si discosta vistosamente da quello ordinario stabilito nel 1952, ma vi apporta solo alcuni piccoli correttivi alla luce dei criteri generali della riforma dei licei (ad esempio, l'unificazione di storia e geografia nel primo biennio) e della sperimentazione di liceo classico finora più diffusa, relativa alla lingua straniera quinquennale. Inoltre le ore di matematica vengono aumentate fino a raggiungere un totale uguale a quello del liceo scientifico. iniltre è previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato. Le materie principali rimangono quelle umanistico-letterarie. Per quanto riguarda le materie in comune con tutti i licei, di storia e filosofia minore approfondimento viene invece dato alle materie matematico-scientifiche e alla storia dell'arte, presenti secondo un modello orario in comune coi licei linguistici e delle scienze umane. Le materie caratterizzanti sono il latino e il greco antico. nei primi due anni di Liceo Classico prevede uno studio ampio della grammatica e morfologia latina e greca a cui, nel triennio, si aggiunge quello della letteratura greca e latina. La geografia, presente nel nei primi due anni di liceo unitamente a storia, viene abbandonata in terza liceo a favore di filosofia, fisica e storia dell'arte.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Classico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
12. STORIA DEL LICEO SCIENTIFICO 5 ANNI
il liceo scientifico fu istituito nel 1923 con la riforma Gentile[1], che
contestualmente, soppresse il liceo moderno e la sezione fisico-matematica del Regio Istituto Tecnico. Il corso durava quattro anni e si concludeva con l'esame di maturità, un esame di stato estremamente impegnativo con cinque prove scritte (italiano, latino, matematica, lingua straniera e disegno) e un colloquio orale (che verteva su tutte le materie studiate negli ultimi tre anni di corso), della durata di un'ora, in due sedute: una per le materie letterarie e una per le materie scientifiche.Si accedeva al liceo scientifico dopo i primi quattro anni di una delle tre scuole medie inferiori che, all'epoca, consentivano il proseguimento degli studi (ginnasio, istituto tecnico inferiore e l'istituto magistrale inferiore) e dopo il superamento di un esame di ammissione.Il liceo scientifico era evidentemente derivato dal ginnasio liceo (cioè, il liceo classico di oggi) ma, rispetto a questo, aveva la pesante limitazione di non consentire l'accesso alle facoltà di lettere e filosofia e soprattutto di giurisprudenza la quale, oltre a prospettare alcune professioni specifiche (magistratura, avvocatura, notariato) era la facoltà frequentata dalla maggior parte di coloro che ricoprivano ruoli dirigenziali. Dall'altra parte, il liceo scientifico era criticato soprattutto negli ambienti accademici[2] perché era visto come una scuola che, malgrado il nome, di "scientifico" avesse ben poco, soprattutto se paragonato alla sezione fisico matematica del regio istituto tecnico appena soppressa. E in effetti, calcolando il monte ore settimanale nell'arco dei quattro anni, le materie principali erano latino (16 ore), poi italiano, lingua straniera e matematica (14 ore)[3].Va inoltre considerato che, all'epoca, le tre scuole medie inferiori che consentivano il proseguimento degli studi (il ginnasio, l'istituto tecnico inferiore e l'istituto magistrale inferiore), erano propedeutiche ad altrettante scuole medie superiori (liceo, istituto tecnico superiore e istituto magistrale superiore). In codesto quadro, cioè senza una "sua" scuola media inferiore, veniva inserito il liceo scientifico che era accessibile sia dal ginnasio sia, previo esame di ammissione, dall'istituto tecnico e dall'istituto magistrale. Ciò comportava quindi che per frequentare il liceo scientifico era necessario "cambiare" scuola, anche fisicamente poiché le scuole medie inferiori erano ospitate negli stessi edifici delle rispettive scuole medie superiori, con cui costituivano un unico corso di studi. E questo cambiamento era innaturale sia per chi frequentava il ginnasio, che ripiegava su un liceo di fatto "inferiore" perché già in partenza gli precludeva alcuni prestigiosi sbocchi professionali, sia per chi frequentava gli altri due istituti, che dopo quattro anni di studio doveva rinunciare ad un titolo immediatamente spendibile nel modo del lavoro per andare a frequentare un liceo, che evidentemente richiedeva ben altra applicazione, per di più con un impegnativo esame d'ammissione.Per tutti questi motivi, il liceo scientifico ebbe uno scarso successo tanto che, in una città come Roma, un secondo liceo (l'"Augusto Righi") arriverà solo nel 1946.La struttura del liceo scientifico cambiò nel 1940, quando la riforma Bottai[4] istituì la scuola media unica triennale e l'accesso alle scuole medie superiori fu razionalizzato; chi voleva frequentare il liceo scientifico non doveva più cambiare scuola, o meglio, al termine della scuola media inferiore, tutti dovevano cambiare scuola per frequentare la scuola media superiore prescelta. Il liceo scientifico iniziò così ad affermarsi e il numero di studenti crebbe costantemente fino a raggiungere il numero degli studenti del liceo classico. Permaneva il divieto di iscrizione a lettere e a giurisprudenza.A causa degli eventi bellici, l'orario fu più volte rimaneggiato e quello definitivo si avrà solo nel 1952[5].A parte qualche ritocco agli orari, conseguenza del prolungamento del corso liceale a cinque anni, il nuovo corso riproduceva il corso precedente. La materia più importante per numero di ore rimaneva latino (20), poi italiano (19), matematica (18) e lingua straniera (17).Nal 1962 si stabilì che la maturità scientifica era valida l'iscrizione a qualsiasi facoltà esclusa lettere[6]; fu in pratica concessa l'iscrizione anche a giurisprudenza.Dal 1969 in poi, quando fu liberalizzato l'accesso all'università, ci fu un vero e proprio boom del liceo scientifico, tanto che all'approvazione della riforma Gelmini (2010), tra gli iscritti all'ultimo anno di corso, il liceo scientifico contava 103.000 studenti a fronte dei 51.000 del liceo classico.[7] Oggi il liceo scientifico, tra le scuole superiori italiane, è quella che accoglie la maggioranza relativa degli studenti (22 per cento, di cui oltre metà ragazze).[8]La prevalenza sostanziale del latino rispetto alle stesse materie scientifico-matematiche e la maggior quota di iscritti al liceo scientifico hanno fatto sì che l'Italia sia tuttora, tra i Paesi occidentali, quello in cui è più studiato il latino (40 per cento degli iscritti alle superiori, di cui oltre metà[9] al liceo scientifico), cosa questa che ha suscitato non poche polemiche.[10]Sperimentazioni[modifica | modifica sorgente]A partire dagli anni settanta, grazie all'autonomia scolastica, furono attivate numerose sperimentazioni, ossia dei corsi che, basandosi sul corso ufficiale d'ordinamento arricchivano l'offerta formativa incrementando il numero di ore dedicate a una o più discipline, o anche attivandone di nuove. In questo modo ci furono alcune sperimentazioni che si estesero al punto che, negli anni ottanta, superarono lo stesso corso d'ordinamento. Al momento dell'entrata in vigore della Riforma Gelmini, praticamente tutti i licei avevano sezioni con una o più sperimentazioni,Le sperimentazioni più diffuse erano:sperimentazione P.N.I.[11]sperimentazione bilinguismo[12]sperimentazione scienze naturali[13].Sperimentazione con studi musicali riconosciutiSperimentazione sportivaSperimentazione umanisticaSperimentazione scientifico-tecnologico (Brocca)Sperimentazione scientifico-biologico (Brocca)Sperimentazione PNI con bilinguismoIl Liceo scientifico a indirizzo Brocca prevedeva, prima della riforma Gelmini, in più rispetto al Liceo scientifico tradizionale, l'inserimento nel biennio del diritto e dell'economia, della frequenza dei laboratori di chimica e fisica, dell'informatica abbinata alla matematica per tutto il quinquennio, e il potenziamento delle ore di scienze (chimica, biologia, scienze della Terra). Sperimentazione Brocca: Scientifico-Tecnologica questa sperimentazione era uno dei diciassette corsi liceali previsti dal progetto Brocca. Le caratteristiche principali di questo corso erano l'assenza del latino, l'aggiunta dell'informatica e di tecnologia e disegno e il notevole numero di ore destinate al laboratorio, le quali risulterebbero essere 33 ore annue per ogni materia(Informatica, Fisica, Chimica, Biologia, Scienze della Terra e Matematica).Il corso attualmente in vigore è stato attivato con la riforma Gelmini ed è entrato in vigore il 1º settembre 2010. Rispetto al corso d'ordinamento del 1947 vi è un sensibile aumento del numero di ore dedicate alle materie scientifiche e un alleggerimento del latino. Al momento dell'entrata in vigore della riforma, tutte le sperimentazioni attivate sono state abolite. Viene comunque prevista un'autonomia scolastica che consente ad ogni liceo di redistribuire fino al 20% delle ore complessive tra i vari insegnamenti o di attivarne di nuovi. La riforma ha creato un nuovo indirizzo, l'opzione scienze applicate, che raccoglie le esperienze delle preesisentii sperimentazioni Brocca scientifica-tecnologica e Brocca scientifica-biologica che, rispetto al liceo scientifico di base, prevede una riduzione del numero di ore dedicate alle materie umanistiche, l'eliminazione del latino e un ulteriore incremento delle materie scientifiche: un aumento delle ore per le scienze naturali e l'aggiunta di informatica. Per questo motivo il liceo scientifico opzione scienze applicate è presente soprattutto presso strutture scolastiche che già ospitavano istituti tecnici, dove la pratica di laboratorio è già consolidata.Il liceo scientifico si rifà in gran parte al liceo classico, adottando identici programmi ministeriali per l'insegnamento di italiano, geografia, filosofia e inglese. Per il resto, il corso prevede un depotenziamento delle ore e dei programmi riguardanti la storia e la storia dell'arte per facilitare lo studio approfondito di discipline scientifiche quali matematica, fisica, scienze naturali ed informatica(solo per l'opzione Scienze Applicate); è inoltre previsto l'insegnamento di disegno geometrico ed architettonico. Il numero totale delle ore settimanali durante l'intero quinquennio è di 144, così suddivise: 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 ore settimanali nel rimanente triennio. È previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato..Indirizzo tradizionale,Opzione scienze applicate. Indirizzo sportivo La prima fase di modifiche dell'assetto ordinamentale apportate dalla riforma Gelmini non ha toccato alcuni sperimentazioni e indirizzi già attivati, tra cui i licei a indirizzo sportivo. La revisione di tali indirizzi è stata avviata nel 2008,[15] e si è conclusa con la proposta nel 2011 di un indirizzo sportivo attivabile presso gli istituti liceali.[16] Il ministro Profumo ha dichiarato l'indirizzo sarà attivato nell'anno scolastico 2013/2014.[17]L'indirizzo sarà un'articolazione del liceo scientifico[17] e rilascerà il diploma di maturità scientifica a indirizzo sportivo.[16] Presenta un aumento delle ore di scienze motorie e sportive, diritto ed economia dello sport e delle scienze naturali, mentre sarà assente lo studio della lingua latina e saranno meno le ore dedicate alla filosofia e alla storia dell'arte.[18]Il primo indirizzo sportivo è stato inaugurato nell'anno scolastico 2012/2013 presso il liceo scientifico del Convitto nazionale di Roma, in collaborazione con il Centro di preparazione olimpica "Giulio Onesti" del Coni.[19][20]È previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato. Nato sulla falsariga del liceo classico, integra le materie umanistiche ed artistiche tipiche di quest'ultimo (escluso il greco antico) con una maggiore attenzione verso la matematica, le scienze naturali e il disegno tecnico.Un corso di liceo scientifico dura cinque anni, suddivisi in "primo biennio", "secondo biennio" e "quinto anno". La divisione tra primo e secondo biennio non comporta un'interruzione del corso di studi ma, oltre all'inizio di Filosofia, potrebbe esserci un cambiamento degli insegnamenti (e degli insegnanti) di Italiano, Latino, Scienze, Inglese, Matematica e Fisica.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Scientifico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
13. STORIA DEL LICEO DELLE SCIENZE UMANE 5 ANNI ( ex liceo psico socio pedagogico 5 anni , ex liceo delle scienze sociali 5 anni, ex istituto magistrale 4+1 anni ed ex scuola magistrale 3 anni)
La legge Casati del 13 novembre 1859 basata sul modello austriaco prevedeva per maschi e femmine precisamente 4 anni di scuola elementare divisa in due cicli: il primo ciclo di due anni obbligatorio e il secondo ciclo di due anni non obbligatorio quest'ultimo era dedicato solo a chi voleva proseguire gli studi anche per la formazione di maestri elementari dopo la scuola elementare di 4 anni prevedeva 3 anni di Scuola Normale con accesso all'età di 15 anni per le donne e e 16 per gli uomini. Il corso di studi durava tre anni e non comprendeva né l'insegnamento del latino, né quello della filosofia e della pedagogia. Le prime sono state Firenze e Roma poi l'istituzione di Scuole normali maschili e femminili in Sardegna, Savoia, Liguria; tre nelle antiche province dello Stato sabaudo e tre nelle nuove, al fine di formare la classe insegnante del futuro Regno unitario.
L'istituzione di queste Scuole fu poi riordinata dal ministro Coppino con il D.D.L. del 14 giugno 1867, secondo il quale una di queste doveva avere sede in Firenze. Nel 1869 laScuola Normale Femminile di Firenze fu soppressa e venne nominata una commissione per il suo riordinamento; nel 1873 il ministro Scialoia istituì un corso complementarepresso le due Scuole Normali Femminili di Roma e Firenze.Tale Legge non impediva alle donne l'accesso all'Università ma per un certo maschilismo, patriarcalità e moralità le donne non si iscrivevano ,invece, nel 1875 il Ministro Ruggero Bonghi ammette per Legge l'iscrizione delle donne all'Università e istituisce presso le Facoltà di Lettere e filosofia le Scuole superiori di Magistero per preparare le insegnanti delle scuole secondarie.La Legge Coppino 1877 prevedeva l'obbligo scolastico del primo ciclo: 3 anni di scuola elementare obbligatoria e il secondo ciclo di 2 anni di scuola elementare non obbligatoria portando di fatto la scuola elementare a 5 anni.
Con la Legge del 25 giugno 1882 n. 896 (serie 3) furono creati due Istituti Superiori Femminili di Magistero aventi sede rispettivamente a Roma e Firenze. Vi potevano accedere giovani donne previo esame di ammissione al primo anno. La durata degli studi era di quattro anni e si concludeva con un esame generale in seguito al quale era rilasciato un certificato di licenza. In seguito poi ad un altro esame speciale veniva rilasciato un diploma di abilitazione ad impartire insegnamenti in tutte le scuole femminili speciali. La legge stabiliva anche che i comuni di Roma e Firenze erano tenuti a fornire i locali e gli arredi per tali Istituti Superiori.Secondo alterne vicende e nuove disposizioni normative l'Istituto Superiore Femminile di Firenze continuò ad esercitare le sue funzioni formative fino al 1923, quando con la riforma Gentile ne fu profondamente modificata la struttura e la funzione. In primo luogo cadde l'attributo di femminile e gli venne riconosciuto un grado universitario.
L'Istituto Magistrale (prima Dip maturità femminile D005) fu istituito con la riforma Gentile (R.D. 1054 del 1923) in sostituzione delle scuole normali.Era suddiviso in due corsi:l'Istituto Magistrale Inferiore, quadriennale, a cui si accedeva dopo la scuola elementare, e l'Istituto magistrale superiore, triennale, a cui si accedeva dopo l’Istituto Magistrale Inferiore. Era previsto un esame di ammissione (dopo l'esame di licenza elementare) per iscriversi al 1' anno dell'istituto magistrale inferiore. Il diploma che rilasciava, oltre all'abilitazione all'insegnamento materna ed elementare, consentiva anche l'iscrizione all'istituto Magistrale Superiore (poi Facoltà) di Magistero per l’insegnamento alle scuole superiori.Era prevista l'esistenza di un giardino d'infanzia all'interno degli edifici che ospitavano le varie scuole. La creazione di questo corso di studi, assolutamente innovativo per l'epoca, rispondeva alle esigenze della nuova scuola elementare quinquennale(anch'essa istituita con la riforma Gentile), considerata come base dell'intero sistema scolastico italiano, e che quindi richiedeva una classe di maestri più preparati dei precedenti.
Università Cattolica di Roma - L’Istituto superiore di Magistero, costituito nel 1923, diviene facoltà autonoma di Magistero 1936 e dal 1996 Scienze della formazione.L'istituto regio superiore femminile a Università Roma Tre nasce nel 1882 e diviene Facoltà nel nel 1936, quando la cattedra di Pedagogia dell'Istituto superiore di Magistero divenne istituto di pedagogia dell'omonima Facoltà.Con il R.D. 1° ottobre 1936 n. 2475 che approvava lo Statuto della Regia Università di Firenze l'Istituto fu trasformato in Facoltà di Magistero con corso di Diploma Laurea 4 anni in Pedagogia fino al 1993 quando il corso di Diploma di Laurea in Pedagogia divenne Corso di Diploma di Laurea in Scienze dell' Educazione 4 anni e nel 1996 la Facoltà di Magistero diventa Facoltà di Scienze della Formazione. Con la Legge 509/99 viene inserito il 3+2 quindi la prima laurea in educatore, formatore o educatore nido di durata triennale e La Laurea Specialistica +2 in Scienze Pedagogiche, Progettazione educativa, Formazione Continua. La Legge 270/04 toglie le Lauree specialistiche per mettere le lauree magistrali quindi avremo la prima Laurea tre anni in educatore formatore o educatore nido + 2 anni di Laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche, Progettazione educativa, Formazione Continua e Formazione e-learning e con la Legge 2012 Le Facoltà si accorpano cosi La Facoltà di Scienze della Formazione diviene Dipartimento di Scienze Umane.
Nel 1940, con la Riforma Bottai, fu creata l'istituzione della Scuola Media Unificata triennale (Legge 889/1940), con tale riforma, l'Istituto Magistrale (1952-1998) D017 perse il primo triennio e fu trasformato in un corso unico quadriennale che abilitava all’insegnamento nelle scuole elementari, ad essa vi si accedeva, appunto, dopo la scuola media triennale.In tal modo, dopo la scuola media 3 anni, avremo tre corsi:
1. il corso professionale da puericultrice, oggi (OSA) operatore socio sanitario che lavorava sia in ambito sanitario in maternità sia negli asili nido il corso durava un anno dopo i tre anni di scuola media.2. La Scuola Magistrale 3 anni per insegnanti di scuole materne.3. L'Istituto Magistrale 4 anni per insegnanti di scuole elementari.
Quindi furono create, con la Riforma Bottai, due scuole superiori:
1. la Scuola Magistrale (1952-1998) triennale D018, dopo i tre anni di scuola media, ed abilitava all’ insegnamento della scuola materna. eventualmente se si voleva accedereall'insegnamento nelle scuole elementare doveva fare +1 anno di Istituto Magistrale, e se si voleva accedere all' insegnamento nelle scuole medie e superiori poteva intraprendere dopo il + 1 nell' Istituto Magistrale, la Facoltà di Magistero corso di Laurea in Pedagogia di 4 anni.2. L’Istituto Magistrale 4 anni (1952-1998) per insegnanti di scuola elementare dopodiché si poteva o fermarsi per insegnare nelle scuole elementari oppure si poteva intraprendere la Facoltà di Magistero corso di Laurea in Pedagogia (4 anni), che rimaneva l'unico sbocco universitario per coloro che intendevano proseguire gli studi per l’insegnamento alle scuole medie e superiori con accesso diretto dopo il 4° anno.
A causa degli eventi bellici, la riforma Bottai fu pienamente attuata solo qualche anno più tardi. Dal 1° ottobre del 1963 tutte le scuole medie inferiori furono unificate sotto un unico modello, denominato scuola media unificata. Ciò comportò anche la scomparsa della precedene scuola media della scuola di avviamento professionale, dei corsi inferiori di istituti d'arte e quelli dei conservatori musicali, nonché del terzo ciclo delle scuole elementari (classi sesta, settima e ottava) istituito dai programmi ministeriali pubblicati con D.P.R. 503/1955 e dalla successiva riforma dell'ordinamento didattico delle scuole elementari di cui alla legge 1245/1957.Cosi, nel 1969, con la liberalizzazione dell'accesso all'Università, fu creato un 5º anno di corso chiamato Anno Integrativo dell’ Istituto Magistrale per gli studenti che intendevano iscriversi ad altra Facoltà di durata (4 anni), invece per chi intendeva intraprendere la Facoltà di Magistero di durata (4 anni) fu confermata la possibilità di accedere dopo il 4º anno di corso dell’ Istituto Magistrale e per chi invece aveva intrapreso la Scuola Magistrale di 3 anni insegnante di scuola materna e voleva insegnare nelle scuole elementari doveva fare +1 anno di Istituto Magistrale,dopodiché poteva o fermarsi e insegnare nelle scuole elementari oppure continuare ed avere accesso diretto alla Facoltà Di Magistero Corso di Laurea in Pedagogia (4 anni), per chi voleva insegnare alle scuole medie e superiori, invece per chi volesse intraprendere altri tipi di studi (Facoltà) doveva fare +2 anni di di cui uno per Istituto Magistrale e uno di Anno Integrativo (5° anno) di Istituto Magistrale.
Con il Decreto Interministeriale del 10 Marzo 1997 l’articolo n. 1 prevedeva dall’a.s. 1998/99, la soppressione dei corsi di studio ordinari di scuole superiori di secondo grado: (Triennali Scuola Magistrale e Quadriennali dell’Istituto Magistrale), dall’a.s. 2002/2003, soppressione anche dei Corsi Annuali Integrativi (quinto anno) o del +1 e +2 per quelli che avevan fatto le Scuole Magistrali che si svolgevano negli Istituti Magistrali per intraprendere il Liceo (5 anni) e successivamente l’Università.
Al via le sperimentazioni liceali, alla fine degli anni 80: quando si delineò il progetto di Laurea anche per l'insegnamento al nido, elementare e materno.Le sperimentazioni più comuni al momento della riforma Gelmini erano la sperimentazione Liceo Pedagogico-Sociale (prevista dalla c.m. 27/1991-2010) la sperimentazione Liceo Socio-Psico-Pedagogico (prevista dal progetto Brocca 1992/2010), la sperimentazione Liceo delle Scienze Sociali 1998/2010, e infine la sperimentazione Liceo delle Scienze della Formazione 1999/2010. Tutti tendevano a trasformare l'Istituto Magistrale in un vero e proprio Liceo di durata quinquennale, caratterizzato però dallo studio delle scienze umane (psicologia, sociologia, etc). La pedagogia che si chiamava filosofia nei vecchi Istituti e Suole magistrali veniva valorizzata e scorporata dalla filosofia nei Licei.
Il Liceo delle Scienze Umane (Riforma Gelmini) è entrato in vigore dal 1 settembre 2010 e nel 2014/15 ci saranno i primi diplomati liceali, andando a sostituire in pianta stabile tutte le sperimentazioni, gli indirizzi liceali e i progetti assistiti esistenti in Italia.Con la nuova riforma, sono presenti due distinti indirizzi di studio, che trattano le scienze umane secondo due approcci differenti.
Il primo indirizzo Tradizionale,(ex liceo psico-socio-pedagogico 5 anni) che prevede uno studio più approfondito della materia caratterizzante: le scienze umane (4 ore nel biennio e 5 nel triennio), declinate in antropologia, psicologia, pedagogia, sociologia) e filosofia a parte inoltre si insegna il latino ed una lingua straniera.
Il secondo è l'indirizzo economico-sociale (che, formalmente, è chiamato "opzione"nel regolamento che l'ha istituito)(ex liceo delle scienze sociali 5 anni) affronta fra le scienze umane: l'antropologia, la sociologia,la psicologia e la metodologia della ricerca; pari spazio è consacrato alle discipline economico-giuridiche; come risulta evidente l'assenza del latino (sostituito da una seconda lingua straniera) e l'assenza della pedagogia.
Con il diploma di Maturità Liceale in Scienze Umane si può intravedere come lavoro la collaboratrice scolastica nelle scuole d'infanzia e scuole primarie e la possibilità di accesso sia Dipartimento di Scienze Umane qualunque corso di Laurea 3 anni e fermarsi o proseguire con la Laurea Magistrale 3+2= 5 anni o Laurea Magistrale a Ciclo Unico 5 anni, sia a qualsiasi altro Dipartimento qualunque corso di Laurea 3 anni e fermarsi o proseguire con la Laurea Magistrale 3+2= 5 anni o laurea Magistrale a Ciclo Unico 5 o 6 anni.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo delle Scienze Umane:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane:
materie e scuole:
Filosofia e Scienze Umane(psicologia, sociologia, antropologia, pedagogia,) nel liceo delle scienze umane indirizzo tradizionale;
Filosofia e Scienze Umane(psicologia, sociologia, antropologia, metodologia della ricerca) nel liceo delle scienze umane indirizzo economico sociale detto opzione;
14. STORIA DEL LICEO LINGUISTICO 5 ANNI
Il liceo linguistico è una delle scuole superiori a cui si può accedere in Italia al termine della scuola secondaria di primo grado. L'indirizzo venne istituito ed approvato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nel 1970/1973, inizialmente classificandosi come Istituto Tecnico Provinciale di Cultura e Lingue. Solo nel 1985, a seguito delle normative dei Programmi Ministeriali per far fronte al problema della "dispersione scolastica", divenne a tutti gli effetti un Liceo. Esisteva, prima del 2010 anche il progetto Brocca per il Liceo Linguistico. Il liceo linguistico si specializza nello studio delle lingue e delle relative espressioni culturali, comprendendo un totale di cinque lingue nell'intero corso di studio: la lingua e la letteratura italiana, la lingua latina nel biennio, e tre lingue straniere e le relative letterature nel quinquennio.L'offerta delle lingue straniere viene lasciata ai singoli istituti, anche se le prime due lingue straniere sono spesso due lingue comunitarie, generalmente inglese, spagnolo, francese, tedesco e russo. La terza lingua invece può essere una delle lingue comunitarie già citate, oppure cinese, arabo o giapponese.[1] Negli istituti paritari l'offerta linguistica può variare ulteriormente.Con il D.M. 31 luglio 1973 viene avviato come sperimentazione negli istituti di istruzione secondaria non statali, mentre nell'anno successivo la sperimentazione viene estesa anche agli istituti statali. Viene poi ripresa con il C.M. 27/1991[2] Il 1 settembre 2010, con la Riforma Gelmini i piani sperimentali, il PNI e il piano Brocca sono stati bloccati.Il progetto Brocca è attualmente non disponibile. A partire dal 2010 tutti i nuovi iscritti a un liceo linguistico non ebbero più la possibilità di iscriversi a un istituto con progetto Brocca. Gli ultimi studenti, frequentanti il liceo linguistico a progetto Brocca, usciranno dagli istituti nel 2014, da allora il progetto Brocca sarà considerato come piano scolastico in disuso.Riforma GelminiA partire dal 1 settembre 2010, con l'attuazione della riforma Gelmini sono state soppresse tutte le sperimentazioni linguistiche liceali e tutti gli indirizzi precedentemente esistenti, creando a tutti gli effetti il liceo linguistico. L'offerta ministeriale attivabile dalle singole scuole, laddove possibile, comprende l'insegnamento della lingua inglese, francese, tedesca, spagnola, russa, araba, cinese e giapponese.[3]1 Sono previste 33 ore annuali di conversazione col docente di madrelingua.2 Con informatica al primo biennio.3 Biologia, chimica, scienze della Terra.Dal primo anno del secondo biennio è previsto l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica (CLIL), compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie. Dal secondo anno del secondo biennio è previsto inoltre l’insegnamento, in una diversa lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL), compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie.L'esame di maturità si svolge in maniera identica agli altri istituti, con distinzione per il contenuto della seconda prova ossia quella d'indirizzo:1ª prova: produzione di un testo in lingua italiana o nella lingua ufficiale di insegnamento prevista.2ª prova: comprensione del testo e/o produzione scritta in una delle lingue straniere studiate (a scelta del candidato).3ª prova: questionario su 4/5 materie caratterizzanti l'ultimo anno di studio.4ª prova: esame orale.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Linguistico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
15. STORIA DEL LICEO ARTISTICO 5 ANNI
Il liceo artistico è una scuola secondaria di secondo grado a cui si può accedere, in Italia, al termine della scuola secondaria di primo grado. È una scuola a carattere prettamente formativo, che consente il proseguimento degli studi in qualsiasi facoltà universitaria.Istituto d'arte Prima delle sperimentazioni liceali vennero istituiti a livello comunale, e poi regionale, delle scuole d'arte o regie scuole professionali, la cui offerta formativa era fortemente influenzata dalle tradizioni artistiche locali che venivano insegnate nelle scuole. Il corso era di durata triennale con il rilascio di un diploma di maestro d'arte.Non essendo quindi gestita a livello ministeriale nacquero moltissimi indirizzi, caratterizzati da una particolare attenzione a quelle definite le arti minori, come l'oreficeria, ceramica, mosaico, stampa d'arte, decorazione e design, e le arti commerciali, come la grafica pubblicitaria, fotografia, scenotecnica, moda, animazione e produzione filmica.Con la riforma degli anni 1960 vennero ufficializzati a livello ministeriali come istituti d'arte, e con la legge n.692/1970 venne introdotto il biennio sperimentale comprensivo di IV e V anno al fine di rilasciare agli studenti il diploma di maturità di arte applicata che permettesse l'accesso all'Università. Con la riforma Gelmini tutti gli istituti d'arte, a partire dall'anno scolastico 2010/2011, sono diventati licei artistici.[1]Sperimentazione liceali[modifica | modifica sorgente]La sperimentazione artistica nasce negli anni sessanta, quando il liceo artistico collegato all'Accademia di belle arti di Brera divenne una scuola a sé stante, come scuola preparativa agli studi artistici superiori in arti come pittura, scultura, grafica e beni culturali. Tale sperimentazione è divenuta popolare nel corso degli anni, e si sono sviluppati dei corsi tradizionali di durata quadriennale (più un anno integrativo per l'accesso all'università di sole 15 ore settimanali).Sperimentazioni artisticheSono stati attivati anche delle sperimentazione quinquennali, quali quella Leonardo da Vinci e Michelangelo.Sperimentazione LeonardoLa sperimentazione Leonardo presentava tre indirizzi laboratoriali: architettura e design, figurativo, catalogazione e conservazione dei beni culturali.I corsi sperimentali assistiti "Progetto Michelangelo" sono stati attivati nel 1993, sia per la sperimentazione artistica sia per l'istituto d'arte. I corsi erano: restauro, architettura e arredo, pittura e decorazione pittorica, scultura e decorazione plastica, rilievo e catalogazione.:[2]Riforma Gelmini, questo nuovo ordinamento è entrato in vigore dal 1º settembre 2010, andando a sostituire in pianta stabile tutte le sperimentazioni, i progetti assistiti, i corsi liceali e le opzioni autonome di istituto d'arte precedentemente esistenti. I quadri orari del nuovo liceo artistico riformato, strutturato nei sei indirizzi con biennio comune, sono i seguenti:[3]Indirizzo arti figurative, Indirizzo architettura e ambiente, Indirizzo design, Indirizzo audiovisivo e multimediale, Indirizzo grafica,Indirizzo scenografia,in tutti gli indirizzi è previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Artistico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
16. STORIA DEL LICEO MUSICALE E COREUTICO 5 ANNI
l liceo musicale e coreutico[1][2] è una delle scuole secondarie di secondo grado avviate dalla riforma Gelmini, che entrerà a pieno regime nell'anno scolastico 2014/2015. Il liceo nasce dalle basi delle sperimentazioni o dei licei paritari musicali e coreutici, istituite dalla riforma Moratti.[2] Il liceo musicale veniva spesso associato ai conservatori su piano regionale (oggi questa è prerogativa di due soli casi nazionali, i Licei di Milano e Trento).[senza fonte]Il liceo presenta due indirizzi: uno musicale e uno coreutico. Sul territorio nazionale saranno inizialmente presenti 40 sezioni musicali e 10 coreutiche, istituiti con l'aiuto di conservatori e accademie di danza locali.[2] E' a numero chiuso e si accede solo dopo aver superato un esame di ammissione. Per il liceo musicale è previsto lo studio di due strumenti. Il primo strumento è a scelta del candidato mentre il secondo strumento viene assegnato dal liceo. StoriaSperimentazioni musicaliA partire dagli anni '70 in tutto il territorio italiano nascono diverse sperimentazioni di licei musicali. Alcune di queste coinvolgevano direttamente i conservatori (come nel caso di Parma, Milano, Trento), previa autorizzazione del MIUR. Col tempo, oltre a questi casi di licei musicali nati e operativi all'interno dei conservatori, la gran parte delle sperimentazioni ha previsto l'implemento di alcune discipline musicali all'interno del piano orario di altri indirizzi liceali. Mantenuta la sperimentalità fino all'anno 2009, i licei musicali sono stati definitivamente istituzionalizzati come licei ad ordinamento (quindi non più sperimentali) dalla Riforma Gelmini. I più antichi Licei Musicali, tuttora esistenti, sono quelli di Parma (dal 1970) e quello interno al Conservatorio di Milano (dal 1971), ancor'oggi operativi e di recente confermati nel loro assetto originale dal Ministero.Riforma GelminiLa materie caratterizzanti sono rispettivamente la musica, la teoria e storia della musica, lo studio di uno o più strumenti musicali e le esercitazioni orchestrali o corali, mentre per la sezione coreutica si studierà la danza, la storia e i diversi generi della danza, e esercitazioni coreutiche.[2] Il piano di studi del liceo musicale e coreutico è il seguente:[3]Sezione musicale, Sezione coreutica È previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Musicale e Coreutico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
17. STORIA DELL ISTITUTO TECNICO 5 ANNI
I regi istituti tecnici erano un tipo di scuola tecnica secondaria di secondo grado, sorsero principalmente in alcune città dell'Italia centro-settentrionale, città in forte sviluppo industriale, che necessitavano di quadri dirigenziali preparati e competenti e per i quali la preparazione classica diffusa in Italia per le classi dirigenti non risultava idonea, nella prima metà dell'Ottocento fino alla Riforma Gentile 1923. Si trattava di scuole, soprattutto per le sezioni fisico-matematica ed industriale meccanico-metallurgica, architettura, ingegneria etc), le sezioni agrimensura e commerciale-ragioneria non consentivano invece l'accesso all'università e formavano gli allievi nelle professioni di geometra e ragioniere. In Italia il primo istituto tecnico di cui si ha notizia storica certa è l'Istituto Tecnico Industriale Statale G e M. Montani di Fermo, fondato nel 1854, seguiva poi il sito industriale di Terni, in cui nel 1860 veniva fondato il Regio Istituto Tecnico Industriale.
La prima legge ufficiale degli Istituti tecnici si ha nella legge 14 luglio 1912, n. 854, art. 3:
« Ai licenziati delle rr. scuole di 3/a grado di carattere industriale è rilasciato il diploma di perito industriale; a quelli delle rr. scuole commerciali di 3/a grado il diploma di perito commerciale.
La licenza delle rr. scuole industriali o commerciali di 3/a grado è, rispettivamente, titolo per la iscrizione all'albo dei periti tecnici ed in quello dei periti commerciali compilato dai tribunali. »
Gli istituti tecnici si moltiplicano in Italia sotto la monarchia come Istituti Tecnici disciplinati con il Regio decreto n.1054 del 6 maggio 1923.
Difatti con la riforma Gentile del 1923 i regi istituti furono chiusi: la sezione fisico-matematica fu trasformata in liceo scientifico, quella industriale in istituto tecnico industriale, quella di agrimensura in istituto tecnico per geometri, mentre quella di commercio e ragioneria in istituto professionale per il commercio e per i ragionieri.
1.1 Ordinamenti previgenti dal 1923-2010
Istituto tecnico per il turismo
L'Istituto tecnico per il turismo prevedeva lo studio delle lingue straniere da un punto di vista economico-turistico (piuttosto che quello letterario-culturale del liceo linguistico) e delle disciplini affini alla scienze del turismo, come diritto, economia aziendale e geografia del turismo.
Istituto tecnico commerciale (ragioneria)
L'Istituto tecnico commerciale approfondisce le materie sociali rivolte all'economia, all'amministrazione e le lingue straniere. Erano presenti diversi indirizzi:
L'istituto tecnico femminile era un istituto di formazione che nacque in sostituzione delle scuole professionali femminili triennali e del magistero professionale per la donna di durata biennale, il cui obiettivo era la preparazione delle fanciulle alla vita familiare, al buon governo della casa e all'insegnamento dell'economia domestica e dei lavori cosiddetti "femminili", intesi all'epoca come quelle attività relative all'educazione e alle tecniche di abbigliamento e ricamo. La disciplina comprendeva anche lavori relativi all'arredamento e alla decorazione della casa, con lo studio degli ambienti, degli oggetti, del colore e delle proporzioni, una forma abbozzata di ciò che poi sarebbe divenuto il moderno design.
L'istituto era in pieno vigore negli anni sessanta e si sviluppò su un percorso di studi quinquennale, al termine del quale si conseguiva il diploma di abilitazione professionale per le attività tecniche, valido anche per l'immatricolazione a tutte le facoltà universitarie. Verso la metà di quegli anni, l'istituto vide il suo massimo splendore come "scuola moderna" e si rinnovò creando, dopo il primo biennio comune, un triennio professionalizzante con tre indirizzi di studio distinti, ma confluenti in una maturità tecnica completa:
Nel 1998 l'istituto tecnico femminile viene abolito cambiando denominazione per legge in Istituto tecnico per le attività sociali. L'anno successivo intervengono modifiche nei programmi. L'istituto si suddivide in un biennio comune e un triennio di specializzazione anch'esso diviso in tre diversi indirizzi: generale, dirigente di comunità, ed economo-dietista. Ciascuna maturità forniva l'abilitazione per l'immatricolazione a tutte le facoltà universitarie.
Il corso è stato posto a conclusione a seguito della Riforma Gelmini nel 2010, cambiando denominazione in "Istituto Tecnico del Settore Economico - indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing". Nel 2013 erano attivi in Italia circa 100 Istituti tecnici per le attività sociali.
Istituto tecnico tecnologico Industriale
L'Istituto tecnico tecnologico ( I.T.T. o I.T.S.T. ) approfondisce le materie tecnico-scientifiche rivolte alla tecnologia. Al termine dei 5 anni di studio si conseguiva il diploma di maturità tecnica industriale (e in seguito al superamento di un esame di Stato, del titolo di Perito industriale), che permetteva l'accesso a qualsiasi Facoltà universitaria. Si articolava in un biennio comune ed un successivo triennio di specializzazione in vari indirizzi,(ad es. l'I.T.I.S. e similari).
Istituto tecnico nautico
L'Istituto tecnico nautico (I.T.N.) si specializzava nelle scienze marittime e navali, ed era suddiviso in un biennio propedeutico più un triennio di specializzazione. Il diploma di perito nautico era diviso in Perito per il trasporto marittimo, Perito per gli apparati e gli impianti marittimi o Perito per le costruzioni navali.
Istituto tecnico aeronautico
L'istituto tecnico aeronautico si focalizzava sull'apprendimento di discipline aeronautiche. L'offerta formativa dell'istituto è suddivisa in biennio e triennio ad indirizzo unico. Alla fine dei corsi si ottiene il diploma di perito del trasporto aereo.
Istituto tecnico agrario
L'Istituto tecnico agrario aveva durata di 5 anni nel caso dell'indirizzo generale e sperimentale, mentre l'indirizzo di viticoltura ed enologia una durata di 6 anni. Al termine del corso di studi si otteneva il diploma di Perito agrario che dava accesso a tutte le facoltà universitarie oppure, effettuando due anni di praticantato e superando l'esame di stato di abilitazione, era possibile iscriversi all'Albo dei periti agrari e svolgere la libera professione. Le materie oggetto di studio erano rivolte nel campo dell'agronomia, della zootecnica, della chimica, dell'economia e della topografia.
Istituto tecnico geometra
L'Istituto tecnico per geometri era rivolto al campo dell'edilizia, dell'estimo, del diritto, dell'economia e della topografia. Al termine del corso di studi si otteneva il diploma di Perito geometra che dava accesso a tutte le facoltà universitarie oppure, effettuando due anni di praticantato certificato semestralmente e superando l'esame di stato di abilitazione, era possibile iscriversi all'Albo dei geometri presente nella provincia di riferimento e svolgere la libera professione. Indirizzi ad es. Attività gestionali, indirizzo Edile territoriale.
Riforma Gelmini
Con il riordino degli istituti tecnici della riforma Gelmini si passa da 10 settori e 39 indirizzi a 2 settori e 11 indirizzi. L'impostazione sarà 2+2+1: durante il primo biennio si studieranno materie comuni, mentre le articolazioni, laddove presenti, vengono scelte al secondo anno e vengono attivate nel triennio finale. Il primo biennio è infatti comunque l'indirizzo di studi. L'ultimo anno saranno presenti stage e tirocini, laddove disponibili. Le articolazioni, laddove presenti, vengono scelte al secondo anno e vengono attivate nel triennio finale.
Due Settori Istituto Tecnico economico ed Istituto tecnico tecnologico
L'istituto tecnico, settore economico è un tipo di scuola secondaria di secondo grado di stampo tecnico nell'ordinamento italiano. La tecnica, concepita come l'uso logico ed appropriato di strumenti per ottenere un risultato date delle premesse, è la caratteristica comune del percorso formativo di un istituto tecnico. L'economico si differenzia dal tecnologico perchè è concepita sulle materie economiche e non derivanti dgli istituti industriali come il tecnico tecnologico.
L'istituto tecnico si differenzia dall'istituto professionale principalmente per la preparazione congiunta tra teoria e pratica che garantisce una base tale da consentire l'accesso all'università. Ogni istituto è della durata quinquennale, con un biennio comune e introduttivo e un triennio in cui si affrontano le materie specialistiche date dall'indirizzo preso.
L'istituto tecnico, settore tecnologico è un tipo di scuola secondaria di secondo grado di stampo tecnico nell'ordinamento italiano. La tecnica, concepita come l'uso logico ed appropriato di strumenti per ottenere un risultato date delle premesse, è la caratteristica comune del percorso formativo di un istituto tecnico.
il Tecnologico si differenzia dall' economico perchè è concepita sulle materie tecnologiche derivanti dagli istituti industriali.
Di seguito la tabella di confluenza degli Ordinamenti Attuali e degli Ordinamenti precedenti
settore economico:
Ordinamento attuale:Amministrazione, finanza e marketing
Ordinamento Previgente Istituto tecnico commerciale Istituto tecnico per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere Istituto tecnico per le attività sociali;
Ordinamento Attuale: Turismo,
Ordinamento previgente istituto tecnico per il turismo.
settore tecnologico
Ordinamento attuale Istituto tecnico, settore tecnologico, indirizzo Meccanica, meccatronica ed energia Ordinamento previgente Istituto Tecnico industriale;
Ordinamento attuale Trasporti e logistica,
Ordinamento previgente Istituto tecnico industriale, Istituto tecnico nautico, Istituto tecnico aeronautico;
Ordinamento attuale: Elettronica ed elettrotecnica, Informazioni e telecomunicazioni, Grafica e comunicazione, Chimica materiali e biotecnologie, Sistema moda,
Ordinamento previgente Istituto Tecnico Industriale;
Ordinamento Attuale: Agraria, agroalimentare e agroindustria,
Ordinamento Previgente Istituto tecnico industriale, Istituto tecnico agrario;
Ordinamento Attuale Costruzioni, ambiente e territorio
Ordinamento previgente Istituto tecnico industriale, Istituto tecnico per geometri.
Indirizzi Settore Tecnologico:
Meccanica, meccatronica ed energia
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzi di meccanica).
Articolazione meccanica e meccatronica
Articolazione energia
Trasporti e logistica
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico nautico, Istituto tecnico aeronautico e Istituto tecnico industriale (indirizzi di navalmeccanica e costruzioni aeronautiche).
Articolazione costruzione del mezzo
Articolazione conduzione del mezzo
Articolazione logistica
Elettronica ed elettrotecnica
Articolazione elettronica
Articolazione elettrotecnica
Articolazione automazione
Informatica e telecomunicazioni
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzi di informatica e telecomunicazione).
Articolazione informatica
Articolazione telecomunicazioni
Grafica e comunicazione
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzo di arti grafiche).
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto tecnico, settore tecnologico, indirizzo Grafica e comunicazione (C5)
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia: Teoria della comunicazione;
Chimica, materiali e biotecnologie
Indirizzo che va a sostituire il Liceo Scientifico Biologico.
Articolazione chimica e materiali
Articolazione biotecnologie ambientali
Articolazione biotecnologie sanitarie
Sistema moda Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzi di arti tessili).
Articolazione tessile, abbigliamento e modaTecnologie dei materiali e dei processi produttivi eorganizzativi della moda (applicato all'industria tessile) - - Ideazione, progettazione e industrializzazionedei prodotti moda (applicato all'industria tessile) -
Articolazione calzature e modaTecnologie dei materiali e dei processi produttivi eorganizzativi della moda (applicato all'industria della calzature) - - Ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda (applicato all'industria della calzature)
Agraria, agroalimentare e agroindustria
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico agrario.
Articolazione produzioni e trasformazioni
Articolazione gestione dell'ambiente e del territorio
Articolazione viticoltura ed enologia
Costruzioni, ambiente e territorio
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico per geometri e l'istituto tecnico industriale (indirizzi di edilizia). Al terzo anno viene scelta una delle due articolazioni:
Articolazione Generale
Articolazione geotecnico
Amministrazione, finanza e marketing
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico commerciale e l'istituto tecnico per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere.
Articolazione: relazioni internazionali per il marketing -
Articolazione: sistemi informativi aziendali
Turismo Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico per il turismo.
18. STORIA DELL' ISTITUTO PROFESSIONALE 5 ANNI
L'istituto professionale è un tipo di scuola che fornisce una preparazione tecnica e una qualifica professionale per l'accesso a diversi settori di attività lavorativa.
Nell'ordinamento scolastico italiano, l'istituto professionale è una scuola secondaria di secondo grado. In passato differiva dall'istituto tecnico per la possibilità di conseguire, dopo un esame di stato alla fine del terzo anno, un diploma di qualifica professionale[1] che abilitava all'esercizio della professione. Con la riforma Gelmini la durata legale del corso di studi è variata da 3+2 anni a 5 anni senza specializzazioni intermedie, così come avviene nei licei e negli istituti tecnici. Terminato l'iter di istruzione professionale si consegue un diploma di istruzione superiore, che dà accesso a tutte le facoltà universitarie o direttamente al mondo del lavoro in alcuni settori professionali.
Rispetto agli istituti tecnici, gli istituti professionali offrono una formazione più specializzata e maggiormente rivolta alle applicazioni pratiche, con attività di laboratorio e un tirocinio da svolgere nell'ultimo anno.
Ordinamenti previgenti
Istituto professionale per odontotecnici
È un istituto per diventare odontotecnici.
Istituto professionale per i servizi alberghieri e la ristorazione
Istituto Professionale di Stato per L'Enogastronomia e L'Ospitalità Alberghiera (IPSEOA) si focalizzava sui servizi legati alla ristorazione, i cui indirizzi principali erano cucina, sala-bar e vendita, e ricevimento d'albergo. Gli istituti alberghieri sono molto diffusi in Italia ma anche all'estero non manca questa forma di istruzione. Molte scuole alberghiere estere fanno gemellaggi con gli alberghieri italiani. Le scuole alberghiere sono le più "gettonate" dagli studenti delle scuole medie al momento della scelta formativa più importante; questo succede perché è una scuola che offre alta professionalità con possibilità di inserimento nel mondo del lavoro molto estesa.
Istituto professionale per produzione industriale e artigianale
L'Istituto professionale per produzione industriale e artigianale (anche Istituto professionale per l'industria e artigianato, o IPSIA) si concentra nei processi di lavorazione, assemblaggio e commercializzazione dei prodotti industriali.
Istituto professionale per il commercio
L'istituto professionale per il commercio (specificamente quello ad indirizzo economico-aziendale) si incentrava sulle competenze in ambito dell'amministrazione aziendale mediante strumenti giuridici, contabili e informatici. Molta importanza era data alla capacità di analisi dell'organizzazione aziendale, al fine di redigere rapporti sull'efficienza e di indirizzare a soluzioni atte a risolvere problemi di carattere gestionale; servendosi soprattutto della contabilità analitico-gestionale. Le materie caratterizzanti di questo percorso di studi erano Economia Aziendale eDiritto.
Riforma Gelmini
Con la riforma Gelmini si passa da 5 settori e 27 indirizzi a 2 macrosettori e 6 indirizzi. L'ultimo anno saranno presenti stage e tirocini, laddove disponibili.[2][3]
Tuttavia col nuovo ordinamento è data facoltà agli istituti di accordarsi con i centri di formazione professionale delle rispettive regioni per far conseguire agli studenti un attestato di qualifica regionale alla fine del terzo anno. Per rendere fattibile questa possibilità è condizione imprescindibile che esista, nell'ambito della formazione professionale regionale, un percorso formativo coerente con l'iter di istruzione che gli allievi degli istituti professionali hanno intrapreso.
Di seguito la tabella di confluenza dei precedenti ordinamenti:[4]
Ordinamento attualeOrdinamento previgenteIstituto professionale,settore serviziServizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Indirizzi agroambientali Servizi socio-sanitari Indirizzi socio-sanitari Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera Indirizzi alberghieri e della ristorazione Indirizzi atipici Servizi commerciali Servizi commerciali e turistici Istituto professionale,settore industria e artigianatoManutenzione e assistenza tecnica Indirizzi industriali e artigianali Produzioni industriali e artigianali Indirizzi industriali e artigianali Indirizzi atipici
1. Settore servizi
Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Indirizzo che va a sostituire l'istituto professionale per l'agricoltura e l'ambiente.
Servizi socio-sanitari
Articolazione odontotecnico
Articolazione ottico
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto Professionale, settore servizi, indirizzo servizi socio sanitari (B2);
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materie: Scienze Umane e Sociali (psicologia, pedagogia, sociologia, antropologia) e Psicologia Generale ed Applicata
Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera
Articolazione enogastronomia
Articolazione servizi di sala e vendita
Articolazione accoglienza turistica
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto Professionale, settore servizi, indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”articolazione accoglienza turistica (B3); La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materie: Tecniche di comunicazione;
Servizi commerciali Indirizzo che va a sostituire l'Istituto professionale per il Commercio.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto Professionale, settore servizi, indirizzo servizi commerciali (B4);
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materie: Tecniche di comunicazione;
2. Settore industria e artigianato
Produzioni industriali e artigianali
Articolazione industria
Articolazione artigianato
Manutenzione e assistenza tecnica
19. STORIA DELL'UNIVERSITA'
Indice:
1. Storia del Dipartimento di Scienze Umane
2 .Storia Completa dell' Università di Foggia
3. Etimologia della parola Università
4. Storia dell' Università e della Goliardia
20. STORIA DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE UMANE (ex Facoltà l. 240/10 Scienze della Formazione, Ex Facoltà di lettere e Filosofia, Ex Facoltà di Magistero )
La storia della Facoltà di Magistero (4 anni) di cui la dizione era già conosciuta nel 1882: che da Istituto Superiore Femminile di Magistero 1882, nel 1936 diventa Facoltà di Magistero con il corso diDiploma di laurea (D.L.) in pedagogia (4 anni) L 072, L073, e da L224 a L244 che potevano anche insegnare nelle scuole superiori. Le abilitazioni separatamente conseguite per le classe A36 (filosofia, psicologia e scienze dell’educazione negli istituti secondari di II grado); A37 (filosofia e storia nei licei); A043 (italiano, storia e geografia,ed educazione civica nella scuola media), A050 (lettere negli istituti secondari di II°grado) e A051 (italiano e latino nei licei e negli istituti), conferiscono l’abilitazione anche per la classe A052 (italiano, latino e greco nei licei classici) e valida l'abilitazione all'insegnamento anche nei giardini d'infanzia che essendo il pedagogista, titolo superiore assorbiva anche quello di insegnante di scuola materna (scuola magistrale) abilitazione AA00 e insegnante di scuola elementare (istituto magistrale)abilitaz. EE00, istituiti con regio decreto 6 maggio 1923, n. 1054.Con la Legge 18 marzo 1968, n. 444 Ordinamento della scuola materna statale definiva i ruoli e le funzioni delle ispettrici che debbono essere fornite della Laurea( D.L.) in Pedagogia (4 anni) con funzioni di ispettori di scuole materne ed elementari di un intero circolo didattico mente furono istituite le (SDFS) scuole dirette a fini speciali ( (3 anni) istituite con il DPR 162/82 e soppresse nel 2005 : F010 assistenza sociale psichiatrica, F022 Educatore Comunità, F023 Educatore Professionale, F024 Educatore Sanitario, F072 Tecnico della riabilitazione psichiatrica e sociale, F 116 terapisti della riabilitazione t., F117 terapisti della riabilitazione occupazionale, F118 terapisti della riabilitazione neuro psico motricità dell'età evolutica, F. 0225 educatore di comunità, F. 234 educatore professionale, e i vecchi (D.U.) Diplomi Universitari 3 anni istituiti con la legge 19 novembre 1990 n. 341, e soppressi con la riforma Berlinguer del 1999 D.U. di Diploma di Vigilanza (3 anni) E001, per la funzione di direttore nelle scuole materne ed elementari a cui per accedere devono essere fornite di Diploma Universitario di vigilanza (3 anni) o della Laurea in pedagogia (4 anni) che essendo titolo superiore assorbiva anche il Diploma Universitario di vigilanza (3 anni). I pedagogisti con laurea (4 anni), inoltre, assorbivano anche i Titoli delle cosiddette Scuole dirette a Fini Speciali (3 anni) precedentemente dette perchè ritenuto Titolo superiore.Le insegnanti invece della scuola materna statale debbono essere fornite di diploma rilasciato dalle scuole superiori: Scuole Magistrali (3 anni per scuola materna)D018, o dagli Istituti Magistrali (4 anni per scuole materne ed elementari) D017. Per ciò che concerne il Diploma di Laurea in pedagogia 4 anni vecchio ordinamento è prescritta un'abilitazione specifica che si consegue contestualmente al concorso di cui al successivo art. 14 di medesima legge.Tale corso di Diploma di Laurea (D.L.) in Pedagogia nel 1993 viene trasformato in Diploma di laurea (D.L.) 4 anni in Scienze dell’Educazione codice L 083 perché erano più preparati in vari settori che riportava l’indirizzo scelto. Nel 1995 è stata soppressa la Facoltà di Magistero e sostituita dalla Facoltà di Scienze della Formazione, formava Diplomi di Laurea (D.L) 4 anni in Scienze dell’Educazione L 083 in 3 indirizzi: 1. L 083 insegnanti scienze dell’educazione , (4 anni) classe A36 filosofia psicologia e sociologia; A37 filosofia e storia; A043 (italiano storia e geografia,scuola media oggi chiamata secondaria di I grado), A050 (lettere, negli istituti di II°) dopo aver fatto la SSIS di durata biennale.2. L 083 educatore professionale extrascolastico, (erronemente chiamati), (4 anni) pedagogista all’interno di istituti socio-sanitari.3. L 083 esperto nei processi formativi v. o. vecchio ordinamento ''' (4 anni) dirigente, formatore specializzato nelle aziende.
eScienze della formazione primaria (4 anni) per gli insegnanti di scuola materna ed elementare.
la cosiddetta riforma Zecchino definisce la dizione di Diploma di Laurea articolo 17, comma 95 della legge 127/1997 .D.M. 10.06.1998 (G.U. n. 168/21.07.1998) stabilisce che il diploma di laurea in Pedagogia 4 anni è equipollente al diploma di laurea in Scienze dell’educazione 4 anni. La riforma Universitaria D.M. 509/99 riforma Zecchino sostituiva il vecchio odinamento (V.O.) diploma di Laurea 4 anni con il nuovo ordinamento ( N.O.) 3+2= 5 anni ma :
Lauree 3 anni (Decreto Ministeriale n. 270 del 22 ottobre 2004) Dalle scuole dirette a fini speciali (SDFS) istituite con il DPR 162/82 e soppresse nel 2005 : F010 assistenza sociale psichiatrica, F022 Educatore Comunità, F023 Educatore Professionale, F024 Educatore Sanitario, F072 Tecnico della riabilitazione psichiatrica e sociale, F 116 terapisti della riabilitazione t., F117 terapisti della riabilitazione occupazionale, F118 terapisti della riabilitazione neuro psico motricità dell'età evolutica, F. 0225 educatore di comunità, F. 234 educatore professionale, e dai vecchi (D.U.) Diplomi Universitari 3 anni istituiti con la legge 19 novembre 1990 n. 341, e soppressi con la riforma Berlinguer del 1999 D.U. di Diploma Universitario di Vigilanza E001,invece il D.U. Operatori psicopedagogici è stato annesso alla Laurea triennale 34 Scienze e tecniche psicologiche L-24 Scienze e tecniche psicologiche. Nel 2011 con la riforma Universitaria D.M. 509/99 riforma Zecchino furono equiparate con le nuove lauree (L) (tre anni) definite lauree di primo livello L18 in educatore (con varie diciture: educatore sociale, educatore nido, formatore, formatore continuo, etc.) e la SNT/2 educatore sanitario.Poi L. 270/04 Moratti trasformò la Laurea L 18 in educatore professionale (con varie diciture: educatore sociale, educatore nido, etc.) in L 19 in educatore professionale (con varie diciture: educatore sociale, educatore nido, etc.) e la SNT/2 educatore sanitario in L-SNT/2 educatore sanitario.Esse sono equiparate:ai sensi del D.M. MIUR 509/1999, il titolo di Diploma Universitario (D.U.) e delle Scuole Dirette a Fini Speciali (SDFS) purché sia di durata triennale (e non biennale) sono divenuti equipollenti alle Laurea (L), L18 e SNT/2 e alle attuali lauree L19 e L-SNT/2, come stabilito anche dalla legge n. 240 del 2010 Riforma Gelmini.A questi Laureati triennali spetta il ''Titolo di Dottore Educatore Professionale ai sensi dell'art. 13 comma 7 del D.M. 270/04 riforma Moratti.''
Lauree Magistrali:Lauree specialistiche poi Lauree Magistrali 3+2=5 anni o 5 anni a ciclo unico: Decreto Ministeriale di Determinazione delle Classi di Laurea Magistrale del 16 marzo 2007).
La riforma Universitaria D.M. 509/99 riforma Zecchino determina Le Lauree Specialistiche (LS) 3+2=5 anni o Lauree Specialistiche a ciclo unico 5 anni definite entrambe lauree di II livello, e la riforma Moratti da l’equipollenza ai Diplomi di Laurea (D.L.) 4 anni vecchio ordinamento (V.O.) con le nuove lauree specialistiche L.S. cosi divise in tre classi:
56/S Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, pedagogia clinica 3+2=5 anni,65/S Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua 3+2=5 anni, 87/S Scienze pedagogiche, Con SSIS insegnamento nella 36/a e 37/a ; consulenza pedagogica 3+2=5 anni;
S/85 BIS: a ciclo unico 5 anni scienze della formazione primaria Con SSIS insegnamento in materne ed elementariSNT/02/S Educatore Sanitario Specializzato , uscente dal Dipartimento di Medicina 3+2=5 anni ,
In tal modo si amplia l’offerta formativa della Facoltà di Scienze della Formazione con figure di: Educatore professionale sociale 3 anni, educatore asilo nido 3 anni, formatore 3 anni, scienze della formazione primaria che da DL 4 anni passa a 5 anni a ciclo unico, LS (56;65;87) pedagogista 3+2= 5 anni,
Un terzo passaggio si ha con la riforma Moratti D.M. 270/04 difatti, furono soppresse le Lauree Specialistiche (LS) per divenire Lauree Magistrali (LM) e con il D.M. del 16 marzo 2007 il Ministro Fabio Mussi '''definisce le classi di Laurea Magistrale (LM) 3+2=5 anni oppure 5 anni a ciclo unico. La nuova laurea quinquennale o 3+2 chiamata, oggi, Laurea Magistrale o di II livello, si pone in continuità con i pedagogisti, già da molti anni operanti nei diversi servizi alla persona, delle precedenti lauree, difatti il MIUR('''D.M.9-7.09 G.U. 7-10-09 n.233. Ministro Gelmini) ha equiparato i vecchi Diplomi di Laurea (DL) 4 anni con le nuove Lauree Specialistiche (LS) 3+2=5 e le nuovissime Lauree Magistrali (LM) 3+2=5 anni, ai fini dei pubblici concorsi abilitando tutte queste qui di seguito alla professione di Pedagogista. A tutte queste spetta il ''Titolo di Dottore Magistrale Pedagogista ai sensi dell'art. 13 comma 7 del D.M. 270/04 riforma Moratti.''
LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi, pedagogia clinica, 3+2= 5 anniLM-57 Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua (magistrale della formazione continua), 3+2= 5 anniLM-85 Scienze pedagogiche, con TFA dal 2010 solo 36/a; consulenza pedagogica, 3+2= 5 anni LM-93 Teorie e metodologie dell'e- learning e della media education 3+2=5 anni
LM 85 BIS Scienze della Formazione primaria (5 anni ciclo unico)con due indirizzi: 1. infanzia e 2. primaria;LM SNT2 Educatore Professionale Sanitario Specializzato 3+2= 5 anni, in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie uscente dal Dipartimento di Medicina.
La SISS di durata biennale per l’abilitazione all’ insegnamento è stata chiusa definitivamente nell'Anno Accademico 2008-2009 al suo posto il TFA Tirocinio Formativo Attivo di durata annuale attuale.
Inoltre come da Legge del 30-12 n. 240/’10, detta anche Legge Gelmini la Facoltà di Scienze Della Formazione, come tutte le altre Facoltà, viene soppressa nel 2012 per lasciare spazio ai Dipartimenti: il Dipartimento afferente alla ex Facoltà di Scienze della Formazione è il Dipartimento di Scienze Umane che oltre alle figure precedentemente dette forma anche: lettere, filosofia, antropologia, psicologia, sociologia e assistenti sociali eccetto Giurisprudenza che pur appartenendo alle discipline Umane hanno un Dipartimento a sé. Alcune città hanno unito ulteriormente i Dipartimenti in alcuni casi i Dipartimenti Umanistici con i Dipartimenti Sanitari in altre col Dipartimento di Scienze Giuridiche.Tutti questi corsi di Laurea danno la possibilità di conseguire la Laurea 3 anni o la Laurea Magistrale 3+2= 5 anni, alcune Lauree Magistrali invece 5 anni a ciclo unico.
Oggi, chi vuole intraprendere i studi umanistici dopo la scuola secondaria di I° grado (scuola media triennale), molto indicati, sono i due licei (scuole secondarie di II° grado): il classico (1-2-3-4-5 anno Liceo Classico = 5 anni) o/e soprattutto il liceo di scienze umane (5 anni) uno dei due indirizzi: classico o opzionale. Propedeutici all’ iscrizione all’ Università di qualunque Dipartimento e di qualunque Corso di Laurea e Laurea Magistrale.
In particolare, nel Dipartimento Umanistico nelle Discipline pedagogiche che dal 2015/16 saranno i nuovi diplomati del liceo delle scienze umane pronti ad iscriversi al corso di Laurea L-19 educatore sociale, educatore nido o formatore continuo di cui avremo i primi laureati nell' a.a. 2017/18 e i primi Laureati Magistrali Pedagogisti in (LM 50, LM 57, LM 85, LM 93 li avremo nell' a.a. 2019/2020) e i primi ad aver fatto il TFA nel 2020/2021, Cosi avremo i primi insegnanti di Scienze Umane nei Licei nei 2021/22 oppure, i diplomati in Scienze Umane che nel 2015/16 si iscrivono alla Laurea Magistrale a ciclo unico LM 85 BIS per diventare insegnanti di scuola d'infanzia o primaria di cui i primi Laureati Magistrali li avremo nel a.a. 2019/20)e dopo i concorsi nel 2020/21 dal 2021/22 ci saranno solo Laureati e Laureati Magistrali all' interno dei nidi, scuole materne ed elementari:
In Breve per le professioni pedagogiche:
per diventare insegnante di asilo nido bisogna fare 3 anni come educatore nido (L 19),Per diventare formatore per le aziende bisogna fare 3 anni (L 19) in scienze della formazione continua, per diventare Educatore Professionale Sociale ( l-19) bisogna fare 3 anni
per diventare insegnante di scuola d'infanzia o primaria bisogna prendere Scienze della Formazione Primaria (LM 85-bis a ciclo unico 5 anni), divisi in due rami: 1 per scuola d’infanzia e 2 per scuola primaria,
Per diventare Pedagogisti bisogna fare 3 anni ( l 19) poi bisogna proseguire gli studi e fare +2 anni= 5 anni, Laurea Magistrale ('''LM 50, LM 57, LM 93, LM 85 con TFA Tirocinio Formativo Attivo di durata annuale per l' insegnamento scuola secondaria di II grado la materia Scienze Umane ex 36/A oggi A-217 c/o il Liceo delle Scienze Umane o c/o l'Istituto Professionale,le materie scienze umane e sociali nel primo biennio e nel secondo triennio la materia psicologia generale ed applicata, oppure la materia tecniche della comunicazione C/o Istituto Tecnico settore Economico indirizzo Discipline Turistiche e aziendali, o c/o l'istituto tecnic settore economico indirizzo Economia aziendale e geopolitica, o c/o l'istituto professionale settore servizi indirizzo tecniche professionali dei servizi commerciali, o c/o l'istituto professionale settore servizi indirizzo tecniche di comunicazione nei servizi commerciali, o la materia teoria della comunicazione c/o l'istituto tecnico settore tecnologico indirizzo grafica e comunicazione.
La materia Filosofia e storia ex 37/A oggi A-117 non è più possibile insegnarla, ma tra un po verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'accorpamento della A-217 e A- 117 in un unico codice A-17 Materia Scienze Umane Filosofia e Storia.
Quindi le LAUREE MAGISTRALI 5 ANNI A CICLO UNICO E 3+2=5 ANNI NUOVISSIMO ORDINAMENTO; LAUREE SPECIALISTICHE NUOVO ORDINAMENTO 5 ANNI A CICLO UNICO E 3+2=5 ANNI e I DIPLOMI DI LAUREA 4 ANNI VECCHIO ORDINAMENTO hanno pari dignità...cosi avremo che, le professioni abilitate alla professione di PEDAGOGISTA sono:
DALLE FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA E MAGISTERO:Diploma di laurea (D.L.)Pedagogia,(4 anni) vecchissimo ordinamento (V.O.) in: L 072, L 073 e da L 224 a L 244;
DALLA FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE:Diploma di laurea (D.L.) (4 anni) vecchio ordinamento (V.O.) in: Scienze dell’Educazione L 083 i 3 indirizzi:1. insegnanti scienze dell’educazione, (4 anni), per scuole superiori;2. educatore professionale, (erroneamente chiamati) (4 anni), per adulti;3. esperto nei processi formativi (4 anni), per adulti.
DALLE FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE E DI MEDICINA Lauree Specialistiche (LS) nuovo ordinamento (N.O.) 3+2=5 anni in: 56/S Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, pedagogia clinica, 3+2=5 ANNI;65/S Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, 3+2=5 ANNI ;87/S Scienze pedagogiche, consulenza pedagogica, 3+2=5 ANNI;SNT/02/S Educatore Sanitario Specializzato, uscente dal Dipartimento di Medicina, 3+2=5 ANNI;
DAI DIPARTIMENTi DI SCIENZE UMANE E MEDICINA Lauree Magistrali'''(LM) nuovissimo ordinamento (N.O.) 3 + 2 anni= 5 anni in: LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi, pedagogia clinica, 3 + 2 anni= 5 anni; LM-57 Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, 3 + 2 anni= 5 anni;LM-85 Scienze pedagogiche, consulenza pedagogica, 3 + 2 anni= 5 anni;LM-93 Teorie e metodologie dell'e- learning e della media education, 3 + 2 anni= 5 anni;LM SNT/2 Educatore Professionale Sanitario Specializzato in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie uscente dal Dipartimento di Medicina, 3 + 2 anni= 5 anni.
Le lauree Magistrali, oggi, si acquisiscono con 180+120= 300 CFU compreso di: 2 Tirocini Formativi Professionali''' (1 della Laurea Triennale e 1 della Laurea Magistrale) e 2 tesi di Laurea una della Triennale e una della Magistrale con peso maggiore. Per l’insegnamento alle scuole superiori un anno di TFA.Le Scienze Pedagogiche rientrano tra le scienze sociali o umane o molli.
Il colore di Laurea delle vecchie facoltà di Magistero e Pedagogia era l'amaranto.'''Il colore di Laurea,'''utilizzato precedentemente, dalle Lauree specialistiche LS, e oggi '''delle nuove Lauree Magistrali LM in Pedagogia LM 50, LM 57, LM 85, LM 93, generalmente, è il rosa acceso come a Padova e Foggia; solo a Bologna è il bianco; alcune Facoltà come Trieste riportano il grigio .'''Mentre il velo per la confezione di confetti e il nastrino sono di colore rosa, solo i confetti sono rigorosamente rossi simbolo della laurea per eccellenza anche se tale colore appartiene a medicina.Mentre il simbolo della pedagogia è un gufo stilizzato di colore rosa su di un libro color rosa.
Ai sensi della Normativa Europea (Proposta di Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2006/0163 (COD) sulla Costituzione del Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli per l’apprendimento permanente) si specificano le conoscenze, le abilità e le competenze che delineano il profilo professionale in uscita del pedagogista che corrisponde al VII livello dell'EQF (Lauree Magistrali). A differenza però dei pedagogisti italiani gli altri pedagogisti dell’ Unione Europea possono iscriversi alle scuole di psicoterapia.
Indirizzi abilitanti per la c arriera Universitaria e l'insegnamento all' Universita:La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + la Carriera Universitaria (Cultore della Materia, Dottorato di Ricerca, Assegnista di Ricerca, Ricercatore, docente di II grado, docente di I grado, etc) abilita all Insegnamento Universitario
21. STORIA COMPLETA DELL' UNIVERSITA' DI FOGGIA
L’Università di Napoli aperta nel 1224,[l’Ordine Goliardico di Napoli oggi in sonno (cioè non riaperto) è la Lupa].Nel 600 furono istituite nella città di Foggia le accademie letterarie dei “Fantastici” “Volubili” e “Invogliati” fondati dal poeta G. Battista Vitale. Nel 1733furono istituite delle Chattedre ( Sede Distaccata) nella città di Foggia Avvocati e Regimentari di Foggia con il Protettore e mecenate il Cappellano Maggiore Monsignor Celestino Galiani Prefetto “dell’Università dei Reggi Studi di Napoli”paragonabile all’odierno Rettore.Nel 1742 sotto il Governo del Mastro Giurato Giulio Capace Scondito, furono istituite delle cattedre con il Titolo “Maestri dell’Umanità, Filosofia, Legge e Grammatica”.L’autorizzazione per l’istituzione delle Cattedre di “Umanità seu Retorica” e “Filosofia e Legge fu concessa nel 1744 con Regio assenso della Reale Camera di Santa Chiara Decreto dato per la terza Rota di questa Regia Camera”Le cariche furono attive fini alla fine del ‘700. Nel 1800 fu istituita a Foggia la Cattedra di Fisica ed Agricoltura retta dallo scienziato G. Rosati.Dopo la sua morte si era ricostituita come cattedra di Economia Rurale dopo un concorso vinto da Luca Vezi che avrà sede presso il Collegio degli Scolopi dove oggi c’è il conservatorio musicale, a Vezi seguirono i Prof. Bortolo Bocolo di Foggia e Vincenzo Nigri fondatore dell’omonimo Osservatorio. Alla Cattedra di Economia Rurale nel 1858per disposizione reale se ne aggiunsero altre 4: Diritto e Procedura Civile, Diritto e Procedura Penale, Scienze Naturali e Chimica, Anatomia Umana Comparata e Fisiologia. Nel 59 se ne aggiunsero altre 3:Medicina Pratica Legale, Patologia Chimica ed Ostetricia, Diritto Romano e Patrio.Nel 1861 con L’unita D’Italia furono soppresse anche se furono fatti vari tentativi di salvarle dal Sindaco di Foggia Lorenzo Scilitani. Con questi appelli Foggia riusci a salvare solo la Sede del Liceo divenuto in seguito Comunale e poi Statale.Le esigenze dei cittadini e l’entusiasmo di pochi producono iniziative luminose in periodi scuri della Nostra Storia. Talchè negli anni 1918-19 e 1919-20 per iniziativa del Prof. Benedetto Biagi nacque a Foggia l’Università Popolare sostenuta da un comitato di professori e regolare consiglio di Amministrazione finanziata da vari Enti cittadinidal Ministero e circoli cittadini.Docenti provenienti da Università lontane svolsero lezioni di Giurisprudenza, Letteratura, Microbiologia, Igiene, Storia.Ma duro qualche anno. Negli anni 60 si cominciò a sentire l’esigenza culturale di una sede universitaria nella Città di Foggia. Il 2- 12-88 iniziarono i Seminari con lezioni di Economia e Commercio. Il 28-12-88 Il Ministero disattendendo il parere del CUN aveva indicato per L’università di Bari la sede gemmata a Foggia con le Facoltà di Economia e Commercio, Giurisprudenza e Agraria(corso di Laurea in Tecnologie Alimentari). Il 12-05-89 con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri venne approvato il Piano di Sviluppo dell’Università 86-90.Il decreto fu pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15-05-89.L’iter Legislativo era finito ed assegnava a Foggia l’inizio delle attività didattiche e di ricerca Anno Accademico 90-91- strutture pronte dell’Ateneo e Facoltà di Agraria in Via Napoli.!5-!!-!990 ore 10:00 prima lezione della Sede Gemmata a Foggia dell’Università di Bari orgoglioso il Rettore Alto e i Presidi Girone, Spinelli, Belletti.Il 12-01-91 ci fù l’inaugurazione della sede gemmata di foggia dell’Università di Bari.Il 1-11-92 furono istituiti i seguenti Diplomi Universitari: Ingegneria Meccanica all’Altamura, Economia del Turismo ed Economia e Amministrazione Aziendale alla ex scuola dei servizi sociali,Produzione Vegetale alla Facoltà di Agraria, Scienze Infermieristiche nella sala Turtur AUSL di Foggia.Il 10-10-93 prima lezione del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia(Chimica).I primi esami si tennero a giugno 91.La prima Laurea fu H.C. conferita il 15-10-94 ad Antonio Fazio, Governatore della Banca D’Italia. Il 22-10-94 primi laureati in Economia e Commercio, Marzo 97 prime lauree in Medicina e Chirurgia.Poi il 05-08-99 ore15:25 fu firmato il decreto per l’Autonomia dell’Università di Foggia,il 18/08/99 fu pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Il 01-11-99iniziano le lezioni dell’Università degli Studi di Foggia.
22. ETIMOLOGIA DELLA PAROLA UNIVERSITA'- ATENEO- ACCADEMIA
L'etimologia della parola università deriva dal latino universitas= complesso di tutte le cose, che, a sua volta, deriva dall'aggettivo universus tutto intero. Col termine Universitas (studiorum) si intende un luogo pubblico ove si insegna l'universalità delle scienze, intorno all' XI secolo si sviluppo'un sistema di studio intorno alle chiese e ai conventi europei, dove si tenevano lezioni, con letture e commento di testi filosofici e giuridici, e presso cui, docenti e studenti cominciarono a organizzarsi in corps corporazioni o universitates. ATENEO - Altro nome dell'Università, deriva dal nome della dea greca Atena (Minerva), dea della sapienza. ACCADEMIA - Deriva il suo nome dalla famosa scuola di filosofia fondata da Platone e dedicata all'eroe greco Academo.
Oggi, assume il significato di Istituzione scientifico-didattica e culturale in senso ampio, pubblica o privata, che rappresenta il più alto livello di istruzione, ed è articolata in Dipartimenti ove si svolge la didattica e si effettua la ricerca, essi offrono 2 livelli di istruzione:
corsi di Laurea 3 anni,
ecorsi di Laurea Magistrale 3+2= 5 anni ,
corsi di Laurea Magistrale 5 o 6 anni a c.u. (ciclo unico).
- Nascita del obbligo scolastico
- Etimologia del termine scuola
- Storia dell' asilo nido
- Storia della sezione primavera
- Storia della scuola d'infanzia
- storia della scuola primaria
- 5.1. Storia della primina
- 5.2. Storia della primaria
- Storia della scuola secondaria di I° grado
- Storia della Scuola di II° grado
- tutti gli Istituti secondari di II° grado secondo la riforma Gelmini 240/10
- Storia del Liceo Classico
- Storia del Liceo Scientifico
- Storia del Liceo delle Scienze Umane
- Storia del Liceo Linguistico
- Storia del Liceo Artistico
- Storia del Liceo Musicale e Coreutico
- Storia degli Istituti Tecnici
- Storia degli Istituti Professionali
- Storia dell' Università
- Storia del Dipartimento di Scienze Umane
- Storia dell' Università di Foggia
- Etimologia della parola Università-Ateneo-Accademia
- Storia dell' Università e della Goliardia
1. NASCITA DELL' OBBLIGO SCOLASTICO
Dagli anni settanta del XX secolo, l'obbligo scolastico in Italia valeva fino al conseguimento della licenza di scuola media inferiore e, in ogni caso, fino a 16 anni di età. Lavori a qualunque titolo e tipologia contrattuale per persone di età inferiore ai 16 anni sono una forma di lavoro minorile, che costituisce reato.L'obbligo formativo è stato introdotto dal ministro Luigi Berlinguer insieme all'innalzamento da 8 a 10 anni dell'obbligo scolastico. Tale innalzamento si sarebbe dovuto compiere nell'arco di alcuni anni, infatti inizialmente l'obbligo veniva prolungato solo fino ai 9 anni. La legge De Mauro-Berlinguer prevedeva anche un riordino dei cicli che avrebbe portato una unificazione tra scuola elementare e scuola media accorciando la durata di tale percorso di un anno.In tal modo l'obbligo scolastico fino ai 10 anni avrebbe messo gli studenti nella condizione di frequentare 3 anni di scuola superiore ottenendo una qualifica.All'interno di tale quadro venne progettato il "NOF", nuovo obbligo formativo, che prevede il diritto dovere di permanere nei vari canali della formazione-istruzione fino al compimento del diciottesimo anno.Con la riforma Moratti l'innalzamento dell'obbligo scolastico venne annullato, mentre venne mantenuto l'obbligo formativo. Tale obbligo prevedeva che gli studenti, dopo il conseguimento del diploma di scuola secondaria inferiore, si iscrivessero o alle scuole secondarie superiori o a un corso di formazione o che mettessero in atto forme di alternanza tra formazione e lavoro (apprendistato).Con il passaggio del ministero a Giuseppe Fioroni, attraverso l'art. 1 comma 622 della 27 dicembre 2006 n. 296 (legge finanziaria per l'anno 2007), l'obbligo scolastico è stato nuovamente innalzato a 10 anni e, in ogni caso, fino al sedicesimo anno di età. Di conseguenza l'età per l'accesso al lavoro è stata elevata a 16 anni. Meno di due anni dopo il governo Berlusconi IV, modificando la legge 296/2006,[2] ^ Art. 64 legge 133/2008 cotemplò la possibilità che l'obbligo scolastico, nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici, sia assolvibile anche attraverso percorsi di istruzione o formazione professionale. La maggioranza presentò poi un disegno di legge nuovamente dedito all'introduzione dei giovani nel mondo del lavoro. Questi avrebbero potuto infatti trascorrere l'ultimo anno di obbligo formativo (ovvero 16° di età di norma) in aziende del territorio, tramite contratti di apprendistato.Per la Scuola, l'obligo può finire a 15 anni. Quest'ultimo disegno si scontrò con grandi critiche da parte di vari sindacati, del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori; e nonostante un lunghissimo iter parlamentare non venne approvato. Con la nuova riforma Gelmini del 2010 l'obbligo formativo è stato abbassato sino all'età di 15 anni.
2. ETIMOLOGIA DEL TERMINE SCUOLA
Il termine scuola deriva dalla parola latina schola, derivato a sua volta dal greco antico σχολεῖον (scholeion), da σχολή (scholḗ). Il termine greco significava inizialmente "tempo libero",per poi evolversi: da "tempo libero" è passato a descrivere il "luogo in cui veniva speso il tempo libero", cioè il luogo in cui si tenevano discussioni filosofiche o scientifiche durante il tempo libero, per poi descrivere il "luogo di lettura", fino a descrivere il luogo d'istruzione per eccellenza.« La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica. »(Statuto delle studentesse e degli studenti della Repubblica Italiana, art. 1 comma 1.)Una scuola è un nome generico che indica un'istituzione destinata all'educazione e all'istruzione di studenti e allievi sotto la guida di varie tipologie di figure professionali appartenenti al settore dei lavoratori della conoscenza. Questi ultimi, tenendo conto di un definito contesto di partenza e delle finalità proprie dell'istituzione educativa, redigono ed applicano un progetto educativo che, avvalendosi di appropriate metodologie didattiche, si propone di raggiungere gli obbiettivi educativi previsti sviluppandosi secondo una precisa scansione temporale. Ciò al fine di soddisfare i bisogni educativi dell'utenza.La maggior parte dei paesi hanno sistemi di educazione formale generalmente obbligatori (obbligo formativo) nei quali gli studenti progrediscono attraverso la frequenza di varie tipologie di scuole. I nomi di ques variano da paese a paese ma comprendono generalmente: 1) la scuola elementare per l'educazione primaria dei bambini[2] e 2) la scuola secondaria per l'educazione secondaria dei ragazzi che hanno completato l'educazione primaria. L'istituzione che affronta l'educazione superiore, è comunemente chiamata università.Nel 1792, in seguito alla Rivoluzione francese, la scuola venne definita pubblica , obbligatoria e gratuita, infatti sia i maschi che le femmine dovevano accedervi. Inizialmente, essa era divisibile in quattro livelli di istruzione nettamente distinti: elementare, medio-inferiore, medio-superiore (al quale si affiancarono i licei) e universitario. Nel 1810, Gioacchino Murat decretò l'obbligatorietà della scuola primaria italiana..
3. STORIA DELL' ASILO NIDO
Viene chiamata asilo nido la struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi ed i 3 anni e che precede l'ingresso alla scuola dell'infanzia.Nascita degli asili nido
Friedrich Froebel-Bardeen, inventore del giardino d'infanziaLe esperienze originali riconducibili agli attuali asili-nido (e scuole per l'infanzia) risalgono al Secolo XVIII, e tra queste la prima è attribuita al filantropo e riformatore sociale Robert Owen, che aprì una scuola per l'infanzia a New Lanark, in Scozia. A Friedrich Froebel è riconosciuta la paternità del nome "Kindergarten", con cui ribattezzò nel 1840 la sua "Scuola di giochi ed attività" fondata nel 1837 in Turingia (Germania). Le educatrici formate da Froebel aprirono Kingertarten in Europa e nel mondo.In Italia, il 17 giugno 1850 a Milano viene fondato il primo asilo -nido "Ricovero per lattanti" per i figli delle operaie, istituzione laica e gratuita, grazie alla filantropa Laura Solera Mantegazza e a un gruppo di studiosi che denunciano il fenomeno dell'abbandono minorile. Altri asili-nido verranno fondati successivamente a Milano, e nella stessa città ,grazie a questi interventi, verrà abolita, nel 1868,la Ruota degli esposti, dove i bambini venivano abbandonati. Il regime fascista istituisce nel 1925 l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, che ha come obbiettivi la difesa ed il potenziamento della famiglia e della natalità. Nel pieno spirito del regime fascista, lo scopo dell'opera è quello di espellere le donne dal mondo del lavoro affinché possano dedicarsi esclusivamente alla maternità per dare figli al regime. Accanto a questo proposito, l'opera però sostiene le madri bisognose e indigenti, promuove la diffusione di conoscenze scientifiche riguardo alla puericultura e istituisce la creazione di asili nido, con carattere assistenziale, nelle fabbriche in cui lavorano più di 50 donne.La legge che istituisce gli asili nido veri e propri è però del 1971, ed è la legge 1044/71, che definisce il nido come un "servizio sociale di interesse pubblico". La sua funzione è però ancora solo assistenzialistica, e non viene fatto cenno alle potenzialità educative di un asilo nido.Le carattersitiche:l'asilo nido è una istituzione di carattere assistenziale ed educativo derivante da esigenze della società moderna: la madre, pur avendo il diritto di usufruire di periodi di assenza dal lavoro per il primo anno di vita del bambino, ha spesso difficoltà a provvedere all'assistenza del piccolo; qui si inserisce il nido, che le viene in aiuto accogliendo minori dai tre mesi ai 3 anni di età.La capienza di ogni asilo dovrebbe corrispondere ad un massimo di 60-70 posti, mentre quella minima è di 25. Le zone in cui gli asili dovrebbero sorgere sono quelle a maggiore densità di popolazione. Le finalità dell'asilo nido sono sostanzialmente tre:· educative, affiancando i genitori nella crescita dei loro figli, attraverso anche un Progetto Educativo stilato dai Pedagogisti e praticato dagli educatori che comprende attività che cercano di soddisfare i bisogni dei bambini nel rispetto dei loro tempi di crescita ;· sociali, offrendo ai bambini un luogo di socializzazione e di relazione con gli altri bambini;· culturali, in quanto offrono un modello culturale che non opera discriminazione nell'erogazione del servizio, e sono inoltre luoghi di promozione della cultura dei diritti dell'infanzia.Esistono, ad oggi, diverse interpretazioni del servizio che offrono sul territorio nazionale analoghi supporti educativi nati dal servizio di Asilo nido: Nido famiglia, educatrice familiare, Micro nido, Nido aziendale, Centro infanzia e il nido integrato.· Il micro nido corrisponde alla stessa tipologia strutturale dell'asilo nido salvo contenersi con un massimo di 12/15 bambini (indipendentemente dalla norma regionale che ne determina il tetto massimo).· Il nido famiglia si configura come un asilo "domiciliare" dove associazioni, organizzazioni, gruppi di mamme si auto-associano per costituire un asilo nido in casa.· L'educatrice familiare che corrisponde alla figura dell'educatore domiciliare.· Il nido aziendale, che rappresenta il servizio asilo nido nelle aziende.· Il centro infanzia, configurato come asilo nido associato ad una scuola dell'infanzia.· Il nido integrato che rappresenta l'asilo nido "integrato" alla scuola dell'infanzia e che accoglie bambini dai 18 mesi in poi.le caratteristiche strutturali dell'asilo nidoUna sezione di asilo nido: spazio per le attivitàGli asili sono normalmente realizzati in strutture preferibilmente monopiano di contenuta dimensione (difficilmente ospitano più di 60-70 bambini), realizzate su lotti autonomi con ampia area verde a disposizione.Gli asili sono concepiti in funzione dello specifico progetto educativo; tra gli spazi essenziali si possono richiamare:· il vano d'ingresso con funzione di accoglienza (anche per i genitori) e filtro, e gli spazi comuni;· le sezioni (unità minime funzionali) per ciascun gruppo di bambini;· gli spazi di servizio generali, per gli operatori ed i genitori;· le aree esterne.Le sezioni sono il cuore dell'asilo e sono normalmente divise tra lo spazio principale per il gioco e le attività, e lo spazio per il riposo o per attività tranquille. Per quanto possibile, ogni sezione è in diretta continuità con le aree esterne (in genere per mezzo di grandi vetrate), anch'esse attrezzate per attività formative e ludiche; anche per questo motivo è preferito sviluppare le sezioni al piano terreno, allo stesso livello delle aree verdi circostanti. Indirizzi abilitanti all'insegnamento all' asilo nido è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea (3 anni) L19 in educatore nido con valenza di abilitazione.
3. Storia della Sezione Primavera( pre- scuola d' infanzia)
Le “Sezioni Primavera”, in base alla Legge 27 Dicembre 2006 n. 296 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (legge finanziaria per il 2007) al comma 630 dell’art.1 e per l’esigenza di contrastare gli effetti dell’anticipo dell’età di accesso alla scuola dell’infanzia decretato dalla riforma Moratti, sono servizi socio-educativi integrativi alle attuali strutture dei nidi e delle scuole dell’infanzia concepite per bambini dai 2 ai 3 anni.
Le sezioni sperimentali aggregate alla scuola dell’infanzia vengono quindi a svolgere una duplice funzione: una di natura sociale ed assistenziale (ed in quanto tale ricadono sotto la podestà legislativa delle leggi regionali, sui servizi a domanda individuale) l’altra di carattere educativa (come suggerisce la Corte Costituzionale con Sentenza n.370/2003) a maggior ragione in quanto se ne propone l’assunzione di gestione, in via sperimentale, anche da parte delle scuole dell’infanzia statali oltre che fi quelle paritarie pubbliche (comunali) e private”.
Le sezioni “primavera” sono nate come classi-ponte tra il nido e la scuola dell’infanzia,
esse si rivolgonoai bambini di età compresa tra i 2 anni (compiuti entro il 31 dicembre) e i 3 anni (non ancora compiuti), che potrebbero risultare – da un punto di vista non strettamente “anagrafico” – troppo grandi rispetto ai compagni dell’asilo nido, ma troppo piccoli rispetto ai compagni della scuola dell’infanzia. Il nido – rispetto alle sezioni primavera – rappresenta una realtà più ovattata, protetta e raccolta, in cui si dà molta importanza al contatto fisico e i bambini sono meno indipendenti. Diverso è anche ilprogetto pedagogico: nelle classi-ponte, ruoli centrali assumono: il benessere, l’immaginazione, la creatività (più strutturata) e, ovviamente, le prime forme di linguaggio, con lo scopo di sviluppare e migliorare capacità psicomotorie, di attenzione, autonomia, comunicazione, espressione, gestione delle emozioni e maturazione della propria identità. Fondamentali sono anche il gioco e le relazioni con i compagni.
Il personale educativo deve possedere uno dei titoli di studio idonei per poter lavorare nelle scuola d’infanzia o nei nidi. Certamente,il personale educativo ha un ruolo centrale in presenza e supporto – anche materiale – che dovrà essere maggiore in una sezione primavera, per la presenza di bambini non ancora autonomi nel mangiare da soli, nell’igiene personale (molti porteranno ancora il pannolino), nel restare seduti e mantenere l’attenzione, nel riposino pomeridiano.Il rapporto educatore-alunni dovrebbe essere pari a 1 a 10 (in media, il numero di alunni per educatrice è maggiore rispetto al nido) e l’approccio educativo più “cognitivo” e meno “affettivo”, rispetto a quello utilizzato con bambini più piccoli.
Il pedagogista ha un ruolo di orientamento per i genitori nella scelta della sezione primavera e di supporto e consulenza genitoriale per i bambini che la frequentano.
I vantaggi: se il bambino è già abbastanza autonomo, si fa capire, è socievole e curioso e non ha frequentato il nido, la sezione primavera potrebbe rappresentare un inserimento più soft, sereno, consapevole e graduale nel mondo della “scuola”. Cosa valutare per decidere se iscrivervi o meno il proprio bambino, bisogna valutare – nel caso già frequenti un nido dove sia ben inserito – se il cambiamento non potrebbe rappresentare per lui un “trauma” troppo precoce ed evitabile.
Inoltre è estremamente importante prendere attentamente in considerazione il progetto pedagogico offerto dalle varie scuole e farci guidare soprattutto da questo nella scelta, valutando le possibili ricadute formative sui più piccoli, evitando così di soffermarci su questa opzione come alternativa al nido, perché i nostri bambini non sono stati ammessi o perché si tratta di un servizio dai costi più contenuti. Indirizzi abilitanti all'insegnamento della sezione primavera è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea (3 anni) L19 in educatore nido con valenza di abilitazione.
4. STORIA DELLA SCUOLA D'INFANZIA (ex scuola materna o asilo)
In Italia, la scuola dell'infanzia (originariamente chiamata scuola materna o asilo) si rivolge ai bambini dai 3 ai 6 anni d'età basandosi su un adatto progetto educativo. Può essere statale o organizzata da diversi soggetti: ordini religiosi, comunità locali, privati. La scuola dell'infanzia statale è integrata negli istituti comprensivi, pur mantenendo facoltativa l'iscrizione. Per bambini di età inferiore è previsto il nido d'infanzia.OriginiL'attuale scuola dell'infanzia trova le sue origini negli enti assistenzialistici promossi dagli Ordini religiosi, dai Comuni o dai privati. Nel regio decreto n. 1054 del 6 maggio 1923, art. 57, viene menzionata l'esistenza dei giardini d'infanzia o case dei bambini, che devono essere annesse agli istituti magistrali, ma la gestione non è del tutto statale. Bisogna attendere fino al 1968, quando con la legge 444 viene istituita la scuola materna, con organizzazione statale e con la pubblicazione degli Orientamenti per scuola materna (1969) che la uniformano a livello nazionale. Nel 1991 sono stati pubblicati i Nuovi orientamenti.StrutturaLa denominazione "Scuola dell'infanzia" è stata introdotta dagli Orientamenti del 1991 in sostituzione della dicitura "scuola materna", inserendola, in questo modo, a pieno titolo, nel sistema educativo. La durata della scuola dell'infanzia è di 3 anni, come già nei precedenti ordinamenti .Non riveste carattere obbligatorio; questa fase di scuola è generalmente caratterizzata da gioco e convivenza con i compagni, in preparazione alla scuola primaria. La scuola dell'infanzia è un ambiente educativo, di esperienze concrete e apprendimento riflessivo nei diversi ambiti della vita dei bambini. Le attività che vengono proposte vengono strutturate in relazione ai campi d'esperienza, ossia obiettivi di apprendimento da conseguire durante tutti i tre anni di scuola. Le Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia del 2007 li definiscono in questo modo:§ il sé e l'altro (le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme);§ il corpo in movimento (identità, autonomia, salute);§ linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità);§ i discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura);§ la conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura).
Generalmente, la scuola dell'infanzia si divide in tre sezioni per fasce d'età: "piccoli" (primo anno), "medi" o "mezzani" (secondo anno) e infine "grandi" (terzo anno). Le sezioni possono anche essere eterogenee, ossia accogliere bambini di 3, 4 e 5 anni, proponendo un modello di insegnamento diverso, che fa leva sullo stimolo e le sollecitazioni degli alunni più grandicelli che facciano da tutor per i più piccoliIndicazioni nazionaliAttualmente vengono seguite le "Indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell'infanzia 2012", che fanno riferimento sia agli Orientamenti del 1991, sia alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (pur non essendo una scuola dell'obbligo), in un'ottica globale di scuola. Dietro ai "Campi d'esperienza" si delineano i saperi disciplinari.§ Il sé e l'altroI bambini prendono coscienza della propria identità, scoprono le diversità, apprendono le prime regole della vita sociale. Acquistano consapevolezza delle proprie esigenze e sentimenti e sanno controllarli ed esprimerli in modo adeguato. Conoscono la loro storia personale e familiare, le tradizioni della comunità e sviluppano il senso d'appartenza. Si pongono domande e cercano risposte sulla giustizia e sulla diversità, arrivando ad un primo approccio della conoscenza dei diritti e dei doveri. Imparano ad esprimere i propri punti di vista e a rispettare quelli degli altri.§ Il corpo in movimentoI bambini conoscono ed acquisiscono controllo del proprio corpo, imparano a rappresentarlo. Raggiungono autonomia personale nell'alimentarsi, nel vestirsi e nel prendersi cura della propria igiene. Raggiungono diverse abilità nel movimento, anche fine, imparano a coordinarsi con gli altri e a rispettare regole di gioco.§ Linguaggi, creatività ed espressioneI bambini imparano ad apprezzare spettacoli di vario tipo, sviluppano interesse per la musica e per le opere d'arte. Imparano ad esprimersi con tutti i linguaggi del corpo utilizzando non solo le parole, ma anche il disegno, la manipolazione, la musica. Diventano capaci di formulare piani di azione, individuali e di gruppo, per realizzare attività creative. Esplorano materiali diversi, i primi alfabeti musicali, le possibilità offerte dalla tecnologia per esprimersi.§ I discorsi e le paroleI bambini sviluppano la padronanza della lingua italiana ed arricchiscono il proprio lessico. Sviluppano fiducia e motivazione nel comunicare con gli altri, raccontano, inventano, comprendono storie e narrazioni. Confrontano lingue diverse, apprezzano il linguaggio poetico. Formulano le prime ipotesi di simbolismo e di lingua scritta (utilizzando anche le nuove tecnologie).§ La conoscenza del mondoAttraverso le esperienze e le osservazioni i bambini confrontano, raggruppano ordinano secondo criteri diversi. Sanno collocare sé stessi e gli oggetti nello spazio, sanno seguire un percorso sulla base di indicazioni date. Imparano a collocare eventi nel tempo. osservano fenomeni naturali e organismi viventi formulando ipotesi, cercando soluzioni e spiegazioni, utilizzando un linguaggio appropriato.OrganizzazioneGenericamente il tempo-scuola previsto è di 8 ore giornaliere, per un totale di 40 settimanali. In base alle richieste delle famiglie e alla disponibilità dell'ente proprietario dell'edificio è possibile avere fasce orarie diverse cioè con orario a 25 ore settinanali pari a 5 ore al giorno nella fascia oraria mattutina o 50 ore settimanali pari a 10 ore al giorno con una estensione del tempo scolastico di due ore al mattino oppure al pomeriggio. Solitamente esiste il servizio di mensa, considerando che anche il momento del pasto è un'attività educativa. Nella scuola dell'infanzia può esserci un numero diverso di sezioni (ma generalmente tre), a seconda del numero di bambini iscritti. In ogni sezione il numero massimo di alunni è 25, elevabile a 28 in casi particolari, ma riducibile a 20, massimo 23, se sono iscritti alunni diversamente abili.Nelle scuole statali la giornata è coperta da due insegnanti che si trovano a lavorare in compresenza per alcune ore per permettere lo svolgimento di attività didattiche e non puramente assistenzialistiche. Ogni insegnante di scuola dell'infanzia ha 25 ore settimanali di servizio, quindi ogni sezione sarà affidata a due insegnanti con alcune ore di compresenza al giorno, generalmente nella fascia antimeridiana e nel momento del pranzo, che possiede anch'esso una valenza educativa. L'orario è comunque variabile in ogni plesso scolastico in base all'organizzazione dei curricoli.È presente, per un'ora e mezzo alla settimana per sezione, anche un insegnante di religione cattolica, del cui insegnamento le famiglie possono scegliere di avvalersi. Nel caso in cui le famiglie decidessero di non avvalersi di religione cattolica come insegnamento, possono chiedere che ai bammbini vengano presentate attività alternative.A questi vanno eventualmente ad aggiungersi insegnanti di sostegno e in casi particolari con presenza di bambini diversamente abili, può aggiungersi la figura dell'assistente polivalente, dipendente di cooperativa di servizi o di azienda U.L.S.S.Requisiti strutturali per le scuole dell'infanzia
Spazi comuni dedicati ad attività ludiche e motorie nella scuola per l'infanzia.Ad oggi il riferimento normativo principale nella definizione dei requisiti degli edifici che ospitano le scuole materne è il D.M. 18.12.1975, recante le Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia scolastica.In proiezione, questa norma nazionale sarà abrogata e sostituita dalle specifiche normative regionali. La norma, ampiamente articolata, definisce i requisiti generali per scuole di ogni ordine e grado. Per quanto attiene la scuola materna (oggi scuola dell'infanzia), il decreto sull'edilizia scolastica definisce requisiti particolari, individuando caratteristiche idonee allo svolgimento delle attività che sono così categorizzate:§ attività ordinate (svolte a tavolino);§ attività libere (motorie o ludiche);§ attività pratiche (cambio d'abito, igiene personale e cura della persona, mensa, etc.).Sostanzialmente, le attività ordinate (silenziose) devono svolgersi in ambienti dedicati ad una sola sezione, cioè in classe, mentre le attività libere possono avvenire in ambienti comuni a più sezioni.Per la sua natura, lo spazio delle attività pratiche (quantomeno quelle correlate all'igiene personale, al cambio di abiti, etc.) deve essere direttamente correlato alla sezione, mentre la mensa può essere comune a tutte le sezioni. In generale, tanto le attività ordinate che quelle libere possono svolgersi in parte al chiuso e in parte all'aperto, e pertanto gli spazi relativi debbono essere in stretta relazione con Io spazio esterno organizzato all'uso, anche per consentire l'esercizio dell'osservazione e della sperimentazione diretta a contatto con la natura. Indirizzi abilitanti all'insegnamento alla scuola dell'infanzia è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea Magistrale (5 anni a ciclo unico) LM 85 BIS in Scienze della formazione primaria indirizzo scuola dell'infanzia con valenza di abilitazione.
5. STORIA DELLA SCUOLA PRIMARIA (ex scuola elementare)
6.5.1. un anno particolare Storia della PRIMINA
Con il termine primina si indica comunemente l'anno di preparazione scolastica frequentato, privatamente, da scolari italiani di età inferiore ai cinque anni e mezzo al termine del quale, attraverso un esame di idoneità, è possibile l'iscrizione diretta alla seconda classe della scuola elementare. Tale pratica permette, dunque, ai bambini nati nei primi mesi dell'anno di non frequentare il primo anno di scuola elementare. Secondo le disposizioni del MIUR, tale opzione è riservata ai bambini nati entro il 30 aprile Nel 2007 il governo valutò la possibilità di escludere tale possibilità. cfr. Francesca Angeli, Scuola: il governo cancella la primina, su Il Giornale del 13 settembre 2006.2. Il Ministero, in alternativa alla primina, dà la possibilità dell'anticipo di iscrizione alla scuola elementare ai sensi del decreto legislativo n. 59 del 2004. Anche tale opzione è riservata agli alunni che compiono sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. L'ammissione anticipata è subordinata alla disponibilità dei posti dell'istituto scolastico scelto e avviene attraverso apposita domanda. Indirizzo abilitante all insegnamento delle primine all interno delle scuole primarie e' necessario avere la Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria LM 85 indirizzo Primaria c/o il Dipartimento di Scienze Umane. Indirizzi abilitanti all'insegnamento alla Classe Primina della Scuola Primaria è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea Magistrale (5 anni a ciclo unico) LM 85 BIS in Scienze della Formazione Primaria indirizzo Scuola Primaria con valenza di abilitazione.
7.5.2. Storia della SCUOLA PRIMARIA
La scuola primaria (comunemente denominata scuola elementare) rappresenta in Italia il primo livello della catena dell'istruzione obbligatoria: la sua durata è di cinque anni, inizia all'età di sei anni, segue la scuola dell'infanzia e precede la scuola secondaria di primo grado (comunemente denominata scuola media). Da vari anni sono stati introdotti gli istituti comprensivi, che accorpano una o più scuole primarie solitamente con una scuola secondaria di primo grado. Tali enti educativi, dotati di una sempre maggiore autonomia sono diretti da un dirigente scolastico, che ha preso il posto delle precedenti figure del direttore didattico e del preside di scuola media.La scuola primaria, prima della riforma Moratti (legge n. 53/2003) si chiamava ufficialmente "scuola elementare" ed era strutturata in due cicli didattici distinti ma unitari:§ il 1º ciclo che comprendeva la 1ª e la 2ª classe elementare;§ il 2º ciclo costituito dal triennio terminale dell'istruzione elementare.
La scuola elementare, fino al 1990 era organizzata secondo il principio del maestro unico (cioè un maestro per ciascuna classe). Dal 1990, con l'approvazione della legge 148 del 5 giugno 1990 e dopo anni di sperimentazione, scomparve questa figura e si passò al gruppo di docenti (il cosiddetto modulo didattico). Fino al Governo Berlusconi III era previsto, al termine del quinquennio, l'esame di licenza elementare che dava accesso alla scuola media inferiore (l'attuale scuola secondaria di primo grado).Nella scuola elementare, dal 1990 in poi ,gli insegnanti erano tre ogni due classi (oppure quattro maestri ogni tre classi), ciascuno titolare di un ambito disciplinare (linguistico-espressivo, matematico-scientifico, antropologico). Con la riforma Moratti i programmi ministeriali hanno subito un cambiamento drastico per quanto riguarda lo studio delle materie Storia, geografia, scienze.Con il decreto legislativo n. 59 del 2004 applicativo della legge Moratti, nacque una nuova figura: il docente tutor: una figura di orientamento, di consulenza, di tutorato per ciascuno studente, al fine di giungere ad un grado crescente di personalizzazione dei processi di insegnamento e di apprendimento. A conclusione della 5ª classe vi era un tempo un esame finale di licenza che permetteva l'accesso alla scuola media inferiore. Tale esame è stato abolito a seguito di norme approvate dall'allora ministro dell'istruzione Letizia Moratti.Con la riforma Gelmini è previsto il ritorno del maestro unico o meglio prevalente, per quanti lo richiedano, a partire dalle classi prime dell'anno scolastico 2009/2010.
Oggi la scuola primaria, con quella secondaria di primo grado, si compone di cinque periodi didattici:§ un monoennio iniziale, che comprende la 1ª classe della scuola primaria.§ il 1º biennio che comprende la 2ª e la 3ª classe della scuola primaria.§ il 2º biennio che comprende la 4ª e 5ª classe della scuola primaria.§ il 3º biennio che comprende la 1ªe 2ª classe della scuola secondaria di primo grado.§ il periodo didattico finale che comprende la 3ª classe della scuola secondaria di primo grado.
Al termine dell'ultimo periodo didattico è previsto un esame di stato, al quale gli alunni sono ammessi con lo scrutinio finale e che consiste di quattro prove scritte ed un colloquio orale. Tre delle quattro prove scritte sono preparate dalle singole scuole e sono la prova di Italiano, di Lingua straniera e di Matematica. La cosiddetta quarta prova, di provenienza ministeriale, è unica su tutto il territorio nazionale, è strutturata in quiz e testa la preparazione in italiano e in matematica.La scuola a tempo pieno consiste in un particolare modello organizzativo delle attività didattiche presente nella scuola primaria italiana. Essa si articola su 40 ore settimanali con lezioni, dal lunedì al venerdì, sia al mattino che al pomeriggio. La scuola a tempo pieno, inoltre, è alla base degli analoghi modelli della scuola dell'infanzia.La scuola a tempo pieno inizia ad affermarsi a Bologna negli anni 1968/69. Essa nasce come risposta sia alla necessità di miglioramento del sistema scolastico e dell'apprendimento degli alunni, sia alle nuove esigenze lavorative dei genitori.. Nel 2008 la scuola a tempo pieno perde il suo ruolo predominante nel panorama scolastico italiano a causa della Legge 169/2008, la quale stabilisce che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscano classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, soluzione inconciliabile con il sistema delle scuole a tempo pieno.L'orario degli insegnanti è di 22 ore di docenza e 2 ore per le attività di programmazione di classe e di interclasse.L'esame di licenza elementare era un esame interdisciplinare esistente fino all'anno scolastico 2003-2004, il quale permetteva il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado.Esso consisteva in due prove scritte (linguistico-espressiva e logico-matematica) e una prova orale.Fino al 2005 era obbligatorio nelle scuole statali e parificate italiane. Eliminato del tutto con la riforma Moratti, oggi è rimasto solo nelle scuole private legalmente autorizzate, ormai rare sul territorio nazionale.
Indirizzi abilitanti all'insegnamento alla scuola Primaria è necessario conseguire c/o il Dipartimento di Scienze Umane il corso di Laurea Magistrale (5 anni a ciclo unico) LM 85 BIS in Scienze della formazione primaria indirizzo scuola primaria con valenza di abilitazione.
INVALSI è appunto l’acronimo di Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione.
Le prove invalsi sono state introdotte con la legge L. n. 276 del 25 ottobre 2007 e si dividono in varie prove in diverse materie.Queste prove servono per valutare l’apprendimento degli scolari essi si presentano come test standardizzati nazionali per la rilevazione degli apprendimenti che vengono somministrati a maggio nelle seconde e quinte elementari, prime e terze medie e, dal 2014/15, anche in tutte le seconde superiori.
8. STORIA DELLA DELLA SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO (ex scuola media)
all' epoca i primi tre anni di ginnasio GinnasioLa scuola secondaria di primo grado, originariamente scuola media (inferiore), è nell'ordinamento italiano un ciclo di istruzione di durata triennale preceduta dalla scuola primaria e prosegue con la scuola secondaria di secondo grado.La legge Casati (15 novembre 1859) modificò il ciclo secondario d'istruzione, istituendo due percorsi ben distinti, entrambi proseguimenti diretti della scuola primaria:· ginnasio, (parola derivante dal greco esercitazione pratica) quinquennale, che dava accesso al liceo triennale;· scuola tecnica, triennale, che dava accesso all'istituto tecnico triennale.Con la Riforma Gentile del 1923 venne riformato ulteriormente il ciclo secondario inferiore, che comprendeva:· ginnasio, quinquennale, che dava accesso al liceo classico triennale;· istituto tecnico inferiore, quadriennale, che dava accesso all'istituto tecnico superiore, anch'esso quadriennale;· istituto magistrale inferiore, quadriennale, che dava accesso all'istituto magistrale superiore triennale;· scuola complementare (dal 1928 scuola di avviamento professionale), triennale, erede della soppressa scuola tecnica, con indirizzo industriale o commerciale, che non consentiva il proseguimento degli studi;L'accesso al ginnasio, all'istituto tecnico e all'isituto magistrale era subordinato al superamento di un esame di ammissione. Superati i primi 4 anni di questi tre corsi era anche possibile sostenere l'esame di ammissione al liceo scientifico.A parte qualche ritocco che riguardò tutte le scuole italiane negli anni '30 (culttura fascista, cultura militare, educazione fisica, etc), l'impianto gentiliano rimase sostanzialmente invariato fino al 1940.La scuola media fu istituita con la riforma Bottai nel 1940. Essa unificava i primi tre anni del ginnasio, dell'istituto tecnico inferiore e della scuola magistrale inferiore, ossia le tre scuole medie inferiori che, all'epoca, consentivano il proseguimento degli studi. Vi si accedeva dopo il superamento dell'esame di licenza elementare e dopo il superamento dell'esame di ammissione. Il latino rimaneva un insegnamento obbligatorio, come nelle suddette tre scuole precedenti.Il programma di studi era basato sul vecchio ginnasio (italiano, latino, storia, geografia, etc), ma prevedeva anche lo studio delle scienze naturali, come nell'istituto tecnico, della musica e del disegno, come nel vecchio istituto magistrale. Mancava sorprendentemente la lingua straniera, in quanto i programmi furono compilati durante la campagna di acceso nazionalismo voluta dal regime fascista nei mesi che precedettero l'entrata in guerra dell' Italia già presente in tutte e tre le precedenti scuole, che sarà reinserita nel dopoguerra.La riforma Bottai mirava ad allentare il rigido sistema selettivo previsto dalla riforma Gentile. Fu l'unica applicazione concreta di quanto previsto nella "Carta della scuola", un progetto complessivo di riforma approvato nel 1939 dal Gran Consiglio del Fascismo e finalizzato a fascistizzare la scuola italiana. Fu mantenuto l'esame di ammissione, eredità della riforma Gentile; chi non lo superava doveva completare l'obbligo scolastico, fino a 14 anni, nella scuola di avviamento professionale.Dal 1° ottobre del 1963 tutte le scuole medie inferiori furono unificate sotto un unico modello, denominato scuola media unificata. Ciò comportò la scomparsa della precedene scuola media della scuola di avviamento professionale, dei corsi inferiori di istituti d'arte e quelli dei conservatori musicali, nonché del terzo ciclo delle scuole elementari (classi sesta, settima e ottava) istituito dai programmi ministeriali pubblicati con D.P.R. 503/1955 e dalla successiva riforma dell'ordinamento didattico delle scuole elementari di cui alla legge 1245/1957.Il programma ministeriale prevedeva 25 ore settimanali, con l'opzione si seguire uno o più corsi facoltativi durante gli anni. Durante il secondo anno, per esempio, alla lingua italiana veniva accostato l'insegnamento introduttivo della lingua latina, che poteva essere poi scelta durante il terzo anno, senza la quale non ci poteva iscrivere al liceo classico. Le altre due materie facoltative corrispondevano ad un proseguimento naturale di materie precedentemente studiare.Nel 1977 il programma di studio venne rivisitato: l'insegnamento della lingua latina fu eliminato, le applicazione tecniche divennero educazione tecnica e resa obbligatoria e non più differenziata tra maschile e femminile, e anche l'educazione musicale venne estesa a tre anni. L'orario settimanale fu così portato a 30 ore,Dall'anno scolastico 2003/2004 viene introdotto l'insegnamento della seconda lingua comunitaria (francese, spagnolo o tedesco) con due ore settimanali, portando così il totale delle ore da 30 a 32.La riforma Gelmini della scuola media, entrata in vigore il 1º settembre 2009 ha sviluppato due diversi piani settimanali fissi, il primo a tempo normale, che comprende 30 ore settimanali, e il secondo a tempo prolungato, che va da un minimo di 36 ad un massimo di 40 ore settimanali.In alternativa all'insegnamento della seconda lingua straniera (a scelta tra francese, tedesco oppure spagnolo) come già introdotta dall'anno scolastico 2003/2004, la lingua inglese può essere portata a 5 ore settimanali (si avrà il cosiddetto inglese potenziato) oppure in caso di alunni stranieri, le due ore di seconda lingua comunitaria si possono usare per insegnare l'italiano agli alunni stranieri come seconda lingua se richiesto in sede di iscrizione alla prima classe da parte delle famiglie. Ogni scelta relativa all'orario settimanale ed allo studio di una sola lingua straniera o di due, si applica solo se la richiesta arriva dalla maggioranza delle famiglie che iscrivono i loro figli al primo anno di scuola media con possibilità di poter fare anche la lingua latina a scelta dello studente.
9. STORIA DELLA SCUOLA SECONDARIA DI II° GRADO (ex scuola superiore)
10. TUTTI GLI ISTITUTI SECONDARI DI II° GRADO SECONDO LA RIFORMA GELMINI 24O/2010
la maturità liceale e di altri istituti secondari di II grado consiste in 4 prove da effettuare a metà giugno:
le due prime prove le tracce le dà il MIUR
-la prima prova: italiano;
- la seconda prova: materia caratterizzante dell' indirizzo della scuola intrapresa;
-terza prova: il quizzone redatto dai docenti della scuola in questione si tratta di un quiz in tutte le materie dell' ultimo anno;
-la quarta prova: orale vertono sugli argomenti a scelta della tesina precedentemente preparata.
LICEI: 6 E VARI INDIRIZZI
Liceo artistico: Indirizzo arti figurative, Indirizzo architettura e ambiente, Indirizzo design, Indirizzo audiovisivo e multimediale, Indirizzo grafica, Indirizzo scenografia;
Liceo classico;
Liceo linguistico;
Liceo musicale e coreutico: indirizzo musicale, indirizzo coreutico;
Liceo scientifico: Indirizzo tradizionale, Indirizzo Opzione scienze applicate, Indirizzo sportivo;
Liceo delle scienze umane: Indirizzo tradizionale, Indirizzo Opzione economico-sociale;
ISTITUTO TECNICO: 2 SETTORI E INDIRIZZI
Settore economico: Amministrazione, finanza e marketing, Turismo;
Settore tecnologico: Meccanica, meccatronica ed energia, Trasporti e logistica, Elettronica ed elettrotecnica, Informatica e telecomunicazioni, Grafica e comunicazione, Chimica, materiali e biotecnologie Tessile, abbigliamento e moda, Agraria ed agroindustria, Costruzioni, ambiente e territorio;
IISTITUTO PROFESSIONALE: 2 SETTORI E INDIRIZZI
1.Settore dei servizi: Agricoltura e sviluppo rurale, Servizi socio-sanitari, Enogastronomia e ospitalità alberghiera,
2. Servizi commerciali: industria e artigianato, Produzioni artigianali e industriali, Manutenzione e assistenza tecnica.
11. STORIA DEL LICEO CLASSICO UNICO 5 ANNI, (ex 4°e 5° ginnasio e 1°-2° e 3° liceo classico)
Il liceo classico (all'epoca "liceo-ginnasio") fu istituito nel 1859 dalla legge Casati, inizialmente vigente nel Regno di Sardegna e poi estesa a tutta l'Italia dopo l'unificazione. Sul modello della tradizione scolastica umanistica preunitaria, la legge Casati prevedeva un unico indirizzo liceale in cui le materie letterarie e umanistiche erano prevalenti. Il piano di studi originario prevedeva un corso di otto anni, diviso in cinque anni di ginnasio e in un triennio liceale: e (1° 2° e 3° ginnasio ovvero 1° 2° e 3° media, 4° e 5° ginnasio ovvero il 1° e 2° liceo classico, 1° -2° e 3° liceo classico ovvero 3° -4° e 5° liceo classico); lo studio del latino iniziava nella prima classe ginnasiale, quello del greco nella terza. Il liceo classico rimase l'unico indirizzo liceale italiano fino all'istituzione in otto città del liceo moderno nel 1911; il liceo moderno fu abolito nel 1923 con la riforma Gentile, che contestualmente istituì il liceo scientifico. La riforma Gentile del 1923 non alterò il precedente impianto complessivo del liceo classico, ma anzi ne accentò l'aspetto umanistico-classicista. Nell'ottica della riforma gentiliana, il liceo classico doveva essere la scuola d'élite, destinata alla formazione delle future classi dirigenti e per questo posto in una posizione privilegiata nei confronti degli altri indirizzi secondari superiori: solo ai diplomati in possesso di maturità classica era concessa la libera iscrizione in qualsiasi facoltà universitaria, mentre ad esempio chi proveniva dal liceo scientifico non poteva iscriversi a giurisprudenza né a lettere. Nel 1940 la riforma Bottai istituì la scuola media unica per tutti, che assorbì i primi tre anni di ginnasio: da allora il liceo classico è strutturato come una scuola quinquiennale, ma mantenne la numerazione delle classi previgente (quindi i primi due anni sono le classi quarta e quinta del ginnasio, gli ultimi tre sono le classi prima, seconda e terza del liceo: la numerazione è peculiare, poiché le altre scuole secondarie prevedono le classi dalla prima alla quinta in corrispondenza degli anni di corso). Nel 1969 l'accesso all'università venne liberalizzato, ponendo un termine alla preminenza del liceo classico nei confronti degli altri indirizzi di studi secondari: l'iscrizione ad ogni facoltà fu concessa a tutti i diplomati degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale. ome tutte le altre scuole superiori, anche i licei classici a partire dagli anni '70 godettero di una certa autonomia che consentì di attivare corsi sperimentali insieme al corso d'ordinamento ufficiale previsto dal Ministero, o anche in sostituzione di questo. I corsi sperimentali, una volta approvati con circolare ministeriale, potevano essere liberamente adottati dai singoli licei.La sperimentazione più diffusa andava a colmare quella che era avvertita come l'unica vera lacuna di questa scuola, ossia la mancanza della lingua straniera negli ultimi tre anni; Al momento della riforma Gelmini (2010), la stragrande maggioranza degli studenti frequentava uno di questi corsi:· Sperimentazione liceo classico della Comunicazione: prevedeva lo studio della materia aggiuntiva "Scienze della Comunicazione", di diritto ed economia, matematica,scienze della terra e biologia. Il Linguaggio della Comunicazione può variare da informatica, cinema, teatro e danza.· Sperimentazione liceo classico PNI linguistico: prevedeva il consueto potenziamento della matematica, e l'insegnamento non curricolare di una seconda lingua straniera (francese o tedesco, con l'insegnamento di una seconda lingua comunitaria.· Il liceo classico a indirizzo Brocca prevedeva, i'insegnamento del diritto e dell'economia, del laboratorio dichimica e fisica, dell'informatica abbinata alla matematica e un potenziamento di scienze (chimica, biologia, scienze della Terra). La sperimentazione è stata abolita con l'entrata in vigore della riforma Gelmini.· Il liceo classico europeo è stato ideato a partire dai programmi del liceo classico tradizionale, su cui sono state innestate caratteristiche peculiari o innovative, quali, in particolare lo studio quinquennale di due lingue straniere (l'inglese e una seconda lingua comunitaria tra il francese, il tedesco e lo spagnolo), lo studio del diritto e dell'economia politica, lo studio di due materie curriculari non linguistiche insegnate in lingua straniera tra storia, storia dell'arte, scienze, geografia (chiamata anche geostoria), diritto ed economia politica, l'accorpamento del greco e del latino in un'unica materia (lingue e letterature classiche) con approccio comparatista;
Con la riforma Gelmini del 2010 il previgente corso ordinario di liceo classico, le sperimentazioni e i progetti assistiti sono tutti confluiti nel nuovo indirizzo di ordinamento di liceo classico in vigore dal 1º settembre 2010 prevede la scomparsa del 4° e 5° ginnasio e 1°, 2° e 3° liceo classico in favore del 1°, 2°, 3°, 4° e 5° Liceo Classico.Il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89 stabilisce, nell'allegato "C" l'attuale quadro orario del liceo classico. Il decreto n. 89/2010 è parte della c.d. riforma Gelmini, che ha revisionato globalmente l'assetto della scuola secondaria superiore.Il corso attualmente in vigore non si discosta vistosamente da quello ordinario stabilito nel 1952, ma vi apporta solo alcuni piccoli correttivi alla luce dei criteri generali della riforma dei licei (ad esempio, l'unificazione di storia e geografia nel primo biennio) e della sperimentazione di liceo classico finora più diffusa, relativa alla lingua straniera quinquennale. Inoltre le ore di matematica vengono aumentate fino a raggiungere un totale uguale a quello del liceo scientifico. iniltre è previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato. Le materie principali rimangono quelle umanistico-letterarie. Per quanto riguarda le materie in comune con tutti i licei, di storia e filosofia minore approfondimento viene invece dato alle materie matematico-scientifiche e alla storia dell'arte, presenti secondo un modello orario in comune coi licei linguistici e delle scienze umane. Le materie caratterizzanti sono il latino e il greco antico. nei primi due anni di Liceo Classico prevede uno studio ampio della grammatica e morfologia latina e greca a cui, nel triennio, si aggiunge quello della letteratura greca e latina. La geografia, presente nel nei primi due anni di liceo unitamente a storia, viene abbandonata in terza liceo a favore di filosofia, fisica e storia dell'arte.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Classico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
12. STORIA DEL LICEO SCIENTIFICO 5 ANNI
il liceo scientifico fu istituito nel 1923 con la riforma Gentile[1], che
contestualmente, soppresse il liceo moderno e la sezione fisico-matematica del Regio Istituto Tecnico. Il corso durava quattro anni e si concludeva con l'esame di maturità, un esame di stato estremamente impegnativo con cinque prove scritte (italiano, latino, matematica, lingua straniera e disegno) e un colloquio orale (che verteva su tutte le materie studiate negli ultimi tre anni di corso), della durata di un'ora, in due sedute: una per le materie letterarie e una per le materie scientifiche.Si accedeva al liceo scientifico dopo i primi quattro anni di una delle tre scuole medie inferiori che, all'epoca, consentivano il proseguimento degli studi (ginnasio, istituto tecnico inferiore e l'istituto magistrale inferiore) e dopo il superamento di un esame di ammissione.Il liceo scientifico era evidentemente derivato dal ginnasio liceo (cioè, il liceo classico di oggi) ma, rispetto a questo, aveva la pesante limitazione di non consentire l'accesso alle facoltà di lettere e filosofia e soprattutto di giurisprudenza la quale, oltre a prospettare alcune professioni specifiche (magistratura, avvocatura, notariato) era la facoltà frequentata dalla maggior parte di coloro che ricoprivano ruoli dirigenziali. Dall'altra parte, il liceo scientifico era criticato soprattutto negli ambienti accademici[2] perché era visto come una scuola che, malgrado il nome, di "scientifico" avesse ben poco, soprattutto se paragonato alla sezione fisico matematica del regio istituto tecnico appena soppressa. E in effetti, calcolando il monte ore settimanale nell'arco dei quattro anni, le materie principali erano latino (16 ore), poi italiano, lingua straniera e matematica (14 ore)[3].Va inoltre considerato che, all'epoca, le tre scuole medie inferiori che consentivano il proseguimento degli studi (il ginnasio, l'istituto tecnico inferiore e l'istituto magistrale inferiore), erano propedeutiche ad altrettante scuole medie superiori (liceo, istituto tecnico superiore e istituto magistrale superiore). In codesto quadro, cioè senza una "sua" scuola media inferiore, veniva inserito il liceo scientifico che era accessibile sia dal ginnasio sia, previo esame di ammissione, dall'istituto tecnico e dall'istituto magistrale. Ciò comportava quindi che per frequentare il liceo scientifico era necessario "cambiare" scuola, anche fisicamente poiché le scuole medie inferiori erano ospitate negli stessi edifici delle rispettive scuole medie superiori, con cui costituivano un unico corso di studi. E questo cambiamento era innaturale sia per chi frequentava il ginnasio, che ripiegava su un liceo di fatto "inferiore" perché già in partenza gli precludeva alcuni prestigiosi sbocchi professionali, sia per chi frequentava gli altri due istituti, che dopo quattro anni di studio doveva rinunciare ad un titolo immediatamente spendibile nel modo del lavoro per andare a frequentare un liceo, che evidentemente richiedeva ben altra applicazione, per di più con un impegnativo esame d'ammissione.Per tutti questi motivi, il liceo scientifico ebbe uno scarso successo tanto che, in una città come Roma, un secondo liceo (l'"Augusto Righi") arriverà solo nel 1946.La struttura del liceo scientifico cambiò nel 1940, quando la riforma Bottai[4] istituì la scuola media unica triennale e l'accesso alle scuole medie superiori fu razionalizzato; chi voleva frequentare il liceo scientifico non doveva più cambiare scuola, o meglio, al termine della scuola media inferiore, tutti dovevano cambiare scuola per frequentare la scuola media superiore prescelta. Il liceo scientifico iniziò così ad affermarsi e il numero di studenti crebbe costantemente fino a raggiungere il numero degli studenti del liceo classico. Permaneva il divieto di iscrizione a lettere e a giurisprudenza.A causa degli eventi bellici, l'orario fu più volte rimaneggiato e quello definitivo si avrà solo nel 1952[5].A parte qualche ritocco agli orari, conseguenza del prolungamento del corso liceale a cinque anni, il nuovo corso riproduceva il corso precedente. La materia più importante per numero di ore rimaneva latino (20), poi italiano (19), matematica (18) e lingua straniera (17).Nal 1962 si stabilì che la maturità scientifica era valida l'iscrizione a qualsiasi facoltà esclusa lettere[6]; fu in pratica concessa l'iscrizione anche a giurisprudenza.Dal 1969 in poi, quando fu liberalizzato l'accesso all'università, ci fu un vero e proprio boom del liceo scientifico, tanto che all'approvazione della riforma Gelmini (2010), tra gli iscritti all'ultimo anno di corso, il liceo scientifico contava 103.000 studenti a fronte dei 51.000 del liceo classico.[7] Oggi il liceo scientifico, tra le scuole superiori italiane, è quella che accoglie la maggioranza relativa degli studenti (22 per cento, di cui oltre metà ragazze).[8]La prevalenza sostanziale del latino rispetto alle stesse materie scientifico-matematiche e la maggior quota di iscritti al liceo scientifico hanno fatto sì che l'Italia sia tuttora, tra i Paesi occidentali, quello in cui è più studiato il latino (40 per cento degli iscritti alle superiori, di cui oltre metà[9] al liceo scientifico), cosa questa che ha suscitato non poche polemiche.[10]Sperimentazioni[modifica | modifica sorgente]A partire dagli anni settanta, grazie all'autonomia scolastica, furono attivate numerose sperimentazioni, ossia dei corsi che, basandosi sul corso ufficiale d'ordinamento arricchivano l'offerta formativa incrementando il numero di ore dedicate a una o più discipline, o anche attivandone di nuove. In questo modo ci furono alcune sperimentazioni che si estesero al punto che, negli anni ottanta, superarono lo stesso corso d'ordinamento. Al momento dell'entrata in vigore della Riforma Gelmini, praticamente tutti i licei avevano sezioni con una o più sperimentazioni,Le sperimentazioni più diffuse erano:sperimentazione P.N.I.[11]sperimentazione bilinguismo[12]sperimentazione scienze naturali[13].Sperimentazione con studi musicali riconosciutiSperimentazione sportivaSperimentazione umanisticaSperimentazione scientifico-tecnologico (Brocca)Sperimentazione scientifico-biologico (Brocca)Sperimentazione PNI con bilinguismoIl Liceo scientifico a indirizzo Brocca prevedeva, prima della riforma Gelmini, in più rispetto al Liceo scientifico tradizionale, l'inserimento nel biennio del diritto e dell'economia, della frequenza dei laboratori di chimica e fisica, dell'informatica abbinata alla matematica per tutto il quinquennio, e il potenziamento delle ore di scienze (chimica, biologia, scienze della Terra). Sperimentazione Brocca: Scientifico-Tecnologica questa sperimentazione era uno dei diciassette corsi liceali previsti dal progetto Brocca. Le caratteristiche principali di questo corso erano l'assenza del latino, l'aggiunta dell'informatica e di tecnologia e disegno e il notevole numero di ore destinate al laboratorio, le quali risulterebbero essere 33 ore annue per ogni materia(Informatica, Fisica, Chimica, Biologia, Scienze della Terra e Matematica).Il corso attualmente in vigore è stato attivato con la riforma Gelmini ed è entrato in vigore il 1º settembre 2010. Rispetto al corso d'ordinamento del 1947 vi è un sensibile aumento del numero di ore dedicate alle materie scientifiche e un alleggerimento del latino. Al momento dell'entrata in vigore della riforma, tutte le sperimentazioni attivate sono state abolite. Viene comunque prevista un'autonomia scolastica che consente ad ogni liceo di redistribuire fino al 20% delle ore complessive tra i vari insegnamenti o di attivarne di nuovi. La riforma ha creato un nuovo indirizzo, l'opzione scienze applicate, che raccoglie le esperienze delle preesisentii sperimentazioni Brocca scientifica-tecnologica e Brocca scientifica-biologica che, rispetto al liceo scientifico di base, prevede una riduzione del numero di ore dedicate alle materie umanistiche, l'eliminazione del latino e un ulteriore incremento delle materie scientifiche: un aumento delle ore per le scienze naturali e l'aggiunta di informatica. Per questo motivo il liceo scientifico opzione scienze applicate è presente soprattutto presso strutture scolastiche che già ospitavano istituti tecnici, dove la pratica di laboratorio è già consolidata.Il liceo scientifico si rifà in gran parte al liceo classico, adottando identici programmi ministeriali per l'insegnamento di italiano, geografia, filosofia e inglese. Per il resto, il corso prevede un depotenziamento delle ore e dei programmi riguardanti la storia e la storia dell'arte per facilitare lo studio approfondito di discipline scientifiche quali matematica, fisica, scienze naturali ed informatica(solo per l'opzione Scienze Applicate); è inoltre previsto l'insegnamento di disegno geometrico ed architettonico. Il numero totale delle ore settimanali durante l'intero quinquennio è di 144, così suddivise: 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 ore settimanali nel rimanente triennio. È previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato..Indirizzo tradizionale,Opzione scienze applicate. Indirizzo sportivo La prima fase di modifiche dell'assetto ordinamentale apportate dalla riforma Gelmini non ha toccato alcuni sperimentazioni e indirizzi già attivati, tra cui i licei a indirizzo sportivo. La revisione di tali indirizzi è stata avviata nel 2008,[15] e si è conclusa con la proposta nel 2011 di un indirizzo sportivo attivabile presso gli istituti liceali.[16] Il ministro Profumo ha dichiarato l'indirizzo sarà attivato nell'anno scolastico 2013/2014.[17]L'indirizzo sarà un'articolazione del liceo scientifico[17] e rilascerà il diploma di maturità scientifica a indirizzo sportivo.[16] Presenta un aumento delle ore di scienze motorie e sportive, diritto ed economia dello sport e delle scienze naturali, mentre sarà assente lo studio della lingua latina e saranno meno le ore dedicate alla filosofia e alla storia dell'arte.[18]Il primo indirizzo sportivo è stato inaugurato nell'anno scolastico 2012/2013 presso il liceo scientifico del Convitto nazionale di Roma, in collaborazione con il Centro di preparazione olimpica "Giulio Onesti" del Coni.[19][20]È previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato. Nato sulla falsariga del liceo classico, integra le materie umanistiche ed artistiche tipiche di quest'ultimo (escluso il greco antico) con una maggiore attenzione verso la matematica, le scienze naturali e il disegno tecnico.Un corso di liceo scientifico dura cinque anni, suddivisi in "primo biennio", "secondo biennio" e "quinto anno". La divisione tra primo e secondo biennio non comporta un'interruzione del corso di studi ma, oltre all'inizio di Filosofia, potrebbe esserci un cambiamento degli insegnamenti (e degli insegnanti) di Italiano, Latino, Scienze, Inglese, Matematica e Fisica.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Scientifico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
13. STORIA DEL LICEO DELLE SCIENZE UMANE 5 ANNI ( ex liceo psico socio pedagogico 5 anni , ex liceo delle scienze sociali 5 anni, ex istituto magistrale 4+1 anni ed ex scuola magistrale 3 anni)
La legge Casati del 13 novembre 1859 basata sul modello austriaco prevedeva per maschi e femmine precisamente 4 anni di scuola elementare divisa in due cicli: il primo ciclo di due anni obbligatorio e il secondo ciclo di due anni non obbligatorio quest'ultimo era dedicato solo a chi voleva proseguire gli studi anche per la formazione di maestri elementari dopo la scuola elementare di 4 anni prevedeva 3 anni di Scuola Normale con accesso all'età di 15 anni per le donne e e 16 per gli uomini. Il corso di studi durava tre anni e non comprendeva né l'insegnamento del latino, né quello della filosofia e della pedagogia. Le prime sono state Firenze e Roma poi l'istituzione di Scuole normali maschili e femminili in Sardegna, Savoia, Liguria; tre nelle antiche province dello Stato sabaudo e tre nelle nuove, al fine di formare la classe insegnante del futuro Regno unitario.
L'istituzione di queste Scuole fu poi riordinata dal ministro Coppino con il D.D.L. del 14 giugno 1867, secondo il quale una di queste doveva avere sede in Firenze. Nel 1869 laScuola Normale Femminile di Firenze fu soppressa e venne nominata una commissione per il suo riordinamento; nel 1873 il ministro Scialoia istituì un corso complementarepresso le due Scuole Normali Femminili di Roma e Firenze.Tale Legge non impediva alle donne l'accesso all'Università ma per un certo maschilismo, patriarcalità e moralità le donne non si iscrivevano ,invece, nel 1875 il Ministro Ruggero Bonghi ammette per Legge l'iscrizione delle donne all'Università e istituisce presso le Facoltà di Lettere e filosofia le Scuole superiori di Magistero per preparare le insegnanti delle scuole secondarie.La Legge Coppino 1877 prevedeva l'obbligo scolastico del primo ciclo: 3 anni di scuola elementare obbligatoria e il secondo ciclo di 2 anni di scuola elementare non obbligatoria portando di fatto la scuola elementare a 5 anni.
Con la Legge del 25 giugno 1882 n. 896 (serie 3) furono creati due Istituti Superiori Femminili di Magistero aventi sede rispettivamente a Roma e Firenze. Vi potevano accedere giovani donne previo esame di ammissione al primo anno. La durata degli studi era di quattro anni e si concludeva con un esame generale in seguito al quale era rilasciato un certificato di licenza. In seguito poi ad un altro esame speciale veniva rilasciato un diploma di abilitazione ad impartire insegnamenti in tutte le scuole femminili speciali. La legge stabiliva anche che i comuni di Roma e Firenze erano tenuti a fornire i locali e gli arredi per tali Istituti Superiori.Secondo alterne vicende e nuove disposizioni normative l'Istituto Superiore Femminile di Firenze continuò ad esercitare le sue funzioni formative fino al 1923, quando con la riforma Gentile ne fu profondamente modificata la struttura e la funzione. In primo luogo cadde l'attributo di femminile e gli venne riconosciuto un grado universitario.
L'Istituto Magistrale (prima Dip maturità femminile D005) fu istituito con la riforma Gentile (R.D. 1054 del 1923) in sostituzione delle scuole normali.Era suddiviso in due corsi:l'Istituto Magistrale Inferiore, quadriennale, a cui si accedeva dopo la scuola elementare, e l'Istituto magistrale superiore, triennale, a cui si accedeva dopo l’Istituto Magistrale Inferiore. Era previsto un esame di ammissione (dopo l'esame di licenza elementare) per iscriversi al 1' anno dell'istituto magistrale inferiore. Il diploma che rilasciava, oltre all'abilitazione all'insegnamento materna ed elementare, consentiva anche l'iscrizione all'istituto Magistrale Superiore (poi Facoltà) di Magistero per l’insegnamento alle scuole superiori.Era prevista l'esistenza di un giardino d'infanzia all'interno degli edifici che ospitavano le varie scuole. La creazione di questo corso di studi, assolutamente innovativo per l'epoca, rispondeva alle esigenze della nuova scuola elementare quinquennale(anch'essa istituita con la riforma Gentile), considerata come base dell'intero sistema scolastico italiano, e che quindi richiedeva una classe di maestri più preparati dei precedenti.
Università Cattolica di Roma - L’Istituto superiore di Magistero, costituito nel 1923, diviene facoltà autonoma di Magistero 1936 e dal 1996 Scienze della formazione.L'istituto regio superiore femminile a Università Roma Tre nasce nel 1882 e diviene Facoltà nel nel 1936, quando la cattedra di Pedagogia dell'Istituto superiore di Magistero divenne istituto di pedagogia dell'omonima Facoltà.Con il R.D. 1° ottobre 1936 n. 2475 che approvava lo Statuto della Regia Università di Firenze l'Istituto fu trasformato in Facoltà di Magistero con corso di Diploma Laurea 4 anni in Pedagogia fino al 1993 quando il corso di Diploma di Laurea in Pedagogia divenne Corso di Diploma di Laurea in Scienze dell' Educazione 4 anni e nel 1996 la Facoltà di Magistero diventa Facoltà di Scienze della Formazione. Con la Legge 509/99 viene inserito il 3+2 quindi la prima laurea in educatore, formatore o educatore nido di durata triennale e La Laurea Specialistica +2 in Scienze Pedagogiche, Progettazione educativa, Formazione Continua. La Legge 270/04 toglie le Lauree specialistiche per mettere le lauree magistrali quindi avremo la prima Laurea tre anni in educatore formatore o educatore nido + 2 anni di Laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche, Progettazione educativa, Formazione Continua e Formazione e-learning e con la Legge 2012 Le Facoltà si accorpano cosi La Facoltà di Scienze della Formazione diviene Dipartimento di Scienze Umane.
Nel 1940, con la Riforma Bottai, fu creata l'istituzione della Scuola Media Unificata triennale (Legge 889/1940), con tale riforma, l'Istituto Magistrale (1952-1998) D017 perse il primo triennio e fu trasformato in un corso unico quadriennale che abilitava all’insegnamento nelle scuole elementari, ad essa vi si accedeva, appunto, dopo la scuola media triennale.In tal modo, dopo la scuola media 3 anni, avremo tre corsi:
1. il corso professionale da puericultrice, oggi (OSA) operatore socio sanitario che lavorava sia in ambito sanitario in maternità sia negli asili nido il corso durava un anno dopo i tre anni di scuola media.2. La Scuola Magistrale 3 anni per insegnanti di scuole materne.3. L'Istituto Magistrale 4 anni per insegnanti di scuole elementari.
Quindi furono create, con la Riforma Bottai, due scuole superiori:
1. la Scuola Magistrale (1952-1998) triennale D018, dopo i tre anni di scuola media, ed abilitava all’ insegnamento della scuola materna. eventualmente se si voleva accedereall'insegnamento nelle scuole elementare doveva fare +1 anno di Istituto Magistrale, e se si voleva accedere all' insegnamento nelle scuole medie e superiori poteva intraprendere dopo il + 1 nell' Istituto Magistrale, la Facoltà di Magistero corso di Laurea in Pedagogia di 4 anni.2. L’Istituto Magistrale 4 anni (1952-1998) per insegnanti di scuola elementare dopodiché si poteva o fermarsi per insegnare nelle scuole elementari oppure si poteva intraprendere la Facoltà di Magistero corso di Laurea in Pedagogia (4 anni), che rimaneva l'unico sbocco universitario per coloro che intendevano proseguire gli studi per l’insegnamento alle scuole medie e superiori con accesso diretto dopo il 4° anno.
A causa degli eventi bellici, la riforma Bottai fu pienamente attuata solo qualche anno più tardi. Dal 1° ottobre del 1963 tutte le scuole medie inferiori furono unificate sotto un unico modello, denominato scuola media unificata. Ciò comportò anche la scomparsa della precedene scuola media della scuola di avviamento professionale, dei corsi inferiori di istituti d'arte e quelli dei conservatori musicali, nonché del terzo ciclo delle scuole elementari (classi sesta, settima e ottava) istituito dai programmi ministeriali pubblicati con D.P.R. 503/1955 e dalla successiva riforma dell'ordinamento didattico delle scuole elementari di cui alla legge 1245/1957.Cosi, nel 1969, con la liberalizzazione dell'accesso all'Università, fu creato un 5º anno di corso chiamato Anno Integrativo dell’ Istituto Magistrale per gli studenti che intendevano iscriversi ad altra Facoltà di durata (4 anni), invece per chi intendeva intraprendere la Facoltà di Magistero di durata (4 anni) fu confermata la possibilità di accedere dopo il 4º anno di corso dell’ Istituto Magistrale e per chi invece aveva intrapreso la Scuola Magistrale di 3 anni insegnante di scuola materna e voleva insegnare nelle scuole elementari doveva fare +1 anno di Istituto Magistrale,dopodiché poteva o fermarsi e insegnare nelle scuole elementari oppure continuare ed avere accesso diretto alla Facoltà Di Magistero Corso di Laurea in Pedagogia (4 anni), per chi voleva insegnare alle scuole medie e superiori, invece per chi volesse intraprendere altri tipi di studi (Facoltà) doveva fare +2 anni di di cui uno per Istituto Magistrale e uno di Anno Integrativo (5° anno) di Istituto Magistrale.
Con il Decreto Interministeriale del 10 Marzo 1997 l’articolo n. 1 prevedeva dall’a.s. 1998/99, la soppressione dei corsi di studio ordinari di scuole superiori di secondo grado: (Triennali Scuola Magistrale e Quadriennali dell’Istituto Magistrale), dall’a.s. 2002/2003, soppressione anche dei Corsi Annuali Integrativi (quinto anno) o del +1 e +2 per quelli che avevan fatto le Scuole Magistrali che si svolgevano negli Istituti Magistrali per intraprendere il Liceo (5 anni) e successivamente l’Università.
Al via le sperimentazioni liceali, alla fine degli anni 80: quando si delineò il progetto di Laurea anche per l'insegnamento al nido, elementare e materno.Le sperimentazioni più comuni al momento della riforma Gelmini erano la sperimentazione Liceo Pedagogico-Sociale (prevista dalla c.m. 27/1991-2010) la sperimentazione Liceo Socio-Psico-Pedagogico (prevista dal progetto Brocca 1992/2010), la sperimentazione Liceo delle Scienze Sociali 1998/2010, e infine la sperimentazione Liceo delle Scienze della Formazione 1999/2010. Tutti tendevano a trasformare l'Istituto Magistrale in un vero e proprio Liceo di durata quinquennale, caratterizzato però dallo studio delle scienze umane (psicologia, sociologia, etc). La pedagogia che si chiamava filosofia nei vecchi Istituti e Suole magistrali veniva valorizzata e scorporata dalla filosofia nei Licei.
Il Liceo delle Scienze Umane (Riforma Gelmini) è entrato in vigore dal 1 settembre 2010 e nel 2014/15 ci saranno i primi diplomati liceali, andando a sostituire in pianta stabile tutte le sperimentazioni, gli indirizzi liceali e i progetti assistiti esistenti in Italia.Con la nuova riforma, sono presenti due distinti indirizzi di studio, che trattano le scienze umane secondo due approcci differenti.
Il primo indirizzo Tradizionale,(ex liceo psico-socio-pedagogico 5 anni) che prevede uno studio più approfondito della materia caratterizzante: le scienze umane (4 ore nel biennio e 5 nel triennio), declinate in antropologia, psicologia, pedagogia, sociologia) e filosofia a parte inoltre si insegna il latino ed una lingua straniera.
Il secondo è l'indirizzo economico-sociale (che, formalmente, è chiamato "opzione"nel regolamento che l'ha istituito)(ex liceo delle scienze sociali 5 anni) affronta fra le scienze umane: l'antropologia, la sociologia,la psicologia e la metodologia della ricerca; pari spazio è consacrato alle discipline economico-giuridiche; come risulta evidente l'assenza del latino (sostituito da una seconda lingua straniera) e l'assenza della pedagogia.
Con il diploma di Maturità Liceale in Scienze Umane si può intravedere come lavoro la collaboratrice scolastica nelle scuole d'infanzia e scuole primarie e la possibilità di accesso sia Dipartimento di Scienze Umane qualunque corso di Laurea 3 anni e fermarsi o proseguire con la Laurea Magistrale 3+2= 5 anni o Laurea Magistrale a Ciclo Unico 5 anni, sia a qualsiasi altro Dipartimento qualunque corso di Laurea 3 anni e fermarsi o proseguire con la Laurea Magistrale 3+2= 5 anni o laurea Magistrale a Ciclo Unico 5 o 6 anni.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo delle Scienze Umane:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane:
materie e scuole:
Filosofia e Scienze Umane(psicologia, sociologia, antropologia, pedagogia,) nel liceo delle scienze umane indirizzo tradizionale;
Filosofia e Scienze Umane(psicologia, sociologia, antropologia, metodologia della ricerca) nel liceo delle scienze umane indirizzo economico sociale detto opzione;
14. STORIA DEL LICEO LINGUISTICO 5 ANNI
Il liceo linguistico è una delle scuole superiori a cui si può accedere in Italia al termine della scuola secondaria di primo grado. L'indirizzo venne istituito ed approvato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nel 1970/1973, inizialmente classificandosi come Istituto Tecnico Provinciale di Cultura e Lingue. Solo nel 1985, a seguito delle normative dei Programmi Ministeriali per far fronte al problema della "dispersione scolastica", divenne a tutti gli effetti un Liceo. Esisteva, prima del 2010 anche il progetto Brocca per il Liceo Linguistico. Il liceo linguistico si specializza nello studio delle lingue e delle relative espressioni culturali, comprendendo un totale di cinque lingue nell'intero corso di studio: la lingua e la letteratura italiana, la lingua latina nel biennio, e tre lingue straniere e le relative letterature nel quinquennio.L'offerta delle lingue straniere viene lasciata ai singoli istituti, anche se le prime due lingue straniere sono spesso due lingue comunitarie, generalmente inglese, spagnolo, francese, tedesco e russo. La terza lingua invece può essere una delle lingue comunitarie già citate, oppure cinese, arabo o giapponese.[1] Negli istituti paritari l'offerta linguistica può variare ulteriormente.Con il D.M. 31 luglio 1973 viene avviato come sperimentazione negli istituti di istruzione secondaria non statali, mentre nell'anno successivo la sperimentazione viene estesa anche agli istituti statali. Viene poi ripresa con il C.M. 27/1991[2] Il 1 settembre 2010, con la Riforma Gelmini i piani sperimentali, il PNI e il piano Brocca sono stati bloccati.Il progetto Brocca è attualmente non disponibile. A partire dal 2010 tutti i nuovi iscritti a un liceo linguistico non ebbero più la possibilità di iscriversi a un istituto con progetto Brocca. Gli ultimi studenti, frequentanti il liceo linguistico a progetto Brocca, usciranno dagli istituti nel 2014, da allora il progetto Brocca sarà considerato come piano scolastico in disuso.Riforma GelminiA partire dal 1 settembre 2010, con l'attuazione della riforma Gelmini sono state soppresse tutte le sperimentazioni linguistiche liceali e tutti gli indirizzi precedentemente esistenti, creando a tutti gli effetti il liceo linguistico. L'offerta ministeriale attivabile dalle singole scuole, laddove possibile, comprende l'insegnamento della lingua inglese, francese, tedesca, spagnola, russa, araba, cinese e giapponese.[3]1 Sono previste 33 ore annuali di conversazione col docente di madrelingua.2 Con informatica al primo biennio.3 Biologia, chimica, scienze della Terra.Dal primo anno del secondo biennio è previsto l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica (CLIL), compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie. Dal secondo anno del secondo biennio è previsto inoltre l’insegnamento, in una diversa lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL), compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie.L'esame di maturità si svolge in maniera identica agli altri istituti, con distinzione per il contenuto della seconda prova ossia quella d'indirizzo:1ª prova: produzione di un testo in lingua italiana o nella lingua ufficiale di insegnamento prevista.2ª prova: comprensione del testo e/o produzione scritta in una delle lingue straniere studiate (a scelta del candidato).3ª prova: questionario su 4/5 materie caratterizzanti l'ultimo anno di studio.4ª prova: esame orale.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Linguistico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
15. STORIA DEL LICEO ARTISTICO 5 ANNI
Il liceo artistico è una scuola secondaria di secondo grado a cui si può accedere, in Italia, al termine della scuola secondaria di primo grado. È una scuola a carattere prettamente formativo, che consente il proseguimento degli studi in qualsiasi facoltà universitaria.Istituto d'arte Prima delle sperimentazioni liceali vennero istituiti a livello comunale, e poi regionale, delle scuole d'arte o regie scuole professionali, la cui offerta formativa era fortemente influenzata dalle tradizioni artistiche locali che venivano insegnate nelle scuole. Il corso era di durata triennale con il rilascio di un diploma di maestro d'arte.Non essendo quindi gestita a livello ministeriale nacquero moltissimi indirizzi, caratterizzati da una particolare attenzione a quelle definite le arti minori, come l'oreficeria, ceramica, mosaico, stampa d'arte, decorazione e design, e le arti commerciali, come la grafica pubblicitaria, fotografia, scenotecnica, moda, animazione e produzione filmica.Con la riforma degli anni 1960 vennero ufficializzati a livello ministeriali come istituti d'arte, e con la legge n.692/1970 venne introdotto il biennio sperimentale comprensivo di IV e V anno al fine di rilasciare agli studenti il diploma di maturità di arte applicata che permettesse l'accesso all'Università. Con la riforma Gelmini tutti gli istituti d'arte, a partire dall'anno scolastico 2010/2011, sono diventati licei artistici.[1]Sperimentazione liceali[modifica | modifica sorgente]La sperimentazione artistica nasce negli anni sessanta, quando il liceo artistico collegato all'Accademia di belle arti di Brera divenne una scuola a sé stante, come scuola preparativa agli studi artistici superiori in arti come pittura, scultura, grafica e beni culturali. Tale sperimentazione è divenuta popolare nel corso degli anni, e si sono sviluppati dei corsi tradizionali di durata quadriennale (più un anno integrativo per l'accesso all'università di sole 15 ore settimanali).Sperimentazioni artisticheSono stati attivati anche delle sperimentazione quinquennali, quali quella Leonardo da Vinci e Michelangelo.Sperimentazione LeonardoLa sperimentazione Leonardo presentava tre indirizzi laboratoriali: architettura e design, figurativo, catalogazione e conservazione dei beni culturali.I corsi sperimentali assistiti "Progetto Michelangelo" sono stati attivati nel 1993, sia per la sperimentazione artistica sia per l'istituto d'arte. I corsi erano: restauro, architettura e arredo, pittura e decorazione pittorica, scultura e decorazione plastica, rilievo e catalogazione.:[2]Riforma Gelmini, questo nuovo ordinamento è entrato in vigore dal 1º settembre 2010, andando a sostituire in pianta stabile tutte le sperimentazioni, i progetti assistiti, i corsi liceali e le opzioni autonome di istituto d'arte precedentemente esistenti. I quadri orari del nuovo liceo artistico riformato, strutturato nei sei indirizzi con biennio comune, sono i seguenti:[3]Indirizzo arti figurative, Indirizzo architettura e ambiente, Indirizzo design, Indirizzo audiovisivo e multimediale, Indirizzo grafica,Indirizzo scenografia,in tutti gli indirizzi è previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Artistico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
16. STORIA DEL LICEO MUSICALE E COREUTICO 5 ANNI
l liceo musicale e coreutico[1][2] è una delle scuole secondarie di secondo grado avviate dalla riforma Gelmini, che entrerà a pieno regime nell'anno scolastico 2014/2015. Il liceo nasce dalle basi delle sperimentazioni o dei licei paritari musicali e coreutici, istituite dalla riforma Moratti.[2] Il liceo musicale veniva spesso associato ai conservatori su piano regionale (oggi questa è prerogativa di due soli casi nazionali, i Licei di Milano e Trento).[senza fonte]Il liceo presenta due indirizzi: uno musicale e uno coreutico. Sul territorio nazionale saranno inizialmente presenti 40 sezioni musicali e 10 coreutiche, istituiti con l'aiuto di conservatori e accademie di danza locali.[2] E' a numero chiuso e si accede solo dopo aver superato un esame di ammissione. Per il liceo musicale è previsto lo studio di due strumenti. Il primo strumento è a scelta del candidato mentre il secondo strumento viene assegnato dal liceo. StoriaSperimentazioni musicaliA partire dagli anni '70 in tutto il territorio italiano nascono diverse sperimentazioni di licei musicali. Alcune di queste coinvolgevano direttamente i conservatori (come nel caso di Parma, Milano, Trento), previa autorizzazione del MIUR. Col tempo, oltre a questi casi di licei musicali nati e operativi all'interno dei conservatori, la gran parte delle sperimentazioni ha previsto l'implemento di alcune discipline musicali all'interno del piano orario di altri indirizzi liceali. Mantenuta la sperimentalità fino all'anno 2009, i licei musicali sono stati definitivamente istituzionalizzati come licei ad ordinamento (quindi non più sperimentali) dalla Riforma Gelmini. I più antichi Licei Musicali, tuttora esistenti, sono quelli di Parma (dal 1970) e quello interno al Conservatorio di Milano (dal 1971), ancor'oggi operativi e di recente confermati nel loro assetto originale dal Ministero.Riforma GelminiLa materie caratterizzanti sono rispettivamente la musica, la teoria e storia della musica, lo studio di uno o più strumenti musicali e le esercitazioni orchestrali o corali, mentre per la sezione coreutica si studierà la danza, la storia e i diversi generi della danza, e esercitazioni coreutiche.[2] Il piano di studi del liceo musicale e coreutico è il seguente:[3]Sezione musicale, Sezione coreutica È previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso il Liceo Musicale e Coreutico:
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia Filosofia.
17. STORIA DELL ISTITUTO TECNICO 5 ANNI
I regi istituti tecnici erano un tipo di scuola tecnica secondaria di secondo grado, sorsero principalmente in alcune città dell'Italia centro-settentrionale, città in forte sviluppo industriale, che necessitavano di quadri dirigenziali preparati e competenti e per i quali la preparazione classica diffusa in Italia per le classi dirigenti non risultava idonea, nella prima metà dell'Ottocento fino alla Riforma Gentile 1923. Si trattava di scuole, soprattutto per le sezioni fisico-matematica ed industriale meccanico-metallurgica, architettura, ingegneria etc), le sezioni agrimensura e commerciale-ragioneria non consentivano invece l'accesso all'università e formavano gli allievi nelle professioni di geometra e ragioniere. In Italia il primo istituto tecnico di cui si ha notizia storica certa è l'Istituto Tecnico Industriale Statale G e M. Montani di Fermo, fondato nel 1854, seguiva poi il sito industriale di Terni, in cui nel 1860 veniva fondato il Regio Istituto Tecnico Industriale.
La prima legge ufficiale degli Istituti tecnici si ha nella legge 14 luglio 1912, n. 854, art. 3:
« Ai licenziati delle rr. scuole di 3/a grado di carattere industriale è rilasciato il diploma di perito industriale; a quelli delle rr. scuole commerciali di 3/a grado il diploma di perito commerciale.
La licenza delle rr. scuole industriali o commerciali di 3/a grado è, rispettivamente, titolo per la iscrizione all'albo dei periti tecnici ed in quello dei periti commerciali compilato dai tribunali. »
Gli istituti tecnici si moltiplicano in Italia sotto la monarchia come Istituti Tecnici disciplinati con il Regio decreto n.1054 del 6 maggio 1923.
Difatti con la riforma Gentile del 1923 i regi istituti furono chiusi: la sezione fisico-matematica fu trasformata in liceo scientifico, quella industriale in istituto tecnico industriale, quella di agrimensura in istituto tecnico per geometri, mentre quella di commercio e ragioneria in istituto professionale per il commercio e per i ragionieri.
1.1 Ordinamenti previgenti dal 1923-2010
- 1.1.1 Istituto tecnico per il turismo
- 1.1.2 Istituto tecnico commerciale (ragioneria)
- 1.1.3 Istituto tecnico femminile
- 1.1.4 Istituto tecnico per le attività sociali
- 1.1.5 Istituto tecnico tecnologico Industriale
- 1.1.6 Istituto tecnico nautico
- 1.1.7 Istituto tecnico aereonautico
- 1.1.8 Istituto tecnico agrario
- 1.1.9 Istituto tecnico geometra
- 1.2 Riforma Gelmini 2010-oggi
- 1.2.1 Tecnico economico
- 1.2.2 Tecnico tecnologico
Istituto tecnico per il turismo
L'Istituto tecnico per il turismo prevedeva lo studio delle lingue straniere da un punto di vista economico-turistico (piuttosto che quello letterario-culturale del liceo linguistico) e delle disciplini affini alla scienze del turismo, come diritto, economia aziendale e geografia del turismo.
Istituto tecnico commerciale (ragioneria)
L'Istituto tecnico commerciale approfondisce le materie sociali rivolte all'economia, all'amministrazione e le lingue straniere. Erano presenti diversi indirizzi:
- I.G.E.A. (Indirizzo giuridico, economico e aziendale), il cui titolo di studio è "ragioniere perito commerciale".
- Mercurio (Triennio per Programmatori), volto alla formazione dei programmatori, accessibile solo dopo il biennio I.G.E.A. Il titolo di studio è "ragioniere perito commerciale e programmatore".
- Attività gestionali, indirizzo amministrazione e controllo, il cui profilo è quello dell'esperto in problemi di economia aziendale, in strategie aziendali e in gestione economico finanziaria.
- Attività gestionali, indirizzo comunicazione e marketing, focalizzato in strategie di marketing e della comunicazione.
- Economo dietista, corso per dietisti in campo alimentare ed economico. Il titolo di studio è "economo dietista".
- P.A.C.L.E - E.R.I.C.A. (Perito aziendale corrispondente lingue estere - Educazione alla relazione interculturale della comunicazione aziendale), che prevede lo studio di storia dell'arte, tre lingue straniere ed economia aziendale come materie di indirizzo; titolo di studio di "Perito aziendale corrispondente lingue estere".
- P.A.C.L.E - P.N.I. (Perito aziendale corrispondente lingue estere - Piano nazionale informatica), che prevede lo studio di sole due lingue straniere e un approfondimento di Trattamento Testi e Dati anche nel triennio.
L'istituto tecnico femminile era un istituto di formazione che nacque in sostituzione delle scuole professionali femminili triennali e del magistero professionale per la donna di durata biennale, il cui obiettivo era la preparazione delle fanciulle alla vita familiare, al buon governo della casa e all'insegnamento dell'economia domestica e dei lavori cosiddetti "femminili", intesi all'epoca come quelle attività relative all'educazione e alle tecniche di abbigliamento e ricamo. La disciplina comprendeva anche lavori relativi all'arredamento e alla decorazione della casa, con lo studio degli ambienti, degli oggetti, del colore e delle proporzioni, una forma abbozzata di ciò che poi sarebbe divenuto il moderno design.
L'istituto era in pieno vigore negli anni sessanta e si sviluppò su un percorso di studi quinquennale, al termine del quale si conseguiva il diploma di abilitazione professionale per le attività tecniche, valido anche per l'immatricolazione a tutte le facoltà universitarie. Verso la metà di quegli anni, l'istituto vide il suo massimo splendore come "scuola moderna" e si rinnovò creando, dopo il primo biennio comune, un triennio professionalizzante con tre indirizzi di studio distinti, ma confluenti in una maturità tecnica completa:
- Indirizzo generale, con un maggiore numero di ore ed abilitante all'insegnamento delle applicazioni tecniche nella scuola media e di economia domestica ed esercitazioni di lavori femminili nella scuola secondaria superiore;
- Indirizzo economo-dietiste, con il fine di creare responsabili del servizio mensa/alimentazione negli ospedali, nei servizi ristorativi e nelle comunità di vario genere;
- Indirizzo dirigenti di comunità, con il fine di creare personale direttivo nelle comunità: case di riposo, asili nido, convitti, istituti per disabili, colonie estive;
Nel 1998 l'istituto tecnico femminile viene abolito cambiando denominazione per legge in Istituto tecnico per le attività sociali. L'anno successivo intervengono modifiche nei programmi. L'istituto si suddivide in un biennio comune e un triennio di specializzazione anch'esso diviso in tre diversi indirizzi: generale, dirigente di comunità, ed economo-dietista. Ciascuna maturità forniva l'abilitazione per l'immatricolazione a tutte le facoltà universitarie.
Il corso è stato posto a conclusione a seguito della Riforma Gelmini nel 2010, cambiando denominazione in "Istituto Tecnico del Settore Economico - indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing". Nel 2013 erano attivi in Italia circa 100 Istituti tecnici per le attività sociali.
Istituto tecnico tecnologico Industriale
L'Istituto tecnico tecnologico ( I.T.T. o I.T.S.T. ) approfondisce le materie tecnico-scientifiche rivolte alla tecnologia. Al termine dei 5 anni di studio si conseguiva il diploma di maturità tecnica industriale (e in seguito al superamento di un esame di Stato, del titolo di Perito industriale), che permetteva l'accesso a qualsiasi Facoltà universitaria. Si articolava in un biennio comune ed un successivo triennio di specializzazione in vari indirizzi,(ad es. l'I.T.I.S. e similari).
Istituto tecnico nautico
L'Istituto tecnico nautico (I.T.N.) si specializzava nelle scienze marittime e navali, ed era suddiviso in un biennio propedeutico più un triennio di specializzazione. Il diploma di perito nautico era diviso in Perito per il trasporto marittimo, Perito per gli apparati e gli impianti marittimi o Perito per le costruzioni navali.
Istituto tecnico aeronautico
L'istituto tecnico aeronautico si focalizzava sull'apprendimento di discipline aeronautiche. L'offerta formativa dell'istituto è suddivisa in biennio e triennio ad indirizzo unico. Alla fine dei corsi si ottiene il diploma di perito del trasporto aereo.
Istituto tecnico agrario
L'Istituto tecnico agrario aveva durata di 5 anni nel caso dell'indirizzo generale e sperimentale, mentre l'indirizzo di viticoltura ed enologia una durata di 6 anni. Al termine del corso di studi si otteneva il diploma di Perito agrario che dava accesso a tutte le facoltà universitarie oppure, effettuando due anni di praticantato e superando l'esame di stato di abilitazione, era possibile iscriversi all'Albo dei periti agrari e svolgere la libera professione. Le materie oggetto di studio erano rivolte nel campo dell'agronomia, della zootecnica, della chimica, dell'economia e della topografia.
Istituto tecnico geometra
L'Istituto tecnico per geometri era rivolto al campo dell'edilizia, dell'estimo, del diritto, dell'economia e della topografia. Al termine del corso di studi si otteneva il diploma di Perito geometra che dava accesso a tutte le facoltà universitarie oppure, effettuando due anni di praticantato certificato semestralmente e superando l'esame di stato di abilitazione, era possibile iscriversi all'Albo dei geometri presente nella provincia di riferimento e svolgere la libera professione. Indirizzi ad es. Attività gestionali, indirizzo Edile territoriale.
Riforma Gelmini
Con il riordino degli istituti tecnici della riforma Gelmini si passa da 10 settori e 39 indirizzi a 2 settori e 11 indirizzi. L'impostazione sarà 2+2+1: durante il primo biennio si studieranno materie comuni, mentre le articolazioni, laddove presenti, vengono scelte al secondo anno e vengono attivate nel triennio finale. Il primo biennio è infatti comunque l'indirizzo di studi. L'ultimo anno saranno presenti stage e tirocini, laddove disponibili. Le articolazioni, laddove presenti, vengono scelte al secondo anno e vengono attivate nel triennio finale.
Due Settori Istituto Tecnico economico ed Istituto tecnico tecnologico
L'istituto tecnico, settore economico è un tipo di scuola secondaria di secondo grado di stampo tecnico nell'ordinamento italiano. La tecnica, concepita come l'uso logico ed appropriato di strumenti per ottenere un risultato date delle premesse, è la caratteristica comune del percorso formativo di un istituto tecnico. L'economico si differenzia dal tecnologico perchè è concepita sulle materie economiche e non derivanti dgli istituti industriali come il tecnico tecnologico.
L'istituto tecnico si differenzia dall'istituto professionale principalmente per la preparazione congiunta tra teoria e pratica che garantisce una base tale da consentire l'accesso all'università. Ogni istituto è della durata quinquennale, con un biennio comune e introduttivo e un triennio in cui si affrontano le materie specialistiche date dall'indirizzo preso.
L'istituto tecnico, settore tecnologico è un tipo di scuola secondaria di secondo grado di stampo tecnico nell'ordinamento italiano. La tecnica, concepita come l'uso logico ed appropriato di strumenti per ottenere un risultato date delle premesse, è la caratteristica comune del percorso formativo di un istituto tecnico.
il Tecnologico si differenzia dall' economico perchè è concepita sulle materie tecnologiche derivanti dagli istituti industriali.
Di seguito la tabella di confluenza degli Ordinamenti Attuali e degli Ordinamenti precedenti
settore economico:
Ordinamento attuale:Amministrazione, finanza e marketing
Ordinamento Previgente Istituto tecnico commerciale Istituto tecnico per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere Istituto tecnico per le attività sociali;
Ordinamento Attuale: Turismo,
Ordinamento previgente istituto tecnico per il turismo.
settore tecnologico
Ordinamento attuale Istituto tecnico, settore tecnologico, indirizzo Meccanica, meccatronica ed energia Ordinamento previgente Istituto Tecnico industriale;
Ordinamento attuale Trasporti e logistica,
Ordinamento previgente Istituto tecnico industriale, Istituto tecnico nautico, Istituto tecnico aeronautico;
Ordinamento attuale: Elettronica ed elettrotecnica, Informazioni e telecomunicazioni, Grafica e comunicazione, Chimica materiali e biotecnologie, Sistema moda,
Ordinamento previgente Istituto Tecnico Industriale;
Ordinamento Attuale: Agraria, agroalimentare e agroindustria,
Ordinamento Previgente Istituto tecnico industriale, Istituto tecnico agrario;
Ordinamento Attuale Costruzioni, ambiente e territorio
Ordinamento previgente Istituto tecnico industriale, Istituto tecnico per geometri.
Indirizzi Settore Tecnologico:
Meccanica, meccatronica ed energia
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzi di meccanica).
Articolazione meccanica e meccatronica
Articolazione energia
Trasporti e logistica
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico nautico, Istituto tecnico aeronautico e Istituto tecnico industriale (indirizzi di navalmeccanica e costruzioni aeronautiche).
Articolazione costruzione del mezzo
Articolazione conduzione del mezzo
Articolazione logistica
Elettronica ed elettrotecnica
Articolazione elettronica
Articolazione elettrotecnica
Articolazione automazione
Informatica e telecomunicazioni
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzi di informatica e telecomunicazione).
Articolazione informatica
Articolazione telecomunicazioni
Grafica e comunicazione
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzo di arti grafiche).
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto tecnico, settore tecnologico, indirizzo Grafica e comunicazione (C5)
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materia: Teoria della comunicazione;
Chimica, materiali e biotecnologie
Indirizzo che va a sostituire il Liceo Scientifico Biologico.
Articolazione chimica e materiali
Articolazione biotecnologie ambientali
Articolazione biotecnologie sanitarie
Sistema moda Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico industriale (indirizzi di arti tessili).
Articolazione tessile, abbigliamento e modaTecnologie dei materiali e dei processi produttivi eorganizzativi della moda (applicato all'industria tessile) - - Ideazione, progettazione e industrializzazionedei prodotti moda (applicato all'industria tessile) -
Articolazione calzature e modaTecnologie dei materiali e dei processi produttivi eorganizzativi della moda (applicato all'industria della calzature) - - Ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda (applicato all'industria della calzature)
Agraria, agroalimentare e agroindustria
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico agrario.
Articolazione produzioni e trasformazioni
Articolazione gestione dell'ambiente e del territorio
Articolazione viticoltura ed enologia
Costruzioni, ambiente e territorio
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico per geometri e l'istituto tecnico industriale (indirizzi di edilizia). Al terzo anno viene scelta una delle due articolazioni:
Articolazione Generale
Articolazione geotecnico
- Indirizzi Istituto tecnico economico
Amministrazione, finanza e marketing
Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico commerciale e l'istituto tecnico per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere.
Articolazione: relazioni internazionali per il marketing -
Articolazione: sistemi informativi aziendali
Turismo Indirizzo che va a sostituire l'istituto tecnico per il turismo.
18. STORIA DELL' ISTITUTO PROFESSIONALE 5 ANNI
L'istituto professionale è un tipo di scuola che fornisce una preparazione tecnica e una qualifica professionale per l'accesso a diversi settori di attività lavorativa.
Nell'ordinamento scolastico italiano, l'istituto professionale è una scuola secondaria di secondo grado. In passato differiva dall'istituto tecnico per la possibilità di conseguire, dopo un esame di stato alla fine del terzo anno, un diploma di qualifica professionale[1] che abilitava all'esercizio della professione. Con la riforma Gelmini la durata legale del corso di studi è variata da 3+2 anni a 5 anni senza specializzazioni intermedie, così come avviene nei licei e negli istituti tecnici. Terminato l'iter di istruzione professionale si consegue un diploma di istruzione superiore, che dà accesso a tutte le facoltà universitarie o direttamente al mondo del lavoro in alcuni settori professionali.
Rispetto agli istituti tecnici, gli istituti professionali offrono una formazione più specializzata e maggiormente rivolta alle applicazioni pratiche, con attività di laboratorio e un tirocinio da svolgere nell'ultimo anno.
Ordinamenti previgenti
Istituto professionale per odontotecnici
È un istituto per diventare odontotecnici.
Istituto professionale per i servizi alberghieri e la ristorazione
Istituto Professionale di Stato per L'Enogastronomia e L'Ospitalità Alberghiera (IPSEOA) si focalizzava sui servizi legati alla ristorazione, i cui indirizzi principali erano cucina, sala-bar e vendita, e ricevimento d'albergo. Gli istituti alberghieri sono molto diffusi in Italia ma anche all'estero non manca questa forma di istruzione. Molte scuole alberghiere estere fanno gemellaggi con gli alberghieri italiani. Le scuole alberghiere sono le più "gettonate" dagli studenti delle scuole medie al momento della scelta formativa più importante; questo succede perché è una scuola che offre alta professionalità con possibilità di inserimento nel mondo del lavoro molto estesa.
Istituto professionale per produzione industriale e artigianale
L'Istituto professionale per produzione industriale e artigianale (anche Istituto professionale per l'industria e artigianato, o IPSIA) si concentra nei processi di lavorazione, assemblaggio e commercializzazione dei prodotti industriali.
Istituto professionale per il commercio
L'istituto professionale per il commercio (specificamente quello ad indirizzo economico-aziendale) si incentrava sulle competenze in ambito dell'amministrazione aziendale mediante strumenti giuridici, contabili e informatici. Molta importanza era data alla capacità di analisi dell'organizzazione aziendale, al fine di redigere rapporti sull'efficienza e di indirizzare a soluzioni atte a risolvere problemi di carattere gestionale; servendosi soprattutto della contabilità analitico-gestionale. Le materie caratterizzanti di questo percorso di studi erano Economia Aziendale eDiritto.
Riforma Gelmini
Con la riforma Gelmini si passa da 5 settori e 27 indirizzi a 2 macrosettori e 6 indirizzi. L'ultimo anno saranno presenti stage e tirocini, laddove disponibili.[2][3]
Tuttavia col nuovo ordinamento è data facoltà agli istituti di accordarsi con i centri di formazione professionale delle rispettive regioni per far conseguire agli studenti un attestato di qualifica regionale alla fine del terzo anno. Per rendere fattibile questa possibilità è condizione imprescindibile che esista, nell'ambito della formazione professionale regionale, un percorso formativo coerente con l'iter di istruzione che gli allievi degli istituti professionali hanno intrapreso.
Di seguito la tabella di confluenza dei precedenti ordinamenti:[4]
Ordinamento attualeOrdinamento previgenteIstituto professionale,settore serviziServizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Indirizzi agroambientali Servizi socio-sanitari Indirizzi socio-sanitari Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera Indirizzi alberghieri e della ristorazione Indirizzi atipici Servizi commerciali Servizi commerciali e turistici Istituto professionale,settore industria e artigianatoManutenzione e assistenza tecnica Indirizzi industriali e artigianali Produzioni industriali e artigianali Indirizzi industriali e artigianali Indirizzi atipici
1. Settore servizi
Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Indirizzo che va a sostituire l'istituto professionale per l'agricoltura e l'ambiente.
Servizi socio-sanitari
Articolazione odontotecnico
Articolazione ottico
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto Professionale, settore servizi, indirizzo servizi socio sanitari (B2);
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materie: Scienze Umane e Sociali (psicologia, pedagogia, sociologia, antropologia) e Psicologia Generale ed Applicata
Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera
Articolazione enogastronomia
Articolazione servizi di sala e vendita
Articolazione accoglienza turistica
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto Professionale, settore servizi, indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”articolazione accoglienza turistica (B3); La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materie: Tecniche di comunicazione;
Servizi commerciali Indirizzo che va a sostituire l'Istituto professionale per il Commercio.
indirizzi abilitanti all' insegnamento presso l' Istituto Professionale, settore servizi, indirizzo servizi commerciali (B4);
La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + il TFA (Tirocinio Formativo Attivo, della durata di 1 anno post Laurea Magistrale) nella classe 36/A poi A/217 ora A/17 Filosofia e Scienze Umane materie: Tecniche di comunicazione;
2. Settore industria e artigianato
Produzioni industriali e artigianali
Articolazione industria
Articolazione artigianato
Manutenzione e assistenza tecnica
19. STORIA DELL'UNIVERSITA'
Indice:
1. Storia del Dipartimento di Scienze Umane
2 .Storia Completa dell' Università di Foggia
3. Etimologia della parola Università
4. Storia dell' Università e della Goliardia
20. STORIA DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE UMANE (ex Facoltà l. 240/10 Scienze della Formazione, Ex Facoltà di lettere e Filosofia, Ex Facoltà di Magistero )
La storia della Facoltà di Magistero (4 anni) di cui la dizione era già conosciuta nel 1882: che da Istituto Superiore Femminile di Magistero 1882, nel 1936 diventa Facoltà di Magistero con il corso diDiploma di laurea (D.L.) in pedagogia (4 anni) L 072, L073, e da L224 a L244 che potevano anche insegnare nelle scuole superiori. Le abilitazioni separatamente conseguite per le classe A36 (filosofia, psicologia e scienze dell’educazione negli istituti secondari di II grado); A37 (filosofia e storia nei licei); A043 (italiano, storia e geografia,ed educazione civica nella scuola media), A050 (lettere negli istituti secondari di II°grado) e A051 (italiano e latino nei licei e negli istituti), conferiscono l’abilitazione anche per la classe A052 (italiano, latino e greco nei licei classici) e valida l'abilitazione all'insegnamento anche nei giardini d'infanzia che essendo il pedagogista, titolo superiore assorbiva anche quello di insegnante di scuola materna (scuola magistrale) abilitazione AA00 e insegnante di scuola elementare (istituto magistrale)abilitaz. EE00, istituiti con regio decreto 6 maggio 1923, n. 1054.Con la Legge 18 marzo 1968, n. 444 Ordinamento della scuola materna statale definiva i ruoli e le funzioni delle ispettrici che debbono essere fornite della Laurea( D.L.) in Pedagogia (4 anni) con funzioni di ispettori di scuole materne ed elementari di un intero circolo didattico mente furono istituite le (SDFS) scuole dirette a fini speciali ( (3 anni) istituite con il DPR 162/82 e soppresse nel 2005 : F010 assistenza sociale psichiatrica, F022 Educatore Comunità, F023 Educatore Professionale, F024 Educatore Sanitario, F072 Tecnico della riabilitazione psichiatrica e sociale, F 116 terapisti della riabilitazione t., F117 terapisti della riabilitazione occupazionale, F118 terapisti della riabilitazione neuro psico motricità dell'età evolutica, F. 0225 educatore di comunità, F. 234 educatore professionale, e i vecchi (D.U.) Diplomi Universitari 3 anni istituiti con la legge 19 novembre 1990 n. 341, e soppressi con la riforma Berlinguer del 1999 D.U. di Diploma di Vigilanza (3 anni) E001, per la funzione di direttore nelle scuole materne ed elementari a cui per accedere devono essere fornite di Diploma Universitario di vigilanza (3 anni) o della Laurea in pedagogia (4 anni) che essendo titolo superiore assorbiva anche il Diploma Universitario di vigilanza (3 anni). I pedagogisti con laurea (4 anni), inoltre, assorbivano anche i Titoli delle cosiddette Scuole dirette a Fini Speciali (3 anni) precedentemente dette perchè ritenuto Titolo superiore.Le insegnanti invece della scuola materna statale debbono essere fornite di diploma rilasciato dalle scuole superiori: Scuole Magistrali (3 anni per scuola materna)D018, o dagli Istituti Magistrali (4 anni per scuole materne ed elementari) D017. Per ciò che concerne il Diploma di Laurea in pedagogia 4 anni vecchio ordinamento è prescritta un'abilitazione specifica che si consegue contestualmente al concorso di cui al successivo art. 14 di medesima legge.Tale corso di Diploma di Laurea (D.L.) in Pedagogia nel 1993 viene trasformato in Diploma di laurea (D.L.) 4 anni in Scienze dell’Educazione codice L 083 perché erano più preparati in vari settori che riportava l’indirizzo scelto. Nel 1995 è stata soppressa la Facoltà di Magistero e sostituita dalla Facoltà di Scienze della Formazione, formava Diplomi di Laurea (D.L) 4 anni in Scienze dell’Educazione L 083 in 3 indirizzi: 1. L 083 insegnanti scienze dell’educazione , (4 anni) classe A36 filosofia psicologia e sociologia; A37 filosofia e storia; A043 (italiano storia e geografia,scuola media oggi chiamata secondaria di I grado), A050 (lettere, negli istituti di II°) dopo aver fatto la SSIS di durata biennale.2. L 083 educatore professionale extrascolastico, (erronemente chiamati), (4 anni) pedagogista all’interno di istituti socio-sanitari.3. L 083 esperto nei processi formativi v. o. vecchio ordinamento ''' (4 anni) dirigente, formatore specializzato nelle aziende.
eScienze della formazione primaria (4 anni) per gli insegnanti di scuola materna ed elementare.
la cosiddetta riforma Zecchino definisce la dizione di Diploma di Laurea articolo 17, comma 95 della legge 127/1997 .D.M. 10.06.1998 (G.U. n. 168/21.07.1998) stabilisce che il diploma di laurea in Pedagogia 4 anni è equipollente al diploma di laurea in Scienze dell’educazione 4 anni. La riforma Universitaria D.M. 509/99 riforma Zecchino sostituiva il vecchio odinamento (V.O.) diploma di Laurea 4 anni con il nuovo ordinamento ( N.O.) 3+2= 5 anni ma :
Lauree 3 anni (Decreto Ministeriale n. 270 del 22 ottobre 2004) Dalle scuole dirette a fini speciali (SDFS) istituite con il DPR 162/82 e soppresse nel 2005 : F010 assistenza sociale psichiatrica, F022 Educatore Comunità, F023 Educatore Professionale, F024 Educatore Sanitario, F072 Tecnico della riabilitazione psichiatrica e sociale, F 116 terapisti della riabilitazione t., F117 terapisti della riabilitazione occupazionale, F118 terapisti della riabilitazione neuro psico motricità dell'età evolutica, F. 0225 educatore di comunità, F. 234 educatore professionale, e dai vecchi (D.U.) Diplomi Universitari 3 anni istituiti con la legge 19 novembre 1990 n. 341, e soppressi con la riforma Berlinguer del 1999 D.U. di Diploma Universitario di Vigilanza E001,invece il D.U. Operatori psicopedagogici è stato annesso alla Laurea triennale 34 Scienze e tecniche psicologiche L-24 Scienze e tecniche psicologiche. Nel 2011 con la riforma Universitaria D.M. 509/99 riforma Zecchino furono equiparate con le nuove lauree (L) (tre anni) definite lauree di primo livello L18 in educatore (con varie diciture: educatore sociale, educatore nido, formatore, formatore continuo, etc.) e la SNT/2 educatore sanitario.Poi L. 270/04 Moratti trasformò la Laurea L 18 in educatore professionale (con varie diciture: educatore sociale, educatore nido, etc.) in L 19 in educatore professionale (con varie diciture: educatore sociale, educatore nido, etc.) e la SNT/2 educatore sanitario in L-SNT/2 educatore sanitario.Esse sono equiparate:ai sensi del D.M. MIUR 509/1999, il titolo di Diploma Universitario (D.U.) e delle Scuole Dirette a Fini Speciali (SDFS) purché sia di durata triennale (e non biennale) sono divenuti equipollenti alle Laurea (L), L18 e SNT/2 e alle attuali lauree L19 e L-SNT/2, come stabilito anche dalla legge n. 240 del 2010 Riforma Gelmini.A questi Laureati triennali spetta il ''Titolo di Dottore Educatore Professionale ai sensi dell'art. 13 comma 7 del D.M. 270/04 riforma Moratti.''
Lauree Magistrali:Lauree specialistiche poi Lauree Magistrali 3+2=5 anni o 5 anni a ciclo unico: Decreto Ministeriale di Determinazione delle Classi di Laurea Magistrale del 16 marzo 2007).
La riforma Universitaria D.M. 509/99 riforma Zecchino determina Le Lauree Specialistiche (LS) 3+2=5 anni o Lauree Specialistiche a ciclo unico 5 anni definite entrambe lauree di II livello, e la riforma Moratti da l’equipollenza ai Diplomi di Laurea (D.L.) 4 anni vecchio ordinamento (V.O.) con le nuove lauree specialistiche L.S. cosi divise in tre classi:
56/S Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, pedagogia clinica 3+2=5 anni,65/S Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua 3+2=5 anni, 87/S Scienze pedagogiche, Con SSIS insegnamento nella 36/a e 37/a ; consulenza pedagogica 3+2=5 anni;
S/85 BIS: a ciclo unico 5 anni scienze della formazione primaria Con SSIS insegnamento in materne ed elementariSNT/02/S Educatore Sanitario Specializzato , uscente dal Dipartimento di Medicina 3+2=5 anni ,
In tal modo si amplia l’offerta formativa della Facoltà di Scienze della Formazione con figure di: Educatore professionale sociale 3 anni, educatore asilo nido 3 anni, formatore 3 anni, scienze della formazione primaria che da DL 4 anni passa a 5 anni a ciclo unico, LS (56;65;87) pedagogista 3+2= 5 anni,
Un terzo passaggio si ha con la riforma Moratti D.M. 270/04 difatti, furono soppresse le Lauree Specialistiche (LS) per divenire Lauree Magistrali (LM) e con il D.M. del 16 marzo 2007 il Ministro Fabio Mussi '''definisce le classi di Laurea Magistrale (LM) 3+2=5 anni oppure 5 anni a ciclo unico. La nuova laurea quinquennale o 3+2 chiamata, oggi, Laurea Magistrale o di II livello, si pone in continuità con i pedagogisti, già da molti anni operanti nei diversi servizi alla persona, delle precedenti lauree, difatti il MIUR('''D.M.9-7.09 G.U. 7-10-09 n.233. Ministro Gelmini) ha equiparato i vecchi Diplomi di Laurea (DL) 4 anni con le nuove Lauree Specialistiche (LS) 3+2=5 e le nuovissime Lauree Magistrali (LM) 3+2=5 anni, ai fini dei pubblici concorsi abilitando tutte queste qui di seguito alla professione di Pedagogista. A tutte queste spetta il ''Titolo di Dottore Magistrale Pedagogista ai sensi dell'art. 13 comma 7 del D.M. 270/04 riforma Moratti.''
LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi, pedagogia clinica, 3+2= 5 anniLM-57 Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua (magistrale della formazione continua), 3+2= 5 anniLM-85 Scienze pedagogiche, con TFA dal 2010 solo 36/a; consulenza pedagogica, 3+2= 5 anni LM-93 Teorie e metodologie dell'e- learning e della media education 3+2=5 anni
LM 85 BIS Scienze della Formazione primaria (5 anni ciclo unico)con due indirizzi: 1. infanzia e 2. primaria;LM SNT2 Educatore Professionale Sanitario Specializzato 3+2= 5 anni, in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie uscente dal Dipartimento di Medicina.
La SISS di durata biennale per l’abilitazione all’ insegnamento è stata chiusa definitivamente nell'Anno Accademico 2008-2009 al suo posto il TFA Tirocinio Formativo Attivo di durata annuale attuale.
Inoltre come da Legge del 30-12 n. 240/’10, detta anche Legge Gelmini la Facoltà di Scienze Della Formazione, come tutte le altre Facoltà, viene soppressa nel 2012 per lasciare spazio ai Dipartimenti: il Dipartimento afferente alla ex Facoltà di Scienze della Formazione è il Dipartimento di Scienze Umane che oltre alle figure precedentemente dette forma anche: lettere, filosofia, antropologia, psicologia, sociologia e assistenti sociali eccetto Giurisprudenza che pur appartenendo alle discipline Umane hanno un Dipartimento a sé. Alcune città hanno unito ulteriormente i Dipartimenti in alcuni casi i Dipartimenti Umanistici con i Dipartimenti Sanitari in altre col Dipartimento di Scienze Giuridiche.Tutti questi corsi di Laurea danno la possibilità di conseguire la Laurea 3 anni o la Laurea Magistrale 3+2= 5 anni, alcune Lauree Magistrali invece 5 anni a ciclo unico.
Oggi, chi vuole intraprendere i studi umanistici dopo la scuola secondaria di I° grado (scuola media triennale), molto indicati, sono i due licei (scuole secondarie di II° grado): il classico (1-2-3-4-5 anno Liceo Classico = 5 anni) o/e soprattutto il liceo di scienze umane (5 anni) uno dei due indirizzi: classico o opzionale. Propedeutici all’ iscrizione all’ Università di qualunque Dipartimento e di qualunque Corso di Laurea e Laurea Magistrale.
In particolare, nel Dipartimento Umanistico nelle Discipline pedagogiche che dal 2015/16 saranno i nuovi diplomati del liceo delle scienze umane pronti ad iscriversi al corso di Laurea L-19 educatore sociale, educatore nido o formatore continuo di cui avremo i primi laureati nell' a.a. 2017/18 e i primi Laureati Magistrali Pedagogisti in (LM 50, LM 57, LM 85, LM 93 li avremo nell' a.a. 2019/2020) e i primi ad aver fatto il TFA nel 2020/2021, Cosi avremo i primi insegnanti di Scienze Umane nei Licei nei 2021/22 oppure, i diplomati in Scienze Umane che nel 2015/16 si iscrivono alla Laurea Magistrale a ciclo unico LM 85 BIS per diventare insegnanti di scuola d'infanzia o primaria di cui i primi Laureati Magistrali li avremo nel a.a. 2019/20)e dopo i concorsi nel 2020/21 dal 2021/22 ci saranno solo Laureati e Laureati Magistrali all' interno dei nidi, scuole materne ed elementari:
In Breve per le professioni pedagogiche:
per diventare insegnante di asilo nido bisogna fare 3 anni come educatore nido (L 19),Per diventare formatore per le aziende bisogna fare 3 anni (L 19) in scienze della formazione continua, per diventare Educatore Professionale Sociale ( l-19) bisogna fare 3 anni
per diventare insegnante di scuola d'infanzia o primaria bisogna prendere Scienze della Formazione Primaria (LM 85-bis a ciclo unico 5 anni), divisi in due rami: 1 per scuola d’infanzia e 2 per scuola primaria,
Per diventare Pedagogisti bisogna fare 3 anni ( l 19) poi bisogna proseguire gli studi e fare +2 anni= 5 anni, Laurea Magistrale ('''LM 50, LM 57, LM 93, LM 85 con TFA Tirocinio Formativo Attivo di durata annuale per l' insegnamento scuola secondaria di II grado la materia Scienze Umane ex 36/A oggi A-217 c/o il Liceo delle Scienze Umane o c/o l'Istituto Professionale,le materie scienze umane e sociali nel primo biennio e nel secondo triennio la materia psicologia generale ed applicata, oppure la materia tecniche della comunicazione C/o Istituto Tecnico settore Economico indirizzo Discipline Turistiche e aziendali, o c/o l'istituto tecnic settore economico indirizzo Economia aziendale e geopolitica, o c/o l'istituto professionale settore servizi indirizzo tecniche professionali dei servizi commerciali, o c/o l'istituto professionale settore servizi indirizzo tecniche di comunicazione nei servizi commerciali, o la materia teoria della comunicazione c/o l'istituto tecnico settore tecnologico indirizzo grafica e comunicazione.
La materia Filosofia e storia ex 37/A oggi A-117 non è più possibile insegnarla, ma tra un po verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'accorpamento della A-217 e A- 117 in un unico codice A-17 Materia Scienze Umane Filosofia e Storia.
Quindi le LAUREE MAGISTRALI 5 ANNI A CICLO UNICO E 3+2=5 ANNI NUOVISSIMO ORDINAMENTO; LAUREE SPECIALISTICHE NUOVO ORDINAMENTO 5 ANNI A CICLO UNICO E 3+2=5 ANNI e I DIPLOMI DI LAUREA 4 ANNI VECCHIO ORDINAMENTO hanno pari dignità...cosi avremo che, le professioni abilitate alla professione di PEDAGOGISTA sono:
DALLE FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA E MAGISTERO:Diploma di laurea (D.L.)Pedagogia,(4 anni) vecchissimo ordinamento (V.O.) in: L 072, L 073 e da L 224 a L 244;
DALLA FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE:Diploma di laurea (D.L.) (4 anni) vecchio ordinamento (V.O.) in: Scienze dell’Educazione L 083 i 3 indirizzi:1. insegnanti scienze dell’educazione, (4 anni), per scuole superiori;2. educatore professionale, (erroneamente chiamati) (4 anni), per adulti;3. esperto nei processi formativi (4 anni), per adulti.
DALLE FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE E DI MEDICINA Lauree Specialistiche (LS) nuovo ordinamento (N.O.) 3+2=5 anni in: 56/S Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, pedagogia clinica, 3+2=5 ANNI;65/S Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, 3+2=5 ANNI ;87/S Scienze pedagogiche, consulenza pedagogica, 3+2=5 ANNI;SNT/02/S Educatore Sanitario Specializzato, uscente dal Dipartimento di Medicina, 3+2=5 ANNI;
DAI DIPARTIMENTi DI SCIENZE UMANE E MEDICINA Lauree Magistrali'''(LM) nuovissimo ordinamento (N.O.) 3 + 2 anni= 5 anni in: LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi, pedagogia clinica, 3 + 2 anni= 5 anni; LM-57 Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, 3 + 2 anni= 5 anni;LM-85 Scienze pedagogiche, consulenza pedagogica, 3 + 2 anni= 5 anni;LM-93 Teorie e metodologie dell'e- learning e della media education, 3 + 2 anni= 5 anni;LM SNT/2 Educatore Professionale Sanitario Specializzato in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie uscente dal Dipartimento di Medicina, 3 + 2 anni= 5 anni.
Le lauree Magistrali, oggi, si acquisiscono con 180+120= 300 CFU compreso di: 2 Tirocini Formativi Professionali''' (1 della Laurea Triennale e 1 della Laurea Magistrale) e 2 tesi di Laurea una della Triennale e una della Magistrale con peso maggiore. Per l’insegnamento alle scuole superiori un anno di TFA.Le Scienze Pedagogiche rientrano tra le scienze sociali o umane o molli.
Il colore di Laurea delle vecchie facoltà di Magistero e Pedagogia era l'amaranto.'''Il colore di Laurea,'''utilizzato precedentemente, dalle Lauree specialistiche LS, e oggi '''delle nuove Lauree Magistrali LM in Pedagogia LM 50, LM 57, LM 85, LM 93, generalmente, è il rosa acceso come a Padova e Foggia; solo a Bologna è il bianco; alcune Facoltà come Trieste riportano il grigio .'''Mentre il velo per la confezione di confetti e il nastrino sono di colore rosa, solo i confetti sono rigorosamente rossi simbolo della laurea per eccellenza anche se tale colore appartiene a medicina.Mentre il simbolo della pedagogia è un gufo stilizzato di colore rosa su di un libro color rosa.
Ai sensi della Normativa Europea (Proposta di Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2006/0163 (COD) sulla Costituzione del Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli per l’apprendimento permanente) si specificano le conoscenze, le abilità e le competenze che delineano il profilo professionale in uscita del pedagogista che corrisponde al VII livello dell'EQF (Lauree Magistrali). A differenza però dei pedagogisti italiani gli altri pedagogisti dell’ Unione Europea possono iscriversi alle scuole di psicoterapia.
Indirizzi abilitanti per la c arriera Universitaria e l'insegnamento all' Universita:La Laurea Magistrale (3+2= 5 anni) LM 85 in Scienze Pedagogiche + la Carriera Universitaria (Cultore della Materia, Dottorato di Ricerca, Assegnista di Ricerca, Ricercatore, docente di II grado, docente di I grado, etc) abilita all Insegnamento Universitario
21. STORIA COMPLETA DELL' UNIVERSITA' DI FOGGIA
L’Università di Napoli aperta nel 1224,[l’Ordine Goliardico di Napoli oggi in sonno (cioè non riaperto) è la Lupa].Nel 600 furono istituite nella città di Foggia le accademie letterarie dei “Fantastici” “Volubili” e “Invogliati” fondati dal poeta G. Battista Vitale. Nel 1733furono istituite delle Chattedre ( Sede Distaccata) nella città di Foggia Avvocati e Regimentari di Foggia con il Protettore e mecenate il Cappellano Maggiore Monsignor Celestino Galiani Prefetto “dell’Università dei Reggi Studi di Napoli”paragonabile all’odierno Rettore.Nel 1742 sotto il Governo del Mastro Giurato Giulio Capace Scondito, furono istituite delle cattedre con il Titolo “Maestri dell’Umanità, Filosofia, Legge e Grammatica”.L’autorizzazione per l’istituzione delle Cattedre di “Umanità seu Retorica” e “Filosofia e Legge fu concessa nel 1744 con Regio assenso della Reale Camera di Santa Chiara Decreto dato per la terza Rota di questa Regia Camera”Le cariche furono attive fini alla fine del ‘700. Nel 1800 fu istituita a Foggia la Cattedra di Fisica ed Agricoltura retta dallo scienziato G. Rosati.Dopo la sua morte si era ricostituita come cattedra di Economia Rurale dopo un concorso vinto da Luca Vezi che avrà sede presso il Collegio degli Scolopi dove oggi c’è il conservatorio musicale, a Vezi seguirono i Prof. Bortolo Bocolo di Foggia e Vincenzo Nigri fondatore dell’omonimo Osservatorio. Alla Cattedra di Economia Rurale nel 1858per disposizione reale se ne aggiunsero altre 4: Diritto e Procedura Civile, Diritto e Procedura Penale, Scienze Naturali e Chimica, Anatomia Umana Comparata e Fisiologia. Nel 59 se ne aggiunsero altre 3:Medicina Pratica Legale, Patologia Chimica ed Ostetricia, Diritto Romano e Patrio.Nel 1861 con L’unita D’Italia furono soppresse anche se furono fatti vari tentativi di salvarle dal Sindaco di Foggia Lorenzo Scilitani. Con questi appelli Foggia riusci a salvare solo la Sede del Liceo divenuto in seguito Comunale e poi Statale.Le esigenze dei cittadini e l’entusiasmo di pochi producono iniziative luminose in periodi scuri della Nostra Storia. Talchè negli anni 1918-19 e 1919-20 per iniziativa del Prof. Benedetto Biagi nacque a Foggia l’Università Popolare sostenuta da un comitato di professori e regolare consiglio di Amministrazione finanziata da vari Enti cittadinidal Ministero e circoli cittadini.Docenti provenienti da Università lontane svolsero lezioni di Giurisprudenza, Letteratura, Microbiologia, Igiene, Storia.Ma duro qualche anno. Negli anni 60 si cominciò a sentire l’esigenza culturale di una sede universitaria nella Città di Foggia. Il 2- 12-88 iniziarono i Seminari con lezioni di Economia e Commercio. Il 28-12-88 Il Ministero disattendendo il parere del CUN aveva indicato per L’università di Bari la sede gemmata a Foggia con le Facoltà di Economia e Commercio, Giurisprudenza e Agraria(corso di Laurea in Tecnologie Alimentari). Il 12-05-89 con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri venne approvato il Piano di Sviluppo dell’Università 86-90.Il decreto fu pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15-05-89.L’iter Legislativo era finito ed assegnava a Foggia l’inizio delle attività didattiche e di ricerca Anno Accademico 90-91- strutture pronte dell’Ateneo e Facoltà di Agraria in Via Napoli.!5-!!-!990 ore 10:00 prima lezione della Sede Gemmata a Foggia dell’Università di Bari orgoglioso il Rettore Alto e i Presidi Girone, Spinelli, Belletti.Il 12-01-91 ci fù l’inaugurazione della sede gemmata di foggia dell’Università di Bari.Il 1-11-92 furono istituiti i seguenti Diplomi Universitari: Ingegneria Meccanica all’Altamura, Economia del Turismo ed Economia e Amministrazione Aziendale alla ex scuola dei servizi sociali,Produzione Vegetale alla Facoltà di Agraria, Scienze Infermieristiche nella sala Turtur AUSL di Foggia.Il 10-10-93 prima lezione del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia(Chimica).I primi esami si tennero a giugno 91.La prima Laurea fu H.C. conferita il 15-10-94 ad Antonio Fazio, Governatore della Banca D’Italia. Il 22-10-94 primi laureati in Economia e Commercio, Marzo 97 prime lauree in Medicina e Chirurgia.Poi il 05-08-99 ore15:25 fu firmato il decreto per l’Autonomia dell’Università di Foggia,il 18/08/99 fu pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Il 01-11-99iniziano le lezioni dell’Università degli Studi di Foggia.
22. ETIMOLOGIA DELLA PAROLA UNIVERSITA'- ATENEO- ACCADEMIA
L'etimologia della parola università deriva dal latino universitas= complesso di tutte le cose, che, a sua volta, deriva dall'aggettivo universus tutto intero. Col termine Universitas (studiorum) si intende un luogo pubblico ove si insegna l'universalità delle scienze, intorno all' XI secolo si sviluppo'un sistema di studio intorno alle chiese e ai conventi europei, dove si tenevano lezioni, con letture e commento di testi filosofici e giuridici, e presso cui, docenti e studenti cominciarono a organizzarsi in corps corporazioni o universitates. ATENEO - Altro nome dell'Università, deriva dal nome della dea greca Atena (Minerva), dea della sapienza. ACCADEMIA - Deriva il suo nome dalla famosa scuola di filosofia fondata da Platone e dedicata all'eroe greco Academo.
Oggi, assume il significato di Istituzione scientifico-didattica e culturale in senso ampio, pubblica o privata, che rappresenta il più alto livello di istruzione, ed è articolata in Dipartimenti ove si svolge la didattica e si effettua la ricerca, essi offrono 2 livelli di istruzione:
corsi di Laurea 3 anni,
ecorsi di Laurea Magistrale 3+2= 5 anni ,
corsi di Laurea Magistrale 5 o 6 anni a c.u. (ciclo unico).
Posizione:
Pedagogista “Professionista
L. n° 4/2013”,
Livello nella classificazione nazionale,
categoria/area: dirigenti /quadri,
Inquadramento CCNL:
Enti Locali:
D3 (ex 8 livello);
Sociale: E2
(ex 8 livello) Coop. Soc. del 26/05/'04 art. 47;
Sanitario,
coadiutore pedagogista: E e G (ex 9 livello) ARIS, AIOP e FDG del 23/11/'04 art.
51;
Livello U.E.: VII livello dell'EQF o QEQ (tutte le
Lauree Magistrali);
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Livello
ISTAT e ISFOL: 2.6.2.5.2. professioni intellettuali psicologiche e pedagogiche
(26152-26252-26325-26532) e tecniche 34510.
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